Edens Zero
Come presentare "Edens Zero"?
Diciamo che è come se i personaggi di "Fairy Tail" (alcuni davvero copia-incolla come character design e personalità) si imbarcassero sull'Arcadia di Harlock per formare una ciurma pirata e partire all'avventura con un sogno, in stile "One Piece" (con molte altre similitudini con quest'ultima, tipo dinamiche dei cattivi e poteri), vivendo avventure di humor e azione con poteri simili ai frutti del diavolo, in questa serie chiamati Ether gear (una sorta di energia naturale che permana ogni cosa e consente poteri elementali differenti).
Naturalmente anche in questa serie il simbolismo di amicizia/famiglia e fiducia, assume contorni centrali nella storia. Nulla di tutto questo è un caso, essendo questa l'opera che Hiro Mishima ha lanciato dopo la fine (solo momentanea) di "Fairy Tail". Siamo nel 2024 e questo Anime è recente, moderatamente nuovo, ho appena finito di gustarmi la seconda stagione.
Conoscevo già questo prodotto ma complice la paternità autoriale di Mishima, e avendo molto amato "Fairy Tail" avevo delle remore. Devo ammettere che mi sbagliavo sulla qualità dell'opera se pur è vero che per ambienti, character design, personaggi, disegni e taglio delle saghe ha un taglio identico al lavoro precedente.
Consiglio vivamente di guardare questo anime piuttosto corposo e che spero prosegua sino a conclusione perché davvero riesce ad appassionare lo spettatore. L'autocitazione del maestro non è affatto disturbante perché riesce ad omaggiare con rispetto le opere che ho citato in precedenza senza volerne essere una copia. Molto corposa la parte ironica e di fan-service che strizza spesso l'occhio a dinamiche di natura sessuale (molto più dell'opera precedente) sempre con abbondante humor. In soldoni le inquadrature delle curve femminili, doppi sensi e voyerismo si sprecano a iosa.
Non vorrei ammorbare con troppa trama e dare inutili spoiler.
In breve il giovane Shiki, la cui provenienza è ignota è stato trovato e cresciuto da un nonno robotico in un pianeta abitato di soli automi.
Il robot è noto come Ziggy il Re Demone ed è stato in passato un famoso e potentissimo pirata spaziale che padroneggia un potente ether gravitazionale che ha insegnato a suo nipote.
Nel presente il Re Demone è deceduto e Shiki vive come unico umano riparando gli automi di questo enorme parco divertimenti abbandonato chiamato Grand Bell.
Quando la giovane b-cuber spaziale (una sorta di influencer stile Youtube) approda su Grand Bell stringe amicizia con Shiki e per diverse traversie finisce per partire con lei alla volta di fantastiche avventure.
Diciamo che è come se i personaggi di "Fairy Tail" (alcuni davvero copia-incolla come character design e personalità) si imbarcassero sull'Arcadia di Harlock per formare una ciurma pirata e partire all'avventura con un sogno, in stile "One Piece" (con molte altre similitudini con quest'ultima, tipo dinamiche dei cattivi e poteri), vivendo avventure di humor e azione con poteri simili ai frutti del diavolo, in questa serie chiamati Ether gear (una sorta di energia naturale che permana ogni cosa e consente poteri elementali differenti).
Naturalmente anche in questa serie il simbolismo di amicizia/famiglia e fiducia, assume contorni centrali nella storia. Nulla di tutto questo è un caso, essendo questa l'opera che Hiro Mishima ha lanciato dopo la fine (solo momentanea) di "Fairy Tail". Siamo nel 2024 e questo Anime è recente, moderatamente nuovo, ho appena finito di gustarmi la seconda stagione.
Conoscevo già questo prodotto ma complice la paternità autoriale di Mishima, e avendo molto amato "Fairy Tail" avevo delle remore. Devo ammettere che mi sbagliavo sulla qualità dell'opera se pur è vero che per ambienti, character design, personaggi, disegni e taglio delle saghe ha un taglio identico al lavoro precedente.
