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esseci

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Viviamo in un mondo dove domina la virtualità, un mondo di maschere, apparenza e finzione.
Il grande scopo della vita è trovare di nuovo la realtà" (Fabrizio Caramagna)

Mamoru Hosoda in "Summer Wars" mi è sembrato affrontare e in un certo senso rivisitare a modo suo (quello stile scanzonato, divertente, infarcito di buoni sentimenti, naif) il tema della contrapposizione tra realtà e mondo virtuale, costituito da un network globale che in un mondo del tutto simile a quello che viviamo oggi controlla e può influenzare ogni tipo di azione degli uomini.

Come tutte le creazioni umane, questa "matrice" è al servizio dell'umanità e facilita ogni aspetto della sua esistenza, fino a quando... una IA molto potente, "birichina" e sperimentale (con grande capacità di autoapprendimento) si impadronirà degli account degli utenti e quindi dei loro profili, andando a inficiare progressivamente le funzionalità di base del sistema, mandando in tilt trasporti, finanza, comunicazioni, fino al rischio di catastrofi immani come la caduta di satelliti fuori controllo sulla superficie terrestre.

Come potrà l'umanità contrapporsi a questa sorta di "Matrix" che tenta di soggiogare l'umanità? Ed ecco che la tragedia di dimensioni planetarie si intreccia con le vicende di due studenti delle superiori. Kenji, genio della matematica e appassionato di computer (è una sorta di volontario che manutiene e controlla con un compagno di scuola il fantomatico network denominato "Oz"), e Natsuki, una delle ragazze più popolari della scuola che frequentano, che gli offre un "lavoro", o meglio un incarico particolare: accompagnarla alla riunione della sua numerosa famiglia per festeggiare il compleanno della nonna.

Mamoru Hosoda ha diretto "Summer Wars" nel 2009 dopo il buon successo ottenuto con il suo primo film, "La ragazza che saltava nel tempo", del 2006. Film che ho apprezzato per la delicatezza e la profondità dei temi trattati con uno stile fresco, frizzante, in apparenza frivolo e leggero, ma di qualità visiva e narrativa di spessore.

Hosoda usa ancora il fantasy e la fantascienza come strumento per scrivere una storia in cui tenta di narrare, attraverso l'utilizzo del tema piuttosto classico della contrapposizione tra il mondo virtuale (collegato tramite social e gaming online a quello vero) e quello reale, il recupero e la esaltazione dei valori della famiglia iper-tradizionale nipponica e, in generale, la valorizzazione delle relazioni umane reali contro il mondo "artefatto" e "asettico" del virtuale.

Con "Summer Wars" siamo in un certo senso all'opposto delle animazioni di fine anni '90 e inizi '00, alla "serial experiments lain", tanto per intenderci. Nessun dramma, nessuna crisi di identità ed esistenziale, nessuna ambientazione inquietante e/o cupa che trasuda nichilismo, smarrimento e disperazione.
In "Summer Wars" il fantastico mondo virtuale di "Oz", sebbene suggestivo e visionario con uno sfondo bianco, luminoso e con personaggi coloratissimi e 'pucciosi' (in un certo senso mi ha ricordato come atmosfera un po' "Mind Game" o "Sonny Boy"), mi è sembrato più un banale social network più per giocare e fare amicizia che, una volta corrotto da una IA maligna, influenzare la vita umana fino ad alterare il mondo reale, mettendolo in pericolo.
E la lotta con l'IA si trasforma in un gioco picchiaduro tra l'ineffabile intelligenza artificiale e gli improbabili personaggi reali della famiglia della protagonista Natsuki, in un'apoteosi della esaltazione della forza della sinergia che l'uomo può trovare nelle relazioni reali, avvalendosi dei legami di parentela, amore e amicizia e lavoro.

Credo che il vero punto di forza del film sia insito nei numerosi personaggi della famiglia della protagonista Natsuki: non tanto a livello di approfondimento degli stessi, quanto nella poetica descrizione "slice of life" delle attività familiari quotidiane, nella tenerezza dei gesti più semplici e banali e nella naturalezza con cui più o meno tutti i personaggi interagiscono e si muovono, apparendo molto realistici. Nessun drammone psicologico, nessuna crisi a seguito dell'inatteso evento che avrebbe potuto scombussolare la numerosissima comunità familiare... una positività ingenua, dolce, in cui tutti sembrano comportarsi con una sensibilità, armonia e rispetto, che ho apprezzato tantissimo e che ho rivisto ancor più nel capolavoro successivo di Hosoda (alludo a "Wolf Children").

Nessuno dei personaggi che compongono la famiglia di Natsuki sembra un personaggio "costruito" ad hoc per esigenze di trama: non è difficile sorridere alla umanità varia che probabilmente ciascuno di noi spettatori potrà rivedere nelle proprie esperienze personali e familiari. Abbiamo quello irascibile, il fissato delle strategie di guerra, la tifosa di baseball che, cascasse il mondo, continua imperterrita a guardare la partita, l'otaku che con il nerd matematico cercherà di salvare il mondo, la parente che si giustifica sempre perché non ha ancora un compagno o un ragazzo, la stessa Natsuki che inguaia il compagno di scuola nella sua sceneggiata con la nonna, i bambini fastidiosi che scorrazzano liberi di importunare tutti e a cui viene perdonato tutto, la pecora nera della famiglia che non esita a discutere con tutti inclusa la capofamiglia, e la nonna capo "yakuza" che dall'alto del suo carisma indiscusso su tutti i familiari è ancora il modello e il punto di riferimento di ogni situazione e problema familiare o (nel caso del film) anche "mondiale", dispensando perle di saggezza...

Lato comparto tecnico, si può solo esprimere elogi. Madhouse ha confermato la propria fama in tema di qualità: animazioni fluide, sfondi colorati e ricchi di dettagli. Forse avrei qualcosa da ridire sul peculiare chara design dei personaggi, essenziale e poco dettagliato ma comunque espressivo.
D'altro canto è tipico di Hosoda già da "La ragazza che saltava nel tempo" e ripreso anche in "Wolf Children": non mi fa impazzire... ma si sa, sono gusti del tutto personali.

Insomma, "Summer wars" mi è parso un vero e proprio "peana" alla famiglia unita, costruita con relazioni vere, reali e autentiche. La forza del gruppo che aiuta il singolo ad affrontare qualsiasi criticità e che rappresenta un vero e proprio porto sicuro per coloro che affrontano qualsiasi difficoltà della vita.

Un approccio narrativo, di sceneggiatura e stilistico molto particolare, che tuttavia scade nel comico (e anche nel demenziale) nel trattare con superficialità, ingenuità e con innumerevoli forzature il tema della realtà virtuale e delle interazioni umane.
Per rinnegare l'individualismo esasperato dell'approccio attuale dell'umanità alle relazioni interpersonali, Hosoda spinge al massimo la coralità dei personaggi senza approfondirne uno, lasciandoli così "piatti", senza caratterizzazione e un po' tanto macchiette in un contesto un po' fanciullesco, candido, schietto e spontaneo... un po' troppo per i miei gusti, difettando di quel pathos che avrebbe dato un po' più di profondità alla trama dell'opera.

Tra le opere che ho visto di Hosoda, "Summer Wars" è quella che mi ha convinto meno: manca di quella poetica di cui il talentuoso regista è riuscito a dar sfoggio sia nell'opera precedente sia in quella successiva. Resta un buon esempio di intrattenimento, nulla di più.


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bob71

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Una valanga di personaggi per un mix quasi perfetto di critica sociale e fantascienza visionaria
Era il 1 agosto 2009, quando nelle sale giapponesi usciva “Summer Wars”, il film che consacrò Mamoru Hosoda come autore di riferimento per gli anime fan di tutto il mondo. Dopo il successo de “La ragazza che saltava nel tempo”, che aveva rilanciato un soggetto molto noto in Giappone tratto dal romanzo di Yasutaka Tsutsui, lo studio Madhouse decise di replicare con una nuova avventura in salsa sci-fi mettendo in campo la stessa squadra vincente: il regista Mamoru Hosoda, la sceneggiatrice Satoko Okudera e il famoso character designer Yoshiyuki Sadamoto (“Neon Genesis Evangelion”). Il film bissò il successo del precedente, incassando più di un milione di dollari solo nel primo weekend e classificandosi settimo al botteghino giapponese. Partecipò inoltre a svariati festival in giro per il mondo (Annecy e Berlino su tutti), riscuotendo una serie di riconoscimenti, fra i quali la candidatura all’Oscar, la nomina al Pardo d'Oro al Festival di Locarno del 2009, i premi come miglior film d'animazione ai Japan Academy Awards e al Japan Media Arts Festival.
Rivedendolo oggi, a dieci anni di distanza, bisogna riconoscere che si rimane ancora abbagliati dalla qualità dei disegni e delle animazioni, nonché intrigati dal sotto-testo insito nella trama, con particolare riferimento alla presenza pervasiva del web e dei social network, trasfigurati quasi come un moderno mostro di Frankenstein. Quale contesto migliore dell'autentica provincia giapponese per mettere in scena un socio-dramma in cui i valori tradizionali stridono con le moderne tecnologie digitali?

Durante le vacanze estive, Kenji, un liceale timido e impacciato ma geniale in matematica, lavora part-time alla manutenzione del sistema informatico di Oz, una dimensione virtuale online simile a “Second Life” in cui milioni di utenti interagiscono attraverso i propri avatar. Con sua enorme sorpresa, la bella Natsuki, la ragazza più popolare della scuola, gli propone di accompagnarla al suo paese natale, Ueda nella prefettura di Nagano. Qui viene coinvolto nella tradizionale riunione del clan Jinnouchi, che vanta un lignaggio antichissimo. Kenji scopre così che in realtà Natsuki l’ha invitato solo per fargli recitare il ruolo fittizio del suo futuro sposo, con l’unico scopo di compiacere la venerabile nonna Sakae in occasione del suo novantesimo compleanno. Sfortunatamente, un inconveniente causato dallo stesso Kenji scatena un micidiale virus informatico, Love Machine, un demone dell'intelligenza artificiale che attacca Oz e causa una serie di disastri a livello planetario. Gli eventi prenderanno una brutta piega per Kenji che, ormai smascherato, dovrà vedersela sia con gli agguerriti parenti del mondo reale che con i milioni di account impazziti della rete.

Il tema portante di “Summer Wars” si basa quindi sul timore diffuso per la ricerca tecnologica, ipotizzando su come la sua applicazione scriteriata possa implicare un pericolo per l’umanità. In effetti l’idea dell’attentato telematico che può causare una catastrofe planetaria non è certo una novità al cinema, basti pensare a un vecchio film degli anni ’80 un po’ sottovalutato ma pionieristico in tal senso: “Wargames - Giochi di guerra”, diretto da John Badham con Matthew Broderick, in cui un giovane hacker si infiltra nel sistema informatico del Pentagono rischiando di causare la guerra termonucleare globale.
Del resto gli anime fan più esperti noteranno subito che la trama di “Summer Wars” ricalca pedissequamente quella di un vecchio progetto dello stesso Hosoda: “Digimon Adventure: Our War Game” (2000). Le similitudini tra i due film sono molteplici ed è come se il regista (questa volta con l’aiuto di Satoko Okudera) abbia voluto manipolare il suo prototipo ad uso e consumo di un pubblico più ampio, inserendo temi più complessi e personaggi più maturi. “Summer Wars” diventa così un’occasione per esplorare il conflitto tra gli estremi della società giapponese: economia e utopia, tradizione e modernità, individualismo e cultura di massa.

Rispetto ai suoi precedenti lavori, il regista imbastisce un'operazione più ambiziosa e di più largo respiro. Si tratta infatti di un film corale di quasi due ore in cui la coppia di adolescenti fa da perno attorno al quale gravita uno sterminato gruppo di personaggi (tutti parenti di Natsuki), un assortito albero genealogico che si fatica a seguire, ma che recita la propria parte come se fosse un unico grande protagonista: la famiglia.
L’enorme cast, se da un lato esalta la qualità delle animazioni (in alcune scene di gruppo è tutto un brulicare di gente che si muove da qualche parte sullo schermo e ognuno compie gesti autonomamente con la naturalezza di un film live), dall’altro potrebbe rivelarsi un difetto nella gestione della storia. Sebbene siano tutti caratterizzati realisticamente e credibili, alcuni personaggi sono poco approfonditi, altri vengono introdotti per poi scomparire nell’anonimato e almeno la metà di questa folla non influisce minimamente nell’economia del racconto.
A fare le spese di questa sovrabbondanza di “attori” sono proprio i protagonisti principali, che rimangono abbozzati e poco originali: Kenji, inquadrato nello stereotipo (fin troppo abusato negli anime) dell’otaku timido e geniale, e Natsuki che, nonostante la sua performance decisiva sul piano della battaglia finale, ne esce con un ritratto piuttosto debole e incolore. Il suo rapporto con Kenji si sviluppa blandamente e si avventura in modo poco plausibile nel territorio del melodramma. Su tutti i componenti del clan spiccano: la stoica nonna Sakae, matriarca e depositaria di antica saggezza che in età avanzata tiene le fila della famiglia e affronta la crisi scatenata da Love Machine con autorevolezza e mezzi del tutto analogici; l’ombroso e affascinante Wabisuke, ricalcato sulle fattezze dell’attore Yūsaku Matsuda; e il tredicenne Kazuma, fortissimo e carismatico nel mondo di Oz con l’avatar di King Kazma.
Nonostante alcuni passaggi un po’ contorti, i risvolti prevedibili, le piccole incongruenze e altre poco credibili coincidenze, tutto sommato l’intreccio fila liscio sul doppio livello virtuale/reale fino al suo climax, con un esplicito elogio finale al valore senza tempo dei legami familiari, che in questo caso risalirebbero all'epoca Muromachi (1336-1573 d.C.).

Visivamente il film gode di una qualità eccezionale, non solo per l’accattivante character design di Sadamoto, che brilla per naturalezza ed espressività. La narrazione di Hosoda alterna sapientemente le scene composte del mondo reale in marcato contrasto con le sequenze ipercinetiche di Oz.
La parte realistica è ambientata nei pressi di Ueda, città storicamente governata dal famoso clan Sanada, su cui si basa la fittizia famiglia Jinnouchi. Qui si apprezzano i pittoreschi paesaggi della regione montuosa di Nagano (sotto cieli spaziali alla Makoto Shinkai) e i magnifici interni della tenuta di famiglia, tradizionalmente in legno. Spesso si ha l’impressione che il regista renda omaggio al grande Yasujiro Ozu, sia per i tagli fotografici che esaltano le architetture sia per il tema pregnante della famiglia multigenerazionale.

Nel mondo di Oz invece è la CGI a farla da padrona con la sua caleidoscopica esplosione di grafica poligonale e la sua tavolozza di colori fluo. Qui le menti creative di Madhouse hanno scatenato la loro più sfrenata immaginazione. Migliaia di grotteschi avatar animali dagli occhi enormi e dai denti affilati come rasoi gravitano nel cyberspazio e rimandano direttamente alle creazioni Neo-Pop dell’artista Takashi Murakami. A proposito, vale la pena ricordare la collaborazione tra Hosoda e Murakami per due cortometraggi usati come pubblicità da Louis Vuitton e intitolati “Superflat Monogram” (2003) e “Superflat First Love” (2009).
L'animazione fluida de “La ragazza che saltava nel tempo” fa un passo in avanti con “Summer Wars”, grazie al superbo lavoro di Hiroyuki Aoyama, responsabile dell'animazione delle scene ambientate nel mondo reale con tecniche tradizionali, e di Tatsuzo Nishida, che ha supervisionato l'animazione all'interno di Oz, utilizzando la CGI con l’apporto dello studio Digital Frontier. In questo caso l’enorme quantità di dettagli negli sfondi e la vivace colorazione sembrano sfruttare al meglio le potenzialità del mezzo tecnico. Le scene di combattimento si distinguono per velocità e versatilità, mentre molta cura è rivolta alle espressioni facciali e al linguaggio del corpo dei personaggi. È proprio la scrupolosa attenzione ai dettagli che rende questo film una meraviglia da guardare.

In Italia “Summer Wars” è stato trasmesso da Rai 4 in prima serata il 23 aprile del 2011. È distribuito in edizione home video dalla francese Kazè, e in web streaming su Netflix. Fra le voci italiane del film ricordiamo: Emanuela Pacotto/Natsuki Shinoara, Federico Zanandrea/Kenji Koiso, Rossana Bassani/Sakae Jinnouchi, Stefano Pozzi/Kazuma Ikezawa, Ruggero Andreozzi/Wabisuke Jinnouchi, Cinzia Massironi/voce di Oz. L’adattamento a fumetti di Iqura Sugimoto e Yoshiyuki Sadamoto è pubblicato in tre volumi da Planet Manga.

In definitiva, siamo di fronte a un sofisticato film di intrattenimento che mette insieme commedia, thriller, dramma e azione, il cui fascino si rivolge non solo ai fan dell’animazione giapponese. Hosoda è riuscito a bilanciare una grafica altamente spettacolare con un complesso studio dell’ambientazione e dei personaggi, per una miscela quasi perfetta di critica sociale e fantascienza, insieme contemporanea e senza tempo.


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alnerdex

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Kenji è un liceale imbranato che, nonostante sia una sorta di genio della matematica, ha come unica soddisfazione un lavoro part-time come manutentore di sistema nel mondo di OZ. OZ è la più grande comunità online ed è alla base dell'economia, e non solo, nella realtà del film diretto dal regista Mamoru Hosoda e prodotto dallo studio Madhouse.
La quotidianità di Kenji, durante le vacanze estive, subisce, però, un piacevole cambio di rotta. Natsuki, compagna di scuola e cotta del giovane, gli propone un lavoro part-time, senza però specificare la mansione. Kenji, così, ignaro, si ritroverà ad affrontare una serie di spiacevoli e strani eventi dentro e fuori il mondo di OZ.

Ho davvero apprezzato l'evolversi delle vicende e il susseguirsi di incastri nella trama. Qualche volta, certamente, può sembrare banale o fin troppo assurdo, ma, contemporaneamente, presenterà psicologie e risvolti interessanti. Può sembrare che il tema centrale del film sia il mondo di OZ, e quindi una tematica fantascientifica, ma il nucleo, quello reale, è la famiglia.
Infatti, differentemente da tanti titoli simili, non glorifica il mondo virtuale né lo rende protagonista della realtà, eppure, nonostante ciò, tutto ciò che vedremo accadere come anche la risoluzione è basata sui fatti legati a quel mondo.

Secondo me il punto forte del film è il suo stesso punto debole. Se da un lato ho amato follemente la psicologia dei personaggi, specialmente di ogni singolo membro della famiglia di Natsuki, ho detestato la quasi inesistente personalità di Kenji.
Anyway, consiglio vivamente questo film a chi ama emozionarsi.


