Shinsekai Yori - From the new World
"Shinsekai Yori", o "From The New World". Se cercate un anime diverso dal solito, forse diverso da qualunque cosa abbiate mai visto, forse potete smettere di cercare.
In questo anime ci troviamo proiettati nel futuro, ma in un Giappone che è tutt'altro che futuristico. Macchine volanti e tecnologie avanzate fanno posto a villaggi rurali e immersi nella natura.
È in questo ambiente utopistico che si sviluppa la storia dei nostri protagonisti; cinque ragazzi, poco più che bambini. Fin dall'inizio accompagneremo la protagonista Saki e i suoi amici nel loro percorso scolastico, dove impareranno a padroneggiare i loro poteri telecinetici. Ebbene sì, perché in questo futuro l'essere umano non primeggia sulle altre specie grazie alla sua intelligenza sviluppata (in quanto ci vengono mostrate anche altre specie "animali" intelligenti), ma grazie ai suoi poteri di telecinesi e telepatia.
L'idillio dura poco però per Saki e compagni, in quanto arriveranno presto a domandarsi quali segreti si nascondono dietro la natura dei loro poteri e delle gerarchie del mondo che conoscono.
L'anime risulta tutt'altro che banale, sia nelle animazioni che nelle tematiche trattate. Dall'ipocrisia dell'uomo al razzismo, dalla schiavitù alla contrapposizione tra uomo e divinità. La trama si prende il suo tempo per evolversi, ma col senno di poi risulta assolutamente ben strutturata.
Personalmente mi è piaciuta molto l'impronta mistery/horror che è stata data alla narrazione. Riconosco che alcuni passaggi siano piuttosto crudi, se non addirittura disturbanti; tuttavia ritengo che siano necessari per lo sviluppo degli eventi. Soprattutto la contrapposizione tra esseri umani e ratti talpa penso che sia la vera marcia in più di quest'opera.
Forse non sarà un anime per tutti, ma, se visto nel modo giusto, riesce senz'altro a catturare lo spettatore; e vi porterà a ragionare sulla natura stessa dell'essere umano.
Una trama ricca di colpi di scena che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
In questo anime ci troviamo proiettati nel futuro, ma in un Giappone che è tutt'altro che futuristico. Macchine volanti e tecnologie avanzate fanno posto a villaggi rurali e immersi nella natura.
È in questo ambiente utopistico che si sviluppa la storia dei nostri protagonisti; cinque ragazzi, poco più che bambini. Fin dall'inizio accompagneremo la protagonista Saki e i suoi amici nel loro percorso scolastico, dove impareranno a padroneggiare i loro poteri telecinetici. Ebbene sì, perché in questo futuro l'essere umano non primeggia sulle altre specie grazie alla sua intelligenza sviluppata (in quanto ci vengono mostrate anche altre specie "animali" intelligenti), ma grazie ai suoi poteri di telecinesi e telepatia.
L'idillio dura poco però per Saki e compagni, in quanto arriveranno presto a domandarsi quali segreti si nascondono dietro la natura dei loro poteri e delle gerarchie del mondo che conoscono.
L'anime risulta tutt'altro che banale, sia nelle animazioni che nelle tematiche trattate. Dall'ipocrisia dell'uomo al razzismo, dalla schiavitù alla contrapposizione tra uomo e divinità. La trama si prende il suo tempo per evolversi, ma col senno di poi risulta assolutamente ben strutturata.
Personalmente mi è piaciuta molto l'impronta mistery/horror che è stata data alla narrazione. Riconosco che alcuni passaggi siano piuttosto crudi, se non addirittura disturbanti; tuttavia ritengo che siano necessari per lo sviluppo degli eventi. Soprattutto la contrapposizione tra esseri umani e ratti talpa penso che sia la vera marcia in più di quest'opera.
Forse non sarà un anime per tutti, ma, se visto nel modo giusto, riesce senz'altro a catturare lo spettatore; e vi porterà a ragionare sulla natura stessa dell'essere umano.
Una trama ricca di colpi di scena che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
Durante la visione di questo anime il tuo cervello viene preso, massacrato e rimesso in testa: quindi fate attenzione durante la visione.
L'anime trasmette un'atmosfera inquietante, sentimento alla base di tutta la storia che, anche se potrebbe sembrare brutto come sentimento, sarà la cosa che ti spingerà a premere il pulsante 'Vai all'episodio successivo'.
Dal punto di vista tecnico l'anime è prodotto da A1 Picture ("Sword Art Online", "86 - Eighty-Six", "Kaguya-Sama - Love Is War"), e lo stile utilizzato dallo studio rispecchia l'atmosfera di inquietudine data dalla storia: tutte le scelte sono azzeccate, partendo dai colori ai character design.
La storia è un misto di generi (presenta anche una scena boys love e una yuri, che possono piacere a coloro a cui piace questo tipo di scene, invece a quelli a cui non piace non rovinano per nulla la storia, ma incrementano il sentimento di inquietudine), che portano a un incremento della componentistica misteriosa e inquietante dell'anime.
L'anime è perfetto per gli amanti delle storie horror, misteriose e piene di colpi di scena, e potrebbe piacere anche a persone che preferiscono generi più calmi, dato che la storia è ben studiata e prende molto; forse i primi episodi possono essere un po' noiosi, però state sicuri che, più avanti si va, più la storia diventa avvincente.
L'anime trasmette un'atmosfera inquietante, sentimento alla base di tutta la storia che, anche se potrebbe sembrare brutto come sentimento, sarà la cosa che ti spingerà a premere il pulsante 'Vai all'episodio successivo'.
Dal punto di vista tecnico l'anime è prodotto da A1 Picture ("Sword Art Online", "86 - Eighty-Six", "Kaguya-Sama - Love Is War"), e lo stile utilizzato dallo studio rispecchia l'atmosfera di inquietudine data dalla storia: tutte le scelte sono azzeccate, partendo dai colori ai character design.
La storia è un misto di generi (presenta anche una scena boys love e una yuri, che possono piacere a coloro a cui piace questo tipo di scene, invece a quelli a cui non piace non rovinano per nulla la storia, ma incrementano il sentimento di inquietudine), che portano a un incremento della componentistica misteriosa e inquietante dell'anime.
L'anime è perfetto per gli amanti delle storie horror, misteriose e piene di colpi di scena, e potrebbe piacere anche a persone che preferiscono generi più calmi, dato che la storia è ben studiata e prende molto; forse i primi episodi possono essere un po' noiosi, però state sicuri che, più avanti si va, più la storia diventa avvincente.
Come si può creare la società “perfetta”? Può l’uomo considerarsi la specie predominante del pianeta, senza fare uso di violenza verso i propri simili? Può instaurare una sorta di gerarchia apparentemente funzionante e pacifica, che permetta un avanzamento migliorativo del pianeta?
Queste sono le domande base di “Shinsekai Yori”, opera del 2012, tratta da un romanzo di Yosuke Kishi. A differenza di trasposizioni animate tratte da fumetti, o originali, le radici di questo titolo influiscono facilmente sul tipo di narrazione proposta, che offre sì svariate scene d’azione (per quanto poco adrenaliniche), ma si basa quasi completamente su spiegazioni e dialoghi dettagliati. Il che costituisce, insieme a un ritmo decisamente lento e verboso, e a tematiche piuttosto mature, uno dei motivi per cui la serie viene spesso snobbata dalla massa, in favore di titoli più commerciali.
La trama vede per protagonista una società futuristica che, in seguito a una specie di apocalittica catastrofe, appare come in decadenza, seppur controllata da una ferrea gerarchia di persone. Protagonisti sono cinque ragazzi, Saki, Shun, Satoru, Mamoru e Maria, dapprima bambini e poi adolescenti che, come qualunque altro personaggio presentato, detengono il “potere degli dèi”, ovvero la telecinesi. Inizialmente, la storia procede lenta e senza particolari colpi di scena; la società in cui i ragazzi vivono è apparentemente perfetta. Ma pian piano vengono fuori le prime falle. Al fine di evitare aggressività negli individui, e violenza gli uni verso gli altri, si impone una sorta di controllo mentale che oltretutto incita alla sessualità precoce (anche tra individui dello stesso sesso), per rilasciare gli istinti in maniera controllata. Anche gli omicidi tra esseri umani vengono bloccati dal limitatore biologico, che farebbe morire chiunque nutra il desiderio di eliminare un individuo.
Ma ecco che viene fuori la duplice critica di cui “Shinsekai Yori” si fa carico: la prima verso la società, la seconda - benché molto più marginale - verso la religione (qui rappresentata dal monaco che, pur di preservare i segreti della società, ruba i poteri ai protagonisti, perché non possano maturare una propria individualità che si ribelli alla vita collettiva imposta da altri). In questa istituzione apparentemente perfetta, la perfezione si preserva eliminando tutto ciò che costituisce un ingranaggio rotto, tutto ciò che è diverso, tutto ciò che è sovversivo. Gli individui che non sono in grado di conformarsi al sistema vengono isolati o eliminati, di modo che i singoli non possano distruggere l’ingranaggio generale che muove le fila. Anche il semplice adattarsi con difficoltà costituisce vergogna: basti pensare alla Saki di inizio serie che, ottenendo il proprio potere in ritardo rispetto ai suoi amici, si intristisce credendo di non poter essere all’altezza degli altri.
Ma è proprio nel momento in cui vengono a galla queste macchinazioni da parte di chi “sta in alto”, che i protagonisti iniziano a domandarsi se questa società funzioni davvero, se rispetto al mondo distrutto che vi era una volta ci si è mossi verso un miglioramento effettivo, o se invece c’è stato un decadimento dell’umanità. E oltre ad interrogarsi sulla legittimità di una società così disfunzionale, l’anime scava molto più a fondo, andando a proporre riflessioni sulla natura umana.
I personaggi in questo senso vengono analizzati piuttosto bene. Alcuni, in effetti, risultano stonare un po’, in quanto analizzati senza particolare perizia in un contesto così affascinante; altri, come la stessa Saki, crescono a poco a poco, maturando sempre più quale debba essere il proprio ruolo, e quello dei “subordinati”. Questi ultimi sono i mostroratti, esseri deformi e mostruosi che, non possedendo il potere degli dèi, vengono considerati alla stregua di schiavi, e venerano gli umani come dei, non avendo la forza di ribellarsi.
Ma è proprio in questo scenario che fa la comparsa Squealer, forse il personaggio più riuscito di tutta la serie. Manipolatore, codardo, viscido, orribile e ripugnante: questo è come ci appare per tutta la durata dei venticinque episodi. Eppure, Squealer è forse quello che più rappresenta l’eroe. Novello Prometeo, Squealer intende ribellarsi dalla sua condizione di schiavo e sottomesso, non accettando più la mortificazione della carne e dello spirito in favore di persone che si credono gli dèi di una società così fasulla.
Ed è in fondo proprio grazie a Squealer se viene fuori la tematica migliore della serie, l’equilibrio tra bene e male. Sostanzialmente, in moltissime serie, o film, o romanzi, la distinzione fra le due è sempre precisa e ovvia. “Shinsekai Yori” invece dimostra che non tutto debba essere per forza bianco o nero, ma che esistono le sfumature. Non si può essere solo buoni o cattivi, solo eroi o carnefici, e chi si autoproclama come eroe di una società perfetta, promuovendo la non-violenza, non per forza sta facendo del bene.
Sono sostanzialmente bugia e ignoranza a far funzionare le cose, e la sapienza che viene ricercata da Saki è punita severamente: “Ognuno muore senza comprendere nulla. È così che funziona il mondo, dopotutto” (Yusuke Kishi)
Purtroppo, tra i motivi per i quali la serie non ha ricevuto un enorme successo nonostante la sua potenza verbale e visiva, c’è anche quello della poca cura tecnica riservata alle animazioni, che rendono davvero indigesti alcuni passaggi. Ed è un peccato, perché, in compenso, l’uso dei colori è magistrale quanto la colonna sonora, in cui peraltro compare come leitmotiv il pezzo di Antonin Dvorak, “From the New World”, che dà anche il titolo alla serie. Pezzo musicale che, peraltro, compare in “Mawaru Penguindrum” proprio in una scena che presenta tematiche molto simili a quelle proposte qui, ovvero il terrore di come un personaggio “diverso” possa essere eliminato, per non distruggere un meccanismo funzionante.
Sostanzialmente, se si chiude un occhio su questo evidente difetto e non si è allergici a ritmi molto lenti, per quanto ricchi di plot twist, consiglio caldamente la visione a chi se lo fosse lasciato sfuggire.
Queste sono le domande base di “Shinsekai Yori”, opera del 2012, tratta da un romanzo di Yosuke Kishi. A differenza di trasposizioni animate tratte da fumetti, o originali, le radici di questo titolo influiscono facilmente sul tipo di narrazione proposta, che offre sì svariate scene d’azione (per quanto poco adrenaliniche), ma si basa quasi completamente su spiegazioni e dialoghi dettagliati. Il che costituisce, insieme a un ritmo decisamente lento e verboso, e a tematiche piuttosto mature, uno dei motivi per cui la serie viene spesso snobbata dalla massa, in favore di titoli più commerciali.
La trama vede per protagonista una società futuristica che, in seguito a una specie di apocalittica catastrofe, appare come in decadenza, seppur controllata da una ferrea gerarchia di persone. Protagonisti sono cinque ragazzi, Saki, Shun, Satoru, Mamoru e Maria, dapprima bambini e poi adolescenti che, come qualunque altro personaggio presentato, detengono il “potere degli dèi”, ovvero la telecinesi. Inizialmente, la storia procede lenta e senza particolari colpi di scena; la società in cui i ragazzi vivono è apparentemente perfetta. Ma pian piano vengono fuori le prime falle. Al fine di evitare aggressività negli individui, e violenza gli uni verso gli altri, si impone una sorta di controllo mentale che oltretutto incita alla sessualità precoce (anche tra individui dello stesso sesso), per rilasciare gli istinti in maniera controllata. Anche gli omicidi tra esseri umani vengono bloccati dal limitatore biologico, che farebbe morire chiunque nutra il desiderio di eliminare un individuo.
Ma ecco che viene fuori la duplice critica di cui “Shinsekai Yori” si fa carico: la prima verso la società, la seconda - benché molto più marginale - verso la religione (qui rappresentata dal monaco che, pur di preservare i segreti della società, ruba i poteri ai protagonisti, perché non possano maturare una propria individualità che si ribelli alla vita collettiva imposta da altri). In questa istituzione apparentemente perfetta, la perfezione si preserva eliminando tutto ciò che costituisce un ingranaggio rotto, tutto ciò che è diverso, tutto ciò che è sovversivo. Gli individui che non sono in grado di conformarsi al sistema vengono isolati o eliminati, di modo che i singoli non possano distruggere l’ingranaggio generale che muove le fila. Anche il semplice adattarsi con difficoltà costituisce vergogna: basti pensare alla Saki di inizio serie che, ottenendo il proprio potere in ritardo rispetto ai suoi amici, si intristisce credendo di non poter essere all’altezza degli altri.
Ma è proprio nel momento in cui vengono a galla queste macchinazioni da parte di chi “sta in alto”, che i protagonisti iniziano a domandarsi se questa società funzioni davvero, se rispetto al mondo distrutto che vi era una volta ci si è mossi verso un miglioramento effettivo, o se invece c’è stato un decadimento dell’umanità. E oltre ad interrogarsi sulla legittimità di una società così disfunzionale, l’anime scava molto più a fondo, andando a proporre riflessioni sulla natura umana.
I personaggi in questo senso vengono analizzati piuttosto bene. Alcuni, in effetti, risultano stonare un po’, in quanto analizzati senza particolare perizia in un contesto così affascinante; altri, come la stessa Saki, crescono a poco a poco, maturando sempre più quale debba essere il proprio ruolo, e quello dei “subordinati”. Questi ultimi sono i mostroratti, esseri deformi e mostruosi che, non possedendo il potere degli dèi, vengono considerati alla stregua di schiavi, e venerano gli umani come dei, non avendo la forza di ribellarsi.
Ma è proprio in questo scenario che fa la comparsa Squealer, forse il personaggio più riuscito di tutta la serie. Manipolatore, codardo, viscido, orribile e ripugnante: questo è come ci appare per tutta la durata dei venticinque episodi. Eppure, Squealer è forse quello che più rappresenta l’eroe. Novello Prometeo, Squealer intende ribellarsi dalla sua condizione di schiavo e sottomesso, non accettando più la mortificazione della carne e dello spirito in favore di persone che si credono gli dèi di una società così fasulla.
Ed è in fondo proprio grazie a Squealer se viene fuori la tematica migliore della serie, l’equilibrio tra bene e male. Sostanzialmente, in moltissime serie, o film, o romanzi, la distinzione fra le due è sempre precisa e ovvia. “Shinsekai Yori” invece dimostra che non tutto debba essere per forza bianco o nero, ma che esistono le sfumature. Non si può essere solo buoni o cattivi, solo eroi o carnefici, e chi si autoproclama come eroe di una società perfetta, promuovendo la non-violenza, non per forza sta facendo del bene.
Sono sostanzialmente bugia e ignoranza a far funzionare le cose, e la sapienza che viene ricercata da Saki è punita severamente: “Ognuno muore senza comprendere nulla. È così che funziona il mondo, dopotutto” (Yusuke Kishi)
Purtroppo, tra i motivi per i quali la serie non ha ricevuto un enorme successo nonostante la sua potenza verbale e visiva, c’è anche quello della poca cura tecnica riservata alle animazioni, che rendono davvero indigesti alcuni passaggi. Ed è un peccato, perché, in compenso, l’uso dei colori è magistrale quanto la colonna sonora, in cui peraltro compare come leitmotiv il pezzo di Antonin Dvorak, “From the New World”, che dà anche il titolo alla serie. Pezzo musicale che, peraltro, compare in “Mawaru Penguindrum” proprio in una scena che presenta tematiche molto simili a quelle proposte qui, ovvero il terrore di come un personaggio “diverso” possa essere eliminato, per non distruggere un meccanismo funzionante.
Sostanzialmente, se si chiude un occhio su questo evidente difetto e non si è allergici a ritmi molto lenti, per quanto ricchi di plot twist, consiglio caldamente la visione a chi se lo fosse lasciato sfuggire.
"Shinsekai Yori - From the New World" è un anime crossover di vari generi, e presenta elementi horror, thriller e anche da romanzo giallo. Si potrebbe ascriverlo anche al genere fantascienza, sebbene si spinga talmente in là nel futuro, da sconfinare quasi nel fantasy. La fantascienza in questo anime è infatti a basso impatto tecnologico, inteso come meccanizzazione o robotizzazione: paesaggi naturali o rurali infatti sono tornati ad abbondare su una Terra dove la fonte del potere e della scienza non è la macchina, bensì la mente umana attraverso un enorme potere telecinetico chiamato cantus. Gli uomini in "Shinsekai Yori" sono infatti tutti dei potentissimi esper capaci di realizzare con il proprio pensiero quasi tutto ciò di cui hanno bisogno: possono creare oggetti, muovere veicoli o addirittura alterare genomi, ma possono anche scatenare grandi forze distruttive. Proprio per questo la società umana adotta enormi, sofisticati e costosi sistemi di ingegneria sociale allo scopo di prevenire qualsiasi conflitto ed esplosione di aggressività fra gli uomini di questo futuro, perché, pur essendo la loro mente potente, il loro corpo rimane fragile come nel passato.
Non distante dai villaggi umani, a causa di varie alterazioni genetiche, vi sono le colonie di altre creature intelligenti, chiamati poco simpaticamente mostroratti: essi non sono dotati del cantus e hanno uno sviluppo tecnologico simile a quello dell'epoca medievale. I mostroratti venerano gli umani come dei, in un misto di adorazione e terrore per via dei loro poteri. Fra di loro spiccano il grande capo guerriero tradizionalista Kiroumaru, ma anche altri mostroratti meno potenti ma più progressisti.
L'ingegneria sociale nella civiltà umana e il progresso nella civiltà dei mostroratti saranno i due motori che spingeranno le vicende di quest'anime.
La storia di "Shinsekai Yori" non è basata su un manga, bensì su un romanzo di Yosuke Kishi, che scopro ora essere, almeno in Giappone, un autore meritatamente celebre. Le origini letterarie dell'opera influiscono sensibilmente sulla narrazione all'interno dell'anime. Avremo quindi, intermezzate da scene d'azione, parti abbastanza verbose e spiegazioni dettagliate, che però risultano essere fondamentali per la costruzione di uno degli universi narrativi più solidi e coerenti che mi sia capitato di trovare in un anime. L'approccio alla storia sarà più di tipo intellettuale che di tipo emotivo, del resto la storia ci viene narrata da Saki, una ricercatrice o, se volete, qualcosa di simile a una scienziata, che racconta in prima persona alcune vicende crudeli e controverse riguardanti il suo passato, accadute all'età di dodici, quattordici e ventisei anni.
Per temi e dinamiche trattate, la storia del romanzo ricorda molto da vicino un romanzo classico della fantascienza anni '50, "L'ultimo Castello". L'anime, al contrario del libro di Jack Vance, è però privo di una narrazione retorica, rimanendo sempre pragmatico, se non addirittura cinico. "Shinsekai Yori" è infatti famoso per presentare uno dei plot più tetri dell'animazione giapponese.
Sebbene il materiale proveniente dal romanzo di Kishi sia solido e ineccepibile, purtroppo lo studio A1 Pictures, che ha curato la trasposizione animata, riesce a caricare di alcuni difetti quest'opera, fra cui un'animazione frettolosa che a volte sconfina nel fastidio oculare, e alcune pessime scelte registiche durante il primo arco narrativo: esso risulta così essere il meno convincente dell'opera, nonché scoglio da superare per accedere al corpo principale dell'anime, in cui fortunatamente si ritrova anche la qualità nella regia. Sempre buone invece le OST e i fondali. Abbastanza censurate le scene di violenza, che altrimenti trasformerebbero in splatter pesante ogni decesso, per via delle ricorrenti "overkill" causate dagli enormi poteri mentali presenti.
Tirando le somme, i difetti imputabili allo studio non danneggiano comunque il valore di "Shinsekai Yori", che rimane uno degli anime più validi, interessanti e originali del decennio.
Non distante dai villaggi umani, a causa di varie alterazioni genetiche, vi sono le colonie di altre creature intelligenti, chiamati poco simpaticamente mostroratti: essi non sono dotati del cantus e hanno uno sviluppo tecnologico simile a quello dell'epoca medievale. I mostroratti venerano gli umani come dei, in un misto di adorazione e terrore per via dei loro poteri. Fra di loro spiccano il grande capo guerriero tradizionalista Kiroumaru, ma anche altri mostroratti meno potenti ma più progressisti.
L'ingegneria sociale nella civiltà umana e il progresso nella civiltà dei mostroratti saranno i due motori che spingeranno le vicende di quest'anime.
La storia di "Shinsekai Yori" non è basata su un manga, bensì su un romanzo di Yosuke Kishi, che scopro ora essere, almeno in Giappone, un autore meritatamente celebre. Le origini letterarie dell'opera influiscono sensibilmente sulla narrazione all'interno dell'anime. Avremo quindi, intermezzate da scene d'azione, parti abbastanza verbose e spiegazioni dettagliate, che però risultano essere fondamentali per la costruzione di uno degli universi narrativi più solidi e coerenti che mi sia capitato di trovare in un anime. L'approccio alla storia sarà più di tipo intellettuale che di tipo emotivo, del resto la storia ci viene narrata da Saki, una ricercatrice o, se volete, qualcosa di simile a una scienziata, che racconta in prima persona alcune vicende crudeli e controverse riguardanti il suo passato, accadute all'età di dodici, quattordici e ventisei anni.
Per temi e dinamiche trattate, la storia del romanzo ricorda molto da vicino un romanzo classico della fantascienza anni '50, "L'ultimo Castello". L'anime, al contrario del libro di Jack Vance, è però privo di una narrazione retorica, rimanendo sempre pragmatico, se non addirittura cinico. "Shinsekai Yori" è infatti famoso per presentare uno dei plot più tetri dell'animazione giapponese.
Sebbene il materiale proveniente dal romanzo di Kishi sia solido e ineccepibile, purtroppo lo studio A1 Pictures, che ha curato la trasposizione animata, riesce a caricare di alcuni difetti quest'opera, fra cui un'animazione frettolosa che a volte sconfina nel fastidio oculare, e alcune pessime scelte registiche durante il primo arco narrativo: esso risulta così essere il meno convincente dell'opera, nonché scoglio da superare per accedere al corpo principale dell'anime, in cui fortunatamente si ritrova anche la qualità nella regia. Sempre buone invece le OST e i fondali. Abbastanza censurate le scene di violenza, che altrimenti trasformerebbero in splatter pesante ogni decesso, per via delle ricorrenti "overkill" causate dagli enormi poteri mentali presenti.
Tirando le somme, i difetti imputabili allo studio non danneggiano comunque il valore di "Shinsekai Yori", che rimane uno degli anime più validi, interessanti e originali del decennio.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Partiamo dagli elementi che mi sono piaciuti.
Ritmo narrativo: dalla puntata 9 a quelle finali la storia prende, non annoia ed è ben congegnata. I problemi maggiori li ho con l'inizio (sul quale ho parecchie cose da ridire) e col finale (principalmente per un uso smodato dei deus ex machina, come vedremo).
Messaggio finale: gli schiavi devono rimanere buoni, alla mercé dei padroni; controllare la popolazione con metodi che neanche i nazisti userebbero è una pratica corretta. È un messaggio che mi piace. Non sono ironico: non capita spesso di imbattersi un messaggio così forte e bizzarro, e soprattutto sensato, nel contesto della serie. Piccola digressione: se "Shinsekai Yori" fosse stato realizzato negli U.S.A., sarebbe uscito fuori una sorta di "Gattaca" o di "Divergent", una storia dove il protagonista si sarebbe ribellato contro la società ingiusta e opprimente, instillando negli schiavi oppressi sentimenti di rivolta, per rovesciare l'attuale regime e instaurare un ordinamento giusto e democratico. Tutte scemenze che qua, grazie al cielo, non appaiono: i capi fanno la scelta giusta a sopprimere tutti i bambini "problematici" e a farli colpire da damnatio memoriae in seguito. Ciò dimostra anche che la moralità in una storia è sempre relativa: "giusto" e "sbagliato" sono sempre in relazione a ciò che permette di ottenere il successo nella storia. Le azioni "giuste in senso assoluto" compaiono solo nelle storie scarse.
Dettagli scientifici: la spiegazione del come gli scienziati abbiano provato a rendere la civiltà più pacifica possibile, i telomeri di Tomiko e forse qualcos'altro. Ho un debole per queste cose.
Adesso analizziamo più nel dettaglio e con maggior ordine i principali aspetti della storia, ovvero personaggi, trama, ambientazione e il modo con cui tutto ciò è stato reso su schermo (uso del medium narrativo). Dal momento che ho visto troppi pochi anime per poter esprimere un giudizio più che semplicemente personale, eviterò di soffermarmi sui disegni.
Personaggi: l'aspetto peggiore della serie. Sono ridicolmente piatti. Piatti, perché non hanno elementi distintivi che rimangono in mente. Piatti, perché non hanno uno sviluppo degno di questo nome; crescendo, diventano un po' più adulti, ma l'unico personaggio che ha alle spalle un'evoluzione reale è Yakomaru/Squealer (che difatti è l'unico personaggio interessante, insieme a Tomiko). Piatti, perché non hanno difetti che devono superare o cambiamenti che devono approntare. La vicenda è praticamente slegata dalle personalità dei protagonisti (importa solo che siano legati da una profonda amicizia/amore; per il resto si potrebbe sostituire un personaggio con Indiana Jones o Rocco Siffredi dotati di poteri psionici, e la vicenda sarebbe stata esattamente la stessa). Ciò comporta anche una scarsa empatia, che è un elemento fondamentale per una buona riuscita di una storia. L'unico personaggio per il quale ho provato un po' di empatia è stato Squealer, e in misura minore Mamoru (perché era stata mostrata bene l'attenzione che gli altri personaggi hanno per lui).
Piccola eccezione per Saki, che, crescendo, matura la convinzione che la società fa bene a trattare in questo modo i bambini potenzialmente pericolosi, quando prima trovava l'idea disgustosa (episodio 19, anche se nel finale pare rimangiarsi un po' quest'idea). Ciò ha un impatto minimo nella storia, anzi (se avesse realmente maturato questa comprensione del sacrificio del singolo per la società, non avrebbe deciso di salvare Satoru dallo Psicobuster). Una profonda nota di demerito per gli sceneggiatori su Saki: tutti quanti (la madre, Tomiko, Maria) si ostinano a ripetere che lei è "forte", che è "in grado di rimanere lucida nei momenti di difficoltà", ovvero "la caratteristica più importante per un leader". Nella storia accade esattamente l'opposto: in circostanze di pericolo sono principalmente gli altri che prendono le decisioni, e lei li segue pedissequamente. Negli ultimi episodi in pratica lei non prende nessuna decisione; e, quando ciò avviene, è Shun a suggerirle come agire. Lei che all'ultimo decide di salvare Mamoru è l'esatto opposto del "rimanere lucido nei momenti di difficoltà". Nell'episodio 12, la spiegazione di Tomiko del perché l'hanno risparmiata è oscena. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 4.5.
Trama: Le prime sette puntate sono inutili. Servono solo per impostare la storia, ovvero presentare i protagonisti, raccontare la storia del mondo e le caratteristiche degli umani, mostrare chi sono i mostroratti. Non viene costruito niente che avrà poi una reale rilevanza. La storia potrebbe partire dall'episodio 8 senza gravi disagi per lo spettatore; basterebbe dargli le informazioni sull'ambientazione e non ne avrebbe nessuno. Ciò è un male. Nel secondo arco la storia tiene bene ed è appassionante. Nel terzo arco parte bene, ma poi si perde in alcune scelte che rendono il finale tutt'altro che memorabile. Ho visto intrecci migliori (fuori dagli anime), ma quello di "Shinsekai Yori" non è male.
Tra le scene che non ho gradito: Shisei che non uccide il demone; la società che pare non avere neanche uno straccio di difesa contro i meta-demoni, malgrado una paranoia acutissima; lo psicobuster, che è un incrocio tra un deus ex machina e un MacGuffin, comunque presentato in maniera indegna e che crea problemi di continuità; la quantità invereconda di deus ex machina che servono per portare avanti la vicenda (Kiromaru che era già stato a Tokyo, la biblioteca parlante, Shun che le fa da guida sotto forma di sogno - quest'ultimo è orribile, perché non mi risulta che abbiano dato una spiegazione); Saki che fa una scemenza veramente enorme, per la quale avrebbe meritato una fine orrenda; il combattimento finale presentato con un montaggio anticlimatico. La trovata finale funziona; un po' di chiarezza in più sulla questione avrebbe aiutato (l'autodistruzione è genetica o psicologica?), anche se, volendo, si può spiegare (è sia genetica che psicologica). Non ho trovato grandi colpi di scena, ovvero scoperte che cambiano radicalmente lo scenario/la percezione della storia. Nel complesso funziona abbastanza. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 6.5. Peccato per il finale, gestito male.
Ambientazione: carina, ma sprecata. Le informazioni presentate nell'episodio 4 mi hanno acceso del sense of wonder, ma sono state sfruttate poco. Il "passato sanguinoso" del mondo non compare nelle vicende presenti, quindi sono informazioni un po' inutili (peraltro mi chiedo perché non volessero che i bambini ne entrassero a contatto, sembrano informazioni innocue e che si possono tranquillamente far studiare a scuola. Forse c'è una spiegazione, ma non l'ho trovata). Malgrado siano guidati da discendenti degli scienziati, il mondo pare fermo a una sorta di Medioevo, e, sebbene tutti gli umani sappiano utilizzare i poteri telecinetici nella vita quotidiana, non c'è niente o quasi che lo faccia pensare. È inverosimile il fatto che con un'acuta paranoia verso i meta-demoni non abbiano sviluppato nessuna difesa efficace contro di essi.
In generale non è male. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 7.5. Poteva generare molto più sense of wonder.
Uso del medium narrativo: mi è sembrato dilettantistico. 'Infodump* a manetta' (specie nelle prime puntate e nelle ultime), il culmine raggiunto nella puntata 4, dove undici minuti e trentasei secondi su venti minuti di puntata sono stati riempiti dallo 'spiegone' della biblioteca. L'uso intensivo della voce narrante, a volte anche nel mezzo dell'azione, va male, perché spezza tensione e immedesimazione. La costruzione dell'empatia verso i personaggi è molto carente. Il conflitto latita nelle prime puntate e nell'ultima. Regia e fotografia sono un po' banali: niente di criminale (a parte i continui primissimi piani sull'occhio terrorizzato e tremolante di Saki), ma anche niente che mi abbia colpito. Disegni carini, ma mancano scene dal forte impatto visivo. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 5.
La valutazione complessiva è: carino, ma niente di trascendentale. Non penso che lo rivedrei.
Da un punto di vista numerico: (4.5+6,5+7.5+5 = 23,5)/4. Da media verrebbe 6-. Alzo il voto, perché aveva qualche idea carina e perché comunque non è un anime che annoia.
Il voto finale quindi è 6.5. La valutazione complessiva è: carino, ma niente di trascendentale.
* L'infodump ('inforigurgito', 'spiegone') è l'impellente necessità dell’autore di fornire informazioni al lettore o allo spettatore, a seconda del medium sfruttato. L'autore si rende conto che il lettore ha bisogno di determinate informazioni per comprendere gli sviluppi della storia, e perciò gliele "vomita" addosso. Peggio, spesso l’autore crede che le informazioni siano vitali, quando in realtà non lo sono.
L'infodump si esplica in due modi principali: con l’intervento diretto dell’autore e attraverso dialoghi o pensieri farlocchi. Il primo modo è il più brutto. La narrazione è interrotta e l’autore sale in cattedra per insegnare al lettore.
(Liberamente tratto da http://fantasy.gamberi.org/2008/05/31/riassunto-delle-puntate-precedenti/)
Per esempio, puntata 3, dove si ferma la narrazione e la voce narrante spiega cos'è un falso Nudibianco.
La seconda forma tipica di infodump è meno grave, perché almeno è tutta racchiusa nella realtà virtuale, non c’è intervento esterno dell’autore. Tuttavia, come si può notare, il dialogo è forzato. È un dialogo inverosimile, che rovina la credibilità della storia. Per esempio, il resoconto che il contadino fa a Saki della situazione in città nella puntata 20, che a causa di scelte lessicali e registiche sbagliate sembra che un narratore esterno stia raccontando la storia allo spettatore. Un esempio di spiegazione ben integrata nella narrazione (e che quindi non è infodump, ovvero va bene) è quella che è il cuore dell'episodio 10. Ha senso che avvenga, la spiegazione è naturale ed è sottolineata da dettagli concreti (l'isolamento di Shun, la trasformazione dell'ambiente circostante alla sua casa, le sfere che tiene sollevate per impegnare il suo potere).