Consiglio vivamente di guardare questo anime piuttosto corposo e che spero prosegua sino a conclusione perché davvero riesce ad appassionare lo spettatore. L'autocitazione del maestro non è affatto disturbante perché riesce ad omaggiare con rispetto le opere che ho citato in precedenza senza volerne essere una copia. Molto corposa la parte ironica e di fan-service che strizza spesso l'occhio a dinamiche di natura sessuale (molto più dell'opera precedente) sempre con abbondante humor. In soldoni le inquadrature delle curve femminili, doppi sensi e voyerismo si sprecano a iosa.
Non vorrei ammorbare con troppa trama e dare inutili spoiler.
In breve il giovane Shiki, la cui provenienza è ignota è stato trovato e cresciuto da un nonno robotico in un pianeta abitato di soli automi.
Il robot è noto come Ziggy il Re Demone ed è stato in passato un famoso e potentissimo pirata spaziale che padroneggia un potente ether gravitazionale che ha insegnato a suo nipote.
Nel presente il Re Demone è deceduto e Shiki vive come unico umano riparando gli automi di questo enorme parco divertimenti abbandonato chiamato Grand Bell.
Quando la giovane b-cuber spaziale (una sorta di influencer stile Youtube) approda su Grand Bell stringe amicizia con Shiki e per diverse traversie finisce per partire con lei alla volta di fantastiche avventure.
“Gli amici sono la cosa più importante del mondo, ti sosterranno sempre e a qualunque costo. Se mai incontrerai un amico che piangerà anche per te, abbi cura di quell’amico per sempre”.
Come spiegare ad un bambino che cos’è l’amicizia? Come fargli comprendere che il legame che si istaura tra due amici è più forte del quarzo? Come spiegargli che al mondo incontrerà tante persone, ma saranno poche quelle disposte a sacrificarsi per lui?
Credo, senza troppa presunzione, che le parole sopracitate possano dargli un’idea, seppur riduttiva, di cosa intenda ogni essere umano per amicizia. Ed è proprio la ricerca della stessa, ad essere il perno centrale di “Edens Zero”, serie animata targata Netflix, mandata in onda tra la primavera e l’estate 2021.
Protagonista della storia è Shiki, un umano che vive su un pianeta chiamato Granbell, abitato da soli robot. Come il buon selvaggio di Rousseau, Shiki è una persona buona e pacifica, a tratti primitiva, nonostante viva a contatto con numerosi robot, che lui considera suoi amici e di cui si prende cura con grande zelo e dedizione. Un giorno, però, a Granbell arrivano dei turisti, la B-Cuber Rebecca e il suo adorabile gattino Happy. L’incontro con la ragazza rappresenta per Shiki un evento unico ed indimenticabile, perché mai prima di allora aveva conosciuto un altro essere umano in carne e ossa. Proprio quest’incontro, gli fa ritornare alla mente il discorso, sopracitato, del nonno e la promessa fattagli tanti anni prima, quella di trovare cento amici in tutto l’universo. Spinto da questa innocente e pura motivazione, Shiki sale a bordo della nave di Rebecca e, per la prima volta nella sua vita, lascia Granbell per andare alla scoperta della Galassia. Il viaggio dell’eroe parte proprio da qui e lo porterà, ben presto, a incontrare tantissime persone e farsi nuovi amici. A differenza del buon selvaggio di Rousseau, però, nel mondo esterno, dove scoprirà che non esistono soltanto persone buone, ma anche esseri malvagi, Shiki non cadrà mai nella corruzione morale in cui versa la società, restando sempre un ragazzo buono e disposto a tutto per i propri amici.
