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    “Il mistero di Ron Komonohashi” … cosa dire?
    Avevo notato il manga che fa buoni risultati in Giappone e così alla fine mi sono avvicinato a questo prodotto anche perché mi piacciono i gialli.
    Adorerei Detective Conan i cui casi sono sempre brillanti anche se poi darei un giudizio negativo perché c’è il personaggio che più odio nel mondo dei manga: il presuntuoso e stupido Goro.
    Da come mi avevano presentato il manga (dell’anime in questione) anc1 [ continua a leggere]
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    Dallo studio MAPPA, quello per intenderci di Sakamichi no Apollon e de L’attacco dei giganti, non mi aspettavo di meno ma neanche di più.
    Non mi aspettavo di meno per il comparto animazione, musiche e fotografia ma non mi aspettavo di più per quanto riguarda la trama e la scenografia in quanto ho visto la prima serie e riconosco che in buona fine quest’opera non è fatta per pensare ma divertirsi a guardare i combattimenti.
    Con ciò non voglio smi1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Lo studio Scienze SARU è uno studio giovane, ma è uno studio che si sta molto mettendo in mostra in questi pochi anni di esistenza puntando su artisti che hanno preso piede da poco tipo l’autore del soggetto originale Yokinobu Tatsu o lo sceneggiatore Hiroshi Seko.
    Pongo l’accento su questi due e non ad esempio sul regista (il novellino Fuga Yamashiro) perché il successo di questa serie non dipende dalla maestria tecnica del regista, da musiche1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    Ho aspettato molto prima di concludere questa serie che ha solo tredici episodi, perché se le scelte grafiche, l’aspetto dei protagonisti, il potenziale di botte me lo faceva apparire attraente come prodotto, d’altra parte esistevano molte pecche.

    La prima è che il personaggio protagonista non si comporta con naturalezza, è sempre imbarazzato e con i lineamenti alterati da questa sensazione, e non si capisce perché. Poi i personaggi principali1 [ continua a leggere]
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    Lo yatagarasu è un yokai della tradizione giapponese: si tratta di un corvo a tre zampe.
    La storia in esame racconta del loro regno segreto, in cui essi vivono in forma antropomorfa di esseri umani e in cui i nobili non si trasformano mai in corvi, mentre i poveri sono costretti a vendersi e diventare cavalli, ossia corvi a cui viene sigillata la terza zampa, e vivono facendo lavori di soma. Fra questi due estremi ci sono le persone comuni, che1 [ continua a leggere]
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    Prima serie di tre per il personaggio Kojiro.
    Sinceramente, questa serie non è particolarmente bella. Il tratto di Michi Himeno e Shingo Araki è meno bello che in “Saint Seiya” e appare inutile, perché compaiono tanti personaggi che rimangono sulla scena cinque minuti per poi morire. Non hanno niente che li faccia ricordare.

    Ambientato negli anni ’80, nel mondo odierno in cui esistono ancora i ninja, troviamo questi shinobi non più al servizio1 [ continua a leggere]
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    “Legend of Lemnear” è un classico fantasy con tante tette al vento... le animazioni sono fluide, la trama leggermente banale, buona la musica, ma il motivo per cui uno lo guarda sono le ‘zizze de fora’.
    Il problema? Il problema è che, da come mi era stato presentato anni fa (e il motivo per cui l’ho guardato adesso), doveva essere un ‘pornazzo’. Mi avevano detto così: per vincere il malvagio guerriero d’oro, argento e bronzo si uniscono insieme1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    Attenzione: la recensione contiene spoiler

    A quest’anime do la sufficienza in quanto l’avventura è carina, ma il finale lascia un senso di incompletezza: chi sconfiggerà Oda Nabunaga? Chi ha preso possesso del suo corpo? Da dove arrivano le navi spaziali e le armi?
    In questo OAV queste domande sono ignorate: vediamo solo la lotta degli shinobi di Iga e di Koga contro il ninja immortale Jinnai. Il più deciso nella lotta è Shishimaru, il protagon1 [ continua a leggere]
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    Attenzione: la recensione contiene spoiler

    Dopo aver visto “Ping Pong - The Animation”, ho letto “Number 5” di Taiyo Matsumoto ed è stata una delusione. Però “Ping Pong - The Animation” mi era piaciuto tanto, così mi sono voluto vedere qualcosa tratto da un manga di questo autore: la scelta è caduta su questo “TekkonKinkreet”. Mi è stato spiegato che il titolo si riferisce a “cemento armato”, la sostanza di cui sono fatte le città, ma anche una1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Quarto film di Mamoru Hosoda che guardo. Il primo mi era piaciuto tantissimo: sto parlando di "Summer Wars". Il secondo mi ha convinto sicuramente: era "The Beast and the boy". Anche il terzo mi era piaciuto anche se a distanza di anni non ricordo più perché: mi riferisco a "Mirai".

    E questo film, "Belle" mi è piaciuto, a caldo.
    Poi ho riflettuto che ci sono buchi e stranezze; 120 minuti non bastano per chiarire tutto: forse c’era bisogno di u1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Gli sport non mi piacciono né dal vivo né in televisione, ma mi piacciono invece molto gli anime o i manga che trattano di sport. Forse questo discorso l’ho già fatto recensendo qualche capolavoro. Lo faccio nuovamente: “Redline” non è un capolavoro, ma comunque lo trovo bello con i suoi cento minuti di adrenalina.
    La leggenda vuole che non si è utilizzata la CGI, ma ci sono voluti centomila disegni fatti a mano con una lavorazione durata sette1 [ continua a leggere]
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    Di solito pensiamo: Studio Ghibli = Hayao Miyazaki, equazione troppo semplice e a volte sbagliata.
    Lo studio Ghibli è una grande realtà in cui lavorano artisti con i contro-fiocchi: se Hayao è il frontrunner, non dobbiamo dimenticare gli altri che collaborano per la sceneggiatura, il chara, le musiche e tante altre cose. Hiromane Yonebayashi, il regista di questo film, è uno dei tanti collaboratori dello studio Ghibli che è partito dagli interca1 [ continua a leggere]