Partiamo dagli elementi che mi sono piaciuti.
Ritmo narrativo: dalla puntata 9 a quelle finali la storia prende, non annoia ed è ben congegnata. I problemi maggiori li ho con l'inizio (sul quale ho parecchie cose da ridire) e col finale (principalmente per un uso smodato dei deus ex machina, come vedremo).
Messaggio finale: gli schiavi devono rimanere buoni, alla mercé dei padroni; controllare la popolazione con metodi che neanche i nazisti userebbero è una pratica corretta. È un messaggio che mi piace. Non sono ironico: non capita spesso di imbattersi un messaggio così forte e bizzarro, e soprattutto sensato, nel contesto della serie. Piccola digressione: se "Shinsekai Yori" fosse stato realizzato negli U.S.A., sarebbe uscito fuori una sorta di "Gattaca" o di "Divergent", una storia dove il protagonista si sarebbe ribellato contro la società ingiusta e opprimente, instillando negli schiavi oppressi sentimenti di rivolta, per rovesciare l'attuale regime e instaurare un ordinamento giusto e democratico. Tutte scemenze che qua, grazie al cielo, non appaiono: i capi fanno la scelta giusta a sopprimere tutti i bambini "problematici" e a farli colpire da damnatio memoriae in seguito. Ciò dimostra anche che la moralità in una storia è sempre relativa: "giusto" e "sbagliato" sono sempre in relazione a ciò che permette di ottenere il successo nella storia. Le azioni "giuste in senso assoluto" compaiono solo nelle storie scarse.
Dettagli scientifici: la spiegazione del come gli scienziati abbiano provato a rendere la civiltà più pacifica possibile, i telomeri di Tomiko e forse qualcos'altro. Ho un debole per queste cose.
Adesso analizziamo più nel dettaglio e con maggior ordine i principali aspetti della storia, ovvero personaggi, trama, ambientazione e il modo con cui tutto ciò è stato reso su schermo (uso del medium narrativo). Dal momento che ho visto troppi pochi anime per poter esprimere un giudizio più che semplicemente personale, eviterò di soffermarmi sui disegni.
Personaggi: l'aspetto peggiore della serie. Sono ridicolmente piatti. Piatti, perché non hanno elementi distintivi che rimangono in mente. Piatti, perché non hanno uno sviluppo degno di questo nome; crescendo, diventano un po' più adulti, ma l'unico personaggio che ha alle spalle un'evoluzione reale è Yakomaru/Squealer (che difatti è l'unico personaggio interessante, insieme a Tomiko). Piatti, perché non hanno difetti che devono superare o cambiamenti che devono approntare. La vicenda è praticamente slegata dalle personalità dei protagonisti (importa solo che siano legati da una profonda amicizia/amore; per il resto si potrebbe sostituire un personaggio con Indiana Jones o Rocco Siffredi dotati di poteri psionici, e la vicenda sarebbe stata esattamente la stessa). Ciò comporta anche una scarsa empatia, che è un elemento fondamentale per una buona riuscita di una storia. L'unico personaggio per il quale ho provato un po' di empatia è stato Squealer, e in misura minore Mamoru (perché era stata mostrata bene l'attenzione che gli altri personaggi hanno per lui).
Piccola eccezione per Saki, che, crescendo, matura la convinzione che la società fa bene a trattare in questo modo i bambini potenzialmente pericolosi, quando prima trovava l'idea disgustosa (episodio 19, anche se nel finale pare rimangiarsi un po' quest'idea). Ciò ha un impatto minimo nella storia, anzi (se avesse realmente maturato questa comprensione del sacrificio del singolo per la società, non avrebbe deciso di salvare Satoru dallo Psicobuster). Una profonda nota di demerito per gli sceneggiatori su Saki: tutti quanti (la madre, Tomiko, Maria) si ostinano a ripetere che lei è "forte", che è "in grado di rimanere lucida nei momenti di difficoltà", ovvero "la caratteristica più importante per un leader". Nella storia accade esattamente l'opposto: in circostanze di pericolo sono principalmente gli altri che prendono le decisioni, e lei li segue pedissequamente. Negli ultimi episodi in pratica lei non prende nessuna decisione; e, quando ciò avviene, è Shun a suggerirle come agire. Lei che all'ultimo decide di salvare Mamoru è l'esatto opposto del "rimanere lucido nei momenti di difficoltà". Nell'episodio 12, la spiegazione di Tomiko del perché l'hanno risparmiata è oscena. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 4.5.
Trama: Le prime sette puntate sono inutili. Servono solo per impostare la storia, ovvero presentare i protagonisti, raccontare la storia del mondo e le caratteristiche degli umani, mostrare chi sono i mostroratti. Non viene costruito niente che avrà poi una reale rilevanza. La storia potrebbe partire dall'episodio 8 senza gravi disagi per lo spettatore; basterebbe dargli le informazioni sull'ambientazione e non ne avrebbe nessuno. Ciò è un male. Nel secondo arco la storia tiene bene ed è appassionante. Nel terzo arco parte bene, ma poi si perde in alcune scelte che rendono il finale tutt'altro che memorabile. Ho visto intrecci migliori (fuori dagli anime), ma quello di "Shinsekai Yori" non è male.
Tra le scene che non ho gradito: Shisei che non uccide il demone; la società che pare non avere neanche uno straccio di difesa contro i meta-demoni, malgrado una paranoia acutissima; lo psicobuster, che è un incrocio tra un deus ex machina e un MacGuffin, comunque presentato in maniera indegna e che crea problemi di continuità; la quantità invereconda di deus ex machina che servono per portare avanti la vicenda (Kiromaru che era già stato a Tokyo, la biblioteca parlante, Shun che le fa da guida sotto forma di sogno - quest'ultimo è orribile, perché non mi risulta che abbiano dato una spiegazione); Saki che fa una scemenza veramente enorme, per la quale avrebbe meritato una fine orrenda; il combattimento finale presentato con un montaggio anticlimatico. La trovata finale funziona; un po' di chiarezza in più sulla questione avrebbe aiutato (l'autodistruzione è genetica o psicologica?), anche se, volendo, si può spiegare (è sia genetica che psicologica). Non ho trovato grandi colpi di scena, ovvero scoperte che cambiano radicalmente lo scenario/la percezione della storia. Nel complesso funziona abbastanza. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 6.5. Peccato per il finale, gestito male.
Ambientazione: carina, ma sprecata. Le informazioni presentate nell'episodio 4 mi hanno acceso del sense of wonder, ma sono state sfruttate poco. Il "passato sanguinoso" del mondo non compare nelle vicende presenti, quindi sono informazioni un po' inutili (peraltro mi chiedo perché non volessero che i bambini ne entrassero a contatto, sembrano informazioni innocue e che si possono tranquillamente far studiare a scuola. Forse c'è una spiegazione, ma non l'ho trovata). Malgrado siano guidati da discendenti degli scienziati, il mondo pare fermo a una sorta di Medioevo, e, sebbene tutti gli umani sappiano utilizzare i poteri telecinetici nella vita quotidiana, non c'è niente o quasi che lo faccia pensare. È inverosimile il fatto che con un'acuta paranoia verso i meta-demoni non abbiano sviluppato nessuna difesa efficace contro di essi.
In generale non è male. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 7.5. Poteva generare molto più sense of wonder.
Uso del medium narrativo: mi è sembrato dilettantistico. 'Infodump* a manetta' (specie nelle prime puntate e nelle ultime), il culmine raggiunto nella puntata 4, dove undici minuti e trentasei secondi su venti minuti di puntata sono stati riempiti dallo 'spiegone' della biblioteca. L'uso intensivo della voce narrante, a volte anche nel mezzo dell'azione, va male, perché spezza tensione e immedesimazione. La costruzione dell'empatia verso i personaggi è molto carente. Il conflitto latita nelle prime puntate e nell'ultima. Regia e fotografia sono un po' banali: niente di criminale (a parte i continui primissimi piani sull'occhio terrorizzato e tremolante di Saki), ma anche niente che mi abbia colpito. Disegni carini, ma mancano scene dal forte impatto visivo. Se proprio dovessi esprimere una valutazione numerica, darei 5.
La valutazione complessiva è: carino, ma niente di trascendentale. Non penso che lo rivedrei.
Da un punto di vista numerico: (4.5+6,5+7.5+5 = 23,5)/4. Da media verrebbe 6-. Alzo il voto, perché aveva qualche idea carina e perché comunque non è un anime che annoia.
Il voto finale quindi è 6.5. La valutazione complessiva è: carino, ma niente di trascendentale.
* L'infodump ('inforigurgito', 'spiegone') è l'impellente necessità dell’autore di fornire informazioni al lettore o allo spettatore, a seconda del medium sfruttato. L'autore si rende conto che il lettore ha bisogno di determinate informazioni per comprendere gli sviluppi della storia, e perciò gliele "vomita" addosso. Peggio, spesso l’autore crede che le informazioni siano vitali, quando in realtà non lo sono.
L'infodump si esplica in due modi principali: con l’intervento diretto dell’autore e attraverso dialoghi o pensieri farlocchi. Il primo modo è il più brutto. La narrazione è interrotta e l’autore sale in cattedra per insegnare al lettore.
(Liberamente tratto da http://fantasy.gamberi.org/2008/05/31/riassunto-delle-puntate-precedenti/)
Per esempio, puntata 3, dove si ferma la narrazione e la voce narrante spiega cos'è un falso Nudibianco.
La seconda forma tipica di infodump è meno grave, perché almeno è tutta racchiusa nella realtà virtuale, non c’è intervento esterno dell’autore. Tuttavia, come si può notare, il dialogo è forzato. È un dialogo inverosimile, che rovina la credibilità della storia. Per esempio, il resoconto che il contadino fa a Saki della situazione in città nella puntata 20, che a causa di scelte lessicali e registiche sbagliate sembra che un narratore esterno stia raccontando la storia allo spettatore. Un esempio di spiegazione ben integrata nella narrazione (e che quindi non è infodump, ovvero va bene) è quella che è il cuore dell'episodio 10. Ha senso che avvenga, la spiegazione è naturale ed è sottolineata da dettagli concreti (l'isolamento di Shun, la trasformazione dell'ambiente circostante alla sua casa, le sfere che tiene sollevate per impegnare il suo potere).
Amanti dell'orrido e del macabro state per guardare (o avete già guardato) l'anime perfetto per voi.
"Shinsekai Yori" è poesia nel grottesco, è qualcosa di diverso dal "solito", ha una storia coinvolgente, anche se nei primi minuti pare essere molto intricata e di difficile comprensione, tuttavia questa è una matassa che verrà sbrigliata man mano nel susseguirsi degli episodi. Il tutto si svolge in maniera dinamica e nulla sembra esser stato lasciato al caso, ma state ben attenti, perché da un momento all'altro vi sentirete come se qualcuno vi avesse dato un pugno diritto allo stomaco, con le budella completamente attorcigliate dal dolore, poiché non pochi saranno i dissapori che caratterizzeranno la crescita e la maturazione della nostra protagonista Saki.
Nel complesso risulta un'opera ben studiata, sempre accompagnata da un'incredibile colonna sonore e da impressionanti colpi di scena.
Consiglio vivamente di vederla a tutti coloro che sono in cerca di qualcosa di non convenzionale e assolutamente coinvolgente.
"Shinsekai Yori" è poesia nel grottesco, è qualcosa di diverso dal "solito", ha una storia coinvolgente, anche se nei primi minuti pare essere molto intricata e di difficile comprensione, tuttavia questa è una matassa che verrà sbrigliata man mano nel susseguirsi degli episodi. Il tutto si svolge in maniera dinamica e nulla sembra esser stato lasciato al caso, ma state ben attenti, perché da un momento all'altro vi sentirete come se qualcuno vi avesse dato un pugno diritto allo stomaco, con le budella completamente attorcigliate dal dolore, poiché non pochi saranno i dissapori che caratterizzeranno la crescita e la maturazione della nostra protagonista Saki.
Nel complesso risulta un'opera ben studiata, sempre accompagnata da un'incredibile colonna sonore e da impressionanti colpi di scena.
Consiglio vivamente di vederla a tutti coloro che sono in cerca di qualcosa di non convenzionale e assolutamente coinvolgente.
“Shinsekai Yori”, nota anche come “From the New World”, è una serie di venticinque episodi tratta dall’omonimo romanzo giapponese. L’opera è da collocarsi tra i seguenti generi: mistero, distopia/fantascienza, drammatico, psicologico, fantasy.
“Shinsekai Yori” è da considerare in tutto e per tutto un capolavoro. Un anime originale e coinvolgente. Ambientato in un futuro distante mille anni dal presente, descrive una società utopica, nei suoi pregi come anche nei suoi lati più orribili. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi, allievi dell’accademia degli illuminati, che, durante una gita scolastica, casualmente finiscono per scoprire verità nascoste sulla nascita del loro mondo. Verità che gli adulti hanno celato a tutti i bambini del villaggio. Così ha inizio la loro storia.
L’amicizia è senz’altro il tema principale. Il legame che unisce i protagonisti è bellissimo e sarà in qualche modo il filo conduttore che li porterà a intraprendere un viaggio alla scoperta degli inquietanti misteri della loro civiltà.
La trama è il punto forte. Elaboratissima, piena di segreti, misteri e agghiaccianti verità. I personaggi sono incredibilmente ben caratterizzati sotto ogni aspetto e durante la serie matureranno sia psicologicamente (avendo a che fare con la perdita di persone care e scontrandosi contro i principi morali della società) che fisicamente (dato che la storia è suddivisa in tre grandi parti ambientate in tre diversi momenti della vita della protagonista principale, Saki Watabe).
Dal punto di vista grafico i disegni personalmente li ritengo molto belli ed espressivi. Anche il tipo di grafica (molto particolare) l’ho trovata adatta al tipo di anime. Stupendi i paesaggi e l’ambientazione.
La colonna sonora è bellissima, capace di catturare lo spettatore durante ogni momento.
Una storia veramente fuori dagli schemi che consiglio vivamente a qualcuno che ha voglia di vedere qualcosa di nuovo.
“Shinsekai Yori” è da considerare in tutto e per tutto un capolavoro. Un anime originale e coinvolgente. Ambientato in un futuro distante mille anni dal presente, descrive una società utopica, nei suoi pregi come anche nei suoi lati più orribili. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi, allievi dell’accademia degli illuminati, che, durante una gita scolastica, casualmente finiscono per scoprire verità nascoste sulla nascita del loro mondo. Verità che gli adulti hanno celato a tutti i bambini del villaggio. Così ha inizio la loro storia.
L’amicizia è senz’altro il tema principale. Il legame che unisce i protagonisti è bellissimo e sarà in qualche modo il filo conduttore che li porterà a intraprendere un viaggio alla scoperta degli inquietanti misteri della loro civiltà.
La trama è il punto forte. Elaboratissima, piena di segreti, misteri e agghiaccianti verità. I personaggi sono incredibilmente ben caratterizzati sotto ogni aspetto e durante la serie matureranno sia psicologicamente (avendo a che fare con la perdita di persone care e scontrandosi contro i principi morali della società) che fisicamente (dato che la storia è suddivisa in tre grandi parti ambientate in tre diversi momenti della vita della protagonista principale, Saki Watabe).
Dal punto di vista grafico i disegni personalmente li ritengo molto belli ed espressivi. Anche il tipo di grafica (molto particolare) l’ho trovata adatta al tipo di anime. Stupendi i paesaggi e l’ambientazione.
La colonna sonora è bellissima, capace di catturare lo spettatore durante ogni momento.
Una storia veramente fuori dagli schemi che consiglio vivamente a qualcuno che ha voglia di vedere qualcosa di nuovo.
E' un anime che mi è stato consigliato e che non conoscevo: devo dirlo, le prime puntate sono state non dico un supplizio, ma... lentissime e si capiva davvero poco. Andando avanti con la trama, però, ha iniziato a prendermi sul serio, e proprio quest'ultima mi ha sorpreso.
L'anime graficamente è fatto molto bene, anche se i tratti dei disegni a volte sono davvero troppo semplici, tanto semplici che un paio di volte ho fatto confusione coi personaggi.
La colonna sonora è anch'essa molto buona e il doppiaggio, anch'esso, non lascia affatto a desiderare.
Il vero neo, come anticipato prima, è forse la lentezza della parte iniziale che, aggiunta del fatto che la trama racconta la vita della studentessa Saki a spezzoni (episodi a dodici anni, altri a quattordici, etc.), non aiuta, perché ogni volta ci si ritrova catapultati in un contesto diverso di una società già di per sé strana, bizzarra.
In ogni caso consiglio di vederlo, abbiate solo la pazienza di sopportare le prime puntate e non ve ne pentirete.
L'anime graficamente è fatto molto bene, anche se i tratti dei disegni a volte sono davvero troppo semplici, tanto semplici che un paio di volte ho fatto confusione coi personaggi.
La colonna sonora è anch'essa molto buona e il doppiaggio, anch'esso, non lascia affatto a desiderare.
Il vero neo, come anticipato prima, è forse la lentezza della parte iniziale che, aggiunta del fatto che la trama racconta la vita della studentessa Saki a spezzoni (episodi a dodici anni, altri a quattordici, etc.), non aiuta, perché ogni volta ci si ritrova catapultati in un contesto diverso di una società già di per sé strana, bizzarra.
In ogni caso consiglio di vederlo, abbiate solo la pazienza di sopportare le prime puntate e non ve ne pentirete.
Trovo che "Shinsekai Yori" sia un anime che faccia molto riflettere per i temi e le situazioni sulle quali si basa e che riesce a far evolvere. E' però anche un anime che porta con sé un difetto che, secondo i miei metri di misura, non si può trascurare.
Per quanto riguarda le tematiche che tocca e analizza, sicuramente si parla di un anime "alto", elevato, oserei dire. Piuttosto filosofico e poetico, soprattutto nel finale, quasi aulico. Un finale, quindi le ultime sei-sette puntate, nelle quali prende il sopravvento un'idea spaventosa per la protagonista e gli spettatori, che potremmo semplificare in: la mia idea, la mia posizione, il mio credo, tutto ciò che sono è corretto perché è effettivamente corretto o lo è semplicemente perché mi è stato imposto di crederlo tale? Insomma, nella parte conclusiva dell'anime, secondo me la migliore, si assiste a un vero e proprio conflitto emotivo da parte della protagonista, che arriva a scoprire come due concezioni in antitesi tra loro possano divenire uguali e invertibili a seconda del punto dalle quali le si osserva. La protagonista impara che la moralità è una lama a doppio taglio, e che i preconcetti insiti in noi possono essere altrettanto letali. Capisce anche che il motto "noblesse oblige" obbliga sì i più dotati ad agire per il bene della collettività, ma che spesso i meno dotati restano comunque e inesorabilmente lasciati a loro stessi, senza supporto.
Con queste tematiche a far da filo conduttore, e cementate insieme da un buon quantitativo di azione (non troppa e non troppo sanguinaria, ma in buona dose), si può parlare a ragione di un'ultima sezione di anime davvero ben costruita e realizzata, piacevole a vedersi, riflessiva e introspettiva.
Purtroppo però la prima parte di anime è stata ampiamente sotto questi standard. Più mistero che azione, più domande che riflessioni. Semplicemente, le prime dieci puntate circa non reggono il passo con l'ultima parte per tematiche e per modo in cui si svolgono le avventure dei protagonisti. Sicuramente si apprezza il mistero che avvolge questo mondo distopico e post-apocalittico, così come piace la suspense legata alla lama a doppio taglio costituita dal "potere" degli abitanti di questo universo, però personalmente ho avuto una generale impressione di poca qualità, in questi episodi, forse dettata da una certa lentezza negli stessi.
Concludo dando un giudizio complessivo. Sicuramente si tratta di un'opera veramente ben realizzata, della quale ho apprezzato tantissimo la caratterizzazione psicologica dei personaggi, i risvolti riflessivi e anche gli scenari che hanno accompagnato le vicende narrate, però non posso non considerare la prima metà circa della serie, troppo lenta per i miei gusti e troppo poco movimentata. Non la considero un capolavoro assoluto come molti invece fanno, non riesco proprio a non considerare certi cali nella struttura, però resta comunque una serie di tutto rispetto.
Voto finale 9, perché alla fin dei conti la seconda parte riesce a tenere a galla, e piuttosto bene, tutto l'anime, ma resta il rammarico: se fosse stata così anche la prima tranche, probabilmente avrei dato il mio primo 10 a un anime.
Per quanto riguarda le tematiche che tocca e analizza, sicuramente si parla di un anime "alto", elevato, oserei dire. Piuttosto filosofico e poetico, soprattutto nel finale, quasi aulico. Un finale, quindi le ultime sei-sette puntate, nelle quali prende il sopravvento un'idea spaventosa per la protagonista e gli spettatori, che potremmo semplificare in: la mia idea, la mia posizione, il mio credo, tutto ciò che sono è corretto perché è effettivamente corretto o lo è semplicemente perché mi è stato imposto di crederlo tale? Insomma, nella parte conclusiva dell'anime, secondo me la migliore, si assiste a un vero e proprio conflitto emotivo da parte della protagonista, che arriva a scoprire come due concezioni in antitesi tra loro possano divenire uguali e invertibili a seconda del punto dalle quali le si osserva. La protagonista impara che la moralità è una lama a doppio taglio, e che i preconcetti insiti in noi possono essere altrettanto letali. Capisce anche che il motto "noblesse oblige" obbliga sì i più dotati ad agire per il bene della collettività, ma che spesso i meno dotati restano comunque e inesorabilmente lasciati a loro stessi, senza supporto.
Con queste tematiche a far da filo conduttore, e cementate insieme da un buon quantitativo di azione (non troppa e non troppo sanguinaria, ma in buona dose), si può parlare a ragione di un'ultima sezione di anime davvero ben costruita e realizzata, piacevole a vedersi, riflessiva e introspettiva.
Purtroppo però la prima parte di anime è stata ampiamente sotto questi standard. Più mistero che azione, più domande che riflessioni. Semplicemente, le prime dieci puntate circa non reggono il passo con l'ultima parte per tematiche e per modo in cui si svolgono le avventure dei protagonisti. Sicuramente si apprezza il mistero che avvolge questo mondo distopico e post-apocalittico, così come piace la suspense legata alla lama a doppio taglio costituita dal "potere" degli abitanti di questo universo, però personalmente ho avuto una generale impressione di poca qualità, in questi episodi, forse dettata da una certa lentezza negli stessi.
Concludo dando un giudizio complessivo. Sicuramente si tratta di un'opera veramente ben realizzata, della quale ho apprezzato tantissimo la caratterizzazione psicologica dei personaggi, i risvolti riflessivi e anche gli scenari che hanno accompagnato le vicende narrate, però non posso non considerare la prima metà circa della serie, troppo lenta per i miei gusti e troppo poco movimentata. Non la considero un capolavoro assoluto come molti invece fanno, non riesco proprio a non considerare certi cali nella struttura, però resta comunque una serie di tutto rispetto.
Voto finale 9, perché alla fin dei conti la seconda parte riesce a tenere a galla, e piuttosto bene, tutto l'anime, ma resta il rammarico: se fosse stata così anche la prima tranche, probabilmente avrei dato il mio primo 10 a un anime.
"Shinsekai Yori" è un anime del 2012 prodotto dallo studio A-1 Pictures e basato sull'omonimo libro scritto da Yusuke Kishi.
La storia si svolge nel 3000 dopo Cristo circa, anche se, al primo impatto, saremmo spinti a sostituire il d.C. con l'a.C: nessun automa o invenzione futuristica, bensì una sorta di utopia, ricca di paesaggi bucolici, villaggi in legno e popolazione ridotta ai minimi storici. Una delle differenza sostanziali è che la razza umana ha saputo sviluppare il potere della telecinesi. Protagonisti dell'anime sono cinque ragazzi, Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, che scopriranno la verità celata dietro la "storia macchiata di sangue" della loro civiltà.
I primi aggettivi che mi vengono in mente pensando a "Shinsekai Yori" sono "originale", "innovativo", "fuori dagli schemi". Tutti sinonimi che servono a descrivere un anime che di sicuro non ha precedenti e che riesce a coinvolgere come pochi. Forse a questa sua particolarità contribuisce l'essere tratto da un libro (non da una light novel o un manga), che quindi non presenta i contenuti un po' più leggeri che siamo abituati a trovare nelle opere tipicamente nipponiche. Questo lo si può già intuire da come viene affrontato l'argomento "potere sovrannaturale", usato/abusato da un'immensa quantità di anime. Nella maggior parte di essi, però, è sempre visto come qualcosa di straordinario, di cui vantarsi e da mettere in mostra. In "Shinsekai Yori", invece, è percepito in maniera diversa: è un potere da temere, che ha segnato profondamente la civiltà umana, e il perno attorno a cui tutta la storia si sviluppa, non certamente con tutti quegli effetti speciali che abbagliano lo spettatore, tipico del genere "superpoteri".
In maniera egregia è stata intessuta la trama di questa storia straordinaria: ogni evento è stato programmato e descritto con attenzione e minuzia di particolari (per citare un esempio, si precisa addirittura che la nazionalità di uno scienziato che ha condotto una determinata ricerca è azerbaigiana, pensate un po'). Nell'anime, quindi, ogni domanda ha una risposta, ogni cosa ha un senso: persino la presenza dei generi "shoujo-Ai" e "shounen-Ai" nella sua scheda ha una spiegazione logica, giustificando quello che sarebbe potuto essere del fanservice messo lì a caso, per dare allo spettatore quello che di solito si trova nei prodotti degli ultimi tempi.
Tematiche importanti sono affrontate, tra tutte la distinzione tra il bene e il male, su cosa sia giusto e cosa sbagliato, il tutto finalizzato alla ricerca di una risposta alla domanda: "É sempre l'uomo il cattivo della situazione?" Starà a noi dare quella che più ci aggrada, dopo colpi di scena inaspettati che mettono in buona luce prima una parte e poi l'altra, dopo rivelazioni sulla struttura di una società che, alla fin fine, ci sembra ingiusta. Ma per quali altre soluzioni si poteva optare? Solamente l'aver indotto lo spettatore a porsi certe domande, l'aver instillato in lui dubbi di portata esistenziale, è sufficiente a far capire la profondità di quest'opera.
Non si può dire però che "Shinsekai Yori" sia esente da difetti: alcune puntate si potrebbero definire troppo pesanti, un po' difficili da seguire fino alla fine, specie se ricche di dialoghi complicati e ritmi molto lenti.
Altra cosa non proprio eccelsa è qualche aspetto del lato tecnico: il character design, anche se nel complesso è molto semplice e carino, subisce spesso grandi cali di qualità, assieme alle animazioni. Questo succede in qualche episodio, mentre per il resto ci si mantiene sempre su buoni livelli. Ottima la regia, elaborata e ricercata la sceneggiatura, stupenda e suggestiva la colonna sonora: basta ascoltare l'OST "Kage no Denshouka Dai Ichibu" per immergersi completamente nell'atmosfera tipica di "Shinsekai Yori". A dir poco meravigliosa l'ending "Wareta Ringo", ma anche "Yuki ni Saku Hana" è molto più che orecchiabile. Altra piccola particolarità dell'anime è che non c'è la sigla di apertura, in modo da godersi immediatamente la puntata.
Per concludere, non è che "Shinsekai Yori" sia l'anime perfetto, ma alla perfezione ci va quasi vicino, grazie soprattutto a personaggi ben caratterizzati (di cui prima non ho parlato, ma che ovviamente rappresentano una bella nota positiva) e una storia da restare meravigliati.
Voto: 9
La storia si svolge nel 3000 dopo Cristo circa, anche se, al primo impatto, saremmo spinti a sostituire il d.C. con l'a.C: nessun automa o invenzione futuristica, bensì una sorta di utopia, ricca di paesaggi bucolici, villaggi in legno e popolazione ridotta ai minimi storici. Una delle differenza sostanziali è che la razza umana ha saputo sviluppare il potere della telecinesi. Protagonisti dell'anime sono cinque ragazzi, Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, che scopriranno la verità celata dietro la "storia macchiata di sangue" della loro civiltà.
I primi aggettivi che mi vengono in mente pensando a "Shinsekai Yori" sono "originale", "innovativo", "fuori dagli schemi". Tutti sinonimi che servono a descrivere un anime che di sicuro non ha precedenti e che riesce a coinvolgere come pochi. Forse a questa sua particolarità contribuisce l'essere tratto da un libro (non da una light novel o un manga), che quindi non presenta i contenuti un po' più leggeri che siamo abituati a trovare nelle opere tipicamente nipponiche. Questo lo si può già intuire da come viene affrontato l'argomento "potere sovrannaturale", usato/abusato da un'immensa quantità di anime. Nella maggior parte di essi, però, è sempre visto come qualcosa di straordinario, di cui vantarsi e da mettere in mostra. In "Shinsekai Yori", invece, è percepito in maniera diversa: è un potere da temere, che ha segnato profondamente la civiltà umana, e il perno attorno a cui tutta la storia si sviluppa, non certamente con tutti quegli effetti speciali che abbagliano lo spettatore, tipico del genere "superpoteri".
In maniera egregia è stata intessuta la trama di questa storia straordinaria: ogni evento è stato programmato e descritto con attenzione e minuzia di particolari (per citare un esempio, si precisa addirittura che la nazionalità di uno scienziato che ha condotto una determinata ricerca è azerbaigiana, pensate un po'). Nell'anime, quindi, ogni domanda ha una risposta, ogni cosa ha un senso: persino la presenza dei generi "shoujo-Ai" e "shounen-Ai" nella sua scheda ha una spiegazione logica, giustificando quello che sarebbe potuto essere del fanservice messo lì a caso, per dare allo spettatore quello che di solito si trova nei prodotti degli ultimi tempi.
Tematiche importanti sono affrontate, tra tutte la distinzione tra il bene e il male, su cosa sia giusto e cosa sbagliato, il tutto finalizzato alla ricerca di una risposta alla domanda: "É sempre l'uomo il cattivo della situazione?" Starà a noi dare quella che più ci aggrada, dopo colpi di scena inaspettati che mettono in buona luce prima una parte e poi l'altra, dopo rivelazioni sulla struttura di una società che, alla fin fine, ci sembra ingiusta. Ma per quali altre soluzioni si poteva optare? Solamente l'aver indotto lo spettatore a porsi certe domande, l'aver instillato in lui dubbi di portata esistenziale, è sufficiente a far capire la profondità di quest'opera.
Non si può dire però che "Shinsekai Yori" sia esente da difetti: alcune puntate si potrebbero definire troppo pesanti, un po' difficili da seguire fino alla fine, specie se ricche di dialoghi complicati e ritmi molto lenti.
Altra cosa non proprio eccelsa è qualche aspetto del lato tecnico: il character design, anche se nel complesso è molto semplice e carino, subisce spesso grandi cali di qualità, assieme alle animazioni. Questo succede in qualche episodio, mentre per il resto ci si mantiene sempre su buoni livelli. Ottima la regia, elaborata e ricercata la sceneggiatura, stupenda e suggestiva la colonna sonora: basta ascoltare l'OST "Kage no Denshouka Dai Ichibu" per immergersi completamente nell'atmosfera tipica di "Shinsekai Yori". A dir poco meravigliosa l'ending "Wareta Ringo", ma anche "Yuki ni Saku Hana" è molto più che orecchiabile. Altra piccola particolarità dell'anime è che non c'è la sigla di apertura, in modo da godersi immediatamente la puntata.
Per concludere, non è che "Shinsekai Yori" sia l'anime perfetto, ma alla perfezione ci va quasi vicino, grazie soprattutto a personaggi ben caratterizzati (di cui prima non ho parlato, ma che ovviamente rappresentano una bella nota positiva) e una storia da restare meravigliati.
Voto: 9
"Shinsekai Yori" è un anime composto da venticinque episodi, ognuno dalla durata classica di circa ventitré minuti. Tratto dalla omonima serie di light novel di Yūsuke Kishi, è stato adattato nel 2012 in una serie televisiva anime dallo studio A-1 Pictures. Diretto da uno dei migliori character designer del momento, Masashi Ishihama, ci porta a vivere una delle storie più articolate e complesse di sempre.
Trama: sono passati mille anni dalla fine della nostra civiltà, della quale non rimane quasi più nulla, se non distorte leggende e antiche rovine sperdute e abbandonate. Le persone vivono in piccoli villaggi rurali, dove non esiste l'omicidio e dove le tecnologia e gli stili di vita sono visibilmente arretrati. La densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale (sono comparse nuove e strane specie animali umanoidi e vegetali mutanti). Ma i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera.
Precisamente, l'anime inizia con il narrare le vicende di un gruppo di ragazzini, Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, che hanno appena sviluppato i loro poteri telecinetici. La razza umana infatti ora è dotata di poteri a causa di un'evoluzione avvenuta appunto mille anni prima. Arrivati alla pubertà essi cominciano a comparire e i ragazzini vengono mandati in una scuola dove impareranno a usarli. I protagonisti hanno condotto fino ad allora una vita tranquilla, senza vedere mai il "male" del mondo. Senza provare alcuna paura per il futuro. Ma poi, con l'avvento dei loro poteri e l'inizio di quella scuola, cominceranno a capire che il sistema di vita utopico su cui hanno sempre vissuto nasconde una scia di sangue lunga mille anni, dove scelte ingiuste e crudeli sono all'ordine del giorno. Dove la differenza tra mostruosità e umanità non esiste.
"Shinsekai Yori" è un anime crudele, che fa riflettere.
Per evitare spoiler non parlerò oltre della trama. Ma alla fine dubiterete di molte cose, soprattutto vi chiederete: "Chi sono i veri mostri? Chi ha ragione? Chi ha torto?" Vi metterete dalla parte dei protagonisti o dei loro presunti antagonisti?
Ovviamente in questo anime la psicologia dei personaggi non manca. Li vedremo crescere, fino all'età adulta, grazie allo svolgersi dell'arco narrativo in diverse collocazioni temporali. In più, tramite racconti e flashback, scopriremo cosa è accaduto in quei mille anni di buio. Il come tutto sarà raccontato non risulterà sempre semplice e diretto, infatti si consiglia una seconda visione dell'anime per comprenderne bene tutte le sfumature.
Ovviamente ha dei difetti; la qualità del disegno in alcuni episodi centrali ne risentirà un po' e a volte la linearità della trama sarà compromessa da eventi un po' di dubbia interpretazione. Diciamo che in qualche punto la fluidità della storia s'incepperà un tantino. Ma nulla di davvero rilevante.
Io lo considero uno dei migliori anime che ho visto e lo consiglio vivamente, soprattutto se cercate qualcosa di profondo e fuori dalle righe: se cercate un anime unico con una trama intensa e piena di misteri, "Shinsekai Yori" è quello che fa per voi.
Trama: sono passati mille anni dalla fine della nostra civiltà, della quale non rimane quasi più nulla, se non distorte leggende e antiche rovine sperdute e abbandonate. Le persone vivono in piccoli villaggi rurali, dove non esiste l'omicidio e dove le tecnologia e gli stili di vita sono visibilmente arretrati. La densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale (sono comparse nuove e strane specie animali umanoidi e vegetali mutanti). Ma i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera.
