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Non lascerò un parere sul doppiaggio del film, di cui mi limiterò ad esporre il merito di aver fatto trasparire con fedeltà il Giappone attraverso la lingua italiana, data l'importanza fondamentale proprio del Giappone all'interno di quest'ultima opera di Hayao Miyzaki, "Si alza il vento".

L'ultimo volo
Hayao Miyazaki non avrebbe mai potuto produrre questo film se non in veste di sua ultima opera; si svela, va oltre l'immaginazione, va oltre i bizzarri e affascinanti mondi tra realtà e fantasia da lui sempre creati.
Per la prima (e ultima) volta ha il coraggio di affrontare il mondo - da lui tanto odiato - così com'è, nella sua realtà, ha il coraggio di sbilanciarsi, osa più che in ogni suo altro film, perché ormai tanto non ce ne saranno più altri.
Miyazaki per la prima volta si presenta davanti a noi senza barriere, libero e spoglio: "Questo è quello che sono, ora vorrei volare per sempre."

Sé stessi
Hayao Miyazaki sembra raccontarci della vita tranquilla che ha vissuto, in contrasto con i suoi sogni d'avventura nei cieli, e con umiltà sembra quasi avesse desiderato essere qualcosa di più di un maestro che racconta storie alla gente, ma che a conti fatti non è niente oltre a questo. Miyazaki con quest'opera dichiara la sua solitudine nel vivere la sua fantasia, fantasia che ha dato e che ormai si è persa nel mondo in cui vive.
Il protagonista è la proiezione della sua vita, non ciò che lui avrebbe desiderato essere: Jiro, come Miyazaki, rassegnato a non poter mai pilotare gli aerei, ma solo a progettarli.

Il sogno
Hayao Miyazaki ci racconta una storia dove la realtà è un trampolino per lanciarsi nella fantasia, dove Caproni è "il Totoro di Jirō", un viaggio al di fuori della realtà, un viaggio che aiuta nella vita perché la vita stessa è un sogno. Caproni è il padre della passione di Jirō, la personificazione del suo stesso sogno, eppure sembra dare a Jirō consigli di vita; come se potesse rappresentare lo stesso Miyazaki, saggio e ormai finito nella carriera, nel prendersi cura della sua stessa gioventù.

L'amore
Hayao Miyazaki ci racconta una storia senza antagonista, è un film sulla vita, e la vita non può avere un antagonista. Eppure possiamo dire che l'amore è in realtà il vero antagonista di questo film. L'amore, eterna distrazione, nell'eterno dilemma se seguire il cuore o seguire la propria passione: Miyazaki scelse sé stesso, e in questo film si rispecchia, relega quasi l'amore a un egoistico aiuto alla propria passione. Jirō è innamorato di Nahoko, ma il suo amore non sa spingersi oltre, quasi come Miyazaki volesse dirci che tanto ha cercato, ma quando alla fine tutto ciò che lui (e Jirō) aveva creato è andato in mille pezzi, a quel punto l'amore sarebbe rimasto: ma purtroppo ormai si era perso per sempre.

Infine, lascio questo come voto, poiché penso che valutare "Si alza il vento" sia come valutare Hayao Miyazaki stesso, e così non posso che attribuire quanto dato.
Lascio questo voto perché mai nessun film d'animazione aveva osato così tanto nell'arte, nello sfarzo delle vedute, nelle calde luci avvolgenti, nelle musiche nostalgiche di un Joe Hisaishi che si rassegna ad essere secondo e non osa prendere il posto che non gli spetta, e lascia che ci si possa concentrare su cosa è importante in questa pellicola.

Questo film non sarà il migliore di Hayao Miyazaki, ma soltanto perché non ha termini di paragone nella sua filmografia, è un opera a sé stante, meritevole del massimo dei voti.