Tokyo Ghoul
Sono sempre stato alquanto diffidente nei confronti di questo titolo, e adesso che sono finalmente riuscito a vederlo tutto (almeno questa stagione), ho la conferma che non fosse imperdibile... ma ovviamente non è tutto da buttare!
Non è che ci sia tutta questa gran trama da raccontare, ma di per sé non è un difetto. La sensazione che ho avuto è che da parte dell'autore di ci sia stata una volontà più che altro di voler mettere lo spettatore, tramite il protagonista Kaneki, di fronte a certe situazioni, spesso paradossali, e farlo riflettere su cosa è giusto, cosa è sbagliato, e se c'è veramente una parte nella ragione o se tutto è relativo, e quindi dipende esclusivamente dal punto di vista.
Per spiegarmi meglio, è necessario avere chiara la struttura dei personaggi. Abbiamo due categorie fondamentali: esseri umani e ghoul, che si nutrono solo ed esclusivamente di esseri umani.
Chiaramente in un contesto così delineato non può che crearsi una situazione di conflitto: i ghoul cacciano gli umani, che provano a difendersi, e a loro volta provano a ripulire il mondo dai ghoul.
Andiamo a suddividere ulteriormente. Fra gli umani c'è chi vive passivamente questa situazione di preda e chi invece risponde agli attacchi, anche superando il concetto di mera difesa personale, spesso agendo in maniera spietata. Anche fra i ghoul c'è chi semplicemente soddisfa le proprie necessità e chi invece prova a dominare i propri istinti, cerca una convivenza con gli umani adottando anche un certo codice etico. Questi ultimi invece sono rappresentati dal gruppo Anteiku, di cui farà parte il protagonista. Una via di mezzo fra tutti è il protagonista stesso, prima umano e poi diventato ghoul in seguito a un incidente, quindi in perenne conflitto con sé stesso.
In sintesi, mi piace molto la costruzione del contesto e le premesse create. Ciò che mi piace meno è tutto ciò che è stato costruito sopra. Gli episodi sono spesso molto lenti come narrazione e, nonostante l'elemento splatter messo in campo, riescono ad annoiare. Su dodici episodi ne sono stati sprecati tre per delle idiozie. Si va lenti quando c'è poco da dire e veloci quando la carne al fuoco è tanta. Tanto sangue, ma nessuno muore mai, ci ritroviamo sempre le solite facce senza sapere come. Insomma, viste le premesse, si poteva fare molto di più, secondo me.
Ottimo il comparto tecnico, si vede che ci hanno investito molto su questa saga, e a buona ragione, a quanto pare, visto che ancora oggi è fra le più popolari di sempre.
Complessivamente, non posso dire che sia insufficiente, ma neanche mi colpisce particolarmente. 6,5 mi sembra giusto per un anime dai buoni spunti e che alla sua epoca fece scalpore, ma che di certo ha tanti aspetti deficitari.
Non è che ci sia tutta questa gran trama da raccontare, ma di per sé non è un difetto. La sensazione che ho avuto è che da parte dell'autore di ci sia stata una volontà più che altro di voler mettere lo spettatore, tramite il protagonista Kaneki, di fronte a certe situazioni, spesso paradossali, e farlo riflettere su cosa è giusto, cosa è sbagliato, e se c'è veramente una parte nella ragione o se tutto è relativo, e quindi dipende esclusivamente dal punto di vista.
Per spiegarmi meglio, è necessario avere chiara la struttura dei personaggi. Abbiamo due categorie fondamentali: esseri umani e ghoul, che si nutrono solo ed esclusivamente di esseri umani.
Chiaramente in un contesto così delineato non può che crearsi una situazione di conflitto: i ghoul cacciano gli umani, che provano a difendersi, e a loro volta provano a ripulire il mondo dai ghoul.
Andiamo a suddividere ulteriormente. Fra gli umani c'è chi vive passivamente questa situazione di preda e chi invece risponde agli attacchi, anche superando il concetto di mera difesa personale, spesso agendo in maniera spietata. Anche fra i ghoul c'è chi semplicemente soddisfa le proprie necessità e chi invece prova a dominare i propri istinti, cerca una convivenza con gli umani adottando anche un certo codice etico. Questi ultimi invece sono rappresentati dal gruppo Anteiku, di cui farà parte il protagonista. Una via di mezzo fra tutti è il protagonista stesso, prima umano e poi diventato ghoul in seguito a un incidente, quindi in perenne conflitto con sé stesso.
In sintesi, mi piace molto la costruzione del contesto e le premesse create. Ciò che mi piace meno è tutto ciò che è stato costruito sopra. Gli episodi sono spesso molto lenti come narrazione e, nonostante l'elemento splatter messo in campo, riescono ad annoiare. Su dodici episodi ne sono stati sprecati tre per delle idiozie. Si va lenti quando c'è poco da dire e veloci quando la carne al fuoco è tanta. Tanto sangue, ma nessuno muore mai, ci ritroviamo sempre le solite facce senza sapere come. Insomma, viste le premesse, si poteva fare molto di più, secondo me.
Ottimo il comparto tecnico, si vede che ci hanno investito molto su questa saga, e a buona ragione, a quanto pare, visto che ancora oggi è fra le più popolari di sempre.
Complessivamente, non posso dire che sia insufficiente, ma neanche mi colpisce particolarmente. 6,5 mi sembra giusto per un anime dai buoni spunti e che alla sua epoca fece scalpore, ma che di certo ha tanti aspetti deficitari.
Quando si parla di anime o manga vittime di un circolo vizioso composto da odio e amore, non possiamo che pensare subito a “Tokyo Ghoul”.
Il manga “Tokyo Ghoul” nasce dalla matita di Sui Ishida nel 2011, anno in cui il manga viene anche distribuito da Shūeisha attraverso la rivista Weekly Young Jump. Mentre nel 2014 viene annunciata anche la serie animata a cura dello Studio Pierrot, ed è proprio l’anime composto in tutto da tre stagioni ad essere oggetto della nostra recensione.
L’opera è stata accolta dal pubblico con grande entusiasmo, anche se la serie animata ha ricevuto numerose critiche a causa di quello che sembrerebbe un brusco calo di qualità che si percepisce dalla terza stagione in poi.
La trama
Il protagonista della storia è il giovane Ken Kaneki, uno studente universitario dall’animo gentile e con un triste passato alle spalle, che vive a Tokyo. Le avventure di Ken Kaneki hanno luogo in una Tokyo che a primo impatto sembrerebbe quella nostra e contemporanea. Tuttavia, così non è, poiché la città viene avvolta dall’elemento fantastico costituito dalla presenza dei ghoul. I ghoul sono creature antropofaghe dalle sembianze umane, che seminano terrore in città, ma che nonostante tutto riescono ad inserirsi perfettamente nella società e in alcuni casi riescono a convivere perfettamente con gli altri esseri umani.
Un giorno, Kaneki si reca in bar dove conosce Rize, una splendida ragazza sua coetanea che sembra perfetta per il nostro eroe. Come Kaneki anche Rize presenta un notevole interesse per lo studio, e in particolare nella lettura, questo spinge Kaneki a restare ben presto coinvolto anche da un punto di vista sentimentale. Rize però in realtà è un ghoul che ha scelto Kaneki come sua prossima preda e, con la scusa di un primo appuntamento, attira il giovane studente in una trappola presso un cantiere isolato, solo per potersi cibare di lui. I piani della ghoul però falliscono, visto che i due rimangono coinvolti in un incidente in cui la stessa Rize perde la vita. Kaneki, dilaniato dalle ferite dovute all’attacco di Rize, viene portato d’urgenza in ospedale, dove, nel tentativo di salvargli la vita, subisce un intervento di trapianto di organi estratti proprio dal corpo della ghoul. L’operazione trasformerà il nostro giovane Kaneki in un ghoul, ed è proprio da lì che ha inizio questa incredibile storia.
I principali dettagli dell’anime
Nonostante le numerose critiche mosse dalla stessa fanbase di “Tokyo Ghoul”, l’anime si è contraddistinto grazie ad alcuni elementi che hanno reso l’opera unica.
Uno di questi è sicuramente l’animazione stessa, non a caso la serie è stata animata da uno degli studi più importanti del settore. Lo Studio Pierrot ha infatti rappresentato e animato al meglio quelli che sono gli scenari quotidiani di una Tokyo immensa e cosmopolita. Tuttavia, le strade grigie e gremite di gente che passeggia nell’indifferenza si contrappongono ai colori vivaci che caratterizzano l’aspetto dei principali personaggi.
Anche il doppiaggio dimostra di essere all’altezza di quello originale. A dimostrazione di ciò il fatto che, durante una delle tante scene crude, basta chiudere gli occhi per sentire la pelle accapponarsi da sola.
Per comprendere meglio tutti i dettagli di questo anime, occorre focalizzarsi un attimo anche su un ulteriore elemento, ovvero la colonna sonora. La colonna sonora si sposa perfettamente con qualsiasi scena. Per esempio, le scene più sadiche sono accompagnate sempre da un sound cupo e classicista che scuote lo spettatore e lo coglie di sorpresa. Fino ad arrivare al brano “Unravel”, opening iconica dell’anime, scritta e prodotta nel 2014 da Toru Kitajima dei Ling Tosite Sigure. Il brano è riuscito a rappresentare tutto il dolore e la passione che prova il protagonista, ma anche i ghoul stessi, nel corso degli eventi che accadono.
Perché a mio avviso è davvero così speciale
L’anime di “Tokyo Ghoul” è comunque un’opera avvincente per cui vale la pena sedersi davanti allo schermo. Occorre precisare però che l’ultima stagione si distanzia quasi completamente dalle precedenti, con un cambiamento che riguarda anche i disegnatori dell’anime.
I nuovi disegni, al momento dell’uscita, hanno deluso un po’ tutti. E non perché siano di dubbia qualità, ma perché ci eravamo affezionati alla prima caratterizzazione dei personaggi.
Ma il disegno non è stato l’unico “problema”. La seconda stagione si conclude in un tempo ben preciso che non è lo stesso da cui parte poi la terza stagione. Quest’ultima è ambientata sempre a Tokyo, ma in un futuro prossimo un po’ lontano da dove ci eravamo lasciati con la seconda stagione. Cambiano così molti personaggi, e lo stesso Kaneki è avvolto da un velo di mistero.
In conclusione, crediamo che chiunque debba guardare almeno una volta “Tokyo Ghoul”.
Questo perché, a differenza di ciò che pensano in molti, non si tratta di una semplice opera cruda e splatter, anzi. L’incredibile dolcezza e la sensibilità di Kaneki ci riportano un po’ tutti davanti allo specchio, soprattutto nel momento in cui siamo costretti a effettuare delle scelte che non sempre ci rendono felici, ma che è giusto fare.
Inoltre, sono molto importanti e ben strutturati anche i legami sentimentali che si vanno a sviluppare tra i ghoul. Al punto che in alcuni episodi sembrano più sensibili queste creature che gli umani stessi.
Effettivamente, “Tokyo Ghoul” è un anime speciale proprio per questo. Perché viene portato all’attenzione del pubblico il fatto stesso che a volte sono gli umani i veri mostri.
Il manga “Tokyo Ghoul” nasce dalla matita di Sui Ishida nel 2011, anno in cui il manga viene anche distribuito da Shūeisha attraverso la rivista Weekly Young Jump. Mentre nel 2014 viene annunciata anche la serie animata a cura dello Studio Pierrot, ed è proprio l’anime composto in tutto da tre stagioni ad essere oggetto della nostra recensione.
L’opera è stata accolta dal pubblico con grande entusiasmo, anche se la serie animata ha ricevuto numerose critiche a causa di quello che sembrerebbe un brusco calo di qualità che si percepisce dalla terza stagione in poi.
La trama
Il protagonista della storia è il giovane Ken Kaneki, uno studente universitario dall’animo gentile e con un triste passato alle spalle, che vive a Tokyo. Le avventure di Ken Kaneki hanno luogo in una Tokyo che a primo impatto sembrerebbe quella nostra e contemporanea. Tuttavia, così non è, poiché la città viene avvolta dall’elemento fantastico costituito dalla presenza dei ghoul. I ghoul sono creature antropofaghe dalle sembianze umane, che seminano terrore in città, ma che nonostante tutto riescono ad inserirsi perfettamente nella società e in alcuni casi riescono a convivere perfettamente con gli altri esseri umani.
Un giorno, Kaneki si reca in bar dove conosce Rize, una splendida ragazza sua coetanea che sembra perfetta per il nostro eroe. Come Kaneki anche Rize presenta un notevole interesse per lo studio, e in particolare nella lettura, questo spinge Kaneki a restare ben presto coinvolto anche da un punto di vista sentimentale. Rize però in realtà è un ghoul che ha scelto Kaneki come sua prossima preda e, con la scusa di un primo appuntamento, attira il giovane studente in una trappola presso un cantiere isolato, solo per potersi cibare di lui. I piani della ghoul però falliscono, visto che i due rimangono coinvolti in un incidente in cui la stessa Rize perde la vita. Kaneki, dilaniato dalle ferite dovute all’attacco di Rize, viene portato d’urgenza in ospedale, dove, nel tentativo di salvargli la vita, subisce un intervento di trapianto di organi estratti proprio dal corpo della ghoul. L’operazione trasformerà il nostro giovane Kaneki in un ghoul, ed è proprio da lì che ha inizio questa incredibile storia.
I principali dettagli dell’anime
Nonostante le numerose critiche mosse dalla stessa fanbase di “Tokyo Ghoul”, l’anime si è contraddistinto grazie ad alcuni elementi che hanno reso l’opera unica.
Uno di questi è sicuramente l’animazione stessa, non a caso la serie è stata animata da uno degli studi più importanti del settore. Lo Studio Pierrot ha infatti rappresentato e animato al meglio quelli che sono gli scenari quotidiani di una Tokyo immensa e cosmopolita. Tuttavia, le strade grigie e gremite di gente che passeggia nell’indifferenza si contrappongono ai colori vivaci che caratterizzano l’aspetto dei principali personaggi.
Anche il doppiaggio dimostra di essere all’altezza di quello originale. A dimostrazione di ciò il fatto che, durante una delle tante scene crude, basta chiudere gli occhi per sentire la pelle accapponarsi da sola.
Per comprendere meglio tutti i dettagli di questo anime, occorre focalizzarsi un attimo anche su un ulteriore elemento, ovvero la colonna sonora. La colonna sonora si sposa perfettamente con qualsiasi scena. Per esempio, le scene più sadiche sono accompagnate sempre da un sound cupo e classicista che scuote lo spettatore e lo coglie di sorpresa. Fino ad arrivare al brano “Unravel”, opening iconica dell’anime, scritta e prodotta nel 2014 da Toru Kitajima dei Ling Tosite Sigure. Il brano è riuscito a rappresentare tutto il dolore e la passione che prova il protagonista, ma anche i ghoul stessi, nel corso degli eventi che accadono.
Perché a mio avviso è davvero così speciale
L’anime di “Tokyo Ghoul” è comunque un’opera avvincente per cui vale la pena sedersi davanti allo schermo. Occorre precisare però che l’ultima stagione si distanzia quasi completamente dalle precedenti, con un cambiamento che riguarda anche i disegnatori dell’anime.
I nuovi disegni, al momento dell’uscita, hanno deluso un po’ tutti. E non perché siano di dubbia qualità, ma perché ci eravamo affezionati alla prima caratterizzazione dei personaggi.
Ma il disegno non è stato l’unico “problema”. La seconda stagione si conclude in un tempo ben preciso che non è lo stesso da cui parte poi la terza stagione. Quest’ultima è ambientata sempre a Tokyo, ma in un futuro prossimo un po’ lontano da dove ci eravamo lasciati con la seconda stagione. Cambiano così molti personaggi, e lo stesso Kaneki è avvolto da un velo di mistero.
In conclusione, crediamo che chiunque debba guardare almeno una volta “Tokyo Ghoul”.
Questo perché, a differenza di ciò che pensano in molti, non si tratta di una semplice opera cruda e splatter, anzi. L’incredibile dolcezza e la sensibilità di Kaneki ci riportano un po’ tutti davanti allo specchio, soprattutto nel momento in cui siamo costretti a effettuare delle scelte che non sempre ci rendono felici, ma che è giusto fare.
Inoltre, sono molto importanti e ben strutturati anche i legami sentimentali che si vanno a sviluppare tra i ghoul. Al punto che in alcuni episodi sembrano più sensibili queste creature che gli umani stessi.
Effettivamente, “Tokyo Ghoul” è un anime speciale proprio per questo. Perché viene portato all’attenzione del pubblico il fatto stesso che a volte sono gli umani i veri mostri.
La prima stagione di "Tokyo Ghoul" devo dire che mi è piaciuta molto, come la seconda. La terza stagione devo ammettere che non mi ha entusiasmato troppo: l'ho trovata abbastanza noiosa, almeno nei primi episodi.
In ogni caso, qui mi limiterò a recensire solamente la prima.
Partiamo dalla trama: siamo a Tokyo, in Giappone, dove dei mostri chiamati "ghoul" si nascondono e si cibano degli esseri umani. Un normale adolescente appassionato di lettura, Ken Kaneki, si innamora di una ragazza bellissima, Rize Kamishiro, e le chiede di uscire. Dopo l'appuntamento, però, Rize prova a mangiarlo, rivelandogli di essere un ghoul. Per fortuna viene schiacciata da delle travi e Kaneki non muore. Portato in ospedale, gli vengono trapiantati gli organi di Rize; il ragazzo diventa così un umano-ghoul, l'unico essere vivente in grado di appartenere a entrambi i mondi. Successivamente, Kaneki inizia a lavorare all'Anteiku, un bar dove si ritrovano i ghoul che cercano la pace con la CCG, l'organizzazione che li vuole sterminare. E da qui iniziano un sacco di avventure per il ragazzo e gli altri membri dell'Anteiku, come Touka, Hinami, Nishiki e Yomo.
Dunque, ora che ho finito, posso dire che trovo la trama di "Tokyo Ghoul" molto bella e interessante.
Parliamo, adesso, dei personaggi principali: Ken Kaneki è il classico ragazzo che non farebbe male a una mosca, ma che alla fine si trasforma in uno dei ghoul più forti e potenti; Touka Kirishima è una ghoul dura fuori ma molto dolce e sensibile dentro; Nishiki Nishio è un ghoul scontroso ma dall'animo buono, che aiuta Kaneki dopo essere stato salvato da quest'ultimo; Hinami Fueguchi è una simpatica e dolce ghoul molto affezionata a Kaneki.
Infine, parliamo dei disegni: molto belli, mi piacciono davvero. Anche il doppiaggio è ben fatto.
L'unica cosa è che non avrei classificato "Tokyo Ghoul" come un horror: insomma, è vero che c'è tanto sangue eccetera, però non è presente quel senso di inquietudine che invece c'è negli horror.
Voto finale: 8
In ogni caso, qui mi limiterò a recensire solamente la prima.
Partiamo dalla trama: siamo a Tokyo, in Giappone, dove dei mostri chiamati "ghoul" si nascondono e si cibano degli esseri umani. Un normale adolescente appassionato di lettura, Ken Kaneki, si innamora di una ragazza bellissima, Rize Kamishiro, e le chiede di uscire. Dopo l'appuntamento, però, Rize prova a mangiarlo, rivelandogli di essere un ghoul. Per fortuna viene schiacciata da delle travi e Kaneki non muore. Portato in ospedale, gli vengono trapiantati gli organi di Rize; il ragazzo diventa così un umano-ghoul, l'unico essere vivente in grado di appartenere a entrambi i mondi. Successivamente, Kaneki inizia a lavorare all'Anteiku, un bar dove si ritrovano i ghoul che cercano la pace con la CCG, l'organizzazione che li vuole sterminare. E da qui iniziano un sacco di avventure per il ragazzo e gli altri membri dell'Anteiku, come Touka, Hinami, Nishiki e Yomo.
Dunque, ora che ho finito, posso dire che trovo la trama di "Tokyo Ghoul" molto bella e interessante.
Parliamo, adesso, dei personaggi principali: Ken Kaneki è il classico ragazzo che non farebbe male a una mosca, ma che alla fine si trasforma in uno dei ghoul più forti e potenti; Touka Kirishima è una ghoul dura fuori ma molto dolce e sensibile dentro; Nishiki Nishio è un ghoul scontroso ma dall'animo buono, che aiuta Kaneki dopo essere stato salvato da quest'ultimo; Hinami Fueguchi è una simpatica e dolce ghoul molto affezionata a Kaneki.
Infine, parliamo dei disegni: molto belli, mi piacciono davvero. Anche il doppiaggio è ben fatto.
L'unica cosa è che non avrei classificato "Tokyo Ghoul" come un horror: insomma, è vero che c'è tanto sangue eccetera, però non è presente quel senso di inquietudine che invece c'è negli horror.
Voto finale: 8
Di per sé la serie non è un granché, oggettivamente, il protagonista e i personaggi principali non sono dei personaggi caratterizzati a tal punto da ricordarli e riconoscerli, soprattutto il protagonista, che è sicuramente il personaggio più iconico e famoso della serie: il suo sviluppo poteva essere migliorato, rendendolo più profondo, andando a concentrarsi di più sui suoi pensieri, ma capisco che la serie ha avuto pochi episodi per riassumere il tutto e che quindi non abbia avuto tempo per approfondire la questione (come viene fatto nel manga), infatti le motivazioni delle scelte dei personaggi vanno a perdersi o la serie le cambia. Per fare un esempio di personaggi principali non particolarmente caratterizzati, Touka Kirishima ha una personalità stereotipata con qualche modifica basata sulle sue vicende personali, e la stessa cosa Nishiki Nishio, Hinami, Yomo... ci sono altri personaggi invece che non sono originali, ma un po' interessanti (rispetto agli altri personaggi della serie), a mio parere, come: Takizawa, Akira, Tsukiyama...
Ha una buona grafica con una buona opening, che verrà riusata più volte nelle successive stagioni; per la trama invece non ho molto da dire, come per i ghoul, che vengono rappresentati anche in altri anime shonen, portando all'incirca le stesse tematiche.
Considerazioni finali: "Tokyo Ghoul" è una serie che si basa principalmente sui suoi personaggi e sulle tematiche che affronta (le due cose sono collegate, in un certo senso), ma questi sono stati sminuiti e riassunti, per cui non si può avere un quadro completo dell'opera.
Ha una buona grafica con una buona opening, che verrà riusata più volte nelle successive stagioni; per la trama invece non ho molto da dire, come per i ghoul, che vengono rappresentati anche in altri anime shonen, portando all'incirca le stesse tematiche.
Considerazioni finali: "Tokyo Ghoul" è una serie che si basa principalmente sui suoi personaggi e sulle tematiche che affronta (le due cose sono collegate, in un certo senso), ma questi sono stati sminuiti e riassunti, per cui non si può avere un quadro completo dell'opera.
Oh, boy... Ho dovuto vedere questa serie per un patto che ho fatto. Quando quest'anime uscì, come ogni anime di tendenza l'ho sempre guardato come la classica operetta sopravvalutata che per qualche motivo esplode fra gli weaboo, e c'è da dire che nessun anime di tendenza mi ha mai fatto impazzire. Con parecchio scetticismo ho deciso di tuffarmi a vederlo, e devo dire la verità, mi aspettavo molto, ma molto peggio. In questa recensione darò il mio parere solo sulla prima serie, perché perfino gli estimatori di questa opera mi hanno consigliato di stare alla larga dalle successive.
"Tokyo Ghoul" è ambientata in una Tokyo contesa fra due fazioni: umani contro ghoul. Questi ultimi sono degli esseri antropofagi con capacità sovrannaturali che hanno bisogno di divorare gli umani per vivere. Ciononostante, alcuni di questi cercano di farsi in quattro per vivere una vita normale. Naturalmente, gli umani stessi li considerano come una piaga da estirpare.
La storia si apre con Ken Kaneki, solito protagonista shonen silenzioso, timido ed eccessivamente buono, che con il suo grande amico Hide discute del fatto che sia ancora single. Durante tale discussione giunge nel locale una bella ragazza di nome Rize, per la quale Kaneki ha una cotta. Riuscendo ad ottenere un appuntamento insieme, proprio sul più bello Kaneki fa una brutta scoperta: Rize è un ghoul, una sadica psicopatica assassina temuta perfino dai ghoul stessi. Tuttavia, a causa di quello che sembra essere un incidente, Rize muore, e Kaneki, in fin di vita, subirà un'operazione di trapianto, dove riceverà gli organi di Rize stessa.
Successivamente, dopo una rapida ripresa, Kaneki scoprirà con orrore, a causa degli organi di Rize in lui, di essersi trasformato in un ibrido fra umano e ghoul.
Allora... come iniziare? Lo faccio dicendo che questa è una buona serie per ciò che ha cercato di raccontare: quella fra gli umani e i ghoul è una vera e propria guerra d'odio, e in quanto tale a pagarne le spese sono sempre gli innocenti, quelli che da entrambe le fazioni avrebbero voluto solamente la pace e la convivenza.
I personaggi poi sono, fino ad adesso, ben scritti, e hanno il loro perché: fra tutti voglio citare, fra i ghoul, Touka, coprotagonista che è una dura e con un passato di assassino, e la piccola Hinami. Un altro grande plauso va ad Amon e soprattutto a Mado Kureo, entrambi investigatori del CCG, organizzazione che si occupa della localizzazione e dello sterminio dei ghoul.
Su Kaneki dico poco: solo che si comporta da classico protagonista invertebrato che alla fine si trasforma nell' "edgy" per eccellenza.
Nonostante gli scetticismi, devo dire che trama e personaggi fanno il loro lavoro. Promosso.
Il lato tecnico, essendo un anime splatter, è caratterizzato da sangue ovunque e scene brutali che, soprattutto nei primi episodi, riescono nel loro intento di essere ad alto impatto. I disegni in sé e le animazioni sono molto molto carine, così come le OST. Opening ed ending sono 'meh'.
Che dire? Un anime che al sette-sette e mezzo ci arriva. Non è affatto il capolavoro che i weaboo credono sia, non ci arriva neanche lontanamente, ma è una storia fino ad adesso godibile, fatta bene, e ha anche qualche bella trovata.
"Tokyo Ghoul" è ambientata in una Tokyo contesa fra due fazioni: umani contro ghoul. Questi ultimi sono degli esseri antropofagi con capacità sovrannaturali che hanno bisogno di divorare gli umani per vivere. Ciononostante, alcuni di questi cercano di farsi in quattro per vivere una vita normale. Naturalmente, gli umani stessi li considerano come una piaga da estirpare.
La storia si apre con Ken Kaneki, solito protagonista shonen silenzioso, timido ed eccessivamente buono, che con il suo grande amico Hide discute del fatto che sia ancora single. Durante tale discussione giunge nel locale una bella ragazza di nome Rize, per la quale Kaneki ha una cotta. Riuscendo ad ottenere un appuntamento insieme, proprio sul più bello Kaneki fa una brutta scoperta: Rize è un ghoul, una sadica psicopatica assassina temuta perfino dai ghoul stessi. Tuttavia, a causa di quello che sembra essere un incidente, Rize muore, e Kaneki, in fin di vita, subirà un'operazione di trapianto, dove riceverà gli organi di Rize stessa.
Successivamente, dopo una rapida ripresa, Kaneki scoprirà con orrore, a causa degli organi di Rize in lui, di essersi trasformato in un ibrido fra umano e ghoul.
Allora... come iniziare? Lo faccio dicendo che questa è una buona serie per ciò che ha cercato di raccontare: quella fra gli umani e i ghoul è una vera e propria guerra d'odio, e in quanto tale a pagarne le spese sono sempre gli innocenti, quelli che da entrambe le fazioni avrebbero voluto solamente la pace e la convivenza.
I personaggi poi sono, fino ad adesso, ben scritti, e hanno il loro perché: fra tutti voglio citare, fra i ghoul, Touka, coprotagonista che è una dura e con un passato di assassino, e la piccola Hinami. Un altro grande plauso va ad Amon e soprattutto a Mado Kureo, entrambi investigatori del CCG, organizzazione che si occupa della localizzazione e dello sterminio dei ghoul.
Su Kaneki dico poco: solo che si comporta da classico protagonista invertebrato che alla fine si trasforma nell' "edgy" per eccellenza.
Nonostante gli scetticismi, devo dire che trama e personaggi fanno il loro lavoro. Promosso.
Il lato tecnico, essendo un anime splatter, è caratterizzato da sangue ovunque e scene brutali che, soprattutto nei primi episodi, riescono nel loro intento di essere ad alto impatto. I disegni in sé e le animazioni sono molto molto carine, così come le OST. Opening ed ending sono 'meh'.
Che dire? Un anime che al sette-sette e mezzo ci arriva. Non è affatto il capolavoro che i weaboo credono sia, non ci arriva neanche lontanamente, ma è una storia fino ad adesso godibile, fatta bene, e ha anche qualche bella trovata.
Mi sono spinto a vedere questa serie principalmente per l'immensa fama che si porta dietro: qualunque Top 20 su YouTube o classifica dei migliori anime degli ultimi vent'anni riporta inevitabilmente a "Tokyo Ghoul"... è assodato ormai.
Quindi sono partito per questo viaggio e, nel momento in cui sto scrivendo queste righe, sono in procinto di terminare la terza e ultima serie di quest'opera animata, dove di cose da dire ce ne sarebbero davvero molte, se dovessi giudicarle tutte e tre in unica recensione; giustamente sono anche talmente diverse tra loro (anche se legate da un filo comune), che forse è effettivamente meglio giudicarle separatamente.
"Tokyo Ghoul", la serie di partenza, è ispirata all'omonimo manga di Sui Ishida, di cui conosco davvero pochissimo, se non nulla, e come in tante altre occasioni mi ritrovo a dover giudicare l'opera prendendo in esame la versione animata, piuttosto che la controparte cartacea; questo mi mette sempre un po' a disagio, dal momento (come sembra anche in questo caso per voce dei fan) che in alcuni casi non viene resa giustizia all'opera originale. Ma d'altronde dell'anime si parla, ragion per cui...
Personalmente mi ha spiazzato molto rendermi conto di quanto sia "teatrale" la narrazione; delle volte mi trasmetteva dei richiami a "Neon Genesis Evangelion" nel modo in cui affrontava alcune situazioni psicologiche legate ai personaggi, ma non riusciva però a rendere la storia interessante quanto l'opera da me citata, rendendo di conseguenza inappropriate e fuori luogo scene che, in realtà, avrebbero dovuto contenere una certa profondità. Ed è questo che principalmente non mi è piaciuto di "Tokyo Ghoul", il riscontrare la presenza di un'analisi artistica e psicologica non sempre dosata con diligenza, ma, anzi, ostentando delle volte quella che è una storia solo decisamente troppo confusa e piena di carne sul fuoco.
Qui si passa al secondo difetto, secondo me: troppi personaggi inseriti in un contesto comune che si seguono con difficoltà a causa delle innumerevoli scene d'azione che fanno seguire le varie vicende con una tale frenesia, da rendere il tutto troppo pasticciato e poco ordinato; ne consegue un certo disorientamento che sono riuscito a tamponare ricorrendo al "rewind" del mio lettore per rivedere alcune parti (cosa non proprio positiva direi...).
