Recensione
Nami yo kiitekure
7.5/10
Innanzitutto sconsiglio la visione di quest'anime a tutti coloro che pretendono che l'anime debba essere: "forzatamente" piacevole, a tutti costi "divertente" e avere protagonisti dei ragazzini solari, popolari, bellissimi.
Se c'è una cosa che serve in questo mondo è distinguersi, raccontando senza ostentare, osando.
Perdonatemi il maiuscolo, ma serve a rendere meglio il concetto: NON E' UN ANIME COMMERCIALE, ma è ristretto ad un target, a una nicchia, il che è quasi un controsenso per uno studio di produzione che deve cercare di vendere e non di accontentare pochi estimatori. È, in altri termini, un seinen, un prodotto non di certo per il grande pubblico, con dei protagonisti maturi, scafati. C'è chi beve, chi fuma, chi mostra il peggio di sè, chi usa espressioni volgari, sicuramente più realistiche rispetto all'ipocrita perbenismo e all'atmosfera ovattata degli anime classici, spesso ricco di cliché. Qualcuno ha criticato le ombre sugli occhi, scordandosi forse, che un anime è fatto della sceneggiatura e non delle sole animazioni anche perché esistono serie con una pessima grafica ma che sono risultate poi degli ottimi prodotti (es. katanagatari).
Quanto la trama, ovviamente non faccio spoiler, dico solo che è troppo complessa per noi occidentali, anche perché non tutto quello che viene argomentato in radio dalla protagonista, Minare, sia nei concetti, che nelle enfasi, nei modi di pensare delle prefetture è percepibile da chi non vive quelle realtà: un giapponese apprezzerà di più di uno straniero questo prodotto. Buttare pertanto del fango su un lavoro solo perché non è sul genere scolastico romantico, ma che è un prodotto che sperimenta un approccio diverso, più realista, mi sembra irrispettoso nei confronti degli autori che tutto fanno tranne scadere.
Consiglio pertanto quest'anime ad un pubblico maturo, intelligente, con una mentalità aperta, in grado di percepire tutto ciò che ruota attorno. Non è un anime per tutti, quindi capirò se prenderà dei voti molto bassi.
Se c'è una cosa che serve in questo mondo è distinguersi, raccontando senza ostentare, osando.
Perdonatemi il maiuscolo, ma serve a rendere meglio il concetto: NON E' UN ANIME COMMERCIALE, ma è ristretto ad un target, a una nicchia, il che è quasi un controsenso per uno studio di produzione che deve cercare di vendere e non di accontentare pochi estimatori. È, in altri termini, un seinen, un prodotto non di certo per il grande pubblico, con dei protagonisti maturi, scafati. C'è chi beve, chi fuma, chi mostra il peggio di sè, chi usa espressioni volgari, sicuramente più realistiche rispetto all'ipocrita perbenismo e all'atmosfera ovattata degli anime classici, spesso ricco di cliché. Qualcuno ha criticato le ombre sugli occhi, scordandosi forse, che un anime è fatto della sceneggiatura e non delle sole animazioni anche perché esistono serie con una pessima grafica ma che sono risultate poi degli ottimi prodotti (es. katanagatari).
Quanto la trama, ovviamente non faccio spoiler, dico solo che è troppo complessa per noi occidentali, anche perché non tutto quello che viene argomentato in radio dalla protagonista, Minare, sia nei concetti, che nelle enfasi, nei modi di pensare delle prefetture è percepibile da chi non vive quelle realtà: un giapponese apprezzerà di più di uno straniero questo prodotto. Buttare pertanto del fango su un lavoro solo perché non è sul genere scolastico romantico, ma che è un prodotto che sperimenta un approccio diverso, più realista, mi sembra irrispettoso nei confronti degli autori che tutto fanno tranne scadere.
Consiglio pertanto quest'anime ad un pubblico maturo, intelligente, con una mentalità aperta, in grado di percepire tutto ciò che ruota attorno. Non è un anime per tutti, quindi capirò se prenderà dei voti molto bassi.