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sonny_rebel

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Lo adoro! I disegni sono fatti benissimo e la storia è molto coinvolgente!
Parlo da fan dei seguenti generi: mi piace tanto la commedia, perché l'autore riesce sempre a farmi divertire (parlo di tutto quello che ho visto in generale finora) e mette situazioni che certe volte possono capitare anche nella vita reale; per quanto riguarda la fantascienza, trovo che sia uno dei generi probabilmente tra i più difficili da realizzare, poiché bisogna pensare a una trama abbastanza credibile che riesca in qualche modo a catturare l'attenzione dello spettatore. Ad essere sincera, trovo che l'idea di un mondo virtuale come quello di Oz sia straordinario e, avendo visto questo film quando avevo all'incirca dodici anni, mi ha coinvolta a tal punto da farmi cercare giochi che fossero proprio come il mondo di Oz.
Comunque, questo è un film che consiglierei a chiunque, a prescindere dalla trama, soprattutto per come sono caratterizzati i vari personaggi.


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Iwakura

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Summer Wars" è un film del 2009 ed è il secondo diretto da Mamoru Hosoda con la Madhouse, dopo "La ragazza che saltava nel tempo". Bisogna far notare che la carriera di Hosoda nell'animazione non è cominciata con "La ragazza che saltava nel tempo", visto che in precedenza il regista aveva avuto modo di realizzare alcune opere per la Toei; opere tra cui anche una che i fan dei "Digimon" probabilmente ricorderanno, il film "Digimon Adventure". Il perché ciò dovrebbe avere importanza per questa recensione è presto detto: la trama di quel film ritorna quasi identica dentro "Summer Wars", tant'è che ho spesso avuto la sensazione di poter prevedere in certi punti lo sviluppo dell'intreccio. La cosa di per sé non sarebbe così grave, se i due film fossero stati girati da due persone diverse, ma così l'impressione che ho avuto, oltre a un senso di deja-vù, è che Hosoda non abbia voluto sforzarsi di sviluppare una trama originale, se ha invece scelto di affidarsi a una sceneggiatura riciclata da un suo vecchio film.

Critiche a parte (che poi hanno valore solo per chi ha visto "Digimon Adventure": tutti gli altri possono godersi il film senza nessun senso di deja-vù), la trama di "Summer Wars" prende le mosse da Kenji Koiso, un ragazzo timido e introverso ma con una predisposizione geniale per la matematica. Kenji lavora alla manutenzione informatica di Oz, un mondo virtuale che connette milioni di persone e in cui è possibile compiere le più disparate azioni, dal chattare con gli amici a giocare in borsa. Un giorno Kenji accetta l'offerta di Natsuki, la ragazza più carina della scuola, di trascorrere con lei il compleanno della nonna nella sua casa della prefettura di Ueda, e qui fa conoscenza della sua famiglia allargata e matriarcale, i cui invadenti membri non perdono occasione di mettere in imbarazzo il povero ragazzo. Ma quando un attacco informatico devasta improvvisamente Oz, per una serie di circostanze la colpa ricade proprio su Kenji, che con l'aiuto della famiglia di Natsuki dovrà lottare per dimostrare la sua innocenza e salvare il mondo di Oz e non solo.

Devo dire che le mie aspettative su "Summer Wars" erano alte, avendone sentito parlare molto bene e conoscendo le qualità del regista, e forse per questo la mia delusione è stata ancor più grande nel realizzare come il film sprechi le sue pur grandi potenzialità per colpa di scelte narrative male sviluppate. In particolare, ciò che Hosoda non è riuscito a gestire qui è l'elevato numero di elementi che affollano la scena, a partire dai personaggi (troppi) fino, soprattutto, al ritmo della narrazione. La storia si svolge parallelamente nel mondo reale e in quello virtuale di Oz, dove nel primo si sviluppano il tema della famiglia e le problematiche legate alla vita affettiva, care al regista, e nell'altro si concentra l'azione e il tema fantascientifico del film, tuttavia i due piani comunicano poco tra di loro e restano fin troppo distinti fino a tre quarti del film, per poi convergere veramente solo nel finale. Mi è sembrato quasi di guardare due film diversi, visto quanto le parti d'azione e quelle più calme sono poco amalgamate: il risultato è che le due fasi dell'intreccio si rubano la scena a vicenda piuttosto che collaborare. Ed è un peccato, perché il film parte molto bene, sembra imboccare subito la strada giusta per confermarsi su un alto livello, eppure man mano che la trama si sviluppa e il cast si fa più nutrito fatica sempre più a dare il giusto spazio a ogni elemento della storia, tanto che il ritmo rallenta eccessivamente e subentra la noia. Complici alcune scene decisamente troppo lunghe e in cui la colonna sonora scompare senza motivo.

Stesso discorso vale per i personaggi. Lo sviluppo dei protagonisti Kenji e Natsuki, dopo un inizio promettente, si arena per cedere il passo agli interminabili membri della famiglia Jinnouchi, così che i caratteri dell'intero cast rimangono poco approfonditi proprio per il tentativo di trovare sufficiente spazio in scena per tutti. E alla fine nemmeno lo spazio dedicato ai personaggi sembra essere ben gestito, con alcuni (tipo Natsuki) che non si fanno vedere per lunghi tratti di film e altri che avrebbero meritato più considerazione. Perlomeno, a fronte di protagonisti troppo sacrificati, a trarre vantaggio dalla situazione è la famiglia Jinnouchi in generale, vero fulcro del film: i suoi membri non possono essere troppo caratterizzati, ma lo sono quanto basta per chiarire i rapporti che li legano e rendere l'idea di una famiglia allargata e caotica, quanto divertente. È un quadro famigliare non dei più comuni, che però rappresenta in ogni caso un realistico esempio di vita associata. Almeno qui Hosoda riesce a far fruttare tutta la sua cura verso la rappresentazione dei sentimenti e le relazioni della vita quotidiana.

A risollevare le sorti del film non basta purtroppo la splendida regia, cinematografica e di gran classe. Bisogna ammettere che sotto il profilo tecnico "Summer Wars" non ha praticamente difetti: ogni inquadratura sembra studiata alla perfezione, il chara design di Sadamoto è qui ancora più rifinito che ne "La ragazza che saltava nel tempo", le animazioni sono fluide e curatissime. Queste ultime in particolare sono veramente eccezionali, sia nelle scene in Oz (accompagnate qui da una bellissima grafica in CG), sia nelle scene "di famiglia", in cui tutti i personaggi si muovono indipendentemente in modo molto realistico.

A mio avviso "Summer Wars" rappresenta un mezzo passo falso nella carriera di Hosoda, il quale tenta di allargare il numero dei personaggi e di aggiungere allo stesso tempo azione alla trama, fallendo però nel gestire la mole di elementi messi in gioco. Non che il film non sia guardabile (e anzi, dal punto di vista tecnico lo è eccome), ma di certo io l'ho trovato un po' noioso e deludente a causa di una trama riciclata, protagonisti sacrificati al gran numero di personaggi, un ritmo lento e una colonna sonora che si dimentica di fare il proprio lavoro. Difetti questi che gli impediscono di sollevarsi dalla mediocrità. Peccato.


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ryo79

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
«Benvenuto nel mondo di OZ.
Oz è uno spazio virtuale di internet dove si radunano persone di tutto il pianeta.
Puoi accedervi facilmente dal tuo computer, dal telefono cellulare o dal televisore.
Ora proviamo a entrare insieme nel mondo di OZ.»

Mamoru Hosoda va alla guerra
Al giorno d'oggi, lo sviluppo tecnologico e le innumerevoli potenzialità di internet hanno portato alla creazione dei servizi online più disparati. Grazie a dispositivi telematici come notebook, palmari e i più moderni telefoni cellulari è possibile accedere alla rete in qualsiasi momento. Tutti questi apparecchi portatili non permettono soltanto di mettersi in contatto con persone da tutte le parti del mondo, ma offrono una varietà spropositata di applicazioni che spaziano dai negozi online a servizi che permettono di pagare le bollette, dalla lettura delle notizie agli svaghi più disparati. Da un semplice mezzo di svago e comunicazione, internet sta diventando parte integrante della vita di tutti i giorni. In questo "Summer Wars" Mamoru Hosoda porta all'estremo questo sistema di comunicazione, sottolineandone le problematiche. Ma per fare questo il regista non immagina un ipotetico futuro, né si inventa chissà quali idee fantascientifiche, ma ambienta la storia ai giorni nostri (cosa sottolineata dalla presenza normalissimi computer e di apparecchi di uso comune come iPhone e Nintendo DS).

Adesso provate a pensare a un'applicazione che è la somma di tutti i servizi internet che utilizzate di solito... forum, siti di notizie, servizi di streaming, giochi, social network, negozi online e servizi di pubblica utilità, il tutto arricchito da un vasto ambiente virtuale, un efficiente traduttore simultaneo, un numero impressionante di funzionalità e la possibilità di essere utilizzato da chiunque abbia a disposizione un qualsiasi dispositivo elettronico (dal telefono cellulare al televisore). Attraverso questo "mondo virtuale" i suoi utenti possono avere a disposizione in qualsiasi momento notizie, video, musica, shopping online, pagamenti e svago. Con una semplice iscrizione e la creazione di un avatar, indispensabile per poter comunicare con altri utenti e partecipare ad alcuni sport virtuali, sarà possibile accedere a tutto questo e, con il vostro account, potrete fare qualunque cosa. Tutto questo è OZ. Il software immaginato da Hosoda e che, per sua stessa ammissione, è stato ispirato da Mixi, un social network molto diffuso in Giappone, ma praticamente sconosciuto oltreoceano.

Dopo la pubblicazione di "La ragazza che saltava nel tempo" Mamoru Hosoda si è sposato. E' stato proprio questo cambiamento radicale della sua vita a ispirargli l'altra componente principale di questa pellicola, la famiglia... e non si tratta certo di una qualunque. Il regista porta all'estremo il concetto di famiglia, portando in scena un nucleo familiare allargato e decisamente sopra le righe. Il giovane Kenji affronta un lungo viaggio assieme a Natsuki alla volta di Ueda, un piccolo paesino di campagna nella prefettura di Nagano. Man mano che si avvicinano alla residenza di famiglia fanno la loro apparizione dei nuovi parenti, che aumentano in maniera esponenziale con il passare del tempo. E' così che Kenji si trova ad avere a che fare con una delle famiglie più strampalate della storia dell'animazione. La casata dei Jinnouchi discende da un clan nobiliare che ha perso prestigio con l'ascesa al potere dei Tokugawa, ma che ha mantenuto una concezione gerarchica della famiglia e delle consuetudini profondamente radicate nelle tradizioni. Ma, a differenza delle classiche famiglie, questa è matriarcale e la dolce nonnina di Natsuki è colei che ha l'ultima parola in qualsiasi decisione.

Come ogni clan che si rispetti, la residenza dei Jinnouchi è un'enorme dimora medioevale costruita principalmente in legno con ampie stanze, pavimenti ricoperti di tatami, shōji al posto delle pareti, tavoli bassi, con armi tradizionali e vecchie armature che fanno da soprammobili. Ogni anno i parenti arrivano da tutte le parti del Giappone e si ritrovano nell'antica dimora per festeggiare il compleanno dell'anziana nonnina, Sakae Jinnouchi, indiscussa capofamiglia. Ma da dove arriva la decisione di rappresentare una famiglia tanto particolare? In una delle tante interviste che ha rilasciato, Hosoda spiega che le ragioni principali sono due. In primo luogo un nucleo famigliare così grande significa un caos costante, dove può succedere di tutto; ma la scelta è stata influenzata anche dal fatto che in Giappone, così come negli altri Paesi, le famiglie tendono a rimanere di piccole dimensioni (il problema della bassa natalità in Giappone è molto sentito), quindi un nucleo familiare così grande è piuttosto sconcertante. Ed è proprio quando il mondo di OZ viene sconvolto, e Kenji viene accusato ingiustamente, che entra in azione nonna Sakae, e con lei tutta la famiglia Jinnouchi che, assieme a Kenji, entrerà letteralmente in guerra contro il misterioso nemico che sta minacciando la loro vita di tutti i giorni.

E così, in un contesto radicato nel passato, i protagonisti dovranno vedersela con una minaccia nata dallo sviluppo della tecnologia. Uno dei punti di forza di "Summer Wars" è proprio l'equilibrio che c'è tra il moderno e l'antico, il mondo virtuale e quello reale. Satoko Okudera scrive un'ottima sceneggiatura che riesce a dare spazio ad entrambi questi aspetti. Da un lato una spinta verso un futuro caratterizzato dalla comunicazione globale e dall'altro l'attaccamento al passato e alle tradizioni. Rispetto al lungometraggio precedente la trama è piuttosto semplice ma decisamente spumeggiante. Mentre "La ragazza che saltava nel tempo" era un film più intimo e si concentrava sulla protagonista e sui suoi due compagni, qui l'attenzione viene condivisa da una quantità esorbitante di personaggi, spesso presenti in scena contemporaneamente. La caratterizzazione dei personaggi è studiata davvero bene. Ognuno di loro ha un carattere e dei tratti distintivi ben definiti che lo fa risaltare in mezzo alla baraonda di parenti. Infatti ogni componente della sgangherata famiglia di Natsuki è ben lontano dall'essere una semplice comparsa, ma ciascuno ha un ruolo ben definito e svolge una parte più o meno importante nello sviluppo della trama. Nonostante Kenji sia in un personaggio molto importante, divide la scena equamente con tutti i Jinnouchi, anche se alcuni risaltano più di altri.

A differenza del precedente film, che passava da momenti scanzonati ad altri più seri, fino a raggiungere scene davvero drammatiche, questa pellicola procede in maniera più equilibrata, alternando scene tranquille ad altre più drammatiche, ma sempre mantenendo un certo pizzico di vena demenziale. La componente adolescenziale viene in un certo senso smorzata dalla presenza di così tanti comprimari e il rapporto tra Kenji e Natsuki si riduce a qualche siparietto comico. Ma ci sono anche dei bei momenti, come la commovente scena che c'è verso la metà del film. Si verifica un tragico evento che mette in lacrime Natsuki e, nel tentativo di darle un po' di conforto, Kenji le stringe dolcemente la mano mentre lei dà libero sfogo a tutta la sua tristezza. Questo cupo momento viene in una certa misura smorzato dal caldo paesaggio che fa da sfondo all'abitazione dei Jinnouchi. Gli scenari della pellicola sono sostanzialmente due, diametralmente opposti fra loro, ma entrambi realizzati con una grandissima cura. Da un lato c'è il mondo reale, caratterizzato da ambientazioni ricche di luce, con la predominanza di azzurri e verdi, tipici del periodo estivo in cui è ambientata la vicenda, e da degli interni caratterizzati da colori caldi e una grande ricchezza di dettagli.

A contrapporsi alla verdeggiante campagna di Ueda, e all'accogliente casa dei Jinnouchi, c'è lo spazio virtuale che racchiude il mondo di OZ. Si tratta di un ambiente dallo stile semplice e pulito, realizzato completamente con l'ausilio computer grafica, uno stile che ricorda molto "Superflat Monogram" (un corto realizzato nel 2003 da Hosoda con la collaborazione di Takashi Murakami). Su uno sfondo prevalentemente bianco fa la sua apparizione un vero e proprio tripudio di forme e colori. La parte dello staff dedicata a OZ ha creato un mondo unico nel suo genere, abbastanza atipico per gli ambienti e i personaggi dalle forme più disparate, ma che rispecchia in un certo qual modo la realtà, ed è strettamente legato alle sue dinamiche quotidiane. Ed è così che quello che succede ad OZ si ripercuote con un vero e proprio effetto domino sul mondo reale. Oltre ai bellissimi disegni, il film può vantare delle animazioni quasi perfette, con dei personaggi che mantengono una grande naturalezza nei movimenti. Davvero uniche le scene ambientate nella realtà virtuale. Hosoda riesce perfino a sfruttare l'esperienza fatta come regista dei "Digimon" per dare risalto ai combattimenti che si svolgono all'interno di OZ. Già dai primi minuti della pellicola, fatti circolare in rete nei mesi che hanno preceduto l'uscita nelle sale, ci si può rendere conto di quale sia il livello delle animazioni.

Il film può altresì vantare un bellissimo character design... o per meglio dire due character design. Infatti, mentre Yoshiyuki Sadamoto si è occupato della realizzazione dei personaggi (per così dire) in carne ed ossa, Anri Kamijo si è dedicato alle loro stravaganti controparti virtuali, con un risultato decisamente unico nel suo genere. I brani che compongono la colonna sonora non si fanno notare particolarmente, ma sono comunque funzionali alla pellicola e riescono a dare l'atmosfera giusta alle varie sequenze. E adesso una piccola nota culturale. Il regista dà molto risalto al koi-koi, gioco praticato con le carte hanafuda. Durante la vicenda, ci sono molti riferimenti a questo gioco di carte, il quale assume una particolare rilevanza verso il finale. Con questo "Summer Wars", Mamoru Hosoda, abbandona completamente i temi della sua precedente opera, ma ne mantiene lo stile e l'atmosfera per raccontare una storia diversa ma altrettanto coinvolgente. Sebbene il tema principale possa sembrare una considerazione sui possibili risvolti di un'eccessiva dipendenza dal potente strumento che è internet, credo che il vero messaggio sia in realtà la volontà di instaurare e mantenere la comunicazione con le altre persone; siano gli stretti e a volte complessi rapporti familiari, siano i contatti che si possono mantenere solo tramite un mezzo di comunicazione come la rete. Un film che, nonostante la semplicità della trama, riesce a incantare lo spettatore per tutta la sua durata.


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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Summer Wars" è un film della durata di circa 120 minuti, prodotto nel 2009 dalla Madhouse e diretto da Mamoru Hosoda, regista de "La Ragazza che saltava nel tempo".

Oz è un gigantesco portale virtuale evolutosi a tal punto da inglobare grande parte di aziende, uffici e società sparse sul pianeta. La sua presenza è divenuta fondamentale per il mondo intero, essendo la principale piattaforma di contrattazione e di scambio di informazioni.
Il protagonista è Kenji, un giovane ragazzo dotato di un'incredibile mente matematica. Assorto nella sua dimensione virtuale, Kenji viene "risvegliato" da Natsuki, una ragazza poco più grande di lui che lo costringe a fingersi il suo fidanzato per qualche giorno, in modo da poter festeggiare allegramente il novantesimo compleanno di sua nonna.

La trama è strutturata ottimamente, si sviluppa bene e con ritmi sempre piuttosto elevati. Non mancheranno sicuramente scene d'azione e combattimenti, ma verrà anche lasciato spazio per interessanti riflessioni sull'importanza della famiglia e, perché no, per un po' di sano e ingenuo sentimentalismo fra adolescenti. L'idea di base è piuttosto originale, o per meglio dire è trattata in modo innovativo. La visione è piacevole, i personaggi sono simpatici e ben caratterizzati, e la noia non sopraggiunge mai, grazie a una narrazione studiata nei dettagli e incredibilmente azzeccata.