Tuttavia ci sono molti spunti interessanti legati a questo mondo che vede gli esseri umani convivere con i ghoul, una razza dalle origini sconosciute che, nonostante l'aspetto e (in alcuni casi) il comportamento, non ha niente di umano. Ma l'opera ci butta in questa Tokyo post-moderna senza dare alcuna spiegazione, dando per scontato questa coesistenza tra razze e sfruttando il povero protagonista Ken Kaneki, come se fosse una sorta di Virgilio che accompagna lo spettatore. Ken Kaneki viene introdotto come un essere umano a cui vengono trapiantati organi interni appartenenti a un ghoul, creando di fatto un ibrido tra le due diverse forme di vita, che porta il giovane protagonista a farsi le stesse domande dello spettatore; da qui il perché l'ho definito il "Virgilio" dell'opera.
Comunque, dopo qualche episodio si riesce lo stesso ad avere una quadra, per quanto confusa, e alla fine ci si abitua, anche se personalmente non ho amato nemmeno molto i poteri dei ghoul, anch'essi confusionari, dal momento che, oltre a nutrirsi di carne umana, le loro peculiarità risiedono nelle enormi prestazioni fisiche e nell'utilizzo della kagune, una sorta di protuberanza (o più protuberanze), definiamola "biologica", che esce dai loro corpi e che utilizzano come arma contundente, tentacolo o scudo per proteggersi, rendendo però tutto molto esagerato e poco chiaro... a volte anche banale nella sua spettacolarizzazione legata a ben poca sostanza, in realtà.
Di fatto è una guerra tra umani e ghoul, dove i primi sentono il bisogno di liberarsi dei secondi, i quali non tutti sembrano invece avere intenzioni belliche; Kaneki serve anche a questo, fa da ponte tra le due razze e risulta un personaggio chiave anche per l'approfondimento di alcuni concetti forse troppo intersecati tra loro ma necessari per comprendere alcune dinamiche troppo facilmente sfuggevoli.
Il finale mi ha lasciato un po' interdetto, anche se devo ammettere che in alcuni frangenti riesce a risultare particolarmente violenta e crudele come serie, ma mai come mi immaginavo da quello che mi avevano detto o avevo sentito, e la conclusione palesemente aperta di questa prima serie lascia solamente un enorme punto interrogativo sopra la testa.
A mio avviso si tratta di un opera un po' sopravvalutata, secondo me... a volte mi dava addirittura l'idea di essere un pizzico autoreferenziale, ed è tutto dire.
Ad ogni modo, per alcune cose l'ho ritenuta una serie interessante, anche se non quel capolavoro che strillano molti.
Quindi sono partito per questo viaggio e, nel momento in cui sto scrivendo queste righe, sono in procinto di terminare la terza e ultima serie di quest'opera animata, dove di cose da dire ce ne sarebbero davvero molte, se dovessi giudicarle tutte e tre in unica recensione; giustamente sono anche talmente diverse tra loro (anche se legate da un filo comune), che forse è effettivamente meglio giudicarle separatamente.
"Tokyo Ghoul", la serie di partenza, è ispirata all'omonimo manga di Sui Ishida, di cui conosco davvero pochissimo, se non nulla, e come in tante altre occasioni mi ritrovo a dover giudicare l'opera prendendo in esame la versione animata, piuttosto che la controparte cartacea; questo mi mette sempre un po' a disagio, dal momento (come sembra anche in questo caso per voce dei fan) che in alcuni casi non viene resa giustizia all'opera originale. Ma d'altronde dell'anime si parla, ragion per cui...
Personalmente mi ha spiazzato molto rendermi conto di quanto sia "teatrale" la narrazione; delle volte mi trasmetteva dei richiami a "Neon Genesis Evangelion" nel modo in cui affrontava alcune situazioni psicologiche legate ai personaggi, ma non riusciva però a rendere la storia interessante quanto l'opera da me citata, rendendo di conseguenza inappropriate e fuori luogo scene che, in realtà, avrebbero dovuto contenere una certa profondità. Ed è questo che principalmente non mi è piaciuto di "Tokyo Ghoul", il riscontrare la presenza di un'analisi artistica e psicologica non sempre dosata con diligenza, ma, anzi, ostentando delle volte quella che è una storia solo decisamente troppo confusa e piena di carne sul fuoco.
Qui si passa al secondo difetto, secondo me: troppi personaggi inseriti in un contesto comune che si seguono con difficoltà a causa delle innumerevoli scene d'azione che fanno seguire le varie vicende con una tale frenesia, da rendere il tutto troppo pasticciato e poco ordinato; ne consegue un certo disorientamento che sono riuscito a tamponare ricorrendo al "rewind" del mio lettore per rivedere alcune parti (cosa non proprio positiva direi...).
Tuttavia ci sono molti spunti interessanti legati a questo mondo che vede gli esseri umani convivere con i ghoul, una razza dalle origini sconosciute che, nonostante l'aspetto e (in alcuni casi) il comportamento, non ha niente di umano. Ma l'opera ci butta in questa Tokyo post-moderna senza dare alcuna spiegazione, dando per scontato questa coesistenza tra razze e sfruttando il povero protagonista Ken Kaneki, come se fosse una sorta di Virgilio che accompagna lo spettatore. Ken Kaneki viene introdotto come un essere umano a cui vengono trapiantati organi interni appartenenti a un ghoul, creando di fatto un ibrido tra le due diverse forme di vita, che porta il giovane protagonista a farsi le stesse domande dello spettatore; da qui il perché l'ho definito il "Virgilio" dell'opera.
Comunque, dopo qualche episodio si riesce lo stesso ad avere una quadra, per quanto confusa, e alla fine ci si abitua, anche se personalmente non ho amato nemmeno molto i poteri dei ghoul, anch'essi confusionari, dal momento che, oltre a nutrirsi di carne umana, le loro peculiarità risiedono nelle enormi prestazioni fisiche e nell'utilizzo della kagune, una sorta di protuberanza (o più protuberanze), definiamola "biologica", che esce dai loro corpi e che utilizzano come arma contundente, tentacolo o scudo per proteggersi, rendendo però tutto molto esagerato e poco chiaro... a volte anche banale nella sua spettacolarizzazione legata a ben poca sostanza, in realtà.
Di fatto è una guerra tra umani e ghoul, dove i primi sentono il bisogno di liberarsi dei secondi, i quali non tutti sembrano invece avere intenzioni belliche; Kaneki serve anche a questo, fa da ponte tra le due razze e risulta un personaggio chiave anche per l'approfondimento di alcuni concetti forse troppo intersecati tra loro ma necessari per comprendere alcune dinamiche troppo facilmente sfuggevoli.
Il finale mi ha lasciato un po' interdetto, anche se devo ammettere che in alcuni frangenti riesce a risultare particolarmente violenta e crudele come serie, ma mai come mi immaginavo da quello che mi avevano detto o avevo sentito, e la conclusione palesemente aperta di questa prima serie lascia solamente un enorme punto interrogativo sopra la testa.
A mio avviso si tratta di un opera un po' sopravvalutata, secondo me... a volte mi dava addirittura l'idea di essere un pizzico autoreferenziale, ed è tutto dire.
Ad ogni modo, per alcune cose l'ho ritenuta una serie interessante, anche se non quel capolavoro che strillano molti.
“Vivere vuol dire divorare gli altri.”
Una massima egoistica e dal benessere egocentrico, in cui si può riassumere uno dei concetti di fondo di tutto “Tokyo Ghoul”, in netta contrapposizione con l’altruismo autolesionista che ne bilancia la psicologia generale su cui è costruita la trama.
Cannibalismo, sangue a litri, violenza, azione, pochi spunti di riflessione e diverse situazioni irrisolte: direttamente dal manga di grande successo, “Tokyo Ghoul” si presenta sugli schermi con belle animazioni - anche se non eccezionali, dalla qualità altalenante, dove il meglio lo si può gustare nelle roboanti scene d’azione -, ma una trama ridotta all’osso, striminzita, ammassata e priva di ricami importanti e particolari necessari, almeno rispetto alla sua controparte cartacea.
E’ una realtà parallela alla nostra, simile in tutto e per tutto, tranne per il fatto che al mondo vi sono esseri identici agli umani, ma che si possono nutrire esclusivamente di carne umana, e posseggono poteri sovrannaturali, armi “organiche” sprigionate direttamente dal loro corpo, una rigenerazione portentosa, e una resistenza sovrumana.
Ma cosa sono i ghoul, esattamente?
La ghul o gul (in arabo: الغول), talora scritto secondo la grafia inglese ghoul, italianizzato in gula, è secondo i musulmani un'entità soprannaturale o uno spirito, le cui origini sono precedenti all'avvento dell'Islam. Nel folklore arabo, inizialmente era visto come un Djinn, mentre nella letteratura di H.P. Lovecraft furono immaginati come creature abitatrici del sottosuolo, umanoidi abituati a cibarsi degli esseri umani. Nei più recenti racconti horror, o in vari giochi di ruolo, nella mitologia occidentale e nel restyle post-ottocentesco, il “ghoul” risulta più simile a uno zombie quasi-vivente, capace di cibarsi di esseri umani e di terrorizzare chiunque con la propria presenza orripilante. In ogni caso, un mostro reietto, un abominio nemico della società, figlio di dei dimenticati e oscuri.
Nell’universo di “Tokyo Ghoul”, questi particolari vengono appena accennati: i ghoul sono molto più simili a vampiri che, per sopravvivere, al posto del sangue, prediligono direttamente la carne umana. Tuttavia, come i vari Nosferatu, Dracula & Co., posseggono poteri portentosi, abilità speciali e sovrumane, anche se appaiono meno eleganti e più simili a normalissimi umani, nei quali si confondono durante la vita di tutti i giorni. In poche parole, pseudo-vampiri moderni divisi anch’essi in fazioni e in dispute centenarie.
Ed è proprio così che comincia questa storia, ovvero seguendo le avventure di un semplice studente giapponese di nome Kaneki, che, ritrovatosi con il suo migliore amico al bar dove sono soliti passare i pomeriggi, tenterà di dichiararsi a una bellissima ragazza che di tanto in tanto si reca al medesimo locale.
Questo è l’incipit di una storia che si mostrerà efferata, crudele e spietata.
I ghoul si confondono con l’umanità, Kaneki e il suo amico Hide sanno che nessuno ne ha mai davvero visto uno, ma il numero di strani omicidi che si stanno consumando in questi giorni lascia presagire qualcosa di terribile. Presto Kaneki, suo malgrado, si troverà coinvolto in qualcosa di molto più grande di lui, che metterà a dura prova la sua stessa umanità.
È un prodotto che va dritto al punto. Sebbene nettamente inferiore al manga, risulta a tratti intrigante, anche se parte dei temi trattati sono di una banalità sconcertante. Lo spettatore viene subito gettato nel vivo della storia, grazie anche a una colonna sonora clamorosamente bella, capace di creare atmosfere uniche, misteriose e rabbrividenti (un po' meno accattivante l’opening, che non mi è rimasta in testa più di tanto, forse perché troppo atipica e ricercata).
Mentre Kaneki si ritrova vittima ignara degli eventi, ci accorgiamo che i personaggi secondari (a parte un paio) vengono appena tratteggiati, e non approfonditi come meriterebbero. Alcuni rimangono solo abbozzati, come comparse sullo sfondo di un affresco decisamente incompleto, frettoloso, dove i brevi archi narrativi vengono compressi a causa dei soli dodici episodi disponibili. Nonostante si tratti solo della prima serie dedicata a questo brand, si avverte chiaramente la mancanza di punti di riferimento e approfondimenti riguardo alcune tematiche e personaggi, che, nonostante fungessero da spalla o da contorno, avrebbero meritato più spessore.
Come detto inizialmente, l’anime cerca di contrapporre sacrificio, altruismo, amicizia e amore, a prese di posizione ben più solide e ruvide, come l’egoismo, l’egocentrismo, la solitudine e la freddezza. Ma quale fra questi due filoni di pensiero è il giusto modo di vivere?
Le situazioni che vivono i protagonisti ci ricordano che, per vivere davvero sereni, è necessario pensare a noi stessi prima di pensare agli altri, e il confine fra cura per noi stessi ed egoismo privo d’affetto è labile, soprattutto per chi ne subisce gli effetti.
“Tokyo Ghoul” è senza dubbio uno shonen palese, senza mezzi termini, con una potente componente di sadismo e di violenza, talvolta eccessiva. Grazie a Kaneki che fa da intermediario fra i ghoul e gli esseri umani, si costruisce una sorta di “ponte” emotivo fra la delicatezza e la fragilità dell’animo umano, e il disagio, l’efferatezza e l’anormalità dei ghoul che non vogliono apparire mostruosi, ma in fondo, così come ogni “diverso”, vorrebbero farsi accettare dalla comunità umana.
Ma non tutti, ovviamente.
Nonostante i principi morali della storia siano piuttosto banali, così come sembrano scontati l’impostazione della trama e lo svolgimento del finale, il memento di quanto sia terribile, cieca, mostruosa e oscena la discriminazione verso chiunque riteniamo “diverso” è lapalissiano e inevitabile. Anche se per vie traverse, l’indice viene puntato inevitabilmente verso chi discrimina: niente in queste situazioni può essere o bianco o nero, ma tutto viene vissuto in una scala di grigi dove è sempre molto difficile decidere e comprendere chi è differente da noi. La realtà è sempre più complessa di come ce la immaginiamo.
Il finale, introspettivo, riflessivo, un viaggio all’interno della propria psiche, ricorda un po' il finale incompiuto del primo “Neon Genesis Evangelion”, ed è il momento migliore di tutto l’anime, anche se poi risulterà compresso e incompleto (continua senza sosta nella seconda serie).
A conti fatti, “Tokyo Ghoul” è una serie che poteva regalare molto di più, e con molta più accuratezza, ma sviluppata troppo in fretta e con troppi tagli, tanto da far percepire chiaramente il senso di incompletezza riguardo vari aspetti.
Viste le premesse, avrebbe meritato più episodi e più valorizzazione.
Una massima egoistica e dal benessere egocentrico, in cui si può riassumere uno dei concetti di fondo di tutto “Tokyo Ghoul”, in netta contrapposizione con l’altruismo autolesionista che ne bilancia la psicologia generale su cui è costruita la trama.
Cannibalismo, sangue a litri, violenza, azione, pochi spunti di riflessione e diverse situazioni irrisolte: direttamente dal manga di grande successo, “Tokyo Ghoul” si presenta sugli schermi con belle animazioni - anche se non eccezionali, dalla qualità altalenante, dove il meglio lo si può gustare nelle roboanti scene d’azione -, ma una trama ridotta all’osso, striminzita, ammassata e priva di ricami importanti e particolari necessari, almeno rispetto alla sua controparte cartacea.
E’ una realtà parallela alla nostra, simile in tutto e per tutto, tranne per il fatto che al mondo vi sono esseri identici agli umani, ma che si possono nutrire esclusivamente di carne umana, e posseggono poteri sovrannaturali, armi “organiche” sprigionate direttamente dal loro corpo, una rigenerazione portentosa, e una resistenza sovrumana.
Ma cosa sono i ghoul, esattamente?
La ghul o gul (in arabo: الغول), talora scritto secondo la grafia inglese ghoul, italianizzato in gula, è secondo i musulmani un'entità soprannaturale o uno spirito, le cui origini sono precedenti all'avvento dell'Islam. Nel folklore arabo, inizialmente era visto come un Djinn, mentre nella letteratura di H.P. Lovecraft furono immaginati come creature abitatrici del sottosuolo, umanoidi abituati a cibarsi degli esseri umani. Nei più recenti racconti horror, o in vari giochi di ruolo, nella mitologia occidentale e nel restyle post-ottocentesco, il “ghoul” risulta più simile a uno zombie quasi-vivente, capace di cibarsi di esseri umani e di terrorizzare chiunque con la propria presenza orripilante. In ogni caso, un mostro reietto, un abominio nemico della società, figlio di dei dimenticati e oscuri.
Nell’universo di “Tokyo Ghoul”, questi particolari vengono appena accennati: i ghoul sono molto più simili a vampiri che, per sopravvivere, al posto del sangue, prediligono direttamente la carne umana. Tuttavia, come i vari Nosferatu, Dracula & Co., posseggono poteri portentosi, abilità speciali e sovrumane, anche se appaiono meno eleganti e più simili a normalissimi umani, nei quali si confondono durante la vita di tutti i giorni. In poche parole, pseudo-vampiri moderni divisi anch’essi in fazioni e in dispute centenarie.
Ed è proprio così che comincia questa storia, ovvero seguendo le avventure di un semplice studente giapponese di nome Kaneki, che, ritrovatosi con il suo migliore amico al bar dove sono soliti passare i pomeriggi, tenterà di dichiararsi a una bellissima ragazza che di tanto in tanto si reca al medesimo locale.
Questo è l’incipit di una storia che si mostrerà efferata, crudele e spietata.
I ghoul si confondono con l’umanità, Kaneki e il suo amico Hide sanno che nessuno ne ha mai davvero visto uno, ma il numero di strani omicidi che si stanno consumando in questi giorni lascia presagire qualcosa di terribile. Presto Kaneki, suo malgrado, si troverà coinvolto in qualcosa di molto più grande di lui, che metterà a dura prova la sua stessa umanità.
È un prodotto che va dritto al punto. Sebbene nettamente inferiore al manga, risulta a tratti intrigante, anche se parte dei temi trattati sono di una banalità sconcertante. Lo spettatore viene subito gettato nel vivo della storia, grazie anche a una colonna sonora clamorosamente bella, capace di creare atmosfere uniche, misteriose e rabbrividenti (un po' meno accattivante l’opening, che non mi è rimasta in testa più di tanto, forse perché troppo atipica e ricercata).
Mentre Kaneki si ritrova vittima ignara degli eventi, ci accorgiamo che i personaggi secondari (a parte un paio) vengono appena tratteggiati, e non approfonditi come meriterebbero. Alcuni rimangono solo abbozzati, come comparse sullo sfondo di un affresco decisamente incompleto, frettoloso, dove i brevi archi narrativi vengono compressi a causa dei soli dodici episodi disponibili. Nonostante si tratti solo della prima serie dedicata a questo brand, si avverte chiaramente la mancanza di punti di riferimento e approfondimenti riguardo alcune tematiche e personaggi, che, nonostante fungessero da spalla o da contorno, avrebbero meritato più spessore.
Come detto inizialmente, l’anime cerca di contrapporre sacrificio, altruismo, amicizia e amore, a prese di posizione ben più solide e ruvide, come l’egoismo, l’egocentrismo, la solitudine e la freddezza. Ma quale fra questi due filoni di pensiero è il giusto modo di vivere?
Le situazioni che vivono i protagonisti ci ricordano che, per vivere davvero sereni, è necessario pensare a noi stessi prima di pensare agli altri, e il confine fra cura per noi stessi ed egoismo privo d’affetto è labile, soprattutto per chi ne subisce gli effetti.
“Tokyo Ghoul” è senza dubbio uno shonen palese, senza mezzi termini, con una potente componente di sadismo e di violenza, talvolta eccessiva. Grazie a Kaneki che fa da intermediario fra i ghoul e gli esseri umani, si costruisce una sorta di “ponte” emotivo fra la delicatezza e la fragilità dell’animo umano, e il disagio, l’efferatezza e l’anormalità dei ghoul che non vogliono apparire mostruosi, ma in fondo, così come ogni “diverso”, vorrebbero farsi accettare dalla comunità umana.
Ma non tutti, ovviamente.
Nonostante i principi morali della storia siano piuttosto banali, così come sembrano scontati l’impostazione della trama e lo svolgimento del finale, il memento di quanto sia terribile, cieca, mostruosa e oscena la discriminazione verso chiunque riteniamo “diverso” è lapalissiano e inevitabile. Anche se per vie traverse, l’indice viene puntato inevitabilmente verso chi discrimina: niente in queste situazioni può essere o bianco o nero, ma tutto viene vissuto in una scala di grigi dove è sempre molto difficile decidere e comprendere chi è differente da noi. La realtà è sempre più complessa di come ce la immaginiamo.
Il finale, introspettivo, riflessivo, un viaggio all’interno della propria psiche, ricorda un po' il finale incompiuto del primo “Neon Genesis Evangelion”, ed è il momento migliore di tutto l’anime, anche se poi risulterà compresso e incompleto (continua senza sosta nella seconda serie).
A conti fatti, “Tokyo Ghoul” è una serie che poteva regalare molto di più, e con molta più accuratezza, ma sviluppata troppo in fretta e con troppi tagli, tanto da far percepire chiaramente il senso di incompletezza riguardo vari aspetti.
Viste le premesse, avrebbe meritato più episodi e più valorizzazione.
Questa prima stagione è stata molto interessante, non c'è che dire (N.B. Ho già guardato "√A" e "Re").
La trama è molto ben riuscita, però le censure mi hanno fatto storcere un po' il naso. In sé e per sé l'anime è abbastanza violento, appunto, e certe volte anche comico. I disegni e le animazioni sono molto ben fatti, complimenti allo Studio Pierrot. L'opening è molto bella, e le OST sono carine, però non rendono bene alcune scene. I personaggi, però, non hanno un carattere ben definito... e la maggior parte dei "cattivi" non sono sani mentalmente, e un certo "ispettore" non è da meno. Poi il finale è stato un po' inconcludente, ma bello.
L'anime ha un bel significato, e ho capito anche il "messaggio" che vuole comunicare. Consiglio questo anime a tutti.
Trama: 8; disegni e animazioni: 8,5; OST e opening: 8; personaggi: 7,5.
Media dei voti: 8, per cui il mio voto a questo anime è 8/10.
La trama è molto ben riuscita, però le censure mi hanno fatto storcere un po' il naso. In sé e per sé l'anime è abbastanza violento, appunto, e certe volte anche comico. I disegni e le animazioni sono molto ben fatti, complimenti allo Studio Pierrot. L'opening è molto bella, e le OST sono carine, però non rendono bene alcune scene. I personaggi, però, non hanno un carattere ben definito... e la maggior parte dei "cattivi" non sono sani mentalmente, e un certo "ispettore" non è da meno. Poi il finale è stato un po' inconcludente, ma bello.
L'anime ha un bel significato, e ho capito anche il "messaggio" che vuole comunicare. Consiglio questo anime a tutti.
Trama: 8; disegni e animazioni: 8,5; OST e opening: 8; personaggi: 7,5.
Media dei voti: 8, per cui il mio voto a questo anime è 8/10.
Mi è piaciuta veramente tanto questa prima stagione di "Tokyo Ghoul"!
La trama è ben organizzata, i personaggi presentati in maniera molto omogenea e non troppo invasiva.
Mi è piaciuto il contesto in generale di "Tokyo Ghoul", ovvero gli umani che combattono contro una nuova specie umanoide che ora si trova in cima alla catena alimentare e che si nutre di carne umana. Poi vediamo l'arrivo di un ragazzo di nome Kaneki, il quale è un umano, ma che a causa di un incidente diventa un ghoul. In questa stagione Kaneki cercherà di adattarsi al mondo dei ghoul e di far riappacificare umani e ghoul.
Questo sì che può essere definito un anime!
La trama è ben organizzata, i personaggi presentati in maniera molto omogenea e non troppo invasiva.
Mi è piaciuto il contesto in generale di "Tokyo Ghoul", ovvero gli umani che combattono contro una nuova specie umanoide che ora si trova in cima alla catena alimentare e che si nutre di carne umana. Poi vediamo l'arrivo di un ragazzo di nome Kaneki, il quale è un umano, ma che a causa di un incidente diventa un ghoul. In questa stagione Kaneki cercherà di adattarsi al mondo dei ghoul e di far riappacificare umani e ghoul.
Questo sì che può essere definito un anime!
Il merito più grande che possa attribuire a questo anime è quello di avermi fatto conoscere il manga da cui è stato creato.
"Tokyo Ghoul" è una storia che parla di due mondi all'apparenza completamente diversi che devono convivere l'uno con l'altro. Il protagonista si ritrova a metà di essi, costretto a scegliere se abbandonare tutto in preda alla sofferenza o lottare per proteggere chi ama: umano o no.
"Tokyo Ghoul" è ricco delle emozioni contrastanti che i suoi personaggi provano: dolore e affetto, coraggio e paura, forza e debolezza.
I disegni sono molto belli, le animazioni piacevoli da guardare e anche il doppiaggio è ben fatto.
Consiglio vivamente questo anime, coinvolgente e accattivante come pochi.
"Tokyo Ghoul" è una storia che parla di due mondi all'apparenza completamente diversi che devono convivere l'uno con l'altro. Il protagonista si ritrova a metà di essi, costretto a scegliere se abbandonare tutto in preda alla sofferenza o lottare per proteggere chi ama: umano o no.
"Tokyo Ghoul" è ricco delle emozioni contrastanti che i suoi personaggi provano: dolore e affetto, coraggio e paura, forza e debolezza.
I disegni sono molto belli, le animazioni piacevoli da guardare e anche il doppiaggio è ben fatto.
Consiglio vivamente questo anime, coinvolgente e accattivante come pochi.
Questo fantastico anime è riuscito a entrare nel cuore di tutti, ne sono sicura. Ho amato tantissimo anch'io questo anime, perché affronta tutte le sfaccettature della realtà, dalle belle alle brutte, di come noi pensiamo che stiamo male, però ci sarà sempre gente che sta peggio; affronta la bellezza e il dolore del cambiamento, quando vuoi accettarlo e quando preferiresti non cambiare. Ma, quando sei costretto a cambiare, allora tutto diventa diverso, non puoi scappare e devi accettare la tua natura. Questo è quello che mi ha trasmesso l'anime in questione. È stupendo e non gli manca assolutamente niente!
Voto finale: 10
Voto finale: 10
Non ho molto da dire, è tra gli anime migliori che abbia mai visto.
Contiene potenza, lotta, felicità, passione, chiarimenti, ingiustizie, minoranza, dolore, ma soprattutto questo anime ha sviluppato una trama che stupenda è dire poco, valorizzando quest'avvicendarsi di emozioni.
La trama si sviluppa su Kaneki Ken, un ragazzo che ha avuto una vita difficile dall'inizio dell'adolescenza, essendo nato in un mondo troppo crudele per lui (come per chiunque), composto dai ghoul, forme di vita che si nutrono di carne umana. Dopo l'incontro con la ghoul Rize, ragazza di cui era innamorato, Kaneki entrerà in questo mondo crudele; dopo il loro particolare incontro e la rivelazione della reale ragazza, che vuole ammazzarlo, per colpa di un incidente in cui Rize muore verranno trapiantati i suoi organi a Kaneki, trasformandolo circa in un ghoul, con un solo occhio che lo mostra. Da qui avrà inizio la nuova vita di Kaneki, che non vorrà accettarsi in questa nuova forma.
La grafica e l'audio sono stupendi, i personaggi sono in grado di portare lo spettatore insieme ad essi in questo susseguirsi di emozioni.
Già detto in precedenza: tra gli anime più belli che abbia mai visto.
Contiene potenza, lotta, felicità, passione, chiarimenti, ingiustizie, minoranza, dolore, ma soprattutto questo anime ha sviluppato una trama che stupenda è dire poco, valorizzando quest'avvicendarsi di emozioni.
La trama si sviluppa su Kaneki Ken, un ragazzo che ha avuto una vita difficile dall'inizio dell'adolescenza, essendo nato in un mondo troppo crudele per lui (come per chiunque), composto dai ghoul, forme di vita che si nutrono di carne umana. Dopo l'incontro con la ghoul Rize, ragazza di cui era innamorato, Kaneki entrerà in questo mondo crudele; dopo il loro particolare incontro e la rivelazione della reale ragazza, che vuole ammazzarlo, per colpa di un incidente in cui Rize muore verranno trapiantati i suoi organi a Kaneki, trasformandolo circa in un ghoul, con un solo occhio che lo mostra. Da qui avrà inizio la nuova vita di Kaneki, che non vorrà accettarsi in questa nuova forma.
La grafica e l'audio sono stupendi, i personaggi sono in grado di portare lo spettatore insieme ad essi in questo susseguirsi di emozioni.
Già detto in precedenza: tra gli anime più belli che abbia mai visto.
Ho poco da dire, è l’anime più bello che abbia mai visto.
Ha tutto, dolore, impotenza, frustrazione, rivelazione, forza, cambiamento, gioia, amore, ma soprattutto è un anime che ha saputo sviluppare una trama a dir poco straordinaria, armonizzando questo turbine di emozioni.
La storia vede questo ragazzo, Ken Kaneki, che fin dall’infanzia ha avuto una vita difficile, venire inserito a forza in un mondo troppo crudele e duro per lui (come per tutti), ovvero quello dei ghoul, forme di vita antropofaghe. Ken inizierà questa dura vita dopo l’incontro con la ghoul Rize, della quale si era invaghito; dopo l’attesissimo appuntamento e l’inaspettata scoperta della vera natura della ragazza, che sta per ucciderlo, a causa di un incidente in cui Rize perde la vita a Kaneki verranno trapiantati gli organi della ragazza, trasformandolo in un mezzo ghoul, con un solo occhio rosso. Questo fatto avvierà la nuova vita di Kaneki, il quale non riuscirà ad accettare la sua nuova natura.
I comparti grafici e sonori sono fantastici, i personaggi trasmettono delle emozioni che pongono lo spettatore al centro del “turbine di emozioni” insieme al protagonista.
Come ho già detto, il miglior anime che abbia mai visto.
Ha tutto, dolore, impotenza, frustrazione, rivelazione, forza, cambiamento, gioia, amore, ma soprattutto è un anime che ha saputo sviluppare una trama a dir poco straordinaria, armonizzando questo turbine di emozioni.
La storia vede questo ragazzo, Ken Kaneki, che fin dall’infanzia ha avuto una vita difficile, venire inserito a forza in un mondo troppo crudele e duro per lui (come per tutti), ovvero quello dei ghoul, forme di vita antropofaghe. Ken inizierà questa dura vita dopo l’incontro con la ghoul Rize, della quale si era invaghito; dopo l’attesissimo appuntamento e l’inaspettata scoperta della vera natura della ragazza, che sta per ucciderlo, a causa di un incidente in cui Rize perde la vita a Kaneki verranno trapiantati gli organi della ragazza, trasformandolo in un mezzo ghoul, con un solo occhio rosso. Questo fatto avvierà la nuova vita di Kaneki, il quale non riuscirà ad accettare la sua nuova natura.
I comparti grafici e sonori sono fantastici, i personaggi trasmettono delle emozioni che pongono lo spettatore al centro del “turbine di emozioni” insieme al protagonista.
Come ho già detto, il miglior anime che abbia mai visto.
Premetto che non sono una grande fan di horror e cose così, al primo episodio ho lanciato il mio molto superficiale: "Puah!". E invece mi son dovuta ricredere, non è male come idea e nemmeno come storia, il ritmo è discretamente lento, soprattutto all'inizio. La storia coinvolge, e se all'inizio ci si sente un po' stufi del "solito buonismo" verso le vittime, beh, la storia ti fa ricredere e dimostra che tutti sono vittime e carnefici allo stesso tempo, tanto che non sai mai se tifare se per gli umani o per i ghoul.
Diverse scene le hanno censurate perché ovviamente è un po' splatter; non sono amante del genere, ma comunque lo consiglio, fa davvero riflettere.
