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Maya Kitajima, è una normalissima ragazzina che vive sola con la madre. Non eccelle negli studi e, quando aiuta sua madre nel ristorante in cui lavora, finisce sempre con il combinare guai. Però ha qualcosa che la differenzia da tutte le altre ragazze della sua età. Ricorda ogni singola battuta di film e opere teatrali già dopo la prima visione, e si diverte a reinterpretarle per gioco.
Un giorno, ad una di queste sue interpretazioni, assiste per caso una signora che, alla fine, la insegue e le dice che è la ragazza che stava cercando da anni. La signora si scopre essere Chigusa Tsukikage, una leggendaria attrice, l'unica ad avere interpretato l'ambitissimo e famosissimo ruolo della Dea Scarlatta.
Un terribile incidente aveva però interrotto la sua brillante carriera e l'autore della Dea Scarlatta, convinto che nessun altro a parte lei potesse interpretare quel ruolo, le regalò i diritti di questa leggendaria opera.
Adesso, la signora Tsukikage è alla ricerca di qualcuno che possa riportare sul palcoscenico quel ruolo così ambito ma, in dieci anni di ricerche, nessuno si è dimostrato all'altezza. Finché vede Maya.
Sebbene Maya non esiti anche a scappare da casa per realizzare il suo sogno di diventare una grande attrice, il mondo dello spettacolo si rivela pieno di insidie e pericoli.

Questo remake dell'anime realizzato nel 1984, attraverso disegni più elaborati e moderni, tenta di riportare sullo schermo il grande manga di Suzue Miuchi.
Forte di maggior materiale su cui lavorare, di una più accurata attenzione ai dettagli (ricordiamo tutti le famose rose scarlatte che erano invece blu) e di un maggior numero di episodi, questo remake si rivela essere anche migliore del suo predecessore. Una caratterizzazione dei personaggi assai rara ormai negli anime moderni, con un’attenzione particolare anche alla spiegazione delle opere che vengono rappresentate sul palcoscenico, e una colonna sonora sobria, ma comunque curata nei minimi particolari, rendono questa versione assolutamente godibile e di piacevolissima visione.
Unico neo resta ahimè sempre il finale, non troncato come nella versione del 1984, ma comunque aperto a possibili seguiti. Ovviamente sempre che la Miuchi finisca prima o poi il manga.
Bellissimo.