Recensione
Saru to Kani no Gassen
9.0/10
Recensione di HakMaxSalv92
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<Attenzione contiene spoiler>
Introduzione e sinossi
Tratto da una raccolta di fiabe e favole tradizionali giapponesi pubblicate dallo scrittore Hasegawa Takejiro nel 1885 e tradotte da Andrew Lang in Occidente, La battaglia tra il granchio e la scimmia, traduzione di Saru to Kani no gassen del 1917 è il primo ed autentico esempio di animazione nipponica del secolo precedente che riprende una favola appartenente alla tradizione letteraria giapponese e la traspone in versione animata grazie al talento pioneristico del suo ideatore Seitarou Kitayama. Al fine di meglio comprendere questa favola vorrei fare un confronto tra la favola originale e la trasposizione animata
Favola originale ed adattamenti e confronto con la trasposizione animata
Un giorno una scimmia propose uno scambio ad un granchio, convincendolo ad accettare un seme di albero di kaki e chiedendo in cambio una polpetta di riso (onigiri). Il granchio accettò, ma quando provò a piantare il seme credendo che questo sarebbe cresciuto instantaneamente, si rese conto di essere stato raggirato dalla scimmia. Inizialmente il granchio si infuriò e imprecò contro la scimmia, ma successivamente l'albero di kaki crebbe. Il granchiò fu soddisfatto, ma c'era un problema: non riusciva a salire sull'albero per cogliere i frutti e dunque chiese alla scimmia di poter scalare l'albero al posto suo per cogliergli. La scimmia acconsenti, tuttavia si dimostrò egoista e tradì il granchio mangiandosi tutti i frutti dell'albero. Il granchio protestò e chiese alla scimmia di condividere i frutti con lui, ma la scimmia si dimostrò arrogante e prepotente e gli tirò un kako acerbo in testa che era talmente durò da spaccargli il guscio e farlo morire. Il granchio giurò vendetta ed assoldò una castagna, un'ape, dello sterco di mucca e un usu (mortaio tradizionale giapponese impiegato per la preparazione del mochi) ed organizzò un piano per farla pagare alla scimmia. La castagna si nascose nel focolore della sua casa, l'ape nel secchio dell'acqua, lo stercò di vacca nel pavimento e il mortaio sul tetto. Quando la scimmia rincasò per scaldarsi la castagna lo attacco ustionandolo. La scimmia urlando di dolore prese il secchio dell'acqua per raffreddare la bruciatura, ma l'ape l'attacco pungendolo. La scimmia urlò di dolore e scappò di casa, ma scivolò sullo sterco e cadde sul pavimento facendo un tale rumore che le vibrazioni fecero crollare il tetto e il mortaio cadde sul cuore della scimmia uccidendola.
Di questa favola esistono molteplici versione, le quali sono state notevolmente modificate per adattarla in base alla provenienza del pubblico destinario. Soprattutto alcuni dei personaggi che affiancano il protagonista sono stati sostituiti: in alcune versioni troviamo un serpente, un'alga arame, un coltello da cucina, in altre troviamo un calabrone, un'ago da cucito e/o un suribachi, un'altro tipo di mortaio tradizionale giapponese, così come è diverso l'epilogo. Ad esempio può accadere che la scimmia venga invitata al funerale del granchio e che il figlio di questo, insieme ai suoi compagni, la uccida per vendicare la morte del genitore.
La trasposizione animata dimostra di essere fedele a questa seconda versione, anche se omette l'elemento del funerale e rappresenta la vendetta del figlio del granchio come un vero e proprio attacco frontale nella quale la scimmia alla fine viene uccisa proprio da quest'ultimo e modifica lievemente l'ordine degli attacchi dei compagni di questo.
Grafica
Essendo un prodotto del secolo scorso, torniamo indietro di almeno un secolo. La grafica che è molto approssimata, consiste in immagini in bianco e nero le quali sono impostate in modo abbastanza meccanico. Ne consegue che l'animazione non è molto fluida e dinamica come quella a cui siamo abituati oggi. Nonostante ciò bisogna ricordare che per l'epoca nella quale questo cortometraggio è stato realizzato, questa tecnica di registrazione e riproduzione rappresentava l'avanguardia e la norma per la visualizzazione dei contenuti. Bisogna inoltre ammettere che i disegni sono già abbastanza definiti e questo è un notevole passo in avanti per gli standard dell'epoca.
Colonna sonora
Essendo un film muto, non è prevista neanche la colonna sonora. Quindi è tutto lasciato all'immaginazione dello spettatore e/o della spettatrice affinché provi ad immaginare la possibile colonna sonora che meglio possa definire la situazione.
Messaggio
Nella sua apparente semplicità, questa vicenda breve ci trasmette un messaggio molto chiaro ed inequivocabile. Questa vuole essere una sorta di denuncia contro qualsiasi forma di egoismo e di tradimento contro il prossimo e mira ad inculcare l'idea secondo cui tutto deve essere condiviso, in modo da rispettare le norme di comune convivenza civile e sociale.
Giudizio finale
Un piccolo-grande capolavoro della tradizionale letteraria e il primo grande progetto, il vero e proprio capostipite di quella lunga tradizione magistrale ed eterna che diventerà l'animazione giapponese che tutti noi conosciamo oggi.
