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Ho amato tantissimo Tokyo Ghoul, a oggi è ancora uno dei miei manga preferiti, e anche se Tokyo Ghoul:re non è stato all'altezza della prima serie, è comunque un degno finale per l'opera.

Partiamo dagli aspetti negativi, nello specifico dai primi 4 volumi, in cui vengono introdotti numerosi nuovi personaggi il cui background viene però approfondito solo in seguito.
Di conseguenza, il lettore si trova scaraventato in una lunga serie di battaglie che si protrae per ben 4 volumi e in cui la sorte dei personaggi coinvolti gli interessa relativamente, perché non li conosce ancora.
Le pagine dedicate a Sasaki, ai suoi flashback e alle sue psicosi risollevano un po' l'interesse generale, ma essendo solo una piccola goccia in un mare di personaggi nuovi e poco conosciuti, non bastano a dare ritmo alla storia.
Non c'è nulla di male nell'introdurre nuovi personaggi a trama già ampiamente avviata in un'opera comunque di una certa mole (Tokyo Ghoul e Tokyo Ghoul:re, alla fine, sono 30 volumi), ma forse sarebbe stato meglio mostrare qualcosa in più del loro background, anche senza eccedere, giusto per aiutare il lettore nell'empatizzare con loro.

Tolto questo scoglio iniziale, che potrebbe spingere all'abbandono chi magari non ha amato particolarmente Tokyo Ghoul, la trama poi decolla, riallacciando i fili, mostrando le storie dietro ai nuovi personaggi e dando finalmente spiegazione ai numerosi interrogativi rimasti aperti dalla serie precedente.

Kaneki rimane un gran personaggio, un protagonista che incarna l'ideale di eroe tragico e che pertanto non è costretto ad agire sempre bene o secondo una ferrea morale. Rinchiuso nelle sue psicosi e nei suoi traumi, è semplicemente umano, talvolta anche egoista nei confronti degli amici, e non sempre riesce a vedere al di là del suo naso.

Molto bella e ben gestita la graduale evoluzione degli investigatori della CCG.
Suzuya, che nella prima serie si presenta come un semplice ragazzino sociopatico, è in realtà un personaggio a tutto tondo, con un vissuto terribile a cui è riuscito a sopravvivere grazie alle sue risorse personali e al suo mentore, e si dimostra capace di crescere e di cambiare.
Akira Mado, figlia dell'investigatore Mado, apparentemente fredda e inflessibile, saprà mettere in discussione le sue convinzioni ed evolvere come persona, prima che come investigatrice, mettendo in luce la sua umanità.
C'è poi un terzo personaggio, che non posso nominare per non fare spoiler, che mi è piaciuto molto. Investigatore giovane e talentuoso, inizialmente schiavo di una soffocante integrità morale, ha in questa serie portato a compimento il suo arco narrativo di scoperta di sé, della realtà che lo circonda e del fatto che il mondo non è tutto bianco o nero (in uno degli ultimi capitoli sarà anche in grado di prendere atto che certi sentimenti non si possono cancellare, nonostante tutto, e che va bene così).

Sempre per non fare spoiler, c'è un altro personaggio che non posso nominare e che, secondo me, gode di una caratterizzazione eccezionale. Emblema dell'amicizia incrollabile, che non può essere cancellata da silenzi, distanze e ferite atroci, riesce a essere un personaggio principale in una trama in cui, di fatto, compare in pochissime vignette.
Penso che tutti meritino una persona come lui, nella vita.

In conclusione, Tokyo Ghoul:re resta un degno finale di una serie che ho amato soprattutto per l'umanità e la caratterizzazione dei personaggi che la muovono.
Non raggiunge il 10 come Tokyo Ghoul per i difetti narrativi accennati sopra, ma rimane comunque un abbondante 8.5.