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    9.0/10
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    Quando i canoni di riferimento del cinema raggiungono la stagnazione, inevitabilmente esso diventa postmoderno, e prendono piede determinati registi "decostruttori" dei modelli prestabiliti, che li citano ma allo stesso tempo li negano, imbastendo un percorso semiotico in cui la trama intesa in senso classico viene meno; la linearità della narrazione degli eventi viene meno; gli idealismi e i romanticismi lasciano spazio a cliché che vanno a for1 [ continua a leggere]

    10.0/10
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    L'eterno vagare degli innamorati, che tentano di fuggire dal destino, legati l'un l'altro da una corda rossa. Camminano lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto; per le strade, le ferrovie, i viali colmi di ciliegi in fiore; e la natura - che si manifesta in una poesia d'immagini, colori e suoni - sembra del tutto indifferente alle sorti dei suoi figli. Essi comunicano mediante sguardi fugaci: le parole sono inutili, generano soltanto incompre1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Un uomo, con il sorriso da giullare e gli occhi neri come l'abisso, si sta puntando una pistola in testa. Il suo è un atteggiamento beffardo, ma allo stesso tempo freddo e consapevole; per Murakawa, gangster al termine della sua carriera criminale, la morte sembra essere diventata una compagna in grado di dare conforto, una meta da raggiungere per trovare, dopo una vita di paura e violenza, la pace interiore. Questa scena chiave, in grado di con1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Le giornate scorrono tutte uguali per l'impiegato Watanabe. Circondato da centinaia di migliaia di fogli giallastri, se ne sta curvo su se stesso, con la faccia inespressiva, a timbrare documenti su documenti. Timbrare e timbrare. Tutta la vita. Per più di trent'anni, in un ufficio comunale come tanti altri, nel caotico Giappone in fase di industrializzazione, Watanabe ripete continuamente lo stesso gesto. Timbrare e timbrare. Tutti i giorni. Al1 [ continua a leggere]
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    "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la katana, quello con la pistola è un uomo morto!"

    "Yojimbo", alias "La sfida del Samurai", è un caposaldo della storia del cinema e la base solida su cui Sergio Leone ("C'era una volta in America", "C'era una volta il West", "Il buono, il brutto e il cattivo") costruirà il suo stile, diventando uno dei migliori registi di tutti i tempi. Non a caso il suo primo successo, "Per un pugno di dolla1 [ continua a leggere]