Voto: 9
Introduzione e sinossi
Tratto da una raccolta di fiabe e favole tradizionali giapponesi pubblicate dallo scrittore Hasegawa Takejiro nel 1885 e tradotte da Andrew Lang in Occidente, La battaglia tra il granchio e la scimmia, traduzione di Saru to Kani no gassen del 1917 è il primo ed autentico esempio di animazione nipponica del secolo precedente che riprende una favola appartenente alla tradizione letteraria giapponese e la traspone in versione animata grazie al talento pioneristico del suo ideatore Seitarou Kitayama. Al fine di meglio comprendere questa favola vorrei fare un confronto tra la favola originale e la trasposizione animata
Favola originale ed adattamenti e confronto con la trasposizione animata
Un giorno una scimmia propose uno scambio ad un granchio, convincendolo ad accettare un seme di albero di kaki e chiedendo in cambio una polpetta di riso (onigiri). Il granchio accettò, ma quando provò a piantare il seme credendo che questo sarebbe cresciuto instantaneamente, si rese conto di essere stato raggirato dalla scimmia. Inizialmente il granchio si infuriò e imprecò contro la scimmia, ma successivamente l'albero di kaki crebbe. Il granchiò fu soddisfatto, ma c'era un problema: non riusciva a salire sull'albero per cogliere i frutti e dunque chiese alla scimmia di poter scalare l'albero al posto suo per cogliergli. La scimmia acconsenti, tuttavia si dimostrò egoista e tradì il granchio mangiandosi tutti i frutti dell'albero. Il granchio protestò e chiese alla scimmia di condividere i frutti con lui, ma la scimmia si dimostrò arrogante e prepotente e gli tirò un kako acerbo in testa che era talmente durò da spaccargli il guscio e farlo morire. Il granchio giurò vendetta ed assoldò una castagna, un'ape, dello sterco di mucca e un usu (mortaio tradizionale giapponese impiegato per la preparazione del mochi) ed organizzò un piano per farla pagare alla scimmia. La castagna si nascose nel focolore della sua casa, l'ape nel secchio dell'acqua, lo stercò di vacca nel pavimento e il mortaio sul tetto. Quando la scimmia rincasò per scaldarsi la castagna lo attacco ustionandolo. La scimmia urlando di dolore prese il secchio dell'acqua per raffreddare la bruciatura, ma l'ape l'attacco pungendolo. La scimmia urlò di dolore e scappò di casa, ma scivolò sullo sterco e cadde sul pavimento facendo un tale rumore che le vibrazioni fecero crollare il tetto e il mortaio cadde sul cuore della scimmia uccidendola.
Di questa favola esistono molteplici versione, le quali sono state notevolmente modificate per adattarla in base alla provenienza del pubblico destinario. Soprattutto alcuni dei personaggi che affiancano il protagonista sono stati sostituiti: in alcune versioni troviamo un serpente, un'alga arame, un coltello da cucina, in altre troviamo un calabrone, un'ago da cucito e/o un suribachi, un'altro tipo di mortaio tradizionale giapponese, così come è diverso l'epilogo. Ad esempio può accadere che la scimmia venga invitata al funerale del granchio e che il figlio di questo, insieme ai suoi compagni, la uccida per vendicare la morte del genitore.
La trasposizione animata dimostra di essere fedele a questa seconda versione, anche se omette l'elemento del funerale e rappresenta la vendetta del figlio del granchio come un vero e proprio attacco frontale nella quale la scimmia alla fine viene uccisa proprio da quest'ultimo e modifica lievemente l'ordine degli attacchi dei compagni di questo.
Grafica
Essendo un prodotto del secolo scorso, torniamo indietro di almeno un secolo. La grafica che è molto approssimata, consiste in immagini in bianco e nero le quali sono impostate in modo abbastanza meccanico. Ne consegue che l'animazione non è molto fluida e dinamica come quella a cui siamo abituati oggi. Nonostante ciò bisogna ricordare che per l'epoca nella quale questo cortometraggio è stato realizzato, questa tecnica di registrazione e riproduzione rappresentava l'avanguardia e la norma per la visualizzazione dei contenuti. Bisogna inoltre ammettere che i disegni sono già abbastanza definiti e questo è un notevole passo in avanti per gli standard dell'epoca.
Colonna sonora
Essendo un film muto, non è prevista neanche la colonna sonora. Quindi è tutto lasciato all'immaginazione dello spettatore e/o della spettatrice affinché provi ad immaginare la possibile colonna sonora che meglio possa definire la situazione.
Messaggio
Nella sua apparente semplicità, questa vicenda breve ci trasmette un messaggio molto chiaro ed inequivocabile. Questa vuole essere una sorta di denuncia contro qualsiasi forma di egoismo e di tradimento contro il prossimo e mira ad inculcare l'idea secondo cui tutto deve essere condiviso, in modo da rispettare le norme di comune convivenza civile e sociale.
Giudizio finale
Un piccolo-grande capolavoro della tradizionale letteraria e il primo grande progetto, il vero e proprio capostipite di quella lunga tradizione magistrale ed eterna che diventerà l'animazione giapponese che tutti noi conosciamo oggi.
Voto: 9