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    7.5/10
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    Avviata nel 2018 in seguito alle dimissioni di John Lasseter, i due Classici Disney usciti nell’appena trascorso 2021 si possono considerare di fatto i primi veri prodotti della gestione Jennifer Lee, la regista e sceneggiatrice che con l’inconcepibilmente mediocre Frozen (2013), ha spazzato via ogni record precedente per un film d’animazione, e per incasso e per impatto culturale, guadagnandosi senza dubbio la sua attuale posizione di Chief Cre1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    L’animazione giapponese più commerciale negli ultimi anni pare soffrire di una certa sudditanza nei confronti del mondo dei videogiochi, immensamente più ricco, strizzandogli l’occhio e facendogli la corte come una ragazzina infatuata; basti pensare alla moda tutta recente degli “anime-MMORPG”, che affiancano le tradizionali trasposizioni in animazione di franchise videoludici, e quelle opere che, seppure non strettamente correlate con i videogi1 [ continua a leggere]
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    Tutto si può dire di Kyoto Animation ma non che non ci provi a battere altre strade, nel tentativo di scrollarsi di dosso la nomea di fautori del moe moe kyun senza pensieri, basta dare un'occhiata alle sue ultime produzioni per rendersene conto. Dal mistery fantasy di Kyoukai no Kanata al magico di Amagi Brillant Park, passando ovviamente per i nuotatori di Free, lo studio di Kyoto tenta nuove vie di narrazione preoccupandosi al tempo di rispet1 [ continua a leggere]
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    Il 2014 è stato un anno molto intenso per gli estimatori dello Studio Ghibli, caratterizzato da un susseguirsi di notizie su una possibile chiusura dello Studio, poi riorganizzazione, poi neanche Toshio Suzuki sa cosa, e nel contempo dalla gioia di poter ammirare gli ultimi fondamentali lavori dei suoi Maestri fondatori, una gioia mescolata però a un velo di malinconia, nella consapevolezza di assistere alla fine di un'epoca.

    In mezzo a tutto c1 [ continua a leggere]
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    C'è tanto e allo stesso tempo poco da dire su HisCoool! Seha Girl. Il tanto sono le citazioni, ciò che mostra, il poco è invece ciò che è, il suo effettivo contenuto, essendo riservato ad un pubblico abbastanza ristretto. Una serie citazionista senza dubbio, forse celebrativa, umoristica sicuramente; di certo vi è il rispetto nei confronti di ciò che esibisce, a differenza di altri, disastrosi prodotti (qualcuno starà pensando ad Aoi Sekai no Ch1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    È curioso notare che ancora oggi, al mondo Walt Disney, si accosti prima di tutto le sue fiabe: pensi fiabe animate, pensi Disney. Eppure numericamente le fiabe sono ben poche, rispetto alla totalità dei film d'animazione della casa di Walt, e lo erano ancor meno nella sua "Golden Age" (1937-1959), e per vederne un'altra bisognerà aspettare La Sirenetta, trent'anni dopo.
    Da Biancaneve a Cenerentola, passano invece tredici anni, nei quali nel fr1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Di antologie animate ne abbiamo viste diverse nel corso degli anni: Manie-Manie - I racconti del labirinto (1983) e Memories (1995) i più noti, ma vale la pena citare anche Robot Carnival (1987) inedito dalle nostre parti. Vere e proprie raccolte animate che spesso riuniscono la "crème de la crème" di registi e animatori, giovani promesse o artisti affermati di quel preciso periodo, nelle quali in quella manciata di minuti a disposizione ognuno1 [ continua a leggere]
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    Anno 2004, la Walt Disney prende la decisione di chiudere con l'animazione tradizionale, forte del successo dei film Pixar contrapposti ai flop di Atlantis, Koda e soprattutto il modesto Mucche alla Riscossa. Passano due anni e la Disney acquista a suon di Paperdollari la stessa Pixar, lasciando al suo padre fondatore John Lasseter la direzione creativa di ogni produzione animata, conscia (o convinta) di aver trovato il Walt Disney del XXI secol1 [ continua a leggere]
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    Sulle locandine dei cinema figurava la scritta "dai creatori di Ralph Spaccatutto e Rapunzel", come se la Disney avesse mai avuto il bisogno di aggrapparsi a questi espedienti. La Disney è la Disney, non è la creatrice di x o di y, deve essere una filosofia, una scuola, un modello; ma evidentemente così più non è, oggi si mischia tra una Dreamworks e un Cattivissimo Me, tutti uguali agli occhi di un bambino. Appare quindi emblematica la schizofr1 [ continua a leggere]