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6.0/10
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Cos’è un buon manga?
Difficile rispondere ma in sintesi è la fusione di disegno e storia, tra narrazione ed emozioni personali del lettore.
Forse l’ultimo aspetto è il più importante.
Uno stesso autore può piacere in un’opera e in un’altra no o degli autori dal tratto simile e dalla simile narrativa possono arrivare a risultati diversi. Io di Ai Yazawa ho apprezza Nana ma non Gokinjo Monogatari, conosciuto in Italia come I cortili del cuore.
Non mi vergogno a dirlo non sono fedele agli autori che amo i quali devono soddisfarmi ad ogni opera.
Ho trovato molti amici otaku parlarmi di quanto è brava Ai Yazawa e d’altro canto in vent’anni Paradise Kiss è stato pubblicato quattro volte, quindi è un titolo su cui molti hanno dato un giudizio lusinghiero.
Io sto facendo questa introduzione così lunga perché vado controcorrente: questo manga arriva al massimo alla sufficienza.
Lo stile dei personaggi è simile a quello di Nana, posso notare che il design dei vestiti è molto curato mentre i fondali sono spogli, le tavole sono studiate in modo da dare ritmo alla narrazione, senza particolari pregi ma anche senza particolari difetti.
La storia è una dozzinale storia d’amore in cui due mondi, quello dei tipi strani legati all’arte del design e quello degli studenti ordinari si fondono volutamente dopo un incontro fortuito.
Yukari una studentessa del primo mondo, svogliata, senza carisma e infelice viene attratta nel mondo della moda perché è alta 1,70 metri, altezza ragguardevole per una giapponese.
Lei oppone resistenza finché non compare lui Joji, bello, ricco, arrogante, geniale un tipico personaggio da shojo o da josei. Da quel momento inizia la sua maturazione. Anzi la maturazione di tutti che però in molti casi è superficiale data la brevità del manga.
Inoltre io avrei puntato maggiormente sul dramma, sulla fatica di raggiungere certi risultati, la Yazawa cade nel suo imitare fumetti per ragazzi/e troppo banali.
Il manga è pubblicato su una rivista di moda (Zipper) e non saprei dire se è la lunghezza giusta per tale rivista o è stato axato: di certo l’ultimo volume scorre velocissimo.
Certo c’è da dire che l’autrice stava già lavorando al momento della parola fine sul suo capolavoro Nana e dunque potrebbe non aver avuto le forze per dedicarsi ad entrambi.
Insomma non gli assegno l’insufficienza ma non lo consiglio neanche agli amanti degli josei a meno che non piacciano loro i tipici racconti per ragazze.
PS: si parla di sesso ma è ben lontano dall’essere un hentai!