Recensione
Tokyo Ghoul √A
6.0/10
Recensione di rum42coach
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Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Tokyo Ghoul √A" è il seguito della fortunata prima serie tratta dal manga che ha riscosso enorme successo in Giappone e nel resto del mondo. Certo, per me la prima serie dell'anime è stata una delusione, ma speravo in questo seguito al fine di rivalutare l'opera positivamente. Si ricomincia esattamente dalla fine della precedente serie, cioè con la battaglia tra CCG e Aogiri, con in più un Kaneki che agirà enigmaticamente per degli scopi non meglio precisati. Tutto ciò darà il via a una trama piena di misteri e personaggi usciti dal nulla.
Esattamente, la trama di questo anime non la riesco a comprendere in fondo, soprattutto alcune parti più introspettive delle puntate che, purtroppo, risultano poco approfondite e prive di qualunque spiegazione o chiarimento. Si ha l'impressione di una accozzaglia di eventi messi lì per caso, senza avere realmente l'intenzione di analizzare il perché di quella determinata scelta o il perché di quell'altra. E pensare che questo è un anime psicologico e seinen, quindi mi sarei aspettato molto di più dai ragionamenti e dalle riflessione, ad esempio dal riflessivo protagonista Kaneki. Il protagonista infatti, come anticipato, compie delle scelte a dir poco discutibili e ha il difetto di dialogare pochissimo con tutti, limitandosi ad agire. In realtà è una persona riflessiva e introversa, amante dei libri... questa è la descrizione di Kaneki nella prima serie. E qui cosa cambierebbe, scusate? A mio parere mi sarei aspettato una crescita psicologica, che invece non ho notato in nessun modo, limitandomi a osservare tante scene distanti tra loro che provano a donare un senso alla trasformazione (solo fisica) del protagonista. Ad esempio non comprendo e non viene spiegata da nessuno la scelta di Kaneki di unirsi ad Aogiri. E quando sceglie di uscire dal gruppo nessuno gli chiede la motivazione, lo ostacola o lo saluta... anarchia totale in quella organizzazione? Meglio credere si tratti di questo. Il problema di questo personaggio, bellissimo a livello di design grazie ai capelli bianco-grigi e alla maschera, è l'assenza della parola, come già anticipato, che lo fa tramutare non nel protagonista, ma semplicemente in un personaggio tra i tanti. Una fine dedicata a lui, ovviamente nel silenzio totale, non risolleva certo il suo personaggio, distante dal solito stereotipato a cui siamo abituati, ma troppo lontano anche da un personaggio protagonista di un anime di successo. Nonostante questo, devo ammettere che mi sono quasi commosso nella scena finale, d'impatto e intensa tra mille difetti. Un'altra cosa che non mi spiego di questo personaggio è il motivo per il quale abbia ereditato il tic di schioccare le dita da Jason, dopo lo scontro finale della prima serie. Forse a causa delle torture? Boh, tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore. A dir la verità certe parti le reputo allungate vistosamente per raggiungere la durata del singolo episodio e perciò non sono funzionali alla trama. La vicenda dei gufi, essenziale e fondamentale in questa seconda serie, incuriosisce il giusto e produce un climax finale di buon livello, ma onestamente si potevano gestire meglio le scene a loro dedicate.
