A Certain Magical Index III
Da che mondo è mondo la pubblicità dovrebbe generare interesse e spingere all’acquisto di un prodotto, ma questo non è il caso di “A Certain Magical Index III”.
Questa serie non si è mai giovata di un adattamento perfetto, anzi. La prima stagione aveva già tagli anche importanti, ma si reggeva comunque in piedi (grazie anche alla semplicità dei primi sei volumi). Già dalla seconda però cominciava a palesarsi una mancanza di dettagli sempre più pesante e un ritmo che talvolta spingeva troppo sull’acceleratore (ah ah...), adattando sette volumi già più corposi dei precedenti, finendo per perdere chiarezza in diversi punti, se non proprio arrivando ad essere confusionaria.
Come si può notare, l’andazzo non era dei migliori, e, come se non bastasse, la serie animata entrò in un limbo di quasi dieci anni senza l’ombra di una terza stagione. In questo periodo di tempo la serie di light novel è avanzata con costanza e, all’annuncio della tanto attesa terza stagione, la seconda serie di novel (il “New Testament”) si avviava già verso la sua conclusione, con tanti volumi quanti erano quelli dell’ “Old Testament” (ventidue).
La terza stagione si ritrova quindi così a dover adattare la bellezza di nove volumi (saltando l’ “SS2”), per poter passare il più velocemente possibile al “New Testament”. Una vera e propria follia (per intenderci, un anime molto apprezzato come “Fate/Zero” ha adattato quattro volumi in venticinque episodi).
Questa stagione era insomma destinata a fallire, e solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, ma chi di dovere si è proprio impegnato a trascinarla in basso. Non solo il tempo a disposizione era già altamente insufficiente, ma si è anche scelto di sprecarlo inserendo pezzi anime-original che non hanno ragione di esistere e il solito focus sulle scene fanservice che, se già nelle stagioni precedenti davano fastidio perché tenute a scapito di altre parti ben più importanti, qui rappresentano davvero l’unica cosa comprensibile su schermo, risaltando in mezzo a tutto il resto e continuando a dare alla serie quell’atmosfera da ecchi/harem che non è.
Di conseguenza non solo la trama continua a perdere senso andando avanti, ma gli stessi personaggi perdono la propria caratterizzazione, spesso risultando mosci se non addirittura stupidi o soggetti del tanto famigerato “plot armor”. Esempio più eclatante il povero Hamazura Shiage, a tutti gli effetti terzo protagonista e collega Level 0 del già sfortunato Kamijou Touma, che come lui si è visto trasformate le proprie battaglie in una lunga sequela di fortuite coincidenze in cui agitare il pugno a caso sperando di colpire qualcosa. Non che la fortuna non abbia il suo ruolo, ma questi due personaggi si sono sempre dovuti sudare ogni singolo colpo, cosa mai lasciata trasparire dall’anime.
Lo stesso Kamijou Touma è forse il simbolo di questo adattamento disastroso: già nelle prime stagioni ci sono tagli su dettagli della sua personalità (rendendolo anche più generico di quanto sia), che gli impediscono di arrivare in modo completamente naturale agli archi finali (facendo risultare alcune sue scene un po’ forzate o tirate fuori dal nulla), ma qui vengono anche tagliati i suoi progressi con l’Imagine Breaker (o il lavorare attorno ai limiti dello stesso), effettivamente privando il personaggio di buona parte del suo sviluppo e delle sue “abilità”.
Alla fine della fiera, “A Certain Magical Index III” non conta nemmeno come anime brutto, ma proprio come pessima pubblicità del materiale originale. Non è mia intenzione idolatrare l’opera di Kamachi a capolavoro, lungi dall’esserlo. Tuttavia è un’opera piuttosto unica e dalla buona qualità, che meriterebbe sicuramente di meglio. Se non altro si spera possano correggere il tiro con l’adattamento del “New Testament”, ammesso che non affrettino pure quello per arrivare al “Genesis”, o, peggio, farci aspettare altri otto anni.
...Comunque, fondali e colonna sonora sono fenomenali, questo glielo concedo.
Questa serie non si è mai giovata di un adattamento perfetto, anzi. La prima stagione aveva già tagli anche importanti, ma si reggeva comunque in piedi (grazie anche alla semplicità dei primi sei volumi). Già dalla seconda però cominciava a palesarsi una mancanza di dettagli sempre più pesante e un ritmo che talvolta spingeva troppo sull’acceleratore (ah ah...), adattando sette volumi già più corposi dei precedenti, finendo per perdere chiarezza in diversi punti, se non proprio arrivando ad essere confusionaria.
Come si può notare, l’andazzo non era dei migliori, e, come se non bastasse, la serie animata entrò in un limbo di quasi dieci anni senza l’ombra di una terza stagione. In questo periodo di tempo la serie di light novel è avanzata con costanza e, all’annuncio della tanto attesa terza stagione, la seconda serie di novel (il “New Testament”) si avviava già verso la sua conclusione, con tanti volumi quanti erano quelli dell’ “Old Testament” (ventidue).
