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Se qualcuno mi chiedesse che cos'è davvero la "regia" nell'ambito degli anime, indicherei immediatamente questo film. "Liz e l'uccellino azzurro", diretto dalla geniale Naoko Yamada, è uno spin-off della serie "Sound! Euphonium" che si colloca in parallelo al film sequel della seconda stagione, ossia durante il secondo anno di Kumiko, ed è incentrato sui personaggi di Mizore e Nozomi. Non è strettamente necessario aver visionato la serie, ma conoscere questi due personaggi aiuta sicuramente ad apprezzarlo.

Per spiegare la frase relativamente forte con cui ho iniziato la recensione, trovo ideale analizzare la sequenza iniziale. Dopo una breve introduzione nel mondo fantastico (storia nella storia), il film si apre con una scena di oltre sei minuti in cui le due protagoniste fanno poco altro che camminare dall'entrata della scuola fino all'aula di musica. Mizore arriva prima, ma si ferma e aspetta sui gradini fino all'arrivo di Nozomi, la quale, sorridente e con passo deciso, resta davanti per tutto il tragitto. Mizore la segue a una certa distanza e la osserva ininterrottamente con un misto di ammirazione e soggezione; fa fatica a rispondere quando Nozomi le porge una piuma blu, e prosegue lentamente. Yamada mostra il contrasto tra le due ragazze con gli sguardi, ma in particolare inquadrando le gambe: vivaci e reattive quelle di Nozomi, che sale due gradini alla volta e arriva in fretta in cima; caute e strette quelle di Mizore, che si ferma e osserva dal basso la figura quasi divina dell'amica. È tuttavia Mizore, dopo un breve flashback che mostra come il loro rapporto non sia cambiato molto rispetto al loro primo incontro, che apre la porta dell'aula. La sequenza è accompagnata da una traccia musicale minimalista che integra i suoni ritmici dei passi come percussioni, delineando un'atmosfera a tratti magica. Non sono quasi presenti dialoghi: la situazione, i sentimenti delle ragazze, le loro personalità, la loro distanza e il loro rapporto vengono trasmessi interamente e perfettamente tramite la maestria audiovisiva. Finita questa introduzione, lo spettatore sa, e sente, tutto ciò che deve sapere riguardo le protagoniste, senza una sola spiegazione a parole.

La narrazione si concentra sul parallelismo tra la storia reale di Mizore e Nozomi e quella fittizia di Liz e l'uccellino azzurro. La fiaba, che ispira il brano scelto dalla banda scolastica, parla di una ragazza di nome Liz che stringe una forte amicizia con un uccellino che assume sembianze umane, e finisce con la loro separazione. Le due ragazze devono prepararsi a un duetto in cui l'oboe di Mizore rappresenta Liz, mentre il flauto di Nozomi rappresenta l'uccellino, e si immedesimano nella fiaba: come l'uccellino con Liz, l'energetica Nozomi ha aperto il mondo buio dell'introversa Mizore, diventando per lei necessaria. Tuttavia, le protagoniste fanno fatica a comprendere il finale della fiaba, in cui Liz lascia andare l'uccellino, sentendosi in colpa per averla tenuta in gabbia e impedito di spiegare le ali; questo le porterà, nel mezzo di difficili decisioni circa i loro piani di vita all'indomani delle superiori, a mettere in discussione la loro interpretazione della fiaba e quale personaggio davvero le rispecchi. Le ali dell'uccellino diventano quindi una rappresentazione dell'incredibile talento musicale di Mizore, catalizzatore di una svolta nella relazione delle due ragazze.

Il film parte da uno scheletro narrativo apparentemente semplice, per poi costruire una complessa e sfaccettata esplorazione piscologica di due personaggi veri e tridimensionali. Canalizza tutta l'attenzione al loro rapporto, per poterlo trattare con la massima completezza, senza appesantirlo con sotto-trame o accennando a più tematiche di quelle necessarie. Utilizza numerosi simbolismi visivi che accentuano ogni scena e trasmettono ogni tema con grazia ed empatia, e sono integrati a dir poco magistralmente. Affronta l'amicizia (o amore) delle protagoniste, la paradossale distanza che ciascuna crea per paura di perdere l'altra completamente, e la vicinanza che ottengono quando finalmente decidono di lasciar andare e seguire la propria strada, e come questo non sia affatto un abbandono. La scena finale rispecchia perfettamente quella iniziale, dando all'opera un senso di completezza e coesione. Yamada ha il totale controllo di ogni scena e ogni fotogramma, rendendoli tutti indispensabili. La colonna sonora minimale di Kensuke Ushio valorizza ogni momento, compresi i lunghi silenzi, ed è utilizzata in modo impeccabile. Nao Touyama e Atsumi Tanezaki danno vita alle protagoniste in una delle loro migliori interpretazioni, veicolando i drammi e le emozioni in modo realistico e credibile. I colori e i design dei personaggi sono rinnovati e diversi rispetto a quelli della serie madre, sposandosi meglio con l'impostazione più fiabesca e personale. E prevedibilmente, essendo un prodotto Kyoto Animation, i disegni e le animazioni sono costantemente mozzafiato.

Un film di rara bellezza per chiunque apprezzi una storia semplice ma profonda, messa in scena con maestria e passione.

"Happy Ice Cream!"