E come disse l'anziano signore: "La vita in sé è un atto malvagio"
Diverse scene le hanno censurate perché ovviamente è un po' splatter; non sono amante del genere, ma comunque lo consiglio, fa davvero riflettere.
E come disse l'anziano signore: "La vita in sé è un atto malvagio"
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Premetto che adoro "Tokyo Ghoul", ma comunque in questa recensione cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
La trama in generale, di questa prima stagione, è abbastanza fedele all'opera originale, con il giovane Ken Kaneki che finisce preda della ghoul Rize... ma per via di quello che sembrerebbe essere un semplice gran colpo di fortuna Rize finisce per essere schiacciata da alcune travi precipitate da un cantiere lì vicino. Il medico, per salvare Kaneki, decide di trapiantare gli organi della ghoul ormai deceduta nel corpo di Kaneki, trasformando così il ragazzo in un mezzo ghoul. Questo è l'evento che mette in moto tutte le vicende di "Tokyo Ghoul".
I personaggi sono veramente ben caratterizzati ed è facile affezionarsi a loro: tra tutti, quello che spicca di più è senza alcun dubbio il protagonista Kaneki; sono comunque presenti dei personaggi poco approfonditi, ma in linea di massima la caratterizzazione dei personaggi è ben fatta.
Al inizio sembrerà di assistere alla solita battaglia tra bene e male, infatti i ghoul vengo descritti come dei mosti mangia-uomini, ma in realtà scopriremo che non è affatto così, e la lotta tra bene e male è proprio uno dei temi che colpirà Kaneki dopo essere entrato nel mondo dei ghoul.
Altro tema molto affascinante di "Tokyo Ghoul" è la lotta psicologica di Kaneki tra le due identità che coesistono all'interno di lui: infatti, dopo essere stato catturato da Aogiri e torturato all'estremo da Yamori, Kaneki finisce per accettare il suo lato ghoul. Questa scena è veramente bellissima, di sicuro la migliore dell'anime.
Oltre ai pregi, a "Tokyo Ghoul" non mancano di sicuro i difetti: oltre ad alcuni personaggi messi più in secondo piano, pecca anche in alcuni punti narrativamente, alcuni eventi non vengono approfonditi come dovrebbero e non mancano i buchi di trama.
Il lato tecnico è abbastanza buono, i disegni e le animazioni sono nella media, visivamente sono godibili. Le OST sono ottime, bellissime "Unravel", "Schmetterling", "Licht Schatten", giusto per fare qualche nome.
In conclusione, questa prima stagione di "Tokyo Ghoul", ovviamente (come quasi tutti gli anime), non regge il confronto con la sua controparte cartacea, che è un opera di ben altro spessore, ma comunque riesce ad appassionare (quest'anime mi ha spinto a leggere il manga); di sicuro si sarebbe potuto fare di più, ma comunque "Tokyo Ghoul" è qualcosa che merita di essere visto.
Premetto che adoro "Tokyo Ghoul", ma comunque in questa recensione cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
La trama in generale, di questa prima stagione, è abbastanza fedele all'opera originale, con il giovane Ken Kaneki che finisce preda della ghoul Rize... ma per via di quello che sembrerebbe essere un semplice gran colpo di fortuna Rize finisce per essere schiacciata da alcune travi precipitate da un cantiere lì vicino. Il medico, per salvare Kaneki, decide di trapiantare gli organi della ghoul ormai deceduta nel corpo di Kaneki, trasformando così il ragazzo in un mezzo ghoul. Questo è l'evento che mette in moto tutte le vicende di "Tokyo Ghoul".
I personaggi sono veramente ben caratterizzati ed è facile affezionarsi a loro: tra tutti, quello che spicca di più è senza alcun dubbio il protagonista Kaneki; sono comunque presenti dei personaggi poco approfonditi, ma in linea di massima la caratterizzazione dei personaggi è ben fatta.
Al inizio sembrerà di assistere alla solita battaglia tra bene e male, infatti i ghoul vengo descritti come dei mosti mangia-uomini, ma in realtà scopriremo che non è affatto così, e la lotta tra bene e male è proprio uno dei temi che colpirà Kaneki dopo essere entrato nel mondo dei ghoul.
Altro tema molto affascinante di "Tokyo Ghoul" è la lotta psicologica di Kaneki tra le due identità che coesistono all'interno di lui: infatti, dopo essere stato catturato da Aogiri e torturato all'estremo da Yamori, Kaneki finisce per accettare il suo lato ghoul. Questa scena è veramente bellissima, di sicuro la migliore dell'anime.
Oltre ai pregi, a "Tokyo Ghoul" non mancano di sicuro i difetti: oltre ad alcuni personaggi messi più in secondo piano, pecca anche in alcuni punti narrativamente, alcuni eventi non vengono approfonditi come dovrebbero e non mancano i buchi di trama.
Il lato tecnico è abbastanza buono, i disegni e le animazioni sono nella media, visivamente sono godibili. Le OST sono ottime, bellissime "Unravel", "Schmetterling", "Licht Schatten", giusto per fare qualche nome.
In conclusione, questa prima stagione di "Tokyo Ghoul", ovviamente (come quasi tutti gli anime), non regge il confronto con la sua controparte cartacea, che è un opera di ben altro spessore, ma comunque riesce ad appassionare (quest'anime mi ha spinto a leggere il manga); di sicuro si sarebbe potuto fare di più, ma comunque "Tokyo Ghoul" è qualcosa che merita di essere visto.
Dopo aver visto "Kiseiju", un anime davvero interessante (lessi anche il manga, fantastico!), decisi di guardare "Tokyo Ghoul", perché la trama aveva delle similitudini: il ragazzo comune che si mescola a esseri paranormali, diventando metà umano e metà "mostro". Inoltre "Tokyo Ghoul" è molto famoso e, a detta di molti, un capolavoro. Davvero non mi capacito di tali giudizi, davvero per me si è rilevato un anime mediocre, anonimo, banale, insipido.
Credo che, se i personaggi sono affascinanti, il resto viene da sé, anche se il resto dell'anime non è ben strutturato. Qui invece sono proprio i personaggi a non convincere, partendo dal protagonista, Kaneki. Egli è il classico studente universitario residente a Tokyo che si imbatte per caso un giorno in un ghoul, un essere cannibale, che tenta di ucciderlo per cibarsi. Ma qualcosa va storto e lui si ritrova a subire un'operazione, e gli vengono trapiantati organi del ghoul che lo aveva attaccato, rendendolo metà umano e metà ghoul. La parte iniziale è concentrata sulla sua trasformazione fisica, la fatica a mangiare cibi umani e la repulsione a uccidere gente innocente per cibarsi. Kaneki si rivela presto un personaggio stancante, perché piagnucoloso, piatto, passivo, timido, ingenuo e senza spina dorsale. Poi c'è Touka, un altro personaggio principale pessimo: lei infatti è la classica ragazza stereotipata dalle grandi capacità combattive, sempre arrabbiata e arrogante col protagonista. Davvero non mi andava giù, la trovavo odiosa.
Ci sono molti altri personaggi ma vengono poco approfonditi. Nella seconda parte dell'anime viene dato molto spazio agli agenti anti-ghoul, e al loro scopo, ripulire la città da questi cannibali assassini, ma neppure loro mi hanno convinto del tutto.
La grafica è buona genericamente, come la colonna sonora. La canzone di apertura per me era terribile, uno strazio. Il doppiaggio l'ho trovato estasiante, abbiamo davvero ottimi doppiatori in Italia.
Quest'anime è un susseguirsi di riflessioni esistenziali alternate a scene di pessima azione, con un finale assolutamente inconcludente. Una storia poco interessante, personaggi discutibili, tante banalità e ambientazione anonima.
Il mio voto è 2 per trama e personaggi, davvero scadenti.
Consiglio vivamente la visione di "Kiseiju" agli amanti del genere seinen fantasy horror, decisamente più maturo e ben fatto, sia in anime che in manga. I capolavori sono ben altri...
Credo che, se i personaggi sono affascinanti, il resto viene da sé, anche se il resto dell'anime non è ben strutturato. Qui invece sono proprio i personaggi a non convincere, partendo dal protagonista, Kaneki. Egli è il classico studente universitario residente a Tokyo che si imbatte per caso un giorno in un ghoul, un essere cannibale, che tenta di ucciderlo per cibarsi. Ma qualcosa va storto e lui si ritrova a subire un'operazione, e gli vengono trapiantati organi del ghoul che lo aveva attaccato, rendendolo metà umano e metà ghoul. La parte iniziale è concentrata sulla sua trasformazione fisica, la fatica a mangiare cibi umani e la repulsione a uccidere gente innocente per cibarsi. Kaneki si rivela presto un personaggio stancante, perché piagnucoloso, piatto, passivo, timido, ingenuo e senza spina dorsale. Poi c'è Touka, un altro personaggio principale pessimo: lei infatti è la classica ragazza stereotipata dalle grandi capacità combattive, sempre arrabbiata e arrogante col protagonista. Davvero non mi andava giù, la trovavo odiosa.
Ci sono molti altri personaggi ma vengono poco approfonditi. Nella seconda parte dell'anime viene dato molto spazio agli agenti anti-ghoul, e al loro scopo, ripulire la città da questi cannibali assassini, ma neppure loro mi hanno convinto del tutto.
La grafica è buona genericamente, come la colonna sonora. La canzone di apertura per me era terribile, uno strazio. Il doppiaggio l'ho trovato estasiante, abbiamo davvero ottimi doppiatori in Italia.
Quest'anime è un susseguirsi di riflessioni esistenziali alternate a scene di pessima azione, con un finale assolutamente inconcludente. Una storia poco interessante, personaggi discutibili, tante banalità e ambientazione anonima.
Il mio voto è 2 per trama e personaggi, davvero scadenti.
Consiglio vivamente la visione di "Kiseiju" agli amanti del genere seinen fantasy horror, decisamente più maturo e ben fatto, sia in anime che in manga. I capolavori sono ben altri...
"Tokyo Ghoul" è una serie che, a partire dal manga, mi ha incuriosito tanto: regala un buon intrattenimento a chi riesce a seguirlo, ma ammetto che, se non avessi letto il manga, prima di capire le tematiche che tratta, quando lo fa, mi sarebbe stato più difficile. La mia parte preferita è sicuramente quando in Kaneki è visibile la lotta interiore fra le identità che coesistono in lui, ma che sono in costante conflitto (e non dimentichiamoci la scena in cui se la vede con il cattivone biondo!).
Parlando delle musiche, opening, ending e OST sono davvero carine, come i personaggi (pochi ma buoni, a mio parere).
Parlando delle musiche, opening, ending e OST sono davvero carine, come i personaggi (pochi ma buoni, a mio parere).
Sapevo di non guardare un titolo di alto livello, ma, spinto dalla sua fama, ho voluto provare a guardarlo.
All'inizio parte bene, è interessante al punto giusto: horror, azione e anche un po' commedia, se si può dire.
Man mano che si sviluppa, purtroppo comincia a perdere punti. Diventa lento, con intere scene con le facce dei protagonisti o di paesaggi o di flashback su flashback o ancor peggio di riflessioni interiori che portano allo sfinimento. Questo al punto di diventare noioso, incasinato e frustrante.
La cosa peggiore invece è il fatto che è assolutamente inconcludente.
Sono rimasto parecchio deluso, visto che l'inizio era veramente ottimo. Peccato.
All'inizio parte bene, è interessante al punto giusto: horror, azione e anche un po' commedia, se si può dire.
Man mano che si sviluppa, purtroppo comincia a perdere punti. Diventa lento, con intere scene con le facce dei protagonisti o di paesaggi o di flashback su flashback o ancor peggio di riflessioni interiori che portano allo sfinimento. Questo al punto di diventare noioso, incasinato e frustrante.
La cosa peggiore invece è il fatto che è assolutamente inconcludente.
Sono rimasto parecchio deluso, visto che l'inizio era veramente ottimo. Peccato.
Parliamo stavolta di "Tokyo Ghoul", serie anime del 2014 prodotta da Studio Pierrot e arrivata in Italia grazie a Dynit.
Inizio dal dire che chi lo apostrofa come capolavoro o miglior anime che abbia mai visto in vita sua ha visto solo quello oppure è uno di quelli a cui piace seguire le mode e basta. Discorso similare, però, per chi lo definisce "il male dell'animazione giapponese", "il peggior anime di sempre" e simili; a mio dire non è altro che un seguire la corrente, in senso inverso alla precedente tendenza. In qualsiasi campo, gli estremi, da una parte o dall'altra, raramente sono la risposta più adeguata e sensata.
Come serie "Tokyo Ghoul" si presenta quale seinen alla "Kiseiju" (consigliatissimo, questo, sia in versione manga che anime, sebbene il manga sia probabilmente più incisivo a livello di tematiche), con un protagonista però alquanto piatto e piagnucolosamente poco attivo (quasi sempre, almeno), il classico "bravo ragazzo della porta accanto". I personaggi sono perlopiù abbastanza standardizzati (la tsundere aggressiva, il cattivo - o "i" cattivi - che diventa buono, ecc.) o comunque non troppo approfonditi. Di decente c'è Amon, l'investigatore anti-ghoul, e poi a me piaceva abbastanza anche Mado, il collega di Amon, seppur a conti fatti sia in pratica poco più che un poliziotto sadico e un po' psicotico. Gli altri sono poco presenti o non pervenuti, almeno nella prima stagione.
Come ritmo generale la serie risente della durata di dodici episodi - non ho ancora ben capito perché deve per forza esserci questo limite nel 99% degli anime; varie situazioni che nel manga sono più approfondite (anche se a volte pure fin troppo) sono accelerate o rimontate, questo a discapito, spesso, della comprensibilità delle situazioni e del senso insito nei comportamenti dei personaggi.
Detto ciò, è davvero tutto da buttare? Non direi.
I pochi (un po' troppo pochi) momenti di introspezione del protagonista non sono gestiti tanto male, i suoi colloqui mentali con Rize sanno essere interessanti e, sebbene i tormenti interiori siano spesso sacrificati a discapito di una deriva "alla battle shonen", oppure alle volte soffrano di un po' di linearità o banalità nella loro gestione, riescono a comunicare in modo sufficiente ciò che vogliono esprimere.
Le animazioni e i disegni (questi ultimi nel manga li trovo assai ben fatti) non sono certo delle eccellenze, anzi, ma si attestano sulla media e regalano anche discrete scene d'azione, seppur accompagnate alle volte da altre un po' "meh" in cui qualche frame in più non sarebbe guastato. La puntata finale poi l'ho trovata abbastanza bella e piacevole, sebbene ci si fermi proprio quando le cose iniziando a farsi davvero interessanti.
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è una serie che fin dal media di provenienza, il manga, non si presenta come "opera magna", ma regala un buon intrattenimento a chi riesce a seguirlo nonostante i difetti (di gestione dell'anime o alle basi della serie stessa), e fornisce quanto basta a livello di tematiche (quando vengono trattate), musiche (molto orecchiabili la opening e la ending, sufficientemente buone le OST) e personaggi (i pochi davvero caratterizzati), da non essere poi disprezzabile.
Voto finale: 6 +
Inizio dal dire che chi lo apostrofa come capolavoro o miglior anime che abbia mai visto in vita sua ha visto solo quello oppure è uno di quelli a cui piace seguire le mode e basta. Discorso similare, però, per chi lo definisce "il male dell'animazione giapponese", "il peggior anime di sempre" e simili; a mio dire non è altro che un seguire la corrente, in senso inverso alla precedente tendenza. In qualsiasi campo, gli estremi, da una parte o dall'altra, raramente sono la risposta più adeguata e sensata.
Come serie "Tokyo Ghoul" si presenta quale seinen alla "Kiseiju" (consigliatissimo, questo, sia in versione manga che anime, sebbene il manga sia probabilmente più incisivo a livello di tematiche), con un protagonista però alquanto piatto e piagnucolosamente poco attivo (quasi sempre, almeno), il classico "bravo ragazzo della porta accanto". I personaggi sono perlopiù abbastanza standardizzati (la tsundere aggressiva, il cattivo - o "i" cattivi - che diventa buono, ecc.) o comunque non troppo approfonditi. Di decente c'è Amon, l'investigatore anti-ghoul, e poi a me piaceva abbastanza anche Mado, il collega di Amon, seppur a conti fatti sia in pratica poco più che un poliziotto sadico e un po' psicotico. Gli altri sono poco presenti o non pervenuti, almeno nella prima stagione.
Come ritmo generale la serie risente della durata di dodici episodi - non ho ancora ben capito perché deve per forza esserci questo limite nel 99% degli anime; varie situazioni che nel manga sono più approfondite (anche se a volte pure fin troppo) sono accelerate o rimontate, questo a discapito, spesso, della comprensibilità delle situazioni e del senso insito nei comportamenti dei personaggi.
Detto ciò, è davvero tutto da buttare? Non direi.
I pochi (un po' troppo pochi) momenti di introspezione del protagonista non sono gestiti tanto male, i suoi colloqui mentali con Rize sanno essere interessanti e, sebbene i tormenti interiori siano spesso sacrificati a discapito di una deriva "alla battle shonen", oppure alle volte soffrano di un po' di linearità o banalità nella loro gestione, riescono a comunicare in modo sufficiente ciò che vogliono esprimere.
Le animazioni e i disegni (questi ultimi nel manga li trovo assai ben fatti) non sono certo delle eccellenze, anzi, ma si attestano sulla media e regalano anche discrete scene d'azione, seppur accompagnate alle volte da altre un po' "meh" in cui qualche frame in più non sarebbe guastato. La puntata finale poi l'ho trovata abbastanza bella e piacevole, sebbene ci si fermi proprio quando le cose iniziando a farsi davvero interessanti.
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è una serie che fin dal media di provenienza, il manga, non si presenta come "opera magna", ma regala un buon intrattenimento a chi riesce a seguirlo nonostante i difetti (di gestione dell'anime o alle basi della serie stessa), e fornisce quanto basta a livello di tematiche (quando vengono trattate), musiche (molto orecchiabili la opening e la ending, sufficientemente buone le OST) e personaggi (i pochi davvero caratterizzati), da non essere poi disprezzabile.
Voto finale: 6 +
Questa recensione è frutto della visione del solo anime, quindi distaccata dall'opera manga, e mancante quindi del confronto tra i due.
Tratto dal manga di Sui Ishida, l'adattamento anime è prodotto dallo Studio Pierrot e racchiuso in dodici episodi.
Partirei da un punto fondamentale, il protagonista: animato perfettamente nelle reazioni, soprattutto nei primi episodi, è visibile la sua lotta interiore tra essere umano e ghoul.
Il tema finale è un argomento poco proposto negli anime in questa "salsa": il potere delle decisioni... fin quando la gentilezza può essere considerata tale e quando invece sfocia in debolezza? Il tema è giustificato molto bene da tutte le reazioni precedenti del protagonista.
"Questo mondo è sbagliato" è il messaggio finale, "non gli esseri umani o i ghoul", comanda chi è più forte, chi mangia l'altro. Un messaggio forte ma molto più realistico di un happy ending.
I personaggi in sé sono ben caratterizzati ed è facile affezionarsi un po' a tutti.
Inoltre la visione di buono o cattivo non è definita, sia esseri umani che ghoul hanno giustificati i loro comportamenti; qui ritorna il tema della debolezza, e per svariati motivi si vedrà che la pace tra esseri umani e ghoul è un'utopia.
La componente splatter è resa bene, con scene che, anche se non esplicite, riescono a far rivoltare lo stomaco; ad aggiungersi spesso è la perversione di alcuni personaggi davvero senza morale.
Le musiche sono molto buone, soprattutto la opening "Unravel", a mio parere adattissima. Il doppiaggio giapponese è perfetto, quello italiano non rende giustizia, purtroppo.
Il ritmo dei primi episodi è davvero molto lento, con parentesi (come quella di Gourmet) che non meriterebbero più di un episodio. L'azione riprende negli ultimi episodi a ritmi altissimi e da vero batticuore, peccato che tutto il resto dell'anime non sia così.
Viene detto di tutto e di più sui ghoul, ma mancano principalmente le basi. Hanno sempre convissuto con gli umani? Come si sono divisi in circoscrizioni? Come nasce la CCG? In che modo fabbricano le loro armi?
Inoltre dell'ambientazione viene detto poco e niente, sappiamo solo che è Tokyo e che è divisa in circoscrizioni. A livello di background si poteva fare di meglio.
Si rimarrà per tutta la durata dell'anime con un non so cosa di mancante, di non spiegato e, anche per chi come me non ha letto il manga, è facile da capire che c'è stato qualche taglio e qualche rattoppo.
La censura è, come sempre, una vera noia, soprattutto per gli amanti del genere, che si aspettano al contrario di vedere scene molto esplicite.
In conclusione, "Tokyo Ghoul" è un anime del quale consiglio la visione, perché nonostante alcune pecche ha una buona trama di fondo, un messaggio importante da cogliere e vi farà provare svariate emozioni.
Tratto dal manga di Sui Ishida, l'adattamento anime è prodotto dallo Studio Pierrot e racchiuso in dodici episodi.
Partirei da un punto fondamentale, il protagonista: animato perfettamente nelle reazioni, soprattutto nei primi episodi, è visibile la sua lotta interiore tra essere umano e ghoul.
Il tema finale è un argomento poco proposto negli anime in questa "salsa": il potere delle decisioni... fin quando la gentilezza può essere considerata tale e quando invece sfocia in debolezza? Il tema è giustificato molto bene da tutte le reazioni precedenti del protagonista.
"Questo mondo è sbagliato" è il messaggio finale, "non gli esseri umani o i ghoul", comanda chi è più forte, chi mangia l'altro. Un messaggio forte ma molto più realistico di un happy ending.
I personaggi in sé sono ben caratterizzati ed è facile affezionarsi un po' a tutti.
Inoltre la visione di buono o cattivo non è definita, sia esseri umani che ghoul hanno giustificati i loro comportamenti; qui ritorna il tema della debolezza, e per svariati motivi si vedrà che la pace tra esseri umani e ghoul è un'utopia.
La componente splatter è resa bene, con scene che, anche se non esplicite, riescono a far rivoltare lo stomaco; ad aggiungersi spesso è la perversione di alcuni personaggi davvero senza morale.
Le musiche sono molto buone, soprattutto la opening "Unravel", a mio parere adattissima. Il doppiaggio giapponese è perfetto, quello italiano non rende giustizia, purtroppo.
Il ritmo dei primi episodi è davvero molto lento, con parentesi (come quella di Gourmet) che non meriterebbero più di un episodio. L'azione riprende negli ultimi episodi a ritmi altissimi e da vero batticuore, peccato che tutto il resto dell'anime non sia così.
Viene detto di tutto e di più sui ghoul, ma mancano principalmente le basi. Hanno sempre convissuto con gli umani? Come si sono divisi in circoscrizioni? Come nasce la CCG? In che modo fabbricano le loro armi?
Inoltre dell'ambientazione viene detto poco e niente, sappiamo solo che è Tokyo e che è divisa in circoscrizioni. A livello di background si poteva fare di meglio.
Si rimarrà per tutta la durata dell'anime con un non so cosa di mancante, di non spiegato e, anche per chi come me non ha letto il manga, è facile da capire che c'è stato qualche taglio e qualche rattoppo.
La censura è, come sempre, una vera noia, soprattutto per gli amanti del genere, che si aspettano al contrario di vedere scene molto esplicite.
In conclusione, "Tokyo Ghoul" è un anime del quale consiglio la visione, perché nonostante alcune pecche ha una buona trama di fondo, un messaggio importante da cogliere e vi farà provare svariate emozioni.
"Tokyo Ghoul" è un anime basato sul manga di Sui Ishida, che in molti attendevano, e che io soprattutto non vedevo l'ora di visionare. Uno dei più attesi nel 2014, che purtroppo non ha raggiunto il livello che speravo, ma nel complesso non è una 'schifezza' come molti affermano.
La trama è ambientata in un mondo dove esistono i ghoul, esseri che divorano gli umani, alcuni per vivere, altri invece per divertimento e crudeltà; il protagonista è Kaneki Ken, uno studente universitario che si interessa ai ghoul e arriva perfino a pensare che questi si confondano tra gli umani, in quanto del tutto coscienti e autonomi come persone normali; per questo motivo nessuno ne ha mai visto uno, per poi raccontarlo. La sua teoria non è tanto sbagliata, visto che avrà il piacere di uscire con una bella ragazza che da tempo osservava, Rize.
Lo sviluppo della trama è in particolare quello che mi ha deluso, in quanto non rispetta appieno l'andamento degli eventi originali del manga; infatti mi sembra che abbiano preso metà della storia originale e l'abbiano ristretta il più possibile in dodici episodi. Deluso è il termine più appropriato, visto che mi aspettavo un anime ben realizzato, che secondo me avrebbe riscosso molta più popolarità di quanta non ne abbia già acquisita.
La storia inizia già con una differenza, ma comunque piacevole da vedere, in quanto ci fa notare subito la natura di un ghoul, poi entra in scena Kaneki; diciamo che gli episodi, dal primo all'ultimo, non sono stati orribili, anche se hanno inventato e tagliato un po' di cose. Resta comunque una serie piacevole da guardare, anzi io mi sono appassionato comunque e l'ho vista tutta di seguito. Mi dispiace per alcuni eventi tagliati che erano davvero importanti, e non capisco come sia possibile tagliare una scena dove in un discorso si rivelano informazioni importanti; il finale della serie mi è piaciuto moltissimo, coinvolgente e da brividi.
I personaggi della serie hanno sicuramente il loro ben da fare nella storia, non ho trovato inutilità da parte di nessuno, in quanto ogni loro azione porta sempre a qualche evento - ad esempio la madre e figlia ghoul potrebbero sembrare di troppo come personaggi, però portano conseguenze in futuro. Ciò che mi ha reso felice è vedere come si sono concentrati su Kaneki, descrivendo bene ogni sua emozione quando entra in quel mondo: i suoi sentimenti sono stati trasmessi più che bene; inoltre ho gradito anche l'atteggiamento scorbutico di Touka, che influenza il nostro protagonista.
Il comparto visivo è davvero ottimo, anzi sarebbe stato ottimo se le censure fossero rimaste a casa di chi le ha usate. La grafica è ben realizzata, con animazioni fluide e sempre piacevoli da guardare, grazie anche a dei disegni precisi e puliti.
Purtroppo le censure disturbano la grafica e non posso ometterle nella recensione, non capendo poi che senso abbia censurare un anime se il suo genere è splatter; potevo capire se andava in onda in televisione, ma su un canale web come VVVVID, dove comunque puoi scegliere di vedere qualcosa e non vederla per forza come in TV, speravo che questa orrida azione non venisse commessa.
Il comparto sonoro, invece, mi ha lasciato di stucco: la colonna sonora è una delle più belle mai sentite, con musiche di sottofondo sempre in armonia con l'azione, senza dimenticarsi di un ottimo doppiaggio giapponese, come sempre, ma anche quello in italiano non è male; "Unravel" è una opening che ho trovato magnifica sin dal primo ascolto, dando un buon significato anche al testo della canzone.
In conclusione, "Tokyo Ghoul" è un anime dalle grandi aspettative, che a molti ha fatto letteralmente schifo, avendo letto il manga, ma personalmente non credo sia un orrido risultato quello visto, in quanto regala parecchie emozioni e riesce a coinvolgerti negli eventi. Di sicuro poteva ricevere il massimo dei voti, ma, contando parecchie differenze dalla storia originale e censure inutili, scendo comunque a un buon 8 meno, e non credo sia un cattivo risultato, almeno per come la vedo io.
La trama è ambientata in un mondo dove esistono i ghoul, esseri che divorano gli umani, alcuni per vivere, altri invece per divertimento e crudeltà; il protagonista è Kaneki Ken, uno studente universitario che si interessa ai ghoul e arriva perfino a pensare che questi si confondano tra gli umani, in quanto del tutto coscienti e autonomi come persone normali; per questo motivo nessuno ne ha mai visto uno, per poi raccontarlo. La sua teoria non è tanto sbagliata, visto che avrà il piacere di uscire con una bella ragazza che da tempo osservava, Rize.
Lo sviluppo della trama è in particolare quello che mi ha deluso, in quanto non rispetta appieno l'andamento degli eventi originali del manga; infatti mi sembra che abbiano preso metà della storia originale e l'abbiano ristretta il più possibile in dodici episodi. Deluso è il termine più appropriato, visto che mi aspettavo un anime ben realizzato, che secondo me avrebbe riscosso molta più popolarità di quanta non ne abbia già acquisita.
La storia inizia già con una differenza, ma comunque piacevole da vedere, in quanto ci fa notare subito la natura di un ghoul, poi entra in scena Kaneki; diciamo che gli episodi, dal primo all'ultimo, non sono stati orribili, anche se hanno inventato e tagliato un po' di cose. Resta comunque una serie piacevole da guardare, anzi io mi sono appassionato comunque e l'ho vista tutta di seguito. Mi dispiace per alcuni eventi tagliati che erano davvero importanti, e non capisco come sia possibile tagliare una scena dove in un discorso si rivelano informazioni importanti; il finale della serie mi è piaciuto moltissimo, coinvolgente e da brividi.
I personaggi della serie hanno sicuramente il loro ben da fare nella storia, non ho trovato inutilità da parte di nessuno, in quanto ogni loro azione porta sempre a qualche evento - ad esempio la madre e figlia ghoul potrebbero sembrare di troppo come personaggi, però portano conseguenze in futuro. Ciò che mi ha reso felice è vedere come si sono concentrati su Kaneki, descrivendo bene ogni sua emozione quando entra in quel mondo: i suoi sentimenti sono stati trasmessi più che bene; inoltre ho gradito anche l'atteggiamento scorbutico di Touka, che influenza il nostro protagonista.
Il comparto visivo è davvero ottimo, anzi sarebbe stato ottimo se le censure fossero rimaste a casa di chi le ha usate. La grafica è ben realizzata, con animazioni fluide e sempre piacevoli da guardare, grazie anche a dei disegni precisi e puliti.
Purtroppo le censure disturbano la grafica e non posso ometterle nella recensione, non capendo poi che senso abbia censurare un anime se il suo genere è splatter; potevo capire se andava in onda in televisione, ma su un canale web come VVVVID, dove comunque puoi scegliere di vedere qualcosa e non vederla per forza come in TV, speravo che questa orrida azione non venisse commessa.
Il comparto sonoro, invece, mi ha lasciato di stucco: la colonna sonora è una delle più belle mai sentite, con musiche di sottofondo sempre in armonia con l'azione, senza dimenticarsi di un ottimo doppiaggio giapponese, come sempre, ma anche quello in italiano non è male; "Unravel" è una opening che ho trovato magnifica sin dal primo ascolto, dando un buon significato anche al testo della canzone.
In conclusione, "Tokyo Ghoul" è un anime dalle grandi aspettative, che a molti ha fatto letteralmente schifo, avendo letto il manga, ma personalmente non credo sia un orrido risultato quello visto, in quanto regala parecchie emozioni e riesce a coinvolgerti negli eventi. Di sicuro poteva ricevere il massimo dei voti, ma, contando parecchie differenze dalla storia originale e censure inutili, scendo comunque a un buon 8 meno, e non credo sia un cattivo risultato, almeno per come la vedo io.
Questo anime mi ha diviso molto nel giudicarlo. Ci sono diverse cose positive e diverse negative.
