Recensione
Azumi
8.5/10
Yu Koyama non è un nome sconosciuto in Italia, anche se non è particolarmente famoso: suo è il soggetto dell’anime Forza Sugar che negli anni ‘80 aveva ottenuto un buon successo nel nostro paese. Io lo preferivo addirittura a Rocky Joe del troppo lodato Osamu Dezaki.
Il manga, intitolato Ganbare Genki, arrivò qualche anno fa in Italia senza però diventare un successo di vendite: colpa anche dell’editore… era in mano ai tipi inaffidabili di RW Goen, è un miracolo che siano riusciti a portarlo a conclusione.
Ma soffermiamoci su Azumi: la partenza è dieci anni dopo la battaglia di Sekigahara. Obata Gessei vecchio ed abile spadaccino ha cresciuto dieci bambini e adesso a deciso di usarli contro coloro che si oppongono al regime dei Tokugawa. La sua filosofia è che è meglio il governo di uno a lotte continue fra Daimyo. I ragazzi muoiono uno dopo l’altro.
Alla fine resta Azumi.
Ad Azumi verrà data una caccia spietata.
Se vediamo gli autori di questa caccia ci troviamo di fronte ad un parallelo famoso: Lone Wolf and Cub con Koyama che fa risorgere la spietata famiglia che ha combattuto con Itto: gli yagyo.
Anche Azumi iè una macchina da morte capace di uccidere, grazie alla velocità e all’agilità, decine di avversari in un unico combattimento ma mentre su Itto splende la stella della vendetta, Azumi cerca di fare del bene e salvare quante più vite possibili.
Come era successo con Lone Wolf anche qui l’autore mette scene di sesso, si sofferma su corpi femminili nudi, la protagonista viene trovata bella un po’ da tutti ma resterà casta.
Azumi come una idol non può venire sporcata senza incorrere nell’ira dei lettori.
Altro manga a cui può venire associata è Vagabond di Takehiko Inoue, ma a parte l’epoca più o meno simile in realtà le differenze tra le due opere sono tantissime e ammetto che il ritmo e il disegno dei combattimenti è a favore di Yu Koyama, con duelli molto più cinetici e avversari più diversi. Mentre la si parlava di duelli qui si parla di azioni di guerra dove si usa qualunque trucco: fucili e veleno, samurai e shinobi.
Di striscio si parla anche di omosessualità e di pedofilia… nonostante l’autore di Slam Dunk ha visto nascere decine di fanfiction yaoi tali temi non li ha mai trattati: Koyama sa invece che in un mondo di adulti essi devono esistere.
Il disegno dicevo è buono e cinetico ed è sorprendente che il manga non sia arrivato in Italia: uno dei motivi è che è comunque lungo 48 volumi che secondo me si leggono senza problemi rimanendo tutti di alto livello.
Voto? Fra l’otto e mezzo e il nove.
Il manga, intitolato Ganbare Genki, arrivò qualche anno fa in Italia senza però diventare un successo di vendite: colpa anche dell’editore… era in mano ai tipi inaffidabili di RW Goen, è un miracolo che siano riusciti a portarlo a conclusione.
Ma soffermiamoci su Azumi: la partenza è dieci anni dopo la battaglia di Sekigahara. Obata Gessei vecchio ed abile spadaccino ha cresciuto dieci bambini e adesso a deciso di usarli contro coloro che si oppongono al regime dei Tokugawa. La sua filosofia è che è meglio il governo di uno a lotte continue fra Daimyo. I ragazzi muoiono uno dopo l’altro.
Alla fine resta Azumi.
Ad Azumi verrà data una caccia spietata.
Se vediamo gli autori di questa caccia ci troviamo di fronte ad un parallelo famoso: Lone Wolf and Cub con Koyama che fa risorgere la spietata famiglia che ha combattuto con Itto: gli yagyo.
Anche Azumi iè una macchina da morte capace di uccidere, grazie alla velocità e all’agilità, decine di avversari in un unico combattimento ma mentre su Itto splende la stella della vendetta, Azumi cerca di fare del bene e salvare quante più vite possibili.
Come era successo con Lone Wolf anche qui l’autore mette scene di sesso, si sofferma su corpi femminili nudi, la protagonista viene trovata bella un po’ da tutti ma resterà casta.
Azumi come una idol non può venire sporcata senza incorrere nell’ira dei lettori.
Altro manga a cui può venire associata è Vagabond di Takehiko Inoue, ma a parte l’epoca più o meno simile in realtà le differenze tra le due opere sono tantissime e ammetto che il ritmo e il disegno dei combattimenti è a favore di Yu Koyama, con duelli molto più cinetici e avversari più diversi. Mentre la si parlava di duelli qui si parla di azioni di guerra dove si usa qualunque trucco: fucili e veleno, samurai e shinobi.
Di striscio si parla anche di omosessualità e di pedofilia… nonostante l’autore di Slam Dunk ha visto nascere decine di fanfiction yaoi tali temi non li ha mai trattati: Koyama sa invece che in un mondo di adulti essi devono esistere.
Il disegno dicevo è buono e cinetico ed è sorprendente che il manga non sia arrivato in Italia: uno dei motivi è che è comunque lungo 48 volumi che secondo me si leggono senza problemi rimanendo tutti di alto livello.
Voto? Fra l’otto e mezzo e il nove.