Recensione
Rocky Joe
10.0/10
Rocky Joe, opera ormai vecchia con i suoi ben più di 50 anni, ma che rimane sempre un capolavoro senza tempo. Un opera di sottile denuncia sociale alla società giapponese che in quegli anni era in una situazione spiacevole. Joe prende parte a questa protesta e diventa un motivo in più per ribellarsi di tutti i giovani giapponesi, mandano appelli come “Noi siamo Ashita no Joe". Joe è un opera d'arte, a partire prima di tutto dai suoi personaggi, da Joe, che l'autore riesce a farti odiare sin dal primo momento. È un protagonista completamente diverso da tutti gli altri, arrogante scontroso, violento e maleducato, che spuntato dal nulla riesce a cambiare tutto. Riesce a partire dal vicolo più malandato di Tokyo ad arrivare fino a battersi con il campione mondiale, arrivando poi a raggiungere il suo obiettivo, ovvero quello di dare tutto, e morire contento spegnendo la fiamma che aveva dentro e diventando come cenere bianca. Danpei, che nonostante le difficoltà e il fatto di avere un allievo così testardo e disobbediente come Joe decide di credere in lui (nella società) e di non mollare, e nonostante la sua sconfitta rimane comunque felice. Uno dei personaggi però a parer mio miglior scritti di quest'opera è Yoko, che per tutto il tempo rema contro Joe cercando di non farlo combattere e di tirarlo giù dal quel ring che poco a poco lo stava ammazzando. Ma solo alla fine si accorge che Joe non ha più niente da perdere, ormai la sua vita gira attorno alla boxe, e capisce che nonostante tutte le volte in cui Joe l'ha insultata e derisa, l'unica cosa da fare per fargli veramente del bene era spronarlo. Insomma, Rocky Joe è un opera piena di insegnamenti di vita, combattimenti incredibili, personaggi stupendi e anche uno stile di disegno molto bello, soprattutto per il fatto che l'autore fa una grande evoluzione artistica durante l'opera. Se non l'avete ancora fatto recuperate questo capolavoro immortale e vivete l'avventura di un ragazzino giapponese venuto dal niente per cambiare tutto.