Rocky Joe - L'ultimo round
Come trama non vi è molto da dire, semplicemente è il film di montaggio che descrive la seconda stagione di "Rocky Joe", il suo faticoso cammino di ripresa dal trauma di aver ucciso Ricky fino all’incontro per il titolo mondiale contro l’invincibile pugile messicano Mendoza. Ma tutto questo è riduttivo. Siamo infatti in presenza dello stato dell’arte dei film di montaggio, una storia perfettamente descritta, senza salti da una scena all’altra, in una resa perfetta dell’anima e delle atmosfere della serie. E questo il pubblico lo ha capito, vedendo questo film come un’opera a sé stante. Il pathos è struggente, sembra di essere noi stessi sul ring accanto a Rocky, come se fossimo anche un po’ noi a dare e ricevere i pugni. Il finale, poi, non può non far pensare al finale edulcorato della serie televisiva, ma in fondo non penso che sia un problema, poiché entrambi sono come due facce della stessa medaglia. La storia di Rocky, infatti è un forte richiamo alla vita, come a volerla spendere tutta in un unico, intensissimo momento, in quegli unici intensissimi momenti sul ring, fino ad avere solo bianche ceneri. Grande è l’amore per chi ti è vicino e ha creduto in te, ma così non si compie il peggiore dei furti perché abbandonerai tutti quanti? Difficile dirlo, ecco perché penso sia giusto che lo spettatore viva, e la parola vivere mi sembra l’unica adeguata, entrambi i finali. Con le gesta di un personaggio così indimenticabile, pathos a valanga, la grafica che è quella della serie televisiva, una regia eccellente e lo stato dell’arte del film di montaggio, un dieci ci sta tutto. Del resto come non cantare la sigla finale intitolata, appunto, "non ti dimenticheremo mai Rocky Joe"?
Voto 10.
Voto 10.
"Rocky Joe l'ultimo round" è il seguito ufficiale della prima serie animata di "Rocky Joe", ed è un lungometraggio realizzato splendidamente e senza censure, sotto la supervisione dell'autore del manga, Tetsuya Chiba. Questo film contiene quindi il vero finale di "Ashita no Joe", censurato nella versione mediaset della seconda serie. Pertanto sconsiglio assolutamente la visione della seconda serie a chi voglia immergersi nelle vicende del giovane pugile del Sol Levante.
In questo film avremo di fronte un Joe più riflessivo e maturo, che recupererà la voglia di lottare, dopo un periodo di crisi dovuto ad un tragico incidente sul ring. Il cambiamento avverrà grazie all'incontro con Carlos Rivera, campione messicano dal difficile passato. Dopo questo epico match inizierà l'inarrestabile ascesa di Joe, che arriverà a sfidare il campione del mondo dei pesi gallo in persona, José Mendoza, vero e proprio superuomo attorniato da un'aura di invincibilità.
Tutte le sofferenze derivanti dalla dura vita del pugile non verranno risparmiate allo spettatore, in modo molto fedele al manga. L'aria che si respira nel film è pertanto drammatica, e "Rocky Joe: l'ultimo round" non può che ricordare il successivo live action "Million Dollar Baby" di Clint Eastwood come profondità e realismo.
A livello tecnico e di montaggio non ho nulla da lamentarmi: l'incontro finale con il campione del mondo è così ben studiato e dettagliato che sembra che i pugni riescano ad arrivare fino allo spettatore, che soffrirà insieme al protagonista. Il livello di epicità è senz'altro paragonabile allo scontro tra Sugar Ray Robinson e Jake La Motta, reso magistralmente da Scorsese in "Toro Scatenato".
In conclusione penso che il livello di questo film sia lo stesso di un live-action, sia per la regia che per la sceneggiatura. La sua completa fedeltà al manga, inoltre, fa di esso una visione obbligata per chi ha già terminato la prima serie storica di 79 episodi, che purtroppo non copre tutta la storia originale del leggendario "Joe del domani".
In questo film avremo di fronte un Joe più riflessivo e maturo, che recupererà la voglia di lottare, dopo un periodo di crisi dovuto ad un tragico incidente sul ring. Il cambiamento avverrà grazie all'incontro con Carlos Rivera, campione messicano dal difficile passato. Dopo questo epico match inizierà l'inarrestabile ascesa di Joe, che arriverà a sfidare il campione del mondo dei pesi gallo in persona, José Mendoza, vero e proprio superuomo attorniato da un'aura di invincibilità.