Tecnicamente non è un'eccellenza, ma è comunque accettabile. Il design dei personaggi è tutto sommato godibile e adatto alla situazione, le animazioni sono eccellenti, i combattimenti sono veloci e dinamici, anche se gli effetti speciali non si rivelano all'altezza del resto. I fondali purtroppo sono un po' scarni, il grado di dettaglio non è molto elevato, ma ho apprezzato la peculiarità del mondo virtuale. Il comparto sonoro presenta delle ottime OST e un doppiaggio italiano più che appropriato.
Il finale purtroppo è un po' scontato, gli eventi prendono una piega ampiamente prevedibile, ma comunque mi ha lasciato soddisfatto.

Un film che induce a una piacevole e non troppo pesante riflessione sull'utilizzo di internet e sulle possibili conseguenze e applicazioni, e che allo stesso tempo fa apprezzare il sapore della tradizione famigliare giapponese. Un'opera alla portata di tutti, piacevole, divertente ed emozionante. Consigliata la visione.


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Rygar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 3
Da qualche mese a questa parte mi sono reso conto che quando una serie è troppo osannata, dev'esserci la fregatura da qualche parte. Questo è il caso di "Summer Wars", produzione cinematografica "pompata" fino all'inverosimile da cori osannanti, che, al netto dei contenuti, si rivela essere un prodotto profondamente deludente.
"Summer Wars" è un film della stagione estiva 2009 della durata di 114 minuti. L'opera ha dato origine a un manga omonimo nello stesso periodo temporale.

Trama: in un futuro prossimo esiste un immenso social network/rete interattiva denominata Oz, che vanta milioni di utenti in tutto il mondo. Questa rete detiene non solo gli account delle persone, ma è connessa alle relative attività lavorative. Kenji Koiso è un piccolo genio della matematica che "lavora" all'interno di Oz assieme a un suo amico. Proprio all'inizio delle vacanze estive Kenji viene "reclutato" da Natsuki come finto fidanzato da presentare a sua nonna, ormai alla vigilia del novantesimo anno d'età. Inizia così il suo viaggio verso la sontuosa residenza di famiglia Jinnouchi, nella quale verrà a conoscenza di un immenso nucleo famigliare allargato, assai variegato e caotico, in cui sarà ospite per un discreto periodo temporale. Una sera però riceve una strana mail con un codice. Bontà sua lo decifra ma... non l'avesse mai fatto! Quella era una mail trappola per hackerare Oz, col risultato che l'intero network è stato infestato da Love Machine, una misteriosa intelligenza artificiale che "fagocita" gli avatar e si evolve, ottenendo sempre più potere. Riuscirà il nostro protagonista a ripristinare Oz e a non passare per cyber criminale? Agli audaci l'ardua sentenza.

Grafica: c'è chi la osanna, per come la vedo io il comparto grafico mi appare più che scarso. Le ambientazioni sono superficialmente gradevoli, ma mancano totalmente di cura del dettaglio, si fa abuso dell'acquerello per non offrire delle immagini più nitide e dettagliate, i giochi di luce sono troppo modesti, le animazioni si salvano, sono rapide e fluide. Il character design è piuttosto scarso e bruttino (fortunatamente non è orribile), il virtual design è pacchiano e orrendo.

Sonoro: senza infamia e senza lode, nel senso che si stenta a notarlo. L'opening è inesistente, l'ending non è malvagia. L'OST non l'ho praticamente notata, non è minimamente incisiva ai fini della trama. Gli effetti sonori sono nella media. L'adattamento italiano è buono, un po' ostentato su certe pronunce e su certi termini.

Personaggi: che sfacelo! Un marasma di personaggi di cui se ne contano davvero pochi ai fini della trama. La caratterizzazione dei personaggi (principali) è accettabile, quella del resto è una marmaglia indistinta, orde di persone che si presentano e il secondo dopo si è già scordati il loro nome. Il fattore introspettivo è pressoché assente. L'evoluzione è presente solamente negli "antagonisti" e in scarsa parte nel protagonista. Praticamente, il personaggio migliore della serie è il cadavere! L'interazione a livello di gruppo è presente ma è mal fatta. Si cade nei peggiori stereotipi caratteriali.

Sceneggiatura: il lavoro qui non eccelle. La gestione temporale è positiva perché estremamente semplificata e relativamente lineare, i flashback sono assenti. Il ritmo inizialmente s'attesta a livelli medi, poi subisce un'accelerazione piuttosto brusca, focalizzandosi eccessivamente sul mondo virtuale e l'esagerata importanza cui l'intera opera gli attribuisce. Esistono delle scene di combattimento piuttosto carine ma sono limitate al virtuale. Il fanservice è inesistente. I dialoghi a volte sono molto divertenti, altre volte di una banalità sconcertante.

Finale: scarso. Si passa da un buonismo esagerato a un panegirico sperticato nei confronti della famiglia che tutto ama e tutto risolve, lasciando allo spettatore un senso di stucchevole. La banalità e la noia nel vedere (per l'ennesima volta) un "salvataggio all'ultimo minuto", con una fortuna che più sfacciata non si può, non aiuta questa serie a emergere.

In sintesi, che immensa delusione questo film! Troppo forzato, stereotipato, banale, esagerato, fastidioso in più punti, e con quale superficialità sono state affrontate le tematiche del mondo virtuale! Mi sembra una gran carnevalata, degna del dimenticatoio più tetro. Sembrerebbe una serie da cinepanettone o un prodotto disneyano confezionato su misura per la famiglia blockbuster, ed è unicamente questo il potenziale target a cui consiglio quest'opera. Ormai sembra che i social network salveranno o devasteranno il mondo a scapito di una vita realmente vissuta. Questo pessimo messaggio non deve passare, né in questa, né in altre opere sulla falsariga.


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Izaya_Orihara

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Summer Wars è un lungometraggio animato di genere fantascientifico, uscito nelle sale cinematografiche giapponesi il 29 luglio 2009, prodotto dallo studio d'animazione giapponese Madhouse e diretto da Mamoru Hosoda. Ha ottenuto la nomina al Golden Leopard al Festival del Film di Locarno del 2009, ed è stato premiato come miglior film d'animazione al Mainichi Film Concours ed ai Japanese Academy Awards del 2010. In Italia è edito dalla Kaze e varie volte mandato in onda da Rai 4.

Per me è davvero difficile recensire un lungometraggio, anche perché rispetto a una serie animata ha una durata molto corta, e quindi le parole da trovare sono poche e nascoste (per un recensore inesperto come me). Voglio, però, descrivere le emozioni che questo film è riuscito a suscitarmi per la sua magnificenza. Si presenta fin da subito come film semplice e lineare, ma nella sua semplicità riesce nell'intento di risultare un'opera ottima e senza forzature; si dimostra nella sua interezza un'opera dove si può sia piangere che ridere, tutto però con semplicità che viene naturale, per la maestria dell'autore di questo film. Un autore degno degli elogi ricevuti, in quanto riesce a creare un buon lungometraggio, vicino alla definizione "capolavoro". I personaggi sono semplici, gente che si vede tutti i giorni, gente che fa un normale lavoro, gente che a volte è triste, a volte è arrabbiata e a volte è felice. Nella loro semplicità però sono perfetti, riescono nel loro intento e decorano alla perfezione l'opera. Nessuna reazione di un personaggio è forzata, tutto, come ho detto già prima, avviene naturalmente. In questo film si fa risaltare anche l'amore tra famigliari in cui ci può essere anche una "pecora nera", però l'amore e il volersi tutti bene non viene mai abbandonato. Ridere insieme, arrabbiarsi insieme, giocare insieme... anche per questo il film è davvero semplice, ci descrive in poche parole cos'è, o almeno, cosa deve essere una famiglia (che in questo caso è davvero grande). Sempre unita in ogni caso e situazione.

Nessuna pecca nel comparto tecnico, mentre le musiche sono ottime, e con maestria riescono a coinvolgere lo spettatore: si passa da musiche malinconiche a musiche piene di grinta e così via. Lo stile dei personaggi è carino, semplice e molto realistico.
Film carino, piacevole, scorrevole, avvincente e rilassante ma poco originale, in quanto l'opera prende ispirazione dalla recente opera dello stesso autore regista Mamoru Hosoda, ovvero Our War Games, un film dei Digimon. Due ore circa di visione di questo film non sono pesanti, ma vanno giù facilmente, come un liquido, quindi sono contentissimo della visione.


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Ouma shu

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Devo essere sincero, mi aspettavo di più da Summer Wars. Pensavo che una pellicola così osannata dai più sarebbe stata di mio gradimento, considerato anche il team che ha partecipato alla realizzazione. Invece no, così non è stato. Summer Wars si è per me rivelata una mezza delusione, forse perché avevo delle aspettative troppo alte per questo titolo. Prodotto dalla celebre Madhouse, si consolida il team - reduce del successo de La ragazza che saltava nel tempo - composto da Mamoru Hosoda alla regia, Satoko Okudera alla sceneggiatura e Yoshiyuki Sadamoto al chara design.

L'incipit della storia sarebbe anche potuto essere interessante, peccato che lo svolgimento delle vicende non mi sia piaciuto tanto.
Protagonista di Summer Wars è un giovane ragazzo, Kenji Koiso, con un unico ma grande talento: egli è infatti bravissimo in matematica, tanto bravo da essere quasi riuscito a rappresentare il Giappone alle ambite "Olimpiadi della Matematica". Kenji ha evidenti problemi relazionali, fa fatica a esprimere i suoi sentimenti e a conversare con i suoi coetanei; è indubbiamente un ragazzo molto timido. La trama prende il via nel momento in cui Natsuki, una delle ragazze più ambite della scuola frequentata da Keiji, lo invita al novantesimo compleanno di sua nonna, alla quale aveva promesso che sarebbe venuta con un accompagnatore. Keiji farà quindi conoscenza dei membri della famiglia di Natsuki, molti dei quali abbastanza egocentrici, ma tutti accomunati da un grande valore: l'amore per la famiglia e per ciò che rappresenta. E se da un lato assisteremo alle simpatiche vicissitudini di casa Jinnouchi - questo il cognome della nonna di Natsuki, la capofamiglia - dall'altro scopriremo l'esistenza di Oz, attorno a cui ruota tutta la storia (e forse è proprio questo il problema). Keiji, infatti, come gran parte della popolazione mondiale, spende molto tempo su Oz, potente realtà virtuale attraverso cui le persone, dopo aver scelto e personalizzato il proprio avatar, hanno la possibilità di vivere le stesse esperienze della realtà anche in un mondo fittizio, dal gioco alle attività più impegnate. Come se sparisse la forte linea di demarcazione presente tra realtà e illusione, in pratica. Tuttavia, Oz è a sua volta profondamente legato al mondo reale; ormai gli individui non se ne rendono conto, ma Oz, in ogni momento, è con loro, loro ne sono succubi.
Dunque, date tali premesse, cosa succederebbe se Oz dovesse essere hackerato? Ci sarebbero ripercussioni sul mondo reale? Se sì, quali? E di quale entità?

Proprio questo è lo spunto di base su cui verte tutta la storia, e, se fosse stato sviluppato in modo adeguato, probabilmente non sarei qui a parlare di delusione. Il fatto è che "Summer Wars", dalla metà del film (nella prima metà succedono grossomodo le cose che ho indicato: si fa conoscenza dei protagonisti, viene spiegato cos'è Oz, ecc.) inizia a degenerare, presentando delle situazioni banali, forzate e al limite dell'assurdo, fino ad arrivare al finale, che ho trovato davvero pessimo nella sua totalità. Per dirne una, vedo difficile per un ragazzino, e per quanto egli possa essere un genio della matematica, riuscire a decriptare codici di un programma in pochi secondi, come viene fatto proprio dal nostro protagonista Keiji verso fine serie… tanto più se il programma in questione permette il controllo di tutti gli apparecchi tecnologici del mondo, dai semafori ai satelliti! La cosa di cui più mi rammarico è che il film sarebbe potuto essere di gran lunga superiore se si fosse messa a fuoco meglio la famiglia matriarcale di Natsuki, piuttosto che puntare principalmente sulla "Summer War", visto che, diciamocelo, il tema della realtà virtuale è già ampiamente abusato, e in questo film non mi è parso di vedere alcunché di innovativo. Difatti, gli spezzoni che ho maggiormente apprezzato di questa pellicola sono proprio i momenti di vita quotidiana del nucleo famigliare.

Nulla da dire sotto il lato tecnico, anzi, qui parliamo di un vero e proprio lavorone. Le animazioni sono fluide e realizzate in modo perfetto; il mondo di Oz così come ci viene presentato è molto affascinante e il chara design di Sadamoto non delude mai. Anche per quanto riguarda il comparto sonoro non ho critiche da muovere, anzi.

In conclusione, penso che questo film rimanga comunque godibile, considerando l'atmosfera generale che si respira, le musiche ottime e la grafica sorprendente. Consigliato? Nonostante tutto sì, ma solo se siete alla ricerca di qualcosa di leggero, magari con una realizzazione tecnica di alto livello.
Ribadisco, per me è un'occasione sprecata, devo dire che ho apprezzato di più "La ragazza che saltava nel tempo", ma di certo il film si lascia guardare. Come voto darei un 6,5 e, considerato il comparto tecnico, arrotondo per eccesso senza troppi problemi.

Utente10093

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Utente10093

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Trama: la storia vede come protagonista Kenji Koiso, normale studente liceale e vero e proprio genio della matematica. Kenji, come molti altri milioni di persone nel mondo, passa il suo tempo su OZ, un vero e proprio mondo virtuale in cui ogni utente ha l'opportunità di svolgere un'infinità di attività diverse. Natsuki, amica di Kenji, offre una specie di compito a quest'ultimo, ovvero di fingere di essere il suo ragazzo davanti alla sua numerosa famiglia. La storia si concluderà con uno scontro all'interno di OZ in cui gli account di tutti gli utenti sono minacciati da una malvagia mente artificiale, chiamata Love Machine. Da questo scontro dipenderà la salvezza della Terra.

Ho appena finito di vedere questo lungometraggio, e devo dire di esserne rimasto abbastanza soddisfatto. La storia è indubbiamente molto originale e coinvolgente, e riesce a mescolare ottimamente momenti di comicità con altri più drammatici. Ad esempio, la parte iniziale in cui Kenji doveva fingersi il fidanzato di Natsuki è stata abbastanza divertente, mentre nel finale ci saranno avvenimenti alquanto drammatici e commoventi; non starò qui a dirveli per evitare spoiler. Ho apprezzato molto anche il finale, davvero di effetto, che è riuscito a trasmettermi molte emozioni. I personaggi sono ben caratterizzati, e, oltre ai protagonisti, mi riferisco anche ai personaggi secondari, ognuno con un preciso ruolo.

Trovo allo stesso modo ben fatto anche il lato tecnico, caratterizzato da un ottimo character design, pulito e abbastanza dettagliato. La visione è anche accompagnata da un'eccellente animazione, che svolge un ruolo fondamentale soprattutto nello scontro finale, che si svolge all'interno del mondo virtuale. Di ottimo valore anche le colonne sonore.

Quindi, per concludere, do a "Summer Wars" un meritato 8 e, ovviamente, lo consiglio a tutti, senza nessuna distinzione, perché a parere mio vale davvero la pena guardarlo.


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Julaaar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Che dire, "Summer Wars" potrebbe essere considerato un bellissimo film, se non ci fosse una pecca: la trama è una copiatura dal film "Digimon Adventure - Our War Game", sempre dello stesso regista. Certo non è identico, ma comunque si parla in entrambi di due mondi, di un'entità all'interno del mondo virtuale che vuole distruggere quello reale e dei protagonisti che lottano all'interno della rete per salvare il mondo. Alla fine, a essere sinceri, pure alcuni avatar della gente dentro il mondo virtuale sembrano Digimon e l'esempio più eclatante è proprio King Kazma.

Eppure è un film veramente godibile, buone musiche, comparto grafico magnifico e anche qualche buona idea. Ad esempio, la partita di Koi-Koi contro Love Machine l'ho trovata veramente interessante, anche se non sapevo le regole del gioco. Di personaggi caratterizzati bene ne troveremo cinque circa, mentre tutti i rimanenti sono solo un contorno, ma di questo non mi posso lamentare nemmeno tanto. Vengono trattati vari temi, fra cui risaltano l'unità famigliare, l'amore e la morte. Quindi, nemmeno sotto questo punto mi posso lamentare, vista la quantità immane di serie/film che vanno avanti all'infinito affrontando solo un argomento.

E allora, che posso dire?
Consiglio di vedere questo film almeno una volta, perché è veramente carino, ma è molto lontano dall'essere un capolavoro, per il motivo detto all'inizio. Può essere visto da tutti, anche se secondo me il target giusto di visione è nella fascia teenager o poco più in là . Si merita in ogni caso un sette pieno.

dawnraptor

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
06.11.2012

A mia figlia (12 anni) quest'anime è piaciuto tantissimo. A me un po' meno, ma c'era da aspettarselo.
A lei, è piaciuto che fossero cartoni animati, in primis, che i protagonisti fossero ragazzini e la storia fosse abbastanza umoristica, scoppiettante, a tratti carica di tensione, ma senza mai suscitare ansia eccessiva. Se c'è stato un momento che l'ha colpita, è stato quello della morte di un personaggio, ma è stata presentata in maniera così accorta che non l'ha turbata più di tanto, nonostante una recente perdita subita in famiglia.

Io, purtroppo, più mi addentro nel mondo anime/manga e più divento esigente, e faccio le pulci.
Sul comparto grafico non ho nulla da dire, se non che è splendido, con bei personaggi differenziati, ambientazioni eccellenti, animazioni fluide che rendono guardare questo lavoro una gioia per gli occhi. Anche la parte in CG appare godibilissima ai miei occhi di profana.
Per quanto riguarda il sonoro, posso solo dire che è più che decoroso per il compito che deve svolgere e accompagna degnamente l'azione in ogni sua parte.

Se appunto devo avanzare, è purtroppo sulla trama, sulla questione di fondo su cui poggia l'intero anime. E qui, il discorso a parer mio è semplice: "Summer Wars" è un film per ragazzini dell'età di mia figlia? Allora posso dire che per loro è praticamente un capolavoro, ma dubito che potranno comprendere molto del sottotesto.
Ma se solo alziamo l'età target di riferimento le cose vanno a catafascio. Cosa abbiamo qua? A parte i personaggi principali, triti e ritriti che più banali e cliché non si può, ci ritroviamo nientemeno che con un universo virtuale che connette online tutto il mondo, chiamato Oz - sissignori! -, al quale si connette, da un polo all'altro passando per l'equatore, ogni aspetto della vita e della tecnologia umane. I telefoni? Li gestisce Oz. Le centrali elettriche, i satelliti, i semafori, i treni, qualsiasi cosa, la gestisce Oz. In tutto il mondo, come no.
Questo universo virtuale, che fornisce degli alter-ego agli iscritti, è protetto da chiavi numeriche difficilissime, ma è ovvio che possano essere forzate, e lo saranno, per cui si assisterà alle canoniche scene di caos indotto dall'impossibilità di controllare la macchina virtuale.
Ovviamente saranno i nostri ragazzini (dei quali uno è… un genio della matematica - bingo! - e l'altra… un genio con le carte!) a risolvere la situazione, non prima di aver ricevuto all'ultimo minuto il partecipe aiuto di una moltitudine di altri cybernauti, i quali metteranno in gioco le proprie identità virtuali per sconfiggere il virus che ha preso possesso di Oz, in una nauseante quanto falsissima rappresentazione di solidarietà che mai si è vista al mondo e mai si vedrà.

