Recensione
Tratto dall'omonimo manga di Mihona Fujii, l'anime "Super Gals!", adattato dalla Dynamic/Dynit, andò in onda qualche anno fa sulla Rai.
L'anime segue le vicende di Ran Kotobuki, ragazza alla moda con poca voglia di studiare ma un gran cuore, che passa le sue giornate in giro per Shibuya, il quartiere alla moda di Tokyo, comprando abiti e accessori. La migliore amica di Ran è Miyu, nonché fidanzata del fratello poliziotto di Ran: infatti la ragazza viene da una famiglia di poliziotti che non riesce ad arrendersi al suo rifiuto categorico di arruolarsi anche lei, un domani, in polizia.
Dopo varie peripezie si unisce al duo di amiche la timida e studiosa Aya. Assieme a lei le ragazze vivono avventure di ogni tipo, incontrandosi e scontrandosi con molti personaggi colorati e unici, come il severo e impassibile Rei, eletto ragazzo più popolare di Shibuya, e il suo migliore amico Yuya, disperatamente innamorato di Ran.
La trama è semplice, efficace e divertente. I personaggi sono immediati e al tempo stesso abbastanza profondi da non essere dimenticati tanto facilmente.
L'anime segue le avventure quotidiane di questi personaggi, senza grossi sconvolgimenti, è uno shoujo "slice of life" e, per quanto assurdo e divertente, Ran è una tipica eroina anni '90: dietro un aspetto scanzonato è in realtà una paladina della morale e della giustizia a tutti i costi, e sarebbe un'ottima poliziotta, proprio come vorrebbero i suoi genitori.
Lo Studio Pierrot ha fatto un buon lavoro, non impeccabile in tutti i keyframe, ma comunque coloratissimo e vicino come atmosfere al manga originale e, vista la complicatezza dei disegni della Fujii, pieni di dettagli, meglio di così non si poteva fare.
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, il doppiaggio è ottimo, ci sono un sacco di mostri sacri del doppiaggio come Oliviero Dinelli e Simone D'Andrea, e l'adattamento della Dynamic è stato fedelissimo, non hanno censurato niente (temevo soprattutto per il primo episodio, che parte parlando dell' "enjo kosai", una specie di fenomeno di prostituzione, o meglio, l'uscire con uomini più anziani per avere in cambio borse firmate e accessori, a patto di essere "gentili" con loro, e a volte andando anche un po' più in là) e invece hanno mantenuto termini originali e lasciato tutto inalterato.
Ma la nota veramente dolente è che al ventisettesimo episodio la serie si interrompe. Non hanno tradotto gli episodi successivi (praticamente metà serie!) e questo non può che lasciare l'amaro in bocca a tutti i fan di questo anime...
L'anime segue le vicende di Ran Kotobuki, ragazza alla moda con poca voglia di studiare ma un gran cuore, che passa le sue giornate in giro per Shibuya, il quartiere alla moda di Tokyo, comprando abiti e accessori. La migliore amica di Ran è Miyu, nonché fidanzata del fratello poliziotto di Ran: infatti la ragazza viene da una famiglia di poliziotti che non riesce ad arrendersi al suo rifiuto categorico di arruolarsi anche lei, un domani, in polizia.
Dopo varie peripezie si unisce al duo di amiche la timida e studiosa Aya. Assieme a lei le ragazze vivono avventure di ogni tipo, incontrandosi e scontrandosi con molti personaggi colorati e unici, come il severo e impassibile Rei, eletto ragazzo più popolare di Shibuya, e il suo migliore amico Yuya, disperatamente innamorato di Ran.
La trama è semplice, efficace e divertente. I personaggi sono immediati e al tempo stesso abbastanza profondi da non essere dimenticati tanto facilmente.
L'anime segue le avventure quotidiane di questi personaggi, senza grossi sconvolgimenti, è uno shoujo "slice of life" e, per quanto assurdo e divertente, Ran è una tipica eroina anni '90: dietro un aspetto scanzonato è in realtà una paladina della morale e della giustizia a tutti i costi, e sarebbe un'ottima poliziotta, proprio come vorrebbero i suoi genitori.
Lo Studio Pierrot ha fatto un buon lavoro, non impeccabile in tutti i keyframe, ma comunque coloratissimo e vicino come atmosfere al manga originale e, vista la complicatezza dei disegni della Fujii, pieni di dettagli, meglio di così non si poteva fare.
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, il doppiaggio è ottimo, ci sono un sacco di mostri sacri del doppiaggio come Oliviero Dinelli e Simone D'Andrea, e l'adattamento della Dynamic è stato fedelissimo, non hanno censurato niente (temevo soprattutto per il primo episodio, che parte parlando dell' "enjo kosai", una specie di fenomeno di prostituzione, o meglio, l'uscire con uomini più anziani per avere in cambio borse firmate e accessori, a patto di essere "gentili" con loro, e a volte andando anche un po' più in là) e invece hanno mantenuto termini originali e lasciato tutto inalterato.
Ma la nota veramente dolente è che al ventisettesimo episodio la serie si interrompe. Non hanno tradotto gli episodi successivi (praticamente metà serie!) e questo non può che lasciare l'amaro in bocca a tutti i fan di questo anime...