Le avventure di Peter Pan
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione e trama
Un capolavoro eterno e imperituro, scritto nel libro dell'eternità e del fato. Un viaggio dentro di noi e fuori di noi in quella dimensione senza confini e/o limiti che ci porta alla scoperta di noi stessi e del nostro posto nel mondo. Signore e signori, allacciate le cinture di sicurezza e tenetevi pronti a decollare, si parte alla scoperta di un mondo unico e sensazionale, strepitoso, meraviglioso, l'isola che non c'è, altrimenti nota come mondo dei sogni e/o mondo tra i mondi, un crocevia che collega tutti i mondi e/o gli universi possibili. La nostra storia comincia a casa Darling, dove la madre Mary e il padre Agenore sono intenti ad uscire di casa per recarsi a una festa privata. Ma fanno fatica a prepararsi, poiché provano a tenere a bada i figlioli ma senza tanto successo; al che Agenore sbotta male e stabilisce che d'ora in poi Wendy dorma in una camera separata da quella dei suoi fratellini, in modo da impedirle di inculcare loro strane idee in testa su Peter Pan. Questa decisione lascia un certo amaro in bocca nei nostri ragazzi. Ma non tutto è perduto: la notte stessa, una figura strana entra nella loro stanza: è Peter Pan e fa in modo di convincerli a seguirlo, per condurli sull'Isola che non c'è e far scoprire loro tutte le meraviglie che essa nasconde. Ma attenzione, perché dove ci sta la meraviglia ci sta anche il pericolo. Quindi, i nostri tre fratelli devono fare attenzione a chi si trovano di fronte e a fare in modo di comprendere che bisogna sempre mostrare prudenza verso sé stessi e non dare troppa confidenza. Per primo fanno un incontro con i bimbi sperduti, i quali non sembrano molto intenzionati a cooperare, al che Peter Pan li redarguisce e fa capire loro che devono darsi una bella calmata. Poi è la volta della baia delle sirene, le quali salutano Peter, ma maltrattano Wendy. Infine, i nostri due fratelli si uniscono ai bimbi sperduti per fare un gioco con gli indiani. Ma questa volta vengono catturati e Toro in piedi minaccia di farli uccidere, se sua figlia Giglio Tigrato non tornerà al campo per la notte. Ma dove sarà Giglio Tigrato? Peter e Wendy, che nel frattempo hanno visitato quasi tutti i posti più strani dell'isola, scoprono che la ragazza è finita in mano ai pirati di Capitan Uncino; questi minaccia di farla affogare, se non gli dirà l'ubicazione del nascondiglio dei bimbi sperduti. Peter escogita uno stratagemma per liberare la ragazza e si prende gioco delle paure e delle fobie di Uncino e di Spugna. Ma il Capitano non ci casca e riesce quasi a mettere Peter alle strette. Solo la sua scaltrezza e la sua astuzia lo salvano e gli permettono di salvare a sua volta Giglio Tigrato, aiutato come sempre da Trilli. Sembrerebbe andare tutto per il meglio, ma Trilli serba molta gelosia e rancore per il fatto che Peter mostri più attenzioni a lei, Giglio Tigrato, e anche alle sirene (un Don Giovanni), e decide di provare a sbarazzarsi di lei, stringendo un'alleanza con il Capitano. Questi intuisce il rancore della fatina e lo sfrutta a suo vantaggio, fingendo di giurare di non torcere un capello a Peter e facendosi dare l'ubicazione del nascondiglio, per fare uscire i bimbi sperduti e catturarli, per poi eliminare Peter con un ordigno molto speciale. I bambini vengono catturati, portati sulla nave e obbligati ad arruolarsi o a finire in pasto agli squali. Trilli viene catturata a sua volta e capisce il suo errore di giudizio, dettato dalla sua gelosia, e fugge per salvare Peter, il quale apre il pacco e rischia di fare una brutta fine. Per fortuna sopravvive, e ingaggia una dura battaglia contro il Capitano e la sua ciurma. Questa volta però il Capitano fa leva sul suo senso di onore, per fare in modo di imbrogliarlo e metterlo alle strette. Ma Peter dimostra ancora una volta di essere scaltro e furbo, e lo sconfigge umiliandolo e facendolo precipitare nella pancia di Tic Toc. A questo punto il nostro amico requisisce la nave pirata e riconduce a casa i tre fratelli Darling. Nel frattempo, tornano anche i loro genitori, e il padre chiede perdono per il suo atteggiamento brusco; ma i figli gli fanno vedere una cosa e il padre si ravvede, poiché ha una sorta di ricordo di quando era bambino. E finisce qui.