Tutte le sofferenze derivanti dalla dura vita del pugile non verranno risparmiate allo spettatore, in modo molto fedele al manga. L'aria che si respira nel film è pertanto drammatica, e "Rocky Joe: l'ultimo round" non può che ricordare il successivo live action "Million Dollar Baby" di Clint Eastwood come profondità e realismo.
A livello tecnico e di montaggio non ho nulla da lamentarmi: l'incontro finale con il campione del mondo è così ben studiato e dettagliato che sembra che i pugni riescano ad arrivare fino allo spettatore, che soffrirà insieme al protagonista. Il livello di epicità è senz'altro paragonabile allo scontro tra Sugar Ray Robinson e Jake La Motta, reso magistralmente da Scorsese in "Toro Scatenato".
In conclusione penso che il livello di questo film sia lo stesso di un live-action, sia per la regia che per la sceneggiatura. La sua completa fedeltà al manga, inoltre, fa di esso una visione obbligata per chi ha già terminato la prima serie storica di 79 episodi, che purtroppo non copre tutta la storia originale del leggendario "Joe del domani".
Eccezionale. Commovente. Superbo. E' inutile dire che Tetsuya Chiba e Asao Takamori si siano cimentati in un vero e proprio capolavoro nel loro "Ashita no Joe", letteralmente "Il Joe del domani" (ma che in Italia è stato rinominato "Rocky Joe" solo perchè è stato presentato negli anni '80, quando i film di Rocky andavano forte).
"Rocky Joe, l'ultimo round", rappresenta il riassunto e allo stesso tempo l'approfondimento dell' anime e manga "Rocky Joe", con un finale - possiamo dirlo - reale, in contrasto con i doppiaggi sbagliati e le censure apportate dalla Mediaset, per renderlo più accessibile ad un pubblico di minori. La trama alleggerita, i nomi cambiati e resi italiani/inglesi (es. Alex = Yoko o Pepe = Sachi) che avevano caratterizzato l'anime in Italia in particolare nella seconda serie, vengono smentiti in questo film, più fedele al manga originale di Chiba.
Il film ripercorre le parti salienti della storia, dalla morte di Rikishi ("Eddie"), lo scontro con Wolf (Lupo) e Carlos, fino all'ultimo combattimento di Joe con il campione del mondo, Josè. Insomma, nulla di nuovo per il pubblico appassionato del campione Joe Jabuki (o Rocky Joe), se non per il finale, totalmente diverso da quello presentato dalla Mediaset.
Un'opera meravigliosa, un vero elogio ai giovani, al non arrendersi mai pur di realizzare un sogno, alla fatica, al dolore, al continuo rialzarsi anche quando non si hanno più le forze, anche a costo della vita: Joe è tutto questo, un vero campione, il "domani" che verrà, che è, che sarà, ma non si sa come, se sarà migliore oppure no, ma comunque è "il futuro", lo stesso verso il quale il Giappone si dirige a passo spedito e sanguinante dopo la Seconda Guerra Mondiale (non scordiamoci infatti che "Ashita no Joe" è stato realizzato negli anni del '68 e concluso verso il 1973!).
"Rocky Joe, l'ultimo round" è un film prodotto ne 1981 da Haruhiko Kawano e Tokuya Shimada, di 112 minuti e che va visto per ricapitolare e ripuntualizzare l'opera che avevano pensato Chiba e Takamori, andando oltre inutili censure e doppiaggi totalmente errati, dopotutto, "Siamo tutti Rocky Joe!".
"Rocky Joe, l'ultimo round", rappresenta il riassunto e allo stesso tempo l'approfondimento dell' anime e manga "Rocky Joe", con un finale - possiamo dirlo - reale, in contrasto con i doppiaggi sbagliati e le censure apportate dalla Mediaset, per renderlo più accessibile ad un pubblico di minori. La trama alleggerita, i nomi cambiati e resi italiani/inglesi (es. Alex = Yoko o Pepe = Sachi) che avevano caratterizzato l'anime in Italia in particolare nella seconda serie, vengono smentiti in questo film, più fedele al manga originale di Chiba.