Precisamente, l'anime inizia con il narrare le vicende di un gruppo di ragazzini, Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, che hanno appena sviluppato i loro poteri telecinetici. La razza umana infatti ora è dotata di poteri a causa di un'evoluzione avvenuta appunto mille anni prima. Arrivati alla pubertà essi cominciano a comparire e i ragazzini vengono mandati in una scuola dove impareranno a usarli. I protagonisti hanno condotto fino ad allora una vita tranquilla, senza vedere mai il "male" del mondo. Senza provare alcuna paura per il futuro. Ma poi, con l'avvento dei loro poteri e l'inizio di quella scuola, cominceranno a capire che il sistema di vita utopico su cui hanno sempre vissuto nasconde una scia di sangue lunga mille anni, dove scelte ingiuste e crudeli sono all'ordine del giorno. Dove la differenza tra mostruosità e umanità non esiste.
"Shinsekai Yori" è un anime crudele, che fa riflettere.
Per evitare spoiler non parlerò oltre della trama. Ma alla fine dubiterete di molte cose, soprattutto vi chiederete: "Chi sono i veri mostri? Chi ha ragione? Chi ha torto?" Vi metterete dalla parte dei protagonisti o dei loro presunti antagonisti?
Ovviamente in questo anime la psicologia dei personaggi non manca. Li vedremo crescere, fino all'età adulta, grazie allo svolgersi dell'arco narrativo in diverse collocazioni temporali. In più, tramite racconti e flashback, scopriremo cosa è accaduto in quei mille anni di buio. Il come tutto sarà raccontato non risulterà sempre semplice e diretto, infatti si consiglia una seconda visione dell'anime per comprenderne bene tutte le sfumature.
Ovviamente ha dei difetti; la qualità del disegno in alcuni episodi centrali ne risentirà un po' e a volte la linearità della trama sarà compromessa da eventi un po' di dubbia interpretazione. Diciamo che in qualche punto la fluidità della storia s'incepperà un tantino. Ma nulla di davvero rilevante.
Io lo considero uno dei migliori anime che ho visto e lo consiglio vivamente, soprattutto se cercate qualcosa di profondo e fuori dalle righe: se cercate un anime unico con una trama intensa e piena di misteri, "Shinsekai Yori" è quello che fa per voi.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Shinsekai Yori" parla di cinque ragazzini nati in un mondo apparentemente perfetto. Negli episodi a seguire, si scoprirà invece che questo mondo non è poi così "rose e fiori", come si suol dire. Vedremo i nostri piccoli protagonisti crescere, mentre scoprono tutte le tristi verità che regaleranno parecchi colpi di scena nel corso dell'anime.
Devo dire che i personaggi sono tutti molto caratterizzati e diversi tra di loro. Saki è una dei/delle protagoniste/i che mi sono piaciuti/e di più. Le emozioni, le paure, le sensazioni che prova sono tutte molto realistiche. All'inizio mi sembrava solo una classica mocciosa senza personalità, e questo valeva anche per Shun, Satoru, Maria e Mamoru (quest'ultimo inizialmente mi stava particolarmente antipatico).
Ma ora parliamo della storia. Le prime impressioni sono state tutte negative, poiché ti potevi sentire smarrito, non solo per la poca chiarezza delle cose, ma anche per il lento sviluppo della storia. Ad essere sincera, dopo aver visto l'episodio 8, avevo deciso di 'dropparlo' - sono rimasta decisamente spiazzata quando c'è stata la scena del bacio tra Shun e Satoru. Però la curiosità di come continuava mi stava uccidendo e ho deciso di continuarlo. Per fortuna, perché è un anime a dir poco unico, sicuramente uno dei più insoliti. Già, perché può sembrare più adatto a un pubblico molto giovane, ma in realtà è più maturo di quanto si possa credere.
Concludo dicendo che il finale è stato assolutamente splendido: tutte le cose che volevo capire le ho capite, e finalmente ho avuto quella sensazione che si prova quando si è riusciti a capire tutto, e a coglierne pienamente il significato. Insomma, è un vero capolavoro che consiglio veramente a tutti, perché, dopo averlo visto, molto difficilmente riuscirete a togliervelo dalla mente.
"Shinsekai Yori" parla di cinque ragazzini nati in un mondo apparentemente perfetto. Negli episodi a seguire, si scoprirà invece che questo mondo non è poi così "rose e fiori", come si suol dire. Vedremo i nostri piccoli protagonisti crescere, mentre scoprono tutte le tristi verità che regaleranno parecchi colpi di scena nel corso dell'anime.
Devo dire che i personaggi sono tutti molto caratterizzati e diversi tra di loro. Saki è una dei/delle protagoniste/i che mi sono piaciuti/e di più. Le emozioni, le paure, le sensazioni che prova sono tutte molto realistiche. All'inizio mi sembrava solo una classica mocciosa senza personalità, e questo valeva anche per Shun, Satoru, Maria e Mamoru (quest'ultimo inizialmente mi stava particolarmente antipatico).
Ma ora parliamo della storia. Le prime impressioni sono state tutte negative, poiché ti potevi sentire smarrito, non solo per la poca chiarezza delle cose, ma anche per il lento sviluppo della storia. Ad essere sincera, dopo aver visto l'episodio 8, avevo deciso di 'dropparlo' - sono rimasta decisamente spiazzata quando c'è stata la scena del bacio tra Shun e Satoru. Però la curiosità di come continuava mi stava uccidendo e ho deciso di continuarlo. Per fortuna, perché è un anime a dir poco unico, sicuramente uno dei più insoliti. Già, perché può sembrare più adatto a un pubblico molto giovane, ma in realtà è più maturo di quanto si possa credere.
Concludo dicendo che il finale è stato assolutamente splendido: tutte le cose che volevo capire le ho capite, e finalmente ho avuto quella sensazione che si prova quando si è riusciti a capire tutto, e a coglierne pienamente il significato. Insomma, è un vero capolavoro che consiglio veramente a tutti, perché, dopo averlo visto, molto difficilmente riuscirete a togliervelo dalla mente.
Quello che rimane alla fine di "Shinsekai Yori" è una profonda delusione. Delusione per un anime che partiva con delle premesse estremamente interessanti, ma che vengono portate avanti con una certa incostanza.
Da una parte va premiato lo stile grafico, non eccezionale, ma evocativo e ad effetto; la colonna sonora originale (che ha però nelle scene d'azione alcune cadute di stile) ha la più peculiare delle caratteristiche nelle storie giapponesi: la capacità di creare misteri dentro misteri che man mano vengono svelati.
Dall'altra parte, però, abbiamo alcune incongruenze nei personaggi, con alcuni dilemmi etici che si pongono accennati ma mai veramente approfonditi, e un tratteggio di essi che parte da dialoghi espliciti ("Tu sei così, mentre l'altro nostro amico è fatto in quell'altro modo"), che sembra voler "riempire" di caratteri dei comprimari che altrimenti risulterebbero oltremodo piatti.
Poi ci sono le smagliature nel ritmo dell'anime, con alcune tematiche buttate come filler e poi mai veramente riprese. Non sono mai messe a caso, questo va detto, ma non vengono comunque trattate con una profondità tale da meritare di essere inserite (vedi episodio 8).
Sebbene il cuore dell'anime sia il rapporto umani/mostroratti, all'inizio e durante una pausa centrale la storia indaga più sulla telecinesi e sul significato di questa all'interno della storia umana. Peccato che poi il tema venga del tutto abbandonato nell'ultima parte dell'anime, e ripreso in maniera collaterale solo nell'ultimo episodio (che, per quanto suggestivo, pecca di "superspiegoni" piuttosto tediosi). Forse è questo il difetto più grave, per un anime che racconta nel suo arco un universo completo, che affossa di più il voto complessivo.
Resta comunque sopra la sufficienza, dal momento che l'arco narrativo, per quanto riguarda gli accadimenti, è completo e riserva alcuni colpi di scena particolarmente interessanti. Inoltre, quello che è il filone principale (umani/mostroratti) si conclude in maniera degna e soddisfacente.
In ultima analisi, mi risulta difficile consigliarlo. Non è sicuramente un brutto anime e propone alcuni elementi grafici piuttosto originali e piacevoli, ma difficilmente vi rimarrà impresso.
Da una parte va premiato lo stile grafico, non eccezionale, ma evocativo e ad effetto; la colonna sonora originale (che ha però nelle scene d'azione alcune cadute di stile) ha la più peculiare delle caratteristiche nelle storie giapponesi: la capacità di creare misteri dentro misteri che man mano vengono svelati.
Dall'altra parte, però, abbiamo alcune incongruenze nei personaggi, con alcuni dilemmi etici che si pongono accennati ma mai veramente approfonditi, e un tratteggio di essi che parte da dialoghi espliciti ("Tu sei così, mentre l'altro nostro amico è fatto in quell'altro modo"), che sembra voler "riempire" di caratteri dei comprimari che altrimenti risulterebbero oltremodo piatti.
Poi ci sono le smagliature nel ritmo dell'anime, con alcune tematiche buttate come filler e poi mai veramente riprese. Non sono mai messe a caso, questo va detto, ma non vengono comunque trattate con una profondità tale da meritare di essere inserite (vedi episodio 8).
Sebbene il cuore dell'anime sia il rapporto umani/mostroratti, all'inizio e durante una pausa centrale la storia indaga più sulla telecinesi e sul significato di questa all'interno della storia umana. Peccato che poi il tema venga del tutto abbandonato nell'ultima parte dell'anime, e ripreso in maniera collaterale solo nell'ultimo episodio (che, per quanto suggestivo, pecca di "superspiegoni" piuttosto tediosi). Forse è questo il difetto più grave, per un anime che racconta nel suo arco un universo completo, che affossa di più il voto complessivo.
Resta comunque sopra la sufficienza, dal momento che l'arco narrativo, per quanto riguarda gli accadimenti, è completo e riserva alcuni colpi di scena particolarmente interessanti. Inoltre, quello che è il filone principale (umani/mostroratti) si conclude in maniera degna e soddisfacente.
In ultima analisi, mi risulta difficile consigliarlo. Non è sicuramente un brutto anime e propone alcuni elementi grafici piuttosto originali e piacevoli, ma difficilmente vi rimarrà impresso.
Dopo la comparsa del primo essere umano con capacità telecinetiche e a seguito della sua perdita di controllo, si scatena una guerra totale nel tentativo di fermare coloro che possiedono questo tipo di potere, e il mondo come lo conosciamo viene di conseguenza distrutto. Così alcune centinaia di anni dopo ci troviamo in una nuova società, dove tutti vengono controllati e dove viene perpetrata una spietata selezione sui suoi abitanti da parte degli organi preposti al controllo, nel tentativo di evitare il ripetersi di una nuova catastrofe. E' qui che assistiamo all'avventura di Saki, che insieme ai suoi compagni Satoru, Shun, Mamoru e Maria si troverà a dover fronteggiare una nuova minaccia per il genere umano.
Si tratta di un anime dalla trama certamente originale e molto articolata, che mescola vari aspetti e generi diversi fra di loro, quali il fantasy, l'avventura, lo scolastico, il drammatico, i super poteri e il sentimentale. Inoltre, peculiarità degna di nota, è che la narrazione si svolge nell'arco di molti anni, tanto che i personaggi crescono e invecchiano, cambiando così fisionomia e rapporti interpersonali.
La storia non ha un ritmo velocissimo, ma riesce sempre ad essere interessante e non annoia mai, tenendo alta la soglia di attenzione dello spettatore che deve inoltre cercare di cogliere ogni elemento possibile per comprendere al meglio tutte le sfaccettature proposte dalla trama, punto forte di questo anime.
Passando all'aspetto tecnico, devo ammettere che i disegni mi sono sembrati molto belli e ben realizzati, con occhioni grandi ed espressivi, e colori tenui che esaltano l'aspetto sentimentale, mentre riguardo le animazioni non c'è sicuramente da strapparsi i capelli dallo stupore: il lavoro svolto infatti è solo sufficiente e ha abbastanza spessore da rendere le scene di combattimento credibili.
Ci troviamo così di fronte a un prodotto molto interessante, con una trama che non finisce mai di stupire, non adatto però a tutti, a causa delle numerose scene di sangue, non troppo splatter, ma comunque presenti, e ad alcuni aspetti omosessuali che potranno far storcere il naso ad alcuni. Un anime con contenuti non fortissimi, ma maturi, che si contrappongono a situazioni come quelle scolastiche e sentimentali ben più leggere, ma in grado comunque di coesistere all'interno della storia.
Si tratta di un anime dalla trama certamente originale e molto articolata, che mescola vari aspetti e generi diversi fra di loro, quali il fantasy, l'avventura, lo scolastico, il drammatico, i super poteri e il sentimentale. Inoltre, peculiarità degna di nota, è che la narrazione si svolge nell'arco di molti anni, tanto che i personaggi crescono e invecchiano, cambiando così fisionomia e rapporti interpersonali.
La storia non ha un ritmo velocissimo, ma riesce sempre ad essere interessante e non annoia mai, tenendo alta la soglia di attenzione dello spettatore che deve inoltre cercare di cogliere ogni elemento possibile per comprendere al meglio tutte le sfaccettature proposte dalla trama, punto forte di questo anime.
Passando all'aspetto tecnico, devo ammettere che i disegni mi sono sembrati molto belli e ben realizzati, con occhioni grandi ed espressivi, e colori tenui che esaltano l'aspetto sentimentale, mentre riguardo le animazioni non c'è sicuramente da strapparsi i capelli dallo stupore: il lavoro svolto infatti è solo sufficiente e ha abbastanza spessore da rendere le scene di combattimento credibili.
Ci troviamo così di fronte a un prodotto molto interessante, con una trama che non finisce mai di stupire, non adatto però a tutti, a causa delle numerose scene di sangue, non troppo splatter, ma comunque presenti, e ad alcuni aspetti omosessuali che potranno far storcere il naso ad alcuni. Un anime con contenuti non fortissimi, ma maturi, che si contrappongono a situazioni come quelle scolastiche e sentimentali ben più leggere, ma in grado comunque di coesistere all'interno della storia.
"Shinsekai Yori - From the new World" è un anime di venticinque episodi del 2012, tratto dall'omonimo romanzo di Yusuke Kishi, pubblicato nel 2008.
La storia è ambientata in Giappone, in un lontano futuro dove la popolazione mondiale è stata decimata e la società radicalmente sconvolta; nel corso degli anni è stato infatti abbandonato quasi completamente l'uso della tecnologia, e di conseguenza l'ambientazione risulta tutt'altro che futuristica agli occhi dello spettatore, che si ritrova catapultato in un semplice villaggio immerso nella natura.
Oltre ad essere cambiato il pianeta, è cambiata anche la popolazione, che adesso possiede il "potere maledetto", ossia la telecinesi, sul quale si basa la società stessa. Sin da piccoli i bambini vengono addestrati nell'utilizzo di questo potere nelle sue svariate forme, e inoltre vengono educati in maniera ferrea e restrittiva; la comunità infatti è in grado di controllare, attraverso l'educazione e altri metodi particolari, il pensiero di ogni singolo cittadino; le persone giudicate pericolose vengono fin da subito eliminate, per eliminare il problema alla radice.
Ovviamente i semplici cittadini ignorano completamente questa situazione, così come la ignorano i cinque protagonisti di questa storia, che inizialmente conosceremo come dei bambini.
La trama è molto curata, particolare e, anche se inizialmente molto lenta, riesce a coinvolgere lo spettatore.
Il mondo in cui è ambientata la storia è talmente misterioso e anormale da suscitare grandissima curiosità. Come prevedibile anche il pianeta nel corso degli anni è profondamente cambiato, sia per quanto riguarda la conformazione del territorio sia per quanto riguarda le specie animali che lo abitano, che col tempo si sono dovute evolvere e adattarsi.
La trama, sulla quale non intendo dilungarmi, è suddivisa in tre archi narrativi ben distinti: nel primo i protagonisti sono ancora dei bambini di dodici anni che vengono messi alla prova durante un campeggio organizzato dalla scuola; il secondo è ambientato qualche anno dopo, e vede i ragazzi cresciuti affrontare le conseguenze dei "crimini" commessi precedentemente durante il campeggio; il terzo e ultimo arco fa un salto temporale di circa dieci anni, mostrandoci i personaggi adulti e ormai membri a tutti gli effetti della società, dover affrontare una grande minaccia che rischia di sconvolgere il loro mondo.
Tecnicamente è stato svolto un lavoro ottimo, nonostante si possano riscontrare nella grafica dei notevoli alti e bassi a seconda della puntata presa in considerazione; a parte questo ci troviamo immersi in delle ambientazioni fantastiche, misteriose e suggestive. Gli sfondi dettagliatissimi si scontrano con un character design semplice ma molto particolare, che personalmente ho trovato perfetto in relazione alla serie.
I personaggi, oltre ad essere ben disegnati, sono stati anche caratterizzati ottimamente, ed è presente una forte introspezione psicologica; grazie ai time-skip si nota in maniera ancora più evidente la crescita fisica e psicologica di ognuno di essi, che viene curata nei minimi dettagli.
Il comparto sonoro ci regala delle musiche bellissime che riescono, insieme al resto, a creare delle atmosfere perfette e surreali, riuscendo quindi ad attirare ancora maggiormente l'attenzione.
Particolare merito va dato alla regia, che riesce a dare un senso ad ogni singolo evento, anche il più insignificante; se molte cose sembreranno inizialmente inutli o insensate, una volta completata la visione dell'opera sarà chiaro che niente è stato lasciato al caso e che tutto quello che ci viene mostrato ha un suo perché.
In conclusione, un'opera in cui possiamo ammirare una trama bella e misteriosa, delle ambientazioni suggestive e degli ottimi personaggi, e che allo stesso tempo riesce a incuriosire e a far riflettere lo spettatore. Consigliatissima se cercate qualcosa di originale, di opere simili non credo ne esistano molte.
La storia è ambientata in Giappone, in un lontano futuro dove la popolazione mondiale è stata decimata e la società radicalmente sconvolta; nel corso degli anni è stato infatti abbandonato quasi completamente l'uso della tecnologia, e di conseguenza l'ambientazione risulta tutt'altro che futuristica agli occhi dello spettatore, che si ritrova catapultato in un semplice villaggio immerso nella natura.
Oltre ad essere cambiato il pianeta, è cambiata anche la popolazione, che adesso possiede il "potere maledetto", ossia la telecinesi, sul quale si basa la società stessa. Sin da piccoli i bambini vengono addestrati nell'utilizzo di questo potere nelle sue svariate forme, e inoltre vengono educati in maniera ferrea e restrittiva; la comunità infatti è in grado di controllare, attraverso l'educazione e altri metodi particolari, il pensiero di ogni singolo cittadino; le persone giudicate pericolose vengono fin da subito eliminate, per eliminare il problema alla radice.
Ovviamente i semplici cittadini ignorano completamente questa situazione, così come la ignorano i cinque protagonisti di questa storia, che inizialmente conosceremo come dei bambini.
La trama è molto curata, particolare e, anche se inizialmente molto lenta, riesce a coinvolgere lo spettatore.
Il mondo in cui è ambientata la storia è talmente misterioso e anormale da suscitare grandissima curiosità. Come prevedibile anche il pianeta nel corso degli anni è profondamente cambiato, sia per quanto riguarda la conformazione del territorio sia per quanto riguarda le specie animali che lo abitano, che col tempo si sono dovute evolvere e adattarsi.
La trama, sulla quale non intendo dilungarmi, è suddivisa in tre archi narrativi ben distinti: nel primo i protagonisti sono ancora dei bambini di dodici anni che vengono messi alla prova durante un campeggio organizzato dalla scuola; il secondo è ambientato qualche anno dopo, e vede i ragazzi cresciuti affrontare le conseguenze dei "crimini" commessi precedentemente durante il campeggio; il terzo e ultimo arco fa un salto temporale di circa dieci anni, mostrandoci i personaggi adulti e ormai membri a tutti gli effetti della società, dover affrontare una grande minaccia che rischia di sconvolgere il loro mondo.
Tecnicamente è stato svolto un lavoro ottimo, nonostante si possano riscontrare nella grafica dei notevoli alti e bassi a seconda della puntata presa in considerazione; a parte questo ci troviamo immersi in delle ambientazioni fantastiche, misteriose e suggestive. Gli sfondi dettagliatissimi si scontrano con un character design semplice ma molto particolare, che personalmente ho trovato perfetto in relazione alla serie.
I personaggi, oltre ad essere ben disegnati, sono stati anche caratterizzati ottimamente, ed è presente una forte introspezione psicologica; grazie ai time-skip si nota in maniera ancora più evidente la crescita fisica e psicologica di ognuno di essi, che viene curata nei minimi dettagli.
Il comparto sonoro ci regala delle musiche bellissime che riescono, insieme al resto, a creare delle atmosfere perfette e surreali, riuscendo quindi ad attirare ancora maggiormente l'attenzione.
Particolare merito va dato alla regia, che riesce a dare un senso ad ogni singolo evento, anche il più insignificante; se molte cose sembreranno inizialmente inutli o insensate, una volta completata la visione dell'opera sarà chiaro che niente è stato lasciato al caso e che tutto quello che ci viene mostrato ha un suo perché.
In conclusione, un'opera in cui possiamo ammirare una trama bella e misteriosa, delle ambientazioni suggestive e degli ottimi personaggi, e che allo stesso tempo riesce a incuriosire e a far riflettere lo spettatore. Consigliatissima se cercate qualcosa di originale, di opere simili non credo ne esistano molte.
Generalmente sono molto infastidito da quelle opere che presentano quello che personalmente chiamo l' "effetto SAO" (così denominato perché il mio primo caso è stato proprio con "Sword Art Online"). Questa problematica consiste nel produrre un anime che si scinde in due parti: una di pessima fattura e una di buona/ottima fattura. In "Shinsekai Yori" la cosa mi ha fatto perdere ancora di più le staffe, dal momento che ci troviamo dinnanzi a un opera addirittura tripartita in tre parti che sembrano essere state sceneggiate da tre persone diverse!
L'anime in venticinque episodi narra le vicende di un gruppo di ragazzi. La storia prende luogo in un fantascientifico futuro in cui gli esseri umani hanno acquisto poteri psichici e vivono in comunità tecnologicamente estremamente arretrate. Pare che dietro all'apparenza di tranquillità e quiete che permea il villaggio ci sia in realtà un lato profondamente oscuro che la società tenta malamente di celare. Saki, la nostra protagonista, e il suo gruppo di amici si troveranno a fronteggiare le dure leggi nascoste dietro alla realtà, volenti o nolenti.
L'anime, come già detto, è tripartito: ogni parte rappresenta un arco narrativo che a modo suo si chiude. Nel corso delle tre saghe la protagonista sarà prima una Saki bambina, poi adolescente e infine adulta.
L'anime parte con l'intenzione di essere una storia tesa e dai tratti oscuri, quasi horror, ma con protagonisti dei bambini. Inizialmente il tutto viene ben gestito, per poi arenarsi in una sequela di scene dalla discutibile utilità, messe lì solo perché d’effetto. Quando poi verremo catapultati nella saga adolescenziale verremo doppiamente sconvolti: se la trama pare perdere gran parte del suo gusto tenebroso, anche la grafica pare esserne uscita distrutta: tra l'episodio 8 e 9 tocchiamo dei livelli grafici quasi ridicoli rispetto ai primi episodi! Fortunatamente il tutto si riprende ben presto e la trama inizia a scorrere e ad avvincere. Sul finale veniamo poi catapultati nella maturità dei protagonisti in una storia ricca di colpi di scena e atmosfere inquietanti che sfocia in una questione etica estremamente coinvolgente.
Una cosa che mi ha lasciato ampiamente stupito è che l'evoluzione a livello qualitativo non pare essere così intenzionale, ma anzi sembra che nel corso della storia gli autori abbiano scelto di optare per un cambio di rotta sia nelle atmosfere che nel messaggio rivolto allo spettatore.
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
(Se all'inizio sembra che ci addentreremo nell'oscurità della società, poi invece il fulcro della trama sembra diventare la scomparsa di Shun, per poi ancora cambiare perno e concentrarsi sulla guerra contro i mostroratti)
Fine parte contenente spoiler
L'opera è quindi estremamente difficile da valutare: preferisco adoperare lo stesso metodo utilizzato con "Sword Art Online" (fare la media dei voti alle singole "saghe"), in quanto non mi pare che il tutto sia un continuo crescere della trama, ma un raffazzonato tentativo di salvare il salvabile che è riuscito perfettamente. Seguono quindi tre mini-recensioni.
La saga della fanciullezza è caratterizzata da un ottimo incipit: esso viene poi disperso per mostrarci le avventure dei protagonisti illustrando i rapporti tra di loro e introducendo le prime "verità". Se la prima parte è quantomeno interessante, la seconda lascia ampiamente a desiderare. Dalla comparsa di Raijin in poi il tutto si riduce ad un'accozzaglia di eventi al sol fine di introdurre i Mostroratti/Bakenezumi. Voto: 5.5
La saga dell'adolescenza parte davvero male: tra coppie nonsense veramente buttate lì a caso ed eventi davvero poco legati con gli episodi precedenti, sono stato tentatissimo al drop. Resistendo però si inizia una seconda parte di narrazione molto più coinvolgente che non cattura lo spettatore, ma quantomeno lo convince. Voto: 7.5
L'ultima saga della maturità è sicuramente una spanna sopra le altre due: le ambientazioni si fanno cupe e macabre, la tensione sale a mille e, fino all'ultimo, si sta col fiato sospeso in attesa che accada un miracolo per salvare la situazione. Purtroppo le basi per l'introspezione dei personaggi vanno un po' a farsi benedire: se Maria viene praticamente solo mitizzata, Satoru viene definitivamente rilegato al ruolo di personaggio spalla che aiuta sempre e comunque Saki. A fare la migliore figura sono la nonna di Satoru e Kiromaru, nonché, ovviamente Yakomaru. La storia non è solamente molto coinvolgente, ma pone fondamentali questioni etiche sul diverso e sul giusto. Se solo "Shinsekai Yori" fosse stata una serie da dodici episodi forse tutto sarebbe andato molto meglio. Voto: 9,5
Le musiche fanno il loro lavoro ottimamente e, a quanto pare, sono l'unico aspetto di quest'opera che riesce a rimanere costante nel corso dello svolgimento. Il doppiaggio è di buon livello (ormai è veramente raro trovare produzioni con un dubbing scarso).
Arrotondando per eccesso il voto al solo fine di non rovinare l'ottima media, finisco col consigliare la visione di questo anime solo a coloro che hanno il "coraggio" di affrontare una lunga visione di episodi tra il mediocre e il sufficiente, per poi poter saggiare una vera perla dell'animazione.
L'anime in venticinque episodi narra le vicende di un gruppo di ragazzi. La storia prende luogo in un fantascientifico futuro in cui gli esseri umani hanno acquisto poteri psichici e vivono in comunità tecnologicamente estremamente arretrate. Pare che dietro all'apparenza di tranquillità e quiete che permea il villaggio ci sia in realtà un lato profondamente oscuro che la società tenta malamente di celare. Saki, la nostra protagonista, e il suo gruppo di amici si troveranno a fronteggiare le dure leggi nascoste dietro alla realtà, volenti o nolenti.
L'anime, come già detto, è tripartito: ogni parte rappresenta un arco narrativo che a modo suo si chiude. Nel corso delle tre saghe la protagonista sarà prima una Saki bambina, poi adolescente e infine adulta.
L'anime parte con l'intenzione di essere una storia tesa e dai tratti oscuri, quasi horror, ma con protagonisti dei bambini. Inizialmente il tutto viene ben gestito, per poi arenarsi in una sequela di scene dalla discutibile utilità, messe lì solo perché d’effetto. Quando poi verremo catapultati nella saga adolescenziale verremo doppiamente sconvolti: se la trama pare perdere gran parte del suo gusto tenebroso, anche la grafica pare esserne uscita distrutta: tra l'episodio 8 e 9 tocchiamo dei livelli grafici quasi ridicoli rispetto ai primi episodi! Fortunatamente il tutto si riprende ben presto e la trama inizia a scorrere e ad avvincere. Sul finale veniamo poi catapultati nella maturità dei protagonisti in una storia ricca di colpi di scena e atmosfere inquietanti che sfocia in una questione etica estremamente coinvolgente.
Una cosa che mi ha lasciato ampiamente stupito è che l'evoluzione a livello qualitativo non pare essere così intenzionale, ma anzi sembra che nel corso della storia gli autori abbiano scelto di optare per un cambio di rotta sia nelle atmosfere che nel messaggio rivolto allo spettatore.
Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler
(Se all'inizio sembra che ci addentreremo nell'oscurità della società, poi invece il fulcro della trama sembra diventare la scomparsa di Shun, per poi ancora cambiare perno e concentrarsi sulla guerra contro i mostroratti)
Fine parte contenente spoiler
L'opera è quindi estremamente difficile da valutare: preferisco adoperare lo stesso metodo utilizzato con "Sword Art Online" (fare la media dei voti alle singole "saghe"), in quanto non mi pare che il tutto sia un continuo crescere della trama, ma un raffazzonato tentativo di salvare il salvabile che è riuscito perfettamente. Seguono quindi tre mini-recensioni.
La saga della fanciullezza è caratterizzata da un ottimo incipit: esso viene poi disperso per mostrarci le avventure dei protagonisti illustrando i rapporti tra di loro e introducendo le prime "verità". Se la prima parte è quantomeno interessante, la seconda lascia ampiamente a desiderare. Dalla comparsa di Raijin in poi il tutto si riduce ad un'accozzaglia di eventi al sol fine di introdurre i Mostroratti/Bakenezumi. Voto: 5.5
La saga dell'adolescenza parte davvero male: tra coppie nonsense veramente buttate lì a caso ed eventi davvero poco legati con gli episodi precedenti, sono stato tentatissimo al drop. Resistendo però si inizia una seconda parte di narrazione molto più coinvolgente che non cattura lo spettatore, ma quantomeno lo convince. Voto: 7.5
L'ultima saga della maturità è sicuramente una spanna sopra le altre due: le ambientazioni si fanno cupe e macabre, la tensione sale a mille e, fino all'ultimo, si sta col fiato sospeso in attesa che accada un miracolo per salvare la situazione. Purtroppo le basi per l'introspezione dei personaggi vanno un po' a farsi benedire: se Maria viene praticamente solo mitizzata, Satoru viene definitivamente rilegato al ruolo di personaggio spalla che aiuta sempre e comunque Saki. A fare la migliore figura sono la nonna di Satoru e Kiromaru, nonché, ovviamente Yakomaru. La storia non è solamente molto coinvolgente, ma pone fondamentali questioni etiche sul diverso e sul giusto. Se solo "Shinsekai Yori" fosse stata una serie da dodici episodi forse tutto sarebbe andato molto meglio. Voto: 9,5
Le musiche fanno il loro lavoro ottimamente e, a quanto pare, sono l'unico aspetto di quest'opera che riesce a rimanere costante nel corso dello svolgimento. Il doppiaggio è di buon livello (ormai è veramente raro trovare produzioni con un dubbing scarso).
Arrotondando per eccesso il voto al solo fine di non rovinare l'ottima media, finisco col consigliare la visione di questo anime solo a coloro che hanno il "coraggio" di affrontare una lunga visione di episodi tra il mediocre e il sufficiente, per poi poter saggiare una vera perla dell'animazione.
"Shinsekai Yori" è un anime uscito nel 2012 e composto da venticinque puntate. Una strana serie, che si districa in un mondo altrettanto strano, ma comunque intrigante. Personalmente mi ritrovo alquanto indeciso in questa recensione, perché l'opera mi è piaciuta, e questo è fuori discussione, ma allo stesso tempo non saprei come inquadrarlo rispetto alle serie da me visionate nella mia "carriera" da otaku.
Incominciamo allora col dire che "Shinsekai Yori" contiene in sé un'incredibile moltitudine di generi: scolastico, fantasy, mistero, superpoteri, shoujo-ai, shonen-ai (entrambi!), drammatico e psicologico.
Insomma, un bel guazzabuglio che, se non impastato alla perfezione, rischia di creare solamente confusione.
La storia è piuttosto articolata, anche perché si sviluppa durante tutta la vita dei protagonisti, attraversando così l'infanzia, l'adolescenza e infine la prima età adulta. Scelta molto interessante, che permette una maggiore compartecipazione tra lo spettatore e i personaggi principali.
Sei bambini che giocano beati in un mondo completamente diverso da quello che ci aspetteremmo, una sorta di Giappone medievale, che, in realtà, mostra il futuro del nostro pianeta. La società è collassata a causa di una strana evoluzione nel genere umano, che ha portato allo sviluppo di misteriosi poteri sovrannaturali. Caos, disperazione, disordine; il mondo è ormai ridotto in cenere, ma da questi rimasugli risorgono alcuni germogli, che sanciranno la nascita di una nuova era. Ora i poteri vengono controllati grazie a un'attenta istruzione, ma ciò non basta: la repressione della società si basa su una costante soggezione da parte degli organi di governo, l'autorità assoluta dell'imperatore e dei suoi funzionari e la sottomissione delle razze più deboli, compresi i bambini che non riescono a controllare le proprie capacità paranormali.
Saki e Maria, due fanciulle energiche e vivaci; Satoru, Shun e Mamoru, tre ragazzi e compagni di classe delle prime due: tutti e cinque, fin da bambini, si ritroveranno coinvolti in strani avvenimenti, che, con il passare degli anni, li porteranno a cambiare la società e il paese in cui vivono.
I personaggi sono caratterizzati nel migliore dei modi, mostrandone alla perfezione il comportamento e gli atteggiamenti di ognuno di loro nelle varie situazioni. Senza contare che, con il passare degli anni, si è riusciti anche a mostrare la crescita di questi personaggi, il cambiamento dei loro rapporti e il diverso modo di vedere il mondo.
L'amore è senza dubbio un altro punto cruciale nell'anime, perché non solo Saki appare fin da subito cotta per Shun, ma i loro sentimenti non sembrano ancora pronti per sbocciare e, forse, non lo saranno mai. Da ragazzi, l'amicizia si trasformerà in attrazione, ma, al di là di ogni previsione, si abbineranno per sesso (Shun con Satoru e Saki con Maria). Tuttavia le cose muteranno ancora, forse per il destino, forse per alcuni avvenimenti che sconvolgeranno la vita dei nostri eroi. Non voglio fare spoiler (e non li farò), ma devo ammettere di essere rimasto molto sorpreso dal corso degli eventi, almeno sul piano sentimentale (anche se me lo auguravo).
La grafica è forse l'unica nota dolente, in quanto non si può certo definire "canonica". Disegni piatti, quasi bidimensionali, colori spenti e poco vivaci, paesaggi piuttosto lugubri. Insomma, anche se si attiene perfettamente allo stile della trama e dell'anime in generale, non posso dire di averla apprezzata fino in fondo.