La cosa che maggiormente mi ha colpito in senso positivo è il lato, passatemi il termine, "documentaristico", vale a dire l'attenzione che è riservata alla descrizione del mondo, della vita e dei sentimenti dei ghoul. Veniamo a conoscenza ad esempio del fatto che, come gli animali, i ghoul hanno un territorio, che si organizzano in gruppi oppure agiscono singolarmente. Oppure che alcuni hanno un blocco morale che impedisce loro di uccidere le persone e preferiscono nutrirsi di cadaveri, e altri no, senza per questo essere più malvagi di altri. Addirittura scopriamo che i ghoul hanno anche famiglie, costituite con altri ghoul o con umani. Inoltre da un lato è divertente vedere come i ghoul si siano adattati per non essere riconoscibili agli umani attraverso una serie di trucchi, dall'altro lato invece ciò è piena manifestazione della loro difficoltà a integrarsi in un mondo di uomini che li considera mostri solo perché cercano di sopravvivere e nutrirsi nell'unico modo a loro possibile. "È un mondo sbagliato", viene ribadito più volte, non sono i ghoul o gli umani quelli sbagliati.
Tuttavia l'anime ha anche gravi pecche, la peggiore di tutte è la frettolosità. Nella prima decina di episodi tutto si sviluppa in modo abbastanza lento e graduale, poi improvvisamente nella nona puntata vengono imbastite le premesse di un enorme battaglia che coinvolge gruppi di ghoul e umani. Può darsi che la scelta di un ritmo del genere sia dovuta al tentativo di rispettare i ritmi del manga (ma si tratta di una supposizione, non avendo io letto il fumetto); ma, sapendo di dover costringere la narrazione in dodici episodi, forse era opportuno adeguare il ritmo, per non lasciare gli spettatori con un palmo di naso. Vengono evacuati quartieri, radunati poliziotti e ghoul, tutto lasciava pensare a qualcosa di grandioso, in cui avremmo potuto ammirare le tecniche di ghoul e umani nel combattimento e i loro poteri, e che avrebbe sconvolto l'equilibrio fragile fra le fazioni. Invece veniamo lasciati solo con una vaga idea di come continuerà la vita del protagonista, ma nulla ci viene spiegato di come terminerà questa enorme battaglia. Personalmente avrei concentrato maggiormente il caso del "gourmet", per dare un po' più di respiro alla parte finale.
Altra pecca è la censura: censurare lo splatter in un horror è paradossale, sia col metodo della messa in negativo sia attraverso l'utilizzo di "inquadrature" strategiche. Lo splatter avrebbe anzi reso il tutto più esaltante e drammatico.
Complessivamente però l'anime mi ha messo voglia di leggere il manga, e questo lo fa passare dal 6 e mezzo con cui lo valuterei a un 7.
La cosa che maggiormente mi ha colpito in senso positivo è il lato, passatemi il termine, "documentaristico", vale a dire l'attenzione che è riservata alla descrizione del mondo, della vita e dei sentimenti dei ghoul. Veniamo a conoscenza ad esempio del fatto che, come gli animali, i ghoul hanno un territorio, che si organizzano in gruppi oppure agiscono singolarmente. Oppure che alcuni hanno un blocco morale che impedisce loro di uccidere le persone e preferiscono nutrirsi di cadaveri, e altri no, senza per questo essere più malvagi di altri. Addirittura scopriamo che i ghoul hanno anche famiglie, costituite con altri ghoul o con umani. Inoltre da un lato è divertente vedere come i ghoul si siano adattati per non essere riconoscibili agli umani attraverso una serie di trucchi, dall'altro lato invece ciò è piena manifestazione della loro difficoltà a integrarsi in un mondo di uomini che li considera mostri solo perché cercano di sopravvivere e nutrirsi nell'unico modo a loro possibile. "È un mondo sbagliato", viene ribadito più volte, non sono i ghoul o gli umani quelli sbagliati.
Tuttavia l'anime ha anche gravi pecche, la peggiore di tutte è la frettolosità. Nella prima decina di episodi tutto si sviluppa in modo abbastanza lento e graduale, poi improvvisamente nella nona puntata vengono imbastite le premesse di un enorme battaglia che coinvolge gruppi di ghoul e umani. Può darsi che la scelta di un ritmo del genere sia dovuta al tentativo di rispettare i ritmi del manga (ma si tratta di una supposizione, non avendo io letto il fumetto); ma, sapendo di dover costringere la narrazione in dodici episodi, forse era opportuno adeguare il ritmo, per non lasciare gli spettatori con un palmo di naso. Vengono evacuati quartieri, radunati poliziotti e ghoul, tutto lasciava pensare a qualcosa di grandioso, in cui avremmo potuto ammirare le tecniche di ghoul e umani nel combattimento e i loro poteri, e che avrebbe sconvolto l'equilibrio fragile fra le fazioni. Invece veniamo lasciati solo con una vaga idea di come continuerà la vita del protagonista, ma nulla ci viene spiegato di come terminerà questa enorme battaglia. Personalmente avrei concentrato maggiormente il caso del "gourmet", per dare un po' più di respiro alla parte finale.
Altra pecca è la censura: censurare lo splatter in un horror è paradossale, sia col metodo della messa in negativo sia attraverso l'utilizzo di "inquadrature" strategiche. Lo splatter avrebbe anzi reso il tutto più esaltante e drammatico.
Complessivamente però l'anime mi ha messo voglia di leggere il manga, e questo lo fa passare dal 6 e mezzo con cui lo valuterei a un 7.
"Tokyo Ghoul" è stata una delle serie di punta dell'annata 2014, catalizzando l'interesse anche di chi non è usualmente avvezzo a questo genere di anime, ma che, per forza di cose, ne avrà perlomeno sentito parlare; tutto questo hype è stato poi ripagato degnamente da un prodotto all'altezza delle aspettative? Dipende dai punti di vista: a molti la serie è piaciuta parecchio, altri invece ne son rimasti tremendamente delusi; per quanto riguarda il sottoscritto, il mio giudizio si collocherà a un livello medio-alto, essendo riuscita la serie a interessarmi e intrattenermi quasi sempre nel migliore dei modi, fatta eccezione per taluni difetti di origine prevalentemente soggettiva.
Il genere di appartenenza è horror, azione, drammatico, splatter e, infatti, proprio a tal proposito, c'è subito da portare una nota negativa relativamente all'orribile azione di censura che l'opera ha dovuto soffrire: è stato un vero dramma, uno scempio! Si tratta di un anime che non lesina scene forti e violente, ma la censura si è dimostrata impietosa anche in diversi passaggi relativamente "soffici"; generi di questo tipo, censurati così selvaggiamente, vengono immancabilmente rovinati moltissimo.
La trama si è rivelata non eccessivamente originale ma sufficientemente "seria" e intrigante, ad esclusione di un paio di passaggi relativamente sottotono e ad un finale di stagione eccessivamente aperto che, in attesa della seconda parte, avrà lasciato delusi più o meno tutti indiscriminatamente; in questi casi io preferirei sempre un finale con una parvenza di chiusura, pur volendo (e dovendo) lasciare aperti gli spunti per il prosieguo della storia, così facendo si eviterebbe anche il rischio di veder vanificata l'intera stagione in caso di un eventuale mancato prosieguo; non è il caso di "Tokyo Ghoul", ma spesso e volentieri purtroppo succede, e in quei casi si resta particolarmente amareggiati.
I personaggi mi sono parsi più che convincenti, ad esclusione di qualche comprimario "sciocchino" o banalotto, aggiuntosi specialmente durante le fasi "conclusive".
Il comparto tecnico si assesta su livelli medio-alti, con una grafica gradevole ma non straordinaria; qualcosa del genere si potrebbe dire anche a favore del comparto audio, non particolarmente brillante, ma fa il suo dovere senza infamia e senza lode.
Il mio voto dovrebbe essere un 7 e mezzo, che non mi sento di arrotondare in eccesso probabilmente anche a causa dell'eccessiva censura che è stata ben capace di rovinare le atmosfere in diverse situazioni.
Il genere di appartenenza è horror, azione, drammatico, splatter e, infatti, proprio a tal proposito, c'è subito da portare una nota negativa relativamente all'orribile azione di censura che l'opera ha dovuto soffrire: è stato un vero dramma, uno scempio! Si tratta di un anime che non lesina scene forti e violente, ma la censura si è dimostrata impietosa anche in diversi passaggi relativamente "soffici"; generi di questo tipo, censurati così selvaggiamente, vengono immancabilmente rovinati moltissimo.
La trama si è rivelata non eccessivamente originale ma sufficientemente "seria" e intrigante, ad esclusione di un paio di passaggi relativamente sottotono e ad un finale di stagione eccessivamente aperto che, in attesa della seconda parte, avrà lasciato delusi più o meno tutti indiscriminatamente; in questi casi io preferirei sempre un finale con una parvenza di chiusura, pur volendo (e dovendo) lasciare aperti gli spunti per il prosieguo della storia, così facendo si eviterebbe anche il rischio di veder vanificata l'intera stagione in caso di un eventuale mancato prosieguo; non è il caso di "Tokyo Ghoul", ma spesso e volentieri purtroppo succede, e in quei casi si resta particolarmente amareggiati.
I personaggi mi sono parsi più che convincenti, ad esclusione di qualche comprimario "sciocchino" o banalotto, aggiuntosi specialmente durante le fasi "conclusive".
Il comparto tecnico si assesta su livelli medio-alti, con una grafica gradevole ma non straordinaria; qualcosa del genere si potrebbe dire anche a favore del comparto audio, non particolarmente brillante, ma fa il suo dovere senza infamia e senza lode.
Il mio voto dovrebbe essere un 7 e mezzo, che non mi sento di arrotondare in eccesso probabilmente anche a causa dell'eccessiva censura che è stata ben capace di rovinare le atmosfere in diverse situazioni.
È veramente bellissimo, all'inizio non mi piaceva molto e avevo la nausea (non perché era brutto, ma per quel che succedeva), poi ha cominciato a piacermi sempre di più, fino a diventare uno dei miei preferiti, se non il mio preferito in assoluto. La trama è stupenda, con personaggi che ti fanno affezionare e colpi di scena intriganti; le sigle sono stupende e fanno commuovere, ovviamente perché (oltre al fatto che sono belle) ascoltandole ci si riporta alla mente la serie, che è a sua volta commovente.
Insomma, lo consiglio a tutti e, anche se all'inizio non vi piace, continuatelo, perché sicuramente lo amerete.
Insomma, lo consiglio a tutti e, anche se all'inizio non vi piace, continuatelo, perché sicuramente lo amerete.
Mi dispiace che questo anime non sono riuscito a vederlo l'anno scorso, ma mi ha incuriosito fin da subito, visto che c'è stato un periodo in cui non si parlava di altro. Ma finalmente l'ho potuto vedere con calma.
Iniziamo col dire che, almeno per quanto mi riguarda, non ti coinvolge subito... serve guardare un paio di episodi per capire come si svolge la trama, ma, iniziata la serie, la si finisce volentieri e giustamente anche un po' incuriositi. Devo dire che alcuni personaggi sono caratterizzati bene secondo me, ma altri, purtroppo, sono avvolti praticamente nel mistero. Per i combattimenti direi che sono venuti bene, ma a tratti si capisce ben poco, purtroppo.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Il protagonista mi piace molto, hanno voluto farlo conoscere parzialmente, per poi, tramite cambiamenti visti nella storia, stravolgerlo quasi completamente. Interessante l'idea di volerlo far diventare metà ghoul tramite trapianto di organi: è stata una bella mossa, visto la scena che ha portato alla operazione. Poi, il conoscere le due parti (cioè sia la sua parte ghoul sia la sua parte umana) gli è servito per maturare e capire il pensiero e le motivazioni di entrambe le parti.
La parte finale è stata quella sicuramente più intensa, mi è piaciuto che hanno deciso di salvare Kaneki, ma devo dire che hanno voluto torturare anche gli spettatori nelle scene in cui appunto il protagonista viene torturato: sono scene lente con musiche inquietanti... ma, sinceramente, mi ha solo dato fastidio che sia stato torturato così a lungo... e in più è finita anche un po' così... ma almeno c'è una seconda serie, quindi vediamo.
Alcuni dei personaggi secondari vengono descritti decentemente, ma molti per me no, e per quanto riguarda le musiche, invece, poche mi sono piaciute e alcune non mi hanno detto proprio niente. Diciamo che non lo considero uno dei migliori anime, ma sicuramente carino e da vedere.
Presto finirò la seconda serie e lì vedremo che dire. Detto questo, ho deciso di dargli un 7 sulla fiducia che la nuova serie riservi qualche cosa in più; detto questo, mi è piaciuto.
Iniziamo col dire che, almeno per quanto mi riguarda, non ti coinvolge subito... serve guardare un paio di episodi per capire come si svolge la trama, ma, iniziata la serie, la si finisce volentieri e giustamente anche un po' incuriositi. Devo dire che alcuni personaggi sono caratterizzati bene secondo me, ma altri, purtroppo, sono avvolti praticamente nel mistero. Per i combattimenti direi che sono venuti bene, ma a tratti si capisce ben poco, purtroppo.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Il protagonista mi piace molto, hanno voluto farlo conoscere parzialmente, per poi, tramite cambiamenti visti nella storia, stravolgerlo quasi completamente. Interessante l'idea di volerlo far diventare metà ghoul tramite trapianto di organi: è stata una bella mossa, visto la scena che ha portato alla operazione. Poi, il conoscere le due parti (cioè sia la sua parte ghoul sia la sua parte umana) gli è servito per maturare e capire il pensiero e le motivazioni di entrambe le parti.
La parte finale è stata quella sicuramente più intensa, mi è piaciuto che hanno deciso di salvare Kaneki, ma devo dire che hanno voluto torturare anche gli spettatori nelle scene in cui appunto il protagonista viene torturato: sono scene lente con musiche inquietanti... ma, sinceramente, mi ha solo dato fastidio che sia stato torturato così a lungo... e in più è finita anche un po' così... ma almeno c'è una seconda serie, quindi vediamo.
Alcuni dei personaggi secondari vengono descritti decentemente, ma molti per me no, e per quanto riguarda le musiche, invece, poche mi sono piaciute e alcune non mi hanno detto proprio niente. Diciamo che non lo considero uno dei migliori anime, ma sicuramente carino e da vedere.
Presto finirò la seconda serie e lì vedremo che dire. Detto questo, ho deciso di dargli un 7 sulla fiducia che la nuova serie riservi qualche cosa in più; detto questo, mi è piaciuto.
Intro
Ed eccoci qua a parlare di uno degli anime più chiacchierato e popolare del 2014-2015, un po' come furono "Sword Art Online" e "L'attacco dei giganti", nel bene e nel male. Sempre in cima nelle classifiche di visione di VVVVid, vediamo se questo "Tokyo Ghoul" è un anime che vale la pena guardare (ammesso che ancora non si sia visto) o se è l'ennesimo prodotto che sfrutta le mode odierne per far parlare di sé senza avere nulla da dire.
Zombie? Vampiri? Mostri? No, ghoul!
L'incipit della trama è estremamente semplice. Kaneki, il protagonista di quest'opera, è il classico studente universitario residente a Tokyo (anche se a dire il vero poteva essere qualunque altra città, visto che l'ambientazione è praticamente anonima, ma poi il titolo della serie suonava meno 'figo'). Una notte, avrà uno spiacevole incontro con una ghoul che tenterà di divorarlo. Per via di un incidente fortuito, riesce a sopravvivere all'incontro con il temibile predatore, ma al suo risveglio in ospedale avrà una brutta sorpresa. Egli infatti riceverà una trasfusione di sangue dalla ghoul (forse fortuita, forse voluta da qualcun altro, non ricordo), che lo renderà un mezzo ghoul. Fico. Peccato che gli sceneggiatori di questo anime la pensavano diversamente, visto che per tutte le puntate iniziali non vedrete nient'altro che i complessi del protagonista che non vuole mangiare carne umana per sopravvivere (la dieta ghoul è rigidissima in tal senso, peggio che per i vegani), alternate a scene di pessima azione. In due parole, la noia, ed è un vero peccato, visto che l'inizio prometteva faville. Le cose purtroppo non migliorano andando avanti con le puntate, anche se a dire il vero la parte centrale è forse la più godibile, mentre il finale è la cosa più brutta dell'intera serie. Peccato pure che questo anime sia pieno di ingenuità e banalità che distruggono anche le cose buone presenti. Non fosse solo questo, si ha come l'impressione che ci siano dei buchi narrativi all'interno delle puntate. Certe volte sembra che manchi una scena di raccordo tra un evento e un altro. Per ulteriori chiarimenti rimando all'ampia parte spoiler.
Quel tizio ha gli occhi rossi -> Badass incoming
Io credo che la validità di un'opera provenga per un buon 50% da quella dei personaggi. In genere, se un anime ha una buona trama e dei buoni personaggi, il gioco è fatto, e il resto può anche essere sottotono e non intaccherà la validità dell'anime. Purtroppo "Tokyo Ghoul" sbaglia entrambe le cose. I personaggi, ad esempio: prendiamo il protagonista... un idiota. Davvero fastidioso come pochi, non ha carisma, è stupido (cade in una trappola in cui mancava solo il cartello con su scritto "trappola", tanto per capirci) e fa quello che fa non sapendo nemmeno per quale motivo. Non va tanto meglio con i comprimari, che sono un campionario di stereotipi. Touka è il classico personaggio femminile 'cazzuto' (a vedere certi anime sembra che in Giappone non esiste una via di mezzo: o sei una schiava asservita e deficiente o una 'spaccaculi' incacchiata con il mondo), c'è poco altro da dire, visto che è caratterizzato male. Non manca ovviamente la bimbetta piagnucolosa, dalla voce fastidiosa, e lo psicopatico che pare un effeminato (non si offenda nessuno), il Gourmet su cui non voglio spendere parole, vista la pochezza del personaggio. Gli altri personaggi? Tutti non pervenuti. Paradossalmente si salvano i cattivi, che qui hanno quasi ragione, visto che danno la caccia ai ghoul che mangiano umani (Mado e Amon), mentre i ghoul "cattivi" compaiono all'improvviso, non si sa perché e non si sa per come, solo per venire a rompere le scatole, difatti sono personaggi che non hanno scopo all'interno della storia. L'unico di questi che mi stava simpatico è Jason, ma solo perché è un mezzo pazzo sadico e tortura quel deficiente di Kaneki.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Entrando più nel particolare, iniziamo col dire che la cosa che fa più incacchiare in questo anime è l'assenza completa di logicità di certe azioni. Ad esempio, a Kaneki non hanno mai detto di non fidarsi degli estranei? E' la prima regola che si insegna a un bambino. Se un tizio estraneo che sembra un pazzo effeminato dal dubbio gusto estetico (e da cui mi hanno anche messo in guardia), con strane parole mi invita a casa sua, io come minimo qualche dubbio l'ho e non ci vado così a cuor leggero. Evidentemente Kaneki è più scemo di quanto pensassi. Ovviamente, ecco la classica botta di fortuna che gli permette di salvare la pellaccia. Non solo, dopo tutto questo, il Gourmet, l'artefice di tutto questo, dopo essere stato fermato e apparentemente ammazzato, ecco che si schiera dalla parte di Kaneki & Co. E non è l'unico "cattivo" ad avere questi cambi repentini di personalità, visto che anche Nishiki passa da sadico ghoul ad amicone. Potete dirmi quello che volete, ma due tizi che hanno provato ad ammazzarti in quel modo non si fanno entrare così facilmente fra i propri compagni.
Che dire poi delle assurdità del finale? Mentre Kaneki viene torturato per bene da Jason e mentre tutti i suoi amichetti corrono in suo aiuto, ecco il sempre presente 'poweruppone'. In un tripudio di capelli bianchi, occhi rossi (che fa sempre 'figo') e fanservice, ecco che Kaneki da scemo del villaggio diventa 'spaccaculi' di professione e riesce a dar legnate al povero Jason che ha avuto solo la sfiga di trovarsi in un anime in cui l'idiota di turno diventa più potente di te dopo il 'poweruppone'. E poi... fine. Sì, l'anime finisce cosi, lasciando tonnellate di cose in sospeso, non facendoti nemmeno vedere cosa hanno combinato nel frattempo gli amici di Kaneki contro gli altri ghoul. Capisco che si ha la necessità di spalmare la storia in più stagioni, ma nessuno si è accorto che chiudere un anime così fa schifo? Cosa costava fare qualche puntata in più e chiudere per lo meno la questione? Se sperano che, spinto dalla curiosità (per cosa poi), veda la seconda stagione, sono completamente fuori strada.
Lasciano comunque il tempo che trovano i vari tentativi di riflessione che vengono proposti, sia perché sono alquanto "ingenui" sia perché si prendono troppo sul serio, e in un anime come questo, in cui ci sono troppe idiozie per poter rendere seria la trattazione di questi argomenti, il tutto è solo dannoso.
Fine parte contenente spoiler
Come si menano i ghoul
Cominciamo dal fatto che, quando ho sentito che c'erano ghoul in mezzo, ho subito pensato a combattimenti fisici, veloci, bestiali, con tanto sangue, morsi, artigli e carni lacerate, ma mi andavano bene anche mazzate con coltelli e martelli Cayman e Shin style (e l'intro del primo episodio con Jason mi aveva illuso in tal senso). Inutile dire che la delusione è stata cocente nello scoprire che i ghoul combattono con una "originalissima" aura/potere che gli si crea alle spalle, aura che non si sa perché si forma e che è praticamente uguale per tutti. Inutile dire che già questa scelta a mio modo di vedere è alquanto discutibile e infantile. Ma il punto è che, anche sorvolando su questo, i combattimenti son comunque brutti, non sono belli da vedere, né presentano spunti interessanti, sono solo ghoul che si menano con i loro poteri brutti.
Orrore
L'aspetto tecnico è scadente, come tutto il resto dell'anime. I pochi punti interessanti sono distrutti da una realizzazione sotto la media di tutto il resto. Si vede che è un anime fatto in fretta e furia per sfruttare l'ondata di popolarità del manga (che non so se sia meritata, onestamente), senza la benché minima cura per i particolari, lasciando tutto al minimo sindacale. Anche qui, tra l'altro, vedo che si tende a rendere 'figa' la figura del mostro, invece che renderla per l'appunto un mostro. Prendete i ghoul, non hanno niente di mostruoso, sono comuni umani con gli occhi rossi, potrebbero fare spot come modelli e nessuno direbbe niente... come fanno a comunicare l'orrore, se poi di orrendo non hanno nulla? Questa scelta stilistica, oltre che risultare banale, non mi è piaciuta, ma capisco che molti vogliono che le cose siano proprio così.
Mi spiace poi dirlo, ma l'opening secondo me è oscena. So che a molti piace, ma questo stile semi-lagnoso non riesco proprio a digerirlo. L'OST non mi ha comunicato nulla, forse c'era, ma, se c'era, non l'ho notata per niente.
Né carne né pesce (tanto i ghoul non ne mangiano)
Che altro dire su questo anime? Forse la cosa che più delude è che non prova a districarsi dall'anonimato. Tutto sembra già preparato, sembra tutto scontato, già visto innumerevoli volte. Non ricordo chi una volta scrisse, a proposito degli anime/manga moderni, che tentano di essere una via di mezzo tra un seinen e uno shonen, fallendo in entrambe le categorie. Trovi certe ingenuità da shonen in un contesto che vorrebbe essere serio da seinen, che svalutano completamente quanto di buono possono proporre (ammesso che questo buono ci sia). Di tutto questo "Tokyo Ghoul" è l'emblema: una storia poco interessante, personaggi discutibili, ambientazione anonima, tante banalità, riflessioni ingenue, aspetto tecnico ai minimi sindacali ne fanno l'esatto esempio dell'anime moderno mediocre e di successo. Il mio voto è 5 e non di meno, per un semplice motivo... non ci sono troppe scene ecchi stra-abusate in tutti gli altri anime moderni. Ogni tanto non vedere mutande, culi e tette ballonzolanti rientra tra gli aspetti positivi. Il mio consiglio è comunque quello di puntare su "Kiseiju", piuttosto che su questo anime, che sicuramente non vi lascerà nulla dopo la visione.
Ed eccoci qua a parlare di uno degli anime più chiacchierato e popolare del 2014-2015, un po' come furono "Sword Art Online" e "L'attacco dei giganti", nel bene e nel male. Sempre in cima nelle classifiche di visione di VVVVid, vediamo se questo "Tokyo Ghoul" è un anime che vale la pena guardare (ammesso che ancora non si sia visto) o se è l'ennesimo prodotto che sfrutta le mode odierne per far parlare di sé senza avere nulla da dire.
Zombie? Vampiri? Mostri? No, ghoul!
L'incipit della trama è estremamente semplice. Kaneki, il protagonista di quest'opera, è il classico studente universitario residente a Tokyo (anche se a dire il vero poteva essere qualunque altra città, visto che l'ambientazione è praticamente anonima, ma poi il titolo della serie suonava meno 'figo'). Una notte, avrà uno spiacevole incontro con una ghoul che tenterà di divorarlo. Per via di un incidente fortuito, riesce a sopravvivere all'incontro con il temibile predatore, ma al suo risveglio in ospedale avrà una brutta sorpresa. Egli infatti riceverà una trasfusione di sangue dalla ghoul (forse fortuita, forse voluta da qualcun altro, non ricordo), che lo renderà un mezzo ghoul. Fico. Peccato che gli sceneggiatori di questo anime la pensavano diversamente, visto che per tutte le puntate iniziali non vedrete nient'altro che i complessi del protagonista che non vuole mangiare carne umana per sopravvivere (la dieta ghoul è rigidissima in tal senso, peggio che per i vegani), alternate a scene di pessima azione. In due parole, la noia, ed è un vero peccato, visto che l'inizio prometteva faville. Le cose purtroppo non migliorano andando avanti con le puntate, anche se a dire il vero la parte centrale è forse la più godibile, mentre il finale è la cosa più brutta dell'intera serie. Peccato pure che questo anime sia pieno di ingenuità e banalità che distruggono anche le cose buone presenti. Non fosse solo questo, si ha come l'impressione che ci siano dei buchi narrativi all'interno delle puntate. Certe volte sembra che manchi una scena di raccordo tra un evento e un altro. Per ulteriori chiarimenti rimando all'ampia parte spoiler.
Quel tizio ha gli occhi rossi -> Badass incoming
Io credo che la validità di un'opera provenga per un buon 50% da quella dei personaggi. In genere, se un anime ha una buona trama e dei buoni personaggi, il gioco è fatto, e il resto può anche essere sottotono e non intaccherà la validità dell'anime. Purtroppo "Tokyo Ghoul" sbaglia entrambe le cose. I personaggi, ad esempio: prendiamo il protagonista... un idiota. Davvero fastidioso come pochi, non ha carisma, è stupido (cade in una trappola in cui mancava solo il cartello con su scritto "trappola", tanto per capirci) e fa quello che fa non sapendo nemmeno per quale motivo. Non va tanto meglio con i comprimari, che sono un campionario di stereotipi. Touka è il classico personaggio femminile 'cazzuto' (a vedere certi anime sembra che in Giappone non esiste una via di mezzo: o sei una schiava asservita e deficiente o una 'spaccaculi' incacchiata con il mondo), c'è poco altro da dire, visto che è caratterizzato male. Non manca ovviamente la bimbetta piagnucolosa, dalla voce fastidiosa, e lo psicopatico che pare un effeminato (non si offenda nessuno), il Gourmet su cui non voglio spendere parole, vista la pochezza del personaggio. Gli altri personaggi? Tutti non pervenuti. Paradossalmente si salvano i cattivi, che qui hanno quasi ragione, visto che danno la caccia ai ghoul che mangiano umani (Mado e Amon), mentre i ghoul "cattivi" compaiono all'improvviso, non si sa perché e non si sa per come, solo per venire a rompere le scatole, difatti sono personaggi che non hanno scopo all'interno della storia. L'unico di questi che mi stava simpatico è Jason, ma solo perché è un mezzo pazzo sadico e tortura quel deficiente di Kaneki.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Entrando più nel particolare, iniziamo col dire che la cosa che fa più incacchiare in questo anime è l'assenza completa di logicità di certe azioni. Ad esempio, a Kaneki non hanno mai detto di non fidarsi degli estranei? E' la prima regola che si insegna a un bambino. Se un tizio estraneo che sembra un pazzo effeminato dal dubbio gusto estetico (e da cui mi hanno anche messo in guardia), con strane parole mi invita a casa sua, io come minimo qualche dubbio l'ho e non ci vado così a cuor leggero. Evidentemente Kaneki è più scemo di quanto pensassi. Ovviamente, ecco la classica botta di fortuna che gli permette di salvare la pellaccia. Non solo, dopo tutto questo, il Gourmet, l'artefice di tutto questo, dopo essere stato fermato e apparentemente ammazzato, ecco che si schiera dalla parte di Kaneki & Co. E non è l'unico "cattivo" ad avere questi cambi repentini di personalità, visto che anche Nishiki passa da sadico ghoul ad amicone. Potete dirmi quello che volete, ma due tizi che hanno provato ad ammazzarti in quel modo non si fanno entrare così facilmente fra i propri compagni.
Che dire poi delle assurdità del finale? Mentre Kaneki viene torturato per bene da Jason e mentre tutti i suoi amichetti corrono in suo aiuto, ecco il sempre presente 'poweruppone'. In un tripudio di capelli bianchi, occhi rossi (che fa sempre 'figo') e fanservice, ecco che Kaneki da scemo del villaggio diventa 'spaccaculi' di professione e riesce a dar legnate al povero Jason che ha avuto solo la sfiga di trovarsi in un anime in cui l'idiota di turno diventa più potente di te dopo il 'poweruppone'. E poi... fine. Sì, l'anime finisce cosi, lasciando tonnellate di cose in sospeso, non facendoti nemmeno vedere cosa hanno combinato nel frattempo gli amici di Kaneki contro gli altri ghoul. Capisco che si ha la necessità di spalmare la storia in più stagioni, ma nessuno si è accorto che chiudere un anime così fa schifo? Cosa costava fare qualche puntata in più e chiudere per lo meno la questione? Se sperano che, spinto dalla curiosità (per cosa poi), veda la seconda stagione, sono completamente fuori strada.
Lasciano comunque il tempo che trovano i vari tentativi di riflessione che vengono proposti, sia perché sono alquanto "ingenui" sia perché si prendono troppo sul serio, e in un anime come questo, in cui ci sono troppe idiozie per poter rendere seria la trattazione di questi argomenti, il tutto è solo dannoso.
Fine parte contenente spoiler
Come si menano i ghoul
Cominciamo dal fatto che, quando ho sentito che c'erano ghoul in mezzo, ho subito pensato a combattimenti fisici, veloci, bestiali, con tanto sangue, morsi, artigli e carni lacerate, ma mi andavano bene anche mazzate con coltelli e martelli Cayman e Shin style (e l'intro del primo episodio con Jason mi aveva illuso in tal senso). Inutile dire che la delusione è stata cocente nello scoprire che i ghoul combattono con una "originalissima" aura/potere che gli si crea alle spalle, aura che non si sa perché si forma e che è praticamente uguale per tutti. Inutile dire che già questa scelta a mio modo di vedere è alquanto discutibile e infantile. Ma il punto è che, anche sorvolando su questo, i combattimenti son comunque brutti, non sono belli da vedere, né presentano spunti interessanti, sono solo ghoul che si menano con i loro poteri brutti.