Quello dell’amicizia è, senza ombra di dubbio, il tema principale dell’intera serie. Ripetuto e ripreso fino allo sfinimento dallo stesso Shiki che cerca, ripetutamente, di stringere amicizia con chiunque incontri sulla sua via. Motivo per il quale, non si mancherà di fare, sul tema stesso, della sana e necessaria ironia. Per alcuni, la ripetizione del tema potrebbe risultare ossessiva e, talvolta, morbosa, ma credo che se si voglia trasmettere qualcosa e farlo con grande efficacia, questo sia il modo giusto. L’amicizia è al centro di tutto. Per i propri amici Shiki si butterebbe nel fuoco e li salverebbe anche a costo della propria vita, e non può esserci messaggio più bello di questo. Quello dell’amicizia rappresenta, però, soltanto uno dei due grandi temi della serie e l’altro, è quello della diversità. Il mondo, spiccatamente fantasy, in cui è ambientata la storia va oltre il futuristico. Si è ormai scoperta l’esistenza di nuovi mondi, galassie, specie umane, ma soprattutto universi. Durante il suo viaggio, Shiki non incontrerà soltanto esseri umani, ma anche androidi e robot, con cui il ragazzo ha passato buona parte della sua giovane vita. Da qui nasce la grande ed inusuale umanità dimostrata nei loro confronti, perché mentre il resto del mondo li addita come macchine prive di cuore e sentimenti, Shiki li pone sullo stesso piano degli esseri umani, considerandoli e trattandoli da suoi pari. Ed è proprio nel tema della diversità e nel voler dimostrare al mondo intero che questa è soltanto nella nostra testa, che “Edens Zero” diventa un’opera queer, che rompe con le gerarchie prestabilite, compresa quella tra umano e non umano, per superarle di netto. In questo, “Edens Zero”, si dimostra un anime al passo con i tempi.
“Tutte le macchine muoiono, lo fanno esattamente come gli esseri umani, ma è solo grazie alla morte che possiamo apprezzare l’importanza della vita. Ma un uomo e un androide non daranno mai lo stesso valore alla vita perché hanno un corso diverso, tuttavia, ciò non toglie che fin quando c’è vita entrambi posseggono un cuore”.
Il viaggio alla scoperta della Galassia è, però, anche motivo di incontri con loschi figuri ed esseri malvagi che, più volte nel corso della serie, prenderanno di mira Shiki e i suoi compagni. I combattimenti rappresentano un altro dei punti forti dell’opera. Spesso e volentieri, spettacolari e fuori di testa, seppur dall’esito prevedibile. A spiccare sono le tecniche sfoggiate durante i combattimenti, che denotano la grande vena creativa dell’autore e le animazioni stupende, a riprova dell’ottimo lavoro svolto dal comparto grafico. A tutto ciò, si aggiungono le musiche epiche che accompagnano le battaglie e ti fanno immergere a pieno nel momento. Da questo punto di vista, l’opera è estremamente coinvolgente. Spettacolare la prima opening, che porto nel cuore, sottotono la seconda che, con la sua melodia dolce, non sembra conformarsi perfettamente al mood dell’intera opera.
In definiva, un’anime che riguarderei volentieri e di cui aspetto con ansia la seconda stagione. Un’opera per tutti, che catturerà in particolar modo gli amanti degli anime di combattimento.
Come spiegare ad un bambino che cos’è l’amicizia? Come fargli comprendere che il legame che si istaura tra due amici è più forte del quarzo? Come spiegargli che al mondo incontrerà tante persone, ma saranno poche quelle disposte a sacrificarsi per lui?
Credo, senza troppa presunzione, che le parole sopracitate possano dargli un’idea, seppur riduttiva, di cosa intenda ogni essere umano per amicizia. Ed è proprio la ricerca della stessa, ad essere il perno centrale di “Edens Zero”, serie animata targata Netflix, mandata in onda tra la primavera e l’estate 2021.