Discorso inverso per le musiche, molto belle, e per il doppiaggio. Kana Hanazawa è una delle mie doppiatrici preferite (la voce di Mari), anche se non credo sia una delle più famose.
Anche la regia è stata molto abile nel saper creare un filo armonico e sinuoso, che si districasse lungo gli anni, senza eccessive accelerazioni, salti temporali brutali o un esagerato rallentamento nel ritmo.
"Shinsekai Yori" è un anime che riesce a colpire, forse necessita di una visione più attenta e riflessiva, ma rappresenta comunque un'opera di pregio assoluto. Colpi di scena mozzafiato e sviluppi davvero inaspettati. Il finale è magnifico: non proprio un lieto fine, ma neanche inconcludente o triste. Diciamo che, vedendo la piega che aveva preso la storia, la conclusione che si è raggiunta è una delle più esaltanti e appassionanti.
Quando ho concluso la serie, mi son sentito male nell'abbandonare i vari personaggi e, a parer mio, una reazione del genere è il sintomo indiscutibile che l'opera in questione sia bellissima e coinvolgente in un modo fuori dal comune (o forse sto solo esagerando, spinto dai miei sentimenti).
Voto finale: 9 più
Incominciamo allora col dire che "Shinsekai Yori" contiene in sé un'incredibile moltitudine di generi: scolastico, fantasy, mistero, superpoteri, shoujo-ai, shonen-ai (entrambi!), drammatico e psicologico.
Insomma, un bel guazzabuglio che, se non impastato alla perfezione, rischia di creare solamente confusione.
La storia è piuttosto articolata, anche perché si sviluppa durante tutta la vita dei protagonisti, attraversando così l'infanzia, l'adolescenza e infine la prima età adulta. Scelta molto interessante, che permette una maggiore compartecipazione tra lo spettatore e i personaggi principali.
Sei bambini che giocano beati in un mondo completamente diverso da quello che ci aspetteremmo, una sorta di Giappone medievale, che, in realtà, mostra il futuro del nostro pianeta. La società è collassata a causa di una strana evoluzione nel genere umano, che ha portato allo sviluppo di misteriosi poteri sovrannaturali. Caos, disperazione, disordine; il mondo è ormai ridotto in cenere, ma da questi rimasugli risorgono alcuni germogli, che sanciranno la nascita di una nuova era. Ora i poteri vengono controllati grazie a un'attenta istruzione, ma ciò non basta: la repressione della società si basa su una costante soggezione da parte degli organi di governo, l'autorità assoluta dell'imperatore e dei suoi funzionari e la sottomissione delle razze più deboli, compresi i bambini che non riescono a controllare le proprie capacità paranormali.
Saki e Maria, due fanciulle energiche e vivaci; Satoru, Shun e Mamoru, tre ragazzi e compagni di classe delle prime due: tutti e cinque, fin da bambini, si ritroveranno coinvolti in strani avvenimenti, che, con il passare degli anni, li porteranno a cambiare la società e il paese in cui vivono.
I personaggi sono caratterizzati nel migliore dei modi, mostrandone alla perfezione il comportamento e gli atteggiamenti di ognuno di loro nelle varie situazioni. Senza contare che, con il passare degli anni, si è riusciti anche a mostrare la crescita di questi personaggi, il cambiamento dei loro rapporti e il diverso modo di vedere il mondo.
L'amore è senza dubbio un altro punto cruciale nell'anime, perché non solo Saki appare fin da subito cotta per Shun, ma i loro sentimenti non sembrano ancora pronti per sbocciare e, forse, non lo saranno mai. Da ragazzi, l'amicizia si trasformerà in attrazione, ma, al di là di ogni previsione, si abbineranno per sesso (Shun con Satoru e Saki con Maria). Tuttavia le cose muteranno ancora, forse per il destino, forse per alcuni avvenimenti che sconvolgeranno la vita dei nostri eroi. Non voglio fare spoiler (e non li farò), ma devo ammettere di essere rimasto molto sorpreso dal corso degli eventi, almeno sul piano sentimentale (anche se me lo auguravo).
La grafica è forse l'unica nota dolente, in quanto non si può certo definire "canonica". Disegni piatti, quasi bidimensionali, colori spenti e poco vivaci, paesaggi piuttosto lugubri. Insomma, anche se si attiene perfettamente allo stile della trama e dell'anime in generale, non posso dire di averla apprezzata fino in fondo.
Discorso inverso per le musiche, molto belle, e per il doppiaggio. Kana Hanazawa è una delle mie doppiatrici preferite (la voce di Mari), anche se non credo sia una delle più famose.
Anche la regia è stata molto abile nel saper creare un filo armonico e sinuoso, che si districasse lungo gli anni, senza eccessive accelerazioni, salti temporali brutali o un esagerato rallentamento nel ritmo.
"Shinsekai Yori" è un anime che riesce a colpire, forse necessita di una visione più attenta e riflessiva, ma rappresenta comunque un'opera di pregio assoluto. Colpi di scena mozzafiato e sviluppi davvero inaspettati. Il finale è magnifico: non proprio un lieto fine, ma neanche inconcludente o triste. Diciamo che, vedendo la piega che aveva preso la storia, la conclusione che si è raggiunta è una delle più esaltanti e appassionanti.
Quando ho concluso la serie, mi son sentito male nell'abbandonare i vari personaggi e, a parer mio, una reazione del genere è il sintomo indiscutibile che l'opera in questione sia bellissima e coinvolgente in un modo fuori dal comune (o forse sto solo esagerando, spinto dai miei sentimenti).
Voto finale: 9 più
"Non ti pare che siamo trattati alla stregua del vasellame? Una volta che il forno viene aperto e la ceramica ispezionata, tutti i pezzi che presentano crepe o deformazioni sono destinati a essere distrutti. Se tutto ciò che ci attendeva era il destino di una ceramica fracassata, abbiamo deciso piuttosto di fuggire nella speranza di trovare un futuro diverso." Dalla lettera di Maria a Saki.
In un periodo in cui le serie e i personaggi sembrano fatti con lo stampino, ecco che un'opera che non lascia indifferenti come "Shinsekai Yori" risulta una bella boccata d'aria fresca. Si tratta, infatti, di uno di quei titoli che non limitano lo spettatore entro il fatuo recinto del semplice svago, ma lo costringono, non senza calarlo in un vago senso di inquietudine, a porsi delle domande, ad accendere una luce nel proprio animo e ad arrivare a delle conclusioni forse anche poco piacevoli.
Questa serie di venticinque episodi, tratta da un romanzo di Yūsuke Kishi del 2008, è stata infatti paragonata ad un'opera letteraria quale "Cuore di tenebra" di Conrad, dove la realtà non è quella che appare e che ci vogliono (o vogliamo?) far credere, e l'essere umano considerato civile viene messo a nudo in tutte le sue contraddizioni ed ambiguità.
Mille anni nel futuro la Terra non è più quella che vediamo oggi. Profondi cambiamenti sono avvenuti nell'ambiente e tra le creature viventi, mentre l'uomo sembra vivere in una società bucolica e tranquilla, molto vicina all'idea di Utopia. Non c'è più traccia di tecnologia né di grandi agglomerati urbani, il mondo pare essere fatto solo da splendidi paesaggi di una natura rigogliosa e incontaminata, dove procede placida la vita della giovanissima Saki e dei suoi amici.
Come si diceva però, non tutto è ciò che sembra; ed attraverso una serie di flashback accuratamente piazzati all'inizio dei primi episodi e ad un "incontro" particolare avvenuto dai ragazzi durante una gita, si verrà pian piano a conoscenza dei fatti storici che hanno portato a questa particolare situazione.
In un'epoca che potremmo identificare come la nostra, alcuni soggetti sviluppano particolari poteri telecinetici, poteri poco controllabili e forieri di morte e distruzione. Al prezzo altissimo di una riduzione drastica della popolazione mondiale (scesa a 250 milioni) e del cambiamento dell'intero ecosistema naturale, l'umanità ha fatto quindi un passo avanti nell'evoluzione ed i pochi sopravvissuti si organizzano per una convivenza pacifica basata però su regole ferree di autocontrollo. Nel "Nuovo Mondo" (traduzione italiana di Shinsekai) che si è venuto a creare, l'uomo ormai è al pari di un Dio. Grazie ai benefici dei suoi poteri, vive in villaggi idilliaci governati da un comitato etico di chiaro stampo buddista, utilizzando per tutti i lavori pesanti e di basso livello dei ratti mostruosi resi umanoidi da un'evoluzione indotta proprio grazie alla telecinesi. Il contrasto tra questi ultimi e gli esseri umani è stridente: tanto brutti e volgari i primi, quanto belli e eterei i secondi. Attraverso una struttura narrativa che porta i personaggi (e di conseguenza lo spettatore) a comporre i pezzi di un intricato puzzle, puntata dopo puntata ci si troverà a scoprire in prima persona, con una certa dose di apprensione e con un crescente pathos, come l'idea stessa di male e bene siano soggettive, e come chi si ritiene nel giusto tenda ad utilizzare questa convinzione quale scusa per commettere atti a dir poco deplorevoli se non brutali.
Attraverso le varie fasi della vita di Saki, dall'adolescenza alla vita adulta, si assisterà al crollo dell'idea stessa di questa utopia, retta dalla paura e dal sospetto, gestita da adulti ormai anestetizzati dalla loro stessa onnipotenza, incapaci di qualsivoglia azione autonoma nel momento della crisi. Forze fresche, quasi dirompenti nella loro fame di libertà e giustizia, al pari dei rivoluzionari di antica memoria, sono infatti pronte a mettere le loro vite in gioco, sopperendo alla mancanza di poteri con la buona e vecchia astuzia, per arrivare a reclamare qualcosa di mai lontanamente neanche pensato fino ad allora.
Una sceneggiatura gestita in maniera magistrale riesce a congiungere tutte le innumerevoli tematiche affrontate in un cerchio perfetto, senza lasciare niente di insoluto. Siamo di fronte a una trama capace di lasciare spiazzati più di una volta lungo il percorso, nonostante i primi episodi piuttosto lenti e a tratti poco comprensibili. Toccherà pazientare fino all'accelerazione degli eventi e al definitivo decollo della storia che avviene dopo uno dei momenti che, a mio modesto avviso, giudico tra i più toccanti dal punto di vista emotivo dell'intera serie: la lettera di Maria a Saki è, in una struggente sequenza di immagini e parole, al tempo stesso lettera d'amore e graffiante atto d'accusa verso una società in cui non ci si riconosce più, dove il prezzo da pagare per la propria "divinità" è diventato troppo alto, se non aberrante, da non lasciare altra via che la fuga da esso. E' questo, appunto, il momento in cui i pezzetti di informazioni centellinati fino a quel momento si uniranno ai nuovi, offrendo a sorpresa allo spettatore un quadro generale di cui non ci si poteva immaginare l'esistenza.
In questo brillante affresco di società futuribile, non viene meno lo sviluppo caratteriale e psicologico dei personaggi; Saki e il suo gruppo di amici, visti all'età di dodici anni, ai primi risvegli dei loro poteri, all'età di quattordici, allorchè da bambini iniziano a trasformarsi in giovani adulti (periodo maggiormente temuto dagli adulti) e all'età di ventisei anni, quando le scelte del passato torneranno a influenzare in maniera inesorabile il loro presente.
Difficile davvero dire altro senza scivolare nello spoiler e sarebbe davvero un peccato perché questa serie si poggia sul mistero e sul sense of wonder, affrontando come si è detto molte tematiche anche e soprattutto "scomode", come l'alterazione del genoma, l'omicidio per "il bene comune" ed ovviamente non ultimo l'utilizzo a scopo sociale della sfera sessuale, compresa quella verso il medesimo sesso, cosa che ha fatto molto scalpore pur rimanendo contestualizzata alla storia stessa e limitata ad un solo episodio.
A rimanere piuttosto delusi da questa serie saranno sicuramente gli amanti dell'estetica, dato che la parte più deludente di "Shinsekai Yori" risiede proprio nella qualità dell'animazione. Lo studio di produzione A-1 Pictures (nonostante il discreto risultato ottenuto con AnoHana appena l'anno prima) dimostra di essere ancora ben distante da una Kyoto Animation o da una Production I.G. e dagli altri studi che ormai rappresentano l'eccellenza nel settore.
Ad onor del vero, la casa di produzione fa un ottimo lavoro con gli sfondi ed i paesaggi ma l'animazione della serie tende ad essere piuttosto carente e statica come non si vedeva da tempo: tanti primi piani, non eccessivi dettagli dei personaggi, qualità del disegno a dir poco imbarazzante e la presenza di una CG piuttosto grezza e in alcuni casi completamente fuori luogo. Questi limiti, dovuti certamente ad un budget piuttosto limitato, sarebbero stati fatali in molte altre serie, ma in questa lo spettatore riesce a chiudere un occhio, segno ancora più significativo della bontà della storia descritta.
Impeccabile è invece il lavoro dei seiyuu, che si alternano man mano che i personaggi crescono senza grossi difetti, mantenendo le caratteristiche sostanziali di ognuno senza sbavature nonostante la maggior parte di loro sia alla prima vera esperienza in una serie importante.
Una nota di merito a mio avviso va data anche ai doppiatori dei due topi mutanti; pur non conoscendo il giapponese sono rimasto a bocca aperta dallo splendido lavoro di caratterizzazione realizzato su questi personaggi: la doppiezza resa al personaggio di Squealer da parte di Daisuke Namikawa e la fierezza al nobile Kiromaru da Hiroaki Hirata.
Perfetta nei tempi e nella resa del climax grazie anche all'utilizzo di un coro, è l'evocativa colonna sonora di Shigeo Komori mentre particolare risulta la scelta di non avere una OP ma di calare immediatamente lo spettatore nel vivo della storia all'inizio di ogni puntata. Una curiosità riguardo la colonna sonora: il pezzo di musica classica usato per richiamare i ragazzi al villaggio, placido e malinconico che ritornerà giustamente nelle nostalgiche scene finali, non è altri che il pezzo più famoso del movimento tratto dalla " Sinfonia n. 9" di Antonín Dvořák più nota con l'appellativo "Dal Nuovo Mondo" proprio come il titolo della serie.
Di "Shinsekai Yori" possiamo quindi dire che siamo al cospetto di un titolo maturo con una trama talmente forte da oscurare i vistosi cali tecnici dell'animazione e dei personaggi non esattamente carismatici ma semplicemente funzionali alla storia stessa. Siamo di fronte, infatti, ad uno di quei titoli che lasciano un vuoto nello spettatore una volta giunti al termine, un vuoto colmato da mille quesiti riguardo la natura umana che costringeranno gli spettatori a fare i conti con la loro emotività giungendo a delle risposte a volte simili e a volte differenti tra loro, con l'unica certezza che "la forza dell'immaginazione è ciò che cambia ogni cosa"!
In un periodo in cui le serie e i personaggi sembrano fatti con lo stampino, ecco che un'opera che non lascia indifferenti come "Shinsekai Yori" risulta una bella boccata d'aria fresca. Si tratta, infatti, di uno di quei titoli che non limitano lo spettatore entro il fatuo recinto del semplice svago, ma lo costringono, non senza calarlo in un vago senso di inquietudine, a porsi delle domande, ad accendere una luce nel proprio animo e ad arrivare a delle conclusioni forse anche poco piacevoli.
Questa serie di venticinque episodi, tratta da un romanzo di Yūsuke Kishi del 2008, è stata infatti paragonata ad un'opera letteraria quale "Cuore di tenebra" di Conrad, dove la realtà non è quella che appare e che ci vogliono (o vogliamo?) far credere, e l'essere umano considerato civile viene messo a nudo in tutte le sue contraddizioni ed ambiguità.
Mille anni nel futuro la Terra non è più quella che vediamo oggi. Profondi cambiamenti sono avvenuti nell'ambiente e tra le creature viventi, mentre l'uomo sembra vivere in una società bucolica e tranquilla, molto vicina all'idea di Utopia. Non c'è più traccia di tecnologia né di grandi agglomerati urbani, il mondo pare essere fatto solo da splendidi paesaggi di una natura rigogliosa e incontaminata, dove procede placida la vita della giovanissima Saki e dei suoi amici.
Come si diceva però, non tutto è ciò che sembra; ed attraverso una serie di flashback accuratamente piazzati all'inizio dei primi episodi e ad un "incontro" particolare avvenuto dai ragazzi durante una gita, si verrà pian piano a conoscenza dei fatti storici che hanno portato a questa particolare situazione.
In un'epoca che potremmo identificare come la nostra, alcuni soggetti sviluppano particolari poteri telecinetici, poteri poco controllabili e forieri di morte e distruzione. Al prezzo altissimo di una riduzione drastica della popolazione mondiale (scesa a 250 milioni) e del cambiamento dell'intero ecosistema naturale, l'umanità ha fatto quindi un passo avanti nell'evoluzione ed i pochi sopravvissuti si organizzano per una convivenza pacifica basata però su regole ferree di autocontrollo. Nel "Nuovo Mondo" (traduzione italiana di Shinsekai) che si è venuto a creare, l'uomo ormai è al pari di un Dio. Grazie ai benefici dei suoi poteri, vive in villaggi idilliaci governati da un comitato etico di chiaro stampo buddista, utilizzando per tutti i lavori pesanti e di basso livello dei ratti mostruosi resi umanoidi da un'evoluzione indotta proprio grazie alla telecinesi. Il contrasto tra questi ultimi e gli esseri umani è stridente: tanto brutti e volgari i primi, quanto belli e eterei i secondi. Attraverso una struttura narrativa che porta i personaggi (e di conseguenza lo spettatore) a comporre i pezzi di un intricato puzzle, puntata dopo puntata ci si troverà a scoprire in prima persona, con una certa dose di apprensione e con un crescente pathos, come l'idea stessa di male e bene siano soggettive, e come chi si ritiene nel giusto tenda ad utilizzare questa convinzione quale scusa per commettere atti a dir poco deplorevoli se non brutali.
Attraverso le varie fasi della vita di Saki, dall'adolescenza alla vita adulta, si assisterà al crollo dell'idea stessa di questa utopia, retta dalla paura e dal sospetto, gestita da adulti ormai anestetizzati dalla loro stessa onnipotenza, incapaci di qualsivoglia azione autonoma nel momento della crisi. Forze fresche, quasi dirompenti nella loro fame di libertà e giustizia, al pari dei rivoluzionari di antica memoria, sono infatti pronte a mettere le loro vite in gioco, sopperendo alla mancanza di poteri con la buona e vecchia astuzia, per arrivare a reclamare qualcosa di mai lontanamente neanche pensato fino ad allora.
Una sceneggiatura gestita in maniera magistrale riesce a congiungere tutte le innumerevoli tematiche affrontate in un cerchio perfetto, senza lasciare niente di insoluto. Siamo di fronte a una trama capace di lasciare spiazzati più di una volta lungo il percorso, nonostante i primi episodi piuttosto lenti e a tratti poco comprensibili. Toccherà pazientare fino all'accelerazione degli eventi e al definitivo decollo della storia che avviene dopo uno dei momenti che, a mio modesto avviso, giudico tra i più toccanti dal punto di vista emotivo dell'intera serie: la lettera di Maria a Saki è, in una struggente sequenza di immagini e parole, al tempo stesso lettera d'amore e graffiante atto d'accusa verso una società in cui non ci si riconosce più, dove il prezzo da pagare per la propria "divinità" è diventato troppo alto, se non aberrante, da non lasciare altra via che la fuga da esso. E' questo, appunto, il momento in cui i pezzetti di informazioni centellinati fino a quel momento si uniranno ai nuovi, offrendo a sorpresa allo spettatore un quadro generale di cui non ci si poteva immaginare l'esistenza.
In questo brillante affresco di società futuribile, non viene meno lo sviluppo caratteriale e psicologico dei personaggi; Saki e il suo gruppo di amici, visti all'età di dodici anni, ai primi risvegli dei loro poteri, all'età di quattordici, allorchè da bambini iniziano a trasformarsi in giovani adulti (periodo maggiormente temuto dagli adulti) e all'età di ventisei anni, quando le scelte del passato torneranno a influenzare in maniera inesorabile il loro presente.
Difficile davvero dire altro senza scivolare nello spoiler e sarebbe davvero un peccato perché questa serie si poggia sul mistero e sul sense of wonder, affrontando come si è detto molte tematiche anche e soprattutto "scomode", come l'alterazione del genoma, l'omicidio per "il bene comune" ed ovviamente non ultimo l'utilizzo a scopo sociale della sfera sessuale, compresa quella verso il medesimo sesso, cosa che ha fatto molto scalpore pur rimanendo contestualizzata alla storia stessa e limitata ad un solo episodio.
A rimanere piuttosto delusi da questa serie saranno sicuramente gli amanti dell'estetica, dato che la parte più deludente di "Shinsekai Yori" risiede proprio nella qualità dell'animazione. Lo studio di produzione A-1 Pictures (nonostante il discreto risultato ottenuto con AnoHana appena l'anno prima) dimostra di essere ancora ben distante da una Kyoto Animation o da una Production I.G. e dagli altri studi che ormai rappresentano l'eccellenza nel settore.
Ad onor del vero, la casa di produzione fa un ottimo lavoro con gli sfondi ed i paesaggi ma l'animazione della serie tende ad essere piuttosto carente e statica come non si vedeva da tempo: tanti primi piani, non eccessivi dettagli dei personaggi, qualità del disegno a dir poco imbarazzante e la presenza di una CG piuttosto grezza e in alcuni casi completamente fuori luogo. Questi limiti, dovuti certamente ad un budget piuttosto limitato, sarebbero stati fatali in molte altre serie, ma in questa lo spettatore riesce a chiudere un occhio, segno ancora più significativo della bontà della storia descritta.
Impeccabile è invece il lavoro dei seiyuu, che si alternano man mano che i personaggi crescono senza grossi difetti, mantenendo le caratteristiche sostanziali di ognuno senza sbavature nonostante la maggior parte di loro sia alla prima vera esperienza in una serie importante.
Una nota di merito a mio avviso va data anche ai doppiatori dei due topi mutanti; pur non conoscendo il giapponese sono rimasto a bocca aperta dallo splendido lavoro di caratterizzazione realizzato su questi personaggi: la doppiezza resa al personaggio di Squealer da parte di Daisuke Namikawa e la fierezza al nobile Kiromaru da Hiroaki Hirata.
Perfetta nei tempi e nella resa del climax grazie anche all'utilizzo di un coro, è l'evocativa colonna sonora di Shigeo Komori mentre particolare risulta la scelta di non avere una OP ma di calare immediatamente lo spettatore nel vivo della storia all'inizio di ogni puntata. Una curiosità riguardo la colonna sonora: il pezzo di musica classica usato per richiamare i ragazzi al villaggio, placido e malinconico che ritornerà giustamente nelle nostalgiche scene finali, non è altri che il pezzo più famoso del movimento tratto dalla " Sinfonia n. 9" di Antonín Dvořák più nota con l'appellativo "Dal Nuovo Mondo" proprio come il titolo della serie.
Di "Shinsekai Yori" possiamo quindi dire che siamo al cospetto di un titolo maturo con una trama talmente forte da oscurare i vistosi cali tecnici dell'animazione e dei personaggi non esattamente carismatici ma semplicemente funzionali alla storia stessa. Siamo di fronte, infatti, ad uno di quei titoli che lasciano un vuoto nello spettatore una volta giunti al termine, un vuoto colmato da mille quesiti riguardo la natura umana che costringeranno gli spettatori a fare i conti con la loro emotività giungendo a delle risposte a volte simili e a volte differenti tra loro, con l'unica certezza che "la forza dell'immaginazione è ciò che cambia ogni cosa"!
"Shinsekai Yori" ("From The New World") è un anime di venticinque episodi del 2012, tratto dall'omonimo, corposo romanzo scritto da Yusuke Kishi, pubblicato nel 2008 e vincitore del 29º Nihon SF Taisho Award, con cui vengono premiate le migliori opere nipponiche, tra cui anche anime e manga, di genere fantasy e fantascienza.
La vicenda ha inizio 1000 anni nel futuro, in Giappone e, più precisamente, nel 66° Distretto di Kamisu, una località amena, felice e pacifica, nonostante appaia come tecnologicamente arretrata, i cui abitanti sono dotati del potere della telecinesi, in virtù del quale sono temuti e riveriti come divinità dai Mostroratti. Questi ultimi sono creature intelligenti, simili a eterocefali glabri umanoidi, e sono rigidamente sottomessi agli umani, da cui sono considerati alla stregua di animali e sfruttati per opere di bassa manovalanza.
In questa utopia verde e protetta nascono e crescono Saki, protagonista principale, nonché narratrice della storia, Satoru, Shun, Maria e Mamoru, giovanissimi e promettenti studenti di un'accademia in cui viene insegnato loro e ad altri ragazzi come padroneggiare il Potere. Durante un campeggio organizzato al di là della Barriera, cioè il confine che separa i villaggi abitati da quelle terre disabitate considerate estremamente pericolose, i cinque vengono incidentalmente a conoscenza della caduta dell'antica civiltà (la nostra) e dei tragici avvenimenti che hanno portato alla creazione dell'attuale società. Nel corso della serie, Saki e i suoi amici saranno coinvolti in eventi ben più grandi di loro, venendo a contatto con il male che si cela all'interno della loro stessa comunità, ben più marcia e oscura di come possa sembrare all'apparenza.
Il mondo e lo stile di vita tratteggiati in quest'anime sono perfetti, come il più puro dei diamanti, eppure, allo stesso tempo, fragili come il cristallo. Il timore del collasso e di un'ennesima deriva violenta, resa ancora più spaventosa dalla consapevolezza delle tremende capacità della telecinesi, ha spinto gli uomini a costruire una società chiusa, strettamente controllata, più che per prevenire minacce esterne, per eliminare alla radice quelle interne.
A scuotere gli animi è, infatti, la paura ancestrale dell'ignoto, dell'oscurità e della malvagità che albergano, dormienti, all'interno dell'inconscio umano e che possono risvegliarsi da un momento all'altro, provocando immani catastrofi. Per questo motivo, fin dalla più tenera età, ai bambini viene nascosta la verità sul passato, mentre vengono istillati in loro, a livello psicologico e tramite rituali religiosi, il terrore per il mondo esterno e una sorta di blocco mentale che impedisce loro di uccidere altre persone. Nel caso in cui questi meccanismi risultino non sufficienti, subentra la massima totalitaria "Il bene della collettività è più importante di quello del singolo" con le prevedibili, drammatiche conseguenze. Il clima sereno e spensierato del 66° Distretto è così mantenuto, attraverso un sistema segreto basato sulla paura, la violenza e la morte, in cui il libero arbitrio è praticamente assente. Ed è con questo sistema che i cinque protagonisti vengono inevitabilmente a collidere. In una struttura tanto rigida, sarà un singolo elemento imprevedibile, quello di cui si dava per scontata la sicurezza, a causarne il crollo.
"Shinsekai Yori" è un racconto che indaga in profondità l'animo e la società degli uomini, così come le loro emozioni più recondite: l'amore e l'amicizia, che spingono i protagonisti, da un lato, a isolarsi per evitare terribili conseguenze per coloro che li circondano e, dall'altro, a non abbandonarsi l'un l'altro, sfidando il mondo degli adulti e le sue pragmatiche decisioni; la paura, della morte, delle conseguenze di un Potere incontrollato e incontrollabile, di ciò che non si comprende; l'arroganza, dovuta a un'eccessiva fiducia nelle proprie capacità; l'odio, per il diverso, scatenato dall'invidia, dalla propria condizione sociale insoddisfacente e ingiusta, dalla paura per un futuro incerto.
Tuttavia, ci si ritrova, allo stesso tempo, di fronte a un invito all'accettazione, alla comprensione di ciò che ci appare lontano e inconcepibile, e alla dura condanna di un sistema tirannico che elimina senza pietà tutti coloro che vi si oppongono, nascondendo le prove dei propri crimini, il tutto con un sorriso accondiscendente e bonario. Si può anche percepire, però, la speranza per un futuro migliore, in cui gli uomini potranno aver ormai imparato dai propri errori e rimediato ai torti commessi.
Tutto questo è trasmesso perfettamente grazie a una regia e una fotografia impeccabili, che mescolano atmosfere bucoliche, che regalano straordinarie immagini di natura lussureggiante, piccoli villaggi tradizionali e magnifici panorami e colori, e altre disturbanti, rappresentate da una scelta cromatica distorta, straniante e sequenze allucinate, che danno un'idea chiara della confusione che regna nella mente degli esseri umani, specie quando dominata dall'angoscia. Ho apprezzato molto anche il diverso stile grafico utilizzato nei flashback, nelle scene oniriche e nella narrazione di eventi e storie passati.
Notevole l'attenzione per il dettaglio, sia per quanto riguarda le ambientazioni, sempre precise e molto varie, le quali spaziano da montagne innevate a lugubri caverne a boschi rigogliosi, sia per il design dei personaggi, piacevole e curato, nell'aspetto e nell'abbigliamento. Tutti i personaggi, Saki in testa, sono ben caratterizzati e credibili, capaci di esprimere con forza e realismo le proprie sincere emozioni. Il pubblico è anche partecipe della loro crescita, resa soprattutto grazie a due time-skip, che mostrano i protagonisti passare dal'infanzia all'adolescenza e poi all'età adulta, tra amori, inimicizie, gelosie e dolorose separazioni.
Il tutto è coadiuvato da un'eccellente ed evocativa colonna sonora che, all'occorrenza, può comunicare un senso di inquietudine, epica, malinconia, tranquillità, gioia. Una particolarità è l'assenza di opening, compensata però da due ottime ending e da altri brani memorabili. Merita una menzione speciale la "Sinfonia n. 9 in mi minore" di Antonín Dvořák, detta appunto Sinfonia "Dal Nuovo Mondo", da cui Kishi ha preso il titolo per il proprio libro e che viene spesso proposta durante vari episodi.
"Shinsekai Yori" è una serie anime fortemente drammatica e violenta, intrisa di misticismo e ricca di passioni e sconvolgenti colpi di scena, dal primo all'ultimo episodio, che colpiscono lo spettatore dritto al cuore, impedendogli di giudicare gli eventi in maniera assoluta, impossibilitato a stabilire chi siano davvero i cattivi e i buoni di questa storia, per alcuni versi così simile a quella che la nostra civiltà ha già sperimentato più volte, nel corso dei secoli. Non è, tuttavia, esente da difetti: in alcune puntate sono evidenti cali grafici e delle animazioni, non sempre di buon livello, per non parlare di alcuni passaggi un po' lenti e dell'uso di una CG che salta troppo all'occhio e che tende a stonare con l'ambiente circostante. Nella mia valutazione, però, ho deciso volutamente di ignorare queste pecche, in quanto quest'opera mi ha impressionato in maniera così radicalmente positiva. Consiglio sinceramente la sua visione a tutti. Dieci.
La vicenda ha inizio 1000 anni nel futuro, in Giappone e, più precisamente, nel 66° Distretto di Kamisu, una località amena, felice e pacifica, nonostante appaia come tecnologicamente arretrata, i cui abitanti sono dotati del potere della telecinesi, in virtù del quale sono temuti e riveriti come divinità dai Mostroratti. Questi ultimi sono creature intelligenti, simili a eterocefali glabri umanoidi, e sono rigidamente sottomessi agli umani, da cui sono considerati alla stregua di animali e sfruttati per opere di bassa manovalanza.
In questa utopia verde e protetta nascono e crescono Saki, protagonista principale, nonché narratrice della storia, Satoru, Shun, Maria e Mamoru, giovanissimi e promettenti studenti di un'accademia in cui viene insegnato loro e ad altri ragazzi come padroneggiare il Potere. Durante un campeggio organizzato al di là della Barriera, cioè il confine che separa i villaggi abitati da quelle terre disabitate considerate estremamente pericolose, i cinque vengono incidentalmente a conoscenza della caduta dell'antica civiltà (la nostra) e dei tragici avvenimenti che hanno portato alla creazione dell'attuale società. Nel corso della serie, Saki e i suoi amici saranno coinvolti in eventi ben più grandi di loro, venendo a contatto con il male che si cela all'interno della loro stessa comunità, ben più marcia e oscura di come possa sembrare all'apparenza.
Il mondo e lo stile di vita tratteggiati in quest'anime sono perfetti, come il più puro dei diamanti, eppure, allo stesso tempo, fragili come il cristallo. Il timore del collasso e di un'ennesima deriva violenta, resa ancora più spaventosa dalla consapevolezza delle tremende capacità della telecinesi, ha spinto gli uomini a costruire una società chiusa, strettamente controllata, più che per prevenire minacce esterne, per eliminare alla radice quelle interne.
A scuotere gli animi è, infatti, la paura ancestrale dell'ignoto, dell'oscurità e della malvagità che albergano, dormienti, all'interno dell'inconscio umano e che possono risvegliarsi da un momento all'altro, provocando immani catastrofi. Per questo motivo, fin dalla più tenera età, ai bambini viene nascosta la verità sul passato, mentre vengono istillati in loro, a livello psicologico e tramite rituali religiosi, il terrore per il mondo esterno e una sorta di blocco mentale che impedisce loro di uccidere altre persone. Nel caso in cui questi meccanismi risultino non sufficienti, subentra la massima totalitaria "Il bene della collettività è più importante di quello del singolo" con le prevedibili, drammatiche conseguenze. Il clima sereno e spensierato del 66° Distretto è così mantenuto, attraverso un sistema segreto basato sulla paura, la violenza e la morte, in cui il libero arbitrio è praticamente assente. Ed è con questo sistema che i cinque protagonisti vengono inevitabilmente a collidere. In una struttura tanto rigida, sarà un singolo elemento imprevedibile, quello di cui si dava per scontata la sicurezza, a causarne il crollo.
"Shinsekai Yori" è un racconto che indaga in profondità l'animo e la società degli uomini, così come le loro emozioni più recondite: l'amore e l'amicizia, che spingono i protagonisti, da un lato, a isolarsi per evitare terribili conseguenze per coloro che li circondano e, dall'altro, a non abbandonarsi l'un l'altro, sfidando il mondo degli adulti e le sue pragmatiche decisioni; la paura, della morte, delle conseguenze di un Potere incontrollato e incontrollabile, di ciò che non si comprende; l'arroganza, dovuta a un'eccessiva fiducia nelle proprie capacità; l'odio, per il diverso, scatenato dall'invidia, dalla propria condizione sociale insoddisfacente e ingiusta, dalla paura per un futuro incerto.
Tuttavia, ci si ritrova, allo stesso tempo, di fronte a un invito all'accettazione, alla comprensione di ciò che ci appare lontano e inconcepibile, e alla dura condanna di un sistema tirannico che elimina senza pietà tutti coloro che vi si oppongono, nascondendo le prove dei propri crimini, il tutto con un sorriso accondiscendente e bonario. Si può anche percepire, però, la speranza per un futuro migliore, in cui gli uomini potranno aver ormai imparato dai propri errori e rimediato ai torti commessi.
