Recensione
Si alza il vento
9.0/10
"Le vent se lève, il faut tenter de vivre."
- Paul Valéry
Così ha inizio il nuovo film di Hayao Miyazaki, la sua prima opera basata su una storia vera che racconta la vita di un ragazzo miope il cui sogno è quello di progettare aerei. Il maestro si è ispirato al romanzo di Tatsuo Hori (1904-1953) "Kaze Tachinu" e, prima di avviare il progetto su grande schermo, ha creato su carta il manga in cui rappresenta tutti gli uomini con la faccia di un cinghiale o un maiale come nell'opera di "Porco Rosso". Ambientato nel Giappone del 1918, le vicende di Jirō Horikoshi vengono narrate attraverso la sua crescita, sia formativa che emotiva. Il particolare però che colpisce di più durante tutto il film sono i sogni connessi del ragazzo giapponese con il famoso progettista Gianni Battista Caproni. L'uomo avrà infatti un ruolo importante nella vita di Jirō e gli farà capire che nonostante tutte le difficoltà dovrà continuare ad andare avanti per seguire il suo sogno.
"Gli aeroplani non sono né degli strumenti di guerra né un mezzo di profitto commerciale. Gli aeroplani sono uno splendido sogno, il progettista è colui che conferisce forma a sogno."
- Caproni
Queste parole saranno decisive per il futuro del giovane giapponese. Jirō incontrerà altri personaggi significativi che entreranno nella sua vita come il suo migliore amico e collega Kirō Honjō, il supervisore Kurokawa, il tedesco Hans Castorp e la bellissima Nahoko Satomi. Durante il film si noterà anche sicuramente il modo di parlare cortese e le varie modalità, a noi estranee, di approccio con le persone. Direi che dal punto di vista del doppiaggio mi è piaciuto molto assaporare un pezzo di vero Giappone attraverso il film, nonostante non sia abituata a tutte quelle formalità. Coprotagonista nel film è il vento, che con maestria il regista usa per sottolineare i passaggi importanti della vita del ragazzo. Non dimentichiamoci della colonna sonora che, grazie al maestro Joe Hisaishi, coinvolge emotivamente creando dolci melodie che accompagnano Jirō durante il suo lungo viaggio.
- Paul Valéry
Così ha inizio il nuovo film di Hayao Miyazaki, la sua prima opera basata su una storia vera che racconta la vita di un ragazzo miope il cui sogno è quello di progettare aerei. Il maestro si è ispirato al romanzo di Tatsuo Hori (1904-1953) "Kaze Tachinu" e, prima di avviare il progetto su grande schermo, ha creato su carta il manga in cui rappresenta tutti gli uomini con la faccia di un cinghiale o un maiale come nell'opera di "Porco Rosso". Ambientato nel Giappone del 1918, le vicende di Jirō Horikoshi vengono narrate attraverso la sua crescita, sia formativa che emotiva. Il particolare però che colpisce di più durante tutto il film sono i sogni connessi del ragazzo giapponese con il famoso progettista Gianni Battista Caproni. L'uomo avrà infatti un ruolo importante nella vita di Jirō e gli farà capire che nonostante tutte le difficoltà dovrà continuare ad andare avanti per seguire il suo sogno.
"Gli aeroplani non sono né degli strumenti di guerra né un mezzo di profitto commerciale. Gli aeroplani sono uno splendido sogno, il progettista è colui che conferisce forma a sogno."
- Caproni
Queste parole saranno decisive per il futuro del giovane giapponese. Jirō incontrerà altri personaggi significativi che entreranno nella sua vita come il suo migliore amico e collega Kirō Honjō, il supervisore Kurokawa, il tedesco Hans Castorp e la bellissima Nahoko Satomi. Durante il film si noterà anche sicuramente il modo di parlare cortese e le varie modalità, a noi estranee, di approccio con le persone. Direi che dal punto di vista del doppiaggio mi è piaciuto molto assaporare un pezzo di vero Giappone attraverso il film, nonostante non sia abituata a tutte quelle formalità. Coprotagonista nel film è il vento, che con maestria il regista usa per sottolineare i passaggi importanti della vita del ragazzo. Non dimentichiamoci della colonna sonora che, grazie al maestro Joe Hisaishi, coinvolge emotivamente creando dolci melodie che accompagnano Jirō durante il suo lungo viaggio.