Orrore
L'aspetto tecnico è scadente, come tutto il resto dell'anime. I pochi punti interessanti sono distrutti da una realizzazione sotto la media di tutto il resto. Si vede che è un anime fatto in fretta e furia per sfruttare l'ondata di popolarità del manga (che non so se sia meritata, onestamente), senza la benché minima cura per i particolari, lasciando tutto al minimo sindacale. Anche qui, tra l'altro, vedo che si tende a rendere 'figa' la figura del mostro, invece che renderla per l'appunto un mostro. Prendete i ghoul, non hanno niente di mostruoso, sono comuni umani con gli occhi rossi, potrebbero fare spot come modelli e nessuno direbbe niente... come fanno a comunicare l'orrore, se poi di orrendo non hanno nulla? Questa scelta stilistica, oltre che risultare banale, non mi è piaciuta, ma capisco che molti vogliono che le cose siano proprio così.
Mi spiace poi dirlo, ma l'opening secondo me è oscena. So che a molti piace, ma questo stile semi-lagnoso non riesco proprio a digerirlo. L'OST non mi ha comunicato nulla, forse c'era, ma, se c'era, non l'ho notata per niente.
Né carne né pesce (tanto i ghoul non ne mangiano)
Che altro dire su questo anime? Forse la cosa che più delude è che non prova a districarsi dall'anonimato. Tutto sembra già preparato, sembra tutto scontato, già visto innumerevoli volte. Non ricordo chi una volta scrisse, a proposito degli anime/manga moderni, che tentano di essere una via di mezzo tra un seinen e uno shonen, fallendo in entrambe le categorie. Trovi certe ingenuità da shonen in un contesto che vorrebbe essere serio da seinen, che svalutano completamente quanto di buono possono proporre (ammesso che questo buono ci sia). Di tutto questo "Tokyo Ghoul" è l'emblema: una storia poco interessante, personaggi discutibili, ambientazione anonima, tante banalità, riflessioni ingenue, aspetto tecnico ai minimi sindacali ne fanno l'esatto esempio dell'anime moderno mediocre e di successo. Il mio voto è 5 e non di meno, per un semplice motivo... non ci sono troppe scene ecchi stra-abusate in tutti gli altri anime moderni. Ogni tanto non vedere mutande, culi e tette ballonzolanti rientra tra gli aspetti positivi. Il mio consiglio è comunque quello di puntare su "Kiseiju", piuttosto che su questo anime, che sicuramente non vi lascerà nulla dopo la visione.
"Tokyo Ghoul", popolare anime e manga di successo, mi aveva attratto da tempo, ma mi ero ripromesso di guardare questa serie quando ne avrei avuto davvero voglia, spinto come sempre da un impulso improvviso e ispiratore. E così infatti è stato! L'anime narra le gesta di un giovane ragazzo che, suo malgrado, si troverà invischiato in un incontro terribile e al tempo stesso fondamentale per la sua vita, diventando un ghoul... La prima domanda che sorge spontanea è: "Cosa sono i "ghoul"?" Purtroppo questo punto non viene spiegato fino in fondo, anzi neanche in maniera superficiale, così come nessuna delle dodici puntate spiega il perché vivono a Tokyo, se vivono in altri luoghi e tante altre cose che magari lo spettatore avrebbe gradito conoscere. Quello che si sa è che sono umanoidi che si differenziano dalla razza umana essenzialmente per cibarsi di carne umana, nient'altro, eccetto bere caffè. Avete capito bene: ogni cibo che noi uomini mangeremmo voracemente per loro è disgustoso, insipido e provoca vomito. Da specificare che i ghoul sono figure ispirate al mondo arabo e alle opere di Lovecraft, molto simili ma differenziati sia nell'essere quasi identici agli esseri umani sia nel possedere una "kagune", arma letale caratteristica di ogni ghoul che consente di difendersi e offendere, a seconda delle esigenze. Ogni ghoul ne ha una diversa ma sono genericamente formazioni tentacolari modellabili. Trovata poco originale a mio avviso, ma funzionale per inscenare i combattimenti che vi sono nella serie. Gli avversari dei ghoul sono ovviamente gli esseri umani che sono riuniti, non si sa perché, in una polizia speciale di investigazione denominata CCG, che punta a dare la caccia a questi essere e a ucciderli tutti. Ci vengono presentate le loro motivazioni, le diverse ideologie (poche in realtà) e qualche strambo personaggio, ma nulla di indimenticabile. Fortuna che la tematica riguardante chi ha diritto di vivere e chi no, agganciata alla tematica della discriminizaione, consente di riflettere un poco in maniera pacata ma risoluta su numerosi aspetti dell'opera e non solo. Anche i membri della polizia utilizzano kagune per combattere seriamente i temibili avversari, ma non è spiegato come si procurano questo materiale e, soprattutto, come facciano a usarlo per sé stessi.
La trama si delinea in circa tre piccoli archi che non sorprendono nelle loro vicissitudini, anzi risultano essere scontati e soprattutto, in molti frangenti, pieni di lacune di sceneggiatura, dando infatti poco spazio alle vicende di reale importanza invece che proseguire con stacchi opinabili. Se l'obbiettivo di questa metodologia era quello di rendere chiara l'idea e l'evolversi del protagonista Kaneki, mutando da un respingimento della sua nuova natura a una accettazione totale, ebbene il risultato non soddisfa per nulla. Sono aggiunti spesso dialoghi interiori tra il protagonista e la sua carnefice, provocando discorsi di livello imbarazzante il più delle volte, tranne lo splendido colloquio tra loro due avvenuto nell'ultimo episodio.
Il tema è importante e si ragiona, a volte, in maniera arguta e seria, ponendo spunti di riflessione degni di nota nella suddetta tematica, ma anche nella tematica del razzismo, abbastanza retorica, ma qui argomentata con fatti e non solo con parole prive di significato pratico. Ad esempio, la condizione in cui vivono i ghoul, almeno la maggior parte di loro, cioè in cattività, fa riflettere. Non per niente questo è un anime seinen e psicologico, tuttavia le riflessioni si perdono in un bicchiere d'acqua e danno un senso di incompiutezza, probabilmente a causa della cattiva sceneggiatura e di alcuni stacchi orribili e fastidiosi. Ora capisco perché ci sono numerose proteste da parte dei fan del manga che vedono la loro opera stuprata della sua essenza più intima, relegando il tutto a combattimenti semi-seri, personaggi stereotipati e pathos non di eccelsa qualità, eccetto rari momenti. Il finale risolleva la serie, innalzandosi dalla media che lo aveva caratterizzato nelle precedenti undici puntate. Peccato che non abbia un finale questa serie, ma faccia semplicemente da apri-pista alla serie successiva che si spera chiarirà i punti oscuri di questa.
I personaggi sono vari e diversi tra loro, però nessuno di loro mi ha particolarmente colpito, nel bene e nel male. Il protagonista Kaneki è una specie di amorfo per quasi tutta la durata della serie, salvo scatti omicidi, dimostrando personalità combattuta e paura della solitudine oltre ogni misura. Il design del personaggio è passabile, degno di un ragazzo qualunque. Probabile che la trasformazione psicologica avvenga nella prossima serie.
Poi abbiamo Toka, la protagonista femminile, che è abbastanza stereotipata nel suo essere tsundere. Per fortuna ogni tanto mostra di effettuare ragionamenti degni di nota, come ad esempio quello sul perché i ghoul non avrebbero diritto di vivere al pari degli esseri umani. Inoltre è capace di ragionare come un essere umano, sembrando a volte di invidiare questi perché mangiano torte e altri cibi che lei, in quanto ghoul, non potrebbe mai mangiare. E' probabilmente il personaggio che più degli altri mira a integrarsi con gli esseri umani.
Altro personaggio che voglio citare è Jason, l'antagonista che non ispira per niente il sottoscritto. Sadico come un folle, degno di un manicomio di massima sicurezza, evaso da una prigione per motivi misteriosi, ha una fisionomia abbastanza comica per buona parte del tempo concessogli dalle inquadrature, suscitando l'ironia dello spettatore piuttosto che paura e timore, cioè l'obbiettivo iniziale per cui è stato creato codesto bizzarro personaggio. Pessimo.
Un personaggio che ho apprezzato è invece il personaggio di Rize, purtroppo non approfondito come dovuto, ma sul quale probabilmente sarà fatta luce nella prossima serie, o almeno è ciò che spero. Personaggio controverso, ingorda e solitaria, mi affascina come personaggio nonostante compaia per poche scene e senza troppi dettagli sul suo conto, problema che, come riportato poc'anzi, riguarda quasi tutti i personaggi di "Tokyo Ghoul".
Gli altri personaggi si limitano a comparse o comunque non meritano particolare attenzione, non perché mi siano antipatici, bensì perché sono utili ai fini della trama quanto della verdura in un fast-food. Basta pensare a Gourmet, l'amante della gastronomia che è davvero raccapricciante, oppure al barista che dirige l'associazione di ghoul pacifica, di cui non si sa niente di niente. O ancora la presenza insignificante di Nishiki, personaggio che misteriosamente muta da evil inutile ad amico di Kaneki nel giro di pochissimo tempo e senza una reale e concreta motivazione. Forse si salva Amon da questa marmaglia insignificante, ma soltanto perché gli altri sono talmente pessimi che consento a lui di risaltare su tutti. Bellissima dal punto di vista estetico la piccola Hinami, dolcissima e carinissima. Onestamente però avrei tolto la scena di lei che mangia...
Un lato negativo dell'opera è la censura, dilagante sia nei combattimenti sia nelle scene un po' spaventose, che ci sono, ma onestamente non comprendo il motivo di tali censure su un anime dichiaratamente seinen. I tagli continui declinano l'opera a incompiuta e non sufficiente, deludendomi enormemente.
Il comparto grafico è sufficiente e in alcune parti ottimo, pur non andando mai vicino alla perfezione. Nonostante ciò, è apprezzabile il lavoro svolto. Gli sfondi e le ambientazioni sono scuri, accentuando il senso di pericolo che si avverte quando la gente passeggia per le strade notturne di Tokyo.
Invece il comparto sonoro è da promuovere in toto, sia per la splendida opening sia per la ending sia anche per la colonna sonora di qualità che compensa un adattamento scarso di un'opera che delle potenzialità le ha, ma non sono sfruttate minimamente. Melodie come "Simponhy" sono orecchiabili e tremendamente coinvolgenti.
Che cosa scrivere al termine? Un anime che ha buone, anzi ottime potenzialità, ma che lo reputo sopravvalutato dalla maggior parte della gente, altrimenti non mi spiego il clamoroso successo di questa serie anime. Io non ho letto il manga, ma mi riprometto di farlo, perché voglio sapere e comprendere se l'opera principale cartacea sia di livello superiore a questa trasposizione deludente. Violenza a iosa, scene accattivanti ma senza senso, introspezione dei personaggi quasi nulla e, quando c'è, insignificante e non attraente, risultando spesso noiosa. Pochi punti favorevoli a questo anime che perciò non merita la sufficienza ma una mediocrità, auspicando che la seconda serie sappia colmare le numerose lacune di queste dodici puntate. Con poco, si potrebbe avere un ottimo anime, ma, stando così le cose, rimarrà un pessimo prodotto.
La trama si delinea in circa tre piccoli archi che non sorprendono nelle loro vicissitudini, anzi risultano essere scontati e soprattutto, in molti frangenti, pieni di lacune di sceneggiatura, dando infatti poco spazio alle vicende di reale importanza invece che proseguire con stacchi opinabili. Se l'obbiettivo di questa metodologia era quello di rendere chiara l'idea e l'evolversi del protagonista Kaneki, mutando da un respingimento della sua nuova natura a una accettazione totale, ebbene il risultato non soddisfa per nulla. Sono aggiunti spesso dialoghi interiori tra il protagonista e la sua carnefice, provocando discorsi di livello imbarazzante il più delle volte, tranne lo splendido colloquio tra loro due avvenuto nell'ultimo episodio.
Il tema è importante e si ragiona, a volte, in maniera arguta e seria, ponendo spunti di riflessione degni di nota nella suddetta tematica, ma anche nella tematica del razzismo, abbastanza retorica, ma qui argomentata con fatti e non solo con parole prive di significato pratico. Ad esempio, la condizione in cui vivono i ghoul, almeno la maggior parte di loro, cioè in cattività, fa riflettere. Non per niente questo è un anime seinen e psicologico, tuttavia le riflessioni si perdono in un bicchiere d'acqua e danno un senso di incompiutezza, probabilmente a causa della cattiva sceneggiatura e di alcuni stacchi orribili e fastidiosi. Ora capisco perché ci sono numerose proteste da parte dei fan del manga che vedono la loro opera stuprata della sua essenza più intima, relegando il tutto a combattimenti semi-seri, personaggi stereotipati e pathos non di eccelsa qualità, eccetto rari momenti. Il finale risolleva la serie, innalzandosi dalla media che lo aveva caratterizzato nelle precedenti undici puntate. Peccato che non abbia un finale questa serie, ma faccia semplicemente da apri-pista alla serie successiva che si spera chiarirà i punti oscuri di questa.
I personaggi sono vari e diversi tra loro, però nessuno di loro mi ha particolarmente colpito, nel bene e nel male. Il protagonista Kaneki è una specie di amorfo per quasi tutta la durata della serie, salvo scatti omicidi, dimostrando personalità combattuta e paura della solitudine oltre ogni misura. Il design del personaggio è passabile, degno di un ragazzo qualunque. Probabile che la trasformazione psicologica avvenga nella prossima serie.
Poi abbiamo Toka, la protagonista femminile, che è abbastanza stereotipata nel suo essere tsundere. Per fortuna ogni tanto mostra di effettuare ragionamenti degni di nota, come ad esempio quello sul perché i ghoul non avrebbero diritto di vivere al pari degli esseri umani. Inoltre è capace di ragionare come un essere umano, sembrando a volte di invidiare questi perché mangiano torte e altri cibi che lei, in quanto ghoul, non potrebbe mai mangiare. E' probabilmente il personaggio che più degli altri mira a integrarsi con gli esseri umani.
Altro personaggio che voglio citare è Jason, l'antagonista che non ispira per niente il sottoscritto. Sadico come un folle, degno di un manicomio di massima sicurezza, evaso da una prigione per motivi misteriosi, ha una fisionomia abbastanza comica per buona parte del tempo concessogli dalle inquadrature, suscitando l'ironia dello spettatore piuttosto che paura e timore, cioè l'obbiettivo iniziale per cui è stato creato codesto bizzarro personaggio. Pessimo.
Un personaggio che ho apprezzato è invece il personaggio di Rize, purtroppo non approfondito come dovuto, ma sul quale probabilmente sarà fatta luce nella prossima serie, o almeno è ciò che spero. Personaggio controverso, ingorda e solitaria, mi affascina come personaggio nonostante compaia per poche scene e senza troppi dettagli sul suo conto, problema che, come riportato poc'anzi, riguarda quasi tutti i personaggi di "Tokyo Ghoul".
Gli altri personaggi si limitano a comparse o comunque non meritano particolare attenzione, non perché mi siano antipatici, bensì perché sono utili ai fini della trama quanto della verdura in un fast-food. Basta pensare a Gourmet, l'amante della gastronomia che è davvero raccapricciante, oppure al barista che dirige l'associazione di ghoul pacifica, di cui non si sa niente di niente. O ancora la presenza insignificante di Nishiki, personaggio che misteriosamente muta da evil inutile ad amico di Kaneki nel giro di pochissimo tempo e senza una reale e concreta motivazione. Forse si salva Amon da questa marmaglia insignificante, ma soltanto perché gli altri sono talmente pessimi che consento a lui di risaltare su tutti. Bellissima dal punto di vista estetico la piccola Hinami, dolcissima e carinissima. Onestamente però avrei tolto la scena di lei che mangia...
Un lato negativo dell'opera è la censura, dilagante sia nei combattimenti sia nelle scene un po' spaventose, che ci sono, ma onestamente non comprendo il motivo di tali censure su un anime dichiaratamente seinen. I tagli continui declinano l'opera a incompiuta e non sufficiente, deludendomi enormemente.
Il comparto grafico è sufficiente e in alcune parti ottimo, pur non andando mai vicino alla perfezione. Nonostante ciò, è apprezzabile il lavoro svolto. Gli sfondi e le ambientazioni sono scuri, accentuando il senso di pericolo che si avverte quando la gente passeggia per le strade notturne di Tokyo.
Invece il comparto sonoro è da promuovere in toto, sia per la splendida opening sia per la ending sia anche per la colonna sonora di qualità che compensa un adattamento scarso di un'opera che delle potenzialità le ha, ma non sono sfruttate minimamente. Melodie come "Simponhy" sono orecchiabili e tremendamente coinvolgenti.
Che cosa scrivere al termine? Un anime che ha buone, anzi ottime potenzialità, ma che lo reputo sopravvalutato dalla maggior parte della gente, altrimenti non mi spiego il clamoroso successo di questa serie anime. Io non ho letto il manga, ma mi riprometto di farlo, perché voglio sapere e comprendere se l'opera principale cartacea sia di livello superiore a questa trasposizione deludente. Violenza a iosa, scene accattivanti ma senza senso, introspezione dei personaggi quasi nulla e, quando c'è, insignificante e non attraente, risultando spesso noiosa. Pochi punti favorevoli a questo anime che perciò non merita la sufficienza ma una mediocrità, auspicando che la seconda serie sappia colmare le numerose lacune di queste dodici puntate. Con poco, si potrebbe avere un ottimo anime, ma, stando così le cose, rimarrà un pessimo prodotto.
Trovare una figura di mostro da utilizzare per il componimento di un'opera horror al giorno d'oggi non è facile. Di vampiri, morti viventi, demoni e così via, l'animazione è ormai piena e altre opere basate su questi tipi di soggetto ricadrebbero inevitabilmente nel "già visto", con poche probabilità di riuscire ad apportare qualcosa di nuovo al proprio genere. Allora perché non andare a ripescare l'antica figura del ghoul, un mito di origine araba che trovò una certa notorietà anche nel resto del mondo grazie ad alcuni scritti di Lovecraft? Immagino che sia stato questo il ragionamento che hanno portato avanti i creatori di questo "Tokyo Ghoul"; una sfida interessante che è stata premiata anche con un discreto successo di pubblico. Ma fu vera gloria? Cerchiamo di capirlo.
La città di Tokyo, non si da quando né si sa il perché, è dilaniata dalla lotta fra l'uomo e i ghoul. Questi ultimi appaiono assolutamente identici agli esseri umani, per cui vivono normalmente in società nascondendo, ovviamente, la loro vera natura; c'è però una differenza che rende particolarmente problematica la coesistenza fra le due specie: i ghoul, infatti, possono nutrirsi solo con carne umana (e caffè, ma lasciamo perdere). Per questo motivo essi sono costretti ad attaccare e uccidere esseri umani per procurarsi il cibo necessario alla propria sopravvivenza; di conseguenza l'uomo, non avendo nessuna intenzione di offrirsi come banchetto a questi esseri, dà loro una caccia spietata e senza quartiere.
In questo contesto il protagonista, Kaneki, è un tranquillo studente universitario con la passione per la lettura. La sua vita viene però sconvolta dall'incontro con Rise, una bellissima ragazza di cui Kaneki si innamora subito; peccato che Rise sia in realtà un ghoul e che la sua unica intenzione sia quella di "papparsi" il ragazzo. A seguito di un incidente non si sa quanto accidentale i due vengono travolti dalle travi di un cantiere: Rise ne rimane uccisa mentre Kaneki, grazie a un trapianto riesce a salvarsi. Peccato che gli organi trapiantati siano proprio quelli del ghoul...
"Tokyo Ghoul" è un anime che può essere analizzato sotto molteplici aspetti.
Il primo riguarda la figura del ghoul. L'ispirazione lovecraftiana è evidente, in quanto anche in questo caso ci si discosta molto dal mito originario narrato nel folclore arabo; questa figura, però, subisce un ulteriore processo di trasformazione che da un lato tende all'umanizzazione di questi esseri, dall'altro gli conferisce peculiarità assenti nella tradizione, come le "kagune", ossia delle armi che i ghoul ricavano direttamente dal proprio corpo. Questi cambiamenti da un lato ne banalizzano un po' la figura rendendola simile a milioni di altre, il che è strano per un anime che si proponeva di rinnovare la figura di mostro classico; dall'altro, ciò era forse inevitabile in quanto, utilizzando la figura di ghoul che ho in mente io, non facendolo si sarebbe potuto creare solo un clone di "Highschool of the Dead".
La trama, in questa prima serie, si dipana molto lentamente, decisamente troppo per i miei gusti. Più volte mi son trovato a sbuffare per le continue perdite di tempo che si susseguivano di episodio in episodio; tuttavia, anche in questo caso, devo dire che complessivamente non è poi così male, la storia si lascia seguire tranquillamente e in certi momenti riesce a creare una piacevole sensazione di coinvolgimento nello spettatore.
I personaggi sono piuttosto stereotipati, con l'invenzione della "ghoul tsundere" che non può non suscitare qualche commento ironico. Però è decisamente apprezzabile la loro evoluzione psicologica i cui frutti, credo (anzi spero), si vedranno nella seconda serie.
Una nota di merito va assegnata alla colonna sonora, che mi è piaciuta particolarmente. Niente da segnalare per quanto riguarda il comparto grafico.
Fino all'episodio undici la mia valutazione di questo anime raggiungeva solo una stringata sufficienza. Sinceramente mi aspettavo molto di più da un anime che ha avuto un tale successo mediatico; invece la trama era lenta, i personaggi erano abbastanza anonimi e solo alcune parti riuscivano davvero a catturare l'attenzione. Poi, però, ho visto l'ultimo episodio: assolutamente superbo. Così il voto è salito a sette e ho deciso di guardare immediatamente anche la seconda serie, nella speranza che non si tratti solo di un fuoco di paglia. Staremo a vedere.
La città di Tokyo, non si da quando né si sa il perché, è dilaniata dalla lotta fra l'uomo e i ghoul. Questi ultimi appaiono assolutamente identici agli esseri umani, per cui vivono normalmente in società nascondendo, ovviamente, la loro vera natura; c'è però una differenza che rende particolarmente problematica la coesistenza fra le due specie: i ghoul, infatti, possono nutrirsi solo con carne umana (e caffè, ma lasciamo perdere). Per questo motivo essi sono costretti ad attaccare e uccidere esseri umani per procurarsi il cibo necessario alla propria sopravvivenza; di conseguenza l'uomo, non avendo nessuna intenzione di offrirsi come banchetto a questi esseri, dà loro una caccia spietata e senza quartiere.
In questo contesto il protagonista, Kaneki, è un tranquillo studente universitario con la passione per la lettura. La sua vita viene però sconvolta dall'incontro con Rise, una bellissima ragazza di cui Kaneki si innamora subito; peccato che Rise sia in realtà un ghoul e che la sua unica intenzione sia quella di "papparsi" il ragazzo. A seguito di un incidente non si sa quanto accidentale i due vengono travolti dalle travi di un cantiere: Rise ne rimane uccisa mentre Kaneki, grazie a un trapianto riesce a salvarsi. Peccato che gli organi trapiantati siano proprio quelli del ghoul...
"Tokyo Ghoul" è un anime che può essere analizzato sotto molteplici aspetti.
Il primo riguarda la figura del ghoul. L'ispirazione lovecraftiana è evidente, in quanto anche in questo caso ci si discosta molto dal mito originario narrato nel folclore arabo; questa figura, però, subisce un ulteriore processo di trasformazione che da un lato tende all'umanizzazione di questi esseri, dall'altro gli conferisce peculiarità assenti nella tradizione, come le "kagune", ossia delle armi che i ghoul ricavano direttamente dal proprio corpo. Questi cambiamenti da un lato ne banalizzano un po' la figura rendendola simile a milioni di altre, il che è strano per un anime che si proponeva di rinnovare la figura di mostro classico; dall'altro, ciò era forse inevitabile in quanto, utilizzando la figura di ghoul che ho in mente io, non facendolo si sarebbe potuto creare solo un clone di "Highschool of the Dead".
La trama, in questa prima serie, si dipana molto lentamente, decisamente troppo per i miei gusti. Più volte mi son trovato a sbuffare per le continue perdite di tempo che si susseguivano di episodio in episodio; tuttavia, anche in questo caso, devo dire che complessivamente non è poi così male, la storia si lascia seguire tranquillamente e in certi momenti riesce a creare una piacevole sensazione di coinvolgimento nello spettatore.
I personaggi sono piuttosto stereotipati, con l'invenzione della "ghoul tsundere" che non può non suscitare qualche commento ironico. Però è decisamente apprezzabile la loro evoluzione psicologica i cui frutti, credo (anzi spero), si vedranno nella seconda serie.
Una nota di merito va assegnata alla colonna sonora, che mi è piaciuta particolarmente. Niente da segnalare per quanto riguarda il comparto grafico.
Fino all'episodio undici la mia valutazione di questo anime raggiungeva solo una stringata sufficienza. Sinceramente mi aspettavo molto di più da un anime che ha avuto un tale successo mediatico; invece la trama era lenta, i personaggi erano abbastanza anonimi e solo alcune parti riuscivano davvero a catturare l'attenzione. Poi, però, ho visto l'ultimo episodio: assolutamente superbo. Così il voto è salito a sette e ho deciso di guardare immediatamente anche la seconda serie, nella speranza che non si tratti solo di un fuoco di paglia. Staremo a vedere.
Ho visto questo anime dietro consiglio di un amico per intero in una serata.
Inizialmente ho avuto proprio il desiderio di lasciar stare perché in varie parti, dopo aver catturato l'attenzione per l'idea, si sviluppa in modo lento, pure troppo, con dialoghi e scene di vita quotidiana di una qualsiasi serie scolastica o kanojo; poi, verso la fine, e in particolare le ultime due puntate, sale di giri e diviene davvero interessante.
Far convivere nella Tokyo moderna due razze simili esteticamente, ma ben diverse per modi di vivere, non è male. La razza umana, con tutti i pregi e difetti ben conosciuti, e i ghoul, che sarebbero delle "persone" (originate, a parte Kaneki, in qualche modo...) dotate di poteri paranormali e che per nutrirsi devono mangiare carne umana, poiché tutto il resto, per loro, è immangiabile. Ecco che qui, allora, si sviluppa, ovviamente un circuito in cui convivono nello stesso recinto i lupi e gli agnelli, con risultati che è facile immaginare in tema di scene di banchetti e sangue in genere.
All'interno di questa situazione scorgo il conflitto fra le parti che hanno dato all'opera qualcosa di più di una pura carneficina. Parlo del confitto fra umani e ghoul per la pura sopravvivenza, ivi incluse le squadre investigative e di caccia ai ghoul, il conflitto fra ghoul e ghoul per l'approccio alla "vita" e alla convivenza con gli umani. Caratterialmente, come gli umani, costoro possono essere più distruttivi e con poco/nullo rispetto della vita altrui e possono essere invece "collaborativi" nel limite del loro possibile menù, con gli umani e nei loro rapporti interni. I ghoul vengono quindi umanizzati, vengono resi simili all'altra razza sia quando viene mostrato il sadismo e la cattiveria, la morte di altri non per reale necessità ma per puro divertimento (come avviene del resto fra gli umani che uccidono altri uomini e animali) e quando viene mostrato l'amore (ai limiti dell'impossibile) in una coppia e l'amore materno/familiare che non conosce differenze fra le specie.
Altro aspetto che mi è rimasto nasce alla fine dell'opera, proprio nell'ultima puntata, con un avvitamento di scene, colori, sensazioni del protagonista e scoperta (accettazione?) del proprio "io" dopo puntate di dubbi, incredulità e incertezze.
Forse vedo una considerazione verso la società giapponese, molto rigida e molto formale, con una critica neanche tanto velata al karoshi, forse vedo il messaggio con la necessità di riuscire ad accettarsi così come si è, cosa che stando ad episodi di cronaca, in una società così inquadrata e così competitiva fin dall'infanzia, non riesce in più occasioni. Forse ho esagerato nel vedere tali indicazioni e sono stati solo momenti per costruire puntate e un seguito; in ogni caso un'opera, per me, da voto 8.
Inizialmente ho avuto proprio il desiderio di lasciar stare perché in varie parti, dopo aver catturato l'attenzione per l'idea, si sviluppa in modo lento, pure troppo, con dialoghi e scene di vita quotidiana di una qualsiasi serie scolastica o kanojo; poi, verso la fine, e in particolare le ultime due puntate, sale di giri e diviene davvero interessante.
Far convivere nella Tokyo moderna due razze simili esteticamente, ma ben diverse per modi di vivere, non è male. La razza umana, con tutti i pregi e difetti ben conosciuti, e i ghoul, che sarebbero delle "persone" (originate, a parte Kaneki, in qualche modo...) dotate di poteri paranormali e che per nutrirsi devono mangiare carne umana, poiché tutto il resto, per loro, è immangiabile. Ecco che qui, allora, si sviluppa, ovviamente un circuito in cui convivono nello stesso recinto i lupi e gli agnelli, con risultati che è facile immaginare in tema di scene di banchetti e sangue in genere.
All'interno di questa situazione scorgo il conflitto fra le parti che hanno dato all'opera qualcosa di più di una pura carneficina. Parlo del confitto fra umani e ghoul per la pura sopravvivenza, ivi incluse le squadre investigative e di caccia ai ghoul, il conflitto fra ghoul e ghoul per l'approccio alla "vita" e alla convivenza con gli umani. Caratterialmente, come gli umani, costoro possono essere più distruttivi e con poco/nullo rispetto della vita altrui e possono essere invece "collaborativi" nel limite del loro possibile menù, con gli umani e nei loro rapporti interni. I ghoul vengono quindi umanizzati, vengono resi simili all'altra razza sia quando viene mostrato il sadismo e la cattiveria, la morte di altri non per reale necessità ma per puro divertimento (come avviene del resto fra gli umani che uccidono altri uomini e animali) e quando viene mostrato l'amore (ai limiti dell'impossibile) in una coppia e l'amore materno/familiare che non conosce differenze fra le specie.
Altro aspetto che mi è rimasto nasce alla fine dell'opera, proprio nell'ultima puntata, con un avvitamento di scene, colori, sensazioni del protagonista e scoperta (accettazione?) del proprio "io" dopo puntate di dubbi, incredulità e incertezze.
Forse vedo una considerazione verso la società giapponese, molto rigida e molto formale, con una critica neanche tanto velata al karoshi, forse vedo il messaggio con la necessità di riuscire ad accettarsi così come si è, cosa che stando ad episodi di cronaca, in una società così inquadrata e così competitiva fin dall'infanzia, non riesce in più occasioni. Forse ho esagerato nel vedere tali indicazioni e sono stati solo momenti per costruire puntate e un seguito; in ogni caso un'opera, per me, da voto 8.
"Tokyo Ghoul" è un anime dell'anno 2014 tratto dall'omonimo manga di Sui Ishida. L'anime ha una trama non molto attraente, nel senso che non attira subito lo spettatore, o almeno questo è ciò che ne ho pensato io, persona a cui piacciono gli splatter.
L'anime presenta molti problemi sia tecnici che a livello di trama e presentazione di quest'ultima.
