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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione e sviluppo trama
Che possiamo dire a proposito di questa serie? Fatte le premesse che c'è tutto quello ogni buon otaku che si rispetti può desiderare al mondo, dal sogno di essere virtualizzato in un videogioco come accade al protagonista e quindi combattere contro i mostri antagonisti del suddetto videogioco e così guadagnare soldi per poter acquistare una o più schiave dall'aspetto provocante (e quindi abbiamo la componente videoludica ed ecchi ed hentai) in un'ambientazione più o meno ispirata al medioevo (quindi la componente storica), si può dire che inizialmente tutto procede per il meglio e che il sogno sia destinato a non finire mai. Ma come si sa i sogni sono belli se hanno uno scopo ed uno sviluppo accettabili che rispetta determinati standard. Purtroppo che cosa accade nel corso dello sviluppo di questa trama? Accade che se negli episodi dall'1 al 10 assistiamo all'instaurazione e allo sviluppo del rapporto tra Michio e Roxanne (cosa più che legittima per lo sviluppo di ogni buona trama che si rispetti), improvvisamente nell'episodio 11 salta fuori Cherry e poi nell'episodio finale saltano fuori altre tre schiave. Questo lo si potrebbe accettare se il numero degli episodi fosse lungo, in modo da permettere anche la creazione e l'evoluzione di un rapporto tra il protagonista ed anche queste co-protagoniste. Ma in un'anime di appena 12 episodi, nel quale ci si è concentrati sulla collaborazione e relazione tra i due protagonisti per i primi 10 episodi è altamente improbabile che ciò che riesca bene ed è anche inopportuno metterlo come finale.

Altro tasto dolente è la presenza di flashback che riguarda solo i due protagonisti, Michio e Roxanne ma di nessun flashback riguardo che permetta un'adeguata contestualizzazione dei personaggi secondari e che di conseguenza li relega esclusivamente alla loro dimensione presente senza fornire spiegazioni sul loro passato (es. come e perché le co-protagoniste inserite nell'ultimo episodio sono diventate schiave? Come il protagonista è stato teletrasportato nel mondo virtuale? Da chi/che cosa?). Le scene hentai giocano un ruolo minimo cioè marginale nel tenere alta la trama, ma non basta mettere uno-due personaggi femminili prosperosi come toppe per ricucire buchi di trama enormi. Quando si mescolano più generi per creare una vicenda poliedrica bisogna anche approfondire al meglio le caratteristiche delle altre componenti della trama. Ad esempio i combattimenti in stile videogioco sono godibili fino ad un certo punto, poi diventano monotoni e ripetitivi; la grafica e la colonna sonora siano state ben curate e sviluppate, ma non sono certo sufficienti a coprire gli enormi buchi di trama che questa vicenda si porta addosso come una vera croce. I nemici non sono credibili, anzi sono totalmente privi di spessore e quindi appiattiscono ulteriormente le battaglie.

Anche il personaggio del protagonista non è proprio quel granché; acquisisce poteri con una facilità assurda che sembra totalmente utopica e le co-protagoniste rimangono pressapoco identiche a come le abbiamo conosciute, non subiscono cambiamenti significativi: tutti questi power-up basilari non incidono nella trama; in genere i personaggi di qualsiasi buona storia effettuano un percorso di crescita sia interiore che esterna, ma siccome la trama è ispirata ad un videogame i produttori si sono sentiti in diritto di ignorare questo, giusto?! Beh, allora permettemi di dirvi cari signori che avete toppato alla grande. Mi dispiace ma più che un una fusione o mosaico di più generi anime e videogiochi, sembra un mappazzone di generi messi a caso e senza una precisa struttura logico-cronologica. Sembra di vedere il tutorial di un videogioco di scarsa qualità e privo di sviluppi significativi (le scene madri sono quasi inesistenti nella fase di combattimento e sono minimizzate nelle scene intime). Peccato, perché è uno spreco di materiale ed idee davvero insensato.

L'idea è buona, perché ad esempio si possono intravedere anche collegamenti con altre opere come ad esempio "World End's Harem", "Ishuzoku Reviewers" o "Magi: The Labyrinth Of Magic" o il fatto che questa storia è ispirata al gioco "Dungeons & Dragons", del quale si pone come parodia poco convincente e non entusiasmante. Sulle prime fa ridere e suscita ilarità, ma dopo si trasforma in un loop tedioso che si autoinghiotte e si autodistrugge con le proprie stesse mani (un autentico suicidio mediatico). Voto:2