Il film ripercorre le parti salienti della storia, dalla morte di Rikishi ("Eddie"), lo scontro con Wolf (Lupo) e Carlos, fino all'ultimo combattimento di Joe con il campione del mondo, Josè. Insomma, nulla di nuovo per il pubblico appassionato del campione Joe Jabuki (o Rocky Joe), se non per il finale, totalmente diverso da quello presentato dalla Mediaset.
Un'opera meravigliosa, un vero elogio ai giovani, al non arrendersi mai pur di realizzare un sogno, alla fatica, al dolore, al continuo rialzarsi anche quando non si hanno più le forze, anche a costo della vita: Joe è tutto questo, un vero campione, il "domani" che verrà, che è, che sarà, ma non si sa come, se sarà migliore oppure no, ma comunque è "il futuro", lo stesso verso il quale il Giappone si dirige a passo spedito e sanguinante dopo la Seconda Guerra Mondiale (non scordiamoci infatti che "Ashita no Joe" è stato realizzato negli anni del '68 e concluso verso il 1973!).
"Rocky Joe, l'ultimo round" è un film prodotto ne 1981 da Haruhiko Kawano e Tokuya Shimada, di 112 minuti e che va visto per ricapitolare e ripuntualizzare l'opera che avevano pensato Chiba e Takamori, andando oltre inutili censure e doppiaggi totalmente errati, dopotutto, "Siamo tutti Rocky Joe!".
Ikki Kajiwara (autore anche dell' "Uomo Tigre", e di "Arrivano i superboys") si unisce ai disegni in tipico stile "Tezuka" di Tetsuya Chiba per creare "Ashita no Joe". E' un nome, una storia di sacrificio divenuta la leggenda dei manga sportivi, denominati spokon.
In questo film vediamo gli attimi che anticipano lo scontro con il campione del mondo Josè Mendoza e l'epilogo. Possiamo considerarlo come un riassunto di una parte della seconda serie.
Rispetto tale film corredato dai disegni di Akio Sugino, che fa sempre una straordinaria figura in ogni contesto, e dalla regia di Osamu Dezaki (recentemente scomparso), ma come nella serie, ne ho intravisto il ritmo lento di alcune parti; tuttavia questo è il solo difetto. Avrei apprezzato un rifacimento totale del film, magari in anni successivi e non un semplice taglia e incolla delle parti della serie, tradizione iniziata da "Mimì e la nazionale di pallavolo".
Bruciare le bianche ceneri: questo è ciò che rimane allo spettatore, l'unico vero epilogo della storia, e la storica canzone di sottofondo "Remember Joe". E' questa la ragione del mio voto otto.
Non trovo altro da dire.
In questo film vediamo gli attimi che anticipano lo scontro con il campione del mondo Josè Mendoza e l'epilogo. Possiamo considerarlo come un riassunto di una parte della seconda serie.
Rispetto tale film corredato dai disegni di Akio Sugino, che fa sempre una straordinaria figura in ogni contesto, e dalla regia di Osamu Dezaki (recentemente scomparso), ma come nella serie, ne ho intravisto il ritmo lento di alcune parti; tuttavia questo è il solo difetto. Avrei apprezzato un rifacimento totale del film, magari in anni successivi e non un semplice taglia e incolla delle parti della serie, tradizione iniziata da "Mimì e la nazionale di pallavolo".
Bruciare le bianche ceneri: questo è ciò che rimane allo spettatore, l'unico vero epilogo della storia, e la storica canzone di sottofondo "Remember Joe". E' questa la ragione del mio voto otto.
Non trovo altro da dire.
Non c'è più niente da bruciare, solo le bianche ceneri. L'ultimo round è l'OAV che costituisce la vera conclusione dell'anime di Rocky Joe, che purtroppo in Italia è stato brutalmente censurato per non "traumatizzare" i bimbi, partendo sempre dal presupposto assurdo che il cartone animato, anime o no, sia per bambini e solo per bambini.
