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Il titolo che mi accingo a recensire non è altro che un film realizzato sulla base dell’omonima serie anime: Cowboy Bebop; vorrei però evidenziare che quest’opera è perfettamente visibile e apprezzabile anche senza aver visionato i vari episodi (come tra l’altro è successo a me), ma vi assicuro che vi farà rimpiangere questa terribile lacuna e correrete a recuperarveli…almeno, questo è quello che ho pensato io dopo due visioni.

Prima però un piccolo accenno alla serie: Cowboy Bebop è la storia di un cacciatore di taglie, Spike Spiegel, e dei suoi compagni, perennemente in viaggio nello spazio alla ricerca di criminali e delinquenti da assicurare alla giustizia, non tanto per spirito di bontà e odio nei confronti della criminalità, quanto per racimolare qualche soldo con cui vivere perché, se non l’avevate ancora capito, i nostri sono dei cacciatori di taglie (anche un po’ sfortunati azzarderei dire). Il film tratta di una delle loro ‘cacce’ che, a differenza delle altre, risulta essere un po’ più complessa di quanto ci si era aspettato all’inizio. Il tutto comincia su Marte, durante i giorni immediatamente precedenti Halloween dell’anno 2071; quello che sembra un lavoro di routine per la ciurma del Bebop si trasformerà in un delicato caso di terrorismo portato avanti da un losco tizio dal passato difficile e ricco di misteri. I protagonisti, venuti a conoscenza dell’incredibile taglia che pende su questo individuo, si fiondano a cercare informazioni utili al riguardo; a questo punto la ciurma si divide, e i vari membri iniziano a portare avanti le ricerche ognuno per conto loro, incontrandosi con gli altri solamente per la mossa finale e per qualche altro piccolo aiuto durante il corso del film. Col procedere della trama l’affare si fa sempre più delicato, e Spike, Jet, Faye ed Edward (gli altri membri del Bebop) dovranno ricorrere a tutta l’astuzia e coraggio in loro possesso per riuscire a venir fuori da un caso che si fa sempre più grosso per loro.

La narrazione inizia sul leggero, partendo dal racconto della cattura di un paio di ladruncoli da parte di Spike e Jet e del loro successivo arrivo su Marte, per poi articolarsi sempre di più. La prima parte del film scorre che è un piacere: è leggero ed è veramente impossibile annoiarsi. Quando poi però la situazione si fa seria con l’entrata in campo di un’influente società farmaceutica e di un intrigo a livello intergalattico, lo spettatore è costretto a dimenticarsi l’atmosfera di leggerezza provata in principio per prestare la massima attenzione ad ogni minimo dettaglio, stato mentale che porterà poi a sobbalzare ad ogni sorprendente rivelazione sul passato dell’antagonista oppure sulla nascita della pericolosa sostanza chimica che, in mani sbagliate, potrebbe portare all’annientamento dell’essere umano. Però questo perfetto equilibrio tra azione e concentrazione viene rotto da una sequenza di scene precedenti la conclusione che a mio avviso avrebbero potuto essere omesse, in quanto tagliano di netto il filo che lega la parte precedente a quella successiva: sto parlando della fuga rocambolesca di Spike a bordo di un aereo verso la fine del film. A parte questo difetto che si fa particolarmente sentire, la narrazione risulta coinvolgente e appagante, e quando alla fine tutti i misteri vengono risolti ritorna quell’iniziale atmosfera di spensieratezza avvertita all’inizio dell’opera, contribuendo così a dare al film una struttura concentrica a livello narrativo. Consiglio da parte del sottoscritto: rivedetevelo almeno un’altra volta per poterne apprezzare ogni singolo particolare che ad una prima visione non può essere percepito.

A livello visivo è stato fatto un ottimo lavoro, sia per quanto riguarda le animazioni sia per quanto riguarda il character design; un aspetto che davvero esalta in maniera pazzesca sono le scene di combattimento corpo a corpo, realizzate divinamente e, anche se poco reali, molto coinvolgenti (detto da uno che di solito non sopporta né le scene d’azione né quelle di botte).

A livello psicologico, anche se i personaggi non sono caratterizzati da un’introspezione caratteriale profonda, ognuno brilla di originalità e luce propria, per una serie di comportamenti e stranezze caratteriali (in quest’ultimo caso sto parlando di Edward) lo spettatore si innamorerà dei protagonisti. Per quanto mi riguarda mi è piaciuto molto il rapporto che corre tra Spike e Jet, fatto di insegnamenti bilaterali, profonda amicizia e anche qualche momento di diverbio causato dalla differente concezione della vita dei due. Sicuramente degno di nota è anche Edward, personaggio veramente singolare che non poche volte vi ritroverete a giudicare anche ‘strambo’. Dei protagonisti quella meno caratterizzata (nel film) è Faye, che purtroppo spicca poco sia dal punto di vista della storia sia da quello caratteriale.

Il doppiaggio è fatto a dovere, senza discordanze tra audio e video e con delle voci perlopiù sempre adatte all’aspetto interiore del personaggio; forse l’unica critica che mi sento di muovere è nei confronti della voce di Edward, che all’inizio diverte, ma che alla lunga irrita. Questa è però solo un’osservazione del tutto personale.

Per concludere, mi sento di consigliare Cowboy Bebop The Movie a tutti coloro che hanno un paio di ore libere (che abbiano visto la serie o meno) che vogliono gustarsi un film che di certo non brilla per l’originalità della trama ma che presenta delle animazione realizzate veramente bene e una narrazione che solamente in qualche punto pecca di qualità. Posso tranquillamente affermare che abbiamo un buon titolo tra le mani valorizzato da ottime scene di combattimento ma penalizzato in alcune scene d’azione che purtroppo rompono l’equilibrio che si crea nel corso della visione.

VOTO FINALE: 8/10
by bruttabestia 21/06/2009