E cosa scrivere degli altri personaggi? Alcuni si salvano, altri deludono terribilmente, mentre altri ancora sono anonimi. Ottima presenza di Yoshimura, il gestore del bar Anteiku che finalmente è caratterizzato a sufficienza e gli sono dedicati momenti ad alto contenuto visivo e drammatico, tutto quello che non era accaduto nel corso della prima serie. Inoltre, uno dei colpi di scena lo vede protagonista e ciò mi ha lasciato sorpreso e soddisfatto allo stesso tempo. Altro personaggio ben caratterizzato è Juzo, del quale apprendiamo il passato crudele e che è simpatico ma non troppo, oserei scrivere. Certamente è un personaggio che si nota rispetto agli altri. Tra i nuovi c'è Akira, figlia di Mado (il pazzo della prima serie), che si dimostra metodica quanto innamorata di Amon, fatto che non riesco a digerire, in quanto mi è parso un poco forzato. Gourmet agisce in maniera indecifrabile per tutta la durata della serie, mostrando evidenti problemi di sanità mentale a mio parere, perché è protagonista di azione illogiche, ad esempio non capisco il suo interesse verso la piccola Hinami e, naturalmente, nemmeno lui o la trama portano qualcuno a comprendere qualcosa, neanche un indizio. Deludente personaggio. Ma la vera delusione tra i personaggi in questa seconda seria è Touka, protagonista (?) di una trasformazione negativa che la vede relegata a personaggio inutile e mal utilizzato nell'arco delle dodici puntate. Peccato perché nella prima serie aveva mostrato potenzialità non indifferenti, qui buttate all'aria per un motivo (ovviamente pure questo) misterioso. Ebbene, qui troviamo Touka impegnata a studiare al fine di essere ammessa all'università e pensare a Kaneki... nient'altro! Insieme alla sorella non poteva mancare il fratello "cattivo" che è utile alla trama quanto un pugno nello stomaco. Personaggio che compare per 'fare il figo' e che però non agisce in nessun modo, limitandosi il 99% delle volte a guardare qualcuno/qualcosa impassibile. Menzione di merito invece per Hide, personaggio che compare poco, ma estremamente importante nell'economia della trama in questa serie. In lui c'è tutto il sentimento dell'amicizia verso l'amico in difficoltà, Kaneki, e lo cerca costantemente, in tutti i modi, esponendosi persino a pericoli che, tuttavia, alla fine lo porteranno a parlare con l'amico del cuore. Ho analizzato adeguatamente alcuni importanti membri della CCG, sebbene, a parte Juuzo, nessuno abbia carisma tale da essere considerato un pilastro della serie. I personaggi Aogiri principali sono tanti, ma sono delle comparse, e sono certo che in molti faticheranno a distinguerli fra loro. Forse saranno descritti in un'ipotetica terza serie? Chissà! Ah, quasi mi dimenticavo dei comprimari dell'Ainteku (Uta, la scimmia demoniaca, Yomo (o Yuma)), talmente importanti che me li ero quasi dimenticati... non aggiungo altro!
Le tematiche dovrebbero essere profonde, ma anche qui c'è il problema della superficialità già riscontrata nel corso della prima serie. Cambiato qualcosa? Nulla! Qualche accenno interessante e riflessivo grazie a Yoshimura, ad Amon e qualche altro personaggio, ma niente di paragonabile a qualcosa di piacevole e veramente riflessivo. L'emblema della superficialità è il protagonista, assente e disconnesso dalla realtà, che crede di poterla cambiare in qualche modo, fallendo miseramente.
Le animazioni sono identiche a quelle della prima serie, tra alti e bassi nelle numerose scene d'azione che troviamo nei dodici episodi. Da aggiungere che molti di questi scontri non sono minimamente spiegati e sono casuali, come se non avessero significato. Mi viene da citare lo scontro breve tra Kaneki e Kamishiro, davvero di dubbio gusto, poiché quest'ultimo non si farà vedere più dopo i tre minuti in cui non fa altro che gridare "Rizeee!". A parte questo, le animazioni mi sono piaciute, ma c'è di meglio nel panorama attuale d'animazione e avrei apprezzato maggior cura in determinati combattimenti da parte dello studio Pierrot.
Le musiche sono in chiaroscuro: scarsissima l'opening che è più simile a un ending con immagini statiche e musica strappalacrime di dubbio gusto, mentre la ending mi è piaciuta, piena di brio e godibile. Invece le musiche della serie sono abbastanza riuscite, alcune riutilizzate dalla prima sere, altre ex novo. Ho notato che si è puntato su canzoni vere e proprie invece che su melodie sonore prive di parole. Scelta interessante e che apprezzo. Splendida la nuova versione di "Unravel", da riascoltare più volte!
Arrivato alla conclusione di questa recensione, mi sento, stavolta, di concedere la sufficienza a questa serie, al contrario della prima, perché, malgrado le tantissime lacune di sceneggiatura, di trama, e la cattiva gestione dei personaggi, ho riscontrato qualche timido miglioramento che ha reso la visione di questa seconda serie di "Tokyo Ghoul" maggiormente godibile se paragonata alla prima. I difetti sono tanti e gravi, ma continuo a intravvedere buone potenzialità in questa opera animata che, spero ancora, venga portata a termine in maniera ottima e accettabile.