Qui invece la storia di Joe ci viene narrata esattamente così com'è, senza false edulcorazioni e/o inutili buonismi, mostrandoci le crisi interiori del protagonista e i suoi problemi per mantenere il peso adatto. Ci viene mostrato tranquillamente come un pugile (di cui ora mi sfugge il nome e che comunque non direi per non spoilerare) esca di senno a causa dei troppi colpi incassati alla testa, riducendosi all'ombra di se stesso, e ovviamente ci viene mostrata esattamente così com'è in originale l'evoluzione dei fatti per quanto riguarda il protagonista, fino al toccante e sconvolgente finale.
L'ultimo round è un film meraviglioso, struggente, commovente fino alle lacrime che ha saputo ben riparare l'abominevole sfregio fatto dagli adattatori italiani della serie TV; in più c'è il meraviglioso character design di Shingo Araki, che fa sempre la sua figura.
Voto finale: 10.
Qui invece la storia di Joe ci viene narrata esattamente così com'è, senza false edulcorazioni e/o inutili buonismi, mostrandoci le crisi interiori del protagonista e i suoi problemi per mantenere il peso adatto. Ci viene mostrato tranquillamente come un pugile (di cui ora mi sfugge il nome e che comunque non direi per non spoilerare) esca di senno a causa dei troppi colpi incassati alla testa, riducendosi all'ombra di se stesso, e ovviamente ci viene mostrata esattamente così com'è in originale l'evoluzione dei fatti per quanto riguarda il protagonista, fino al toccante e sconvolgente finale.
L'ultimo round è un film meraviglioso, struggente, commovente fino alle lacrime che ha saputo ben riparare l'abominevole sfregio fatto dagli adattatori italiani della serie TV; in più c'è il meraviglioso character design di Shingo Araki, che fa sempre la sua figura.
Voto finale: 10.
Non avendo mai visto il manga, e avendo visto solo le prime puntate della prima serie, mi sono buttato sul film di Joe Yabuki avendo in precedenza solo letto qualche recensione, ma anche non sapendo la storia completa di Joe si può capire il film abbastanza tranquillamente.
La trama naturalmente è incentrata sullo sport della box, e su combattimenti più significativi (gli ultimi) di Joe, che lo vedono affrontare campioni della box.
Non ci si deve far ingannare dalla semplicità della trama, perché vi assicuro che è tempo ben speso, il film infatti riesce a farvi emozionare e riesce a farvi appassionare in un modo decisamente inaspettato.
In definitiva è un film toccante, che mette in luce quanto la passione o l'obbiettivo di un uomo può essere importante, e che se anche seguirlo comporta perdite non si può far altro che andare avanti per non lasciarselo scappare. Joe Yabuki è la personificazione di questo concetto, Joe mi ha insegnato che dal niente puoi avere tanto.
La trama naturalmente è incentrata sullo sport della box, e su combattimenti più significativi (gli ultimi) di Joe, che lo vedono affrontare campioni della box.
Non ci si deve far ingannare dalla semplicità della trama, perché vi assicuro che è tempo ben speso, il film infatti riesce a farvi emozionare e riesce a farvi appassionare in un modo decisamente inaspettato.
In definitiva è un film toccante, che mette in luce quanto la passione o l'obbiettivo di un uomo può essere importante, e che se anche seguirlo comporta perdite non si può far altro che andare avanti per non lasciarselo scappare. Joe Yabuki è la personificazione di questo concetto, Joe mi ha insegnato che dal niente puoi avere tanto.
Rocky Joe - L'ultimo round è un anime del 1981, diretto dal registra Omasu Dezaki, della durata di 110 minuti.
Dal titolo si può vedere che tratta il tema dello sport, in questo caso l'attenzione è sulla boxe. Questo anime ha molti elementi e caratteristiche degli anni '80, e lo si può notare da come sono presentati i protagonisti, i luoghi, e anche dai colori pastello.
La trama è molto semplice da capire, anche perché è la continuazione della serie TV. In questo film si parla del protagonista che ritorna a combattere con una carica di volontà e forza molto notevole. La cosa che mi ha impressionata di più e stata il riuscire a far entrare lo spettatore nei sentimenti dei protagonisti, in pratica il regista ha fatto in modo di far entrare le persone dentro la vicenda, come se si fosse seduti allo stadio ad assistere ad una partita di calcio.
Voto: 10.
Dal titolo si può vedere che tratta il tema dello sport, in questo caso l'attenzione è sulla boxe. Questo anime ha molti elementi e caratteristiche degli anni '80, e lo si può notare da come sono presentati i protagonisti, i luoghi, e anche dai colori pastello.