Tutto questo è trasmesso perfettamente grazie a una regia e una fotografia impeccabili, che mescolano atmosfere bucoliche, che regalano straordinarie immagini di natura lussureggiante, piccoli villaggi tradizionali e magnifici panorami e colori, e altre disturbanti, rappresentate da una scelta cromatica distorta, straniante e sequenze allucinate, che danno un'idea chiara della confusione che regna nella mente degli esseri umani, specie quando dominata dall'angoscia. Ho apprezzato molto anche il diverso stile grafico utilizzato nei flashback, nelle scene oniriche e nella narrazione di eventi e storie passati.
Notevole l'attenzione per il dettaglio, sia per quanto riguarda le ambientazioni, sempre precise e molto varie, le quali spaziano da montagne innevate a lugubri caverne a boschi rigogliosi, sia per il design dei personaggi, piacevole e curato, nell'aspetto e nell'abbigliamento. Tutti i personaggi, Saki in testa, sono ben caratterizzati e credibili, capaci di esprimere con forza e realismo le proprie sincere emozioni. Il pubblico è anche partecipe della loro crescita, resa soprattutto grazie a due time-skip, che mostrano i protagonisti passare dal'infanzia all'adolescenza e poi all'età adulta, tra amori, inimicizie, gelosie e dolorose separazioni.
Il tutto è coadiuvato da un'eccellente ed evocativa colonna sonora che, all'occorrenza, può comunicare un senso di inquietudine, epica, malinconia, tranquillità, gioia. Una particolarità è l'assenza di opening, compensata però da due ottime ending e da altri brani memorabili. Merita una menzione speciale la "Sinfonia n. 9 in mi minore" di Antonín Dvořák, detta appunto Sinfonia "Dal Nuovo Mondo", da cui Kishi ha preso il titolo per il proprio libro e che viene spesso proposta durante vari episodi.
"Shinsekai Yori" è una serie anime fortemente drammatica e violenta, intrisa di misticismo e ricca di passioni e sconvolgenti colpi di scena, dal primo all'ultimo episodio, che colpiscono lo spettatore dritto al cuore, impedendogli di giudicare gli eventi in maniera assoluta, impossibilitato a stabilire chi siano davvero i cattivi e i buoni di questa storia, per alcuni versi così simile a quella che la nostra civiltà ha già sperimentato più volte, nel corso dei secoli. Non è, tuttavia, esente da difetti: in alcune puntate sono evidenti cali grafici e delle animazioni, non sempre di buon livello, per non parlare di alcuni passaggi un po' lenti e dell'uso di una CG che salta troppo all'occhio e che tende a stonare con l'ambiente circostante. Nella mia valutazione, però, ho deciso volutamente di ignorare queste pecche, in quanto quest'opera mi ha impressionato in maniera così radicalmente positiva. Consiglio sinceramente la sua visione a tutti. Dieci.
Premetto che sono una persona che ama gli anime complicati, con mille significati nascosti, dalla trama tutt'altro che lineare. Quindi, se di solito non apprezzate questo tipo di genere, tanto meno riuscirete ad apprezzare la maggior parte delle serie anime/manga che andrò a recensire positivamente (ovviamente ci saranno le eccezioni).
"Shinsekai Yori" è un anime composto da venticinque episodi (completo), ognuno dalla durata classica di circa ventitré minuti. Tratto dal omonima serie di light novel di Yūsuke Kishi, è stato adattato nel 2012 in una serie televisiva anime dallo studio A-1 Pictures. Il regista è Masashi Ishihama.
Trama: sono passati mille anni dalla fine della nostra civiltà, della quale non rimane quasi più nulla. Le persone vivono in idilliaci villaggi rurali, dove non esiste l'omicidio. Le tecnologia e gli stili di vita sono visibilmente arretrati. La densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale (sono comparse nuove e strane specie animali e vegetali), ma i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera.
Precisamente l'anime inizia con il narrare le vicende di un gruppo di ragazzini che hanno appena acquisito i loro poteri telecinetici: sì, infatti ora l'uomo è dotato di poteri a causa di un'evoluzione avvenuta appunto mille anni prima. Arrivati alla pubertà essi cominciano a comparire e i ragazzini vengono mandati in una scuola dove impareranno a usarli. I protagonisti hanno condotto fino ad allora una vita tranquilla, senza vedere mai il "male" del mondo, senza provare alcuna paura per il futuro. Ma poi, con l'avvento dei loro poteri e l'inizio di quella scuola, cominceranno a capire che il sistema di vita utopico in cui hanno sempre vissuto nasconde una scia di sangue lunga mille anni, dove scelte ingiuste e crudeli sono all'ordine del giorno. Dove la differenza tra mostruosità e umanità non esiste.
"Shinsekai Yori" è un anime crudele, che fa riflettere. Per evitare spoiler non parlerò oltre della trama. Ma alla fine dubiterete di molte cose, soprattutto vi chiederete: "Chi sono i veri mostri?", "Chi ha ragione?", "Chi ha torto?". Vi metterete dalla parte dei protagonisti o dei loro presunti antagonisti?
Ovviamente in questo anime la psicologia dei personaggi non manca. Li vedremo crescere, fino all'età adulta, grazie allo svolgersi dell'arco narrativo in diverse collocazioni temporali. In più, tramite racconti e flashback scopriremo cosa è accaduto in quei mille anni di buio. Il come tutto sarà raccontato non risulterà sempre semplice e diretto, infatti si consiglia una seconda visione dell'anime per comprenderne bene tutte le sfumature.
Ovviamente ha dei difetti: la qualità del disegno in alcuni episodi centrali ne risentirà un po' e a volte la linearità della trama sarà compromessa da eventi un po' di dubbia interpretazione. Diciamo che in qualche punto la fluidità della storia s'incepperà un tantino. Ma nulla di davvero rilevante.
Io lo considero uno dei migliori anime che ho visto e lo consiglio vivamente, soprattutto se avete voglia di riflettere.
"Shinsekai Yori" è un anime composto da venticinque episodi (completo), ognuno dalla durata classica di circa ventitré minuti. Tratto dal omonima serie di light novel di Yūsuke Kishi, è stato adattato nel 2012 in una serie televisiva anime dallo studio A-1 Pictures. Il regista è Masashi Ishihama.
Trama: sono passati mille anni dalla fine della nostra civiltà, della quale non rimane quasi più nulla. Le persone vivono in idilliaci villaggi rurali, dove non esiste l'omicidio. Le tecnologia e gli stili di vita sono visibilmente arretrati. La densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale (sono comparse nuove e strane specie animali e vegetali), ma i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera.
Precisamente l'anime inizia con il narrare le vicende di un gruppo di ragazzini che hanno appena acquisito i loro poteri telecinetici: sì, infatti ora l'uomo è dotato di poteri a causa di un'evoluzione avvenuta appunto mille anni prima. Arrivati alla pubertà essi cominciano a comparire e i ragazzini vengono mandati in una scuola dove impareranno a usarli. I protagonisti hanno condotto fino ad allora una vita tranquilla, senza vedere mai il "male" del mondo, senza provare alcuna paura per il futuro. Ma poi, con l'avvento dei loro poteri e l'inizio di quella scuola, cominceranno a capire che il sistema di vita utopico in cui hanno sempre vissuto nasconde una scia di sangue lunga mille anni, dove scelte ingiuste e crudeli sono all'ordine del giorno. Dove la differenza tra mostruosità e umanità non esiste.
"Shinsekai Yori" è un anime crudele, che fa riflettere. Per evitare spoiler non parlerò oltre della trama. Ma alla fine dubiterete di molte cose, soprattutto vi chiederete: "Chi sono i veri mostri?", "Chi ha ragione?", "Chi ha torto?". Vi metterete dalla parte dei protagonisti o dei loro presunti antagonisti?
Ovviamente in questo anime la psicologia dei personaggi non manca. Li vedremo crescere, fino all'età adulta, grazie allo svolgersi dell'arco narrativo in diverse collocazioni temporali. In più, tramite racconti e flashback scopriremo cosa è accaduto in quei mille anni di buio. Il come tutto sarà raccontato non risulterà sempre semplice e diretto, infatti si consiglia una seconda visione dell'anime per comprenderne bene tutte le sfumature.
Ovviamente ha dei difetti: la qualità del disegno in alcuni episodi centrali ne risentirà un po' e a volte la linearità della trama sarà compromessa da eventi un po' di dubbia interpretazione. Diciamo che in qualche punto la fluidità della storia s'incepperà un tantino. Ma nulla di davvero rilevante.
Io lo considero uno dei migliori anime che ho visto e lo consiglio vivamente, soprattutto se avete voglia di riflettere.
"Shinsekai Yori" è un ottimo prodotto ingiustamente sottovalutato.
La storia è ambientata in un mondo futuro in cui gli abitanti posseggono dei poteri psichici e telecinetici tipici degli ESP e vede come protagonisti cinque bambini, i quali presto si renderanno conto che non è tutto oro ciò che luccica. La trama, dunque, si dipana tramite una serie di colpi di scena che porteranno a una inquietante verità sulla natura del mondo in cui i personaggi vivono.
L'anime presenta una trama molto originale e ben sviluppata. E' vero che alcune puntate sono meno riuscite di altre: l'azione non è costante e alcuni episodi risultano meno piacevoli di altri. Detto ciò, a mio avviso non esiste una puntata che spinga lo spettatore a droppare la serie. La carica di suspense e le rivelazioni mai banali aumentano il desiderio di chi guarda di sapere come va a finire. E il finale non delude, riuscendo a commuovere e a regalarci un ultimo sconcertante colpo di scena.
La grafica è straordinaria nei primi due episodi, dal terzo inizia a calare drasticamente. Ciononostante, il livello resta abbastanza alto o almeno in linea con i tempi.
Le musiche sono eccezionali. Davvero, non tanto l'opening e la ending - che sono belle, comunque - ma soprattutto le musiche di animazione sono davvero dei piccoli capolavori: il fiore all'occhiello di questa bella opera. Ovviamente nulla da ridire in riferimento al doppiaggio, visto che i Giapponesi sono maestri in questo campo.
Menzione speciale ai personaggi che, nonostante la giovane età, sono tutti ben caratterizzati, persino il ragazzino che compare per una sola puntata resta ben impresso nella mente dello spettatore.
Chi ha una spiccata fantasia, infine, apprezzerà le tante creature che popolano questo strano Giappone, con colori sgargianti, forme strane e "poteri" particolari.
Tirando le somme, mi sento di dare a quest'opera un 9 pieno. Non arrivo al 10 perché qualche episodio rende leggermente più lenta la narrazione, e la drammaticità complessiva mi ha lasciato un senso finale di profonda tristezza.
Consigliatissimo! Anzi, meriterebbe di essere assai più conosciuto.
La storia è ambientata in un mondo futuro in cui gli abitanti posseggono dei poteri psichici e telecinetici tipici degli ESP e vede come protagonisti cinque bambini, i quali presto si renderanno conto che non è tutto oro ciò che luccica. La trama, dunque, si dipana tramite una serie di colpi di scena che porteranno a una inquietante verità sulla natura del mondo in cui i personaggi vivono.
L'anime presenta una trama molto originale e ben sviluppata. E' vero che alcune puntate sono meno riuscite di altre: l'azione non è costante e alcuni episodi risultano meno piacevoli di altri. Detto ciò, a mio avviso non esiste una puntata che spinga lo spettatore a droppare la serie. La carica di suspense e le rivelazioni mai banali aumentano il desiderio di chi guarda di sapere come va a finire. E il finale non delude, riuscendo a commuovere e a regalarci un ultimo sconcertante colpo di scena.
La grafica è straordinaria nei primi due episodi, dal terzo inizia a calare drasticamente. Ciononostante, il livello resta abbastanza alto o almeno in linea con i tempi.
Le musiche sono eccezionali. Davvero, non tanto l'opening e la ending - che sono belle, comunque - ma soprattutto le musiche di animazione sono davvero dei piccoli capolavori: il fiore all'occhiello di questa bella opera. Ovviamente nulla da ridire in riferimento al doppiaggio, visto che i Giapponesi sono maestri in questo campo.
Menzione speciale ai personaggi che, nonostante la giovane età, sono tutti ben caratterizzati, persino il ragazzino che compare per una sola puntata resta ben impresso nella mente dello spettatore.
Chi ha una spiccata fantasia, infine, apprezzerà le tante creature che popolano questo strano Giappone, con colori sgargianti, forme strane e "poteri" particolari.
Tirando le somme, mi sento di dare a quest'opera un 9 pieno. Non arrivo al 10 perché qualche episodio rende leggermente più lenta la narrazione, e la drammaticità complessiva mi ha lasciato un senso finale di profonda tristezza.
Consigliatissimo! Anzi, meriterebbe di essere assai più conosciuto.
Personalmente l'ho trovato un capolavoro. Nelle prime due-tre puntate mi era stato presentato uno scenario idilliaco, ambientato in un futuro lontano un millennio, in cui gli uomini sono organizzati in villaggi in pace, in una società in cui tutti hanno poteri psichici e li imparano a controllare e usare per scopi non bellici (a differenza di molti anime in cui i superpoteri servono solo a combattere), il tutto calato in uno scenario immerso nella natura popolata da una fauna nuova e curiosa, conferendo al tutto un clima magico e sereno.
Dalla quarta puntata in poi ogni episodio è un gradino di una scalinata che scende nel marcio di questa nuova società, in cui i ragazzini protagonisti scoprono nell'arco di una vita tutte le incrinature sotto il sistema e gli orrori della storia passata. Ogni scoperta è stata per me un pugno nello stomaco, che mi lasciava l'impressione di una trama in caduta libera verso la tragedia che si è risolta con un lieto fine, ma dal sapore amaro.
Il disegno e l'animazione li ho trovati poi semplicemente bellissimi: grande fantasia nella realizzazione di questa natura fantastica e, nella mia ignoranza in materia, ho trovato gradevolissime anche le colonne sonore.
Dalla quarta puntata in poi ogni episodio è un gradino di una scalinata che scende nel marcio di questa nuova società, in cui i ragazzini protagonisti scoprono nell'arco di una vita tutte le incrinature sotto il sistema e gli orrori della storia passata. Ogni scoperta è stata per me un pugno nello stomaco, che mi lasciava l'impressione di una trama in caduta libera verso la tragedia che si è risolta con un lieto fine, ma dal sapore amaro.
Il disegno e l'animazione li ho trovati poi semplicemente bellissimi: grande fantasia nella realizzazione di questa natura fantastica e, nella mia ignoranza in materia, ho trovato gradevolissime anche le colonne sonore.
Il mondo è perfetto perché ha vissuto la sua imperfezione, subendone le pesanti conseguenze. Ma, come è giusto che sia, la vera perfezione deve essere imperfetta per dare un senso all'esistenza. Il potere, un concetto astratto associato spesso alle gesta valorose di pochi eletti, è la 'perfetta' normalità nel mondo disegnato da Yusuke Kishi. Non è infatti l'uomo ad avere potere, ma l'intera comunità. Nessuna differenza, ma solo educazione verso il bene. Nessuno è superiore, se non la volontà collettiva. Nessuno può dunque permettersi di usare il potere contro un suo pari, incrinando la perfezione. Insomma, il potere è il primo passo verso la 'paura', la genera e ne viene governato. La soluzione è la creazione di un mondo utopico, serrato, che neutralizza qualsiasi forma di diversità in meccanismi di controllo talmente perfetti da sfociare in una tranquilla paranoia. L'unica diversità tollerata è quella tra chi ha la possibilità di plasmare il mondo, di creare le regole, e chi deve sottostare, agognando protezione e benevolenza. Una diversità che in "Shinsekai Yori" diventa fisica, razziale, elevandosi all'ennesima potenza.
Potere e paura sono i due lati della stessa medaglia. Sono imprescindibili. La consapevolezza di avere potere scaturisce dalla paura di perderlo, dall'esigenza di tutelarlo, di controllarlo, di preservarne la valenza contro qualsiasi cambiamento. La paura provata verso chi ha potere genera desiderio, volontà di rivincita, tensione e necessità quasi esiziale di salvaguardare la propria esistenza, di non renderla così esposta ai mutevoli capricci di un fato incarnatosi in chi è diverso solo perché possessore di qualcosa che tu non hai. Vuoi dunque sottrarti al giogo di chi è un potenziale giudice e boia guidato da meccanismi spesso oscuri. Vuoi liberati dall'inesorabile pressione di una schiavitù morale diventata psicologica.
Quando la variabile impazzita, puntualmente presente in ogni contesto creato dall'uomo perché connaturata alla sua natura, si presenta, l'utopia perfetta governata da paura e potere genera rifiuto, disperazione e morte: diventa distopia. La paura genera intelligenza, coraggio e infine rivolta. Il potere si chiude in sé stesso, crolla sotto i colpi della propria imperfezione, innescata dal naturale bisogno umano di dare una possibilità al libero arbitrio. In seguito, la variabile impazzita, da ago che inietta il veleno, si trasforma in siero che salva e consente di rendere il corpo sociale immune alle tensioni che ne stavano decretando la scomparsa. La società utopica si ristabilisce più forte e vaccinata, almeno in attesa di un nuovo passaggio attraverso l'inferno la cui via - e qui il cliché ci sta tutto - è spesso lastricata di buone intenzioni.
Profondo, adrenalinico, affascinante, immaginifico; "From the new world - Shinsekai Yori", tratto dal romanzo di Yusuke Kishi, vincitore del 29º Nihon SF Taisho Award, è un anime che va 'osservato' fotogramma per fotogramma per intuire come potere e paura maturino nell'esistenza umana. Etica, filosofia, eugenetica, religione (è fortissima l'influenza del buddismo), politica... Kishi realizza un meltin' pot miscelato con cura sapiente, dando vita a una storia imperniata di storicismo romantico (la verità è frutto di uno stato positivo che si scontra con il suo negativo, per generare un nuovo positivo). Il lento maturare della tragedia, scandito dall'incedere dell'età dei protagonisti, sfocia infatti in un nuovo mondo 'migliore' ma ancora incubante il virus del processo 'storicistico'.
Disegni superbi, musiche di altissimo livello, regia e fotografia degne di una trama che sconfina. Il tutto è ovviamente condito in salsa nipponica, in quelle atmosfere dove tensione e fatalismo si autoalimentano nell'epica dei personaggi, rendendoli immediatamente beniamini. Sono loro gli eroi imperfetti, pieni di paure da superare.
Consigliato a chi vuole riflettere immergendosi nella magica atmosfera di un anime, perché la tensione genera mostri, ma questi abitano oltre la corda che delimita il villaggio. A volte però è necessario che qualcosa vi entri, per crescere, per migliorare, per essere umani.
Potere e paura sono i due lati della stessa medaglia. Sono imprescindibili. La consapevolezza di avere potere scaturisce dalla paura di perderlo, dall'esigenza di tutelarlo, di controllarlo, di preservarne la valenza contro qualsiasi cambiamento. La paura provata verso chi ha potere genera desiderio, volontà di rivincita, tensione e necessità quasi esiziale di salvaguardare la propria esistenza, di non renderla così esposta ai mutevoli capricci di un fato incarnatosi in chi è diverso solo perché possessore di qualcosa che tu non hai. Vuoi dunque sottrarti al giogo di chi è un potenziale giudice e boia guidato da meccanismi spesso oscuri. Vuoi liberati dall'inesorabile pressione di una schiavitù morale diventata psicologica.
Quando la variabile impazzita, puntualmente presente in ogni contesto creato dall'uomo perché connaturata alla sua natura, si presenta, l'utopia perfetta governata da paura e potere genera rifiuto, disperazione e morte: diventa distopia. La paura genera intelligenza, coraggio e infine rivolta. Il potere si chiude in sé stesso, crolla sotto i colpi della propria imperfezione, innescata dal naturale bisogno umano di dare una possibilità al libero arbitrio. In seguito, la variabile impazzita, da ago che inietta il veleno, si trasforma in siero che salva e consente di rendere il corpo sociale immune alle tensioni che ne stavano decretando la scomparsa. La società utopica si ristabilisce più forte e vaccinata, almeno in attesa di un nuovo passaggio attraverso l'inferno la cui via - e qui il cliché ci sta tutto - è spesso lastricata di buone intenzioni.
Profondo, adrenalinico, affascinante, immaginifico; "From the new world - Shinsekai Yori", tratto dal romanzo di Yusuke Kishi, vincitore del 29º Nihon SF Taisho Award, è un anime che va 'osservato' fotogramma per fotogramma per intuire come potere e paura maturino nell'esistenza umana. Etica, filosofia, eugenetica, religione (è fortissima l'influenza del buddismo), politica... Kishi realizza un meltin' pot miscelato con cura sapiente, dando vita a una storia imperniata di storicismo romantico (la verità è frutto di uno stato positivo che si scontra con il suo negativo, per generare un nuovo positivo). Il lento maturare della tragedia, scandito dall'incedere dell'età dei protagonisti, sfocia infatti in un nuovo mondo 'migliore' ma ancora incubante il virus del processo 'storicistico'.
Disegni superbi, musiche di altissimo livello, regia e fotografia degne di una trama che sconfina. Il tutto è ovviamente condito in salsa nipponica, in quelle atmosfere dove tensione e fatalismo si autoalimentano nell'epica dei personaggi, rendendoli immediatamente beniamini. Sono loro gli eroi imperfetti, pieni di paure da superare.
Consigliato a chi vuole riflettere immergendosi nella magica atmosfera di un anime, perché la tensione genera mostri, ma questi abitano oltre la corda che delimita il villaggio. A volte però è necessario che qualcosa vi entri, per crescere, per migliorare, per essere umani.
Due sono a mio parere i punti di forza principali di quest'opera: ambientazione e trama. Entrambi resi con un'attenzione estrema per i dettagli assolutamente insolita anche per gli anime più impegnati, di un realismo e una consistenza perfette. Tra i generi assegnati figurano "fantasy" e "superpoteri", ed è proprio questo che rende la solidità del mondo e l'accuratezza delle spiegazioni così apprezzabile. Quante volte davanti al super potere di turno ci siamo chiesti "Ma se tizio è in grado di fare questo, non avrebbe potuto allora...", e ancora "Come si spiega il fatto che possa fare questo ma non quest'altro?". In "Shinsekai Yori" il tema del potere di cui dispongono le persone è non solo ben trattato, ma ha influenzato la società in una maniera profonda perfettamente sensata e realistica.
La trama si divide in due archi narrativi di simile lunghezza: il primo, pur non essendo esente da accadimenti degni di nota, serve principalmente a far inquadrare allo spettatore il mondo, fornendo le basi per gli avvenimenti del secondo. Vengono introdotti via via sempre più misteri, che, sono felice di dire, vengono prima o dopo tutti svelati. Decisamente arguti e ben presentati anche diversi argomenti di carattere etico, molto interessanti, che accompagnano entrambi gli archi.
La presenza di componenti shoujo-ai e shounen-ai possono far storcere il naso ad alcuni, ma non sono messe a caso, hanno un senso preciso e compiuto, e contribuiscono a creare l'atmosfera che è in parte familiare, in parte estranea.
Non essendo un esperto di grafica non posso darle un giudizio oggettivo; a me è piaciuta, ma non l'ho considerata nel voto. Il comparto audio invece l'ho trovato fantastico, perfettamente in linea con l'atmosfera.
Consiglio questo anime a chiunque cerchi qualcosa di incisivo e in qualche modo impegnativo. Non è un anime da ridere o da guardare tanto per passare il tempo, ma sicuramente, se visto nell'ottica giusta, sarà difficilmente dimenticabile.
La trama si divide in due archi narrativi di simile lunghezza: il primo, pur non essendo esente da accadimenti degni di nota, serve principalmente a far inquadrare allo spettatore il mondo, fornendo le basi per gli avvenimenti del secondo. Vengono introdotti via via sempre più misteri, che, sono felice di dire, vengono prima o dopo tutti svelati. Decisamente arguti e ben presentati anche diversi argomenti di carattere etico, molto interessanti, che accompagnano entrambi gli archi.
La presenza di componenti shoujo-ai e shounen-ai possono far storcere il naso ad alcuni, ma non sono messe a caso, hanno un senso preciso e compiuto, e contribuiscono a creare l'atmosfera che è in parte familiare, in parte estranea.
Non essendo un esperto di grafica non posso darle un giudizio oggettivo; a me è piaciuta, ma non l'ho considerata nel voto. Il comparto audio invece l'ho trovato fantastico, perfettamente in linea con l'atmosfera.
Consiglio questo anime a chiunque cerchi qualcosa di incisivo e in qualche modo impegnativo. Non è un anime da ridere o da guardare tanto per passare il tempo, ma sicuramente, se visto nell'ottica giusta, sarà difficilmente dimenticabile.
"Shinsekai Yori" è un anime composto da venticinque episodi, tratto dall'omonima serie di light novel di Yūsuke Kishi, che è stato adattato nel 2012 in una serie televisiva anime dallo studio A-1 Pictures.
Partiamo dalla trama, che per me è una delle cose fondamentali dell'anime; ovviamente, l'accennerò solamente, senza il minimo rischio di spoilerarvi nulla. In un futuro molto remoto la densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale; i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera. L'anime si focalizzerà inizialmente nel narrare le vicende di un gruppo di ragazzini di quest'epoca: Saki, Satoru, Maria, Shun e Mamoru.
L'anime si concentrerà molto sull'introspezione psicologica dei protagonisti e durante l'arco delle venticinque puntate non mancheranno i numerosi misteri dietro una società futura del tutto aliena a quella del nostro presente; essi verranno pian piano a galla e ci indurranno a continuarne la visione.
Non fatevi scoraggiare dall'inizio che potrebbe sembrare un po' troppo lento e noioso: con l'avanzare delle puntate ai nostri occhi si offrirà una delle migliori produzioni degli ultimi anni. I vari messaggi che lancia quest'anime sono vere e proprie perle che fanno davvero riflettere, per non parlare del finale. Non posso che consigliarlo, mi ha fatto davvero emozionare.
Partiamo dalla trama, che per me è una delle cose fondamentali dell'anime; ovviamente, l'accennerò solamente, senza il minimo rischio di spoilerarvi nulla. In un futuro molto remoto la densità demografica mondiale è diminuita drasticamente e la Terra si è resa per lo più inospitale; i villaggi sono protetti da barriere che tengono fuori tutte le calamità. I cittadini possono quindi svolgere la loro vita tranquillamente, a patto che non varchino quella barriera. L'anime si focalizzerà inizialmente nel narrare le vicende di un gruppo di ragazzini di quest'epoca: Saki, Satoru, Maria, Shun e Mamoru.
L'anime si concentrerà molto sull'introspezione psicologica dei protagonisti e durante l'arco delle venticinque puntate non mancheranno i numerosi misteri dietro una società futura del tutto aliena a quella del nostro presente; essi verranno pian piano a galla e ci indurranno a continuarne la visione.
Non fatevi scoraggiare dall'inizio che potrebbe sembrare un po' troppo lento e noioso: con l'avanzare delle puntate ai nostri occhi si offrirà una delle migliori produzioni degli ultimi anni. I vari messaggi che lancia quest'anime sono vere e proprie perle che fanno davvero riflettere, per non parlare del finale. Non posso che consigliarlo, mi ha fatto davvero emozionare.
"Shinsekai Yori" è l'adattamento animato dell'omonimo romanzo fantascientifico di Yusuke Kishi, andato in onda nell'autunno 2012.
La storia è ambientata in un futuro avanti mille anni e segue le vicende di cinque giovani: Saki, Satoru, Shun, Maria e Mamoru. Il mondo è radicalmente cambiato, non esistono più le caotiche città dei nostri giorni, si tratta di un ambiente utopico e immerso nella natura. Ma dietro questa facciata si nasconde un passato oscuro e questo mondo si rivelerà non essere il paradiso che loro pensavano che fosse...
Quando sfogliai il palinsesto dei titoli dell'autunno 2012 rimasi colpito da questo anime più di ogni altro. Quando iniziai a vederlo capii che l'intuizione che avevo avuto era fondata: "Shinsekai Yori" può essere considerato una perla dell'animazione giapponese, un'opera unica e purtroppo di un genere sempre più raro negli ultimi tempi. E' un prodotto che ha un target decisamente maturo, perché propone delle riflessioni piuttosto profonde sul mondo umano, a volte anche crude e difficilmente digeribili, ma è proprio questo a rappresentarne la forza. Per la prima volta mi trovo di fronte a un'opera che stacca totalmente dai soliti schemi dell'animazione attuale, che si distacca da stereotipi e caratteri già usati, che decide di avventurarsi in un filone del tutto nuovo, correndo anche il rischio di risultare un fallimento. Beh, alla fine direi che il risultato è un'opera magistrale. Oltre alla trama e allo svolgimento della storia, che risulta sempre coinvolgente e che tiene col fiato sospeso, sono piuttosto pregevoli i disegni e le animazioni, perfettamente adatti allo spirito dell'opera. I colori e i toni utilizzati sono perfetti per le situazioni, rendendo appieno l'atmosfera del mondo che devono descrivere. Di grande pregio la colonna sonora che accompagna la vicenda, piuttosto varia e adatta in ogni situazione, che si tratti di momenti di calma o di vera e propria tensione.
Per riassumere, "Shinsekai Yori" riesce a coniugare perfettamente una trama innovativa e del tutto originale a un comparto tecnico pregevole, offrendo vari spunti di riflessione allo spettatore, pur continuando a essere fluido e sicuramente piacevole da seguire. Un anime che merita sicuramente di essere visto e apprezzato, per questo il 10 è l'unica valutazione che posso dargli.
La storia è ambientata in un futuro avanti mille anni e segue le vicende di cinque giovani: Saki, Satoru, Shun, Maria e Mamoru. Il mondo è radicalmente cambiato, non esistono più le caotiche città dei nostri giorni, si tratta di un ambiente utopico e immerso nella natura. Ma dietro questa facciata si nasconde un passato oscuro e questo mondo si rivelerà non essere il paradiso che loro pensavano che fosse...
Quando sfogliai il palinsesto dei titoli dell'autunno 2012 rimasi colpito da questo anime più di ogni altro. Quando iniziai a vederlo capii che l'intuizione che avevo avuto era fondata: "Shinsekai Yori" può essere considerato una perla dell'animazione giapponese, un'opera unica e purtroppo di un genere sempre più raro negli ultimi tempi. E' un prodotto che ha un target decisamente maturo, perché propone delle riflessioni piuttosto profonde sul mondo umano, a volte anche crude e difficilmente digeribili, ma è proprio questo a rappresentarne la forza. Per la prima volta mi trovo di fronte a un'opera che stacca totalmente dai soliti schemi dell'animazione attuale, che si distacca da stereotipi e caratteri già usati, che decide di avventurarsi in un filone del tutto nuovo, correndo anche il rischio di risultare un fallimento. Beh, alla fine direi che il risultato è un'opera magistrale. Oltre alla trama e allo svolgimento della storia, che risulta sempre coinvolgente e che tiene col fiato sospeso, sono piuttosto pregevoli i disegni e le animazioni, perfettamente adatti allo spirito dell'opera. I colori e i toni utilizzati sono perfetti per le situazioni, rendendo appieno l'atmosfera del mondo che devono descrivere. Di grande pregio la colonna sonora che accompagna la vicenda, piuttosto varia e adatta in ogni situazione, che si tratti di momenti di calma o di vera e propria tensione.
Per riassumere, "Shinsekai Yori" riesce a coniugare perfettamente una trama innovativa e del tutto originale a un comparto tecnico pregevole, offrendo vari spunti di riflessione allo spettatore, pur continuando a essere fluido e sicuramente piacevole da seguire. Un anime che merita sicuramente di essere visto e apprezzato, per questo il 10 è l'unica valutazione che posso dargli.
Certe volte, quando cerco una serie da guardare, mi faccio consigliare dalle persone con cui sono a contatto e che condividono la mia passione. "Shinsekai Yori" fu proprio uno dei titoli che conobbi in questo modo, una serie che molte persone hanno osannato e quasi elevato a capolavoro assoluto dell'anno 2012. In realtà, nonostante debba ammettere che sia un buon lavoro, è stato un po' una delusione. Forse le aspettative erano tante e non sono riuscito a percepire il lampo di genio che si celava dietro questa serie, o semplicemente i miei gusti personali non mi hanno fatto apprezzare ciò che mi veniva proposto, o l'A-1 pictures - studio di produzione di questo anime - mi fa sentire sempre "puzza di bruciato", anche dove magari non la dovrei sentire. Insomma, tanti fattori non hanno permesso alla mia persona di entrare nell'ottica dell'anime, e ora vedremo anche i perché.
In un Giappone del XXXI secolo la vita non è più come quella ordinaria dei nostri giorni. L'uomo si è "evoluto" e i dominatori della Terra posseggono uno strano potere chiamato "Juryoku": telecinesi, telepatia, manipolazione mentale, praticamente un potere che sfrutta il paranormale. Il mondo vive in pace, in una fantastica utopia in cui tutti convivono felicemente, e il dolore sembra un ricordo lontano. I nostri protagonisti sono cinque giovani ragazzi: Maria, Saki, Shun, Satoru e Mamoru. L'anime si svilupperà sulla loro crescita e sulla scoperta di questo mondo ricco di misteri e di verità nascoste. Forse, come per tutte le utopie, dietro un'ottima apparenza si cela qualcosa di losco.
L'anime ha tutti i presupposti per essere considerato interessante. Il dare dei poteri a degli umani e una collocazione storica precisa sembra voler introdurre un tocco di realismo alla storia, che, in parte, potrebbe anche avere. Quello che comunque salta subito all'occhio è l'originalità. Fin dalle prime battute abbiamo tanti quesiti che lasciano spiazzato lo spettatore e lo invogliano a sapere cosa si nasconde dietro tutta questa storia. Ma arriviamo al primo grande difetto della serie: i misteri non vengono dosati. Vengono accumulati e accumulati per poi risolvere il tutto in una puntata di infinite spiegazioni. Proprio per questo motivo "Shinsekai Yori" risulta molto lento e di difficile visione, non si riesce a mantenere per molto tempo l'attenzione, perché sembra di veder il nulla. Eppure la storia, analizzata a posteriori dopo aver finito il tutto, è davvero molto bella, intrigante e originale. Oserei dire che questa è proprio un'occasione sprecata. Un possibile capolavoro rovinato, in parte, da scelte di sceneggiatura mediocri - il romanzo, piccola parentesi necessaria, ha una sceneggiatura completamente diversa. Lì si va a ricordi e si procede con un narratore onnisciente.