La trama: ci troviamo in una Tokyo nella quale oltre agli umani nella vita di tutti i giorni ci sono i "ghoul". I "ghoul" sono e non sono degli esseri umani, mi spiego meglio, sono degli umani ma con caratteristiche non umane, come resistenza molto superiore alla media, capacità di rigenerazione e non solo, non approfondisco per non finire in spoiler. Ed è in questa realtà che l'anime si svolge. Il protagonista Ken Kaneki si troverà un bel giorno a passare dall'essere umano all'essere ghoul, e qui cominciano le vicende dell'anime.
La trama ha problemi a livello di impostazione, ovvero ci sono parti molto, molto noiose, come per esempio i dialoghi nel "Cafè Anteiku" tra i personaggi, che sono veramente inutili e noiosi, e parti, ad esempio i combattimenti, che sarebbero potuti essere meglio, ma sono stati un buco nell'acqua. Ciò che porta a questo è in gran parte anche la scarsa qualità delle animazioni da parte dello studio Pierrot, che non solo ha organizzato male l'anime, ma ha anche prodotto animazioni di livello per niente elevato, uno dei motivi per cui molte persone si son ritrovate a sospendere la serie; mentirei se dicessi che non ne sono stata tentata anche io, ma alla fine ho deciso di proseguire, ma torneremo dopo su questo discorso.
I personaggi non sono per niente da ricordare, con il tipico protagonista "mollaccione", Kaneki, la tipica ragazza forte e dura esteriormente ma tenera e fragile all'interno, Touka, e i vari personaggi tra i quali si potrebbe salvare Hide, amico del protagonista, che tuttavia non ha quasi nessuna importanza nella storia e nello svolgimento dell'anime.
Il comparto tecnico come già detto non è dei migliori, con animazioni poco curate e a volte anche innaturali, ma non troppo per fortuna. Come già espresso prima, questo è un grande problema, perché una persona da un anime del 2014 si aspetta una grafica e delle animazioni fatte in un certo modo, certo non perfette, ma nemmeno rozze. Il doppiaggio è veramente mal fatto, fatta eccezione per il doppiaggio di Kaneki, che è fatto abbastanza bene. Il comparto sonoro è pessimo e quasi sempre fastidioso e non contribuisce a dare spessore alle scene; si può salvare però l'opening, che è carina.
Terminata la recensione, posso dire che sconsiglio questo anime soprattutto agli amanti di anime horror/splatter, poiché resterebbero molto probabilmente delusi; invece posso dire a chi non rientra nella precedente categoria di vederlo solo se non si ha altro da vedere in lista.
Voto finale: 2
L'anime presenta molti problemi sia tecnici che a livello di trama e presentazione di quest'ultima.
La trama: ci troviamo in una Tokyo nella quale oltre agli umani nella vita di tutti i giorni ci sono i "ghoul". I "ghoul" sono e non sono degli esseri umani, mi spiego meglio, sono degli umani ma con caratteristiche non umane, come resistenza molto superiore alla media, capacità di rigenerazione e non solo, non approfondisco per non finire in spoiler. Ed è in questa realtà che l'anime si svolge. Il protagonista Ken Kaneki si troverà un bel giorno a passare dall'essere umano all'essere ghoul, e qui cominciano le vicende dell'anime.
La trama ha problemi a livello di impostazione, ovvero ci sono parti molto, molto noiose, come per esempio i dialoghi nel "Cafè Anteiku" tra i personaggi, che sono veramente inutili e noiosi, e parti, ad esempio i combattimenti, che sarebbero potuti essere meglio, ma sono stati un buco nell'acqua. Ciò che porta a questo è in gran parte anche la scarsa qualità delle animazioni da parte dello studio Pierrot, che non solo ha organizzato male l'anime, ma ha anche prodotto animazioni di livello per niente elevato, uno dei motivi per cui molte persone si son ritrovate a sospendere la serie; mentirei se dicessi che non ne sono stata tentata anche io, ma alla fine ho deciso di proseguire, ma torneremo dopo su questo discorso.
I personaggi non sono per niente da ricordare, con il tipico protagonista "mollaccione", Kaneki, la tipica ragazza forte e dura esteriormente ma tenera e fragile all'interno, Touka, e i vari personaggi tra i quali si potrebbe salvare Hide, amico del protagonista, che tuttavia non ha quasi nessuna importanza nella storia e nello svolgimento dell'anime.
Il comparto tecnico come già detto non è dei migliori, con animazioni poco curate e a volte anche innaturali, ma non troppo per fortuna. Come già espresso prima, questo è un grande problema, perché una persona da un anime del 2014 si aspetta una grafica e delle animazioni fatte in un certo modo, certo non perfette, ma nemmeno rozze. Il doppiaggio è veramente mal fatto, fatta eccezione per il doppiaggio di Kaneki, che è fatto abbastanza bene. Il comparto sonoro è pessimo e quasi sempre fastidioso e non contribuisce a dare spessore alle scene; si può salvare però l'opening, che è carina.
Terminata la recensione, posso dire che sconsiglio questo anime soprattutto agli amanti di anime horror/splatter, poiché resterebbero molto probabilmente delusi; invece posso dire a chi non rientra nella precedente categoria di vederlo solo se non si ha altro da vedere in lista.
Voto finale: 2
Quando iniziai a visionare "Tokyo Ghoul" ero molto scettico, non riuscii inizialmente a capire comportamenti e reazioni umane dei personaggi, ma col tempo iniziai a sopportare questi "errori" e a seguire l'opera senza criticarla troppo.
L'opening "Unravell" è sicuramente una delle migliori sigle che abbia mai sentito. Le animazioni sono accettabili e i combattimenti sono fatti bene.
I personaggi principali sono interessanti, soprattutto Kaneki; gli antagonisti della serie, invece, non sono proprio tra i migliori, anzi alcuni risultano noiosi e altri troppo ridicoli per essere presi in considerazione (tralasciando il buon Madou, l'unico ad avere un senso di esistere).
Le tematiche proposte sono interessanti, ma per colpa di comportamenti alquanto illogici dei personaggi vengono rese in malo modo (soprattutto il tema principale, ovvero ghoul mangia-uomini).
Concludendo, volevo sottolineare uno degli enigmi più interessanti ma non approfonditi in questa serie: "Da dove vengono i ghoul?" Boh, spero che la seconda stagione dell'anime sveli il dilemma e alzi il valore globale dell'opera.
L'opening "Unravell" è sicuramente una delle migliori sigle che abbia mai sentito. Le animazioni sono accettabili e i combattimenti sono fatti bene.
I personaggi principali sono interessanti, soprattutto Kaneki; gli antagonisti della serie, invece, non sono proprio tra i migliori, anzi alcuni risultano noiosi e altri troppo ridicoli per essere presi in considerazione (tralasciando il buon Madou, l'unico ad avere un senso di esistere).
Le tematiche proposte sono interessanti, ma per colpa di comportamenti alquanto illogici dei personaggi vengono rese in malo modo (soprattutto il tema principale, ovvero ghoul mangia-uomini).
Concludendo, volevo sottolineare uno degli enigmi più interessanti ma non approfonditi in questa serie: "Da dove vengono i ghoul?" Boh, spero che la seconda stagione dell'anime sveli il dilemma e alzi il valore globale dell'opera.
Richiamato dal fatto che il titolo è uno di quelli sulla bocca di tutti e valutato che il genere è affine ai miei gusti, ho affrontato "Tokyo Ghoul" con la convinzione che avrei trovato una serie che sarebbe potuta piacermi.
Man mano che gli episodi proseguivano, ho invece notato come fossero presenti diverse magagne che non mi hanno permesso di godermi la serie come avrei voluto. Anzi, diciamola chiaramente, per me "Tokyo Ghoul" finisce qui, ne ho visto abbastanza e non sento nessuna necessità di proseguire con la visione della stagione successiva.
La trama, non che ce ne sia molta a onor del vero, racconta le vicende di un ragazzo qualunque, mite di carattere, non molto estroverso e amante della lettura, che a seguito di un incidente viene trasformato in un mezzo ghoul. Dovete sapere che nascosti tra gli uomini ci sarebbero queste creature dai poteri e dalla forza terribile, che per sopravvivere possono nutrirsi esclusivamente di carne umana. Se agli occhi degli umani sono visti come mostri, sono spesso persone come altre, che vorrebbero essere come tutti, che hanno persone care e amici. Sono però costretti a nascondere la loro natura e, loro malgrado, a mangiare.
Tutta la serie ruota intorno al dilemma di chi siano davvero i cattivi: sono i ghoul, costretti a nutrirsi degli umani, oppure gli umani che danno loro la caccia e uccidono anche i ghoul che si sforzano per evitare di nuocere agli umani? Massacro dopo massacro, l'odio non fa che aumentare, ma esiste davvero un cattivo? Entrambe le fazioni hanno ottime ragioni, così come entrambe hanno al loro interno chi agisce in modo sconsiderato e fuori controllo.
Sulla carta la serie non sarebbe affatto banale: sebbene il tema non sia nuovo e sia frequente nella letteratura, film, manga e anime, vi sarebbe stato spazio per raccontarlo in modo efficace e innovativo, aiutandosi con un'ambientazione, i ghoul a Tokyo, sicuramente mai trattata. A questo si aggiunge una realizzazione tecnica buona e di pregevole fattura, fattori che rendono "Tokyo Ghoul" ricco di potenzialità. Ma a cosa servono le potenzialità se la sceneggiatura è fatta con i piedi? Il dilemma sopra illustrato viene presentato sfruttando i soliti cliché, con scelte scontate come l'introduzione di personaggi con cui lo spettatore può facilmente empatizzare e il far fare loro fare una brutta fine, divertendosi a rigirare il coltello nella piaga, tra l'altro. Di fondo non ho apprezzato un certo cattivo gusto nelle scelte, che spazia dalla violenza gratuita e non necessaria, tanto per spargere un po' di sangue, ad alcune situazioni poco gradevoli. Molti dei personaggi poi non riescono a convincermi, a partire dal protagonista affetto inizialmente dall'evangeliana sindrome di Shinji. Poi vabbé, le cose probabilmente cambieranno, ma l'alternanza di buonismo e sadismo che contraddistingue questa serie TV la trovo mal gestita. Come mal gestiti sono la maggior parte dei dialoghi, spesso futili, inutili e noiosi.
Inoltre è curiosa anche la scelta finale: si è arrivati a un po' di movimento, cosa che non mi spiaceva visto che la trama è quella che è, peccato che piuttosto di concentrarsi nello scontro tra fazioni in atto mi viene propinata una puntata e mezza di torture. Posso capire che, per quanto possa trovarla di cattivo gusto, è utile per mostrami il cambiamento di un personaggio che probabilmente sarà decisamente diverso nella seconda serie, ma avrei gradito almeno che finisse con un punto fermo... almeno finitemi la situazione! Tra l'altro, evento chiave, la trasformazione di questo personaggio, era già scontata nella modalità da qualche episodio e poteva avvenire in modo ben meno cruento e prolisso, tanto che ho trovato tutte le paranoie che mi sono state raccontate tra una tortura e l'altra ben poco credibili.
Sottolineo come non ho alcun problema con le serie splatter, politically incorrect ed estremamente violente - per esempio ho adorato "Hellsing Ultimate" -, quello che mi dà fastidio è l'abbinamento di buonismo, moralismo e violenza gratuita.
Se quindi cercate una serie con qualche personaggio carino, sebbene stereotipato, un po' di azione e tanta violenza gratuita, potrebbe piacervi. Io spenderò il mio tempo per titoli che considero più meritevoli.
Man mano che gli episodi proseguivano, ho invece notato come fossero presenti diverse magagne che non mi hanno permesso di godermi la serie come avrei voluto. Anzi, diciamola chiaramente, per me "Tokyo Ghoul" finisce qui, ne ho visto abbastanza e non sento nessuna necessità di proseguire con la visione della stagione successiva.
La trama, non che ce ne sia molta a onor del vero, racconta le vicende di un ragazzo qualunque, mite di carattere, non molto estroverso e amante della lettura, che a seguito di un incidente viene trasformato in un mezzo ghoul. Dovete sapere che nascosti tra gli uomini ci sarebbero queste creature dai poteri e dalla forza terribile, che per sopravvivere possono nutrirsi esclusivamente di carne umana. Se agli occhi degli umani sono visti come mostri, sono spesso persone come altre, che vorrebbero essere come tutti, che hanno persone care e amici. Sono però costretti a nascondere la loro natura e, loro malgrado, a mangiare.
Tutta la serie ruota intorno al dilemma di chi siano davvero i cattivi: sono i ghoul, costretti a nutrirsi degli umani, oppure gli umani che danno loro la caccia e uccidono anche i ghoul che si sforzano per evitare di nuocere agli umani? Massacro dopo massacro, l'odio non fa che aumentare, ma esiste davvero un cattivo? Entrambe le fazioni hanno ottime ragioni, così come entrambe hanno al loro interno chi agisce in modo sconsiderato e fuori controllo.
Sulla carta la serie non sarebbe affatto banale: sebbene il tema non sia nuovo e sia frequente nella letteratura, film, manga e anime, vi sarebbe stato spazio per raccontarlo in modo efficace e innovativo, aiutandosi con un'ambientazione, i ghoul a Tokyo, sicuramente mai trattata. A questo si aggiunge una realizzazione tecnica buona e di pregevole fattura, fattori che rendono "Tokyo Ghoul" ricco di potenzialità. Ma a cosa servono le potenzialità se la sceneggiatura è fatta con i piedi? Il dilemma sopra illustrato viene presentato sfruttando i soliti cliché, con scelte scontate come l'introduzione di personaggi con cui lo spettatore può facilmente empatizzare e il far fare loro fare una brutta fine, divertendosi a rigirare il coltello nella piaga, tra l'altro. Di fondo non ho apprezzato un certo cattivo gusto nelle scelte, che spazia dalla violenza gratuita e non necessaria, tanto per spargere un po' di sangue, ad alcune situazioni poco gradevoli. Molti dei personaggi poi non riescono a convincermi, a partire dal protagonista affetto inizialmente dall'evangeliana sindrome di Shinji. Poi vabbé, le cose probabilmente cambieranno, ma l'alternanza di buonismo e sadismo che contraddistingue questa serie TV la trovo mal gestita. Come mal gestiti sono la maggior parte dei dialoghi, spesso futili, inutili e noiosi.
Inoltre è curiosa anche la scelta finale: si è arrivati a un po' di movimento, cosa che non mi spiaceva visto che la trama è quella che è, peccato che piuttosto di concentrarsi nello scontro tra fazioni in atto mi viene propinata una puntata e mezza di torture. Posso capire che, per quanto possa trovarla di cattivo gusto, è utile per mostrami il cambiamento di un personaggio che probabilmente sarà decisamente diverso nella seconda serie, ma avrei gradito almeno che finisse con un punto fermo... almeno finitemi la situazione! Tra l'altro, evento chiave, la trasformazione di questo personaggio, era già scontata nella modalità da qualche episodio e poteva avvenire in modo ben meno cruento e prolisso, tanto che ho trovato tutte le paranoie che mi sono state raccontate tra una tortura e l'altra ben poco credibili.
Sottolineo come non ho alcun problema con le serie splatter, politically incorrect ed estremamente violente - per esempio ho adorato "Hellsing Ultimate" -, quello che mi dà fastidio è l'abbinamento di buonismo, moralismo e violenza gratuita.
Se quindi cercate una serie con qualche personaggio carino, sebbene stereotipato, un po' di azione e tanta violenza gratuita, potrebbe piacervi. Io spenderò il mio tempo per titoli che considero più meritevoli.
Ogni tanto si vedono nel firmamento degli anime alcuni esemplari di stella talmente lucenti e brillanti da dominare su tutte le altre, almeno quelle più vicine. Questo è il caso di "Tokyo Ghoul", un'opera uscita nella stagione estiva 2014, capace di adombrare gran parte delle altre serie a lui contemporanee. Non ci si può far nulla, quando qualcosa è bello... è bello. Dodici episodi di pura passione e adrenalina, un mix perfetto che, di fatto, mi ha permesso di divorare quest'anime in poco più che una giornata.
Viene classificato come horror, più che altro per alcune scene di lacerazioni piuttosto raccapriccianti, ma non si piò sottovalutare la tendenza psicologica/drammatica che traspare in questa lotta tra umani e ghoul, neanche tanto diversi tra loro. Il soprannaturale, d'altronde, non cela le passioni intercorrenti tra i vari protagonisti, i loro sentimenti, come gioia e tristezza.
Ma proseguiamo con ordine e andiamo a raccontare brevemente come inizia questa storia: una storia di sangue, carne e lacrime. Ken Kaneki è un giovane universitario che s'invaghisce di una bella fanciulla incontrata in un bar, Rize Kamishiro. Il ragazzo scopre che la giovane donna sta leggendo il suo stesso libro e, preso da una ventata di coraggio, le chiede di uscire così da parlare insieme delle loro letture preferite. L'appuntamento scorre piacevole, ma di sera, lungo la strada verso casa, succede qualcosa che Ken non dimenticherà mai. Rize infatti, quando sembrava che lo stesse per baciare, lo attacca con un morso. Non è umana, bensì un ghoul: esseri soprannaturali che, oltre a essere simili fisicamente agli uomini, devono mangiare le carni di esseri umani per sopravvivere. Mera sopravvivenza? Non proprio, visto che Rize sembra provare un enorme piacere in questo banchetto. Tuttavia qualcosa va storto: delle travi precipitano, travolgendo entrambi i ragazzi. Rize muore, mentre Ken viene salvato all'ultimo momento e riesce a sopravvivere solo grazie al trapianto di alcuni organi da parte della bella compagna defunta. Organi ghoul, che, come si accorgerà in seguito, lo renderanno per metà umano e per metà "mostro". Il suo desiderio di carne umana crescerà con i giorni e Ken riuscirà a sopravvivere solo grazie all'aiuto di un'organizzazione di ghoul pacifici. La sua vita è irrimediabilmente cambiata, il suo corpo anche. Ce la farà a sopravvivere nel violento mondo dei ghoul?
A differenza di molte altre serie di questo genere, in "Tokyo Ghoul" fa differenza la duplice battaglia che si viene a creare. Da un lato la lotta effettiva tra ghoul, ma anche tra ghoul e umani; dall'altro la battaglia ideologica tra queste due realtà. Fatalmente incontratesi nella figura del nostro protagonista. I ghoul sono realmente mostri? Un anime in cui i "cattivi" sono buoni e i "buoni" cattivi, dove le classiche divergenze tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato scompaiono dietro uno schizzo di sangue.
I vari personaggi vengono ben analizzati nei loro aspetti interiori, le battaglie dell'anima, che sanciranno la loro vera natura. Se mangiare carne umana è un istinto che non può essere evitato se si vuole vivere, ci si può ancora considerare essere umani? Ken è timido, debole e spaventato, ma dentro di lui conserva la forza straripante di uno dei ghoul più forti in assoluto, Rize Kamishiro, che pian piano uscirà fuori fino a possederlo completamente.
Tuttavia, nel corso degli episodi, si può vedere che la sua crescita come ghoul va di pari passo con la sua maturazione in quanto uomo. La conoscenza di Touka Kirishima, una ghoul poco più giovane di lui, lo porrà di fronte alle sue debolezze, permettendogli così di migliorare. I due all'inizio non sono in buoni rapporti, ma con il tempo impareranno a conoscersi meglio e a sapersi apprezzare. Una storia d'amore? Non ancora, anche perché tra un attacco e l'altro c'è poco spazio per questo genere di sentimenti. Certo è che qualcosa sta lentamente nascendo tra di loro.
La grafica è semplicemente stupenda, i vari personaggi sono stati realizzati con maestria e dedizione, allontanandosi dai classici canoni, così da creare volti e figure assolutamente nuove. I toni sono tendenzialmente scuri, ma questa non è una costante, anzi, alle volte colpiscono proprio le atmosfere luminose e i colori sfavillanti che si possono riscontrare nelle battaglie tra ghoul.
Ottimo il doppiaggio, dove posso dire di aver apprezzato la bellissima voce di Touka (Sora Amamiya), un nome abbastanza nuovo che ha già stupito in "Akame ga Kill" (Akame), "Isshukan Friends" (Kaori Fujimiya) o "Aldnoah. Zero" (Asseylum Vers Allusia).
Musiche stupende, soprattutto l'opening, ma anche la colonna sonora, capace di integrare pienamente le scene di combattimento.
In conclusione, anche se avrei molto altro da dire, non posso che consigliarvi quest'anime, che mostra una ciliegina sulla torta proprio per quanto riguarda il finale. L'ultima puntata, a mio avviso, è il vero capolavoro della regia. Non vi dico nulla, ma la serie si interromperà proprio sul più bello, un finale-non finale che lascerà con il fiato sospeso fino all'ultimo. Tutti si aspettavano qualcosa, ma, almeno in questa stagione, non è successo.
Niente paura però, perché nel 2015 verrà trasmessa la seconda stagione di "Tokyo Ghoul", dove finalmente potremo vedere la conclusione di questa bellissima storia.
Voto finale: 9 e mezzo
Viene classificato come horror, più che altro per alcune scene di lacerazioni piuttosto raccapriccianti, ma non si piò sottovalutare la tendenza psicologica/drammatica che traspare in questa lotta tra umani e ghoul, neanche tanto diversi tra loro. Il soprannaturale, d'altronde, non cela le passioni intercorrenti tra i vari protagonisti, i loro sentimenti, come gioia e tristezza.
Ma proseguiamo con ordine e andiamo a raccontare brevemente come inizia questa storia: una storia di sangue, carne e lacrime. Ken Kaneki è un giovane universitario che s'invaghisce di una bella fanciulla incontrata in un bar, Rize Kamishiro. Il ragazzo scopre che la giovane donna sta leggendo il suo stesso libro e, preso da una ventata di coraggio, le chiede di uscire così da parlare insieme delle loro letture preferite. L'appuntamento scorre piacevole, ma di sera, lungo la strada verso casa, succede qualcosa che Ken non dimenticherà mai. Rize infatti, quando sembrava che lo stesse per baciare, lo attacca con un morso. Non è umana, bensì un ghoul: esseri soprannaturali che, oltre a essere simili fisicamente agli uomini, devono mangiare le carni di esseri umani per sopravvivere. Mera sopravvivenza? Non proprio, visto che Rize sembra provare un enorme piacere in questo banchetto. Tuttavia qualcosa va storto: delle travi precipitano, travolgendo entrambi i ragazzi. Rize muore, mentre Ken viene salvato all'ultimo momento e riesce a sopravvivere solo grazie al trapianto di alcuni organi da parte della bella compagna defunta. Organi ghoul, che, come si accorgerà in seguito, lo renderanno per metà umano e per metà "mostro". Il suo desiderio di carne umana crescerà con i giorni e Ken riuscirà a sopravvivere solo grazie all'aiuto di un'organizzazione di ghoul pacifici. La sua vita è irrimediabilmente cambiata, il suo corpo anche. Ce la farà a sopravvivere nel violento mondo dei ghoul?
A differenza di molte altre serie di questo genere, in "Tokyo Ghoul" fa differenza la duplice battaglia che si viene a creare. Da un lato la lotta effettiva tra ghoul, ma anche tra ghoul e umani; dall'altro la battaglia ideologica tra queste due realtà. Fatalmente incontratesi nella figura del nostro protagonista. I ghoul sono realmente mostri? Un anime in cui i "cattivi" sono buoni e i "buoni" cattivi, dove le classiche divergenze tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato scompaiono dietro uno schizzo di sangue.
I vari personaggi vengono ben analizzati nei loro aspetti interiori, le battaglie dell'anima, che sanciranno la loro vera natura. Se mangiare carne umana è un istinto che non può essere evitato se si vuole vivere, ci si può ancora considerare essere umani? Ken è timido, debole e spaventato, ma dentro di lui conserva la forza straripante di uno dei ghoul più forti in assoluto, Rize Kamishiro, che pian piano uscirà fuori fino a possederlo completamente.
Tuttavia, nel corso degli episodi, si può vedere che la sua crescita come ghoul va di pari passo con la sua maturazione in quanto uomo. La conoscenza di Touka Kirishima, una ghoul poco più giovane di lui, lo porrà di fronte alle sue debolezze, permettendogli così di migliorare. I due all'inizio non sono in buoni rapporti, ma con il tempo impareranno a conoscersi meglio e a sapersi apprezzare. Una storia d'amore? Non ancora, anche perché tra un attacco e l'altro c'è poco spazio per questo genere di sentimenti. Certo è che qualcosa sta lentamente nascendo tra di loro.
La grafica è semplicemente stupenda, i vari personaggi sono stati realizzati con maestria e dedizione, allontanandosi dai classici canoni, così da creare volti e figure assolutamente nuove. I toni sono tendenzialmente scuri, ma questa non è una costante, anzi, alle volte colpiscono proprio le atmosfere luminose e i colori sfavillanti che si possono riscontrare nelle battaglie tra ghoul.
Ottimo il doppiaggio, dove posso dire di aver apprezzato la bellissima voce di Touka (Sora Amamiya), un nome abbastanza nuovo che ha già stupito in "Akame ga Kill" (Akame), "Isshukan Friends" (Kaori Fujimiya) o "Aldnoah. Zero" (Asseylum Vers Allusia).
Musiche stupende, soprattutto l'opening, ma anche la colonna sonora, capace di integrare pienamente le scene di combattimento.
In conclusione, anche se avrei molto altro da dire, non posso che consigliarvi quest'anime, che mostra una ciliegina sulla torta proprio per quanto riguarda il finale. L'ultima puntata, a mio avviso, è il vero capolavoro della regia. Non vi dico nulla, ma la serie si interromperà proprio sul più bello, un finale-non finale che lascerà con il fiato sospeso fino all'ultimo. Tutti si aspettavano qualcosa, ma, almeno in questa stagione, non è successo.
Niente paura però, perché nel 2015 verrà trasmessa la seconda stagione di "Tokyo Ghoul", dove finalmente potremo vedere la conclusione di questa bellissima storia.
Voto finale: 9 e mezzo
Credo che ci sia ben poco da dire su questo anime, se non che è fondamentalmente perfetto!
Dodici episodi senza fanservice, perdite di tempo in argomenti inutili e scene lente da sonno profondo, fondamentalmente un capolavoro come non ne vedevo da tempo; meriterebbe la lode per disegni, trama, scenografia, sceneggiatura, opening, colonna sonora, personaggi e tutte le sottocategorie ad essi annesse.
Un ritmo martellante dalla prima all'ultima puntata che ti tiene incollato allo schermo senza un attimo di pausa e una curiosità dilagante per lo svolgimento; nulla è lasciato al caso, neppure i personaggi "di nicchia", tutto è amalgamato con maestria assoluta e buon gusto.
La ricercatezza psicologica della trama coinvolge costantemente la rivoluzione dell'animo umano trasposto a metà tra i due mondi, il cambio di prospettiva dalla mediocrità umana a quella mostruosa, in un iter psicologico altamente curato nei dettagli senza i classici nonsense privi di fondamento atti a vivacizzare il racconto, in quanto davvero non ha alcun bisogno di essere vivacizzato.
Probabilmente il più bell'anime del 2014, in attesa dell'uscita della seconda stagione prevista per l'8 gennaio 2015. In due parole: perfettamente geniale!
Dodici episodi senza fanservice, perdite di tempo in argomenti inutili e scene lente da sonno profondo, fondamentalmente un capolavoro come non ne vedevo da tempo; meriterebbe la lode per disegni, trama, scenografia, sceneggiatura, opening, colonna sonora, personaggi e tutte le sottocategorie ad essi annesse.
Un ritmo martellante dalla prima all'ultima puntata che ti tiene incollato allo schermo senza un attimo di pausa e una curiosità dilagante per lo svolgimento; nulla è lasciato al caso, neppure i personaggi "di nicchia", tutto è amalgamato con maestria assoluta e buon gusto.
La ricercatezza psicologica della trama coinvolge costantemente la rivoluzione dell'animo umano trasposto a metà tra i due mondi, il cambio di prospettiva dalla mediocrità umana a quella mostruosa, in un iter psicologico altamente curato nei dettagli senza i classici nonsense privi di fondamento atti a vivacizzare il racconto, in quanto davvero non ha alcun bisogno di essere vivacizzato.
Probabilmente il più bell'anime del 2014, in attesa dell'uscita della seconda stagione prevista per l'8 gennaio 2015. In due parole: perfettamente geniale!
Premetto che non sono una grande intenditrice di anime e che questa è la prima recensione in cui mi cimento, ma proverò comunque a creare qualcosa di sensato.
Sulla trama non mi soffermo, dato che si può reperire ovunque; vorrei piuttosto soffermarmi sugli aspetti che mi sono piaciuti e su quelli (pochi) che non mi hanno convinto del tutto. Tra questi ultimi c'è sicuramente, come hanno fatto notare in molti, l'inspiegabile censura delle scene splatter tramite l'oscuramento di intere parti dello schermo, che rende abbastanza fastidiosa la visione anche a coloro che come me non amano eccessivamente questo genere. Per il resto, non ho trovato grossi difetti.
Tra gli aspetti che mi sono piaciuti maggiormente c'è innanzitutto l'attenzione alla condizione dei ghoul, che è necessaria per comprendere la posizione da emarginati che hanno all'interno della società e per rendere vuoti concetti quali "giusto" o "sbagliato", che nell'anime si sovrappongono continuamente. Un altro punto a favore è l'attenzione riservata all'evoluzione del protagonista, Kaneki Ken, che da ragazzo sempliciotto, debole ed eccessivamente gentile arriverà a trasformarsi completamente nell'ultimo episodio.
Proprio a proposito dell'episodio 12 vorrei spendere qualche parola. E' esattamente l'ultimo episodio che mi ha spinto a dare un voto tanto alto a questa serie. Credo possa considerarsi il più cruento, ma, a parer mio, la violenza non è affatto superflua, ma necessaria per far comprendere appieno la trasformazione radicale di Kaneki da vittima ad aguzzino, che credo sia il punto a cui voleva giungere tutta la serie. Per questo motivo magari sono state tagliate altre parti presenti nel manga, come è stato detto da qualcun altro, che verranno probabilmente riprese nella chiacchierata seconda stagione, in cui spero verranno chiariti anche alcuni punti oscuri della trama.
Per parlare di frettolosità e di lacune aspetterei quindi l'uscita di "Tokyo Ghoul 2", che completerà e darà senso a molti aspetti lasciati in sospeso nella prima serie.
Infine, ho apprezzato anche l'opening e le soundtrack, e la grafica non troppo complessa ma nel complesso godibile.
In sintesi, se non si fosse capito, ne consiglio la visione.
Sulla trama non mi soffermo, dato che si può reperire ovunque; vorrei piuttosto soffermarmi sugli aspetti che mi sono piaciuti e su quelli (pochi) che non mi hanno convinto del tutto. Tra questi ultimi c'è sicuramente, come hanno fatto notare in molti, l'inspiegabile censura delle scene splatter tramite l'oscuramento di intere parti dello schermo, che rende abbastanza fastidiosa la visione anche a coloro che come me non amano eccessivamente questo genere. Per il resto, non ho trovato grossi difetti.