"Tokyo Ghoul √A" è il seguito della fortunata prima serie tratta dal manga che ha riscosso enorme successo in Giappone e nel resto del mondo. Certo, per me la prima serie dell'anime è stata una delusione, ma speravo in questo seguito al fine di rivalutare l'opera positivamente. Si ricomincia esattamente dalla fine della precedente serie, cioè con la battaglia tra CCG e Aogiri, con in più un Kaneki che agirà enigmaticamente per degli scopi non meglio precisati. Tutto ciò darà il via a una trama piena di misteri e personaggi usciti dal nulla.
Esattamente, la trama di questo anime non la riesco a comprendere in fondo, soprattutto alcune parti più introspettive delle puntate che, purtroppo, risultano poco approfondite e prive di qualunque spiegazione o chiarimento. Si ha l'impressione di una accozzaglia di eventi messi lì per caso, senza avere realmente l'intenzione di analizzare il perché di quella determinata scelta o il perché di quell'altra. E pensare che questo è un anime psicologico e seinen, quindi mi sarei aspettato molto di più dai ragionamenti e dalle riflessione, ad esempio dal riflessivo protagonista Kaneki. Il protagonista infatti, come anticipato, compie delle scelte a dir poco discutibili e ha il difetto di dialogare pochissimo con tutti, limitandosi ad agire. In realtà è una persona riflessiva e introversa, amante dei libri... questa è la descrizione di Kaneki nella prima serie. E qui cosa cambierebbe, scusate? A mio parere mi sarei aspettato una crescita psicologica, che invece non ho notato in nessun modo, limitandomi a osservare tante scene distanti tra loro che provano a donare un senso alla trasformazione (solo fisica) del protagonista. Ad esempio non comprendo e non viene spiegata da nessuno la scelta di Kaneki di unirsi ad Aogiri. E quando sceglie di uscire dal gruppo nessuno gli chiede la motivazione, lo ostacola o lo saluta... anarchia totale in quella organizzazione? Meglio credere si tratti di questo. Il problema di questo personaggio, bellissimo a livello di design grazie ai capelli bianco-grigi e alla maschera, è l'assenza della parola, come già anticipato, che lo fa tramutare non nel protagonista, ma semplicemente in un personaggio tra i tanti. Una fine dedicata a lui, ovviamente nel silenzio totale, non risolleva certo il suo personaggio, distante dal solito stereotipato a cui siamo abituati, ma troppo lontano anche da un personaggio protagonista di un anime di successo. Nonostante questo, devo ammettere che mi sono quasi commosso nella scena finale, d'impatto e intensa tra mille difetti. Un'altra cosa che non mi spiego di questo personaggio è il motivo per il quale abbia ereditato il tic di schioccare le dita da Jason, dopo lo scontro finale della prima serie. Forse a causa delle torture? Boh, tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore. A dir la verità certe parti le reputo allungate vistosamente per raggiungere la durata del singolo episodio e perciò non sono funzionali alla trama. La vicenda dei gufi, essenziale e fondamentale in questa seconda serie, incuriosisce il giusto e produce un climax finale di buon livello, ma onestamente si potevano gestire meglio le scene a loro dedicate.
