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5.0/10
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A volte si trovano anime o manga che esasperano talmente tanto un genere o una tipologia da divenirne il manuale. "Kill La Kill", a mia opinione, più che un anime è la guida universale del fanservice by Trigger.
Perché dico una cosa del genere? "Kill La Kill" non presenta solo dozzine e dozzine di scene sexy, ammiccanti e soft-erotiche, ma decide addirittura di abbracciare tutti gli orientamenti sessuali. Ci troveremo quindi davanti una intera carrellata di nudi e biancheria che verranno apprezzati da etero (Ryuko basta e avanza) e gay, sia yaoi (Aikuro) che yuri (Ragyo e Satsuki) che, addirittura, bara (Gamagoori). Tralasciando gli elementi sessuali, la serie si presenta anche come fonte di appagamento per coloro che ricercano mazzate a go go. Durante i ventiquattro episodi lo spettatore si troverà infatti ad assistere a una lunga, lunghissima sequela di combattimenti pieni di colpi speciali, power-up e cambio-forma. Lo spettatore medio-basso che cerca puro divertimento rimarrà sicuramente appagato, ma chiunque cerchi qualcosa in più? Un appassionato di anime con una buona esperienza rimarrà purtroppo deluso da questa serie. Infatti, da un plot assolutamente da non buttare via, lo studio Trigger non riesce a ricavare una sceneggiatura degna di questo nome. Spesso il recensore che pone tale opinione viene attaccato: "Ma questa non è la stessa cosa che accade in "Gurren Lagann"? Anche in quel caso il plot è accantonato e adoperato come semplice pretesto per scontri tra robottoni!". La risposta è chiara e semplice: "Ci hai quasi azzeccato".

Il vero problema di "Kill La Kill" è proprio questo: l'opera tenta disperatamente di imitare il proprio fratello maggiore, senza però riuscirci. "Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann" è un'opera più unica che rara, che riesce a far reggere una sceneggiatura pressoché inesistente a dei personaggi splendidi e a dei combattimenti a dir poco strepitosi. Il prodotto di Trigger, oltre a non presentare personaggi dello stesso carisma, tenta di sostituire alle battaglie mastodontiche e oltremodo esagerate di "Gurren Lagann" scontri tutti colorati a base di fanservice. L'operazione non riesce: seni e mutandine non riescono a sostituire gli scontri mozzafiato tra mecha sempre più grandi e potenti.
Inoltre, la storia tarda a prendere il volo, soprattutto a causa di quei personaggi piatti come un foglio di carta che vengono caratterizzati solo in base ai loro feticismi e alle loro perversioni. E, anche quando la trama prova a rendersi più sensata, il tutto si riduce a una sequela di combattimenti con una regia non propriamente convincente. Ottimo è invece l'apparato delle citazioni: da Araki a Tezuka, "Kill La Kill" presenta innumerevoli omaggi all'animazione giapponese.

Le musiche sono davvero ottime: tra opening ed ending non c'è proprio nulla di qui lamentarsi, anzi! La prima opening "Sirius" cantata da Eir Aoi è una vera droga: un tormentone che ti entra in testa e non se ne vuole uscire. Le OST in generale sono davvero ben progettate e regalano un ampio spessore all'apparizione dei personaggi, specialmente agli antagonisti principali.
Le animazioni sono generalmente abbastanza buone e il character desing è decisamente convincente.
Per quanto concerne i combattimenti, va evidenziato come lo studio Trigger abbia ricercato di dare ai suoi personaggi poteri strampalati donati da queste divise speciali che sono il fulcro della trama. Il risultato non è del tutto soddisfacente: alla fin fine nessun personaggio ha un potere così memorabile, e il tutto si riduce ad abilità già viste e riviste. Le idee buone non mancano, ma prevalgono sicuramente quelle di cattivo gusto (le "armi" della Nudist Beach in primissimo luogo).

Che cosa lascia allo spettatore questo Kill la Kill? Una grande amarezza. Siamo dinnanzi a un prodotto dal potenziale piuttosto buono (nulla di che, eh! Ma poteva comunque rivelarsi una buona avventura) con una base di musiche e character desing decisamente ottimi, che però è assassinato da una sceneggiatura banale (seppur nella sue particolarità) e piegata al fanservice.