Nonostante ciò, la serie spicca per i grandi messaggi che si celano dietro i vari avvenimenti e le varie azioni degli uomini. Già la società utopica ci fa capire come l'uomo è sempre in cerca di stabilità. Questa voglia di equilibrio - citando i Negramaro - è così forte da introdurre quello che viene definito il concetto machiavelliano "Il fine giustifica i mezzi". Si necessita di pace e quindi, per mantenerla, si farebbe di tutto. Ciò ci porta al secondo tema principale della serie: l'egoismo. Fondamentalmente ci vengono mostrate persone che per il bene di pochi, o comunque della specie, sarebbero disposte anche a sacrificare figli e parenti. Quella presentata è una forma di egoismo strana, un egoismo fondato sulla società e sul suo benessere: l'individuo perde il suo essere uno per divenire comitiva. A questo punto potrebbe sembrare che io sia entrato in contraddizione con la questione egoismo/perdita di individualità - mi si potrebbe additare che non sappia usare bene i termini del lessico italiano; in realtà, non si può parlare assolutamente di altruismo, per questo il punto che stiamo analizzando deve essere ben sottolineato. L'egoismo in sé è proprio mostrato dalla comunità e non dal singolo, che, come vi ho scritto, non esiste più. Questa cosa mi ha portato a riflettere molto, perché ho cominciato a capire l'ottica dietro questo anime e dietro gli insegnamenti, le libertà, le azioni di tutti i personaggi.
L'anime inoltre ha come altro obiettivo quello di essere un processo di crescita dei vari personaggi. Si passerà dal semplice periodo del gioco, alla giovane età, alla pubertà, al periodo adulto. Ogni tappa è formata da vari misteri e varie situazioni. Ma mi piacerebbe analizzare in linea generale solo quella del periodo della pubertà. L'anime, penso, raggiunge uno dei suoi picchi in assoluto. "Shinsekai Yori" è un anime che non si cela dietro falsi moralismi - e ciò a livello di trama ha anche un perché - né tantomeno cerca di oscurare i vari avvenimenti sentimentali/sessuali dei personaggi. Ma, attenzione, non è per nulla volgare. Le tematiche shoujo-ai e shounen-ai sono trattate alla perfezione.
Insomma, la serie da una parte mi ha deluso, ma d'altro canto mi ha fatto riflettere molto.
Ma quello che non posso per nulla apprezzare è l'apparato tecnico. L'A-1 Pictures non so che ha combinato. Gli errori nelle animazioni, nei disegni e in tutto il resto sono onnipresenti. Personaggi che sembrano le "Stick Figures" inglesi se ripresi da lontano, i volti deformati, i disegni minimali. Insomma, una grande occasione persa... quanto avrei voluto che a lavorarci ci fosse stata la Production I.G. La regia comunque si salva, sembra non aver mai sbavature, così come l'incredibile apparato di OST.
In conclusione, penso che "Shinsekai Yori" vada visto. Un buon anime, che presenta anche difetti evidenti e limitanti.
In un Giappone del XXXI secolo la vita non è più come quella ordinaria dei nostri giorni. L'uomo si è "evoluto" e i dominatori della Terra posseggono uno strano potere chiamato "Juryoku": telecinesi, telepatia, manipolazione mentale, praticamente un potere che sfrutta il paranormale. Il mondo vive in pace, in una fantastica utopia in cui tutti convivono felicemente, e il dolore sembra un ricordo lontano. I nostri protagonisti sono cinque giovani ragazzi: Maria, Saki, Shun, Satoru e Mamoru. L'anime si svilupperà sulla loro crescita e sulla scoperta di questo mondo ricco di misteri e di verità nascoste. Forse, come per tutte le utopie, dietro un'ottima apparenza si cela qualcosa di losco.
L'anime ha tutti i presupposti per essere considerato interessante. Il dare dei poteri a degli umani e una collocazione storica precisa sembra voler introdurre un tocco di realismo alla storia, che, in parte, potrebbe anche avere. Quello che comunque salta subito all'occhio è l'originalità. Fin dalle prime battute abbiamo tanti quesiti che lasciano spiazzato lo spettatore e lo invogliano a sapere cosa si nasconde dietro tutta questa storia. Ma arriviamo al primo grande difetto della serie: i misteri non vengono dosati. Vengono accumulati e accumulati per poi risolvere il tutto in una puntata di infinite spiegazioni. Proprio per questo motivo "Shinsekai Yori" risulta molto lento e di difficile visione, non si riesce a mantenere per molto tempo l'attenzione, perché sembra di veder il nulla. Eppure la storia, analizzata a posteriori dopo aver finito il tutto, è davvero molto bella, intrigante e originale. Oserei dire che questa è proprio un'occasione sprecata. Un possibile capolavoro rovinato, in parte, da scelte di sceneggiatura mediocri - il romanzo, piccola parentesi necessaria, ha una sceneggiatura completamente diversa. Lì si va a ricordi e si procede con un narratore onnisciente.
Nonostante ciò, la serie spicca per i grandi messaggi che si celano dietro i vari avvenimenti e le varie azioni degli uomini. Già la società utopica ci fa capire come l'uomo è sempre in cerca di stabilità. Questa voglia di equilibrio - citando i Negramaro - è così forte da introdurre quello che viene definito il concetto machiavelliano "Il fine giustifica i mezzi". Si necessita di pace e quindi, per mantenerla, si farebbe di tutto. Ciò ci porta al secondo tema principale della serie: l'egoismo. Fondamentalmente ci vengono mostrate persone che per il bene di pochi, o comunque della specie, sarebbero disposte anche a sacrificare figli e parenti. Quella presentata è una forma di egoismo strana, un egoismo fondato sulla società e sul suo benessere: l'individuo perde il suo essere uno per divenire comitiva. A questo punto potrebbe sembrare che io sia entrato in contraddizione con la questione egoismo/perdita di individualità - mi si potrebbe additare che non sappia usare bene i termini del lessico italiano; in realtà, non si può parlare assolutamente di altruismo, per questo il punto che stiamo analizzando deve essere ben sottolineato. L'egoismo in sé è proprio mostrato dalla comunità e non dal singolo, che, come vi ho scritto, non esiste più. Questa cosa mi ha portato a riflettere molto, perché ho cominciato a capire l'ottica dietro questo anime e dietro gli insegnamenti, le libertà, le azioni di tutti i personaggi.
L'anime inoltre ha come altro obiettivo quello di essere un processo di crescita dei vari personaggi. Si passerà dal semplice periodo del gioco, alla giovane età, alla pubertà, al periodo adulto. Ogni tappa è formata da vari misteri e varie situazioni. Ma mi piacerebbe analizzare in linea generale solo quella del periodo della pubertà. L'anime, penso, raggiunge uno dei suoi picchi in assoluto. "Shinsekai Yori" è un anime che non si cela dietro falsi moralismi - e ciò a livello di trama ha anche un perché - né tantomeno cerca di oscurare i vari avvenimenti sentimentali/sessuali dei personaggi. Ma, attenzione, non è per nulla volgare. Le tematiche shoujo-ai e shounen-ai sono trattate alla perfezione.
Insomma, la serie da una parte mi ha deluso, ma d'altro canto mi ha fatto riflettere molto.
Ma quello che non posso per nulla apprezzare è l'apparato tecnico. L'A-1 Pictures non so che ha combinato. Gli errori nelle animazioni, nei disegni e in tutto il resto sono onnipresenti. Personaggi che sembrano le "Stick Figures" inglesi se ripresi da lontano, i volti deformati, i disegni minimali. Insomma, una grande occasione persa... quanto avrei voluto che a lavorarci ci fosse stata la Production I.G. La regia comunque si salva, sembra non aver mai sbavature, così come l'incredibile apparato di OST.
In conclusione, penso che "Shinsekai Yori" vada visto. Un buon anime, che presenta anche difetti evidenti e limitanti.
"Shinsekai Yori" è stata una piacevole sorpresa, una serie davvero bella, all'inizio non avrei mai detto che sarebbe potuta piacermi così tanto.
Verrà da tanti ricordata dal controverso episodio 8, che temo avrà fatto storcere il naso in particolare al pubblico maschile. Tra l'altro ritengo che il clamore sollevato non sia immotivato, in quanto, secondo la mia opinione, tratta la questione in modo un po' troppo esplicito. Sembra quasi che lo staff di produzione abbia inserito le sequenze che hanno fatto scalpore più che altro per fare parlare un po' della serie e farsi un po' di facile pubblicità. Ciò non cambia il mio giudizio sull'anime: "Shinkesai Yori" è una bellissima serie, intrigante, intelligente, profonda, carica di momenti drammatici, capace di emozionare, fare riflettere e ricca di svolte inaspettate.
Tutto questo non è evidente dai primi episodi, o meglio, lo si può intuire nei primi due o tre, in cui viene introdotta una società piena di contraddizioni, dove le cose non sono come sembrano. Da subito viene insinuato nello spettatore qualche dubbio e sospetto - tra l'altro vi chiederete che c'entri l'incipit della serie con l'ambientazione poi presentata, molto più rurale e tranquilla. Seguono due o tre episodi meno felici, confusi, realizzati peggio, che poco aggiungono a quanto mostrato. Da qui in poi la serie cresce e, proprio dall'ottavo episodio, gli eventi subiscono un'escalation davvero impressionante. A pochi episodi dalla fine, verso il ventesimo episodio, si ha il climax, che sfocia in tre o quattro episodi che vi terranno incollati allo schermo. La fine è efficace e in linea con quanto narrato, senza forzature, ricca spunti per farvi pensare un po': propone alcuni sottili e per nulla banali spunti su tematiche etiche, con le quali inevitabilmente lo spettatore dovrà scontrarsi. Vi lascerà un po' con l'amaro in bocca, ma non in quanto non vi sarà piaciuto quanto avrete visto, ma perché la realtà che vi farà ingoiare sarà essa stessa amara e sgradevole.
Conoscerete i protagonisti sin da ragazzini, poi, quelli che rimarranno, li vedrete crescere fino all'età adulta. Scoprirete insieme a loro gli aspetti della società dove vivono e le ingiustizie a cui sono sottoposti, che sono universalmente accettate da tutti come se fossero la cosa più naturale del mondo. La paranoia che li contagerà, e che di riflesso assorbirete, non è immotivata: vi è chiaramente qualcosa che non va, sia fuori che dentro il loro villaggio. Si tratta di un luogo rurale, che ricorda un piccolo villaggio di provincia. La differenza è che gli adulti possono usare dei poteri ESP, o Cantus, come li chiamano loro, ma ciononostante vivono una vita modesta, fatta di piccole cose. Vi è un grandissimo senso della comunità e i bambini, se sviluppano anche loro il Cantus, iniziano a frequentare una scuola in cui impareranno a controllarlo. Ma che succede a coloro che non lo sviluppano? E che cosa a coloro che non riescono a seguire con profitto le lezioni? E cos'altro a chi si dimostra troppo curioso? C'è qualcosa di strano e inquietante, lo percepirete da subito.
Il lato tecnico è più che onesto: vi è una certa discontinuità qualitativa, troverete episodi fatti molto bene, altri graficamente approssimativi. Le musiche creano la giusta atmosfera, le sigle contano solo quella finale, che è molto orecchiabile.
Di rado un titolo riesce a lasciarmi un qualcosa che rimane dopo la sua visione.
"Shinsekai Yori" c'è riuscito e, pertanto, senza indugi, si merita la mia promozione a pieni voti.
Verrà da tanti ricordata dal controverso episodio 8, che temo avrà fatto storcere il naso in particolare al pubblico maschile. Tra l'altro ritengo che il clamore sollevato non sia immotivato, in quanto, secondo la mia opinione, tratta la questione in modo un po' troppo esplicito. Sembra quasi che lo staff di produzione abbia inserito le sequenze che hanno fatto scalpore più che altro per fare parlare un po' della serie e farsi un po' di facile pubblicità. Ciò non cambia il mio giudizio sull'anime: "Shinkesai Yori" è una bellissima serie, intrigante, intelligente, profonda, carica di momenti drammatici, capace di emozionare, fare riflettere e ricca di svolte inaspettate.
Tutto questo non è evidente dai primi episodi, o meglio, lo si può intuire nei primi due o tre, in cui viene introdotta una società piena di contraddizioni, dove le cose non sono come sembrano. Da subito viene insinuato nello spettatore qualche dubbio e sospetto - tra l'altro vi chiederete che c'entri l'incipit della serie con l'ambientazione poi presentata, molto più rurale e tranquilla. Seguono due o tre episodi meno felici, confusi, realizzati peggio, che poco aggiungono a quanto mostrato. Da qui in poi la serie cresce e, proprio dall'ottavo episodio, gli eventi subiscono un'escalation davvero impressionante. A pochi episodi dalla fine, verso il ventesimo episodio, si ha il climax, che sfocia in tre o quattro episodi che vi terranno incollati allo schermo. La fine è efficace e in linea con quanto narrato, senza forzature, ricca spunti per farvi pensare un po': propone alcuni sottili e per nulla banali spunti su tematiche etiche, con le quali inevitabilmente lo spettatore dovrà scontrarsi. Vi lascerà un po' con l'amaro in bocca, ma non in quanto non vi sarà piaciuto quanto avrete visto, ma perché la realtà che vi farà ingoiare sarà essa stessa amara e sgradevole.
Conoscerete i protagonisti sin da ragazzini, poi, quelli che rimarranno, li vedrete crescere fino all'età adulta. Scoprirete insieme a loro gli aspetti della società dove vivono e le ingiustizie a cui sono sottoposti, che sono universalmente accettate da tutti come se fossero la cosa più naturale del mondo. La paranoia che li contagerà, e che di riflesso assorbirete, non è immotivata: vi è chiaramente qualcosa che non va, sia fuori che dentro il loro villaggio. Si tratta di un luogo rurale, che ricorda un piccolo villaggio di provincia. La differenza è che gli adulti possono usare dei poteri ESP, o Cantus, come li chiamano loro, ma ciononostante vivono una vita modesta, fatta di piccole cose. Vi è un grandissimo senso della comunità e i bambini, se sviluppano anche loro il Cantus, iniziano a frequentare una scuola in cui impareranno a controllarlo. Ma che succede a coloro che non lo sviluppano? E che cosa a coloro che non riescono a seguire con profitto le lezioni? E cos'altro a chi si dimostra troppo curioso? C'è qualcosa di strano e inquietante, lo percepirete da subito.
Il lato tecnico è più che onesto: vi è una certa discontinuità qualitativa, troverete episodi fatti molto bene, altri graficamente approssimativi. Le musiche creano la giusta atmosfera, le sigle contano solo quella finale, che è molto orecchiabile.
Di rado un titolo riesce a lasciarmi un qualcosa che rimane dopo la sua visione.
"Shinsekai Yori" c'è riuscito e, pertanto, senza indugi, si merita la mia promozione a pieni voti.
"E gli uomini vollero le tenebre piuttosto che la luce". E' così che Leopardi comincia il suo più grande capolavoro, 'La ginestra', ed è così che voglio iniziare la mia recensione. Credo che tale citazione infatti sia efficace a comprendere meglio il messaggio dell'opera, che alla fine della serie lascia in parte l'amaro in bocca e che invita in maniera eccellente a riflettere sulla nostra volutamente tragica e ironica condizione umana.
L'ho odiato e non poco. Sono stata pomeriggi interi a guardarlo e mi dicevo: "Perché lo stai guardando? Tanto non cambia niente se lo segui oppure no!" In effetti, "Shisekai Yori" non mi diceva assolutamente nulla. Una storia apparentemente insignificante, di genere fantasy con spunti yuri e yaoi, non rientrava proprio nei miei canoni. Purtroppo però sono solita finire sempre una serie che ho iniziato. Questa volta però c'era qualche altra cosa che mi spingeva a proseguire: forse la mia era solo una mera curiosità, forse volevo dare una opportunità all'anime che è stato unanimemente definito "il migliore della stagione". Ma in "Shinsekai Yori" c'era qualcosa che andava al di là della mia immaginazione: superata la noia dei primi episodi, la serie mi ha catturata a tal punto da farmi affezionare ad essa. Sarà stata forse quella bellissima atmosfera bucolica a cui noi non siamo abituati nel grigio delle nostre città, l'idea di un futuro verde e non tecnologico come spesso ci viene dipinto, forse sarà stato il vero messaggio dell'opera, quello che mi ha fatto riflettere tantissimo, forse sarà stata la meravigliosa colonna sonora, davvero degna di lode, o forse i personaggi che puntata dopo puntata ho amato, tutti, dalla all'inizio anonima Saki all'intraprendente Satoru, dalla bella Maria al misterioso Shun. Non so cosa mi abbia fatto innamorare di "Shinsekai Yori", so solo che tutto pian piano si è inserito nel mio cuore. Da uno stato di totale indifferenza sono arrivata a compatire i personaggi e a immedesimarmi nei loro dolori e sofferenze, dalla noia ho provato pian piano uno strano senso di pace e di inquietudine che mi faceva sentire sensazioni sublimi. "Shinsekai Yori" non è solo il miglior titolo di una stagione televisiva, è molto, molto di più. Esso rappresenta la natura umana che in tutte le epoche considera l'altro inferiore, rappresenta l'infelicità delle nostre esistenze. Dolore, gioia, gelosia, amicizia, sono egregiamente dipinti in un acquerello dalle tinte sfocate, dalle atmosfere coinvolgenti e dalle musiche pastorali. "Shinsekai Yori" è la nostra essenza spogliata di tutti i preconcetti, fatta di sentimenti puramente lirici.
Voglio concludere questa recensione senza dire niente di più. Nel silenzio si deve per forza concludere ciò che è ineffabile. Qualunque parola aggiungessi infatti non riuscirei mai a far comprendere quanto valga la pena di vederlo e le sensazioni che dà. Posso solo darvi un consiglio: quando guarderete "Shinsekai Yori" lasciatevi andare il più possibile, cercate di entrare in quel meraviglioso mondo e di compatire i personaggi. Indagate sulle vostre esistenze, domandatevi chi siete e cosa volete da questa vita. Proverete alla fine dell'opera un senso di smarrimento come non lo avete mai provato. A distanza di giorni la catarsi sarà ancora viva nei vostri cuori e forse quella scintilla che si è accesa resterà per sempre in voi.
Consigliato a chi sa usare la propria fantasia per fare voli fantastici.
L'ho odiato e non poco. Sono stata pomeriggi interi a guardarlo e mi dicevo: "Perché lo stai guardando? Tanto non cambia niente se lo segui oppure no!" In effetti, "Shisekai Yori" non mi diceva assolutamente nulla. Una storia apparentemente insignificante, di genere fantasy con spunti yuri e yaoi, non rientrava proprio nei miei canoni. Purtroppo però sono solita finire sempre una serie che ho iniziato. Questa volta però c'era qualche altra cosa che mi spingeva a proseguire: forse la mia era solo una mera curiosità, forse volevo dare una opportunità all'anime che è stato unanimemente definito "il migliore della stagione". Ma in "Shinsekai Yori" c'era qualcosa che andava al di là della mia immaginazione: superata la noia dei primi episodi, la serie mi ha catturata a tal punto da farmi affezionare ad essa. Sarà stata forse quella bellissima atmosfera bucolica a cui noi non siamo abituati nel grigio delle nostre città, l'idea di un futuro verde e non tecnologico come spesso ci viene dipinto, forse sarà stato il vero messaggio dell'opera, quello che mi ha fatto riflettere tantissimo, forse sarà stata la meravigliosa colonna sonora, davvero degna di lode, o forse i personaggi che puntata dopo puntata ho amato, tutti, dalla all'inizio anonima Saki all'intraprendente Satoru, dalla bella Maria al misterioso Shun. Non so cosa mi abbia fatto innamorare di "Shinsekai Yori", so solo che tutto pian piano si è inserito nel mio cuore. Da uno stato di totale indifferenza sono arrivata a compatire i personaggi e a immedesimarmi nei loro dolori e sofferenze, dalla noia ho provato pian piano uno strano senso di pace e di inquietudine che mi faceva sentire sensazioni sublimi. "Shinsekai Yori" non è solo il miglior titolo di una stagione televisiva, è molto, molto di più. Esso rappresenta la natura umana che in tutte le epoche considera l'altro inferiore, rappresenta l'infelicità delle nostre esistenze. Dolore, gioia, gelosia, amicizia, sono egregiamente dipinti in un acquerello dalle tinte sfocate, dalle atmosfere coinvolgenti e dalle musiche pastorali. "Shinsekai Yori" è la nostra essenza spogliata di tutti i preconcetti, fatta di sentimenti puramente lirici.
Voglio concludere questa recensione senza dire niente di più. Nel silenzio si deve per forza concludere ciò che è ineffabile. Qualunque parola aggiungessi infatti non riuscirei mai a far comprendere quanto valga la pena di vederlo e le sensazioni che dà. Posso solo darvi un consiglio: quando guarderete "Shinsekai Yori" lasciatevi andare il più possibile, cercate di entrare in quel meraviglioso mondo e di compatire i personaggi. Indagate sulle vostre esistenze, domandatevi chi siete e cosa volete da questa vita. Proverete alla fine dell'opera un senso di smarrimento come non lo avete mai provato. A distanza di giorni la catarsi sarà ancora viva nei vostri cuori e forse quella scintilla che si è accesa resterà per sempre in voi.
Consigliato a chi sa usare la propria fantasia per fare voli fantastici.
Attenzione: presenza di spoiler.
Da amante della musica classica quale sono, non ho potuto fare a meno di collegare immediatamente il brano che si ode già nel primo episodio con il titolo della serie: "Dal nuovo mondo" è, infatti, parte del titolo della splendida Nona Sinfonia del famoso compositore ceco Dvořák. In effetti, è davvero "nuovo" il mondo di Shinsekai Yori, o quantomeno molto diverso da quello attuale.
Fin dalle prime puntate, si può intuire (cosa che poi sarà rivelata un po' più esplicitamente) che sono passati diversi secoli dai giorni nostri e che l'umanità, ridotta in pochi villaggi sparsi, è tornata, da un punto di vista tecnologico, all'epoca feudale giapponese (in questo caso vediamo solo il Giappone, non sappiamo in che condizioni versa il resto del mondo). I protagonisti della storia sono un gruppetto assortito di ragazzi e ragazze dotati di poteri paranormali che seguiremo dall'adolescenza fino all'età adulta. A essi però viene nascosta la verità: mille anni prima il mondo è caduto nel caos totale proprio a causa dei primi esseri umani in grado di sviluppare tali devastanti e pressoché incontrollabili poteri. Obiettivo della scuola in cui i nostri protagonisti imparano e studiano è proprio quello di tenere a bada queste capacità e, nel caso in cui uno studente dovesse mostrare cenni anche minimi di perdita di controllo, la scuola sistema la faccenda inviando in gran segreto contro il ragazzo di turno dei feroci felini assetati di sangue. Tutto questo ovviamente viene scoperto dai ragazzi poco a poco, forse anche troppo lentamente. A fare da cornice alla scuola e ai villaggi è un mondo esterno popolato dai cosiddetti Mostroratti, creature simili a roditori dotate però della capacità di parlare e costruire armi e mezzi di trasporto. I Mostroratti stessi sono divisi in colonie, alcune delle quali più arretrate di altre. Insomma, sono organizzati come dei veri e propri esseri umani ed è con alcuni di loro che i giovani protagonisti stringeranno alleanza e amicizia. Il cuore di Shinsekai Yori risiede proprio nel mistero che avvolge il rapporto tra gli esseri umani e i Mostroratti.
Andando alle mie impressioni personali, devo dire che in linea di massima la sensazione è stata positiva, ma non per questo esente da critiche. A parte il famoso ottavo episodio (per via di un bacio omosessuale e uno saffico), che di per sé non costituisce alcuno scandalo, ho trovato insufficiente il modo in cui viene sviluppata l'idea del bisogno di creare rapporti etero e omosessuali: ne viene spiegata la ragione psicologica ma viene un po' abbandonata lungo il percorso, risultando infine in un orpello inutile. La sottotrama concernente i Mostroratti viene rivelata soltanto alla fine, forse troppo lentamente e in modo confusionario. Così come confusionari mi sembrano i riferimenti al passato dell'umanità, poi spiegati in dialoghi troppo fitti e stancanti. A metà del percorso, la serie diventa stagnante e poco interessante, per poi riprendersi nel finale, ma non è sufficiente a giustificare l'attesa per le spiegazioni, che arrivano sempre tardi e non sempre congegnate a dovere. I personaggi umani sono un po' scialbi, quasi nessuno di loro mi ha colpito veramente. Dovrei provare empatia per loro, eppure non mi hanno trasmesso nulla, se non confusione, smarrimento, paura. L'unica forse che si salva è Saki, la protagonista indiscussa, ma si rivela interessante solo alla fine (e sempre in relazione ai Mostroratti). Per l'appunto sono proprio loro, i roditori, ad avermi lasciato qualcosa, in particolar modo Squealer (complesso, contorto, "umano") e Kirōmaru (valoroso, leale, con un grande spirito di sacrificio). Per il resto la grafica è altalenante di episodio in episodio, ma in generale ci siamo. Le musiche, a parte la bellissima Nona Sinfonia "Dal nuovo mondo", trasmettono (e lo fanno bene) solo inquietudine. Lo splendido finale poetico resta impresso nella memoria, ma solo perché vi contribuisce notevolmente la musica di sottofondo. In definitiva, ho visto opere ben peggiori di Shinsekai Yori, ma difficilmente lo consiglierei a chicchessia.
Da amante della musica classica quale sono, non ho potuto fare a meno di collegare immediatamente il brano che si ode già nel primo episodio con il titolo della serie: "Dal nuovo mondo" è, infatti, parte del titolo della splendida Nona Sinfonia del famoso compositore ceco Dvořák. In effetti, è davvero "nuovo" il mondo di Shinsekai Yori, o quantomeno molto diverso da quello attuale.
Fin dalle prime puntate, si può intuire (cosa che poi sarà rivelata un po' più esplicitamente) che sono passati diversi secoli dai giorni nostri e che l'umanità, ridotta in pochi villaggi sparsi, è tornata, da un punto di vista tecnologico, all'epoca feudale giapponese (in questo caso vediamo solo il Giappone, non sappiamo in che condizioni versa il resto del mondo). I protagonisti della storia sono un gruppetto assortito di ragazzi e ragazze dotati di poteri paranormali che seguiremo dall'adolescenza fino all'età adulta. A essi però viene nascosta la verità: mille anni prima il mondo è caduto nel caos totale proprio a causa dei primi esseri umani in grado di sviluppare tali devastanti e pressoché incontrollabili poteri. Obiettivo della scuola in cui i nostri protagonisti imparano e studiano è proprio quello di tenere a bada queste capacità e, nel caso in cui uno studente dovesse mostrare cenni anche minimi di perdita di controllo, la scuola sistema la faccenda inviando in gran segreto contro il ragazzo di turno dei feroci felini assetati di sangue. Tutto questo ovviamente viene scoperto dai ragazzi poco a poco, forse anche troppo lentamente. A fare da cornice alla scuola e ai villaggi è un mondo esterno popolato dai cosiddetti Mostroratti, creature simili a roditori dotate però della capacità di parlare e costruire armi e mezzi di trasporto. I Mostroratti stessi sono divisi in colonie, alcune delle quali più arretrate di altre. Insomma, sono organizzati come dei veri e propri esseri umani ed è con alcuni di loro che i giovani protagonisti stringeranno alleanza e amicizia. Il cuore di Shinsekai Yori risiede proprio nel mistero che avvolge il rapporto tra gli esseri umani e i Mostroratti.
Andando alle mie impressioni personali, devo dire che in linea di massima la sensazione è stata positiva, ma non per questo esente da critiche. A parte il famoso ottavo episodio (per via di un bacio omosessuale e uno saffico), che di per sé non costituisce alcuno scandalo, ho trovato insufficiente il modo in cui viene sviluppata l'idea del bisogno di creare rapporti etero e omosessuali: ne viene spiegata la ragione psicologica ma viene un po' abbandonata lungo il percorso, risultando infine in un orpello inutile. La sottotrama concernente i Mostroratti viene rivelata soltanto alla fine, forse troppo lentamente e in modo confusionario. Così come confusionari mi sembrano i riferimenti al passato dell'umanità, poi spiegati in dialoghi troppo fitti e stancanti. A metà del percorso, la serie diventa stagnante e poco interessante, per poi riprendersi nel finale, ma non è sufficiente a giustificare l'attesa per le spiegazioni, che arrivano sempre tardi e non sempre congegnate a dovere. I personaggi umani sono un po' scialbi, quasi nessuno di loro mi ha colpito veramente. Dovrei provare empatia per loro, eppure non mi hanno trasmesso nulla, se non confusione, smarrimento, paura. L'unica forse che si salva è Saki, la protagonista indiscussa, ma si rivela interessante solo alla fine (e sempre in relazione ai Mostroratti). Per l'appunto sono proprio loro, i roditori, ad avermi lasciato qualcosa, in particolar modo Squealer (complesso, contorto, "umano") e Kirōmaru (valoroso, leale, con un grande spirito di sacrificio). Per il resto la grafica è altalenante di episodio in episodio, ma in generale ci siamo. Le musiche, a parte la bellissima Nona Sinfonia "Dal nuovo mondo", trasmettono (e lo fanno bene) solo inquietudine. Lo splendido finale poetico resta impresso nella memoria, ma solo perché vi contribuisce notevolmente la musica di sottofondo. In definitiva, ho visto opere ben peggiori di Shinsekai Yori, ma difficilmente lo consiglierei a chicchessia.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Da quanto ho compreso leggendo qui e lì, il romanzo onde è tratto quest'anime è piuttosto corposo e di conseguenza non assimilabile in venticinque episodi. Difatti credo che in sostanza sia venuta fuori un'opera mediocre.
La trama non mi pare talmente innovativa da gridare al genio, si tratta sempre della solfa del filone "x anni dopo una guerra mondiale che sconvolse l'ecoclima etc.", con l'aggiunta, questa volta, di una misticheggiante forza paranormale e parapsichica che avrebbe diviso il genere umano in due classi, per l'appunto: coloro capaci di adoperare questo potenziale, coloro incapaci. La cosa è purtroppo, spiegata male, più che altro perché pochi episodi sono adoperati unicamente per trattare il tema. V'è fin da subito una certa propensione all'illustrazione di scene da film d'azione: scontri, combattimenti, esplosioni di corpi e così continuando. Difatti l'unico episodio realmente interessante è il quarto, in cui v'è un largo corpus di nozioni relative alla storia contemporanea e passata del mondo e della civiltà in cui i protagonisti vivono. Purtroppo la cosa è bene o male dimenticata nel tempo. Ci sono una serie di puntate, tra l'altro, in cui per un qualche motivo si decide di trattare unicamente delle vicende erotico-amorose, di natura anche omosessuale - e non se ne capisce l'utilità, dacché sino a quel momento di coppie omosessuali in città non se n'erano mai viste e, difatti, poi svanisce il tema -, sbocciate fra gli adolescenti. Anche il tema dei gatti mi è risultato poco chiaro, idem per alcune pratiche della Commissione Etica, lo stesso per il concetto di demone.
Si continua, ergo, con violenze su violenze per tutto il blocco terminale dell'anime, sfiorando e non approfondendo il dilemma rotante attorno al marxismo/darwinismo sociale che pare affiorare. Il risvegliarsi dell'ego dei mostriciattoli potrebbe essere assimilato alle lotte di classe o semplicemente allo sbaragliamento biologico degli individui più vecchi e anche moralmente decrepiti (gli umani) da parte dei più nuovi e animosi (i ratti). In realtà tutto ciò non è affrontato, semplicisticamente si dividono i due lignaggi in buoni e cattivi, con l'unica nota positiva del relativismo che sovente affiora riguardo a chi deve esser concepito come buono e chi come cattivo.
Il finale mi è parso banale. Dopo immani catastrofi basta un semplice trucchetto per abbattere intere armate e far terminare improvvisamente il conflitto. I personaggi, anche, sono stereotipati e fastidiosi, il chara è pessimo: io ho avuto problemi a distinguerli, inizialmente. L'apparato audio è mediocre. A mio parere forse una delle migliori opere del 2012, e questo la dice lunga sulla media in cui fluttua l'anno.
Da quanto ho compreso leggendo qui e lì, il romanzo onde è tratto quest'anime è piuttosto corposo e di conseguenza non assimilabile in venticinque episodi. Difatti credo che in sostanza sia venuta fuori un'opera mediocre.
La trama non mi pare talmente innovativa da gridare al genio, si tratta sempre della solfa del filone "x anni dopo una guerra mondiale che sconvolse l'ecoclima etc.", con l'aggiunta, questa volta, di una misticheggiante forza paranormale e parapsichica che avrebbe diviso il genere umano in due classi, per l'appunto: coloro capaci di adoperare questo potenziale, coloro incapaci. La cosa è purtroppo, spiegata male, più che altro perché pochi episodi sono adoperati unicamente per trattare il tema. V'è fin da subito una certa propensione all'illustrazione di scene da film d'azione: scontri, combattimenti, esplosioni di corpi e così continuando. Difatti l'unico episodio realmente interessante è il quarto, in cui v'è un largo corpus di nozioni relative alla storia contemporanea e passata del mondo e della civiltà in cui i protagonisti vivono. Purtroppo la cosa è bene o male dimenticata nel tempo. Ci sono una serie di puntate, tra l'altro, in cui per un qualche motivo si decide di trattare unicamente delle vicende erotico-amorose, di natura anche omosessuale - e non se ne capisce l'utilità, dacché sino a quel momento di coppie omosessuali in città non se n'erano mai viste e, difatti, poi svanisce il tema -, sbocciate fra gli adolescenti. Anche il tema dei gatti mi è risultato poco chiaro, idem per alcune pratiche della Commissione Etica, lo stesso per il concetto di demone.
Si continua, ergo, con violenze su violenze per tutto il blocco terminale dell'anime, sfiorando e non approfondendo il dilemma rotante attorno al marxismo/darwinismo sociale che pare affiorare. Il risvegliarsi dell'ego dei mostriciattoli potrebbe essere assimilato alle lotte di classe o semplicemente allo sbaragliamento biologico degli individui più vecchi e anche moralmente decrepiti (gli umani) da parte dei più nuovi e animosi (i ratti). In realtà tutto ciò non è affrontato, semplicisticamente si dividono i due lignaggi in buoni e cattivi, con l'unica nota positiva del relativismo che sovente affiora riguardo a chi deve esser concepito come buono e chi come cattivo.
Il finale mi è parso banale. Dopo immani catastrofi basta un semplice trucchetto per abbattere intere armate e far terminare improvvisamente il conflitto. I personaggi, anche, sono stereotipati e fastidiosi, il chara è pessimo: io ho avuto problemi a distinguerli, inizialmente. L'apparato audio è mediocre. A mio parere forse una delle migliori opere del 2012, e questo la dice lunga sulla media in cui fluttua l'anno.
Attenzione: la recensione contiene pesanti spoiler sulla trama e sul finale.
