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Winry.R

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
“Kamikatsu: Working for God in a Godless World” è un’opera molto difficile da valutare, perché fa fatica a mantenere un livello costante sotto molti aspetti, con un’alternanza di alti e bassi come neanche le montagne russe.

L’opera è un isekai ambientato in un mondo dove il concetto di Dio non esiste e gli abitanti del regno sono persone svuotate da qualsiasi desiderio, che vivono nella più completa apatia in attesa che il sovrano decreti il loro finevita (è il sovrano a decidere il momento della morte dei suoi sudditi). Tutti coloro che mostrano un pizzico di vitalità e gioia di vivere vengono trattati come degli individui anomali e relegati in villaggi alla periferia del regno, in attesa di ricevere la comunicazione di finevita (che in genere arriva più rapidamente che per i cittadini normali).

In uno di questi villaggi viene accolto il nostro protagonista Yukito, catapultato in questo mondo dopo essere morto a causa del fanatismo religioso del padre. Ma anche in questo mondo le cose non sembrano andare molto meglio. A causa delle irragionevoli leggi del regno viene decretato il finevita delle due ragazze del villaggio che l’hanno accolto, e, nel tentativo di salvarle, finisce per perdere la vita lui stesso. In quel momento compare al suo fianco la dea Mitama (venerata dal culto del padre di Yukito), che lo riporta in vita insieme alle due ragazze. Forte della presenza della dea Mitama, Yukito inizia ad architettare un piano per sovvertire le insensate leggi del regno e permettere agli abitanti del villaggio di avere una vita serena.

L’ambientazione è molto interessante ed è uno dei punti di forza dell’opera. Siamo in una distopia in cui il sovrano ha creato un regno pacifico a scapito delle emozioni dei suoi sudditi. Ogni conoscenza, riguardante gli ambiti che possano generare una scintilla di emozione, è bandita: la religione, la musica, l’arte, persino il sesso (i bambini sono creati artificialmente). Gli unici posti ai nostri occhi più normali sono proprio i villaggi delle periferie dove vivono i reietti della società.

L’opera è improntata su una linea molto scanzonata e demenziale (che forse impedisce di sfruttare appieno le potenzialità di quest’ambientazione). L’ignoranza degli abitanti in questi ambiti è usata soprattutto nelle gag demenziali e a sfondo sessuale (alcun ben riuscite, altre un po’ meno) che sono una costante della serie.

La sceneggiatura ha qualche piccola lacuna, ma, per come è stata improntata l’opera, si può anche perdonare. Ci sono state delle sequenze in cui sono tornata indietro per capire se avessi avuto un momento di assenza o i passaggi tra le scene fossero volutamente così... fortunatamente per la mia cartella clinica non era il primo caso.

La trama è interessante, con alcuni colpi di scena ben studiati. In mezzo a qualche assurdità e nonsense procede in maniera coerente e intrigante. Vengono alla luce molte tematiche interessanti, anche se qualsiasi riflessione è lasciata allo spettatore.

Il character design è uno dei primi elementi con alti e bassi vertiginosi. Si passa dai personaggi principali, abbastanza nella media e dimenticabili, agli antagonisti (gli Arconti) molto accattivanti e interessanti, con pochi approfondimenti ma ben mirati, ai vari mostri realizzati nella peggior CGI che abbia mai visto. La grafica, infatti, è uno di quegli elementi che mi ha più disorientata. Si passa da sequenze curate e ben fatte ad altre con una qualità da videogame anni '90.

Il finale è lasciato aperto, probabilmente in previsione di una seconda serie, visto che il manga è ancora in corso in Giappone.

Nel complesso, è un’opera discreta, mi resta il dubbio di come avrebbe potuto essere con un’impronta più matura, mantenendo il lato comico ma senza sfociare nella comicità demenziale e irritante che spesso prende il sopravvento su tutto il resto. Complessivamente, voto 7.


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Nicola Scarfaldi Cancello

Episodi visti: 12/12 --- Voto 10
Io sono... colpito.

Giudicare "Kamikatsu: Working for God in a Godless World" è molto più difficile di quanto sembri.
Questo perché non è per nulla chiaro dove finiscano le scelte registiche e inizino i problemi di budget/organico/scelte produttive. Laddove la CGI è orrenda, le animazioni tradizionali sono sufficienti (non sarà una produzione Ufotable, ma questo mondo ha creato molto di peggio); lì dove per un momento tutto sembra il classico isekai nella media, l'anime se ne esce dopo qualche episodio con un colpo di scena che ribalta tutte le premesse iniziali e avvia la vera trama dell'opera, e non è una cosa a caso!
Perché sì, infine, laddove l'anime ha personaggi, gag e scene che sembrano scritte seguendo i classici stereotipi, analizzando bene ci si rende conto che c'è una "strana" coerenza di fondo.

