Recensione
Coppelion
6.0/10
A vedere il palisensto anime della stagione autunnale del 2013, Coppelion è sicuramente il titolo che più colpisce e promette, sia per il genere che per l'ambientazione. Tuttavia, il primo campanello d'allarme suonò quando scoprii la durata dell'anime, di soli 13 episodi, che mi lasciava alcuni dubbi a riguardo. Non ho nulla contro le serie che occupano una sola stagione, anzi alcune sono senza dubbio molto buone, ma in alcune serie questo costituisce un limite. Questo aspetto iniziò a farmi pensare che alla fine la serie avrebbe potuto non rivelarsi all'altezza delle aspettative.
La storia è ambientata nel 2036. A causa di un incidente nucleare avvenuto circa 20 anni prima, la città di Tokyo si trova abbandonata a causa della contaminazione dell'aria che rende impossibile la vita agli esseri umani. Tuttavia, la popolazione non riuscì a fuggire completamente e ora a distanza di anni si ritiene possibile che vi siano ancora dei sopravvissuti al suo interno. Per questo scopo le forze di autodifesa hanno creato la divisione speciale Coppelion, formata da giovani geneticamente modificati in grado di resistere alla contaminazioni. Sul luogo della tragedia verranno inviate cosi le tre ragazze, Ibara, Taeko e Aoi, che hanno il compito di trovare i superstiti e prestare loro soccorso fino a che le forze di autodifesa non le trarranno in salvo.
La trama risulta intrigante, ma ben presto le aspettative vengono distrutte. Le tre protagoniste risultano piuttosto mal caratterizzate e il loro modo di fare e agire è sostanzialmente piatto. L'unica che si distingue è Ibara, la più grande, che è meglio caratterizzata e sicuramente di maggior spessore, ma di certo non rappresenta un gran personaggio che verrà ricordato nella storia degli anime. L'errore dei produttori, che condizioni sia i personaggi che la trama, è il fatto che abbiano puntato su un buonismo davvero fastidioso, che stona in maniera vistosa con l'ambientazione e il genere a cui si rifà l'opera. In ambientazioni apocalittiche in genere trionfa l'ego, si pensa solamente a sopravvivere e la gentilezza e la generosità spesso ti conducono alla morte, per cui quello che mi sono trovato davanti era qualcosa che davvero non reggeva e anzi mi lasciava pieno di dubbi. Inevitabilmente il buonismo che caratterizza l'opera si riflette anche sulle scene di azione, che diventano scontate e alla fine si può intuire ciò che accadrà. Terminata la visione si prova un forte desiderio di mettersi le mani nei capelli e rimpiangere il fatto che una storia con buone potenzialità in partenza sia stata gestita così male.
Le note positive si possono riscontrare sostanzialmente nel lato tecnico, questo si molto buono. Le animazioni e i disegni mi hanno ricordato molto Shingeki no Kyojin, sicuramente positive anche per la cura negli sfondi e nel disegno della città, su cui davvero ho ben poco da ridire. Lo stesso si può dire del comparto musicale, che non spicca, ma fa la sua parte in modo discreto se non buono.
Facendo due conti, direi che l'anime raggiunge il 6 per il buon lato tecnico e per alcuni spunti sicuramente positivi, ma non va oltre per il pessimo modo in cui è stato gestito il tutto. Un'occasione sprecata.
La storia è ambientata nel 2036. A causa di un incidente nucleare avvenuto circa 20 anni prima, la città di Tokyo si trova abbandonata a causa della contaminazione dell'aria che rende impossibile la vita agli esseri umani. Tuttavia, la popolazione non riuscì a fuggire completamente e ora a distanza di anni si ritiene possibile che vi siano ancora dei sopravvissuti al suo interno. Per questo scopo le forze di autodifesa hanno creato la divisione speciale Coppelion, formata da giovani geneticamente modificati in grado di resistere alla contaminazioni. Sul luogo della tragedia verranno inviate cosi le tre ragazze, Ibara, Taeko e Aoi, che hanno il compito di trovare i superstiti e prestare loro soccorso fino a che le forze di autodifesa non le trarranno in salvo.
La trama risulta intrigante, ma ben presto le aspettative vengono distrutte. Le tre protagoniste risultano piuttosto mal caratterizzate e il loro modo di fare e agire è sostanzialmente piatto. L'unica che si distingue è Ibara, la più grande, che è meglio caratterizzata e sicuramente di maggior spessore, ma di certo non rappresenta un gran personaggio che verrà ricordato nella storia degli anime. L'errore dei produttori, che condizioni sia i personaggi che la trama, è il fatto che abbiano puntato su un buonismo davvero fastidioso, che stona in maniera vistosa con l'ambientazione e il genere a cui si rifà l'opera. In ambientazioni apocalittiche in genere trionfa l'ego, si pensa solamente a sopravvivere e la gentilezza e la generosità spesso ti conducono alla morte, per cui quello che mi sono trovato davanti era qualcosa che davvero non reggeva e anzi mi lasciava pieno di dubbi. Inevitabilmente il buonismo che caratterizza l'opera si riflette anche sulle scene di azione, che diventano scontate e alla fine si può intuire ciò che accadrà. Terminata la visione si prova un forte desiderio di mettersi le mani nei capelli e rimpiangere il fatto che una storia con buone potenzialità in partenza sia stata gestita così male.
Le note positive si possono riscontrare sostanzialmente nel lato tecnico, questo si molto buono. Le animazioni e i disegni mi hanno ricordato molto Shingeki no Kyojin, sicuramente positive anche per la cura negli sfondi e nel disegno della città, su cui davvero ho ben poco da ridire. Lo stesso si può dire del comparto musicale, che non spicca, ma fa la sua parte in modo discreto se non buono.
Facendo due conti, direi che l'anime raggiunge il 6 per il buon lato tecnico e per alcuni spunti sicuramente positivi, ma non va oltre per il pessimo modo in cui è stato gestito il tutto. Un'occasione sprecata.