Come accade spesso, abbiamo un lodevole tentativo di far passare un messaggio - i vecchi sono sempre saggi, ma attenti alle cyber-comunità, sono pericolose, disumanizzano, non affidategli la vita perché sono deboli contro gli attacchi -, che però rimane soffocato sotto una trama già vista e una massa di banalità, tanto da risultare impercettibile ai giovanissimi e molesto ai più anziani. Mutatis mutandis, ricordo di aver fatto lo stesso discorso per "Chocolate Underground". Certo, qui la realizzazione è di tutt'altro livello, ma il discorso non cambia.

Quella che si percepisce, sempre più forte man mano che le vicende progrediscono e le banalità, assurdità, forzature, aumentano, è una vena di costante fastidio che accompagna la visione. Che dire, non ho più 12 anni, purtroppo, quindi più che una sufficienza risicata, più per la grafica che per la storia, non mi sento di dare.

Pan Daemonium

Episodi visti: 1/1 --- Voto 3
Detesto in modo assoluto, viscerale e violento le opere che pretendono di fare di una formica un elefante e di un peto una poesia.
La trama di "Summer Wars" fa parte della serie di produzioni dell'epoca digitale che parlano del digitale stesso, che sia un gioco, internet, un social network eccetera, parlano dei suoi adepti e di cosa accadrebbe se fosse sconvolto da qualcosa. Ne sono stati fatti film, vedi "eXistenZ" di Cronenberg, che trovo molto affine nel complesso, ma vedi anche sostanzialmente "Matrix" (questi due film non credo siano ispirazione diretta, ma sono prova di una tendenza del creare opere che vertono su vicende compiute in un altro mondo, in un mondo fittizio, ma che assume importanza quasi vitale). Ne sono stati fatti anime, ne sono stati fatti racconti, presumo, pur essendone quasi certo, essendo il topos tanto alla moda. Quindi: basta, soprattutto se l'opera finisce non solo con l'usare un tema praticamente oltremodo utilizzato in soli due decenni, ma anche con l'essere pregna di finto lirismo e finta drammaticità.

Certo, bella grafica, belle animazioni, anche abbastanza originale nei disegni di quel mondo virtuale denominato Oz che non è altro che Facebook. Io aborro Facebook e il mio odio nei suoi confronti accresce ancora maggiormente guardando "Summer Wars", mi fa comprendere il pensiero recondito o meno dei suoi utenti.
Parlando di trama, essa è spicciola e, come già detto, già vista: l'antieroe grazie alla dea Fortuna riesce a fare la parte del ragazzo della più bella della scuola a casa della nonna della suddetta. La famiglia di ella è di retaggio nobile-guerriero, quindi più o meno ricca e più o meno strana e confusionaria. Nel mentre si dialoga sul perché e sul come Facebook-Oz non funzioni più, un evento drammatico avviene, evento interessante e forse l'unico degno di nota del lungometraggio. Da questo punto in poi il film è inguardabile, con un finale così stupido, blando e assolutamente mainstream che ha funto da emetico.

Ciò che maggiormente mi ha disgustato, a parte il finale degno di un film della Disney, è stato l'attaccamento fittizio e assolutamente inverosimile che tutti hanno nei confronti di questo benedettissimo Oz. Una sorta di Second Life misto a Facebook, che ha fagocitato non solo le vite delle persone, ma anche i loro mestieri. Tutto fa parte di Oz, dalla Nigeria alla Lapponia alla Papuasia, Oz è fondamentale per qualsiasi cosa. Ovviamente tutti ne sono parte fiera e felice, tutti si rispettano all'interno di codesto neo-cosmo, giocano, fan tornei di qualsivoglia sport, aprono uffici, giocano in borsa, addirittura utilizzano Oz per lanciare satelliti nello spazio.
Non nego che, andando avanti così, anche Facebook o un suo derivato possa raggiungere un dominio imperiale lobotomizzante e annullante di questa guisa.
Cosa accade? Oz è in pericolo, in un qualche modo è in pericolo, tutto il mondo, che a esso è legato addirittura per i tomtom, va' alla rovina.
Per una grande quantità di tempo sembra che gli unici che se ne importino siano il nostro antieroe e la famiglia dell'amata, ma improvvisamente il mondo si desta dal torpore e dai neri ai norvegesi agli aborigeni australiani si unisce a queste venti persone mostrando il proprio amore reciproco rappresentato e veicolato da Oz, che si trasforma inopinatamente in Yu-Gi-Oh (notatelo, sono assolutamente certo che ci si sia ispirati a esso e mi ha reso quasi triste). E tutto finisce bene, felici e contenti e figli maschi.

Ovviamente caricare di lirismo e pathos un tema come Facebook e mostrare gente che piange e si dispera perché Oz è in pericolo (e questo ben prima che la cosa assuma proporzioni più catastrofiche) è semplicemente ridicolo e se la gente non lo trova ridicolo è solo perché è iscritta a un social-total-network. Ovviamente Facebook non è un veicolo di amore di massa e spero che non si arrivi al punto mostrato da "Summer Wars" che, a parte tecnologicamente infausto, è a mio parere anche eticamente e umanamente disgustoso. Diceva Leopardi, difatti, che la globalizzazione e lo sviluppo uniscono le nazioni, ma dividono i singoli, che risultano sempre più oppressi dall'egoismo. Questo è ciò che succede, questo però non è in "Summer Wars".

I personaggi sono belli, ossia, a me son piaciuti, e il fatto che successivamente la trama abbia avuto quei picchi di drammaticità sul nulla mi ha demoralizzato ancor più, pensando che, con un cast simile, si sarebbe potuti arrivare più in alto. Ma sperare è il primo passo verso l'illudersi, modificando la citazione di Homer.

Utente970

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Utente970

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
"Summer Wars" è carino ma codardo, fin troppo pensato per il mercato interno, come la stragrande maggioranza dei lavori del Sol Levante.
La famiglia protagonista è caratterizzata piuttosto bene e la maggior parte dei membri sono simpatici. Il doppiaggio è altresì buono - la voce di Bottale/Usop per il fastidioso per vocazione è fin troppo azzeccata, roba da strangolarlo davvero.
Purtroppo l'anime è pieno zeppo di banalità che abbassano un lavoro piuttosto discreto. Oz è affascinante nella sua essenzialità, si accetta l'animazione realistica dei personaggi alla Hack Sign ed c'è insieme un futuro abbastanza plausibile oltre che inquietante. Forse la prima critica possibile è proprio diretta al non aver sfruttato un futuro prossimo ma piuttosto un presente aggiornato. Secondo problema, Kenji è il tipico introverso bravo ragazzo dalla vita risvegliata, a cui oltre a sintomi visti e rivisti vengono aggiunte capacità matematiche che non lo rendono comune come vorrebbero farlo sentire allo spettatore medio nipponico tartassato dallo studio.
Buoni o cattivi, anche con un tutorial Mii approfondito, hanno avatar virtuali che nel loro voler essere vari sono solo banalotti, roba da cartone promotore di giochi di carte. Inoltre anche ribadendo che l'avversario sia curioso e neutrale si è fatto il possibile tra sorriso, "ingigantimento majocco" e "comportamento jockeresco" per delinearlo alla fine malvagio.
Gli elementi nella storia sono tanti e collegati in maniera forzatissima per mestieri, avvenimenti, risorse e... anche apprezzando molto il voler suddividere la scena con più personaggi possibile, verso la fine la ragazza e il moccioso vengono ripescati per diletto, la prima perché inutile fino ad allora, il secondo per manie di protagonismo, mentre chiunque, specie il maestro, date le condizioni di King Kazuma, avrebbe potuto (e pure più velocemente) prendere il suo posto evitando magari un conuntdown extra.
Il disegno non non mi è piaciuto particolarmente ma funziona, inoltre a parte un'occhiata innocente, si evitano scene pruriginose ormai fin troppo appestanti. L'unica critica che mi sento di muovere è che nel suo voler essere artistico "Summer Wars" non abbia voluto mostrare qualcosa di più personale, oltre che di voler chiudere con un epistassi da facepalm.
Buono, ma nonostante l'ambientazione familiare mi sia piaciuta molto ne esce un lavoro come tanti, purtroppo.


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Rumiko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Kenji Koiso è un liceale estremamente timido, che passa buona parte della sua vita in Oz, mondo virtuale (praticamente un'evoluzione dei nostri socialnetwork) a cui è iscritta buona parte della popolazione mondiale. Un giorno, la bella Natsuki, ragazza più popolare della scuola, lo invita a passare le vacanze estive nella casa della nonna in campagna. Si scoprirà in seguito che, per non presentarsi senza accompagnatore, Natsuki ha raccontato alla nonna che Kenji è il suo ragazzo. Intanto, il nostro riceve una strana mail con un codice, lo risolve, ma pare aver liberato una strana intelligenza artificiale, Love Machine, che mette in subbuglio Oz e tutto il Giappone. Inizieranno allora gli sforzi del giovane per fermare Love Machine, mentre le vicende di questa guerra digitale si intrecciano con quelle della famiglia di Natsuki.

Diretto da Mamoru Hosoda, regista di "Digimon Adventure: Our War Game", "Summer Wars" sembra, in effetti, la brutta copia del precedente lavoro di Hosoda. La trama è infatti molto simile: anche in Our War Game un digimon virus metteva in ginocchio la rete e i digi-prescelti di tutto il mondo si coalizzavano per sconfiggerlo. Non solo, quindi, la trama è fondamentalmente copiata, ma è copiata anche male. Manca infatti quell'umorismo che mi ha fatto adorare il film dei Digimon, mancano la suspense e l'azione, mancano le belle musiche e lo stesso finale non è assolutamente paragonabile.
L'idea è buona, la numerosissima famiglia matriarcale di Natsuki offre spunti interessantissimi, che però non vengono minimamente sviluppati. Resta tutto in secondo piano rispetto alla "summer war", che è piuttosto una "battle" mezza abortita.
Anche i "colpi di scena", che pure non mancano, non mi sembrano affatto degni di questo nome. Né più, né meno che vani tentativi di movimentare una trama che a lungo andare diventa fin troppo statica.

Anche lo stile dei disegni è praticamente identico a quello del film sui Digimon, con la differenza che in un film di vent'anni fa, destinato per di più a un target molto giovane, fanno la loro figura, mentre in quello che viene da molti descritto come uno dei film di animazione più belli della storia del cinema, allora l'effetto di vecchio e di già visto la fa da padrone.
Insomma, questo film mi ha molto deluso. Non è inguardabile: se uno non ha niente da fare, ti occupa bene due ore. Ma se cercate un film almeno sufficiente, questo non fa per voi. Guardate "Digimon: Our War Game", che è mille volte meglio.


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HaL9000

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
"Summer wars" è un film che mi ha lasciato un po' perplesso; l'ho trovato, infatti, a tratti molto interessante e convincente, e a tratti noioso o banale.
Diciamo subito che il film non eccelle di certo per originalità: argomenti e situazioni sono oramai trite e ritrite. Esistono situazioni ironiche e alcune più drammatiche, che si accavallano tra di loro, altre tipicamente nonsense.
Una famiglia matriarcale ruota tutta intorno alla nonna arzilla - una concezione della famiglia, per la verità, tratteggiata molto "all'italiana". Troviamo poi un mago dei computer e della matematica con i soliti, ovvi, problemi di socializzazione, la bellona "regina di cuori" (tanto da essere concupita anche da un cugino), il parente misterioso che non si faceva vedere da un'era geologica, eccetera eccetera, fino all'immancabile happy end, anche sentimentale.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Alla fine del film, un leggero senso di sollievo mi ha, inaspettatamente, colto. Per quanto mi riguarda, non è certo un buon segno.
Si salvano la qualità tecnica dell'opera, buona, e poco altro. Sostanzialmente si tratta di un'occasione sprecata: il materiale a disposizione degli autori tutto sommato non era male. Avrebbero potuto fare di più e di meglio.


 3
Brook75

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Era dai tempi di "Vampire Hunter D" prima e di "Akira" poi che non vedevo qualcosa di così straordinario che non fosse stato partorito da Hayao Miyazaki, vero genio dell'animazione nipponica e sicuro ispiratore anche dell'autore di quest'opera, non solo nel disegno.
"Summer Wars" è un capolavoro e ti arriva diritto come un colpo al cuore, ma di quelli belli, come una giornata meravigliosa inaspettata. E' pura poesia animata, con una storia appassionante e piena di significati, che attinge a piene mani dalla realtà, adattandola a un contesto credibile. In effetti, il pensiero di un grande "gioco/mondo online", Oz, ricorda moltissime community online basate su videogame online popolari ("World of Warcraft", per citarne uno). E il pensiero che un pazzoide possa mischiare sapientemente il "know-how" con la follia legata ai giochi su internet, come le carte - che viene scelto apposta per indicare la debolezza dei giocatori d'azzardo, che non scommettono per denaro, ma per una passione degenerata e che dimostra quanto la nostra società sia spesso legata a valori che ci fanno perdere di vista le cose importanti -, per imbrigliare l'avatar (ovvero, l'account) del servizio che controlla un satellite geo-stazionario non è poi così assurdo o fantascientifico. A questo si aggiunge il valore della famiglia e dei legami, che sono la cosa che ci danno più forza e ci permettono di superare anche gli ostacoli più insormontabili. E' un messaggio profondo e complesso, che esula dalla semplice "visione" del film così com'è, ma attinge a una grande metafora della vita: se perdiamo di vista i veri valori, siamo perduti e diventiamo dei mostri che, per riempire i loro vuoti, la loro noia, arrivano a fare del male agli altri solo per curare quel disagio.
Lo ribadisco: "Summer Wars" è un vero capolavoro. Merita assolutamente di essere visto, rivisto e capito, perché nasconde tantissime verità sul delirio e anche la cura ai mali della nostra attuale società: vivere credendo fortemente nei legami è molto importante e crearne di nuovi, genuini, che possano dare vita a nuove generazioni coscienziose.


 1
Rieper

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Il progresso tecnologico è spesso causa del regresso umano, conseguenza del fatto che l'uomo, una volta che comincia a far affidamento su una determinata tecnologia, non riesce a farne più a meno.

E' il caso di Oz, una sorta di avanzatissima alternativa al nostro quotidiano Internet dove si può svolgere qualsiasi tipo di attività persino in ambito militare. Il problema sorge essenzialmente quando un attacco hacker va a prendere il totale controllo di Oz, potendo quindi manovrare ogni cosa che sia in qualche modo collegata alla rete.

Le vicende sono strutturate discretamente e spesso si avverte un forte senso di "forzatura" degli eventi. Va considerato che gran parte dei personaggi si trovano ad avere a che fare l'uno con l'altro in modo totalmente casuale, inoltre la trama non è esattamente originale sotto molti punti di vista, a cominciare dall'attacco hacker ad un'importante tecnologia.

I personaggi sono davvero troppi, non tanti, proprio troppi! I principali sarebbero Kenji, secchione sfigato che lavora in una sorta di amministrazione secondaria di Oz (molto secondaria), e Natsuki, ragazza solare e sveglia ma non molto ben approfondita sul lato caratteriale. Per una serie di circostanze Kenji si ritroverà nella residenza della nonna di Natsuki che di li a poco compirà gli anni, insieme a tutti i membri della famiglia di Natsuki. Bisogna essere sinceri, tra lo zio che si atteggia a grande guerriero, le zie pettegole, i bambini capaci di portare il tasso di sopportabilità delle situazioni a zero, lo stereotipo è in ogni dove.

Tecnicamente ci si trova difronte ad un ottimo stile grafico che riesce ad accomunare disegni a grafica computerizzata senza quasi mai stonare. Le animazioni sono eccellenti e fluide e rendono al meglio nelle fasi più concitate. Anche il comparto audio è di buon livello anche se non esattamente memorabile.

In conclusione Summer Wars è un buon anime per impiegare il tempo senza troppe pretese, anche se sul piano narrativo poteva essere fatto di meglio, specie per le eccessivamente evidenti forzature.


 1
__Nergal__

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
In un mondo dove tutte le attività vengono svolte in rete, in questo caso su Oz, un attacco di hacking è la peggiore delle minacce.
Questa è la premessa fondamentale di Summer Wars, una storiella piuttosto divertente, ambientata, come ben fa intuire il titolo, in estate.

Una strana intelligenza artificiale riesce ad impossessarsi di Oz, con il quale riesce a manovrare praticamente qualsiasi cosa.
La parte migliore del film è sicuramente il mondo di Oz, poco credibile per molti versi, ma decisamente intrigante, soprattutto nella sua realizzazione tecnica.
Certo, bisogna chiudere un occhio su parecchie imperfezioni, come i ragazzi con il Nitendo DS riescono a muovere il loro avatar come se fosse una persona reale. Un po' di forzature, ma che non incidono notevolmente sul voto.

I personaggi, invece, sono tanti, tantissimi, la famiglia di Natsuki, infatti, è composta da talmente tanti membri che ricordarseli è impossibile.
Molti di loro, la quasi totalità, è stereotipata all'ennesima potenza: il cugino imbranato, lo zio rude e guerrafondaio, la nonna pacata e comprensiva, lo zio che viene dell'America, e un sacco di bambini pestiferi e zie e zii che non servono a niente.
Kenji, invece, è il classico sfigato, bravo in matematica, che, grazie a questa esperienza, acquisterà un po' di fiducia in se.
Interessante la figura del giovane Kazuma, che si rivela uno dei personaggi più importanti del film, anche più della bella Natsuki, la quale si renderà utile solamente nel bizzarro finale.

Il finale, senza anticipare nulla, è veramente strano; molto bella come idea, ma sinceramente per un occidentale è abbastanza incomprensibile.

La realizzazione tecnica è di ottimo spessore, ampio uso di c.g. e ambienti molto luminosi hanno un impatto positivo sullo spettatore.
In generale, il character design, si presenta piatto, non certo tra i migliori, eccezion fatta per gli avatar di Oz, molto più interessanti delle loro controparti umane.

In conclusione, Summer Wars ci pone di fronte al classico dilemma della tecnologia come lama a doppio taglio, utile quando è in buone mani, ma anche in grado di rivelarsi fatale.
Come entertainment è ottimo, quindi per passare una serata divertendosi è sicuramente consigliato.


 1
npepataecozz

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Summer wars può essere considerato come una riproposizione animata di "Wargames - giochi di guerra" film del 1983 con un giovanissimo Matthew Broderick che veste i panni di un abilissimo haker che riesce ad infiltrarsi addirittura nel sistema informatico della difesa americana e, credendo erroneamente di trovarsi di fronte ad un semplice videogame, dà il via ad una simulazione "un pò troppo realistica" di una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.