La trama è molto semplice da capire, anche perché è la continuazione della serie TV. In questo film si parla del protagonista che ritorna a combattere con una carica di volontà e forza molto notevole. La cosa che mi ha impressionata di più e stata il riuscire a far entrare lo spettatore nei sentimenti dei protagonisti, in pratica il regista ha fatto in modo di far entrare le persone dentro la vicenda, come se si fosse seduti allo stadio ad assistere ad una partita di calcio.
Voto: 10.
<i>Ashita no Joe</i>... non ne conoscevo minimamente l'esistenza, fin quando non inserii un certo dvd nel vano del mio apposito lettore. <i>Rocky Joe - L'Ultimo Round</i> era il titolo di riferimento, un lungometraggio della durata di circa due ore, che mi apprestavo a spolpare, pur non amando particolarmente né il pugilato, né le sceneggiate strappalacrime tipiche degli anni '70.
Oggi, ammetto, senza problemi, di averne versate di lacrime, e parecchie, quel giorno, a visione terminata, come il giorno dopo, e ogni qualvolta mi venisse voglia di riprovare quella sensazionale esperienza capace di coniugare attimi di trepidazione, adrenalina, malinconia, commozione tali da diventare indelebili. Joe Yabuki era divenuto, in men che non si dica, uno dei miei eroi, e c'era riuscito raccontandomi solo una parte della sua vita, con questo film, che, nel 1981, riassumeva, e chiudeva in grandezza, una magnifica serie televisiva nata ben undici anni prima.
Partendo dalla disamina del comparto tecnico, si nota che le soluzioni grafiche del film rispecchiano doverosamente i prodotti del filone sportivo di quel periodo, con protagonisti che sfoggiano accentuate espressioni drammatiche di sforzo, gioia, dolore, con movimenti ben evidenziati da uno storyboard lineare ma frenetico.
La narrazione è sublime. Pur trattandosi dell'unione di frammenti della serie TV, la sceneggiatura incede con forza, senza trascurare gli stadi principali della trama, che ne giova particolarmente in continuità di momenti culmine e colpi di scena.
In definitiva, <i>L'Ultimo Round</i> è un'opera emotivamente toccante come pochissime altre, in virtù della trasmissione di profondi valori quali la forza d'animo, la speranza, la sportività, elevati a livelli forse mai riagguantati da nessun'altra produzione di genere sportivo. Il finale da antologia non fa che assicurargli saldamente una valutazione che per pochissimo non sfiora il massimo dei voti, almeno da parte mia.
Memorabile.
Oggi, ammetto, senza problemi, di averne versate di lacrime, e parecchie, quel giorno, a visione terminata, come il giorno dopo, e ogni qualvolta mi venisse voglia di riprovare quella sensazionale esperienza capace di coniugare attimi di trepidazione, adrenalina, malinconia, commozione tali da diventare indelebili. Joe Yabuki era divenuto, in men che non si dica, uno dei miei eroi, e c'era riuscito raccontandomi solo una parte della sua vita, con questo film, che, nel 1981, riassumeva, e chiudeva in grandezza, una magnifica serie televisiva nata ben undici anni prima.
Partendo dalla disamina del comparto tecnico, si nota che le soluzioni grafiche del film rispecchiano doverosamente i prodotti del filone sportivo di quel periodo, con protagonisti che sfoggiano accentuate espressioni drammatiche di sforzo, gioia, dolore, con movimenti ben evidenziati da uno storyboard lineare ma frenetico.
La narrazione è sublime. Pur trattandosi dell'unione di frammenti della serie TV, la sceneggiatura incede con forza, senza trascurare gli stadi principali della trama, che ne giova particolarmente in continuità di momenti culmine e colpi di scena.
In definitiva, <i>L'Ultimo Round</i> è un'opera emotivamente toccante come pochissime altre, in virtù della trasmissione di profondi valori quali la forza d'animo, la speranza, la sportività, elevati a livelli forse mai riagguantati da nessun'altra produzione di genere sportivo. Il finale da antologia non fa che assicurargli saldamente una valutazione che per pochissimo non sfiora il massimo dei voti, almeno da parte mia.
Memorabile.