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8.0/10
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Sakura Mamiya, in apparenza una liceale come tante altre, nasconde un segreto: Fin da bambina può vedere ed interagire con le anime dei defunti rimaste sulla Terra. Un giorno entrando in classe nota uno studente che fino ad ora aveva saltato le lezioni. Ma presto si accorge che solo lei può vederlo: E' Rinne Rokudo uno ragazzo metà umano e metà shinigami, un dio della morte il cui compito e' quello di portare le anime dei defunti al cerchio della reincarnazione!
Nonostante la sua natura per metà sovrannaturale Rinne è uno studente che fa una vita piuttosto "umana" e comicamente disagiata, a causa di debito contratto in passato da sua nonna, vive in un alloggio abbandonato e deve pagarsi da vivere con lavori legati a spiriti e/o spiriti maligni, che ottiene da una cassetta delle richieste piazzata nel cortile della scuola. Un simpatico omaggio a Kitaro dei cimiteri! Assieme a Sakura (che credo sia la ragazza più sobria mai vista tra le protagoniste della maestra) e al carinissimo gatto nero Rokumon ci faranno compagnia per ben 40 tankobon, con un mix di umorismo, sentimenti e slice of life!

Parte in questo modo la più recente opera della maestra Takahashi, che torna alla commedia pura dopo i fasti di Inuyasha e ripropone il suo schema narrativo che tanto e' stato apprezzato in Lamù e Ranma 1/2, ed è facile ritrovarsi a proprio agio gia' dopo pochi volumi. La comicità e' quella di sempre, anche se personalmente l'ho trovata molto piu' sobria che in passato, diciamo non "esplosiva" come in Urusei Yatsura, ad esempio, e si basa sulle difficoltà di sbarcare il lunario nel Giappone contemporaneo, spiriti compresi. Memorabili alcune gag ricorrenti di Rinne che si inchina davanti a cifre normalmente irrisorie o che cerca offerte di ogni sorta dai negozi dei due mondi.

I personaggi di contorno anche stavolta sono molteplici e ben caratterizzati, vengono inseriti gradualmente, interagendo con ambo i protagonisti e creando i consueti triangoli sentimentali che si trascineranno sino a fine storia.

Ed e' proprio il finale la maggior nota di demerito, purtroppo molto insoddisfacente e che ricorda sin troppo quelli delle precedenti opere in stile "le vicende dei protagonisti continuano, ma noi smettiamo di raccontarle", cosa che purtroppo si ripercuote nel giudizio finale del manga

"Kyoukai no Rinne" è ben lungi dall'essere tra le migliori opere della Takahashi, ma ha il pregio di essere una lettura divertente e spensierata, che ci fa apprezzare l'ulteriore evoluzione del suo inconfondibile tratto e che intrattiene per tutti i tanti volumi (eccessivi?il giudizio e' soggettivo) che la compongono, e mi sento di consigliarla anche solo a chi si avvicina per la prima volta al''autrice.

Nulla da dire sull'edizione italiana, con un adattamento dignitoso e buona impaginazione.