Prima di iniziare a scrivere mi sento in dovere di avvisare i lettori di una cosa. Attenzione: non lasciate la serie ai primi episodi perché vi sembreranno molto lenti, noiosi, senza senso, perché tutto avrà un senso, se avrete pazienza... né tantomeno all'episodio 8, da cui si sono mosse molte critiche e su cui voglio fare due riferimenti: non capisco, in primis, perché per questo unico episodio in cui si baciano due maschi e poi due femmine venga criticata un'intera serie, anche perché già era stato detto negli episodi precedenti dal falso Lumaxalbus che era totalmente normale per queste persone "speciali" accoppiarsi tra di loro, anche tra persone dello stesso sesso, comparandoli molte volte ai bonobo (mammifero - scimmia antropomorfa) per il puro bisogno di riprodursi. Il secondo punto che decisamente non supporto è che subito si è iniziato a parlare di yaoi e yuri per un semplice bacio; si sbaglia: lo yaoi e lo yuri enfatizzano la parte sessuale tra due persone dello stesso sesso. Qui si dovrebbe parlare di shoujo-ai e di shounen-ai, che enfatizzano, appunto, la parte sentimentale tra due persone dello stesso sesso. E in questa serie, oltre a due bacini, non si vede nient'altro!
Shinsekai Yori è una serie della stagione autunnale 2012, osannata già troppo da me, tratta da una serie di light novel di Yūsuke Kishi del 2008, e adattata dallo studio A-1 Pictures. Visto che la serie ha vari termini che sono stati tradotti in diverso modo dai fansub, io definirò mostropi quel che voi chiamate mostroratti, e cantus il potere speciale di questi umani.
Siamo in un ipotetico futuro Giappone, ambientato fra mille anni da adesso (circa nel 3000), dove l'umanità è profondamente cambiata per via di vari esperimenti psicologici che hanno portato al potere del cantus e di vari cambiamenti che hanno portato a regole molto rigide, che, se violate, portano alla morte dell'individuo. Gli umani sono controllati dai piani alti, per prevenire una possibile distruzione che questo potere può portare. Qui esiste solo la perfezione: i vasi guasti vengono eliminati. Ogni elemento che può allontanare questa perfezione, e questo "nuovo mondo", va distrutto!
La storia segue le vicende di cinque ragazzi: Mamoru, Saki, Satoru, Maria e Shun, che intraprendono un viaggio per conoscere l'esistenza e il passato di questo mondo, mettendolo anche in dubbio, in quanto curiosare equivale a peccato. Il viaggio, la curiosità, il dubbio su questo mondo che sta per collassare insieme a tutti i suoi abitanti molte volte fanno pensare che questo mondo sia immorale, altre volte perfetto; la paura e l'incertezza regnano sovrani, si controlla ripetutamente di non avere nemmeno un neo, un'imperfezione, per non incontrare la morte! È un sistema vigliacco, che ha paura persino dei più piccoli.
Parallela a questa storia troviamo la storia dei mostropi, mostri sottomessi dagli umani, che poi sul finale si va a collegare con la vera trama; unendo il tutto ci ritroviamo nel finale a porci una domanda: "Chi è che ha torto, gli umani o i mostropi?" Gli umani, sempre assetati di sangue che si credono sempre superiori a tutti, non sono riusciti a integrarsi e a rispettare come tali questi mostropi, che non sono altro che gli umani rimpiazzati in un passato senza il potere del cantus, resi così grazie alle molecole di topo-talpa. È una storia crudele, ma che deve essere accettata. Shinsekai Yori lascia un vuoto, un immenso vuoto, e mille domande, che ti faranno dubitare persino del mondo stesso e del suo sistema.
Shinsekai Yori può essere definito anche come una delle migliori serie persino del 2012, così come una delle più belle da me mai viste. Non è una serie sempliciotta e banale - lo vediamo già dai primi episodi - come quelle che vediamo ultimamente; è una serie rara che difficilmente si trova e sono stupito del fatto che di questa serie non se ne parli molto, né in Giappone né tantomeno in Italia. È il destino che compiono molte serie gioiello, ma che non prendono la strada del mainstream, se non in seguito. Davvero favoloso vedere come in Shinsekai Yori ogni dettaglio, anche il minimo, è prezioso e non deve essere mai buttato: ogni episodio, ogni situazione, persino ogni frase è importante. Se all'inizio può sembrare qualcosa di noioso, state attenti, perché ogni parola prenderà la sua importanza; anche se detta al primo episodio, potrà risultare importante all'ultimo. Se ne si perde solamente una di esse la serie non avrà più un senso! E' una serie che accumula tutto, perfettamente, orchestrando e lavorando in sintonia. Più importante è anche come questi ragazzi intraprendono questo viaggio, rischiando anche la propria vita, dubitando del mondo in cui vivono. "Che senso ha vivere in questo mondo? Non è meglio fuggire?": è questo il riassunto o la morale della lettera inviata da Maria a Saki. I loro pensieri non sono chiari quando hanno solamente dodici anni, ma nell'evolversi delle vicende e del tempo - si passa dai dodici fino ai quattordici anni, e poi ai ventisei -, il loro pensiero rimane sempre statico arricchendosi sempre di più per il tempo passato nel mondo che anche loro hanno ripudiato. La migliore caratterizzazione è sicuramente quella di Saki, che si fa problemi per ogni azione che lei, o il mondo, compie. "Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Anche gli altri personaggi sono molto, ma molto ben caratterizzati, persino i mostropi hanno una caratterizzazione ottima, vedi Squaeler.
La serie adotta un po' anche un lato horror, verso la metà, e riesce sempre a portarti la tensione al massimo, a coinvolgerti, insieme alle musiche che sono davvero fantastiche, uno dei punto forti della serie, e a situazioni davvero spaventose. L'animazione è un po' scadente, ma lo spettatore può chiudere un occhio su questo piccolo difetto della serie, anche perché vengono proposti vari paesaggi davvero fenomenali che fanno da ambientazione alla scena. L'opening non c'è, ci sono due ending, una più carina dell' altra. Il finale di ogni episodio lascia sempre l'amaro in bocca, la bocca aperta, un dubbio, un vuoto... e il finale della serie è davvero da 10 e lode. E' davvero difficile recensire questa serie, per la sua stranezza e per tanti altri motivi, ma ci ho provato. Per me questa serie può meritare l'eccellenza, e io gliela do; assolutamente consigliata.
Prima di iniziare a scrivere mi sento in dovere di avvisare i lettori di una cosa. Attenzione: non lasciate la serie ai primi episodi perché vi sembreranno molto lenti, noiosi, senza senso, perché tutto avrà un senso, se avrete pazienza... né tantomeno all'episodio 8, da cui si sono mosse molte critiche e su cui voglio fare due riferimenti: non capisco, in primis, perché per questo unico episodio in cui si baciano due maschi e poi due femmine venga criticata un'intera serie, anche perché già era stato detto negli episodi precedenti dal falso Lumaxalbus che era totalmente normale per queste persone "speciali" accoppiarsi tra di loro, anche tra persone dello stesso sesso, comparandoli molte volte ai bonobo (mammifero - scimmia antropomorfa) per il puro bisogno di riprodursi. Il secondo punto che decisamente non supporto è che subito si è iniziato a parlare di yaoi e yuri per un semplice bacio; si sbaglia: lo yaoi e lo yuri enfatizzano la parte sessuale tra due persone dello stesso sesso. Qui si dovrebbe parlare di shoujo-ai e di shounen-ai, che enfatizzano, appunto, la parte sentimentale tra due persone dello stesso sesso. E in questa serie, oltre a due bacini, non si vede nient'altro!
Shinsekai Yori è una serie della stagione autunnale 2012, osannata già troppo da me, tratta da una serie di light novel di Yūsuke Kishi del 2008, e adattata dallo studio A-1 Pictures. Visto che la serie ha vari termini che sono stati tradotti in diverso modo dai fansub, io definirò mostropi quel che voi chiamate mostroratti, e cantus il potere speciale di questi umani.
Siamo in un ipotetico futuro Giappone, ambientato fra mille anni da adesso (circa nel 3000), dove l'umanità è profondamente cambiata per via di vari esperimenti psicologici che hanno portato al potere del cantus e di vari cambiamenti che hanno portato a regole molto rigide, che, se violate, portano alla morte dell'individuo. Gli umani sono controllati dai piani alti, per prevenire una possibile distruzione che questo potere può portare. Qui esiste solo la perfezione: i vasi guasti vengono eliminati. Ogni elemento che può allontanare questa perfezione, e questo "nuovo mondo", va distrutto!
La storia segue le vicende di cinque ragazzi: Mamoru, Saki, Satoru, Maria e Shun, che intraprendono un viaggio per conoscere l'esistenza e il passato di questo mondo, mettendolo anche in dubbio, in quanto curiosare equivale a peccato. Il viaggio, la curiosità, il dubbio su questo mondo che sta per collassare insieme a tutti i suoi abitanti molte volte fanno pensare che questo mondo sia immorale, altre volte perfetto; la paura e l'incertezza regnano sovrani, si controlla ripetutamente di non avere nemmeno un neo, un'imperfezione, per non incontrare la morte! È un sistema vigliacco, che ha paura persino dei più piccoli.
Parallela a questa storia troviamo la storia dei mostropi, mostri sottomessi dagli umani, che poi sul finale si va a collegare con la vera trama; unendo il tutto ci ritroviamo nel finale a porci una domanda: "Chi è che ha torto, gli umani o i mostropi?" Gli umani, sempre assetati di sangue che si credono sempre superiori a tutti, non sono riusciti a integrarsi e a rispettare come tali questi mostropi, che non sono altro che gli umani rimpiazzati in un passato senza il potere del cantus, resi così grazie alle molecole di topo-talpa. È una storia crudele, ma che deve essere accettata. Shinsekai Yori lascia un vuoto, un immenso vuoto, e mille domande, che ti faranno dubitare persino del mondo stesso e del suo sistema.
Shinsekai Yori può essere definito anche come una delle migliori serie persino del 2012, così come una delle più belle da me mai viste. Non è una serie sempliciotta e banale - lo vediamo già dai primi episodi - come quelle che vediamo ultimamente; è una serie rara che difficilmente si trova e sono stupito del fatto che di questa serie non se ne parli molto, né in Giappone né tantomeno in Italia. È il destino che compiono molte serie gioiello, ma che non prendono la strada del mainstream, se non in seguito. Davvero favoloso vedere come in Shinsekai Yori ogni dettaglio, anche il minimo, è prezioso e non deve essere mai buttato: ogni episodio, ogni situazione, persino ogni frase è importante. Se all'inizio può sembrare qualcosa di noioso, state attenti, perché ogni parola prenderà la sua importanza; anche se detta al primo episodio, potrà risultare importante all'ultimo. Se ne si perde solamente una di esse la serie non avrà più un senso! E' una serie che accumula tutto, perfettamente, orchestrando e lavorando in sintonia. Più importante è anche come questi ragazzi intraprendono questo viaggio, rischiando anche la propria vita, dubitando del mondo in cui vivono. "Che senso ha vivere in questo mondo? Non è meglio fuggire?": è questo il riassunto o la morale della lettera inviata da Maria a Saki. I loro pensieri non sono chiari quando hanno solamente dodici anni, ma nell'evolversi delle vicende e del tempo - si passa dai dodici fino ai quattordici anni, e poi ai ventisei -, il loro pensiero rimane sempre statico arricchendosi sempre di più per il tempo passato nel mondo che anche loro hanno ripudiato. La migliore caratterizzazione è sicuramente quella di Saki, che si fa problemi per ogni azione che lei, o il mondo, compie. "Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Anche gli altri personaggi sono molto, ma molto ben caratterizzati, persino i mostropi hanno una caratterizzazione ottima, vedi Squaeler.
La serie adotta un po' anche un lato horror, verso la metà, e riesce sempre a portarti la tensione al massimo, a coinvolgerti, insieme alle musiche che sono davvero fantastiche, uno dei punto forti della serie, e a situazioni davvero spaventose. L'animazione è un po' scadente, ma lo spettatore può chiudere un occhio su questo piccolo difetto della serie, anche perché vengono proposti vari paesaggi davvero fenomenali che fanno da ambientazione alla scena. L'opening non c'è, ci sono due ending, una più carina dell' altra. Il finale di ogni episodio lascia sempre l'amaro in bocca, la bocca aperta, un dubbio, un vuoto... e il finale della serie è davvero da 10 e lode. E' davvero difficile recensire questa serie, per la sua stranezza e per tanti altri motivi, ma ci ho provato. Per me questa serie può meritare l'eccellenza, e io gliela do; assolutamente consigliata.
Talvolta le sorprese più piacevoli si celano in prodotti apparentemente anonimi, il cui risalto mediatico/grafico appare sottotono rispetto a serie più blasonate e appariscenti. Questo è il caso di "Shinsekai Yori", un prodotto di grande qualità e coinvolgimento, pur non essendo appariscente e pur non avendo ricevuto grosse attenzioni mediatiche.
"Shinsekai Yori" è una serie della stagione autunnale 2012 composta da venticinque episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel, da cui è stato creato un manga le cui differenze stilistiche e contenutistiche appaiono più che considerevoli.
Trama: Giappone, presumibilmente 1000 anni nel futuro. Il mondo è profondamente cambiato, poiché alcuni individui dotati di poteri extra sensoriali andarono fuori controllo e seminarono morte e distruzione, decimando l'umanità. I governi adottarono alcune strategie disperate per reprimere tale fenomeno, col risultato che la civiltà così come la conosciamo scomparve e tutto pare tornato indietro nel tempo quando l'umanità viveva in epoca medievale. Questo nuovo mondo, abbondantemente rurale e con pochi insediamenti umani è lo scenario post apocalittico. Molte specie animali sono scomparse e al loro posto sono subentrate bizzarre creature. Un gruppo di cinque ragazzi dotati di poteri esper sono i protagonisti della storia e vivono confinati in un villaggio da cui è proibito andarsene. A causa di uno strano incidente i cinque ragazzi comprenderanno che quel loro villaggio apparentemente idilliaco nasconde orribili segreti. Ha così inizio la loro pericolosa avventura, tra un mondo ignoto e il celato terrore che gli adulti nutrono nei loro confronti.
Grafica: probabilmente la parte più controversa di tutto l'anime. L'aspetto grafico rapisce per la sua particolarità e per la cura nel dettaglio. Le ambientazioni sono realizzate in maniera eccelsa, con sapienti giochi di luce e ombreggiature che ne enfatizzano le atmosfere. Le animazioni sono rapide e fluide. Il character design è piuttosto particolare e sembra totalmente alieno dal contesto, tuttavia dopo un po' è possibile abituarsi. Monster design originale e inquietante.
Sonoro: potrebbe non essere determinante come in altre serie, tuttavia il comparto sonoro se la cava piuttosto bene. Opening ed ending sono carine e orecchiabili, l'OST evocativa e inquietante, gli effetti sonori nella media. Il doppiaggio è ottimo.
Personaggi: in "Shinsekai Yori" il concetto di normalità è profondamente stravolto. Non esistono personaggi normali secondo gli attuali canoni, chiunque possiede delle peculiarità e dei poteri tali da suscitare timore o addirittura orrore (soprattutto nei confronti degli adulti), per questo ciascun personaggio è caratterizzato fin troppo bene, con un notevole impegno sulla componente introspettiva. L'evoluzione dei personaggi è visibile sul piano fisico e psichico.
Sceneggiatura: nulla di anomalo da segnalare, la realizzazione dell'anime procede con estrema stabilità. La gestione temporale è un po' altalenante, poiché spesso si alterna a parecchi flashback (ben fatti e piuttosto esplicativi), inoltre sono presenti alcuni salti temporali (sia all'inizio che durante lo svolgimento della trama). Il ritmo è altalenante anch'esso, in certi episodi è piuttosto lento, in altri più accelerato e vivace. Il fanservice è assente, tuttavia sono presenti alcune scene in stile yaoi/yuri. La violenza non manca quasi mai. I dialoghi sono piuttosto ben strutturati.
Finale: inaspettato, completo, maturo e avvincente. Così si potrebbe definire l'episodio finale. Ho apprezzato il fatto che ogni cosa abbia trovato la sua completezza e sia così esaustivo, soprattutto negli istanti finali dell'ultimo episodio. Promosso con lode.
In sintesi, "Shinsekai Yori" è un prodotto maestoso, un "capolavoro anomalo". Un anime estremamente originale e piacevole che coinvolge lo spettatore catapultandolo in insoliti scenari post apocalittici, molti dei quali ritraggono la bellezza di un mondo neomedievale con tinte rurali, altri mostrano l'atrocità della devastazione, altri il profondo senso d'inquietudine di nuove civiltà emergenti che intendono imporsi come dominanti. Quest'anime è estremamente particolare e può non piacere a tutti, poiché potrebbe risultare anomalo come genere, come storia e come character design; tuttavia, chi sa accettare la sua natura così unica, potrà apprezzare un ottimo prodotto estremamente profondo e maturo. Consigliato a chi ricerca una grande serie fuori dai canoni.
"Shinsekai Yori" è una serie della stagione autunnale 2012 composta da venticinque episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima light novel, da cui è stato creato un manga le cui differenze stilistiche e contenutistiche appaiono più che considerevoli.
Trama: Giappone, presumibilmente 1000 anni nel futuro. Il mondo è profondamente cambiato, poiché alcuni individui dotati di poteri extra sensoriali andarono fuori controllo e seminarono morte e distruzione, decimando l'umanità. I governi adottarono alcune strategie disperate per reprimere tale fenomeno, col risultato che la civiltà così come la conosciamo scomparve e tutto pare tornato indietro nel tempo quando l'umanità viveva in epoca medievale. Questo nuovo mondo, abbondantemente rurale e con pochi insediamenti umani è lo scenario post apocalittico. Molte specie animali sono scomparse e al loro posto sono subentrate bizzarre creature. Un gruppo di cinque ragazzi dotati di poteri esper sono i protagonisti della storia e vivono confinati in un villaggio da cui è proibito andarsene. A causa di uno strano incidente i cinque ragazzi comprenderanno che quel loro villaggio apparentemente idilliaco nasconde orribili segreti. Ha così inizio la loro pericolosa avventura, tra un mondo ignoto e il celato terrore che gli adulti nutrono nei loro confronti.
Grafica: probabilmente la parte più controversa di tutto l'anime. L'aspetto grafico rapisce per la sua particolarità e per la cura nel dettaglio. Le ambientazioni sono realizzate in maniera eccelsa, con sapienti giochi di luce e ombreggiature che ne enfatizzano le atmosfere. Le animazioni sono rapide e fluide. Il character design è piuttosto particolare e sembra totalmente alieno dal contesto, tuttavia dopo un po' è possibile abituarsi. Monster design originale e inquietante.
Sonoro: potrebbe non essere determinante come in altre serie, tuttavia il comparto sonoro se la cava piuttosto bene. Opening ed ending sono carine e orecchiabili, l'OST evocativa e inquietante, gli effetti sonori nella media. Il doppiaggio è ottimo.
Personaggi: in "Shinsekai Yori" il concetto di normalità è profondamente stravolto. Non esistono personaggi normali secondo gli attuali canoni, chiunque possiede delle peculiarità e dei poteri tali da suscitare timore o addirittura orrore (soprattutto nei confronti degli adulti), per questo ciascun personaggio è caratterizzato fin troppo bene, con un notevole impegno sulla componente introspettiva. L'evoluzione dei personaggi è visibile sul piano fisico e psichico.
Sceneggiatura: nulla di anomalo da segnalare, la realizzazione dell'anime procede con estrema stabilità. La gestione temporale è un po' altalenante, poiché spesso si alterna a parecchi flashback (ben fatti e piuttosto esplicativi), inoltre sono presenti alcuni salti temporali (sia all'inizio che durante lo svolgimento della trama). Il ritmo è altalenante anch'esso, in certi episodi è piuttosto lento, in altri più accelerato e vivace. Il fanservice è assente, tuttavia sono presenti alcune scene in stile yaoi/yuri. La violenza non manca quasi mai. I dialoghi sono piuttosto ben strutturati.
Finale: inaspettato, completo, maturo e avvincente. Così si potrebbe definire l'episodio finale. Ho apprezzato il fatto che ogni cosa abbia trovato la sua completezza e sia così esaustivo, soprattutto negli istanti finali dell'ultimo episodio. Promosso con lode.
In sintesi, "Shinsekai Yori" è un prodotto maestoso, un "capolavoro anomalo". Un anime estremamente originale e piacevole che coinvolge lo spettatore catapultandolo in insoliti scenari post apocalittici, molti dei quali ritraggono la bellezza di un mondo neomedievale con tinte rurali, altri mostrano l'atrocità della devastazione, altri il profondo senso d'inquietudine di nuove civiltà emergenti che intendono imporsi come dominanti. Quest'anime è estremamente particolare e può non piacere a tutti, poiché potrebbe risultare anomalo come genere, come storia e come character design; tuttavia, chi sa accettare la sua natura così unica, potrà apprezzare un ottimo prodotto estremamente profondo e maturo. Consigliato a chi ricerca una grande serie fuori dai canoni.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
E’ un piccolo gioiello questo "Shin Sekai Yori", che merita la visione se cercate qualcosa di riflessivo e maturo; è sicuramente inquietante, crudo, spietato per certi versi, anche pesante e sonnolento in alcune puntate introduttive che hanno solo l'obiettivo di presentarci i protagonisti e l'ambientazione. E' difficile fare una recensione, poiché le chiavi di lettura sono molteplici e ognuno può trarne un senso differente. La carne al fuoco è moltissima e proverò solo ad accennare alcuni spunti per farvi venire la curiosità di guardarlo.
Ahimè, non parte bene: il solito gruppo di ragazzi delle medie che frequentano una scuola in un paesino apparentemente di campagna. Cosa c'è di strano? Siamo in un futuro prossimo in cui la razza umana si è quasi estinta a causa dello sviluppo di poteri mentali potentissimi, che, se non tenuti a freno, sfuggono al controllo anche del subconscio e uccidono, trasformano, manipolano l'ambiente che li circonda. Una carneficina alla quale i pochi esseri umani dotati di "cantus", per sopravvivere, hanno trovato un modo di vivere tranquillo, lontano dalle forti emozioni e passioni, quasi sonnolento, oserei affermare. La tecnologia regredisce, tanto il cantus compensa adeguatamente. Questa comunità giapponese di sopravvissuti (si intuisce che non sono i soli nel mondo) vive circondata da esseri deformi e da una natura selvaggia, spaventosa, orribile.
Se, leggendo fino a qui, credete che sia un anime d'azione, vi sbagliate: la prima parte, in cui i ragazzi sono giovanissimi, è dedicata all'educazione dei giovani esseri umani e allo stile educativo della nuova umanità. Un'umanità che ha paura dei suoi stessi cuccioli, li mette alla prova, li studia, li valuta e, in casi estremi, crudelmente se ne sbarazza. I giovani amici non conoscono la cruda realtà del loro mondo, un muro di gomma rappresentato dalle regole imposte dagli adulti, che impedisce loro di capire il motivo di alcune scelte e, quando si avvicinano alla verità, viene loro praticato il lavaggio del cervello. Tutto ciò è crudele? Riusciranno i protagonisti a sfuggire a questo orribile destino? Non vi posso dare la risposta, però, se ciò lo si analizza da un punto di vista differente, si possono scorgere molte allusioni a un sistema educativo rigido, dove chi non si adegua è espulso dalla società; traendo le conclusioni da adulto, siamo così sicuri che sia sbagliato? E' migliorabile o è l'unica opzione possibile? Lascio in sospeso le risposte a queste fondamentali domande esistenziali, ognuno la può pensare come vuole, ma sembra proprio che i protagonisti siano prigionieri del loro sistema educativo, ma se sia giusto o sbagliato lo scopriranno molto presto crescendo, tanto che a due terzi della serie sarà chiara anche a voi la risposta.
Infatti, l'anime copre la vita di questi ragazzi partendo dall'adolescenza fino all'età adulta, e questo a me è piaciuto moltissimo. In ogni età hanno affrontato qualcosa alla loro portata e fatto scelte alla loro portata (nessun ragazzino che sale sopra a robot di dieci piani e salva il mondo, o che impugna la spada sacra e salva il mondo, per intenderci). L'anime si conclude con i protagonisti adulti che devono compiere delle scelte importanti per salvare la loro gente, dopo cui scopriranno il destino degli esseri umani privi di cantus.
Devo dire che nella parte adolescenziale vi sono state alcune scene sessuali abbozzate e baci saffici che mi hanno disturbato; diciamo pure che, da adolescenti, questi ragazzi sono tutti bisessuali. Temevo fosse del gratuito fanservice fuori luogo e invece, tutto sommato, il tema dei primi amori e delle prime scoperte è stato trattato con delicatezza (anche se non ne ho capito pienamente il senso, nonostante qualche spiegazione sia stata data e i protagonisti, dopo essersi "divertiti" per anni, scelgono di farsi una famiglia per generare figli, mah!). La sigla finale mi piace moltissimo e bene si intona con l'angoscia che accompagna la visione dell'anime: si vive sempre attendendo qualcosa di terribile, che poi arriva, ma l'attesa alcune volte è insopportabile. Il ritmo narrativo è calibrato centellinando le scoperte e gli avvenimenti, rendendo tutto più inquietante.
Un bel 9, non riesco a dargli 10 solo per qualche sbadiglio nei primi episodi.
E’ un piccolo gioiello questo "Shin Sekai Yori", che merita la visione se cercate qualcosa di riflessivo e maturo; è sicuramente inquietante, crudo, spietato per certi versi, anche pesante e sonnolento in alcune puntate introduttive che hanno solo l'obiettivo di presentarci i protagonisti e l'ambientazione. E' difficile fare una recensione, poiché le chiavi di lettura sono molteplici e ognuno può trarne un senso differente. La carne al fuoco è moltissima e proverò solo ad accennare alcuni spunti per farvi venire la curiosità di guardarlo.
Ahimè, non parte bene: il solito gruppo di ragazzi delle medie che frequentano una scuola in un paesino apparentemente di campagna. Cosa c'è di strano? Siamo in un futuro prossimo in cui la razza umana si è quasi estinta a causa dello sviluppo di poteri mentali potentissimi, che, se non tenuti a freno, sfuggono al controllo anche del subconscio e uccidono, trasformano, manipolano l'ambiente che li circonda. Una carneficina alla quale i pochi esseri umani dotati di "cantus", per sopravvivere, hanno trovato un modo di vivere tranquillo, lontano dalle forti emozioni e passioni, quasi sonnolento, oserei affermare. La tecnologia regredisce, tanto il cantus compensa adeguatamente. Questa comunità giapponese di sopravvissuti (si intuisce che non sono i soli nel mondo) vive circondata da esseri deformi e da una natura selvaggia, spaventosa, orribile.
Se, leggendo fino a qui, credete che sia un anime d'azione, vi sbagliate: la prima parte, in cui i ragazzi sono giovanissimi, è dedicata all'educazione dei giovani esseri umani e allo stile educativo della nuova umanità. Un'umanità che ha paura dei suoi stessi cuccioli, li mette alla prova, li studia, li valuta e, in casi estremi, crudelmente se ne sbarazza. I giovani amici non conoscono la cruda realtà del loro mondo, un muro di gomma rappresentato dalle regole imposte dagli adulti, che impedisce loro di capire il motivo di alcune scelte e, quando si avvicinano alla verità, viene loro praticato il lavaggio del cervello. Tutto ciò è crudele? Riusciranno i protagonisti a sfuggire a questo orribile destino? Non vi posso dare la risposta, però, se ciò lo si analizza da un punto di vista differente, si possono scorgere molte allusioni a un sistema educativo rigido, dove chi non si adegua è espulso dalla società; traendo le conclusioni da adulto, siamo così sicuri che sia sbagliato? E' migliorabile o è l'unica opzione possibile? Lascio in sospeso le risposte a queste fondamentali domande esistenziali, ognuno la può pensare come vuole, ma sembra proprio che i protagonisti siano prigionieri del loro sistema educativo, ma se sia giusto o sbagliato lo scopriranno molto presto crescendo, tanto che a due terzi della serie sarà chiara anche a voi la risposta.
Infatti, l'anime copre la vita di questi ragazzi partendo dall'adolescenza fino all'età adulta, e questo a me è piaciuto moltissimo. In ogni età hanno affrontato qualcosa alla loro portata e fatto scelte alla loro portata (nessun ragazzino che sale sopra a robot di dieci piani e salva il mondo, o che impugna la spada sacra e salva il mondo, per intenderci). L'anime si conclude con i protagonisti adulti che devono compiere delle scelte importanti per salvare la loro gente, dopo cui scopriranno il destino degli esseri umani privi di cantus.
Devo dire che nella parte adolescenziale vi sono state alcune scene sessuali abbozzate e baci saffici che mi hanno disturbato; diciamo pure che, da adolescenti, questi ragazzi sono tutti bisessuali. Temevo fosse del gratuito fanservice fuori luogo e invece, tutto sommato, il tema dei primi amori e delle prime scoperte è stato trattato con delicatezza (anche se non ne ho capito pienamente il senso, nonostante qualche spiegazione sia stata data e i protagonisti, dopo essersi "divertiti" per anni, scelgono di farsi una famiglia per generare figli, mah!). La sigla finale mi piace moltissimo e bene si intona con l'angoscia che accompagna la visione dell'anime: si vive sempre attendendo qualcosa di terribile, che poi arriva, ma l'attesa alcune volte è insopportabile. Il ritmo narrativo è calibrato centellinando le scoperte e gli avvenimenti, rendendo tutto più inquietante.
Un bel 9, non riesco a dargli 10 solo per qualche sbadiglio nei primi episodi.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Premetto col dire che per me nessun anime meriterebbe un 10, e quelli che meritano 9 sono ben pochi, ma a questo darei un bell'8 e mezzo pieno, che dato da me equivale a un voto veramente altissimo. Di questo anime mi hanno colpito l'originalità della storia e le tematiche trattate, e ho così tante cose da dire che per semplificare le divido in categorie.
Trama
Ci troviamo in un futuro in cui la Terra è stata distrutta dalla varie guerre e che ancora è in fase di ricostruzione, quindi non è un futuro ipertecnologico come ci si potrebbe aspettare, ma anzi molto arretrato in termini di tecnologia. Gli esseri umani comunque sono in grado di utilizzare il cantus, un potere più o meno simile alla telecinesi, col quale si possono controllare telepaticamente gli oggetti che li circondano. Col cantus gli umani riescono a "tamponare" la mancanza della tecnologia, utilizzandolo per fini utili come ad esempio "alimentare" i mezzi di trasporto, e vengono istruiti fin da piccoli per svilupparne il corretto utilizzo in alcune scuole apposite, frequentate dai nostri protagonisti Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun.
Il cantus è un grande potere che potrebbe essere molto pericoloso, ma "per fortuna" gli umani non possono usarlo l'uno contro l'altro, perché in passato è stato implementato nel loro DNA il "feedback di morte", che impone all'individuo di non fare del male ad altre persone. Però la popolazione è ignara di tutto questo, loro vivono semplicemente con la convinzione che un uomo non potrebbe mai uccidere un suo simile, e al solo pensiero di un omicidio restano inorriditi.
Tematiche
Come si può intuire dalla mia introduzione, ci troviamo di fronte a una società rigida e contorta, in cui la popolazione viene inconsciamente manipolata nel tempo tramite lavaggi del cervello, variazioni forzate della memoria e addirittura l'estirpazione degli individui che avrebbero potuto causare problemi al corretto funzionamento di questa società. Tutta la storia dell'umanità, le guerre e gli eventi più bui della loro società, sono stati rimossi dalle loro menti per poter mantenere un certo equilibrio nel sistema, e per forzare la convinzione che l'omicidio è una cosa inconcepibile e mai esistita. Questa è una tematica che mi è piaciuta molto, perché riprende anche la società del giorno d'oggi, in cui la gente - seppur in modo minore - viene manipolata inconsciamente da chi comanda attraverso i media e molti altri mezzi.
Altre tematiche che ho apprezzato tanto in questo anime riguardano la disparità tra razze e la sottomissione del più debole contro il più forte, tematiche che riguardano la razza dei 'mostropi'.
I mostropi, o mostro-ratti (dipende dal team fansub), si contraddistinguono per il loro aspetto animale piuttosto irritante, contrapposto a un'intelligenza paragonabile a quella degli uomini. Essi sono divisi in clan o colonie, e venerano gli esseri umani (o, probabilmente, fingono di farlo), per via del cantus, che permetterebbe a un singolo uomo di uccidere centinaia di mostropi in pochi secondi. Inutile dire che gli umani sottomettono i mostropi, e non ci pensano due volte prima di sterminare un clan per i motivi più banali. Spesso dai personaggi viene trattato l'argomento, e viene messa in dubbio la disuguaglianza tra le due razze e se sia giusto dare così poco valore alla vita di un mostropo rispetto a quella di un umano, argomento che sicuramente si può adattare in qualche modo anche alla nostra società odierna e passata.
Personaggi
Altro punto a favore di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi, e le notevoli differenze nei loro modi di essere e di pensare. E' facile affezionarsi ai protagonisti, perché fin da subito assistiamo alle loro avventure, i loro innamoramenti, i dolori, le tristi scoperte, le dure scelte da fare e la loro continua crescita interiore ed esteriore. Inizialmente sono solo dei ragazzini felici e ignari di tutto, che vivono tranquilli in quella società falsa e manipolatrice, ma, pian piano che scoprono le orribili verità sul loro mondo, ognuno di loro reagisce a modo suo: chi non vuole crederci, chi decide di scappare dal villaggio, chi vuole scoprire ancora di più e chi invece non vuole ficcare il naso in tutto questo per timore di essere scoperto.
Tra loro sicuramente Saki è la protagonista principale, e a mio avviso è uno dei personaggi meglio caratterizzati che abbia mai visto; intelligente, con una bella testa, matura nel prendere decisioni difficili, impaurita e coraggiosa allo stesso tempo, che dopo ogni difficoltà si dispera, ma poi subito trova il coraggio e riesce ad andare avanti riuscendo a trascinare anche i suoi amici: è lei la vera anima del gruppo, e nonostante non sia molto utile in combattimento è grazie a lei che si riesce ad andare avanti. Lei è anche l'unica tra gli umani a dubitare sul fatto che sia sbagliato sottomettere i mostropi, e a dubitare sull'effettiva differenza tra umani e mostropi; non si fa condizionare dal pensiero di massa ma ha una testa tutta sua, e quando analizza le azioni sbagliate di altre persone non dimentica mai il motivo che le ha spinte a commettere tali azioni. Credo che lei mi abbia colpito molto perché in un certo senso ha un carattere molto simile al mio.
Parere tecnico
Il chara design riprende uno stile un po' più antico che a me piace molto, le OST sono molto belle e azzeccate, le animazioni nella norma.
Difetti
La trama nelle prime puntate scorre troppo lentamente e presenta spesso dei buchi temporali troppo improvvisi, ma che fortunatamente non compromettono l'apprendimento della trama, anche se alla fine restano aspetti non spiegati.
Premetto col dire che per me nessun anime meriterebbe un 10, e quelli che meritano 9 sono ben pochi, ma a questo darei un bell'8 e mezzo pieno, che dato da me equivale a un voto veramente altissimo. Di questo anime mi hanno colpito l'originalità della storia e le tematiche trattate, e ho così tante cose da dire che per semplificare le divido in categorie.