Non posso dirlo con certezza, ma io credo che "Kamikatsu" sia un anime consapevole.
Consapevole dei suoi limiti, sia a livello di idee che di animazioni, e che, con questa consapevolezza, ha usato tutto ciò che poteva al meglio delle sue possibilità, reiventando tutto in modi ai limiti del genio.

Questo ha portato alla creazione di un anime trash, per gag (spesso puerili e volgari, ma così assurde da far ridere), per personaggi (caricaturali, ma così caricaturali da essere iconici nella loro esagerazione) e per sceneggiatura (che sembra un mucchio di idiozie una dopo l'altra, ma, come già detto, è spaventosamente coerente con sé stessa).
Un anime trash che sa di esserlo, e questa sua consapevolezza non l'ha fatto adagiare sugli allori, ma l'ha fatto muovere in modo creativo nei suoi limiti.

Ed è per questo che io a "Kamikatsu" do il massimo!
Perché sì, chiunque può fare un'opera incredibile se ha una produzione milionaria composta da uber-esperti d'animazione che spendono cinque ore per animare ogni singolo capello dei personaggi, e se la sceneggiatura è scritta dai dodici Apostoli con la supervisione di Gesù Cristo in persona.
Quanti però possono dare un'identità riconoscibile a un anime che, in qualsiasi altro contesto, sarebbe una schifezza? Pochi, dico io. Nessuno che abbia mai incontrato, aggiungo.

Nico Scarfaldi Cancello si ricorderà per sempre di "Kamikatsu", e per questo lo premia.

10.

Auf wiedersehen!

P.S. Se potete, guardatelo in italiano. Rende alla perfezione lo spirito originale dell'opera.


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mick92

Episodi visti: 9/12 --- Voto 7
Questo anime è uno strano viaggio in termini di regia, animazione, doppiaggio e altro ancora. Nonostante il suo aspetto trash, è uno spettacolo che ha mantenuto il mio interesse. La sua follia e la sua differenza rispetto ad altri anime sono ciò che mi affascinano, è un'esperienza divertente e assurda.

La trama, sebbene possa sembrare senza logica e prevedibile, si sviluppa in modo grandioso. È un'opera comica che si prende gioco di sé stessa in modo irresistibile, tuttavia emerge una storia che esplora temi come l'abuso di potere e la speranza che sorge tra gli oppressi. L'autore ha il merito di affrontare un argomento così serio in modo divertente. L'anime riesce anche a offrire momenti di intrattenimento più tipicamente "anime". Nel complesso, la trama è fresca e originale, un'aggiunta rara nel genere isekai-fantasy.

L'animazione è altalenante, ma si rivela sorprendentemente efficace, nonostante l'uso di CGI che a volte può sembrare discutibile: a mio avviso è stata una scelta per farsi pubblicità gratuita, infatti ci sono molti video con i mostri orrendi in 3D su tutti i social, ed effettivamente senza di quelli io non avrei mai avuto la possibilità di incrociare il prodotto, quindi ottimo lavoro, anche perché i mostri in questione sono solo messi in scene comiche o inutili.

I personaggi, sebbene possano sembrare stereotipati e unidimensionali, sono portati agli estremi delle loro personalità, rendendoli divertenti da seguire. Il protagonista, Yukito, si distingue per il suo approccio manipolativo ma con la volontà di prendersi cura di coloro che lo hanno trattato bene. Questo lo rende un personaggio affabile, che si discosta dal tipico cliché dell'harem. Anche il resto del cast fornisce momenti di sollievo comico e ha un design accattivante.

La colonna sonora non è particolarmente memorabile, ma non sfigura nell'opera complessiva.

In conclusione, questo anime è un buon prodotto, anche se il giudizio può variare a seconda dei gusti personali. Se si è disposti a godersi uno spettacolo diverso dal solito e a spegnere il cervello per apprezzarne la follia e la comicità, è sicuramente consigliato. È un'opera che si distingue per la sua originalità e che rimarrà nella memoria come un'esperienza assolutamente fuori dal comune.