La terza stagione si ritrova quindi così a dover adattare la bellezza di nove volumi (saltando l’ “SS2”), per poter passare il più velocemente possibile al “New Testament”. Una vera e propria follia (per intenderci, un anime molto apprezzato come “Fate/Zero” ha adattato quattro volumi in venticinque episodi).
Questa stagione era insomma destinata a fallire, e solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, ma chi di dovere si è proprio impegnato a trascinarla in basso. Non solo il tempo a disposizione era già altamente insufficiente, ma si è anche scelto di sprecarlo inserendo pezzi anime-original che non hanno ragione di esistere e il solito focus sulle scene fanservice che, se già nelle stagioni precedenti davano fastidio perché tenute a scapito di altre parti ben più importanti, qui rappresentano davvero l’unica cosa comprensibile su schermo, risaltando in mezzo a tutto il resto e continuando a dare alla serie quell’atmosfera da ecchi/harem che non è.
Di conseguenza non solo la trama continua a perdere senso andando avanti, ma gli stessi personaggi perdono la propria caratterizzazione, spesso risultando mosci se non addirittura stupidi o soggetti del tanto famigerato “plot armor”. Esempio più eclatante il povero Hamazura Shiage, a tutti gli effetti terzo protagonista e collega Level 0 del già sfortunato Kamijou Touma, che come lui si è visto trasformate le proprie battaglie in una lunga sequela di fortuite coincidenze in cui agitare il pugno a caso sperando di colpire qualcosa. Non che la fortuna non abbia il suo ruolo, ma questi due personaggi si sono sempre dovuti sudare ogni singolo colpo, cosa mai lasciata trasparire dall’anime.
Lo stesso Kamijou Touma è forse il simbolo di questo adattamento disastroso: già nelle prime stagioni ci sono tagli su dettagli della sua personalità (rendendolo anche più generico di quanto sia), che gli impediscono di arrivare in modo completamente naturale agli archi finali (facendo risultare alcune sue scene un po’ forzate o tirate fuori dal nulla), ma qui vengono anche tagliati i suoi progressi con l’Imagine Breaker (o il lavorare attorno ai limiti dello stesso), effettivamente privando il personaggio di buona parte del suo sviluppo e delle sue “abilità”.
Alla fine della fiera, “A Certain Magical Index III” non conta nemmeno come anime brutto, ma proprio come pessima pubblicità del materiale originale. Non è mia intenzione idolatrare l’opera di Kamachi a capolavoro, lungi dall’esserlo. Tuttavia è un’opera piuttosto unica e dalla buona qualità, che meriterebbe sicuramente di meglio. Se non altro si spera possano correggere il tiro con l’adattamento del “New Testament”, ammesso che non affrettino pure quello per arrivare al “Genesis”, o, peggio, farci aspettare altri otto anni.
...Comunque, fondali e colonna sonora sono fenomenali, questo glielo concedo.
Seguo questa opera da molto, e si è un po' rovinata con il tempo.
La terza stagione veramente è molto difficile da seguire, non ci si capisce proprio niente. Nonostante la qualità grafica sia molto migliorata con il passare degli anni, arriviamo a questo punto dove ci sono maghi, angeli, chiese di diverso tipo e scienziati che fanno una guerra... e non ci si capisce proprio più niente. Il protagonista dopo la bellezza di tre stagioni fa sempre la stessa cosa... Non un power up, niente! Cosa che doveva essere fatta, anche perché, continuando così, viene a noia dopo un po'.
Peccato per questa stagione, veramente avevo aspettative migliori.
La terza stagione veramente è molto difficile da seguire, non ci si capisce proprio niente. Nonostante la qualità grafica sia molto migliorata con il passare degli anni, arriviamo a questo punto dove ci sono maghi, angeli, chiese di diverso tipo e scienziati che fanno una guerra... e non ci si capisce proprio più niente. Il protagonista dopo la bellezza di tre stagioni fa sempre la stessa cosa... Non un power up, niente! Cosa che doveva essere fatta, anche perché, continuando così, viene a noia dopo un po'.
Peccato per questa stagione, veramente avevo aspettative migliori.
Questa terza stagione è il motivo per cui ho deciso di mandare a quel paese il brand di "To Aru" & Co.
So che c’entra anche il pessimo adattamento della novel, ma di base gli eventi rimangono gli stessi, e posso dire che stanno in piedi con lo sputo. Anzi, spesso in piedi non ci stanno proprio.
Nelle prime due stagioni ho tollerato (e con molta fatica) molte delle idiozie pensate dall’autore per far vincere Touma anche contro avversari molto più addestrati ed esperti, ma qui, con l’introduzione di quella chiavica di Shiage Hamazura, che è praticamente Touma 2.0, solo con i capelli biondi e ancora più scialbo, stupido e - passatemi il termine - ‘paraculato’, non ce l’ho fatta davvero più. Perché ne passi uno, di protagonista raccomandato e con il quoziente intellettivo di una melanzana, ma due no! È troppo!
