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7.0/10
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La scena si apre su un mondo in disfacimento in cui un essere perfetto vaga in mezzo a questa desolazione. Un gruppo di robot malandati dichiara di volere uccidere questo essere, ovverosia Casshern, credendo che nutrendosi della sua carcassa si salveranno dalla distruzione. Infatti il mondo è infettato da una distruzione inesorabile che sgretola lentamente ogni forma di vita non umana.
Il rimedio alla distruzione è anche la causa della stessa, perché con le sue stesse mani Casshern uccise Luna e divenne immortale. Ma l'unico che non è cosciente di ciò è proprio lui, infatti sembra essere colpito da un amnesia che ha cancellato completamente ogni suo ricordo. Le nebbie che offuscano la sua mente vanno dipanandosi molto lentamente lungo il suo cammino, e più il suo passato viene a galla più il suo terribile peccato diviene chiaro.

La distruzione diventa lo spazio esistenziale di tutti quegli esseri che fino a quel momento erano vissuti nella convinzione dell'immortalità. Questo spazio è estremo, non lascia posto a sfumature, e può essere riempito solo dall'assoluta rassegnazione o dalla speranza più cieca. In mezzo a questa disperazione dicotomica spiccano degli individui che attirano l'attenzione del nostro protagonista, smuovono la sua coscienza. Queste persone, che Casshern incontrerà lungo il suo cammino, più o meno aggredite dalla distruzione continuano a vivere nel senso più forte della parola. Alcuni hanno degli obbiettivi, altri cercano o credono in qualcosa, tutti sono animati da una passione che non indietreggia di fronte ad una quasi certa mancanza di futuro. Tramite questi incontri Casshern subisce o compie un'evoluzione spirituale, che per molti episodi occupa l'intera scena lasciando in secondo piano la trama principale.

L'estraneità per Casshern verso questo mondo è assoluta. L'immortalità lo pone in un piedistallo in cui la vita arriva sbiadita, avvolta da un mistero impenetrabile. Il suo tormento nasce esattamente da questa posizione e solo alla fine dell'opera troverà pace, se così la vogliamo chiamare.
Punto debole di quest'opera è la sua pesantezza. Una pesantezza che non deriva tanto dall'atmosfera o dalla drammaticità delle esistenze in scena, che anzi grazie una realizzazione tecnica ottima si scrollano di dosso anche una certa banalità, ma dalla ripetizione. Il cammino travagliato di Casshern prosegue almeno per metà della serie senza uno svolgimento lineare, balza qua e là da una situazione disperata all'altra, presentando diversi personaggi che però confluiscono sempre nello stesso schema di opposizione tra vita-morte/paura-speranza che quasi immediatamente diventa prevedibile.

Il vero punto forte è la realizzazione tecnica. Mantiene una qualità pressoché alta per tutto il suo svolgimento, eccezion fatta per pochi episodi. Gli scenari creano un atmosfera di desolazione e disperazione in perfetta sintonia con lo spirito del protagonista, ma talvolta anche nella loro freddezza sanno offrire visioni maestose. Suoni e immagini si fondono perfettamente fino a creare momenti di estrema liricità.
Casshern Sins è un'opera sicuramente degna di nota, in cui la riflessione e l'indagine spirituale spesso prendono il sopravvento su ogni altra cosa, e scatenano in chi segue numerosi dubbi e domande (anche grazie a dialoghi ermetici) sulla natura profonda e complessa dei protagonisti.