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Miyazaki torna ad incantarci con un’opera di grandissimo valore: Ponyo sulla scogliera. Essendo un lavoro del grande maestro Hayao i disegni sono semplicemente spettacolari. I fondali marini vengono rappresentati con estrema cura dei particolari, e il risultato finale è un mischiarsi di colori e immagini che da soli valgono tutto il prezzo del biglietto. È bello vedere come ancora oggi, nel mondo dove ormai la tecnologia ha preso il sopravvento e col computer puoi fare tutto, dei disegni disegnati a mano, riescano a far capire come l’opera di maggior valore è quella che richiede più tempo, e che sempre e comunque la tecnologia (per quanto utile) non potrà superare la bellezza di tali disegni che ti si stampano nella mente e, soprattutto, nel cuore. Il film inizia proprio così, con una visione del mare semplicemente spettacolare. Le tantissime specie di pesci rappresentate (durante tutta la durata del film) sono tra le più diverse e colorate. La pesciolina Ponyo, circondata dalle piccole sorelline che come lei hanno la testa da bambine e il corpo da pesce, si distingue subito tra tutte per la sua semplicità (che rappresenta il suo carattere). La trama non ha grandi pretese, e soprattutto, è rivolta a tutti (coloro che abbiano voglia, e siano ancora capaci, di sognare); infatti Miyazaki con quest’opera decide di utilizzare una storia che parla di un’amicizia magica, tra un bambino di nome Sosuke, e la tenerissima Ponyo. Subito si nota di fondo la critica verso l’inquinamento dei mari, infatti Ponyo finisce con la testa incastrata in un barattolo per colpa della sporcizia accumulatasi nel fondale, per poi raggiungere la riva, dove verrà trovata da Sosuke. Sosuke fa subito amicizia con Ponyo, la quale, grazie a una gocciolina del sangue del bambino, riuscirà a prendere forma umana e raggiungere il bambino che ha promesso di proteggerla. Il film riesce anche a far ridere, infatti le scene comiche non mancheranno, in particolare quando Ponyo è una bambina, e non abituata ad esserlo, compirà strane azioni. Ponyo usa la magia per aiutare e soddisfare le richieste di Sosuke, ma per colpa di essa, Ponyo rischia di distruggere il mondo. A tentare di impedire che ciò accada ci sono prima Fujimoto, il padre di Ponyo, poi anche Granmammare, la madre. Il primo resta un personaggio importante, ma a cui secondo me viene dedicato troppo poco spazio, infatti il suo passato non viene svelato, e ha comportamenti strani e ostili verso gli umani che non vengono totalmente spiegati; si può dire che Fujimoto resti un mistero da svelare per tutto il film, e che anche alla fine del film ancora alcune domande su di lui non trovino risposta. Granmammare, invece, rappresenta la dea del mare, creatrice di tutte le forme di vita marine, e quindi un ideale di mamma, che comprende i desideri di Ponyo, e cerca di trovare una soluzione, in modo che lei possa essere felice. Questo dimostra la sua bontà verso lei e tutte le forme di vita, che, seppure abbia un ruolo secondario, la contraddistinguerà. Anche Risa, mamma di Sosuke, è un personaggio femminile di rilievo, ed è uno dei personaggi più energetici, carichi di gioia e simpatici del film. Le musiche che accompagnano moltissime scene del film sono bellissime e perfette per ogni situazione. Inoltre il doppiaggio e la traduzione sono lodevoli, le voci sono adatte ai vari personaggi e simili alle originali e pure la canzone di chiusura è stata arrangiata stupendamente, mantenendo il significato.

Per concludere, posso dire che Ponyo sulla scogliera sia, come tutte le produzioni di Miyazaki, un film eccezionale, che riesce attirare a se tutte le persone, di qualsiasi età: adulti e bambini, raccontando di una storia magica che saprà far sognare tutti quelli che insieme a Sosuke e Ponyo, credono ancora nel valore dell’amicizia.