E non è solo lui il problema, ma proprio tutto l’insieme. La terza stagione si porta dietro tutti i difetti di quelle precedenti, ma decuplicati! Se già prima facevo fatica a seguire il tutto, visto che quest’opera in generale è sempre stata un sacco confusionaria, qui ho finito davvero per non capirci più nulla. Gli eventi si susseguono in modo del tutto ‘randomico’, dando per scontato che lo spettatore sappia già cose alle quali non viene data la benché minima spiegazione e a cui prima di ciò non era mai stato fatto accenno, in ogni puntata vengono introdotti migliaia di nuovi personaggi uno più piatto e inutile dell’altro (tutti destinati a essere dimenticati in breve tempo), per non parlare poi della ripetitività degli eventi. Del tipo, possibile che in ogni dannatissima stagione Last Order debba essere infettata da qualcosa, con il povero Accelerator (unico personaggio un po’ decente insieme a pochissimi altri) che deve farsi un mazzo tanto per salvarla? Ma anche basta, fatele un vaccino o qualcosa del genere!
E le gag? Su quelle bisognerebbe proprio aprire un capitolo a parte. A parte che sono sempre le stesse dalla prima puntata della prima serie (Index che morde Touma, Touma o Shiage che sorprende la ‘gnocca’ di turno mentre è discinta, Mikoto gelosa di Touma e altri calci negli zebedei), ma poi... vengono messe sempre nei contesti meno adatti. Tipo, là fuori è scoppiata la Terza Guerra Mondiale? Ma chi se ne importa, concentriamoci sull’ennesima cretina che ne vuole un sacco da Touma e quindi a tal proposito gli mostra le mutande! E capisco che la serie è un ecchi/harem, ma non mi puoi piazzare ‘ste gag quando sullo sfondo la situazione è drammatica, sono solo irritanti! A ‘sto punto l’autore faceva prima a scrivere un ecchi puro e semplice, senza infarcirlo di trame pseudo-intricate che poi servono solo a fare da contorno.
Bocciato, l’unica cosa buona sono le colonne sonore.
So che c’entra anche il pessimo adattamento della novel, ma di base gli eventi rimangono gli stessi, e posso dire che stanno in piedi con lo sputo. Anzi, spesso in piedi non ci stanno proprio.
Nelle prime due stagioni ho tollerato (e con molta fatica) molte delle idiozie pensate dall’autore per far vincere Touma anche contro avversari molto più addestrati ed esperti, ma qui, con l’introduzione di quella chiavica di Shiage Hamazura, che è praticamente Touma 2.0, solo con i capelli biondi e ancora più scialbo, stupido e - passatemi il termine - ‘paraculato’, non ce l’ho fatta davvero più. Perché ne passi uno, di protagonista raccomandato e con il quoziente intellettivo di una melanzana, ma due no! È troppo!
E non è solo lui il problema, ma proprio tutto l’insieme. La terza stagione si porta dietro tutti i difetti di quelle precedenti, ma decuplicati! Se già prima facevo fatica a seguire il tutto, visto che quest’opera in generale è sempre stata un sacco confusionaria, qui ho finito davvero per non capirci più nulla. Gli eventi si susseguono in modo del tutto ‘randomico’, dando per scontato che lo spettatore sappia già cose alle quali non viene data la benché minima spiegazione e a cui prima di ciò non era mai stato fatto accenno, in ogni puntata vengono introdotti migliaia di nuovi personaggi uno più piatto e inutile dell’altro (tutti destinati a essere dimenticati in breve tempo), per non parlare poi della ripetitività degli eventi. Del tipo, possibile che in ogni dannatissima stagione Last Order debba essere infettata da qualcosa, con il povero Accelerator (unico personaggio un po’ decente insieme a pochissimi altri) che deve farsi un mazzo tanto per salvarla? Ma anche basta, fatele un vaccino o qualcosa del genere!
E le gag? Su quelle bisognerebbe proprio aprire un capitolo a parte. A parte che sono sempre le stesse dalla prima puntata della prima serie (Index che morde Touma, Touma o Shiage che sorprende la ‘gnocca’ di turno mentre è discinta, Mikoto gelosa di Touma e altri calci negli zebedei), ma poi... vengono messe sempre nei contesti meno adatti. Tipo, là fuori è scoppiata la Terza Guerra Mondiale? Ma chi se ne importa, concentriamoci sull’ennesima cretina che ne vuole un sacco da Touma e quindi a tal proposito gli mostra le mutande! E capisco che la serie è un ecchi/harem, ma non mi puoi piazzare ‘ste gag quando sullo sfondo la situazione è drammatica, sono solo irritanti! A ‘sto punto l’autore faceva prima a scrivere un ecchi puro e semplice, senza infarcirlo di trame pseudo-intricate che poi servono solo a fare da contorno.
Bocciato, l’unica cosa buona sono le colonne sonore.