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Con una narrazione che si fa forza sulla realtà storica, "Si alza il vento" abbandona per un momento folklore e pura fantasia tanto amati da Hayao Miyazaki, mantenendo tuttavia i tratti caratteristici dell'animazione Ghibli. Dinamismo, armonia di colori e contrasti, e il tipico amore per i dettagli ci accompagnano attraverso una dolce storia che rassicura i fan ansiosi.

Nel Giappone sconvolto dal Terremoto del Kanto, iniziano a intrecciarsi i destini dei protagonisti; il film ci racconta attraverso gli spiriti affini ma dissimili di Jirō Horikoshi e Kirō Honjō una nazione vogliosa di spezzare le catene della sudditanza ai potentati stranieri, librandosi sulle ali di moderni aeroplani. Un Giappone rurale che volge lo sguardo al futuro, talvolta anche con disprezzo verso il passato, nell'egocentrica brama che esula l'autodeterminazione e trasuda supremazia.

Il quieto sognatore Jirō, determinato a creare tecnologie talmente emblematiche da poter con esse identificare univocamente il Giappone futuro, si scontra con l'assertività occidentale del collega Kirō, più propenso a seguire i dettami stranieri che ad attendere la visione di un sogno. Un'opportunità di realizzare i propri progetti, che ad entrambi sarà data lavorando nelle industrie pesanti Mitsubishi.

Il popolo giapponese si presenta nelle campagne di fango e paglia, nelle case di legno e argilla; disinteressato e distante da moderni palazzi in mattoni, motori a scoppio e ponti lignei delle portaerei, così tanto amati da un governo di insetti impazziti, vogliosi di mostrare la propria forza in un'impresa troppo grande e dalle ignote ripercussioni, e per questo pronti a trasformare ogni oggetto in un'arma.

Ma "Si alza il vento" non è "Una tomba per le lucciole" o "Gen dai piedi scalzi"; questo Il limite della narrazione su cui la verità storica ben presto s'infrange. Forzando il dolore della malattia sulla silenziosa promessa d'amore nata tra Jirō e Nahoko sulle rovine del grande Terremoto. La fiamma di un incontro mai dimenticato e tenuta in vita dopo tanti anni, nel tepore della determinazione di ritrovarsi e dar respiro a parole allora sopite, viene tragicamente avvelenata; tradendo la realtà storica della vita familiare di Jirō Horikoshi.

Tuttavia, si sceglie consciamente di barattare il dolore soggettivo della malattia, per occultare l'oggettivo orrore di una tragedia ancor più grande. La Guerra. La quale è sempre presente come un'ombra conosciuta ma lontana; un presagio doloroso a cui non è dato sfuggire, ma non deve incatenare nella paura.

"Si alza il vento" esorcizza l'insensatezza dei conflitti spronando a vivere perseguendo i propri sogni; vivere non nell'odio, nel rancore per un destino avverso o nella paura dell'inevitabile; vivere produttivamente il dono della vita impegnandosi per ciò che si è sempre amato. E in questo memento d'amore per le proprie passioni, mantenendo salda la determinazione in un mondo mutevole, appare dolorosamente vivida l'immagine del ritiro di Hayao Miyazaki.