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Sweet poolside è la seconda opera di Shuzo Oshimi, il mangaka che tanto ho apprezzato per Aku no Hana, Happiness, Dentro Mari e Okaeri Alice.
Di questo manga, data la brevità della storia e il leit motiv, francamente risulta difficile dare una valutazione superiore alla sufficienza: sia per la trama e i temi trattati, sia per lo stile ancora approssimativo.
Oshimi ha una predilezione per le storie in cui c'è anche un po' di erotismo (anche un po' "fetish") e in questa opera riesce in modo originale a sviluppare una storiella in cui un ragazzo, che vive il suo status di "glabro" con molto imbarazzo, incontra una ragazza, che invece ne ha in abbondanza (di peli), per sviluppare un rapporto sui generis in cui lui aiuta lei a radersi (a causa della sua incapacità a non tagliuzzarsi): inizialmente gli avambracci, poi le gambe, per finire alle ascelle e sul finale anche il tentativo sul pube.
E' una vera e propria escalation nell'arte depilatoria in cui sebbene i protagonisti non dimostrano alcuna malizia, lascia comunque perplessi il fatto che l'opera sia incentrata più sull'attività di depilazione che sull'imbarazzo e la sofferenza dei ragazzi che vivono, a vario titolo, il dramma di accettare i cambiamenti (o i mancati cambiamenti, nel caso del ragazzo) del proprio corpo nel passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza.
Il finale fa sorridere e il tutto termina con lui che convince lei a non radersi lì perché in fondo è bella così com'è (l'illuminazione di lui al termine della "visione" in trasparenza della nudità di lei è una trovata da bmovie...)
E così il buon Oshimi riesce dal nulla e dai "peli" a costruire un manga che in poche pagine riesce a estrarre anche un messaggio positivo ... e considerato appunto il tema "peloso", è un talento di non poco conto che poi si rivelerà appieno nelle opere successive che sono poi i suoi veri capolavori.