Recensione
Recensione di Allzeitbereit
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Conoscevo solo l'arco narrativo "Stardust Crusader" e rispetto ad esso la cosa che più si nota è il differente taglio che è stato dato alla serie: là, dove "Stardust Crusader" era permeato da un'atmosfera avventuriera con protagonisti adulti e machi, qui sono decisamente i temi e le situazioni tipiche dell'adolescenza a fare da intercalare allo scorrere della storia.
Nota per me un po’ negativa è stato il fatto di non aver sentito valorizzati appieno alcuni personaggi secondari che avrebbero potuto dare molto di più, Okuyasu e Jotaro in primis, anche se è vero che l'attenzione verso altri un po’ compensa (Kiri, Koichi e Josuke spadroneggiano!) questa mancanza (ma solo un po’!). Ammetto anche che un pochetto mi è pesata la staticità del luogo che fa da sfondo alle vicende contro il lungo viaggio dell'arco precedente, ma è vero d'altra parte che il finale di "Diamond is Unbreakable" è stato inaspettatamente emozionante e commovente.
Per il reparto opening/ending, "Diamond is Unbreakable" vince su tutta la linea per quel che riguarda le opening sia dal punto di vista visivo che musicale (sopra la media in generale), mentre nelle ending manca quella scelta inconsueta, ma per questo così originale e peculiare, di Pat Metheny.
Fatte queste differenze, seppure inoltre con una grafica più stilizzata, ma non per questo spiacevole (anzi), ritornano tutte le caratteristiche che avevano fatto brillare anche la serie precedente: avversari dalle personalità e dai poteri assurdi e colorati, nemici che si trasformano in amici, protagonisti simpatici e spregiudicati.
E' stato un piacere ritornare nel mondo dei JoJo, e non mi posso che augurare di poter vedere anche altri archi trasposti (anche se ormai sia Jotaro che Josuke avranno sempre un posto speciale nei miei ricordi).
Nota per me un po’ negativa è stato il fatto di non aver sentito valorizzati appieno alcuni personaggi secondari che avrebbero potuto dare molto di più, Okuyasu e Jotaro in primis, anche se è vero che l'attenzione verso altri un po’ compensa (Kiri, Koichi e Josuke spadroneggiano!) questa mancanza (ma solo un po’!). Ammetto anche che un pochetto mi è pesata la staticità del luogo che fa da sfondo alle vicende contro il lungo viaggio dell'arco precedente, ma è vero d'altra parte che il finale di "Diamond is Unbreakable" è stato inaspettatamente emozionante e commovente.
Per il reparto opening/ending, "Diamond is Unbreakable" vince su tutta la linea per quel che riguarda le opening sia dal punto di vista visivo che musicale (sopra la media in generale), mentre nelle ending manca quella scelta inconsueta, ma per questo così originale e peculiare, di Pat Metheny.
Fatte queste differenze, seppure inoltre con una grafica più stilizzata, ma non per questo spiacevole (anzi), ritornano tutte le caratteristiche che avevano fatto brillare anche la serie precedente: avversari dalle personalità e dai poteri assurdi e colorati, nemici che si trasformano in amici, protagonisti simpatici e spregiudicati.
E' stato un piacere ritornare nel mondo dei JoJo, e non mi posso che augurare di poter vedere anche altri archi trasposti (anche se ormai sia Jotaro che Josuke avranno sempre un posto speciale nei miei ricordi).