Questa similitudine a qualcuno potrebbe sembrare per molti versi azzardata, e sarebbe molto facile evidenziare le differenze, sia di contesto che di contenuti tra li due titoli; tuttavia ritengo questo parallelismo più che plausibile specie se si tiene conto che negli anni ottanta il mondo dei computer era ancora ai suoi arbori e che le potenzialità della rete erano ancora del tutto sconosciute. L'idea di base, basata su uno spaventoso triangolo haker - rete informatica - distruzione di massa è più o meno la stessa, seppur priva delle suggestioni derivanti dalla guerra fredda che, ai tempi del film, era ancora in corso. Il modo in cui questo anime cerca di mettere in evidenza i pericoli che l'eccessivo affidamento a procedure computerizzate possono avere nello svolgimento della vita reale mi fanno addirittura pensare che se wargames avesse avuto oggi i suoi natali non sarebbe stato molto diverso da questo summer wars.

Facciamo un breve accenno alla trama: "Il mondo di Oz" è il risultato finale dell'evoluzione di internet, ossia un programma capace di creare un vero e proprio mondo virtuale alternativo. Al suo interno troviamo un pò di tutto: dai social network ai giochi online, dalle vendite via rete all'agenzia delle entrate, tutto assolutamente accessibile attraverso l'uso del proprio avatar personalizzato. La presenza del mondo di Oz è però palpabile anche aldilà dello schermo di un computer: gran parte dei servizi sociali viene gestito proprio attraverso questo programma, dalla sanità, alla gestione della rete idrica o elettrica e così via. E' molto facile, a questo punto, indovinare quale sarà il tema proposto da questo anime: cosa succederebbe se un potentissimo virus dovesse intrufolarsi nel sistema?

Basato su un presupposto di natura informatica, Summer wars è però anche un modo per mettere a confronto un progresso tecnologico che non verrà mai rinnegato e il mondo ed i principi della tradizione di cui tutti sentono un po' la mancanza. L'impressione che questo anime suggerisce è che le due realtà possano coesistere e che, invece, difficilmente possano sopravvivere l'una senza l'altra. L'importanza e la saggezza degli anziani, ad esempio, vengono esaltati senza mezzi termini; ma senza l'ausilio delle macchine diventa più difficile preservarli in vita.
Devo dire di aver molto apprezzato summer wars, che propone spunti interessanti di riflessione oltre ad alcuni personaggi molto gradevoli; peccato che nel corso delle due ore che impiega per concludersi finisca per perdere gradualmente gran parte del suo smalto. I tantissimi personaggi, in particolare, finiscono per trasformarsi in una sorta di armata Brancaleone che si crea il problema da solo per poi cercare di risolverlo a tutti i costi.
Ad ogni modo l'impressione finale resta buona e, anzi, mi sento di consigliare questo titolo a chi è indeciso sul guardarlo o meno.


 2
Eretria90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
In un mondo in cui ogni ente pubblico e privato, ogni collegamento cybernetico ed elettronico è guidato dal centro operativo OZ, se quest'ultimo viene manomesso, tutto il risultato è il caos. I treni cambiano direzione, i navigatori danno informazioni errate, i semafori non divengono mai verdi, i dottori non vengono informati sulle attività fisiche dei pazienti, i produttori e le agenzie creano confusione ai propri clienti, e così via.
Il problema di tutto è Love Machine, un'intelligenza artificiale che mette sottosopra il sistema di OZ, disabilitando ogni altro account di cui ne usufruisce quasi tutta la popolazione mondiale. E così, il nostro protagonista Kenji Koiso, genio della matematica, è coinvolto in questo problema proprio mentre recita il ruolo di fidanzato della ragazza più carina dell'istituto. Lui liceale, lei universitaria, stringono un accordo per passare un'estate con l'intero parentado di lei: cugini, zii, lontani parenti, tutti molto invadenti, allegri e turbolenti.
La strategia di Kenji, contro questo attacco virtuale che agisce sul reale, sarà attuata con l'aiuto di un vecchio zio veterano, un giovane cugino combattivo e di altri personaggi, ognuno con caratteristiche diverse e non necessariamente esperto di computer.
Lo spettatore viene trasportato in questo parallelo mondo virtuale fatto di avatar, che sconvolgono anche la loro vita concreta e reale.

Il film, della durata di meno di due ore, scorre velocemente, combinando tratti umoristici a elementi virtuali, di vita quotidiana e riflessioni di vera saggezza. I disegni sono semplici e abbozzati, le figurine degli avatar somigliano a dei digimon dai colori sgargianti e i movimenti rapidi. Per quanto riguarda i personaggi, essi sono tutti diversi fra loro, ma accomunati dai movimenti fluidi.

A mio parere Summer Wars spicca per creatività ed originalità. Non è una visione eccessivamente lunga né tortuosa, quindi si lascia guardare con interesse, e dà spazio a vari spunti narrativi. Particolare è anche la scelta di rendere il mondo parallelo non una serie di numeri e codici, ma gli è stata data una propria forma sia nelle figure che negli sfondi. Il tutto rende piacevole, divertente ed innovativo questo film d'animazione, che giudicherei anche abbastanza leggero.


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Ryu88

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
All'inizio, leggendo la trama, questo anime non mi convinceva molto, ma dopo averlo visto ne sono rimasto veramente affascinato.
Trama avvincente, mai monotona, ricca di colpi di scena e a tratti commuovente.
I personaggi sono molto ben fatti sia graficamente (si riconosce lo stile inconfondibile di Yoshiyuki Sadamoto, storico character designer di Neon Genesis Evangelion) sia psicologicamente. Tutti infatti, sia i personaggi principali che quelli secondari, presentano forti caratteri che spiccano, rendendoli quasi tutti protagonisti della vicenda.
La narrazione è sempre fluida, mai banale o noiosa, resa in modo che lo spettatore non veda l'ora di passare alla scena seguente.
Finale un po' scontato ma che, in fondo, è proprio quello che il pubblico desidera.
Musiche molto ben fatte che coinvolgono lo spettatore nell'azione e lo rendono partecipe della vicenda. Devo dire anche che il doppiaggio mi ha sorpreso positivamente: i doppiatori italiani riescono con maestria a catturare lo spettatore grazie alla loro bravura nel rendere i personaggi molto realistici.
In conclusione consiglio questo capolavoro del cinema di animazione a tutti, perché merita proprio di essere visto.


 1
Turboo Stefo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Prendete lo studio di animazione Mad House, autore di numerosi anime compresi Death Note e Trigun, aggiungete l’esperto Yoshiyuki Sadamoto al character design, entrambi sotto la direzione di Hosoda, regista cardine di One Piece. Il risultato è un film spettacolare ed energico, ricco di metafore e messaggi più o meno nascosti, che inneggia al passato e alla famiglia, in grado di ottenere numerose nomination e due premi come miglior film di animazione.

Kenji è un ragazzo chiuso timido ed impacciato, dotato di una brillante mente matematica che gli ha permesso di diventare uno dei tecnici di manutenzione di OZ, una community, anzi un mondo virtuale dal quale si può connettersi attraverso ogni accessorio digitale, creando una rete così fitta di contatti che con il passare del tempo anche i governi e le aziende si appoggiano allo stesso sistema, che diventa così il riferimento principale per ogni persona, in modo da avere sempre tutto a portata di mano. La sua vita viene sconvolta da Natsuki, ragazza per la quale sembra avere un debole, che lo invita per un viaggio. Ancora non sa che lo aspetta un mare di menzogne, perché deve spacciarsi per il suo ragazzo di fronte alla numerosa famiglia riunita per il compleanno della nonna, la figura più importante della famiglia matriarcale che discende da famosi samurai.
La storia procede con un ritmo vivace e sembra destinata ad essere una comune commedia familiare, ma quando la tranquilla vita di campagna si fonde inaspettatamente con quella di OZ tutto cambia e i guai non tarderanno ad arrivare. In un crescendo di interesse si arriva al culmine della storia, dove un duro evento segna definitivamente la crescita del giovane protagonista e segna una svolta anche nella storia, che da lì in poi denota un calo di mordente nonostante le trovate originali presentate a ritmo sostenuto, e proseguendo verso il finale sembra che una fattura semplicistica voglia accentuare eccessivamente la spettacolarità, fino alla conclusione che non mancherà di offrire un “Happy Ending” a tema familiare.

Sotto la struttura narrativa a “Piramide” però si nasconde un intricato e profondo messaggio, radicato nella cultura del passato e nella sacralità della famiglia. La famiglia Jinnouchi infatti era formata da valorosi samurai, mentre ora sono tutti combattenti moderni, ovvero poliziotti, infermieri, dottori e vigili del fuoco ovvero degli eroi urbani, mentre i più giovani incarnano l’ultima frontiera dei guerrieri, quelli informatici. Il tutto serve a sottolineare la continuità della vita con il passare delle generazioni. Non meno importante è il duro messaggio di ammonimento verso un’eccessiva formazione informatica nei sistemi civili, mostrando quanto la gente sia fragile quando perde un punto di riferimento importante, senza dimenticare quanto vengano indebolite le personalità dei giovani proprio per via di questa vita virtuale, come si può ben vedere nel protagonista, o nei piccoli pargoli sempre avvinghiati alla console portatile.
Il senso più profondo in ogni modo è ben chiaro e servito su un piatto d’argento, ovvero il cuore di perdonare ed accogliere sempre un familiare a braccia aperte, per sedersi e mangiare insieme ancora una volta.

Il character design è dominato dal tratto esile e pulito di Sadamoto (ricordiamo la sua partecipazione a numerose perle d’animazione, troppe da elencare) e i disegni curati e puliti valorizzano questo stile, mentre gli sfondi sono una vera e propria tela nella quale perdersi dove ogni pennellata e stata posata con cura.
L’animazione è fluida, regala movimenti morbidi essenziali per alcune gag esilaranti, come i bambini sballottati dall’autobus nelle impervie strade di montagna.
La regia di Hosoda è segnata dalla grande esperienza accumulata, nei momenti iniziali necessari a posare i pilastri di costruzione per la trama si adatta sfruttando inquadrature tranquille e statiche per valorizzare i dialoghi e i piccoli gesti dei protagonisti, mentre nel finale ricco d’azione da sfogo alla sua fantasia regalando inquadrature dinamiche e movimentate, tranne in alcune particolari situazioni dove allarga il campo per dare la giusta suspance.
Totalmente inutili ma simpatiche le citazioni presenti all’interno, come lo Zio con indosso magliette e canottiere facilmente ricollegabili a famose bevande, oppure le vetture con tanto di simbolo in bella vista, senza dimenticare gli oggetti di culto come Iphone e Nintendo DS, passando ovviamente per le marche di computer e monitor, come Dell, Sony, Panasonic e HP, giusto per sottolineare l’influenza della tecnologia.
Il fiore all’occhiello dell’opera è senza dubbio la CG, che ha richiesto indubbiamente una mole di lavoro assurda per i poveri programmatori: l’universo di OZ è incredibilmente vasto e ricco, dai colori sgargianti e luminosi, dove l’unico limite ai dettagli è dato dai propri occhi, i modelli poligonali sono rotondi e morbidi, o duri e spigolosi se serve, e gli effetti digitali e luminosi sono ricreati con cura. Il risultato è strabiliante e profondo, sia per la quantità che per la qualità. È difficile descriverne la magia.
Anche qui non mancheranno le citazioni, come nelle “librerie” dove sono stipati ogni genere di oggetti, oppure alcuni particolari avatar che strizzano l’occhio a famosi personaggi. L’apice però è raggiunto nelle prime fasi, dove l’avatar del protagonista ha due grosse orecchie nere, come l’omonimo topo disneyano, ma quando lo si vedrà di spalle, con un mantello, intento a dirigere le ondate di avatar il richiamo è immediato, è un rimando a “L’apprendista Stregone” di Walt Disney.

La colonna sonora è profonda e variegata. Completamente scritta da Akihiko Matsumoto offre soprattutto interessanti temi “digitalizzati” che ben si adattano alle varie situazioni, ma altrettanto gradevoli sono le tracce più allegre che sottolineano l’allegra atmosfera familiare. Ottima la delicata e malinconica sonata che accompagna la svolta del film.

In Italia il film è stato distribuito da Kaze, sia in versione DVD che in alta definizione Bluray Disc. Quest’ultima è ricca sotto il profilo tecnico, comprende cinque diverse lingue, sia in Stereo che in 5.1 e non mancano i sottotitoli in sei idiomi.
La traccia video è perfetta, le immagini sono pulite, nitide e luminose, con una definizione incredibilmente alta, come si noterà nei caotici e popolosi panorami di OZ.
Il doppiaggio italiano è tutto sommato ben eseguito, sia per la scelta delle voci che per l’interpretazione dei doppiatori. Anche i dialoghi hanno goduto di un adattamento ben fatto.

Una storia che proseguendo perde di mordente, ma incolla lo spettatore allo schermo fino all’ultimo, grazie anche ai messaggi di monito sull’eccessiva dipendenza dalle tecnologie e sul distaccamento dalla realtà al di fuori del monitor, ricollegando il presente al passato in molteplici modi e valorizzando il senso della famiglia, facendo riscoprire i valori che contano.


 3
DankoDeadZone

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"OMMIODDIO, SI STA DIGIEVOLVEN... No, scusate, film sbagliato."

Questo film per me aveva già tutti i pretesti per essere un'esperienza davvero molto godibile, soprattutto per il fatto che ci avesse lavorato anche Yoshiyuki Sadamoto, che io personalmente adoro. Ma poi è spuntato un secondo nome che mi ha fatto tornare alla mia infanzia, un nome che da bambino mi ha dato una delle esperienze in campo di animazioni migliori della mia infanzia, nonché regista de "La ragazza che saltava nel tempo" :Mamoru Hosoda, il direttore del secondo film dei Digimon, Our War Game.

Non mi dilungherò troppo con la trama, perché voglio anche parlare di un punto importante di questo film, che mi rimanda al regista. Comunque: la trama si concentra su Kenji Koiso, un normale liceale che a tratti ricorderebbe molto il nostro "caro" Shinji Ikari, e questo dice tutto sul suo comportamento. Kenji si occupa dell'amministrazione poco rilevante di OZ, un network molto simile a Facebook in cui però la gente ha assimilato qualunque cosa della vita reale, praticamente potresti perfino "vivere" all'interno di OZ, visto che è stato reso identico, se non migliore, alla vita reale. Per un caso, il nostro protagonista finisce a fare un "lavoro part-time" (come lo definisce lei) per Natsuki, la ragazza più gettonata della scuola. Dovrà accompagnarla alla sua riunione di famiglia, novantesima festa di compleanno della Nonna, per poi scoprire che dovrà fingersi il suo ragazzo. Già di per sé questo inizio ti fa pensare "solo" a un film soprattutto di equivoci comici, cosa di cui i giapponesi sono maestri, ma la situazione degenera quando un "Virus" (definito così per evitare spoiler) prende il controllo dell'account di Kenji e comincia a fare i porci comodi con la rete, rendendo Kenji uno con la fama di terrorista informatico (nonostante lui sia solo bravo in matematica). Il resto sta a voi da vedere.

Ora, parlando di cose importanti. Chi ha visto il film di sicuro si è accorto delle similitudini fra questo film e quello dei Digimon, già citato. Io ho guardato a queste similitudini con un tono di malinconia, ripensando a ciò che il film dei Digimon ha significato per me da piccolo, ma spero che la gente non abbia preso questo "riciclaggio" delle meccaniche del film dei Digimon come una specie di mancanza di fantasia. Il regista sì, ha ripreso l'idea (o idee) del film dei Digimon, ma le ha implementate e migliorate, rendendo il film molto più godibile e con molta più caratterizzazione dei personaggi, per non parlare del resto (su cui non mi dilungo, credo di aver già scritto troppo). Mamoru ci ha fatto capire che questo tema gli interessa molto e lo affascina, infatti non mi stupirebbe se facesse un altro film simile (ovviamente non scopiazzato). Sempre migliorare le proprie idee, si può fallire miseramente, ma può anche darsi che il risultato sia incredibile, oltre ogni limite.

Finendo, posso dire con assoluta certezza che questo film si becca un 8 quasi 9. Tutto meritato. Dovrebbero aggiungere le virgole ai voti, come agli esami a scuola, eheh.
Ve lo consiglio questo film.


 1
Ibara

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Un anime abbastanza particolare. Vedendo le prime immagini e la copertina del DVD mi ero immaginata una cosa totalmente diversa. Ma le mie aspettative, anche se disattese, non sono state deluse.

La storia in breve: in un ipotetico Giappone del futuro, alla vita reale si affianca quella virtuale; chiunque, persino gli enti pubblici, possiede un account all'interno del mondo virtuale di OZ. Che cosa succederebbe nel mondo reale se in OZ venisse rilasciato un virus?

Detta così, sembra uno di quei film catastrofici che danno in tarda serata. Virus, reti informatiche, gente che digita frenetica davanti ad un computer e distruzione in tutto il mondo. Già visto, millemila volte.
Invece, quello che potrebbe essere un punto debole si trasforma nel punto di forza di "Summer Wars": persino lo "spiegone" iniziale, corredato da bellissime animazioni, non risulta noioso o incomprensibile.

Merito degli autori, che hanno saputo fondere due trame principali: da un lato, a livello mondiale, il virus che mette fuori uso OZ creando ripercussioni a livello planetario; dall'altro le vicissitudini dei protagonista, costretto da una sua compagna di scuola a spacciarsi per il suo perfetto fidanzato davanti a tutti i parenti di lei. Le due trame parallele alla fine si uniscono per dare il via alla parte più emozionante del film.

Una storia non scontata, con un buon ritmo, che tiene sempre sveglia l'attenzione dello spettatore - cosa non da poco, visto che il film dura quasi 2 ore -, una caratterizzazione dei personaggi ottima sia dal punto di vista grafico che psicologico, in particolare gli avatar dei vari personaggi in OZ sono bellissimi e molto curati - la rappresentazione del virus in particolare stupisce per quanto sia curata e graficamente accattivante.

Un prodotto molto bello e piacevole da guardare, che può piacere davvero a tutti


 1
TheYangShi

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Il tema affrontato dagli autori in questo caso verte sul mondo virtuale, che in un futuro non molto lontano potrebbe influenzare la vita reale quasi totalmente. Si nota da subito l'intenzione di definire in modo netto il mondo di Oz e quello terrestre: nel primo caso tinte forti, colori accesi, lineamenti marcati, tutto per dare l'idea di artificialità; nel secondo caso un disegno più realistico e leggero, con una gran cura dei dettagli paesaggistici. La caratteristica casa tradizionale giapponese dove si riunisce la famiglia Shinohara ne è la prova più evidente, nonché una trasposizione di come il Giappone ami evolvere la propria società mediante la conoscenza tecnologica senza mai abbandonare le tradizioni. La trama però si rivela molto banale, il protagonista Kenji troppo stereotipato e poco caratterizzato. Tutto troppo prevedibile. Non ho visto il finale perché non ce n'è bisogno, si sa chi vince e chi verrà sconfitto, e come. Lo scontro conclusivo alla "Yu-gi-oh" potevano risparmiarselo. Come valutazione metto la sufficienza perché alcuni effetti possono essere apprezzati, e i bambini ne rimarranno sorpresi.


