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"Cuticle Detective Inaba" non passerà sicuramente alla storia come un capolavoro, ma riesce senza problemi a raggiungere il suo obiettivo: divertire senza troppe pretese il telespettatore. In questa serie lo spirito demenziale è di casa alternandosi tra momenti da grasse risate e momenti che fissi lo schermo e pensi "e allora? dovrei ridere per questo?", che a essere sincero si trovano in quantità veramente ridotta.

La nostra storia parla di Hiroshi Inaba, un Secret Doberman, ovvero una persona nata fra la fusione di geni umani e quelli di un lupo che vengono usati dalla polizia per risolvere i casi. Ma nel nostro caso Inaba ha abbandonato la polizia per aprire un'agenzia investigativa dove lavora insieme a Yuta, un ragazzo travestito, e Kei, l'unico ragazzo "normale" che si ritrova catapultato in questo mondo di malati. Ad affiancare il trio ci sarà pure Ogino, l'ex compagno di polizia di Inaba e macchina da guerra. Dalla parte degli "antagonisti" troviamo Don Valentino, una simpatica capretta a capo di una famiglia mafiosa e i suoi vari sottoposti Lorenzo, Gabriella e Noah, con personalità una più malata dell'altra. Ovviamente ci saranno molti altri personaggi, fra cui Haruka, il fratellino minore di Hiroshi di cui non dirò niente sennò finisco per raccontare tutta la serie.

Una delle prime cose che saltano all'occhio è che ogni personaggio ha feticismo verso qualcosa: chi per i gatti, chi per i capelli, chi per sezionare soggetti in piena salute, chi per la propria figlioletta, per poi passare anche per ossessioni verso proprio dei personaggi. E questa cosa mi è piaciuta moltissimo, visto che i nostri protagonisti faranno di tutto per raggiungere gli oggetti della loro ossessione fino a diventare in alcuni casi perfino le caricature del personaggio stesso.
Altra cosa che mi ha colpito è la presenza di episodi seri dentro questa serie di puro divertimento. Infatti ci troveremo anche davanti alla descrizione dei rapporti fra Secret Doberman e polizia, che sono tutt'altro che rosei. Infatti più si va avanti con la serie e più c'è la sensazione che il vero antagonista sia appunto il sistema corrotto della polizia. Peccato che questa parte alla fine dei dodici episodi sia veramente poco approfondita risultando incompleta.

Il comparto grafico ha fatto veramente un ottimo lavoro, i disegni e le animazioni sono realizzate molto bene e i colori sono veramente apprezzabili. Se parliamo dell'opening e dell'ending ci troviamo davanti a un'idea veramente carina: sono cantate da due dei personaggi e quindi interamente cantate dai doppiatori. L'opening "Haruka, Nichijō no Naka" è cantata da Hiroshi ed è veramente una canzone godibile, mentre l'ending "Prima Stella" cantata da Don Valentino è il suo esatto opposto, ma, nonostante questo, probabilmente è quella che rimane più in testa al telespettatore.

Io consiglio la visione di questa serie, anche se a essere sincero mi sento ancora con l'amaro in bocca per alcuni fatti aperti e mai conclusi. Quindi il mio voto è un sette sperando che in futuro ci sia un continuo di questa serie senza troppe pretese ma che riesce a divertire senza problemi.