Trama
Ci troviamo in un futuro in cui la Terra è stata distrutta dalla varie guerre e che ancora è in fase di ricostruzione, quindi non è un futuro ipertecnologico come ci si potrebbe aspettare, ma anzi molto arretrato in termini di tecnologia. Gli esseri umani comunque sono in grado di utilizzare il cantus, un potere più o meno simile alla telecinesi, col quale si possono controllare telepaticamente gli oggetti che li circondano. Col cantus gli umani riescono a "tamponare" la mancanza della tecnologia, utilizzandolo per fini utili come ad esempio "alimentare" i mezzi di trasporto, e vengono istruiti fin da piccoli per svilupparne il corretto utilizzo in alcune scuole apposite, frequentate dai nostri protagonisti Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun.
Il cantus è un grande potere che potrebbe essere molto pericoloso, ma "per fortuna" gli umani non possono usarlo l'uno contro l'altro, perché in passato è stato implementato nel loro DNA il "feedback di morte", che impone all'individuo di non fare del male ad altre persone. Però la popolazione è ignara di tutto questo, loro vivono semplicemente con la convinzione che un uomo non potrebbe mai uccidere un suo simile, e al solo pensiero di un omicidio restano inorriditi.
Tematiche
Come si può intuire dalla mia introduzione, ci troviamo di fronte a una società rigida e contorta, in cui la popolazione viene inconsciamente manipolata nel tempo tramite lavaggi del cervello, variazioni forzate della memoria e addirittura l'estirpazione degli individui che avrebbero potuto causare problemi al corretto funzionamento di questa società. Tutta la storia dell'umanità, le guerre e gli eventi più bui della loro società, sono stati rimossi dalle loro menti per poter mantenere un certo equilibrio nel sistema, e per forzare la convinzione che l'omicidio è una cosa inconcepibile e mai esistita. Questa è una tematica che mi è piaciuta molto, perché riprende anche la società del giorno d'oggi, in cui la gente - seppur in modo minore - viene manipolata inconsciamente da chi comanda attraverso i media e molti altri mezzi.
Altre tematiche che ho apprezzato tanto in questo anime riguardano la disparità tra razze e la sottomissione del più debole contro il più forte, tematiche che riguardano la razza dei 'mostropi'.
I mostropi, o mostro-ratti (dipende dal team fansub), si contraddistinguono per il loro aspetto animale piuttosto irritante, contrapposto a un'intelligenza paragonabile a quella degli uomini. Essi sono divisi in clan o colonie, e venerano gli esseri umani (o, probabilmente, fingono di farlo), per via del cantus, che permetterebbe a un singolo uomo di uccidere centinaia di mostropi in pochi secondi. Inutile dire che gli umani sottomettono i mostropi, e non ci pensano due volte prima di sterminare un clan per i motivi più banali. Spesso dai personaggi viene trattato l'argomento, e viene messa in dubbio la disuguaglianza tra le due razze e se sia giusto dare così poco valore alla vita di un mostropo rispetto a quella di un umano, argomento che sicuramente si può adattare in qualche modo anche alla nostra società odierna e passata.
Personaggi
Altro punto a favore di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi, e le notevoli differenze nei loro modi di essere e di pensare. E' facile affezionarsi ai protagonisti, perché fin da subito assistiamo alle loro avventure, i loro innamoramenti, i dolori, le tristi scoperte, le dure scelte da fare e la loro continua crescita interiore ed esteriore. Inizialmente sono solo dei ragazzini felici e ignari di tutto, che vivono tranquilli in quella società falsa e manipolatrice, ma, pian piano che scoprono le orribili verità sul loro mondo, ognuno di loro reagisce a modo suo: chi non vuole crederci, chi decide di scappare dal villaggio, chi vuole scoprire ancora di più e chi invece non vuole ficcare il naso in tutto questo per timore di essere scoperto.
Tra loro sicuramente Saki è la protagonista principale, e a mio avviso è uno dei personaggi meglio caratterizzati che abbia mai visto; intelligente, con una bella testa, matura nel prendere decisioni difficili, impaurita e coraggiosa allo stesso tempo, che dopo ogni difficoltà si dispera, ma poi subito trova il coraggio e riesce ad andare avanti riuscendo a trascinare anche i suoi amici: è lei la vera anima del gruppo, e nonostante non sia molto utile in combattimento è grazie a lei che si riesce ad andare avanti. Lei è anche l'unica tra gli umani a dubitare sul fatto che sia sbagliato sottomettere i mostropi, e a dubitare sull'effettiva differenza tra umani e mostropi; non si fa condizionare dal pensiero di massa ma ha una testa tutta sua, e quando analizza le azioni sbagliate di altre persone non dimentica mai il motivo che le ha spinte a commettere tali azioni. Credo che lei mi abbia colpito molto perché in un certo senso ha un carattere molto simile al mio.
Parere tecnico
Il chara design riprende uno stile un po' più antico che a me piace molto, le OST sono molto belle e azzeccate, le animazioni nella norma.
Difetti
La trama nelle prime puntate scorre troppo lentamente e presenta spesso dei buchi temporali troppo improvvisi, ma che fortunatamente non compromettono l'apprendimento della trama, anche se alla fine restano aspetti non spiegati.
Quest'anime mi ha fatto tornare in mente autori come Ursula Le Guin e i suoi romanzi. Finalmente una storia ben strutturata su un'ipotesi plausibile dell'evoluzione della società umana, se dovessero evolversi capacità supplementari a quelle attuali. E' mia opinione credere che stiamo assistendo ad un evolversi della qualità delle storie e il loro sviluppo nel mondo degli anime come avvenne nel mondo della fantascienza negli anni cinquanta del secolo scorso. C'è qualche piccolo difetto nella lunghezza dovuta a pause e silenzi tipici giapponesi, ma è sopportabile se consideriamo che questa volta non ho trovato molti buchi nella narrazione. Qualche stereotipo di troppo e il tipo di grafica lo rende un prodotto per un target giovanile, quando avrebbe potuto puntare a essere per tutti. Per me rimane un'opera da conservare e da affiancare a storie come "Blue Submarine".
Un'altra delle novità dell'autunno 2012 di cui difficilmente non si può parlare: "Shin Sekai Yori" segue le vicende di sei ragazzi in un futuro utopistico, dove i bambini sin da piccoli vengono valutati nella loro capacità di controllare un potere psichico chiamato 'cantus'. Se all'apparenza in questa società regna la pace e la serenità, con l'avanzare della serie quest'aspetto si rivela essere solo la maschera di una "democrazia del terrore" da parte degli adulti verso i bambini: se non si è in grado di controllare il cantus, infatti, non è possibile entrare a far parte del mondo degli adulti.
La serie di volta in volta spazia su vari temi, primo fra tutti la sottomissione del più debole al più forte, ricostruendo a poco a poco anche gli avvenimenti passati dal ventesimo secolo in poi. Non vi sono scrupoli nella narrazione, vengono mostrate senza esitazioni scene di violenza e scene di omosessualità giovanile, fatto che rende il prodotto "Shin Sekai Yori" un anime senza dubbio diverso, ma ciononostante ottimo. Vi è un bellissimo antagonista la cui evoluzione ci è mostrata a poco a poco insieme alla crescita dei protagonisti, con salti temporali di anche dieci anni.
Le animazioni sono discrete, non ho apprezzato a pieno il chara design (ma solo perché molto particolare), anche se è funzionale alla trama.
Per concludere, vanno lodate anche le soundtrack "misticheggianti", che riescono a rendere le atmosfere del "Nuovo Mondo" davvero cupe.
La serie di volta in volta spazia su vari temi, primo fra tutti la sottomissione del più debole al più forte, ricostruendo a poco a poco anche gli avvenimenti passati dal ventesimo secolo in poi. Non vi sono scrupoli nella narrazione, vengono mostrate senza esitazioni scene di violenza e scene di omosessualità giovanile, fatto che rende il prodotto "Shin Sekai Yori" un anime senza dubbio diverso, ma ciononostante ottimo. Vi è un bellissimo antagonista la cui evoluzione ci è mostrata a poco a poco insieme alla crescita dei protagonisti, con salti temporali di anche dieci anni.
Le animazioni sono discrete, non ho apprezzato a pieno il chara design (ma solo perché molto particolare), anche se è funzionale alla trama.
Per concludere, vanno lodate anche le soundtrack "misticheggianti", che riescono a rendere le atmosfere del "Nuovo Mondo" davvero cupe.
"Shin Sekai Yori - From the New World" è uno di quegli anime che viene accolto dal pubblico in maniera estremamente fredda, nonostante abbia delle enormi potenzialità.
Ma andiamo con ordine: "Shin Sekai Yori" segue le vicende di cinque persone (Saki, Satoru, Shun, Maria e Mamoru) lungo tre archi temporali e narrativi diversi, durante i quali vediamo i nostri protagonisti crescere e divenire consapevoli del mondo e della società in cui vivono, scoprendo, nel corso dei venticinque episodi che compongono la serie, verità nascoste e davvero scioccanti. Sullo sfondo c'è "Il Nuovo Mondo", appunto, un mondo plasmato dagli uomini e proiettato circa mille anni nel futuro rispetto ai giorni nostri; la vita in questa nuova società è basata principalmente sul Cantus, cioè un potere psichico che l'uomo ha scoperto di possedere e ha imparato a utilizzare.
La trama ha uno sviluppo ottimo e ha una perfetta continuità, nonostante i vari salti temporali, anche grazie a una regia e una sceneggiatura fatte nel migliore dei modi. Per quanto riguarda l'aspetto grafico della serie possiamo dire che questo si mantiene in media su buoni livelli: vanno infatti ricordati, oltre ai pochi cali nelle animazioni e nei disegni, anche i momenti in cui la serie, per le fantastiche tecniche utilizzate, può risultare molto vicina all'animazione di tipo sperimentale; questo è, a mio parere, uno di punti forti della serie. Tutti questi elementi, a cui si aggiunge un OST sempre azzeccata e coinvolgente, fanno in modo che nel corso dei vari episodi della serie si venga a creare un clima di tensione e di pathos unico, che ti fa rimanere a bocca aperta e ti fa divorare gli episodi uno dopo l'altro. Personalmente però sono rimasto molto sorpreso dal finale, che, al contrario della serie, è riflessivo e calmo, e ti dà tutto il tempo per ragionare su ciò che sta accadendo. Dopotutto i temi trattati ed evidenziati dalla trama di "Shin Sekai Yori" sono moltissimi e sono uno più impegnativo dell'altro: si passa dallo sfruttamento delle specie meno sviluppate al tema della libertà di informazione, passando per l'analisi dei discutibili provvedimenti presi dall'uomo per proteggere la propria razza da pericoli che potrebbero provenire direttamente dall'interno.
Parlando invece dei personaggi devo dire che la mia preferita è stata Saki, poiché riusciamo a seguire tutta la sua formazione psicologica e possiamo quindi cogliere al meglio la sua naturalezza e la sua forza d'animo.
Per concludere, quindi, l'A-1 Pictures ha fatto un lavoro sublime, creando una serie in grado di accattivare dal punto di vista grafico e di fornire vari spunti di riflessione grazie a una trama profonda e adulta. Non mi spiego, quindi, come mai non tutti siano stati in grado di capire fino in fondo quest'opera, e mi chiedo se molti non si siano fermati ai primi difetti che hanno incontrato, senza darle nessuna possibilità.
Il mio voto finale è 9 e spero che in futuro avremo più serie di qualità come questa.
Ma andiamo con ordine: "Shin Sekai Yori" segue le vicende di cinque persone (Saki, Satoru, Shun, Maria e Mamoru) lungo tre archi temporali e narrativi diversi, durante i quali vediamo i nostri protagonisti crescere e divenire consapevoli del mondo e della società in cui vivono, scoprendo, nel corso dei venticinque episodi che compongono la serie, verità nascoste e davvero scioccanti. Sullo sfondo c'è "Il Nuovo Mondo", appunto, un mondo plasmato dagli uomini e proiettato circa mille anni nel futuro rispetto ai giorni nostri; la vita in questa nuova società è basata principalmente sul Cantus, cioè un potere psichico che l'uomo ha scoperto di possedere e ha imparato a utilizzare.
La trama ha uno sviluppo ottimo e ha una perfetta continuità, nonostante i vari salti temporali, anche grazie a una regia e una sceneggiatura fatte nel migliore dei modi. Per quanto riguarda l'aspetto grafico della serie possiamo dire che questo si mantiene in media su buoni livelli: vanno infatti ricordati, oltre ai pochi cali nelle animazioni e nei disegni, anche i momenti in cui la serie, per le fantastiche tecniche utilizzate, può risultare molto vicina all'animazione di tipo sperimentale; questo è, a mio parere, uno di punti forti della serie. Tutti questi elementi, a cui si aggiunge un OST sempre azzeccata e coinvolgente, fanno in modo che nel corso dei vari episodi della serie si venga a creare un clima di tensione e di pathos unico, che ti fa rimanere a bocca aperta e ti fa divorare gli episodi uno dopo l'altro. Personalmente però sono rimasto molto sorpreso dal finale, che, al contrario della serie, è riflessivo e calmo, e ti dà tutto il tempo per ragionare su ciò che sta accadendo. Dopotutto i temi trattati ed evidenziati dalla trama di "Shin Sekai Yori" sono moltissimi e sono uno più impegnativo dell'altro: si passa dallo sfruttamento delle specie meno sviluppate al tema della libertà di informazione, passando per l'analisi dei discutibili provvedimenti presi dall'uomo per proteggere la propria razza da pericoli che potrebbero provenire direttamente dall'interno.
Parlando invece dei personaggi devo dire che la mia preferita è stata Saki, poiché riusciamo a seguire tutta la sua formazione psicologica e possiamo quindi cogliere al meglio la sua naturalezza e la sua forza d'animo.
Per concludere, quindi, l'A-1 Pictures ha fatto un lavoro sublime, creando una serie in grado di accattivare dal punto di vista grafico e di fornire vari spunti di riflessione grazie a una trama profonda e adulta. Non mi spiego, quindi, come mai non tutti siano stati in grado di capire fino in fondo quest'opera, e mi chiedo se molti non si siano fermati ai primi difetti che hanno incontrato, senza darle nessuna possibilità.
Il mio voto finale è 9 e spero che in futuro avremo più serie di qualità come questa.
Attenzione: la recensione contiene pesanti spoiler
È incredibile come questo futuro ricordi gli anni bui del medioevo.
"Shin Sekai Yori - From the New World", Dal nuovo mondo, è un anime di venticinque episodi tratto dal romanzo fantascientifico di Yusuke Kishi, adattato dallo studio di animazione A-1 Pictures, che si è rivelato, dopo primi incerti passi, sconvolgente e accattivante, in grado di scavare nel profondo della psiche umana e sociale, orchestrato magnificamente come la sinfonia da cui prende il nome.
Inizio con il comparto grafico e scenico, non dei migliori, infatti la grafica e le animazioni caleranno molto di qualità con l'andare avanti degli episodi, ma non c'è da preoccuparsi, perché non andrà a pesare sulla fruibilità dell'anime, sempre piacevole; personalmente penso che i disegni siano solo un contorno alla storia, quasi in secondo piano rispetto alle soundtrack, meravigliose, suggestive, oserei dire oniriche, scelte minuziosamente per portare lo spettatore al giusto livello di pathos, condurlo verso il buio in cui si celano i misfatti, ma anche dolci e melodiose nei momenti più opportuni. L'anime è privo di opening, mentre le ending sono veramente stupende: la prima è cantata da Risa Taneda, ovvero la doppiatrice di Saki, e la canzone si intitola "Wareta Ringo", invece la seconda ending si intitola "Yuki ni Saku Hana (A Flower Blooming in the Snow)", cantata da Kana Hanazawa, doppiatrice di Maria, che sarà un dolce tributo alla sua amata Saki.
La trama si evolve in un Giappone futuristico, circa mille anni avanti a noi, ove si è venuta a creare una vera e propria "utopia" (apparente), grazie a continue manipolazioni mentali: l'ambiente è incontaminato, l'aria è limpida, sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo anziché nel futuro. Qui faremo la conoscenza di cinque ragazzi: Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, di cui seguiremo le avventure, gli amori, i dolori, la crescita esteriore e interiore, il risvegliarsi dei loro poteri una volta raggiunta l'età adatta, detti "poteri maledetti" o "poteri degli dei", ovvero telepatia e telecinesi. I vari villaggi sottostanno all'autorità dei comminati, degli anziani, loro decidono cosa è giusto fare, conoscere e ricordare, loro decretano chi vive e chi muore. In molti vivono nella continua paura dei mutamenti psicologici di ogni singolo individuo, nel terrore del pericolo delle fuoriuscite di potere in grado di alterare anche il mondo circostante. I ragazzi in giovane età vengono manipolati in modo tale che, se dovessero attaccare e uccidere un loro simile, loro stessi subirebbero la medesima fine; questa viene chiamata "ritorsione mentale". Oltre agli umani vi è un'altra razza senziente, i mostro-ratti, esseri dalle fattezze animalesche, dotati di un'intelligenza sviluppata, ma sottovalutati e portati ai lavori più umili dagli umani, che loro chiamano Dei.
Questo non è altro che l'incipit della storia, composta tra tre archi narrativi, divisi per fasce di età, dai 12 ai 14 ai 26 anni. I primi episodi (il primo arco) servirà come introduzione, si evolverà lento e placido, dando costantemente nuovi spunti di riflessione, dettagli per comprendere meglio come si muove questo nuovo mondo; nel secondo arco avremo modo di capire appieno quanto i giovani siano traviati psicologicamente e quanto sia pericoloso pensare fuori dal coro, mentre nell'ultima parte ci attenderanno i momenti di maggior pathos, ogni episodio lascerà con il fiato sospeso, alla ricerca di un modo per salvarsi, e finalmente le verità saranno svelate.
La storia è molto profonda, tocca argomenti per cui noi come esseri umani abbiamo sempre lottato. In questo mondo la conoscenza può portare alla morte, la curiosità è quasi un peccato, i diritti umani come li conosciamo noi sono stati totalmente riscritti, non vi è più libertà, né di pensiero né di parola; evoluzione e rivoluzione sono parole oramai sconosciute. La società, colma all'apparenza d'amore e pace, promuove falsi idealismi offuscando la mente, rivelandosi falsa e corrotta. Come la puzza di qualcosa che marcisce, quando l'acqua non scorre e diventa torbida perché lasciata stagnare troppo a lungo, gli altarini verranno alla luce.
Mie riflessioni: mi sono sempre chiesta, sin dagli inizi, che fine avessero fatto gli umani non dotati di potere, si erano estinti? Erano forse morti in qualche guerra contro quelli dotati di potere? Ma non poteva essere, perché chi era dotato di potere subiva una ritorsione se tentava di uccidere un altro essere umano. Ma allora, che fine avevano fatto? E perché animali così simili a noi e dotati di un' intelligenza pari o superiore come i mostro-ratti erano schiavizzati e tenuti a distanza? Domande che rimarranno a lungo senza risposta, e quando questa giungerà, lascerà un senso di amarezza e di vuoto. Ho appoggiato la razza dei mostro-ratti in tutto e, conoscendo il finale, non posso che essere d'accordo e condannare l'abominio perpetuato dagli uomini verso di loro. Inutile girarci intorno, le colpe sono le medesime, e non meritano pietà né l'una né l'altra razza, anzi, forse quelle di cui si sono macchiati gli "umani" sono ben peggiori.
Concludo consigliando vivamente questo anime a chi ha voglia di impegnarsi mentalmente e, dopo averlo elogiato con tanta enfasi, non posso non dargli un voto relativamente alto, "relativamente" perché purtroppo ci sono stati alcuni cali di cui devo tenere conto: non parlo delle animazioni, ma della storia, in alcuni tratti un po' lenta nell'evolversi, a volte poco comprensibile, spiazzante spesso e volentieri, per cui penso che un 9 sia più che adeguato.
È incredibile come questo futuro ricordi gli anni bui del medioevo.
"Shin Sekai Yori - From the New World", Dal nuovo mondo, è un anime di venticinque episodi tratto dal romanzo fantascientifico di Yusuke Kishi, adattato dallo studio di animazione A-1 Pictures, che si è rivelato, dopo primi incerti passi, sconvolgente e accattivante, in grado di scavare nel profondo della psiche umana e sociale, orchestrato magnificamente come la sinfonia da cui prende il nome.
Inizio con il comparto grafico e scenico, non dei migliori, infatti la grafica e le animazioni caleranno molto di qualità con l'andare avanti degli episodi, ma non c'è da preoccuparsi, perché non andrà a pesare sulla fruibilità dell'anime, sempre piacevole; personalmente penso che i disegni siano solo un contorno alla storia, quasi in secondo piano rispetto alle soundtrack, meravigliose, suggestive, oserei dire oniriche, scelte minuziosamente per portare lo spettatore al giusto livello di pathos, condurlo verso il buio in cui si celano i misfatti, ma anche dolci e melodiose nei momenti più opportuni. L'anime è privo di opening, mentre le ending sono veramente stupende: la prima è cantata da Risa Taneda, ovvero la doppiatrice di Saki, e la canzone si intitola "Wareta Ringo", invece la seconda ending si intitola "Yuki ni Saku Hana (A Flower Blooming in the Snow)", cantata da Kana Hanazawa, doppiatrice di Maria, che sarà un dolce tributo alla sua amata Saki.
La trama si evolve in un Giappone futuristico, circa mille anni avanti a noi, ove si è venuta a creare una vera e propria "utopia" (apparente), grazie a continue manipolazioni mentali: l'ambiente è incontaminato, l'aria è limpida, sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo anziché nel futuro. Qui faremo la conoscenza di cinque ragazzi: Saki, Satoru, Maria, Mamoru e Shun, di cui seguiremo le avventure, gli amori, i dolori, la crescita esteriore e interiore, il risvegliarsi dei loro poteri una volta raggiunta l'età adatta, detti "poteri maledetti" o "poteri degli dei", ovvero telepatia e telecinesi. I vari villaggi sottostanno all'autorità dei comminati, degli anziani, loro decidono cosa è giusto fare, conoscere e ricordare, loro decretano chi vive e chi muore. In molti vivono nella continua paura dei mutamenti psicologici di ogni singolo individuo, nel terrore del pericolo delle fuoriuscite di potere in grado di alterare anche il mondo circostante. I ragazzi in giovane età vengono manipolati in modo tale che, se dovessero attaccare e uccidere un loro simile, loro stessi subirebbero la medesima fine; questa viene chiamata "ritorsione mentale". Oltre agli umani vi è un'altra razza senziente, i mostro-ratti, esseri dalle fattezze animalesche, dotati di un'intelligenza sviluppata, ma sottovalutati e portati ai lavori più umili dagli umani, che loro chiamano Dei.
Questo non è altro che l'incipit della storia, composta tra tre archi narrativi, divisi per fasce di età, dai 12 ai 14 ai 26 anni. I primi episodi (il primo arco) servirà come introduzione, si evolverà lento e placido, dando costantemente nuovi spunti di riflessione, dettagli per comprendere meglio come si muove questo nuovo mondo; nel secondo arco avremo modo di capire appieno quanto i giovani siano traviati psicologicamente e quanto sia pericoloso pensare fuori dal coro, mentre nell'ultima parte ci attenderanno i momenti di maggior pathos, ogni episodio lascerà con il fiato sospeso, alla ricerca di un modo per salvarsi, e finalmente le verità saranno svelate.
La storia è molto profonda, tocca argomenti per cui noi come esseri umani abbiamo sempre lottato. In questo mondo la conoscenza può portare alla morte, la curiosità è quasi un peccato, i diritti umani come li conosciamo noi sono stati totalmente riscritti, non vi è più libertà, né di pensiero né di parola; evoluzione e rivoluzione sono parole oramai sconosciute. La società, colma all'apparenza d'amore e pace, promuove falsi idealismi offuscando la mente, rivelandosi falsa e corrotta. Come la puzza di qualcosa che marcisce, quando l'acqua non scorre e diventa torbida perché lasciata stagnare troppo a lungo, gli altarini verranno alla luce.
Mie riflessioni: mi sono sempre chiesta, sin dagli inizi, che fine avessero fatto gli umani non dotati di potere, si erano estinti? Erano forse morti in qualche guerra contro quelli dotati di potere? Ma non poteva essere, perché chi era dotato di potere subiva una ritorsione se tentava di uccidere un altro essere umano. Ma allora, che fine avevano fatto? E perché animali così simili a noi e dotati di un' intelligenza pari o superiore come i mostro-ratti erano schiavizzati e tenuti a distanza? Domande che rimarranno a lungo senza risposta, e quando questa giungerà, lascerà un senso di amarezza e di vuoto. Ho appoggiato la razza dei mostro-ratti in tutto e, conoscendo il finale, non posso che essere d'accordo e condannare l'abominio perpetuato dagli uomini verso di loro. Inutile girarci intorno, le colpe sono le medesime, e non meritano pietà né l'una né l'altra razza, anzi, forse quelle di cui si sono macchiati gli "umani" sono ben peggiori.
Concludo consigliando vivamente questo anime a chi ha voglia di impegnarsi mentalmente e, dopo averlo elogiato con tanta enfasi, non posso non dargli un voto relativamente alto, "relativamente" perché purtroppo ci sono stati alcuni cali di cui devo tenere conto: non parlo delle animazioni, ma della storia, in alcuni tratti un po' lenta nell'evolversi, a volte poco comprensibile, spiazzante spesso e volentieri, per cui penso che un 9 sia più che adeguato.
"Era circa 500 anni fa. Un ragazzo vagava per le montagne, in cerca di erbe…"
"Shin Sekai Yori": Dal nuovo mondo.
Una famosa sinfonia del compositore Antonín Dvořák: "From the New World".
Un mondo che ti fa girare la testa, una realtà muta e silenziosa dietro la quale si cela la distopia che l'uomo ha costruito dalla degenerazione dei propri desideri.
Siamo nell'anno 3000, in una dimensione storica (basata sulla realtà) in cui l'uomo ha sviluppato la capacità di utilizzare fondamentalmente il potere della propria mente, il "Juryoku", o, in altre parole, la telecinesi. Le tecnologie sono scarse e la società, demograficamente ridotta in maniera radicale, è raccolta in piccoli paesi a ridosso di zone naturali. Un gruppo di cinque ragazzi - bambini - verrà coinvolto in vicende inquietanti e misteriose fino a mettere in dubbio il mondo stesso in cui vivono, soffocante e completamente controllato, avvicinandosi ai meccanismi che ci sono dietro alla (im)perfezione di facciata che permea le loro vite quotidiane. Dopo aver appreso fin troppo, questi ragazzi sono costretti alla fuga e a un viaggio che li porterà ai principi della storia - per loro segreta e sconosciuta - del genere umano, del loro potere e dell'evoluzione del mondo.
La A-1 Pictures ("Sword Art Online", "Blue Exorcist") ci propone questa volta un titolo decisamente innovativo - anzi, "nuovo", per essere fedeli - sotto molti punti di vista.
Già in seguito alla visione del primo episodio spiccano per la peculiare cura apparato tecnico, musicale ma soprattutto registico: il settore grafico si concentra sulla lavorazione dei fondali, carichi di suggestione e di innovazione, tanto da rendere davvero l'idea di una realtà storica prossima a noi di mille anni; gli stessi costumi, la situazione geografica, i paesaggi descrivono un mondo nuovo. La regia, combinata alle musiche che spaziano dall'orchestrale alla tensione drammatica, presenta sempre una prontezza e una sofisticatezza tali da coinvolgere lo spettatore col palato più pretenzioso: citazioni, immagini allegoriche, riferimenti a conoscenze ricercate sono elementi disseminati negli episodi, i quali, tuttavia, si dimostrano di alto livello anche per dialoghi, inquadrature e tagli particolari, ma soprattutto per il coinvolgimento e le sensazioni lasciate alla fine di ogni episodio. Insomma, un conglomerato di potenzialità.
Certamente, sono individuabili anche situazioni di dubbia linearità, altre in cui la logica è stata esagerata o altre ancora in cui il reparto grafico ha accusato debolezze notevoli. Fortunatamente, "Shin Sekai Yori" ha sopperito con lo svolgimento stesso della trama, attraverso la quale vengono date tutte le risposte, lasciando ogni spiegazione esauriente.
L'evoluzione non è tuttavia solo della trama, bensì anche dei personaggi stessi, che si muovono in tre piani temporali e lungo i quali cresceranno, rapportandosi e venendo a conoscenza col mondo stesso, cercando di debellare le paure e di farsi strada nelle incertezze, temprando il loro carattere; la narrazione viene portata avanti da uno dei protagonisti, Saki, che, posizionandosi in una cornice esterna, interviene con l'espediente della voce fuori campo.
Le caratteristiche che fanno assumere a "Shin Sekai Yori" un'identità tutta sua sono due e sono direttamente collegate. La prima è il coraggio che la serie ha d'intraprendere dei temi nuovi, di fare scelte registiche che si discostano da ogni stereotipo, di andare incontro a un pubblico abituato a produzioni di diversa natura - esempio evidente può essere la grafica sperimentale di cui il titolo si veste quando la narrazione entra in flashback; la seconda nasce di riflesso alla prima: una tensione totalmente inaspettata, che sorprende, che spaventa, che assale lo spettatore nella rivelazione della falsa utopia illustrata dall'anime stesso.
"Shin Sekai Yori" non è altro che un intreccio che ha del mirabile, un crescendo di tappe che si realizzano nell'epilogo, condito da un'impronta psicologica, da temi audaci e da immagini evocative.
Per concludere, questo titolo rimarrà impresso nella mia memoria al di là delle sue imperfezioni, poiché è riuscito a lasciarmi un senso di completezza, una curiosità che mi spinge a volerlo rivedere per svisceralo, per conoscere ogni dinamica col senno di poi, per comprendere meglio ogni accostamento fatto alla scienza, alla lingua, alla cultura dei nostri tempi e di quelli dei protagonisti.
Uno svolgimento che oscilla tra l'8 ed il 9, e un finale da 10 e lode.
E ora mi chiedo se l'autore non abbia immaginato tutto questo viaggio ascoltando proprio la sinfonia No. 9 "From the New World" di Dvořák. Eppure, il viaggio è finito.
"Il potere dell'immaginazione è in grado di cambiare tutto."
"Shin Sekai Yori": Dal nuovo mondo.
Una famosa sinfonia del compositore Antonín Dvořák: "From the New World".
Un mondo che ti fa girare la testa, una realtà muta e silenziosa dietro la quale si cela la distopia che l'uomo ha costruito dalla degenerazione dei propri desideri.
Siamo nell'anno 3000, in una dimensione storica (basata sulla realtà) in cui l'uomo ha sviluppato la capacità di utilizzare fondamentalmente il potere della propria mente, il "Juryoku", o, in altre parole, la telecinesi. Le tecnologie sono scarse e la società, demograficamente ridotta in maniera radicale, è raccolta in piccoli paesi a ridosso di zone naturali. Un gruppo di cinque ragazzi - bambini - verrà coinvolto in vicende inquietanti e misteriose fino a mettere in dubbio il mondo stesso in cui vivono, soffocante e completamente controllato, avvicinandosi ai meccanismi che ci sono dietro alla (im)perfezione di facciata che permea le loro vite quotidiane. Dopo aver appreso fin troppo, questi ragazzi sono costretti alla fuga e a un viaggio che li porterà ai principi della storia - per loro segreta e sconosciuta - del genere umano, del loro potere e dell'evoluzione del mondo.
La A-1 Pictures ("Sword Art Online", "Blue Exorcist") ci propone questa volta un titolo decisamente innovativo - anzi, "nuovo", per essere fedeli - sotto molti punti di vista.
Già in seguito alla visione del primo episodio spiccano per la peculiare cura apparato tecnico, musicale ma soprattutto registico: il settore grafico si concentra sulla lavorazione dei fondali, carichi di suggestione e di innovazione, tanto da rendere davvero l'idea di una realtà storica prossima a noi di mille anni; gli stessi costumi, la situazione geografica, i paesaggi descrivono un mondo nuovo. La regia, combinata alle musiche che spaziano dall'orchestrale alla tensione drammatica, presenta sempre una prontezza e una sofisticatezza tali da coinvolgere lo spettatore col palato più pretenzioso: citazioni, immagini allegoriche, riferimenti a conoscenze ricercate sono elementi disseminati negli episodi, i quali, tuttavia, si dimostrano di alto livello anche per dialoghi, inquadrature e tagli particolari, ma soprattutto per il coinvolgimento e le sensazioni lasciate alla fine di ogni episodio. Insomma, un conglomerato di potenzialità.
Certamente, sono individuabili anche situazioni di dubbia linearità, altre in cui la logica è stata esagerata o altre ancora in cui il reparto grafico ha accusato debolezze notevoli. Fortunatamente, "Shin Sekai Yori" ha sopperito con lo svolgimento stesso della trama, attraverso la quale vengono date tutte le risposte, lasciando ogni spiegazione esauriente.
L'evoluzione non è tuttavia solo della trama, bensì anche dei personaggi stessi, che si muovono in tre piani temporali e lungo i quali cresceranno, rapportandosi e venendo a conoscenza col mondo stesso, cercando di debellare le paure e di farsi strada nelle incertezze, temprando il loro carattere; la narrazione viene portata avanti da uno dei protagonisti, Saki, che, posizionandosi in una cornice esterna, interviene con l'espediente della voce fuori campo.
Le caratteristiche che fanno assumere a "Shin Sekai Yori" un'identità tutta sua sono due e sono direttamente collegate. La prima è il coraggio che la serie ha d'intraprendere dei temi nuovi, di fare scelte registiche che si discostano da ogni stereotipo, di andare incontro a un pubblico abituato a produzioni di diversa natura - esempio evidente può essere la grafica sperimentale di cui il titolo si veste quando la narrazione entra in flashback; la seconda nasce di riflesso alla prima: una tensione totalmente inaspettata, che sorprende, che spaventa, che assale lo spettatore nella rivelazione della falsa utopia illustrata dall'anime stesso.
"Shin Sekai Yori" non è altro che un intreccio che ha del mirabile, un crescendo di tappe che si realizzano nell'epilogo, condito da un'impronta psicologica, da temi audaci e da immagini evocative.
Per concludere, questo titolo rimarrà impresso nella mia memoria al di là delle sue imperfezioni, poiché è riuscito a lasciarmi un senso di completezza, una curiosità che mi spinge a volerlo rivedere per svisceralo, per conoscere ogni dinamica col senno di poi, per comprendere meglio ogni accostamento fatto alla scienza, alla lingua, alla cultura dei nostri tempi e di quelli dei protagonisti.
Uno svolgimento che oscilla tra l'8 ed il 9, e un finale da 10 e lode.
E ora mi chiedo se l'autore non abbia immaginato tutto questo viaggio ascoltando proprio la sinfonia No. 9 "From the New World" di Dvořák. Eppure, il viaggio è finito.
"Il potere dell'immaginazione è in grado di cambiare tutto."