 1
Pauzz85

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Una storia sentimentale abilmente intrecciata ad una di virus informatici, ecco che cos'è Summer Wars. Il protagonista è un ragazzo abile con il computer e con la matematica, e con una gran passione per un gioco online vagamente futuristico, che detiene il controllo della tecnologia e delle aziende di buona parte del mondo. Questo gioco online verrà presto minacciato da un virus intelligente, mettendo in crisi il pianeta. Nel frattempo, nella vita "reale" del nostro impacciato protagonista, egli approfondirà il suo legame con un'amica, dapprima presentandosi alla famiglia di lei fingendosi il fidanzato, poi guadagnando davvero la stima della famiglia.

Una storia molto valida, corredata da buoni disegni e animazioni (anche se non eccelsi). Purtroppo, l'effetto 3D che viene utilizzato quando i personaggi entrano nel gioco virtuale (ed i colori falsati) non è il massimo, è quasi un pugno nell'occhio. La durata del film è di due ore circa, ma essendo un OAV coinvolgente e divertente, questo tempo scorre via senza nemmeno accorgersene. Unico difetto: trovo un po' irreale che ad un solo programma/videogioco (in un'epoca non troppo futuristica tra l'altro, potrebbe essere una vicenda che ha luogo anche tra pochi anni) venga affidato il futuro di diverse compagnie nel mondo, di sistemi informatici e quant'altro.


 1
manu88

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Summer Wars è un film che è chiaramente ispirato ai famosissimi social network Facebook, Twitter ect. e la storia racconta di come un social network di fantasia, chiamato "Il mondo di OZ", possa in qualche modo condizionare la vita reale delle persone. La trama infatti racconta di come un'intelligenza artificiale abbia alterato l'equilibrio di questo mondo, assorbendo la maggior parte degli account degli utenti iscritti, creando caos nel mondo reale.

La trama quindi non è affatto complessa, anzi tutt'altro, infatti quello che colpisce di più dell'anime sono le animazioni, il doppiaggio italiano e gli enormi sentimenti che suscita nello spettatore. Quindi in definitiva è assolutamente consigliato per passare qualche ora in compagnia. Dimenticavo, non si può non ringraziare di nuovo Rai 4 per aver portato nella televisione italiana un altro capolavoro dell'animazione made in Japan.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Summer Wars è un lungometraggio animato del 2009 diretto da Mamoru Hosoda ed egregiamente sviluppato dall'infallibile studio Madhouse.
Il titolo si rivela un successo, tanto da ricevere in patria la nomina di miglior film d'animazione in ben due occasioni, e da ottenere la candidatura agli Oscar del 2011, non riuscendo però a replicare la vittoria de La città incantata. Lo stesso anno, la versione italiana, edita da Kaze, approda in TV grazie a Rai 4. Nel contesto tecnico il prodotto si presenta moderno, fresco, portentoso, mentre in quello narrativo fatica a risultare del tutto convincente, per via di vari motivi, a mio parere un po' inaspettati.

Innanzitutto, il soggetto della storia deve fare i conti con una mancanza d'originalità di fondo: Mamoru Hosoda avrebbe infatti pescato, da un suo stesso lavoro, una buona parte d'idee ritrovabili in Summer Wars stesso. Si tratterebbe ancora di un lungometraggio, il secondo della serie Digimon, dal quale l'autore avrebbe preso spunto per inscenare la "guerra digitale" che fa da traino per quasi tutto il corso del film. Ma non è tutto, perché pare che lo stesso Our War Game! fosse stato ispirato a un'opera del 1983: Wargames - Giochi di guerra.

Le vere manchevolezze di questa produzione restano ciononostante altri, ben più relativi ma anche più manifesti, e inquadrabili in aspetti decisamente poco curati della sceneggiatura e dei personaggi. Ad intaccare la partenza spedita di una storia che aspetta solo di alzarsi definitivamente in volo, sono proprio gli sviluppi narrativi che ne dovrebbero invece favorire la buona progressione. Già dalla metà del racconto, l'andamento delle vicende sembra subire un'accelerazione eccessiva, i cui effetti si riverseranno man mano su elementi fondamentali: i personaggi, dapprima ben presentati e caratterizzati a pennello, finiranno per mutarsi in perfetti stereotipi - non proprio tutti, ma i protagonisti, quelli di certo; la sceneggiatura precipiterà vorticosamente in una marea di cliché da film "per tutta la famiglia", che a me han lasciato un certo senso di perplessità a visione conclusa. Insomma, le battute finali, troppo gonfiate, scontate, mi hanno spiazzato definitivamente.

Che dire poi delle tematiche? Il mondo virtuale di OZ è infine l'oggetto incriminato o tutt'altro che una minaccia per la vita reale? La clamorosa atmosfera da happy ending, che segue istanti fino a poco tempo prima estremamente tragici, sembrerebbe stranamente confermare la seconda opzione: in pratica, un virus genera un'intelligenza artificiale in grado di mandare in tilt un avanzatissimo sistema informatico globale, col rischio di compromettere la vita dell'intera popolazione, ma un gruppo di ragazzini trova il modo - plateali colpi di fortuna permettendo - di risolvere tutto a pochi minuti dalla catastrofe, poi, qualche ora dopo, il momento dei festeggiamenti, e magari, qualche altra ora dopo, il mondo artificiale di OZ tornerà ad essere parte irremovibile della quotidianità. Cos'è, uno scherzo? Avevamo davvero bisogno di un piccolo genio della matematica per salvare il mondo? A questo punto ritengo sia davvero stonato indicare quella di <i>Summer Wars</i> come animazione fantascientifica, giacché per quanto possa essere presente la cornice avveniristica, il titolo punta principalmente all'intrattenimento smaliziato di un pubblico non troppo esigente, fornendosi di una realizzazione tecnica di spessore come propria arma vincente.
Siamo ben lontani dalla maggiore ricercatezza de La ragazza che saltava nel tempo.


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Davi 90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Film d'animazione giapponese niente male, piacevole ed interessante. Ecco i termini che posso usare per descrivere, Summer Wars. Grazie a Rai 4, ho potuto gustarmi un film di altissimo livello grafico e tecnico. Il regista Mamoru Hosoda, si è dimostrato abbastanza bravo, quasi da riuscire a far vincere a questo film il Premio Oscar 2011 come “miglior film d’animazione”.

Il livello tecnico è molto alto, i personaggi hanno volti molto espressivi e anche il loro corpo ha movimenti realistici e vari. La qualità è quasi impeccabile, secondo me.
La trama, di certo, non è complessa, anzi è abbastanza semplice. Il film non subisce una vera è propria evoluzione ma mostra un buonissimo cast di personaggi e una idea di fondo molto interessante. Vedere questo immenso mondo virtuale, in cui tutto è possibile, è davvero emozionante.
Non mancheranno delle gag, che apprezzo, per il fatto di non essere mai esagerate, come anche, non mancheranno neppure punti commoventi e toccanti durante la visione.

Il vero potenziale, comunque, di Summer Wars sta nel trasmette dei messaggi chiari, che dovrebbero farci riflettere. Capiamo come l'uomo può diventare impotente di fronte a delle situazioni incontrollabili; come per degli esperimenti si può mettere a rischio la vita dell'intero pianeta; come l'unione fa la forza e, specialmente, come la tecnologia da un bene, possa divenire un vero pericolo. Quindi, ha una buona morale, e anche delle belle scene visive.

Una nota di merito va anche alla versione italiana. Molto buona, sia nelle voci scelte che nell'adattamento.
Lo consiglio se volete vedere qualcosa di semplice e carino. Sicuramente non un capolavoro, ma un film gradevole sì.


 1
Uccello Gira-Viti

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Benvenuti nel mondo i Oz! Crea il tuo avatar ed entra in questo enorme network dove potrai fare shopping, lavorare ed interagire con persone da tutto il mondo.
Dopo questa breve presentazione non ho potuto non pensare all'ormai notissimo Facebook. E non ho potuto non sorridere alla frase finale: "vieni anche tu a goderti la vita su Oz!".
Comincia così, nel migliore dei modi, anche se un leggermente inquietante se si pensa a come questo genere di social network si stiano ormai sovrapponendo alla vita reale, questo bellissimo lungometraggio che mi ha tenuto sveglio ed incollato al televisore nonostante fossero le otto di mattina di un giorno feriale.

Non è però tanto su Oz che si concentra il film quanto sul solito ragazzino nerd un po' sfigato a cui capita una occasione d'oro: la ragazza più gettonata della scuola lo invita a casa sua per un "lavoretto part-time". Il povero sfortunato scopre solo dopo aver fatto conoscenza dell'enorme e vivace famiglia della ragazza, bisnonna e matrona in primis, che lui è lì in veste di promesso sposo della ragazza, che aveva promesso alla bisnonna che gli avrebbe presentato in occasione del suo compleanno il suo futuro marito. Quando però al ragazzo arriva una specie di codice numerico per e-mail, il giovane candidato alle olimpiadi di matematica non può non provare a decifrarlo. Purtroppo ce la fa, e ciò dà il via ad un enorme crollo del sistema OZ.

Così tra mirabolanti combattimenti virtuali, simpatiche scene familiari colpi di scena e disastri mondiali la trama continua, vedendo l'enorme famiglia combattere contro un disastro che sembra inevitabile. Una trama non scontata ma nemmeno innovativa è calata in un ambiente che mi è piaciuto da matti, con un ottimo comparto tecnico. La riflessione introdotta è però la più importante, e chiunque lo veda non può non coglierla.
Un fantastico film che però posso capire non abbia vinto l'oscar. Consigliatissimo.


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Mashiro Moritaka

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
A mio avviso Summer Wars è un vero e proprio capolavoro dell'animazione di questi ultimi anni, e i premi che si è portato a casa sono più che meritati. Questo anime unisce più generi ad una base fantascientifica, inoltre riesce a alternare momenti di comicità ad altri più drammatici.

Partiamo con la trama, molto innovativa e originale per tanti versi, ma sopratutto per quello fantascientifico.
Kenji Koiso è un normale liceale, nonché un genio della matematica. Il suo tempo lo trascorre in Oz, un mondo virtuale che permette di fare le cose come nella vita vera. In estate la protagonista femminile, Natsuki, gli offre un "lavoro"; lui non sa di che si tratti, ma accetta. I due partono per Ueda, città natale della nonna di Natsuki. Appena arrivata al villaggio Natsuki presenta Kenji alla nonna come suo ragazzo. In verità il lavoro di Kenji è quello di far finta di essere il ragazzo di Natsuki per il novantesimo compleanno della nonna. Kenji conosce tutti i famigliari di Natsuki, finché nella notte gli arriva un messaggio, da qui per lui incominciano i guai, infatti rispondendo al messaggio riesce a sbloccare un codice che permette di violare la sicurezza di OZ. Il giorno dopo scopre che il sistema di OZ è stato infranto e lui è accusato di essere il colpevole. Ma sotto c'è di più, infatti poco prima il suo account era stato rubato da Love Machine, un vita artificiale...

I disegni sono molto ben fatti e curati, il chartcer design è curato dallo stesso disegnatore di Neon Genesis Evangelion. Bellissimi inoltre sono le animazioni, perfette in ogni dettaglio. Le colonne sonore sono meritevolmente diventate molto famose in tutto il Giappone.
Nell'introduzione ho detto che ha vinto molti premi, infatti quest'anime ha vinto il Golden Leopard al Locarno International Film Festival del 2009, ed è stato premiato come migliore film d'animazione al Mainichi Film Concours ed ai Japanese Academy Awards del 2010. Inoltre fu candidato agli Oscar per il miglior film d' animazione nel 2011

Consigliato vivamente a tutti, è un vero capolavoro degli ultimi anni perciò non esitate a guardarlo.


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Shiro-san

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Film d’animazione prodotto nel 2009 dalla Madhouse (rilasciato dalla Warner Bros) e diretto da Mamoru Hosoda. Forse ai più il nome del regista dirà poco, però vi basti sapere che nella sua carriera ha scritto e diretto (in collaborazione con Okudera) nel 2006 l’acclamato “La ragazza che saltava nel tempo”.
Summer Wars si discosta nettamente dal precedente lavoro di Hosuda, se non per un piccola fetta del film che viene lasciata all’ambito romantico (anche se ha poco peso nell’economia della storia).
La trama è incentrata su due “personaggi” principali: il primo è il protagonista Kenji Koiso, studente genio della matematica e abile risolutore di enigmi ( noltre è anche un moderatore nell’immenso mondo informatico di Oz), mentre il secondo è rappresentato dal nucleo familiare Shinohara e capeggiato dalla vecchia Sakae. Il punto d’incontro fra questi due characters è la figura di Natsuki, nipote di Sakae, la quale deve far credere alla sua famiglia, in occasione dei 90 anni della nonna, che Kenji sia il suo fidanzato.

La storia si dipana in due parti che procedono parallelamente: la risoluzione di contrasti e attriti all’interno dell’immensa famiglia di Natsuki e la battaglia contro l’intelligenza artificiale soprannominata “love machine”, la quale sta distruggendo il web rischiando di innescare calamità varie.
Su questo ultimo punto si è posata la mia attenzione: essenzialmente Hosuda ricrea nel film una sorta di Facebook globale molto più complesso e allacciato alla nostra vita, Oz. È tramite questo mondo virtuale che “love machine” riesce ad impossessarsi della “vita” informatica delle persone (io sotto a questo riferimento ho letto una velata critica alla crescente dipendenza dai social network). Sulla battaglia alla AI il regista spazia molto nell’ambito shonen e interrompe la ripetitività delle vicende familiari, ma, tutto ciò, senza mai annoiare lo spettatore - o spezzare la narrazione.
Alla grafica, che segue fedelmente la linea tracciata da “La ragazza che saltava nel tempo”, assegno pieni voti.

Il fatto è che, ahimè, non sono tutte rose e fiori. Infatti a mio parere ci sono due negatività non di poco conto. La più banale è rappresentata sicuramente dal pessimo doppiaggio, in quanto le voci sono scarsamente coinvolgenti e “di peso”. La seconda pecca invece richiede una più attenta analisi.
La risoluzione delle varie vicende correlate a “love machine” è simile (per non dire uguale) alla struttura del film del 1983 “Wargames”, conosciuto da noi come “Giochi di guerra”. Su questo punto non posso transigere: la carenza di fantasia, con conseguente “influenza” da altre fonti di ispirazione, è per me una delle cose più gravi che ci possono essere in un anime, figuriamoci in un film di appena un’ora e mezza.
La mia valutazione è fortemente influenzata da quest’ultimo fattore, ma per il resto bisogna rendere merito ad un buon lavoro, ma non ad un capolavoro.


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mastersilver88

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Visto in un momento di delirio da esami, si è rivelato l'accompagnamento perfetto per quel momento abbastanza assurdo. Dirò la verità, avevo molte aspettative su questo titolo, avendo sentito molte opinioni positive al riguardo, ma sono rimasta un po delusa.

La trama è abbastanza semplice, segue il filone del classico ragazzino insicuro di sé che salva il Giappone e acquista fiducia in sé stesso, riuscendo pure a farsi bello agli occhi della ragazzina carina. Il film non esce da questo tracciato e non regala momenti di suspance, colpi di scena o colpi di originalità, risulta tutto abbastanza prevedibile, sia nella tempistica che nella concatenazione causa/effetto/disastro successivo/ribaltone/colpo di scena/etc.
In compenso l'assurdità di determinate scene rasenta il comico demenziale, e la volontà di voler esagerare e stupire a tutti i costi risulta fastidiosa, non c'è bisogno di chissà quali espedienti per creare interesse nello spettatore. E questo solo nel mondo reale.
Il mondo virtuale è il contraltare della vicenda nel mondo reale, o viceversa? Su questo quesito è praticamente costruito l'aspetto del film, peccato che i due mondi e il loro incrociarsi renda la vicenda decisamente difficile da digerire. Le due parti si intersecano "a singhiozzo", rendendo difficile allo spettatore assimilare serenamente il doppio piano della vicenda, e creando una sensazione di "fastidio", come se qualcuno, durante una scena interessante nel mondo reale, facesse zapping a caso nel mondo virtuale, e viceversa.

In questo contrasto eccessivo tra le due realtà sta, secondo me, la maggior debolezza del film, tenendo conto che questo fastidio e "stacco" non è vissuto né dal protagonista né dai comprimari, che anzi, mano a mano che la vicenda prosegue, trovano nell'avanzamento del film un agghiacciante parallelismo tra quello che accade nel mondo virtuale e nel mondo reale. Nel momento in cui le due realtà riescono a trovare equilibrio nella narrazione, il regista si lascia prendere la mano dalla parte virtuale (com'è giusto che sia), scadendo però nel classicissimo colpo di scena buonista (e concedetemelo, ho riso per tutta la durata della scena).
Qui la mia recensione smette quella poca oggettività che ho cercato di preservare, e sprofonda nella vergogna dello spettatore che sperava di non trovarsi davanti quello che ha visto. Arrivare nel 2009 (anno produzione, ora 2011) e vedere la stessa scena presente in quasi ogni momento cruciale di anime/manga/film mi dà sui nervi. Il finale fa sorridere il giusto.

Lo stile del disegno è sintetico, nulla di originale ma fresco, adatto per il genere di storia e per dare un effetto di fluidità tra personaggi e ambiente. Nei fermo-immagine risulta fastidioso il contrasto di colori e forme tra sfondo e personaggi, ma nel film non si nota minimamente. Ho apprezzato le deformazioni prospettiche dei corpi in certe inquadrature, rendevano molto bene l'espressività dei personaggi, decisamente meglio dei loro volti.
Il design del mondo virtuale è molto "puccioso" (kawaii?) e colorato, inutile elencare i riferimenti simbolico/visivi di avatar e del cattivo, oltre che dell'avatar-yoko, ma sono abbastanza godibili nel fracasso delle varie scene.

Concludendo: il film poteva essere decisamente meglio. La più grossa pecca è stata, secondo me, l'eccessiva prevedibilità delle scene, e la voglia di strafare a tutti i costi in momenti in cui non era necessario.
Rimane comunque un film carino da guardare da soli o con gli amici, ti dà giusto la voglia di una bella fetta di anguria in un caldo pomeriggio estivo.

Utente5795

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Utente5795

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Non avevo dubbi sul fatto che Mamoru Hosoda sarebbe riuscito a convincermi anche con questo film: avendo già visto Digimon Adventure - Our War Game e La ragazza che saltava nel tempo, e quindi conoscendo la lodevole capacità del regista di creare prodotti semplici, marcatamente "tradizionali" sotto diversi aspetti, ma sempre convincenti e appassionanti, ero certo che le numerose lodi ricevute da Summer Wars avevano il loro perché. Alla fine, le mie convinzioni non si sono dimostrate azzardate: questo lungometraggio è a tutti gli effetti una conferma, un esempio scintillante, e mai solido come ora, di cosa il buon Hosoda sappia offrire.

