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9.0/10
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81 minuti angoscianti, deliranti e onirici, nei quali sogno, finzione scenica, realtà e allucinazioni si fondono in un miscela perfetta. Nella parte introduttiva – che, forse, può risultare meno interessante - il film getta le basi per quello che sarà un viaggio nella soggettività della protagonista.
Fino a non molto tempo fa non credevo avrei mai visto un film d’animazione così ben congegnato appartenete al genere psico-thriller – ad oggi uno dei pochissimi anime appartenenti a questo genere - fino a non molto tempo fa non avevo ancora fatto conoscenza con le opere del maestro Kon.

Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Yoshikazu Takeuchi, Perfect Blue ha come protagonista una idol - Mima Kirigoe - il cui ruolo le sta un po’ stretto. La storia inizia quando Mima decide di lasciare il trio canoro di cui fa parte - le Cham - e di intraprendere la carriera di attrice. Il passaggio da idol ad attrice è tutt’altro che indolore, e metaforicamente rappresenta l’abbandono dell’adolescenza e l’ingresso nella vita da adulta. Mima dovrà fare delle scelte amare e scendere a compromessi per poter iniziare ad essere vista dal pubblico come un’attrice e non più come una semplice idol. A completare il quadro c’è, poi, la presenza invasiva e allo stesso tempo invisibile di uno stalker.

Kon ha sempre dimostrato di essere un attento osservatore delle derive a cui può portare la nostra cara società ed infatti già nel suo debutto da regista – e che debutto! – cosparge il suo film di spunti di riflessione su alcuni temi, come quello del meccanismo feroce e implacabile dello show business, che sfrutta le giovani debuttanti come merce da vendere. In questo mondo o si è pronti ad andare anche contro i propri principi morali o si viene fatti fuori - in senso metaforico ovviamente! - senza tanti complimenti. L’analisi di Kon non risparmia neppure il fan che permette tutto ciò. Fan a volte spietato e pronto a dimenticare facilmente le idol che poco prima aveva osannato. Fan a volte malato, con un attrazione perversa per queste ragazze. In Perfect Blue la sua critica si rivolge anche ad un medium che nel 1997 era da poco approdato nel Sol Levante, Internet, dimostrando come esso possa essere un’arma a doppio taglio. Lo schermo del computer o lo specchio diventano il veicolo delle allucinazioni della protagonista per quasi tutto il film fino alle battute finali, quando, paradossalmente, è lo specchio a mostrarci la realtà.
Perfect Blue vanta una regia assolutamente geniale e un montaggio che spiazza e confonde più volte lo spettatore e lascia senza fiato. Quando il film finisce, ormai si è coinvolti talmente tanto che pare di destarsi improvvisamente da un sogno, o forse sarebbe più corretto dire da un incubo.

Elisabetta Spinelli, famosissima doppiatrice di Sailor Moon, mi ha stupito in positivo, era la prima volta che la sentivo prestare la sua voce ad un personaggio adulto e l’ho trovata molto credibile nel ruolo di Mima. Il character design, curato dallo stesso Kon, è veramente molto bello. Le musiche accompagnano degnamente tutto il film come una seconda pelle, alcune in stile pop altre cupe e adattissime alle scene più sinistre. Il finale è perfetto e per nulla banale, ci lascia volutamente con alcuni dubbi ma è interessante anche per questo.
Segnalo che Perfect Blue contiene delle sequenze estremamente violente e quindi è sconsigliato a persone facilmente impressionabili ed è comunque adatto ad un pubblico maturo. Quando vidi Perfect Blue la prima volta mi colpì a tal punto da spingermi a vedere tutti i sorprendenti film del maestro Kon (Millennium Actress, Tokyo Godfathers, Paprika) e l’altrettanto valida serie TV da lui diretta (Paranoia Agent). Spero davvero che questo film possa sortire tale effetto su tutti coloro che decideranno di visionarlo perché Kon era un regista eccezionale, genialmente fuori dalle righe, oltre ad essere un acuto osservatore della società – come ho già sottolineato - e dell’uomo in generale. Nelle sue opere Kon non abbandonerà mai la riflessione ontologica, sempre presente, in modo più o meno implicito. Fatevi trascinare dalla sua lucida follia, perdetevi nei suoi film, non ve ne pentirete!