Protagonista della storia è Shiki, un umano che vive su un pianeta chiamato Granbell, abitato da soli robot. Come il buon selvaggio di Rousseau, Shiki è una persona buona e pacifica, a tratti primitiva, nonostante viva a contatto con numerosi robot, che lui considera suoi amici e di cui si prende cura con grande zelo e dedizione. Un giorno, però, a Granbell arrivano dei turisti, la B-Cuber Rebecca e il suo adorabile gattino Happy. L’incontro con la ragazza rappresenta per Shiki un evento unico ed indimenticabile, perché mai prima di allora aveva conosciuto un altro essere umano in carne e ossa. Proprio quest’incontro, gli fa ritornare alla mente il discorso, sopracitato, del nonno e la promessa fattagli tanti anni prima, quella di trovare cento amici in tutto l’universo. Spinto da questa innocente e pura motivazione, Shiki sale a bordo della nave di Rebecca e, per la prima volta nella sua vita, lascia Granbell per andare alla scoperta della Galassia. Il viaggio dell’eroe parte proprio da qui e lo porterà, ben presto, a incontrare tantissime persone e farsi nuovi amici. A differenza del buon selvaggio di Rousseau, però, nel mondo esterno, dove scoprirà che non esistono soltanto persone buone, ma anche esseri malvagi, Shiki non cadrà mai nella corruzione morale in cui versa la società, restando sempre un ragazzo buono e disposto a tutto per i propri amici.
Quello dell’amicizia è, senza ombra di dubbio, il tema principale dell’intera serie. Ripetuto e ripreso fino allo sfinimento dallo stesso Shiki che cerca, ripetutamente, di stringere amicizia con chiunque incontri sulla sua via. Motivo per il quale, non si mancherà di fare, sul tema stesso, della sana e necessaria ironia. Per alcuni, la ripetizione del tema potrebbe risultare ossessiva e, talvolta, morbosa, ma credo che se si voglia trasmettere qualcosa e farlo con grande efficacia, questo sia il modo giusto. L’amicizia è al centro di tutto. Per i propri amici Shiki si butterebbe nel fuoco e li salverebbe anche a costo della propria vita, e non può esserci messaggio più bello di questo. Quello dell’amicizia rappresenta, però, soltanto uno dei due grandi temi della serie e l’altro, è quello della diversità. Il mondo, spiccatamente fantasy, in cui è ambientata la storia va oltre il futuristico. Si è ormai scoperta l’esistenza di nuovi mondi, galassie, specie umane, ma soprattutto universi. Durante il suo viaggio, Shiki non incontrerà soltanto esseri umani, ma anche androidi e robot, con cui il ragazzo ha passato buona parte della sua giovane vita. Da qui nasce la grande ed inusuale umanità dimostrata nei loro confronti, perché mentre il resto del mondo li addita come macchine prive di cuore e sentimenti, Shiki li pone sullo stesso piano degli esseri umani, considerandoli e trattandoli da suoi pari. Ed è proprio nel tema della diversità e nel voler dimostrare al mondo intero che questa è soltanto nella nostra testa, che “Edens Zero” diventa un’opera queer, che rompe con le gerarchie prestabilite, compresa quella tra umano e non umano, per superarle di netto. In questo, “Edens Zero”, si dimostra un anime al passo con i tempi.
“Tutte le macchine muoiono, lo fanno esattamente come gli esseri umani, ma è solo grazie alla morte che possiamo apprezzare l’importanza della vita. Ma un uomo e un androide non daranno mai lo stesso valore alla vita perché hanno un corso diverso, tuttavia, ciò non toglie che fin quando c’è vita entrambi posseggono un cuore”.
Il viaggio alla scoperta della Galassia è, però, anche motivo di incontri con loschi figuri ed esseri malvagi che, più volte nel corso della serie, prenderanno di mira Shiki e i suoi compagni. I combattimenti rappresentano un altro dei punti forti dell’opera. Spesso e volentieri, spettacolari e fuori di testa, seppur dall’esito prevedibile. A spiccare sono le tecniche sfoggiate durante i combattimenti, che denotano la grande vena creativa dell’autore e le animazioni stupende, a riprova dell’ottimo lavoro svolto dal comparto grafico. A tutto ciò, si aggiungono le musiche epiche che accompagnano le battaglie e ti fanno immergere a pieno nel momento. Da questo punto di vista, l’opera è estremamente coinvolgente. Spettacolare la prima opening, che porto nel cuore, sottotono la seconda che, con la sua melodia dolce, non sembra conformarsi perfettamente al mood dell’intera opera.
In definiva, un’anime che riguarderei volentieri e di cui aspetto con ansia la seconda stagione. Un’opera per tutti, che catturerà in particolar modo gli amanti degli anime di combattimento.