Tra gli aspetti che mi sono piaciuti maggiormente c'è innanzitutto l'attenzione alla condizione dei ghoul, che è necessaria per comprendere la posizione da emarginati che hanno all'interno della società e per rendere vuoti concetti quali "giusto" o "sbagliato", che nell'anime si sovrappongono continuamente. Un altro punto a favore è l'attenzione riservata all'evoluzione del protagonista, Kaneki Ken, che da ragazzo sempliciotto, debole ed eccessivamente gentile arriverà a trasformarsi completamente nell'ultimo episodio.
Proprio a proposito dell'episodio 12 vorrei spendere qualche parola. E' esattamente l'ultimo episodio che mi ha spinto a dare un voto tanto alto a questa serie. Credo possa considerarsi il più cruento, ma, a parer mio, la violenza non è affatto superflua, ma necessaria per far comprendere appieno la trasformazione radicale di Kaneki da vittima ad aguzzino, che credo sia il punto a cui voleva giungere tutta la serie. Per questo motivo magari sono state tagliate altre parti presenti nel manga, come è stato detto da qualcun altro, che verranno probabilmente riprese nella chiacchierata seconda stagione, in cui spero verranno chiariti anche alcuni punti oscuri della trama.
Per parlare di frettolosità e di lacune aspetterei quindi l'uscita di "Tokyo Ghoul 2", che completerà e darà senso a molti aspetti lasciati in sospeso nella prima serie.
Infine, ho apprezzato anche l'opening e le soundtrack, e la grafica non troppo complessa ma nel complesso godibile.
In sintesi, se non si fosse capito, ne consiglio la visione.
L'horror è un genere abbastanza famoso nella cultura animata giapponese. Ma possiamo benissimo affermare che è un genere diffuso in qualsiasi tipo di cultura, e in qualsiasi mezzo culturale, libri, film, rappresentazioni teatrali ecc. Quella della paura è un'emozione semplice ma al tempo stesso complessa. Essa è fortemente irrazionale, ci impedisce di agire in maniera lucida e ci porta a fare i gesti più sconsiderati. L'uomo ha da sempre avuto timore di questa sensazione, per questo ha sempre cercato di evitare le esperienze dolorose o di allontanarsi da quello che non conosce, perché la paura più grande la si prova verso ciò che non si conosce. Come dicevo prima, il genere orrorifico è stato parecchio trattato nelle serie animate di quest'anno, anche se i temi e i soggetti trattati erano sempre gli stessi, zombie e vampiri primi tra tutti. Capite che per me fu una piacevole sorpresa sentire l'uscita di un anime che un po' si discostasse da questi già abusati elementi. Finalmente si prendeva il tema dei semi-sconosciuti ghoul, seppur modificandone leggermente le caratteristiche. Sostanzialmente nell'immaginario collettivo i ghoul sono delle specie di demoni che si cibano di carne umana, e sostanzialmente nell'anime di cui andrò a parlarvi vengono presentati proprio così.
"Tokyo Ghoul" è un anime di dodici episodi del 2014, tratto dall'omonimo manga che sta avendo e ha avuto un successo bestiale sia in madre patria sia anche all'estero. La storia vede una società in cui i ghoul vivono in mezzo a noi, non pacificamente si intende, in quanto se ne vanno in giro a cacciare gli umani come delle vere e proprie prede. Il protagonista della vicenda è Kaneki, un semplice studente universitario, che avrà un incontro poco piacevole con Rize, una bella ghoul che tenterà di divorarlo. Per uno strano incidente si ritroverà trapiantati gli organi dell'essere sovrannaturale, e questo porterà in lui una strana mutazione...
"Tokyo Ghoul" è un titolo parecchio interessante, innovativo e sanguinolento, ed era proprio ciò che aspettavo da tempo. Il character design e le animazioni sono di primissima qualità, a testimonianza della validità del comparto tecnico. Le atmosfere sono cupe e dipingono una Tokyo metropolitana ma al tempo stesso underground e alternativa. Ci addentreremo nel sottobosco abitato dai ghoul, ne carpiremo i segreti e le abitudini, ci avvicineremo al loro stile di vita e alle loro paure. Bellissimo il dualismo che si viene a creare tra gli umani e i ghoul, due razze diverse ma con un obiettivo comune, la sopravvivenza. I personaggi a loro modo sono molto interessanti e ben caratterizzati: bellissima la loro caratterizzazione psicologica, soprattutto di Kaneki. Lo splatter anch'esso molto forte è presente in tutti gli episodi e a volte è abbastanza disturbante, cosa che comunque, anche malgrado le censure, rende la storia cruda e vera.
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è un titolo sicuramente da visionare. Particolarmente consigliato agli amanti dell'horror e dello splatter, sicuramente sarà anche apprezzato dagli amanti del combattimento, visto anche la copiosa presenza di scontri mortali all'interno dei vari archi narrativi. Assisteremo sicuramente a una seconda serie, visto il finale e visto anche il grande successo riscosso.
"Tokyo Ghoul" è un anime di dodici episodi del 2014, tratto dall'omonimo manga che sta avendo e ha avuto un successo bestiale sia in madre patria sia anche all'estero. La storia vede una società in cui i ghoul vivono in mezzo a noi, non pacificamente si intende, in quanto se ne vanno in giro a cacciare gli umani come delle vere e proprie prede. Il protagonista della vicenda è Kaneki, un semplice studente universitario, che avrà un incontro poco piacevole con Rize, una bella ghoul che tenterà di divorarlo. Per uno strano incidente si ritroverà trapiantati gli organi dell'essere sovrannaturale, e questo porterà in lui una strana mutazione...
"Tokyo Ghoul" è un titolo parecchio interessante, innovativo e sanguinolento, ed era proprio ciò che aspettavo da tempo. Il character design e le animazioni sono di primissima qualità, a testimonianza della validità del comparto tecnico. Le atmosfere sono cupe e dipingono una Tokyo metropolitana ma al tempo stesso underground e alternativa. Ci addentreremo nel sottobosco abitato dai ghoul, ne carpiremo i segreti e le abitudini, ci avvicineremo al loro stile di vita e alle loro paure. Bellissimo il dualismo che si viene a creare tra gli umani e i ghoul, due razze diverse ma con un obiettivo comune, la sopravvivenza. I personaggi a loro modo sono molto interessanti e ben caratterizzati: bellissima la loro caratterizzazione psicologica, soprattutto di Kaneki. Lo splatter anch'esso molto forte è presente in tutti gli episodi e a volte è abbastanza disturbante, cosa che comunque, anche malgrado le censure, rende la storia cruda e vera.
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è un titolo sicuramente da visionare. Particolarmente consigliato agli amanti dell'horror e dello splatter, sicuramente sarà anche apprezzato dagli amanti del combattimento, visto anche la copiosa presenza di scontri mortali all'interno dei vari archi narrativi. Assisteremo sicuramente a una seconda serie, visto il finale e visto anche il grande successo riscosso.
Tra tutti generi degli anime, l'horror è quello solitamente più raro da trovare. Per questo motivo, ogni volta che esce un anime etichettato come horror, un amante del genere dell'orrore come me non può che precipitarsi a guardarlo. "Tokyo Ghoul" prometteva moltissimo: nel solo arco di una puntata, l'anime gettava lo spettatore in una Tokyo asettica popolata da mostri dall'aspetto e intelligenza umana, chiamati Ghoul, i quali sono peraltro molto ghiotti di carne umana.
Dopo un inizio splatter che accende ancor più le speranze, la storia presenta il proprio protagonista, Kaneki, un ragazzo molto timido e gentile, il quale riesce a coronare il proprio sogno di uscire con l'affascinate Rize. Purtroppo per lui, tale sogno si trasforma ben presto nel peggiore dei suoi incubi... Come capita a me ogni volta che preparo una torta, gli ingredienti sono ottimi, ma il risultato è ben al di sotto delle aspettative.
Il protagonista è il classico ragazzo piagnucolone, incapace di esprimere anche solo una propria opinione, e che diviene fin da subito oggetto bistrattato da nemici e "amici". Egli non sa accettare il nuovo corso che hanno preso gli eventi, ma allo stesso tempo neppure lo rifiuta, rimanendo come bloccato nell'indecisione e tentennamento, in un limbo di apparente quanto finta pace domestica. Altra nota dolente sono i "cattivi" della serie (dividere tra buoni e cattivi è estremamente semplicistico e funziona solo nelle favole, è vero, però è il termine più semplice per definire coloro che attaccano il protagonista). Essi mancano quasi del tutto di ragioni dietro alle loro azioni, e danno la fastidiosa sensazione di essere semplicemente "matti da legare" con uno spiccato gusto nel prendere di mira l'ignavo Kaneki. Le altre figure che ruotano attorno al protagonista sono vuote e stereotipate, e mancano di profondità e spessore.
Il vero ingrediente di un horror però non sono i protagonisti, e nemmeno lo splatter (molto presente nell'anime, ma mostruosamente danneggiato da censure ridicole), bensì il senso di opprimente angoscia e inquietudine che deve permeare la realtà. Purtroppo, di essa non c'è traccia in tutto l'anime.
Alla fine, "Tokyo Ghoul" rimane una serie vagamente horror e splatter, che racconta la solita storia del diverso in un ambiente piatto e semplicistico. Da salvare sono di sicuro la realizzazione grafica, a dir poco meravigliosa, e i colori. In definitiva, un'altra delusione.
Dopo un inizio splatter che accende ancor più le speranze, la storia presenta il proprio protagonista, Kaneki, un ragazzo molto timido e gentile, il quale riesce a coronare il proprio sogno di uscire con l'affascinate Rize. Purtroppo per lui, tale sogno si trasforma ben presto nel peggiore dei suoi incubi... Come capita a me ogni volta che preparo una torta, gli ingredienti sono ottimi, ma il risultato è ben al di sotto delle aspettative.
Il protagonista è il classico ragazzo piagnucolone, incapace di esprimere anche solo una propria opinione, e che diviene fin da subito oggetto bistrattato da nemici e "amici". Egli non sa accettare il nuovo corso che hanno preso gli eventi, ma allo stesso tempo neppure lo rifiuta, rimanendo come bloccato nell'indecisione e tentennamento, in un limbo di apparente quanto finta pace domestica. Altra nota dolente sono i "cattivi" della serie (dividere tra buoni e cattivi è estremamente semplicistico e funziona solo nelle favole, è vero, però è il termine più semplice per definire coloro che attaccano il protagonista). Essi mancano quasi del tutto di ragioni dietro alle loro azioni, e danno la fastidiosa sensazione di essere semplicemente "matti da legare" con uno spiccato gusto nel prendere di mira l'ignavo Kaneki. Le altre figure che ruotano attorno al protagonista sono vuote e stereotipate, e mancano di profondità e spessore.
Il vero ingrediente di un horror però non sono i protagonisti, e nemmeno lo splatter (molto presente nell'anime, ma mostruosamente danneggiato da censure ridicole), bensì il senso di opprimente angoscia e inquietudine che deve permeare la realtà. Purtroppo, di essa non c'è traccia in tutto l'anime.
Alla fine, "Tokyo Ghoul" rimane una serie vagamente horror e splatter, che racconta la solita storia del diverso in un ambiente piatto e semplicistico. Da salvare sono di sicuro la realizzazione grafica, a dir poco meravigliosa, e i colori. In definitiva, un'altra delusione.
"Tokyo Ghoul" è il classico esempio di come si possono tradire le grandi aspettative di un cultore dei cartoni animati giapponesi nel peggiore dei modi. Dalle recensioni lette, dai meravigliosi trailer e dalla trama a dir poco intrigante avevo pensato, sinceramente, di trovarmi di fronte all'anime dell'anno! Così non è stato, purtroppo. Più che "vedere", diciamo che ho "subìto" questi dodici episodi noiosi e ricolmi di una strabiliante pochezza di idee. I personaggi sono stereotipati e privi di un reale cipiglio caratteriale, si dilungano troppo nei discorsi e ripetono (con parole differenti) gli stessi concetti nella medesima scena/episodio. L'idea delle maschere sembra rubata a "Dorohedoro" e l'iperviolenza dei combattimenti (spesso censurata) interviene senza motivo, mostrando quasi sempre un'efferatezza decontestualizzata (vi invito a guardare soprattutto l'ultima puntata per credere). I disegni sono passabili, mentre l'animazione è cinematicamente superba (tecnica sprecata). La trama s'imbastisce, ma tuttavia non porta a nulla.
Devo dire che non sono proprio curioso di vedere la nuova serie e credo anche di essere stato convinto a non acquistarne l'edizione cartacea. Sconsiglio la visione ai veri appassionati di horror, che ne resterebbero immancabilmente delusi, gli altri possono provarci.
Devo dire che non sono proprio curioso di vedere la nuova serie e credo anche di essere stato convinto a non acquistarne l'edizione cartacea. Sconsiglio la visione ai veri appassionati di horror, che ne resterebbero immancabilmente delusi, gli altri possono provarci.
Quella che andrò a recensire oggi è di sicuro la serie più attesa della stagione estiva 2014, e questo perché tutti si aspettavano una serie non solo con una trama intrigante, ma sopratutto perché tutti pensavano di trovarsi davanti a una serie splatter con gli attributi, che francamente mancava da un po' nell'animazione giapponese. Possiamo ben dire che queste aspettative non sono state deluse e il pubblico ha avuto quello che si aspettava, anche se con un elemento un po' fastidioso che poi analizzeremo. Questa serie inoltre è stata licenziata dalla Dynit, che ha distribuito il fansub legale della serie, questo a constatare ulteriormente ciò che ho detto prima. Ma senza dilungarci oltre possiamo iniziare a parlare della trama.
Il Giappone è popolato da due diverse specie umane: quella normale, di cui noi facciamo parte, e quella dei ghoul, esseri apparentemente di natura malvagia che possono nutrirsi solamente di carne umana e di caffè (il perché di quest'ultima non è chiaro... de gustibus). Il protagonista della serie è Kaneki, un ragazzo normale appassionato di letteratura che pensa di aver trovato la sua donna ideale in Rize, tuttavia dopo una fantastica serata passata insieme a lei scopre che questa è un ghoul che se lo vuole pappare, ma una trave cade sopra la mangia-uomini uccidendola. Kaneki, che era stato gravemente ferito da quella che pensava una bella e buona ragazza, viene ricoverato e gli vengono trapiantati alcuni organi della ragazza... cosa che non so se sia davvero possibile, ma sorvoliamo. Fatto sta che il ragazzo si ritroverà a essere per metà un essere umano e per metà un ghoul, e dovrà cambiare radicalmente la sua vita superando grosse difficoltà e affrontando persone che lo vorranno o mangiare o semplicemente fare fuori. In tutto ciò verrà aiutato da dei personaggi che saranno essenziali per lo svolgimento della storia, e adesso li analizziamo.
Per Kaneki penso di aver detto tutto, tranne che il suo carattere molto insicuro non gli faciliterà le cose, e nella puntata finale questo gli sarà di grande impiccio. Poi abbiamo Touka, che sarà la protagonista femminile e che in un primo momento si dimostrerà una vera ghoul dal carattere scontroso e manesco, in particolare col povero Kaneki, ma in realtà avrà anche un lato premuroso che cercherà di non mostrare mai troppo esplicitamente. Gli altri personaggi saranno un po' da contorno; avremo gli amici che sosterranno e aiuteranno Kaneki fino alla fine e ci saranno i nemici che saranno dei veri e propri ghoul psicopatici, ma nessuno di questi spiccherà più dell'altro, e dunque ci sarà una sorta di equilibrio tra i personaggi secondari.
Tutta la serie sarà contornata da combattimenti sanguinosi e senza esclusione di colpi... circa, e non mancheranno i colpi di scena e gli episodi che ci lasceranno stupefatti e disgustati. Insomma, ci saranno un'infinità di emozioni all'interno di quest'opera, e ciò non può che essere una nota di merito, anche perché queste emozioni continue non creeranno confusione, poiché si susseguiranno armonicamente una dopo l'altra, e ciò renderà la storia perfettamente lineare.
Tuttavia se dobbiamo trovare una piccola stonatura a questa lode, questa ce la offre la censura. Molto spesso anche in altre serie abbiamo avuto questo problema, ma qui si toccano dei livelli osceni, perché nelle scene più cruente si vedranno non solo i classici oscuramenti che copriranno anche tre quarti dello schermo interessato, ma in certi casi si ricorrerà alla tecnica del negativo, che ci permetterà di gustare tutto il sangue che schizza ovunque con una colorazione azzurro fluo. Personalmente è una censura che io apprezzo di più rispetto alle chiazze nere o bianche, ma in ogni caso durante la serie ci sarà davvero troppa censura e ciò può risultare disturbante per una buona visione.
Per quel che riguarda il reparto tecnico e il disegno, nulla di negativo da riferire, dato che le scene portanti dei combattimenti saranno rese con movimenti più fluidi del sangue blu che esce da tutti i pori. Mentre per le musiche abbiamo una opening molto accattivante e bella e una ending che è apprezzabile, ma un pelino sotto la sigla iniziale.
Il finale sarà la ciliegina sulla torta. Psicologico, straziante, pazzo e con un pizzico di horror, tutti elementi che caratterizzeranno l'episodio conclusivo, che sarà ricco di emozioni che, diversamente dagli altri episodi, si sovrapporranno per creare una salsa perfetta che penso tutti sapranno apprezzare.
Per concludere, questa è una serie horror/splatter che non si vedeva da tempo e che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di questo genere, poiché, a parte la nota stonata delle censure, tutto il resto merita davvero tanto e la storia saprà attirarvi dentro un mondo fatto di sentimenti e di... carne umana accompagnata a un buon caffè.
Il Giappone è popolato da due diverse specie umane: quella normale, di cui noi facciamo parte, e quella dei ghoul, esseri apparentemente di natura malvagia che possono nutrirsi solamente di carne umana e di caffè (il perché di quest'ultima non è chiaro... de gustibus). Il protagonista della serie è Kaneki, un ragazzo normale appassionato di letteratura che pensa di aver trovato la sua donna ideale in Rize, tuttavia dopo una fantastica serata passata insieme a lei scopre che questa è un ghoul che se lo vuole pappare, ma una trave cade sopra la mangia-uomini uccidendola. Kaneki, che era stato gravemente ferito da quella che pensava una bella e buona ragazza, viene ricoverato e gli vengono trapiantati alcuni organi della ragazza... cosa che non so se sia davvero possibile, ma sorvoliamo. Fatto sta che il ragazzo si ritroverà a essere per metà un essere umano e per metà un ghoul, e dovrà cambiare radicalmente la sua vita superando grosse difficoltà e affrontando persone che lo vorranno o mangiare o semplicemente fare fuori. In tutto ciò verrà aiutato da dei personaggi che saranno essenziali per lo svolgimento della storia, e adesso li analizziamo.
Per Kaneki penso di aver detto tutto, tranne che il suo carattere molto insicuro non gli faciliterà le cose, e nella puntata finale questo gli sarà di grande impiccio. Poi abbiamo Touka, che sarà la protagonista femminile e che in un primo momento si dimostrerà una vera ghoul dal carattere scontroso e manesco, in particolare col povero Kaneki, ma in realtà avrà anche un lato premuroso che cercherà di non mostrare mai troppo esplicitamente. Gli altri personaggi saranno un po' da contorno; avremo gli amici che sosterranno e aiuteranno Kaneki fino alla fine e ci saranno i nemici che saranno dei veri e propri ghoul psicopatici, ma nessuno di questi spiccherà più dell'altro, e dunque ci sarà una sorta di equilibrio tra i personaggi secondari.
Tutta la serie sarà contornata da combattimenti sanguinosi e senza esclusione di colpi... circa, e non mancheranno i colpi di scena e gli episodi che ci lasceranno stupefatti e disgustati. Insomma, ci saranno un'infinità di emozioni all'interno di quest'opera, e ciò non può che essere una nota di merito, anche perché queste emozioni continue non creeranno confusione, poiché si susseguiranno armonicamente una dopo l'altra, e ciò renderà la storia perfettamente lineare.
Tuttavia se dobbiamo trovare una piccola stonatura a questa lode, questa ce la offre la censura. Molto spesso anche in altre serie abbiamo avuto questo problema, ma qui si toccano dei livelli osceni, perché nelle scene più cruente si vedranno non solo i classici oscuramenti che copriranno anche tre quarti dello schermo interessato, ma in certi casi si ricorrerà alla tecnica del negativo, che ci permetterà di gustare tutto il sangue che schizza ovunque con una colorazione azzurro fluo. Personalmente è una censura che io apprezzo di più rispetto alle chiazze nere o bianche, ma in ogni caso durante la serie ci sarà davvero troppa censura e ciò può risultare disturbante per una buona visione.
Per quel che riguarda il reparto tecnico e il disegno, nulla di negativo da riferire, dato che le scene portanti dei combattimenti saranno rese con movimenti più fluidi del sangue blu che esce da tutti i pori. Mentre per le musiche abbiamo una opening molto accattivante e bella e una ending che è apprezzabile, ma un pelino sotto la sigla iniziale.
Il finale sarà la ciliegina sulla torta. Psicologico, straziante, pazzo e con un pizzico di horror, tutti elementi che caratterizzeranno l'episodio conclusivo, che sarà ricco di emozioni che, diversamente dagli altri episodi, si sovrapporranno per creare una salsa perfetta che penso tutti sapranno apprezzare.
Per concludere, questa è una serie horror/splatter che non si vedeva da tempo e che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di questo genere, poiché, a parte la nota stonata delle censure, tutto il resto merita davvero tanto e la storia saprà attirarvi dentro un mondo fatto di sentimenti e di... carne umana accompagnata a un buon caffè.
"Tokyo Ghoul" è uno dei pochi anime apprezzabili di questa stagione. Non è certo un capolavoro, ma almeno è decente. Più che horror, è un anime di genere splatter, con delle scene molto crude e sanguinolente.
La trama parla di una difficile convivenza fra uomini e ghoul, degli esseri umani mutati che hanno capacità sovrumane (un po' come gli X-men), ma che hanno perso la caratteristica dell'essere onnivori... L'unica cosa di cui riescono a cibarsi senza vomitare è la carne cruda, a loro particolarmente gradita, specie se umana.
E qui finisce la parte 'originale' della trama, dopodiché inizia il solito stereotipo giapponese (che ci tirano dietro fin dai tempi di "Evangelion") del ragazzo buono, mite e, spesso e volentieri, senza spina dorsale, che viene coinvolto suo malgrado in faccende molto più grandi di lui. In tal senso, l'anime si avvicina davvero tantissimo a "Guilty Crown", in cui c'è una prima stagione che vede il protagonista essere sballottato dagli eventi senza riuscire mai a prenderne il controllo, e una seconda dove, invece, finalmente prende coscienza delle proprie capacità e responsabilità, capisce che è inutile sperare di poter tornare ad essere il ragazzino spensierato di un tempo, e agisce con convinzione nel proprio personale cammino di giustizia.
Nelle dodici puntate iniziali di "Tokyo Ghoul" (che scorrono via abbastanza fluidamente) vengono introdotti parecchi spunti interessanti, meritevoli di approfondimenti, e difatti la puntata 12 non sembra neanche un finale. Davvero troppe sono le questioni rimaste aperte. Disegni e animazioni sono nella norma (anche se i colori li ho trovati talvolta un po' acidi), così come il sonoro (peccato non ci sia una colonna sonora che rimanga impressa).
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è un anime apprezzabile per tutti quelli che sono alla ricerca di una storia in cui un protagonista, inizialmente pieno di ansie e dubbi, nonché smidollato, diviene lentamente (ma davvero molto lentamente) una sorta di eroe. Si badi bene, però, che questo processo è talmente lento che inizierà a prendere corpo soltanto alla fine della dodicesima puntata (ultima della prima stagione), e che per vederne il seguito ci toccherà aspettare gennaio 2015 (se tutto va bene). Io personalmente odio la suddivisione di una serie in due stagioni di dodici puntate, anche perché a volte capita che la seconda stagione non veda mai la luce e, se questo fosse il caso di "Tokyo Ghoul", sarebbe davvero un peccato. Ho letto in alcuni commenti precedenti che i fan del manga originale a cui questo anime è ispirato potrebbero rimanere delusi per via di alcune modifiche o tagli. La cosa è plausibile, essendo che non di rado capita che gli adattamenti anime dei manga non riescano a mantenere tutti i dettagli originali, specie quando devi condensare parecchia roba in poche puntate. Ad ogni modo, io non ho letto il manga, e quindi posso giudicare "Tokyo Ghoul" senza essere influenzato dalla versione cartacea.
Per ora gli do un 7... Vedremo in futuro se saprà mantenere quanto di buono mostrato finora.
La trama parla di una difficile convivenza fra uomini e ghoul, degli esseri umani mutati che hanno capacità sovrumane (un po' come gli X-men), ma che hanno perso la caratteristica dell'essere onnivori... L'unica cosa di cui riescono a cibarsi senza vomitare è la carne cruda, a loro particolarmente gradita, specie se umana.
E qui finisce la parte 'originale' della trama, dopodiché inizia il solito stereotipo giapponese (che ci tirano dietro fin dai tempi di "Evangelion") del ragazzo buono, mite e, spesso e volentieri, senza spina dorsale, che viene coinvolto suo malgrado in faccende molto più grandi di lui. In tal senso, l'anime si avvicina davvero tantissimo a "Guilty Crown", in cui c'è una prima stagione che vede il protagonista essere sballottato dagli eventi senza riuscire mai a prenderne il controllo, e una seconda dove, invece, finalmente prende coscienza delle proprie capacità e responsabilità, capisce che è inutile sperare di poter tornare ad essere il ragazzino spensierato di un tempo, e agisce con convinzione nel proprio personale cammino di giustizia.
Nelle dodici puntate iniziali di "Tokyo Ghoul" (che scorrono via abbastanza fluidamente) vengono introdotti parecchi spunti interessanti, meritevoli di approfondimenti, e difatti la puntata 12 non sembra neanche un finale. Davvero troppe sono le questioni rimaste aperte. Disegni e animazioni sono nella norma (anche se i colori li ho trovati talvolta un po' acidi), così come il sonoro (peccato non ci sia una colonna sonora che rimanga impressa).
In definitiva, "Tokyo Ghoul" è un anime apprezzabile per tutti quelli che sono alla ricerca di una storia in cui un protagonista, inizialmente pieno di ansie e dubbi, nonché smidollato, diviene lentamente (ma davvero molto lentamente) una sorta di eroe. Si badi bene, però, che questo processo è talmente lento che inizierà a prendere corpo soltanto alla fine della dodicesima puntata (ultima della prima stagione), e che per vederne il seguito ci toccherà aspettare gennaio 2015 (se tutto va bene). Io personalmente odio la suddivisione di una serie in due stagioni di dodici puntate, anche perché a volte capita che la seconda stagione non veda mai la luce e, se questo fosse il caso di "Tokyo Ghoul", sarebbe davvero un peccato. Ho letto in alcuni commenti precedenti che i fan del manga originale a cui questo anime è ispirato potrebbero rimanere delusi per via di alcune modifiche o tagli. La cosa è plausibile, essendo che non di rado capita che gli adattamenti anime dei manga non riescano a mantenere tutti i dettagli originali, specie quando devi condensare parecchia roba in poche puntate. Ad ogni modo, io non ho letto il manga, e quindi posso giudicare "Tokyo Ghoul" senza essere influenzato dalla versione cartacea.
Per ora gli do un 7... Vedremo in futuro se saprà mantenere quanto di buono mostrato finora.
Spesso e volentieri, ci si trova in difficoltà a trovare un appellativo o una frase che possa riassumere il significato di un opera. Questo, ovviamente, accade anche negli anime, ma "Tokyo Ghoul", in pochi episodi, è riuscito a imprimermi realisticamente qual è il messaggio che voleva dare allo spettatore, ovvero "questo mondo è sbagliato", da qualsiasi punto di vista lo si vada a guardare, da qualsiasi prospettiva: da quella di un protagonista che ne vede di ogni colore, a quella di un umano che deve o/e forse vuole andargli contro.
Tratto dall'omonimo manga di Sui Ishida, questo prodotto di dodici episodi a finale aperto (ma proprio apertissimo) è solo un piccolo pezzo dell'infinito puzzle che si crea nel cartaceo, ma, non per questo, incapace di far valere il suo significato, infrangendo quella che è l'idea tipo del protagonista ideale, a cui purtroppo spesso e volentieri ci dobbiamo abituare. Ken Kaneki non è identificabile come il classico primo attore senza macchia, tanto onore e capacità fuori da ogni schema: lui è realisticamente una persona qualunque, che in un momento qualunque della sua vita si trova ad affrontare un orrore. E non c'è spirito impavido, non c'è sangue freddo, perché quello che succede a lui farebbe impallidire qualunque persona: diventare un essere ripudiato dagli umani (che tu stesso eri fino a poco prima) e allo stesso tempo cacciato anche dalla fazione a cui ora appartieni. Non poterne parlare con nessuno, per non finire morto, né potersi suicidare in un atto di follia, dato che ormai non si è più un essere comune. Staccarsi così dagli amici, dover sacrificare la vita che conducevi prima, venendo catapultati in una nuova, volenti o no.
I Ghoul, i primi nella catena alimentare, coloro che stanno sopra agli esseri umani, perché proprio di questi si nutrono, sono la rovina di Kaneki, che diventa per metà tale a causa di Rize, una sadica e ingorda cacciatrice di "carne fresca" che, mentre cerca di mangiarsi il ragazzo squartandolo allegramente, finisce improvvisamente lei vittima della morte, a causa di un misterioso incidente. Diventa così parte di questo ragazzo comune, grazie, si fa per dire, a un'operazione chirurgica in cui vengono importati gli organi della sua quasi assassina nel corpo di un quasi morto Kaneki. Una Rize che prenderà possesso della mente del ragazzo, continuamente in bilico tra giusto e sbagliato... per l'ottica di un umano, si intende. Ma i Ghoul si scopriranno non essere solo affamati, in fondo come gli umani: ci sono i soggetti che odiano uccidere per nutrirsi e chi, viceversa, lo fa senza alcun rimorso, e vittima dell'ingordigia; ci verranno presentati molti esempi, estremi delle volte, esagerati ci verrà da pensare, ma tutti carismatici e sorprendenti, soprattutto se si pensa a quanto poco tempo gli ci vuole per entrare nel cuore dello spettatore... o nelle antipatie, ma pur sempre un sentimento ti suscita, e con grande maestria.
Dall'altra parte avremmo ovviamente gli umani, con il loro terrore verso chi potrebbe divorarli dall'oggi al domani, fino a quello più curioso verso i Ghoul, o chi li accetta. Al contrario, vi è anche chi non accetta la loro esistenza, ma non vuole nascondersi, bensì combatterli. Essendo creature ripudiate dal mondo, sono anche ricercati dalle forze dell'ordine, e in quel di Tokyo vi sono delle squadre speciali adibite all'estinzione di questo "orrore"; anche loro avranno una parte interessante.