È necessario però partire, nell’analisi di questo film, da un fattore narrativo che ha sfumature sia positive che negative, e che può quindi influenzare notevolmente l’approccio alla visione: Summer Wars riprende infatti, in maniera anche piuttosto evidente, una buona parte di quanto è già stato detto in Our War Game. Come nel secondo film dei Digimon, la narrazione è costituita da un botta e risposta tra il piano della realtà virtuale e quello della realtà effettuale dei personaggi, spesso intrecciate in un gioco di corrispondenze assai studiato; inoltre, vengono riesumati il tema dei pericoli informatici, delle conseguenze che un’azione di hacking può avere sulla vita reale in un mondo dove tutto è controllato dai computer, nonché diversi aspetti della trama, su tutti il rischio del disastro nucleare causato dalla manipolazione dei sistemi di sicurezza da parte del virus informatico, e la possibilità dello schianto di un missile proprio nella zona dove si trovano i protagonisti.

Mera operazione di riciclaggio, quindi? Tutt’altro: Hosoda ha semplicemente ripreso il discorso iniziato con Our War Game e l’ha ampliato, aggiungendo una maggiore cifra di drammaticità e approfondendo notevolmente tanto le tematiche espresse nel polo “reale” del film, focalizzate sul ruolo della famiglia, sulla morte e sul valore personale, quanto l’impatto visivo dell’altro polo, quello immerso nel mondo cibernetico di Oz, nel quale la dinamicità e la spettacolarità trovano terreno fertile. Inoltre la caratterizzazione eterogenea, accattivante e senza fronzoli dei numerosi personaggi è perfetta per esprimere il messaggio di collaborazione e comprensione reciproca che il film promuove, per la quale non sarebbe stata adatta invece un analisi caratteriale più ardita dei protagonisti. Summer Wars è quindi un valente amalgama di azione, umorismo e sentimento, calibratissimo e senza sbavature nelle sue articolazioni narrative, e che sebbene non brilli per originalità, coinvolge così tanto che riesce a tenersi lontano da un pericoloso sentore di “già visto”.

A tutto questo si aggiunge l’eccellente apparato grafico della Madhouse, con la quale Hosoda aveva già lavorato per La ragazza che saltava nel tempo - se lì però il risultato era un po’ traballante, adesso invece i grandi sforzi profusi ci portano di fronte ad uno spettacolo visivo che non conosce punti deboli. Al character design si riconferma Yoshiuki Sadamoto con il suo inconfondibile tratto, deliziosamente spigoloso ed espressivo, ben conformato alla consueta bidimensionalità dei personaggi, tipica dello stile di Hosoda; allo stesso modo la computer graphics si afferma ancora una volta come uno strumento duttilissimo e di grande importanza per realizzare un buon prodotto animato ai nostri giorni: le animazioni e le ambientazioni delle sequenze cibernetiche sono lì a dimostrarlo. Ottimi sono anche i fondali delle scene riguardanti il mondo reale, splendidamente particolareggiate. Nulla da segnalare invece per la colonna sonora, che si mantiene su livelli discreti, senza picchi di interesse particolari.

L’edizione DVD italiana, curata dalla Kaze, non può dirsi delle migliori per rapporto prezzo/contenuti: la novità del prodotto non può infatti giustificare l’alto costo (oltre 20 euro) di un disco che contiene solamente il lungometraggio, senza la minima traccia di extra. Anche il doppiaggio non è particolarmente curato, ma almeno si dimostra gradevole, mentre le uniche note veramente positive vanno ad audio e video, che da soli non riescono però a togliere la convinzione che questo film avrebbe meritato un’edizione home video più seria.

Per concludere, direi che Summer Wars costituisce a tutti gli effetti la prova definitiva delle abilità e della coerenza di Mamoru Hosoda, un regista che finora si è ben guardato da fare un passo più lungo della gamba ed ha saputo regalarci ottimi momenti d’intrattenimento senza mai stancare. Peccato che non sia riuscito ad entrare tra i canditati all’Oscar per miglior film d’animazione di quest’anno: si sarebbe di certo fatto valere.


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Tacchan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Dopo una lunga attesa, sono riuscito finalmente a vedere Summer Wars, la cui visione mi ero volontariamente precluso per godermelo con moglie e amici doppiato in lingua italiana. Presenti alla visione 5 persone, solo due di queste veramente appassionate di anime e manga.

Il film è piaciuto a tutti i presenti: è stata una visione piacevole, sostenuta da un buon ritmo narrativo e da un ottimo impatto visivo. L’aspetto che ho trovato più curioso è come l’opera cerchi di amalgamate due ambientazioni totalmente diverse e contrapposte, proponendo da un lato la vita di una famiglia alla ‘vecchia maniera’, matriarcale ancora fortemente legata alla tradizione giapponesi, dall’altra una versione spinta e potenziata di internet. Gli sceneggiatori ci presentano un’avveniristica interfaccia virtuale, una sorta di evoluzione degli attuali social network, che riesce a connettere il mondo in modo globale e capillare, infrangendo le barriere culturali e linguistiche: il mondo di OZ. La sua diffusione è così ampia e le sue funzionalità così versatili che viene utilizzata dalle principali aziende del pianeta e che quasi ognuno ha un proprio account. Ma quali pericoli possono derivare dallo spostamento in un ambiente virtuale delle attività che prima venivano, magari in modo più oneroso, svolte in modalità offline? Tale riflessione in realtà è appena accennata visto che viene lasciata allo spettatore la facoltà di ricavarsi una propria risposta, ma risulta invece chiarissimo come ormai il confine tra vita reale e virtuale sia sempre più sottile e che gli eventi virtuali ormai possono avere serie ripercussioni sulla vita reale. Una tema questo molto attuale e che caratterizzerà sempre più il nostro futuro: già ora basta utilizzare l’attuale Facebook in modo distratto e scrivere cose errate per rischiare, per esempio, di perdere il posto di lavoro.

Come detto, in mezzo a questo spaccato tecnologico, il film contrappone la vita di una famiglia alla vecchia maniera, dove lo spirito di aggregazione è ancora forte. Un ragazzo abituato ai ritmi metropolitani, che a malapena vede i propri genitori e che vive più nel mondo virtuale che in quello reale, viene accolto da questo ampio gruppo familiare e avrà modo di apprezzare uno stile di vita totalmente diverso da quello a cui è abituato. Conoscerà inoltre in modo meno superficiale una ragazza dalla quale era sì attratto, ma con la quale non era mai riuscito a instaurare un vero e proprio rapporto umano.

Se sono riuscito a incuriosirvi vi invito a leggere le altre recensioni di Summer Wars che potete trovare nella nostra scheda anime. Vi basti comunque sapere che l’ho apprezzato molto, così come tutti gli altri presenti alla sua ‘proiezione’, e lo ritengo una visione obbligata per ogni buon appassionato di animazione.

Quello che mi ha lasciato perplesso è stata invece l’edizione BluRay di Kaze, decisamente sotto le mie aspettative. Il lungometraggio è stato visto su un 50” al plasma HD Ready 1366x768, con impianto audio 5.1. Non potendo valutare il Full HD, tenete presente che le considerazioni sul reparto video sono da prendere con le pinze.

La prima cosa che si nota subito è la totale assenza di extra: il film è uscito anche in versione DVD in due diverse edizioni, una normale e una da collezione, contenente diversi extra. Da quel che ho visto, esiste solo una versione BluRay, e non ha nulla di quanto offerto come extra nella versione da collezione in DVD. La cosa ovviamente mi ha lasciato perplesso, anche se potrete ‘consolarvi’ vedendo il film in svariate lingue europee. Di mio interesse è solo la traccia italiana e proprio da questa arrivano le altre note dolenti, visto che non mi è molto piaciuta la distribuzione dei canali nel 5.1, visto che l’apporto delle casse posteriori è stato piuttosto deficitario. Sfortunatamente per Kaze ero da poco reduce dalla visione di Evangelion 2.22, che presentava una ben altra resa audio, con maggiore coinvolgimento delle 5 casse e un’esperienza decisamente più coinvolgente. Non avendo l’edizione originale giapponese con la quale fare il paragone non ho modo di affermare che il problema sia peculiare solo della versione Kaze, ma non posso nascondere che mi sarei aspettato qualcosa di più, anche in considerazione del fatto che non mancano le sequenze in cui si sarebbero potute sfruttare le caratteristiche dell’impianto.
Se probabilmente Kaze poteva fare qualcosa in più per quel che riguarda l’audio, di certo doveva fare qualcosa in più per quel che riguarda l’adattamento: una cosa che si nota subito è come le molte scritte siano lasciate prive di alcuna traduzione. Se in alcune parti era in effetti impensabile tradurre le decine di log di chat dalle varie lingue mondiali, mi aspettavo una traduzioni per alcune scritte giapponesi che appaiono con un certo rilievo e che avrebbero potuto avere una discreta rilevanza nella trama.

In conclusione: un ottimo film, ma un'edizione BluRay appena sufficiente da parte di Kaze. Sufficiente in quanto vi permetterà di godervi comunque questo bel lungometraggio, ma di certo avrei preferito un maggior riguardo da parte dell’editore, considerando anche che ho speso 30 euro per comprare il BluRay in questione e mi trovo con una confezione povera che comprendo solo la copertina e il disco, nessun extra o bonus di alcun tipo, e un adattamento e una cura tecnica che si limita a fare semplicemente il minimo indispensabile.


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Ironic74

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Dopo averne sentito parlare per un anno intero e averlo visto vincere tutti i premi che contano nel settore anime, vedere “Summer Wars” per me era diventato un obbligo. A tre anni da “La Ragazza che saltava nel tempo”, accolto come una interessante ventata di aria fresca da critici e pubblico, Momodo Hosoda ritorna a dirigere un lungometraggio di animazione con l’impegnativo compito di confermare ciò che di buono aveva fatto vedere.

“Summer Wars” è la storia di un ragazzo di 17 anni, Kenji, precoce genio della matematica ma incapace di avere una vita sociale che non sia quella “virtuale” che viene vissuta in Oz, un gigantesco Social Network globale talmente importante che ormai anche ditte, uffici e persino governi nazionali utilizzano come se fosse un luogo reale.
A strappare Kenji dalla sua monotona vita è la 18enne Natsuki, la classica ragazza dei sogni di ogni sfigato, che con la scusa di un lavoretto estivo lo porta con sé nel suo paese natio in seno alla sua popolosa famiglia nel bel mezzo dei preparativi per la festa dei 90 anni della nonna Sakae. Quest’ultima è la vera colonna portante del vasto nucleo familiare, una figura di riferimento per tutti e depositaria delle antiche radici storiche che legano il nome dei Jinnouchi alla politica e all’economia della città.

Dopo un inizio scontato (l’asociale secchione che riesce ad avvicinarsi alla ragazza che gli piace) quindi la storia comincia a correre su due binari paralleli, mostrandoci la crisi che si sta verificando nel virtuale mondo di Oz e la vita frenetica e più che reale della famiglia di vecchio stampo matriarcale. Diverse sono le chiavi di lettura che si possono trovare in questo film a cominciare dal classico assioma dell’animazione giapponese, e cioè quello che ci mette in guardia dall’uso scriteriato della tecnologia, dimenticando l’importanza e il valore delle tradizioni. In questo caso il film ci porta nel più attuale dei fenomeni socio-culturali dato che l’espandersi di internet in ogni ramo della società grazie anche alla maggior facilità di potervi accedere, ha fatto in modo di rendere il nostro modo di comunicare sempre più veloce e soprattutto globale, rompendo ogni schema precedente di tempo e spazio; se le connotazioni positive di tale situazione sono sotto gli occhi di tutti, meno evidenti sono quelle negative. Oz da mero svago virtuale arriva ad assurgere al ruolo di gigantesco crocevia per ogni tipo di servizio civile e militare, ma, come sempre, l’avidità umana ci mette lo zampino e la sicurezza tanto decantata del programma viene infranta con relativa facilità mettendo in pericolo tutto il sistema e la vita di migliaia di persone. La catastrofe sfiorata serve, quindi, da monito alla tentazione di abbandonarsi totalmente nelle braccia virtuali della tecnologia poiché questa resta una creazione umana e proprio per questa non può essere infallibile.

La seconda chiave di lettura riguarda l’importanza dei valori e delle tradizioni incarnate nella vasta famiglia Jinnouchi; è lei alla fine la vera protagonista di questa storia, che infatti da alcuni è stata definita “corale”. Essa è la giusta contrapposizione all’alienazione internettiana di Oz di cui alla fine, in un crescendo di emozioni in cui i due binari narrativi finiscono per intrecciarsi, risulta uscirne come vincitrice. Esistono, certo, certe forzature nella trama però, pur risultando bizzarro che nello stesso posto si trovino colui che ha inventato il programma Hacker, il campione di giochi di Oz e colui che è in grado di forzarne il sistema, questo non intacca la fluidità della narrazione. A risultare carente è, a differenza de “La ragazza che saltava nel tempo“, l’approfondimento psicologico dato che i personaggi principali e secondari sono davvero una moltitudine. Il regista compie così la scelta di procedere ad un grande affresco generale capace di descrivere le piccole e grandi manie che ci sono un po’ in tutte le famiglie senza correre il rischio di andare a scavare in profondità dato che in un film di due ore questo risulterebbe impossibile.

Al di là di tutto quello che veramente costituisce, secondo me, il punto di forza di questo film è la grafica davvero eccelsa. Ogni fotogramma sembra curato nei minimi dettagli, con una fluidità d’immagine davvero realistica e una cura minuziosa di ogni singolo particolare. Ottima anche la scelta grafica di distinguere il mondo reale da quello virtuale, per non parlare dei singoli personaggi che tendono a muoversi singolarmente sullo schermo anche in scene di gruppo. “Summer Wars” è l’ennesima, ma forse più viva dimostrazione del perché io preferisca l’animazione nipponica. Pur utilizzando i più innovativi sistemi tecnologici Momoda Hosoda ci pone davanti gli occhi un disegno scevro dalla pesantezza della computer grafica (specie nelle scene reali), riproponendoci la bellezza di tratti che sembrano usciti in quel momento dalla tavolozza di un artista.

Un film che è un trionfo per gli occhi e che non potrà non piacere agli amanti di anime ma anche allo spettatore non avvezzo; Wikipedia lo definisce un film fantascientifico, ma mi sembra riduttivo, “Summer Wars” risulta (come buona parte delle recenti produzioni) una commistione di generi per un prodotto il cui valore alla fine risulta notevole e che ha meritato il premio di miglior pellicola di animazione Giapponese del 2009.


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Killing91

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Chi non conosce i giochi virtuali che simulano una vita parallela, quante ore passate a giocare nei panni di chi ci piacerebbe essere anche nella realtà? Ora immaginate che questo mondo di dati influenzi anche la vita reale, provocando danni anche gravi. Degli avatar che, pur non rispecchiando del tutto la nostra persona, hanno accesso a informazioni a seconda del proprio tipo di lavoro, diciamocelo, un po' azzardato se si è un Presidente di una Nazione. Questo che vi ho descritto, evitando spoiler, è il mondo di OZ; un mondo virtuale, nel quale è coinvolta gran parte della popolazione mondiale.

La storia di Summer Wars è incentrata su questo "gioco" nel quale un'AI (artificial intelligence) inizia a creare scompiglio, provocando danni anche al mondo reale. Un ragazzo delle superiori, Kenji, viene invitato a casa di una sua compagna di scuola più grande, Natsuki. Il motivo di questo invito è l'offerta, da parte della ragazza, di un misterioso lavoro part-time; tralasciando la famiglia stramba di Natsuki, Kenji si trova ad affrontare questa AI che sembra averlo incastrato. Il ragazzo dopo aver tradotto un codice, si ritrova incriminato per hacking, difatti ad OZ ogni cosa è messa sottosopra e gli indizi convergono sull'innocente liceale.

Questa è la prefazione a grandi linee; a parer mio Summer Wars è un film davvero ben fatto: la storia è originale; i personaggi sono ben definiti e nulla è lasciato al caso; la storia sentimentale tra i due ragazzi, anche se in secondo piano, è divertente e mai monotona. Di monotono c'è poco e niente in questo film, di fatti non si ha mai l'impressione di cadere in episodi visti e stravisti, inoltre si è completamente coinvolti nella storia. Vi consiglio caldamente di vederlo, sono sicuro che non ve ne pentirete.


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Dalloshh

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Originale, dinamico, ironico e con sfumature malinconiche, specialmente verso la fine.
Summer Wars, film d'animazione ben fatto ricco di personaggi non banali che risultano piacevoli. Le tecniche usate rendono l'idea di leggerezza che vuole richiamare il film, scarso uso di ombreggiature, colori accesi, velocità nei movimenti da parte dei personaggi; bellissimo l'universo di OZ, non solo graficamente ma l'idea in sé è meravigliosa.
La trama all'inizio può risultare banale, ma l'umorismo e la dinamicità delle azioni, anche se certe volte vengono svolte da parte del personaggio di turno attraverso un pc, fanno in modo che il film non risulti mai statico; interessante l'atmosfera che viene a crearsi in questa grande famiglia, ed i vari atteggiamenti dei componenti familiari non fanno che esaltare le doti di questo grande gruppo di anime che con ogni mezzo tenta di vincere, di mantenere alto l'onore, spassosi i vari caratteri di questi personaggi che mutano rispetto alla situazione.
Che dire, da vedere!


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roooo83

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Kenji Koiso è un ragazzo molto timido, appassionato di matematica. Un giorno d'estate, la sua senpai Natsuki Shinohara, gli offre un misterioso lavoretto e lo conduce con lei a Ueda, sua città Natale. Una volta arrivati, Kenji scoprirà che la numerosa famiglia di Natsuki è in procinto di riunirsi in massa nella villa della capo-famiglia, l'anziana nonna che sta per compiere novant'anni. La sorpresa e l'imbarazzo del povero Kenji saranno ancora più grandi quando Natsuki lo presenterà alla nonna come suo fidanzato e futuro sposo! Ma quella che inizialmente sembrava essere una strana vacanza estiva insieme a gente del tutto sconosciuta, si rivelerà ben presto un'avventura singolare. Kenji è un assiduo frequentatore di Oz, un mondo virtuale dove più di un milione di persone in tutto il mondo possiedono un account e gestiscono le più svariate attività come nella vita reale. Ma se qualcuno crea un hacker virtuale (chiamato Love Machine) in grado di rubare gli account di centinaia di utenti che gestiscono attività più o meno importanti, che cosa può scaturirne? Ecco così che ha inizio per Kenji e la numerosa famiglia Jinnouchi una guerra virtuale per sconfiggere il pericoloso hacker!

