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    4.0/10
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    Vi è ben poco che non sia curato in questo "World Trigger". E' curato il disegno, anche se un po' spigoloso, è ben curata la storia piena di risvolti, i personaggi secondari non hanno meno spessore di quelli principali. E allora perché non riesco a dargli più di un quattro? Semplicemente per l'inutile lungaggine di puntate. L'inutile spiegare minuzie poco interessanti in un tempo pari a quello dedicato alla storia, in ogni puntata. Il non soddis1 [ continua a leggere]
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    E' quasi più lungo il titolo originale che ogni puntata, ma... Ma è una storia di sentimenti e situazioni che chi ha avuto la fortuna di condividere la propria vita con un felino ritrova qui raccontati da un punto di vista differente, felino. Le puntate e l'anime in sé sono troppo brevi per poter essere poco più che una pennellata di situazioni che coprono l'arco di tempo tra l'adolescenza e la maturità dell'umana, raccontati dal protagonista f1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Anime a cui calzano due termini: bello e angosciante. Se vedi il primo episodio con l'idea "do un'occhiata e vedo di rilassarmi", ti ritrovi a fine serie in un batter d'occhi. L'ho trovato veramente ben studiato, un alternarsi di situazioni per non dare la possibilità di rilassarsi senza aspettarsi qualcosa di nuovo. E' pur sempre un anime della serie "zombie" ma, per una volta, non è "un fuggi e sopravvivi". E' qualcosa di più maturo. Seguendo1 [ continua a leggere]
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    E' un anime che tratta un tema come la morte con sensibilità e delicatezza, senza mai cadere nella banalità. Di noi, quel che conta, sono i ricordi e la qualità d'essi che lasceremo, e più essi saranno, più a lungo noi sopravviveremo. L'importante è vivere la vita intensamente tanto da essere sazi quando essa cesserà. Personalmente ho dovuto affrontare più di un caso di addii e quest'opera è il sunto più dolce di tutti i sentimenti che ho prova1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Stanco di robottoni e ragazzini senza "testa", sono andato a ripescare dalla collezione quest'anime, giusto per disintossicarmi. "Avenger" è un classico anime con tutte le caratteristiche tipiche giapponesi di qualche anno addietro. Lento, inquadrature lunghissime, esasperante, curato nei particolari, con storia semplice ma ben dipanata, disegni curati e per nulla tetri, anche se con tonalità contrastanti ma scure. Per noi "grigi" memori di film1 [ continua a leggere]
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    Ciò che mi ha spinto a fermarmi a metà della quinta puntata è quel senso di insoddisfazione che a volte ti prende e che ci metti un po' a spiegarti. Fondamentalmente credo che se questo anime fosse stato un hentai, sarebbe stato un'opera d'arte. Ha una storia ben studiata e accattivante, disegni curati e regia buona. Allora perché non riesco ad andare avanti? Il fanservice è molto spinto, oltre quello che potrebbe essere ecchi. Ed è proprio qui1 [ continua a leggere]
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    Opera fondamentalmente colta da stipsi acuta. Storia più narrata che disegnata, dove le scene disegnate sono un intervallo tra un'abbreviazione e un testacoda narrativo in una trama tortuosa. Oh beh, se non avete compreso ciò che ho scritto è perché ho decerebrato sull'ultima puntata: l'ultima puntata è la sublime apoteosi del rush finale di un fondista. A mio giudizio questo materiale poteva essere un OVA di una trama sviluppata in ventiquattro1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Nel complesso, LocoDol, racconta in chiave leggera un lavoro abbastanza normale ma sconosciuto ai più, un lavoro che anche nel nostro paese non è inusuale. Se ci pensate un'attimo, se siete stati in alcuni mega centri commerciali o in alcuni parchi a tema, avrete notato spettacolini pubblicitari spesso accompagnati da mascotte. Locodol rimane un anime leggero, fresco, da guardare se ci si vuol rilassare. Con questo non voglio dire che non abbia1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Avevo visto questa serie qualche anno addietro e mi ci sono nuovamente imbattuto. L'ho rivista volentieri anche se può sembrare strano per uno della mia età. L'ho guardata senza preconcetti, per il piacere di lasciarmi rilassare dalla dolcezza dei semplici concetti di cui parla. Ma quello che, alla fin fine, colpisce, è il colore caleidoscopico dei disegni, l'impressionante cura nei particolari, quel scivolare a volte lento ed a volte vorticoso1 [ continua a leggere]
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    Era dai tempi de "Una tomba per le lucciole" che non rimanevo così piacevolmente colpito da un anime. Forse ho esagerato nel confronto, ma di poco. Entrambe le pellicole narrano di bambini, entrambe sono ambientate in un Giappone al termine della seconda guerra mondiale. Anche in Giovanni no Shima questi bambini non sono completamente consci di ciò che gli accade intorno. E qui finiscono le similitudini. Giovanni no Shima ci racconta un'altro ta1 [ continua a leggere]
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    Ho visto il film, ho letto le varie recensioni e mi son fatto l'idea che praticamente solo in pochi si siano resi conto di dove, ancora una volta, gli autori e chi con loro, vogliano andare a parare. Escludendo le serie, tutti e tre i film sono, a mio avviso, dei trattati di sociologia un po alla Ursula K. Le Guin. E, come per i suoi libri, anche qui vi si trattano problematiche sociali attuali proiettate in probabili evoluzioni. Non credo che a1 [ continua a leggere]
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    Non mi trovo d'accordo con chi stronca questo anime. E' vero che ha molto dello Studio Ghibli, e la cosa non mi disturba, ma, se si tiene conto del pubblico a cui è destinato, lo si trova ottimo. Avendo dei nipoti e studiando i loro visi, mi rendo conto sempre più che essi vedono ciò che noi non vediamo più. Oramai cerchiamo sofismi sempre più sottili in opere che non sono nate per i nostri gusti di adulti o di bambini che si credono adulti. Com1 [ continua a leggere]