Come detto dall'inizio, ci vogliono far capire che "questo mondo è sbagliato", perciò non saranno solo i Ghoul a imprimercelo, ma anche quelli per cui solitamente parteggeremmo, essendo a noi simili. Ci sono quelli buoni e quelli cattivi, in ogni caso, nessuno è totalmente nella parte della ragione. Peccato che in questa trasposizione animata tali agenti umani chiamati "colombe" non avranno molto tempo per farci riflettere sui loro traumi, ma avranno un ruolo più "caotico", per pensare su cosa siano in fondo questi mangiatori di umani. La differenza c'è? Sta alla libera interpretazione dello spettatore darsi una risposta.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo dei personaggi disegnati in maniera realistica, adulta ed equilibrata, dato che i personaggi sono la maggior parte oltre i diciotto anni; assenti colori assurdi, se non qualche viola e blu per personalizzare un capello scuro o un riflesso dell'occhio. Sono comunque facilmente riconoscibili, e c'è una grande cura per i particolari, tra i Ghoul che per nascondere la loro identità e celarsi meglio tra gli umani indossano maschere, e tra i tantissimi agenti che, pur non avendo modo di contraddistinguersi in tale maniera, riescono comunque a non creare confusione. I "poteri" dei terribili "mangiatori di umani" e le armi usate dai loro nemici sono resi benissimo, con dei colori spettacolari che spezzano l'atmosfera lugubre del contesto notturno in cui sempre si ritrovano a manifestarsi, essendo quello a loro più congeniale (per non farsi notare troppo). Doppiaggi davvero di alto livello, grandi nomi e ottime prestazioni soprattutto da parte della voce di Rize e Tsukiyama. Per essere un prodotto volto a pubblicizzare un manga, le animazioni soddisfano le aspettative, i combattimenti sono ben serviti a tavola da delle colonne sonore all'altezza, anche se le colorazioni nei combattimenti fanno davvero un gran effetto. Purtroppo, la trasmissione televisiva ha imposto anche delle censure sulle scene splatter: per i più puntigliosi sarà un pianto, per quelli che badano più allo scorrere degli eventi un fastidio più che ignorabile. Per me non va calcolato in una recensione, dato che verranno senz'altro rimossi con l'uscita dei DVD.
Una menzione d'onore va alla opening, che sia nel video che nella musica è una delle più incisive dell'anno! Davvero un'ottima scelta, gradita fin dal primo ascolto, capace di gasarti al punto giusto ma con le giuste tinte "scure" e le citazioni alle doppie facce dei personaggi. Buona anche la ending, molto più tranquilla e avente come video delle semplici fanart, ma molto d'impatto. Un contrasto che ho trovato interessante, perché in fondo "Tokyo Ghoul" non è fatto solo di battaglie e momenti d'adrenalina.
Anche se è un anime nato per propagandare e appagare il fan del manga (con un finale che, dal mio punto di vista, fa apparire proprio ciò che tutti volevano, dopo averlo letto), si è svolto un ottimo lavoro; la perfezione non esiste, e il budget si sa che non sempre è quello che tutti vorremmo, ma lo staff ha saputo bilanciare un horror, che non è per forza sangue e budella, ma anche discorsi intensi e pensieri "pesanti". Riflessioni e non solo combattimenti, atmosfere, soprattutto quelle, fanno i dodici episodi di "Tokyo Ghoul"gradevoli da tutti i punti di vista.
Tratto dall'omonimo manga di Sui Ishida, questo prodotto di dodici episodi a finale aperto (ma proprio apertissimo) è solo un piccolo pezzo dell'infinito puzzle che si crea nel cartaceo, ma, non per questo, incapace di far valere il suo significato, infrangendo quella che è l'idea tipo del protagonista ideale, a cui purtroppo spesso e volentieri ci dobbiamo abituare. Ken Kaneki non è identificabile come il classico primo attore senza macchia, tanto onore e capacità fuori da ogni schema: lui è realisticamente una persona qualunque, che in un momento qualunque della sua vita si trova ad affrontare un orrore. E non c'è spirito impavido, non c'è sangue freddo, perché quello che succede a lui farebbe impallidire qualunque persona: diventare un essere ripudiato dagli umani (che tu stesso eri fino a poco prima) e allo stesso tempo cacciato anche dalla fazione a cui ora appartieni. Non poterne parlare con nessuno, per non finire morto, né potersi suicidare in un atto di follia, dato che ormai non si è più un essere comune. Staccarsi così dagli amici, dover sacrificare la vita che conducevi prima, venendo catapultati in una nuova, volenti o no.
I Ghoul, i primi nella catena alimentare, coloro che stanno sopra agli esseri umani, perché proprio di questi si nutrono, sono la rovina di Kaneki, che diventa per metà tale a causa di Rize, una sadica e ingorda cacciatrice di "carne fresca" che, mentre cerca di mangiarsi il ragazzo squartandolo allegramente, finisce improvvisamente lei vittima della morte, a causa di un misterioso incidente. Diventa così parte di questo ragazzo comune, grazie, si fa per dire, a un'operazione chirurgica in cui vengono importati gli organi della sua quasi assassina nel corpo di un quasi morto Kaneki. Una Rize che prenderà possesso della mente del ragazzo, continuamente in bilico tra giusto e sbagliato... per l'ottica di un umano, si intende. Ma i Ghoul si scopriranno non essere solo affamati, in fondo come gli umani: ci sono i soggetti che odiano uccidere per nutrirsi e chi, viceversa, lo fa senza alcun rimorso, e vittima dell'ingordigia; ci verranno presentati molti esempi, estremi delle volte, esagerati ci verrà da pensare, ma tutti carismatici e sorprendenti, soprattutto se si pensa a quanto poco tempo gli ci vuole per entrare nel cuore dello spettatore... o nelle antipatie, ma pur sempre un sentimento ti suscita, e con grande maestria.
Dall'altra parte avremmo ovviamente gli umani, con il loro terrore verso chi potrebbe divorarli dall'oggi al domani, fino a quello più curioso verso i Ghoul, o chi li accetta. Al contrario, vi è anche chi non accetta la loro esistenza, ma non vuole nascondersi, bensì combatterli. Essendo creature ripudiate dal mondo, sono anche ricercati dalle forze dell'ordine, e in quel di Tokyo vi sono delle squadre speciali adibite all'estinzione di questo "orrore"; anche loro avranno una parte interessante.
Come detto dall'inizio, ci vogliono far capire che "questo mondo è sbagliato", perciò non saranno solo i Ghoul a imprimercelo, ma anche quelli per cui solitamente parteggeremmo, essendo a noi simili. Ci sono quelli buoni e quelli cattivi, in ogni caso, nessuno è totalmente nella parte della ragione. Peccato che in questa trasposizione animata tali agenti umani chiamati "colombe" non avranno molto tempo per farci riflettere sui loro traumi, ma avranno un ruolo più "caotico", per pensare su cosa siano in fondo questi mangiatori di umani. La differenza c'è? Sta alla libera interpretazione dello spettatore darsi una risposta.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo dei personaggi disegnati in maniera realistica, adulta ed equilibrata, dato che i personaggi sono la maggior parte oltre i diciotto anni; assenti colori assurdi, se non qualche viola e blu per personalizzare un capello scuro o un riflesso dell'occhio. Sono comunque facilmente riconoscibili, e c'è una grande cura per i particolari, tra i Ghoul che per nascondere la loro identità e celarsi meglio tra gli umani indossano maschere, e tra i tantissimi agenti che, pur non avendo modo di contraddistinguersi in tale maniera, riescono comunque a non creare confusione. I "poteri" dei terribili "mangiatori di umani" e le armi usate dai loro nemici sono resi benissimo, con dei colori spettacolari che spezzano l'atmosfera lugubre del contesto notturno in cui sempre si ritrovano a manifestarsi, essendo quello a loro più congeniale (per non farsi notare troppo). Doppiaggi davvero di alto livello, grandi nomi e ottime prestazioni soprattutto da parte della voce di Rize e Tsukiyama. Per essere un prodotto volto a pubblicizzare un manga, le animazioni soddisfano le aspettative, i combattimenti sono ben serviti a tavola da delle colonne sonore all'altezza, anche se le colorazioni nei combattimenti fanno davvero un gran effetto. Purtroppo, la trasmissione televisiva ha imposto anche delle censure sulle scene splatter: per i più puntigliosi sarà un pianto, per quelli che badano più allo scorrere degli eventi un fastidio più che ignorabile. Per me non va calcolato in una recensione, dato che verranno senz'altro rimossi con l'uscita dei DVD.
Una menzione d'onore va alla opening, che sia nel video che nella musica è una delle più incisive dell'anno! Davvero un'ottima scelta, gradita fin dal primo ascolto, capace di gasarti al punto giusto ma con le giuste tinte "scure" e le citazioni alle doppie facce dei personaggi. Buona anche la ending, molto più tranquilla e avente come video delle semplici fanart, ma molto d'impatto. Un contrasto che ho trovato interessante, perché in fondo "Tokyo Ghoul" non è fatto solo di battaglie e momenti d'adrenalina.
Anche se è un anime nato per propagandare e appagare il fan del manga (con un finale che, dal mio punto di vista, fa apparire proprio ciò che tutti volevano, dopo averlo letto), si è svolto un ottimo lavoro; la perfezione non esiste, e il budget si sa che non sempre è quello che tutti vorremmo, ma lo staff ha saputo bilanciare un horror, che non è per forza sangue e budella, ma anche discorsi intensi e pensieri "pesanti". Riflessioni e non solo combattimenti, atmosfere, soprattutto quelle, fanno i dodici episodi di "Tokyo Ghoul"gradevoli da tutti i punti di vista.
Questo 2014 è stato senza dubbio un'ottima annata per quanto riguarda gli anime; in genere quando recensisco cerco sempre di vedere i lati positivi di una serie, salvandone i pregi e mettendoli in risalto nella valutazione complessiva dell'opera, ma non è questo il caso di Tokyo Ghoul.
Ambientato in una Tokyo contemporanea dove la società non è popolata da soli umani, la storia segue le vicende di Ken Kaneki, un giovane universitario appassionato di letteratura che suo malgrado si ritroverà a far parte di quel gruppo di individui da tutti temuto: i ghoul. I ghoul non sono altro che umanoidi dalla resistenza sovrumana le cui origini restano ignote e che per sopravvivere sono obbligati a nutrirsi solo di carne umana. Per cacciare i ghoul utilizzano le kagune, organi predatori che fungono da estensioni del proprio corpo e le cui forme e potenza variano di soggetto in soggetto.
Con una così solida trama, cosa sarà mai potuto andare storto in questo anime da farmelo considerare insalvabile? Semplicemente troppe cose.
L'unica grande sfortuna di "Tokyo Ghoul" è stata quella di avere alle spalle un manga decisamente ben strutturato e dalla profonda introspezione psicologica, e andare a cambiare uno di questi due fattori equivaleva, inevitabilmente, a correre un bel rischio sul piano della riuscita. A quanto pare però quelli dello studio Pierrot sono dei veri temerari e hanno preferito puntare tutto sul metaforico cavallo perdente. Già dal primo episodio difatti si nota che qualcosa non va: il ritmo è estremamente lento, macchinoso, l'atmosfera è blanda e le animazioni decisamente imprecise (probabilmente fra le peggiori di questo 2014 insieme a quelle di Tokyo ESP - pensandoci, non è che sotto sotto è la parola Tokyo nel titolo a portare sfortuna?). Stesso dicasi per il chara, abbastanza grossolano, e le musiche che risultano anonime e poco incisive (di buono vi è solo la ottima opening).
Purtroppo però, questa è solo la punta dell'iceberg.
Attenzione, da qui in avanti potenziali spoiler necessari per la recensione!
Se il lato tecnico rimane a livelli costanti di grossolana mediocrità, eccezion fatta per i combattimenti che sono gli unici momenti realmente riusciti di tutto l'anime, la fluidità e la consecutio temporum della trama risente non poco degli svariati "tagli e cuci" attuati dalla regia. Molte volte ci ritroveremo difatti ad ascoltare inutili e lentissimi dialoghi al Caffè Anteiku, o quelli ancora più superflui e odiosi fra le colombe (il corpo investigativo incaricato dello sterminio dei ghoul), il tutto a discapito dei rapporti che il protagonista va creando con alcuni personaggi secondari, come Shuu Tsukiyama (aka Gourmet) o il taciturno Renji Yomo. Vi sarebbero anche degli spostamenti cronologici di alcuni eventi, come ad esempio lo scontro con Tsukiyama che si ritrova immotivatamente prima dell'omicidio dei genitori della piccola Hinami (c'è da ammettere però che in questo caso la fruibilità non ne risente più di tanto), così come mancano alcuni dialoghi fondamentali per comprendere l'angosciante vita da reclusi che i ghoul sono costretti a vivere. Tutti cambiamenti che, nel bene o nel male, vanno a complicare la lettura generale della trama.
Ma soffermiamoci un attimo ad analizzare quelli che secondo me sono i due veri mali atavici di questa serie: le censure alle scene violente e i tagli narrativi all'entrata finale dell'Aogiri.
Le prime sono ciò che di più idiota e insensato abbia mai visto fino ad ora: a meno che "Tokyo Ghoul" non sia stato trasmesso in piena fascia protetta - cosa di cui dubito ampiamente - non vi è motivo per censurare scene che cruente più di tanto non sono. In alcune di combattimento si è scelto di usare l'esposizione in negativo (soluzione fastidiosa, ma usufruibile), mentre in altre si è optato per l'oscurazione totale di alcuni punti dello schermo, cosa che rende impossibile le lettura delle azioni a meno che non si sia già letto il manga. Eppure in Giappone circolano serie ben più cruente e prive di censure rispetto a "Tokyo Ghoul" (le prime che mi vengono in mente sono Another e il più commerciale Hunter X Hunter), perché dunque questa scelta?! Per invogliare gli spettatori a comprare i Blu-ray Disc alla loro uscita?! In tutta onestà trovo assurdo che una serie di chiara matrice horror, che dalla violenza trae la propria linfa vitale, debba subire un tale trattamento.
Il vero coup de théâtre lo troviamo però nei tagli narrativi durante la parte finale dell'anime. L'entrata in scena dell'Aogiri è difatti trattata con dozzinale fretta e superficialità, con tagli radicali in parti che nel manga risultano più lunghe, elaborate e atmosferiche. Al rapimento di Ken dovrebbe difatti seguire una lunga sequenza narrativa in cui vediamo cosa succede durante i primi giorni di permanenza al Distretto 11 (l'incontro con i pezzi grossi dell'Aogiri, il rapporto di solidarietà che si va a creare con Banjou e gli altri ghoul prigionieri, i discorsi di Jason sul cannibalismo e gli effetti del divorare la kagune di altri ghoul), tutti eventi studiati ad arte per conferire al protagonista una graduale e logica crescita psicologica come ghoul. Sopprimere tale apparato narrativo ha conferito alle battute finali dell'anime un senso di spiccia frettolosità, come se gli eventi accadessero troppo di fretta e senza una logica motivazione di fondo. Il tutto ovviamente a discapito del pathos, perlopiù assente in questi frangenti. Ah, e non dimentichiamoci del pessimo doppiaggio generale, in cui il solo Natsuki Hanae, voce di Ken, si salva grazie a una magistrale interpretazione.
Il punto adesso è: come giudicare questa serie? A mio avviso la si può valutare in due modi, entrambi dipendenti dal fatto di aver in precedenza letto o meno il manga. Se non avete letto l'opera originale, allora "Tokyo Ghoul" potrà apparirvi come un discreto seinen senza né infamia né lode, abbastanza fruibile e con parecchi spunti interessanti, ma se volete invece iniziarne la visione avendo già letto l'opera originale, allora preparatevi a una cocente delusione su tutti i fronti, visto che il confronto manga/anime è decisamente impietoso per quest'ultimo. Come avrete ampiamente capito, il mio giudizio personale rientra nel secondo gruppo e, se me lo chiedessero, sconsiglierei ampiamente la visione di questo scempio, qualitativamente a un abisso di distanza dall'originale. Bocciatura obbligatoria.
Ambientato in una Tokyo contemporanea dove la società non è popolata da soli umani, la storia segue le vicende di Ken Kaneki, un giovane universitario appassionato di letteratura che suo malgrado si ritroverà a far parte di quel gruppo di individui da tutti temuto: i ghoul. I ghoul non sono altro che umanoidi dalla resistenza sovrumana le cui origini restano ignote e che per sopravvivere sono obbligati a nutrirsi solo di carne umana. Per cacciare i ghoul utilizzano le kagune, organi predatori che fungono da estensioni del proprio corpo e le cui forme e potenza variano di soggetto in soggetto.
Con una così solida trama, cosa sarà mai potuto andare storto in questo anime da farmelo considerare insalvabile? Semplicemente troppe cose.
L'unica grande sfortuna di "Tokyo Ghoul" è stata quella di avere alle spalle un manga decisamente ben strutturato e dalla profonda introspezione psicologica, e andare a cambiare uno di questi due fattori equivaleva, inevitabilmente, a correre un bel rischio sul piano della riuscita. A quanto pare però quelli dello studio Pierrot sono dei veri temerari e hanno preferito puntare tutto sul metaforico cavallo perdente. Già dal primo episodio difatti si nota che qualcosa non va: il ritmo è estremamente lento, macchinoso, l'atmosfera è blanda e le animazioni decisamente imprecise (probabilmente fra le peggiori di questo 2014 insieme a quelle di Tokyo ESP - pensandoci, non è che sotto sotto è la parola Tokyo nel titolo a portare sfortuna?). Stesso dicasi per il chara, abbastanza grossolano, e le musiche che risultano anonime e poco incisive (di buono vi è solo la ottima opening).
Purtroppo però, questa è solo la punta dell'iceberg.
Attenzione, da qui in avanti potenziali spoiler necessari per la recensione!
Se il lato tecnico rimane a livelli costanti di grossolana mediocrità, eccezion fatta per i combattimenti che sono gli unici momenti realmente riusciti di tutto l'anime, la fluidità e la consecutio temporum della trama risente non poco degli svariati "tagli e cuci" attuati dalla regia. Molte volte ci ritroveremo difatti ad ascoltare inutili e lentissimi dialoghi al Caffè Anteiku, o quelli ancora più superflui e odiosi fra le colombe (il corpo investigativo incaricato dello sterminio dei ghoul), il tutto a discapito dei rapporti che il protagonista va creando con alcuni personaggi secondari, come Shuu Tsukiyama (aka Gourmet) o il taciturno Renji Yomo. Vi sarebbero anche degli spostamenti cronologici di alcuni eventi, come ad esempio lo scontro con Tsukiyama che si ritrova immotivatamente prima dell'omicidio dei genitori della piccola Hinami (c'è da ammettere però che in questo caso la fruibilità non ne risente più di tanto), così come mancano alcuni dialoghi fondamentali per comprendere l'angosciante vita da reclusi che i ghoul sono costretti a vivere. Tutti cambiamenti che, nel bene o nel male, vanno a complicare la lettura generale della trama.
Ma soffermiamoci un attimo ad analizzare quelli che secondo me sono i due veri mali atavici di questa serie: le censure alle scene violente e i tagli narrativi all'entrata finale dell'Aogiri.
Le prime sono ciò che di più idiota e insensato abbia mai visto fino ad ora: a meno che "Tokyo Ghoul" non sia stato trasmesso in piena fascia protetta - cosa di cui dubito ampiamente - non vi è motivo per censurare scene che cruente più di tanto non sono. In alcune di combattimento si è scelto di usare l'esposizione in negativo (soluzione fastidiosa, ma usufruibile), mentre in altre si è optato per l'oscurazione totale di alcuni punti dello schermo, cosa che rende impossibile le lettura delle azioni a meno che non si sia già letto il manga. Eppure in Giappone circolano serie ben più cruente e prive di censure rispetto a "Tokyo Ghoul" (le prime che mi vengono in mente sono Another e il più commerciale Hunter X Hunter), perché dunque questa scelta?! Per invogliare gli spettatori a comprare i Blu-ray Disc alla loro uscita?! In tutta onestà trovo assurdo che una serie di chiara matrice horror, che dalla violenza trae la propria linfa vitale, debba subire un tale trattamento.
Il vero coup de théâtre lo troviamo però nei tagli narrativi durante la parte finale dell'anime. L'entrata in scena dell'Aogiri è difatti trattata con dozzinale fretta e superficialità, con tagli radicali in parti che nel manga risultano più lunghe, elaborate e atmosferiche. Al rapimento di Ken dovrebbe difatti seguire una lunga sequenza narrativa in cui vediamo cosa succede durante i primi giorni di permanenza al Distretto 11 (l'incontro con i pezzi grossi dell'Aogiri, il rapporto di solidarietà che si va a creare con Banjou e gli altri ghoul prigionieri, i discorsi di Jason sul cannibalismo e gli effetti del divorare la kagune di altri ghoul), tutti eventi studiati ad arte per conferire al protagonista una graduale e logica crescita psicologica come ghoul. Sopprimere tale apparato narrativo ha conferito alle battute finali dell'anime un senso di spiccia frettolosità, come se gli eventi accadessero troppo di fretta e senza una logica motivazione di fondo. Il tutto ovviamente a discapito del pathos, perlopiù assente in questi frangenti. Ah, e non dimentichiamoci del pessimo doppiaggio generale, in cui il solo Natsuki Hanae, voce di Ken, si salva grazie a una magistrale interpretazione.
Il punto adesso è: come giudicare questa serie? A mio avviso la si può valutare in due modi, entrambi dipendenti dal fatto di aver in precedenza letto o meno il manga. Se non avete letto l'opera originale, allora "Tokyo Ghoul" potrà apparirvi come un discreto seinen senza né infamia né lode, abbastanza fruibile e con parecchi spunti interessanti, ma se volete invece iniziarne la visione avendo già letto l'opera originale, allora preparatevi a una cocente delusione su tutti i fronti, visto che il confronto manga/anime è decisamente impietoso per quest'ultimo. Come avrete ampiamente capito, il mio giudizio personale rientra nel secondo gruppo e, se me lo chiedessero, sconsiglierei ampiamente la visione di questo scempio, qualitativamente a un abisso di distanza dall'originale. Bocciatura obbligatoria.
Giunge infine il momento di iniziare a tirare le somme di questa stagione estiva 2014, partita con grandi premesse e terminata, in alcuni casi, con altrettanto grandi delusioni. L'anime di genere horror/soprannaturale "Tokyo Ghoul", tratto dall'omonima serie manga da poco terminata in madrepatria, per fortuna riesce a salvarsi dal baratro delle aspettative deluse, almeno agli occhi di chi, come il sottoscritto, ignori i risvolti della trama della versione cartacea. Doverosa premessa al breve riassunto della trama che mi appresto a fare è quella riguardante il mondo in cui l'anime è ambientato, un Giappone contemporaneo all'apparenza normale, ma caratterizzato in realtà dall'esistenza di una razza di creature umanoidi, da sempre nemica naturale del genere umano, dal nome "ghoul". Queste creature non sopportano il sapore di alcun cibo, eccezion fatta per due pietanze: la carne umana e i chicchi di caffè; e dal momento che si intuisce abbastanza facilmente l'impossibilità per queste creature di sopravvivere nutrendosi solo della seconda, gli umani vengono a costituire, per i ghoul, la principale fonte di nutrimento. Altre caratteristiche distintive di queste creature sono gli occhi dall'iride nera e la pupilla rossa, e la "kagune", arma principale d'offesa che, come dei lunghi artigli retrattili, esce dalla schiena dell'utilizzatore e si indurisce e si modella a piacimento di questi.
Poste tali premesse, il protagonista della serie è Kaneki Ken, studente universitario di letteratura, introverso e con la passione per i libri. Le sue disavventure iniziano quando, dopo un appuntamento con Rize, ragazza matura e come lui interessata alla letteratura, questa si rivela essere un ghoul intenzionata a ucciderlo con la propria kagune per poi divorarlo; per la fortuna di Kaneki, delle travi precipitano su Rize, uccidendo lei e salvando lui da morte certa. Unico inconveniente è che, al suo risveglio in ospedale, il protagonista acquista sempre più la consapevolezza di essere inspiegabilmente diventato un ghoul e si trova quindi a convivere con questa sua doppia natura, metà umana e metà mostruosa. Questa condizione lo porterà prima a un radicale rifiuto della propria metà ghoul, disgustato dal proprio desiderio di nutrirsi di coloro che, fino al giorno prima, erano i suoi amici o conoscenti, e in seguito a elaborare una serie di riflessioni riguardo al motivo vero dell'inimicizia tra genere umano e ghoul, e a cercare di trovare una soluzione efficacie a questo conflitto millenario che possa assicurare una sopravvivenza pacifica a entrambi.
Altri personaggi di spicco della serie, oltre al protagonista, sono l'amico Hideyoshi, detto semplicemente Hide, energico e vitale, ancora di salvezza per la personalità inizialmente fragile e solitaria di Kaneki, respinto inizialmente da quest'ultimo per paura di potergli fare del male a causa dei propri istinti di ghoul; infine i ghoul Yoshimura e Touka, rispettivamente proprietario e cameriera part-time dell'Anteiku, un caffetteria che offre rifugio ai ghoul abbandonati a sé stessi e li aiuta sul piano economico e personale a sopravvivere; dai dipendenti dell'Anteiku, Kaneki sarà fortemente influenzato e aiutato nella propria crescita, si affezionerà ad essi e capirà che è effettivamente possibile sopravvivere in modo pacifico e non violento, anche conservando la propria natura di ghoul. Le psicologie di questi personaggi non eccellono per originalità, c'è da farlo presente, ma compensano questa piccola carenza con un retroscena personale abbastanza caratterizzato e approfondito, che in un certo senso salva le apparenze.
Per quanto riguarda invece il comparto tecnico, bisogna riconoscere i meriti dello studio Pierrot, che fornisce delle animazioni fluide e dinamiche, accompagnate dalla discreta regia di un emergente Shuhei Morita, così da rendere il comparto grafico spesso e volentieri piacevole; l'atmosfera che si respira è tesa e adrenalinica, accentuata dai colori scuri in netto contrasto col sangue e le kagune rosso scarlatto dei ghoul; i combattimenti sono sempre curati nel dettaglio, con delle animazioni precise e una regia che qui cerca di dare il meglio di sé. Il difetto principale che la versione TV di "Tokyo Ghoul" presenta è purtroppo legato alle censure, che troppo spesso rovinano e rendono poco chiare le suddette scene di combattimento, pensate appunto come uno dei punti di forza di questo anime. L'aspetto sonoro invece si presenta in modo curato e assolutamente godibile, sia per quanto riguarda le OST, sempre consone al grado di tensione della scena che accompagnano, sia per le due sigle; l'opening, in particolare, risulta sicuramente la mia preferita tra quelle degli anime seguiti durante questa stagione.
Cercando di tirare le somme, "Tokyo Ghoul" è un anime abbastanza maturo per il suo genere, e non per la quantità di sangue e violenza fisica che esso ostenta durante tutti e dodici gli episodi, ma per la presenza preponderante di una componente psicologica e riflessiva che porta lo spettatore a immedesimarsi nei personaggi e calarsi nel loro stato mentale. Purtroppo c'è anche da dire che la serie, negli episodi finali, ha un andamento anomalo - eufemisticamente parlando - e il deludente finale, che effettivamente non pone la parola "fine" proprio su nulla, lascia presagire - o quanto meno auspicare - una seconda stagione. Nel complesso un buon lavoro, anche se minato dal suddetto finale, decisamente non all'altezza del resto, ma che lascia discreti margini di miglioramento che una ormai papabile seconda stagione potrà sicuramente colmare. Per me è un otto, anche se un po' scarso.
Poste tali premesse, il protagonista della serie è Kaneki Ken, studente universitario di letteratura, introverso e con la passione per i libri. Le sue disavventure iniziano quando, dopo un appuntamento con Rize, ragazza matura e come lui interessata alla letteratura, questa si rivela essere un ghoul intenzionata a ucciderlo con la propria kagune per poi divorarlo; per la fortuna di Kaneki, delle travi precipitano su Rize, uccidendo lei e salvando lui da morte certa. Unico inconveniente è che, al suo risveglio in ospedale, il protagonista acquista sempre più la consapevolezza di essere inspiegabilmente diventato un ghoul e si trova quindi a convivere con questa sua doppia natura, metà umana e metà mostruosa. Questa condizione lo porterà prima a un radicale rifiuto della propria metà ghoul, disgustato dal proprio desiderio di nutrirsi di coloro che, fino al giorno prima, erano i suoi amici o conoscenti, e in seguito a elaborare una serie di riflessioni riguardo al motivo vero dell'inimicizia tra genere umano e ghoul, e a cercare di trovare una soluzione efficacie a questo conflitto millenario che possa assicurare una sopravvivenza pacifica a entrambi.
Altri personaggi di spicco della serie, oltre al protagonista, sono l'amico Hideyoshi, detto semplicemente Hide, energico e vitale, ancora di salvezza per la personalità inizialmente fragile e solitaria di Kaneki, respinto inizialmente da quest'ultimo per paura di potergli fare del male a causa dei propri istinti di ghoul; infine i ghoul Yoshimura e Touka, rispettivamente proprietario e cameriera part-time dell'Anteiku, un caffetteria che offre rifugio ai ghoul abbandonati a sé stessi e li aiuta sul piano economico e personale a sopravvivere; dai dipendenti dell'Anteiku, Kaneki sarà fortemente influenzato e aiutato nella propria crescita, si affezionerà ad essi e capirà che è effettivamente possibile sopravvivere in modo pacifico e non violento, anche conservando la propria natura di ghoul. Le psicologie di questi personaggi non eccellono per originalità, c'è da farlo presente, ma compensano questa piccola carenza con un retroscena personale abbastanza caratterizzato e approfondito, che in un certo senso salva le apparenze.
Per quanto riguarda invece il comparto tecnico, bisogna riconoscere i meriti dello studio Pierrot, che fornisce delle animazioni fluide e dinamiche, accompagnate dalla discreta regia di un emergente Shuhei Morita, così da rendere il comparto grafico spesso e volentieri piacevole; l'atmosfera che si respira è tesa e adrenalinica, accentuata dai colori scuri in netto contrasto col sangue e le kagune rosso scarlatto dei ghoul; i combattimenti sono sempre curati nel dettaglio, con delle animazioni precise e una regia che qui cerca di dare il meglio di sé. Il difetto principale che la versione TV di "Tokyo Ghoul" presenta è purtroppo legato alle censure, che troppo spesso rovinano e rendono poco chiare le suddette scene di combattimento, pensate appunto come uno dei punti di forza di questo anime. L'aspetto sonoro invece si presenta in modo curato e assolutamente godibile, sia per quanto riguarda le OST, sempre consone al grado di tensione della scena che accompagnano, sia per le due sigle; l'opening, in particolare, risulta sicuramente la mia preferita tra quelle degli anime seguiti durante questa stagione.
Cercando di tirare le somme, "Tokyo Ghoul" è un anime abbastanza maturo per il suo genere, e non per la quantità di sangue e violenza fisica che esso ostenta durante tutti e dodici gli episodi, ma per la presenza preponderante di una componente psicologica e riflessiva che porta lo spettatore a immedesimarsi nei personaggi e calarsi nel loro stato mentale. Purtroppo c'è anche da dire che la serie, negli episodi finali, ha un andamento anomalo - eufemisticamente parlando - e il deludente finale, che effettivamente non pone la parola "fine" proprio su nulla, lascia presagire - o quanto meno auspicare - una seconda stagione. Nel complesso un buon lavoro, anche se minato dal suddetto finale, decisamente non all'altezza del resto, ma che lascia discreti margini di miglioramento che una ormai papabile seconda stagione potrà sicuramente colmare. Per me è un otto, anche se un po' scarso.