Il mondo reale e quello virtuale in una guerra epica! Summer Wars è un film geniale e singolare. Non riesco ad avanzare critiche perché l'ho trovato semplicemente fantastico! A partire dalla grafica, al character design, alla trama e alla struttura dei diversi (e tanti) personaggi. Non posso fare a meno che elogiare il lavoro che è stato fatto dallo studio Madhouse 3 anni dopo “La Ragazza che Saltava nel Tempo”. Il mondo virtuale che va a rotoli e che rischia di trascinare con sé anche quello reale è davvero affascinante. Tutte le vicende che vi ruotano intorno risultano perciò accattivanti e tengono con il fiato sospeso. Dai complessi codici matematici risolti da Kenji, alle battaglie virtuali di King Kasuma, dalla scoperta del creatore dell'hackeraggio di Oz, al pericolo che corre la Terra per qualcosa che inizialmente non sembrava potesse avere ripercussioni tanto catastrofiche, assistiamo a una vicenda che via via prende corpo e si sviluppa in maniera tale da catturare completamente lo spettatore a suon di colpi di scena e battaglie epiche, seppur in un contesto simile a un videogioco. Ne risulta un prodotto diverso dal solito che è riuscito davvero a coinvolgermi ed appassionarmi. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che ben si integra con la storia, così come la canzone nei titoli di coda, che esprime perfettamente i sentimenti dei due protagonisti.
Mi auguro che Summer Wars possa essere preso in considerazione nel nostro paese per una versione in lingua italiana. Lo meriterebbe! Nel frattempo, ne consiglio vivamente la visione a tutti, qualunque sia il genere preferito, perché in Summer Wars è presente un po' di tutto. Annoiarsi è impossibile!



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Franzelion

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
La fantastica accoppiata Mamoru Hosoda e Yoshiyuki Sadamoto, rispettivamente regista e disegnatore, dopo il successo de "La Ragazza che saltava nel Tempo" si riconfermano all'altezza della situazione, e anzi, questa volta si sono spinti anche più in là, con ottimi risultati.

Il film è incentrato su un sistema di social network che ha il controllo anche su quasi tutte le attività della vita reale, e gli iscritti a questa community sono più di un miliardo. Quindi tutto il mondo è perfettamente organizzato grazie all'ausilio di questo servizio, fin quando arriva il solito patatrack, una AI creata da un hacker, che infetta tutto il sistema. La situazione quindi si aggrava notevolmente e il problema si ripercuote anche sulla vita reale, causando terribili disordini e una possibile catastrofe al livello planetario. Non dico oltre per non spoilerare troppo.

Parto col giocarmi subito l'unico neo che sia possibile attribuire a questo film, ovvero la scarsa originalità della trama, molto simile a uno dei primi movie dei "Digimon", di cui infatti il regista è lo stesso. La storia comunque, nonostante le somiglianze di base, si distacca in diversi punti.
Il punto forte di Summer Wars è forse la perfetta caratterizzazione dei personaggi, l'intreccio delle loro relazioni con gli altri, il loro passato e il presente. Anche i personaggi secondari presentano una mentalità ed un ruolo di primo piano, con il loro passato che si interseca egregiamente con gli stati emotivi e le azioni compiute nel presente, creando una perfetta armonia, un quadro, o un puzzle concluso. Per di più è un film che riesce a emozionare come pochi perché nella sua semplicità è ben consapevole di far breccia nel cuore degli spettatori. D'altronde questo aspetto è tipico della genialità dei giapponesi.

Per concludere, Summer Wars risulta un prodotto studiato e curato per ogni dettaglio, semplice ad una prima impressione, ma complesso se visto attraverso una lente d'ingrandimento. Pur essendo un film senza troppe pretese, si rivela essere una piccola perla che ha centrato in pieno il bersaglio; non a caso ha vinto il premio come migliore animazione dell'anno. Praticamente è una bella copia de "La Ragazza che Saltava nel Tempo". Diverte, intrattiene, fa ridere, fa piangere, fa riflettere... in una parola: stupendo! Uno dei film più appaganti che abbia mai avuto la fortuna di vedere.
Peccato per la scarsa originalità, altrimenti avrei dato 10 senza pensarci 2 volte.


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tomoko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Summer Wars è un film che mescola temi come la realtà virtuale, la famiglia - decisamente numerosa, in questo caso -, la morte, l'amore... E, secondo me, ci riesce benissimo.
Al di là dell'ottimo comparto tecnico, che ricorda molto quello de "La ragazza che saltava nel tempo", il mescolarsi delle varie vicende è il vero punto di forza: se si può obiettare che, riassumendo, la trama non sia in realtà un miracolo dell'originalità, le vicende riescono a incastrarsi in un tutt'uno che trasmette sentimenti, dal dispiacere e dalla tristezza all'ansia e all'adrenalina. I rumorosi personaggi che si muovono per la storia hanno difetti e virtù, e sembrano andare ognuno in una direzione diversa; ma il filo della famiglia che li lega li rende uniti nelle loro diversità nei momenti di vero bisogno.

Un ultimo parere (a caldo) molto personale. Secondo me questo è un film da vedere, di quelli che ti lasciano dopo averlo visto un senso di entusiasmo misto a malinconia: provatelo. Per quanto possiate essere occupati, queste due ore della vostra vita possono essere impiegate a guardarlo. Non ve ne pentirete.

Oniraque

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Oniraque

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Dopo aver visto il film dei "Digimon" lo definirei deludente. Risulta quasi una copia del sopracitato film (e lo richiama anche nel titolo: "Our war game").

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Oserei quasi dire che lo cita anche nella scena finale, in cui tutti gli utenti del net si presentano ad aiutare i nostri protagonisti.

Fine parte contenente spoiler

I personaggi sono senza dubbio poco banali e risultano essere tutti piacevoli e abbastanza profondi. Forse la famiglia numerosa è un po' troppo seccante, ma è una caratteristica realistica.I disegni ed i colori - praticamente senza ombreggiatura - risultano molto leggeri e ricordano "La ragazza che saltava nel tempo". Sinceramente comunque mi sono piaciuti. La colonna sonora è piacevole.
Sul web avvengono cose impossibile da pensare in un qualsiasi videogioco (eccezion fatta per l'ultima sfida): i combattimenti sono assolutamente irrealistici se pensati come un videogioco. Nell'insieme l'opera è guardabile, ma non eccezionale. La trama risulta piuttosto banale e scontata, ma - come detto - la profondità dei personaggi senza dubbio rialza il livello dell'opera.

Limbes

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
«Bigger. Better. Darker». Questi tre termini si potrebbero applicare al Summer Wars di Mamoru Hosoda, il quale ingigantisce, migliora e per certi versi incupisce molto di ciò che si era visto nel suo precedente "La ragazza che saltava nel tempo". Eppure Summer Wars[/]&gt; non ricalca né gli schemi né i temi del film che l’ha preceduto, ma ne mantiene l’estetica e lo stile per raccontare qualcosa di molto diverso e di molto, molto più articolato, ampio e spettacolare. E se già dai primi minuti dell’opera ci si può rendere infatti conto di quale sia la portata, quanto meno visiva, del lungometraggio, andando sempre più avanti ci si accorge di quale sia la voglia del film di meravigliare con la sua ricchezza d’immagini e contenutistica. Difatti se "La ragazza che saltava nel tempo" è un’opera più intima e concentrata nel suo nocciolo costituito soprattutto dalla protagonista, e poi dai suoi due compagni, Summer Wars invece sembra compiacersi della propria abbondanza, fatta di una quantità esorbitante di personaggi, spesso presenti contemporaneamente in scena, di uno spettro non indifferente di tematiche e di un numero ancora maggiore di elementi e dettagli visuali.

Quello che però rimane inalterato è la freschezza della storia estiva, per certi versi classica, che funge da pista di decollo per le azioni del lungometraggio. Così il più consueto dei “fraintendimenti” dà il la alla reazione a catena che coinvolge i due mondi, quello reale e quello virtuale di Oz, visto che dall’invito a fingere di essere il suo ragazzo, rivolto dalla desideratissima estroversa e frizzante Natsuki all’impacciato genio della matematica Kenji, tutto il globo verrà stravolto. Però il tono dell’anime non diviene mai drammatico, e l’enfasi data dalla sua arsi è sempre connotata da più di una spruzzata di demenzialità che, essendo una costante in tutto il film, in ogni caso non stempera la tensione. Tensione che anzi raggiunge ottime vette grazie al ritmo ben calibrato dell’opera, la quale si prende una buona fetta della sua parte iniziale per presentare la numerosissima famiglia di Natsuki, i Jinnouchi, cui Kenji verrà introdotto nelle vesti di futuro marito, e poi sale di giri e inizia a incalzare con sviluppi e colpi di scena a raffica, seppure questi a volte paiono un po’ eccessivi o forzati. Sì, perché il numero di “coincidenze” e casualità che tornano utili è eccessivo, o almeno la ripetizione di tali artifici narrativi alla lunga mina in piccola parte – cioè solo se ci si presta attenzione – la “credibilità” della trama.

Invece ciò che non pecca di credibilità, e anzi rappresenta uno dei punti di più grande forza di Summer Wars, è il cast di personaggi, i quali sono tutti studiati in modo diversificato e attento. Ognuno di loro ha un proprio carattere e dei propri tratti distintivi, e a ciò si somma la carica vitale di ciascuno. Perché ogni membro della pazza famiglia di Natsuki è ben lontano dall’essere una semplice sagoma di contorno e ha invece un ruolo, e soprattutto una presenza, peculiare nell’economia del lungometraggio. Ovviamente ci saranno membri che spiccheranno più di altri, tuttavia in generale nessuna figura sembra superflua e tutte hanno invece qualcosa da dire e una parte da recitare. In particolare risaltano, per il loro carisma, la “matriarca” della famiglia Jinnouchi, nonna Sakae, e il giovane e all’apparenza cupo Kazuma, i quali spesso rubano la scena non solo a tutti gli altri, ma persino al protagonista Kenji, anche se Summer Wars rimane in ogni caso un’opera corale.
Risulta naturale pensare che ciò non sarebbe stato possibile senza il character design di Yoshiyuki Sadamoto. L’espressività e la brillantezza dei suoi disegni e il tocco vivificante che lui riesce a conferirvi restano una singolarità – o una delle poche – nel panorama dell’animazione nipponica.

In aggiunta, tutto il comparto tecnico di Summer Wars funziona splendidamente. Tanto per cominciare, le animazioni, anche se lontane dalla perfezione, o comunque dalle vette quasi inavvicinabili di alcuni capolavori ("Innocence" di Oshii, tanto per dirne uno), sono in ogni caso più che godibili e, se in alcuni frangenti perdono qualcosa in fluidità, mantengono sempre la naturalezza e l’agilità dei movimenti. Nello specifico la loro dinamicità a tratti rasenta la frenesia, e uno dei meriti più grandi dei direttori dell’animazione è stato proprio il non fare degenerare tutto nella confusione, organizzando invece ogni sequenza nel modo migliore al fine di ottenere velocità d’azione – quando occorre – senza sfociare mai nel caos disarticolato.
Poi, per quanto riguarda i colori, i cromatismi del lungometraggio, luminosi e purissimi, riescono a ricreare sia il gusto informatico-lisergico di Oz, sia la limpidezza tipica delle giornate estive. Pure in questo caso, come ne "La ragazza che saltava nel tempo", le colorazioni dei personaggi sono prive di variazioni chiaroscurali, mentre tutti gli altri elementi, fra cui si notano molto le consuete torri nuvolose (cumuli), presentano uno studio volumetrico attento. Il gioco di contrasti che ne deriva dà quindi lo stesso particolare effetto già apprezzato nel precedente film di Hosoda e, non essendo più una novità, inizia ad apparire come uno dei tratti distintivi delle opere del regista.

Come scenari, le due dimensioni spaziali nella quali si può suddividere il film sono realizzate con la stessa perizia. Se infatti il “mondo reale”, sia negli interni sia negli esterni, è un rigoglio di dettagli e un vertice di pulizia grafica, in quanto i fondali e gli ambienti sono stati studiati e curati fino al più piccolo particolare, i “mondo virtuale” di Oz è un vero e proprio delirio poligonale. Difatti, in virtù dell’uso più che massiccio della CG (Ryo Horibe), e soprattutto grazie alla complicità dell’art design di Anri Kamijō, Oz è un carnevale di colori e un’esplosione di forme, e il bello è che proprio la CG non stona per nulla e anzi conferisce un tocco unico all’atmosfera del cyberspazio, molto atipico, così configurato. E proprio il rapporto che si crea fra le due dimensioni è uno dei temi di maggiore interesse dell’opera, poiché viene a riproporre in maniera fantastica delle circostanze speculari alla nostra quotidianità, dove la rete e il mondo fisico sono sempre più interdipendenti. Allo stesso modo, in Summer Wars, Oz non è una semplice evasione dal mondo reale, ma ne è una parte e ciò che vi accade all’interno si ripercuote sulla realtà stessa, con dei risvolti, a dispetto delle apparenze briose ed edulcorate del cyberspazio, tetri e preoccupanti che stimolano alla riflessione critica.

Al dualismo reale-virtuale si affianca pure quello fra contemporaneità e passato, perché la sottolineatura delle differenze tra ciò che è stato e ciò che è, non soltanto in riferimento alla società attuale, ma anche in relazione alla stessa storia dei Jinnouchi, sono evidenziate con frequenza. Durante il film l’attenzione è quindi focalizzata spesso sul rapporto tra le diverse generazioni e sul loro contatto e avvicendarsi, con il peso che può avere la condizione di eredi – ricordandoci che siamo sempre tutti eredi. Grande merito però va sia a Hosoda sia a Satoko Okudera (sceneggiatura) perché, scevri da facili giudizi o moralismi a favore di una parte o dell’altra, hanno evitato cadute retoriche e invece sono riusciti semplicemente a mettere in scena le diverse vedute, senza fronzoli di nessun tipo a rovinare l’immediatezza comunicativa.

Immediatezza che è una delle parole chiave del lungometraggio e in generale della stilistica di Hosoda, soprattutto a livello narrativo. E anche se qui di certo si perde quella sobrietà scherzosa, delicata e toccante de La ragazza che saltava nel tempo, tuttavia in Summer Wars la narrazione è spumeggiante, e unita a quanto ho già illustrato – e ne hai avuta pazienza se sei ancora qua a leggere – ricrea uno spettacolo dal quale è difficile non farsi avvincere. Certo, l’opera non è un capolavoro, perché da una parte ha dovuto, o voluto, cedere a diversi compromessi mainstream, e dall’altra cade in alcune scenette francamente irritanti per la loro stupidità, tipo alcune parti del finale. Poi il comparto sonoro non è esaltate, o quanto meno è funzionale alle immagini e alle sequenze ma non dispone di quell’impatto conferito invece da parecchie delle altre componenti del film. Inoltre se proprio bisogna essere cattivi, e quando si analizza qualcosa bisogna esserlo, la strutturazione dell’intreccio e in generale il plot sono abbastanza lineari e scontati, così come la loro evoluzione, che procede lungo tappe prevedibili con facilità. Però il circo visivo e concettuale imbastito da Summer Wars occulta senza problemi i suoi difetti e incanta con due ore di, se non grande, di sicuro ottima animazione.

Lazarus

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Lazarus

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Comincio col dire che non mi è piaciuto molto e adesso vi spiego il perché (evito spoiler ma avverto che si potrebbero capire alcuni risvolti della storia).
La trama è basata sulla sovrapposizione di due piani di realtà: le vicende famigliari di un vasto numero di personaggi che si ritrovano intorno all'anziana nonna, e le vicende assurde e catastrofiche ambientate in un favolistico mondo virtuale. Tanto curate e verosimili sono le prime, quanto improbabili e surreali sono le seconde.

La sceneggiatura si basa proprio nel contrasto tra questi due livelli di racconto. Personalmente però (e ribadisco, è il mio punto di vista, altri dissentiranno), non sono riuscito a digerir bene questa sovrapposizione. Le vicende virtuali sono troppo strampalate e si intersecano in modo troppo forzato con vicende "reali" dai risvolti anche drammatici, ritrovandomi così in alcuni momenti del film, davvero perplesso nell'assistere a serrati passaggi tra personaggi luttuosi ed improbabili combattimenti cartuneschi in stile "Digimon", portando verso un finale addirittura catastrofistico. Il totale non-senso delle vicende virtuali (praticamente internet raccontato ad altezza di bambino), è cercato, voluto, ma per me un po' tosto da masticare in questi termini (la mia pur elastica sospensione dell'incredulità ha vacillato più di una volta). Tutto questo all'interno di una trama estremamente elementare pur nella cura dei dettagli.

Nulla da eccepire sul piano tecnico, assolutamente strepitoso, ma, come ho detto, alla fine della visione mi ha lasciato un tantino perplesso. Non lo voglio stroncare solo perché mi rendo conto che guardandolo con altri occhi probabilmente i dubbi che ho sollevato magari non si notano.


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Sunheart

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Proprio un film bellissimo. I personaggi sono tutti fantastici, sia quelli principali che e quelli secondari. Inoltre sono ben utilizzati e dunque non inutili ai fini della storia.
L'ambientazione del film è vivacissima e piacevole e riesce a riprodurre in modo perfetto la stagione estiva.
la storia risulta molto interessante anche se il finale è un po' ovvio. Ciò comunque non è affatto, a mio parere, un punto negativo. Almeno non è stata storpiata tutta la storia, incasinandola a più non posso. Contano più il modo in cui si svolgono gli eventi dunque, che il finale.

Il regista riprende anche i temi del suo primo film dei "Digimon", in particolare internet, i problemi che potrebbe causare, ma anche i suoi benefici. Altro punto che ricorda il titolo sopracitato è il nemico che devono affrontare. Le somiglianze si riducono quindi a queste, mentre il resto della storia è del tutto originale e innovativa.
Summer Wars è un anime piacevole e vivace grazie anche alla presenza di molte gag divertenti. E' una delle opere che è riuscita a catturarmi di più insieme a "La Ragazza che saltava nel Tempo'' e al "Castello errante di Howl".

HTXTH

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HTXTH

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Mamoru Hosoda, ci ha già deliziati in passato con "La ragazza che salta nel tempo", anime introspettivo che porta lo spettatore a porsi domande e interrogativi, lasciandolo spaziare con la mente sul passato e sul presente.
Mamoru Hosoda ci delizia adesso con una nuova creatura, che dal suo predecessore eredita una parte del compendio tecnico, il caracther design e lo stile. Qui ci presenta però un mondo nuovo e un diverso approccio visivo ed emotivo.

Summer Wars impatta direttamente contro l'utente con le ottime animazione e i disegni ricchi di particolari e rifiniture microscopiche e puntuali, oltre che con un numero enorme di personaggi, principali e comprimari.
L'ottimo disegno è supportato da un parsimonioso e scrupoloso uso della CG, che si fonde bene nell'anime, soprattutto nelle parti più digitali della storia.
Insomma possiamo dire che dal punto di vista grafico l'anime non abbia niente da rimproverarsi, ne tanto meno delle carenze tecniche.

Il vero punto di forza del anime è però la sua sceneggiatura, sapientemente supportata da una regia magistrale che permette di orchestrare insieme la miriade di personaggi che si muovono sullo scenario del film. L'emozioni dei personaggi si accavallano e avvicendano in un commovente teatro di inseguimenti e scontri (non tutti propriamente normali).
Posso affermare che è un'opera riuscitissima, che merita l'attenzione degli spettatori e della critica. Consiglio di guardarlo anche più di una volta, per poter scorgere i particolari che si nascondono al suo interno e ammirare l'ottimo lavoro dello staff che vi ha lavorato.