E cosa scrivere degli altri personaggi? Alcuni si salvano, altri deludono terribilmente, mentre altri ancora sono anonimi. Ottima presenza di Yoshimura, il gestore del bar Anteiku che finalmente è caratterizzato a sufficienza e gli sono dedicati momenti ad alto contenuto visivo e drammatico, tutto quello che non era accaduto nel corso della prima serie. Inoltre, uno dei colpi di scena lo vede protagonista e ciò mi ha lasciato sorpreso e soddisfatto allo stesso tempo. Altro personaggio ben caratterizzato è Juzo, del quale apprendiamo il passato crudele e che è simpatico ma non troppo, oserei scrivere. Certamente è un personaggio che si nota rispetto agli altri. Tra i nuovi c'è Akira, figlia di Mado (il pazzo della prima serie), che si dimostra metodica quanto innamorata di Amon, fatto che non riesco a digerire, in quanto mi è parso un poco forzato. Gourmet agisce in maniera indecifrabile per tutta la durata della serie, mostrando evidenti problemi di sanità mentale a mio parere, perché è protagonista di azione illogiche, ad esempio non capisco il suo interesse verso la piccola Hinami e, naturalmente, nemmeno lui o la trama portano qualcuno a comprendere qualcosa, neanche un indizio. Deludente personaggio. Ma la vera delusione tra i personaggi in questa seconda seria è Touka, protagonista (?) di una trasformazione negativa che la vede relegata a personaggio inutile e mal utilizzato nell'arco delle dodici puntate. Peccato perché nella prima serie aveva mostrato potenzialità non indifferenti, qui buttate all'aria per un motivo (ovviamente pure questo) misterioso. Ebbene, qui troviamo Touka impegnata a studiare al fine di essere ammessa all'università e pensare a Kaneki... nient'altro! Insieme alla sorella non poteva mancare il fratello "cattivo" che è utile alla trama quanto un pugno nello stomaco. Personaggio che compare per 'fare il figo' e che però non agisce in nessun modo, limitandosi il 99% delle volte a guardare qualcuno/qualcosa impassibile. Menzione di merito invece per Hide, personaggio che compare poco, ma estremamente importante nell'economia della trama in questa serie. In lui c'è tutto il sentimento dell'amicizia verso l'amico in difficoltà, Kaneki, e lo cerca costantemente, in tutti i modi, esponendosi persino a pericoli che, tuttavia, alla fine lo porteranno a parlare con l'amico del cuore. Ho analizzato adeguatamente alcuni importanti membri della CCG, sebbene, a parte Juuzo, nessuno abbia carisma tale da essere considerato un pilastro della serie. I personaggi Aogiri principali sono tanti, ma sono delle comparse, e sono certo che in molti faticheranno a distinguerli fra loro. Forse saranno descritti in un'ipotetica terza serie? Chissà! Ah, quasi mi dimenticavo dei comprimari dell'Ainteku (Uta, la scimmia demoniaca, Yomo (o Yuma)), talmente importanti che me li ero quasi dimenticati... non aggiungo altro!
Le tematiche dovrebbero essere profonde, ma anche qui c'è il problema della superficialità già riscontrata nel corso della prima serie. Cambiato qualcosa? Nulla! Qualche accenno interessante e riflessivo grazie a Yoshimura, ad Amon e qualche altro personaggio, ma niente di paragonabile a qualcosa di piacevole e veramente riflessivo. L'emblema della superficialità è il protagonista, assente e disconnesso dalla realtà, che crede di poterla cambiare in qualche modo, fallendo miseramente.
Le animazioni sono identiche a quelle della prima serie, tra alti e bassi nelle numerose scene d'azione che troviamo nei dodici episodi. Da aggiungere che molti di questi scontri non sono minimamente spiegati e sono casuali, come se non avessero significato. Mi viene da citare lo scontro breve tra Kaneki e Kamishiro, davvero di dubbio gusto, poiché quest'ultimo non si farà vedere più dopo i tre minuti in cui non fa altro che gridare "Rizeee!". A parte questo, le animazioni mi sono piaciute, ma c'è di meglio nel panorama attuale d'animazione e avrei apprezzato maggior cura in determinati combattimenti da parte dello studio Pierrot.
Le musiche sono in chiaroscuro: scarsissima l'opening che è più simile a un ending con immagini statiche e musica strappalacrime di dubbio gusto, mentre la ending mi è piaciuta, piena di brio e godibile. Invece le musiche della serie sono abbastanza riuscite, alcune riutilizzate dalla prima sere, altre ex novo. Ho notato che si è puntato su canzoni vere e proprie invece che su melodie sonore prive di parole. Scelta interessante e che apprezzo. Splendida la nuova versione di "Unravel", da riascoltare più volte!
Arrivato alla conclusione di questa recensione, mi sento, stavolta, di concedere la sufficienza a questa serie, al contrario della prima, perché, malgrado le tantissime lacune di sceneggiatura, di trama, e la cattiva gestione dei personaggi, ho riscontrato qualche timido miglioramento che ha reso la visione di questa seconda serie di "Tokyo Ghoul" maggiormente godibile se paragonata alla prima. I difetti sono tanti e gravi, ma continuo a intravvedere buone potenzialità in questa opera animata che, spero ancora, venga portata a termine in maniera ottima e accettabile.
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