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8.0/10
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I film che parlano di vita, intesa come esistenza, mi hanno sempre mandato emozionalmente KO. Ad esempio, per citare qualcosa di recente, "Boyhood". E quando il film è iniziato con la protagonista che da neonata pian piano cresceva, con le emozioni che spuntavano pian piano, il mio cuore ha cominciato a scricchiolare. Invece, il film prende poi un'altra piega. Era prevedibile, essendo un film per famiglie, ma per un attimo ci sono cascato. Inoltre, non sapevo minimamente cosa aspettarmi, non avendo visto "Up", il lavoro precedente del regista Pete Docter.

"Inside Out" non mi ha colpito tanto sul lato delle emozioni, ma su quello della fantasia. È quello che io chiamo "effetto ciuski": ogni dinamica raccontata nel film è una sorpresa, ed è ciò che ti porta a stare attento. Sorprese che continuano ininterrottamente per tutta la durata del film, con intuizioni geniali e divertenti. Oltre all'aspetto del fantastico, ci sono quelli formativo e pedagogico, che sono il fulcro della trama. Graficamente, il film è potente. Il doppio binario inoltre, quello reale e quello delle emozioni, dà maggiore realismo al primo. Quando, dagli ambienti colorati e fantasiosi del mondo delle emozioni, torniamo a una più desaturata San Francisco, questa sembra più vera di quanto sarebbe potuta sembrare.

Non capisco se in molti abbiano ignorato la cosa o semplicemente non ci abbiano fatto caso, ma ho trovato abbastanza inquietante la rappresentazione degli umani in "Inside Out": le persone sono praticamente gusci vuoti, che non hanno libero arbitrio, le loro emozioni sono comandate da degli omini davanti a una console e le loro azioni indotte da idee impiantate. Anche i ricordi sono soggetti a un procedimento quasi industriale. Il film ci fa capire sì che le emozioni e la protagonista sono un tutt'uno, ma questa sensazione mi permane. Sarà che le emozioni sono dotate di personalità e che appaiono, quindi, individui indipendenti in tutto e per tutto.

Concludendo, "Inside Out" non mi ha fatto emozionare. Mi ha però continuamente stupito e fatto sghignazzare in più di qualche occasione. E' un viaggio nella fantasia come non se ne vedevano da tempo. Sarebbe stato interessante vederlo in lingua originale: Amy Poehler era la rappresentazione di Gioia già in "Parks and Recreation", non avrei saputo pensare a un'attrice più adatta di lei.