Grafica
La grafica Disney è sempre meravigliosa e stupenda, ma qui raggiunge uno dei suoi tanti apici, perché gli effetti speciali sono a dir poco meravigliosi e fantastici. I disegni sono spontanei, fluidi, dinamici, ed esprimono tutto il pathos delle scene della vicenda. I colori sono distribuiti in modo reale, ma con quel giusto pizzico di stravaganza che enfatizza e rimarca il senso di meraviglia dell'ambientazione dell'isola che non c'è.
Personaggi, loro funzioni, collegamenti e riferimenti ad altre opere
I personaggi sono un tutt'uno con l'ambientazione e riescono a trasmettere un ventaglio di emozioni e di sentimenti intensi, vibranti, che vengono sublimati nelle scene più movimentate. Essi svolgono ciascuno un ruolo cruciale e fondamentale nella vicenda posta in essere. Abbiamo Wendy, la sorella maggiore che funge un po' da seconda madre per Gianni e Michele, i quali invece possono essere considerati gli eredi principali di Peter Pan, vista la loro inclinazione a combinare baccano. Abbiamo poi Mary, la madre comprensiva, semplice, ma anche fantasiosa e protettiva. Invece Agenore rappresenta il padre leggermente più severo e intransigente, il quale cerca di ripristinare la disciplina e l'ordine in casa, e si aspetta che Wendy impari a responsabilizzarsi e togliersi certe idee dalla testa, per evitare di avere una cattiva influenza sui suoi fratelli. Successivamente entra in scena il grande protagonista Peter Pan, il puer aeternus per eccellenza, discendente di quel puer aeternus pubblicato da Publio Ovidio Nasone. Egli rappresenta il desiderio, il piacere, la gioia di vivere, l'euforia e la frenesia dionisiaca decantata dall'autore latino in antitesi al dio Crono, divinità del tempo, dell'austerità, dell'ordine, della disciplina, della compostezza, dell'avvedutezza, dell'assennatezza, del controllo, della severità, della responsabilità e della razionalità, in sostanza l'uomo maturo, serio, esperto, cosciente e consapevole delle conseguenze dei propri pensieri, scelte, decisioni, parole e azioni, che sa vedere in anticipo gli sviluppi e che quindi impara a dominare ogni aspetto della sua vita, il quale è appunto incarnato da Agenore, che ne rappresenta l'indole buona. Al contrario, Uncino ne rappresenta la degenerazione monolitica, estrema, autoritaria, intimidatoria, dispotica e disumana, falsa, bugiarda, ingannatrice, subdola e meschina, la quale desidera vendetta e prova invidia per Peter Pan, motivo per cui vorrebbe distruggerlo, per cancellare, distruggere e annientare ogni sorta di fantasia, immaginazione, desiderio, sogno, illusione, speranza, e quindi ottenere l'egemonia assoluta ed eterna sui bambini sperduti, e anche su quelli del mondo reale. In un certo senso può essere accostato al Nulla de "La storia infinita" di Michael Ende, il quale inghiotte tutto e ogni cosa, perché Fantasia muore, perché la gente smette di credere, e così in un certo senso l'isola che non c'è scompare dalla coscienza e consapevolezza di tutti quelli che smettono di credere in essa. Trilli rappresenta la chiave d'accesso a quel mondo fantastico, e insieme ai bimbi sperduti rappresenta la personificazione di quelle speranze, illusioni, sogni, desideri che proietta sui figli. Tuttavia, lei rappresenta anche il risentimento di una ragazza e poi anche di una madre e/o moglie quando il suo amore non viene corrisposto, e decide di eliminare la rivale o le rivali o di umiliare l'uomo o il figlio in questione, per farlo pentire e/o punirlo per i suoi desideri deviati, malsani e poco ortodossi, incarnati in questo caso da Wendy, Giglio Tigrato e le sirene. Non vorrei sembrare malizioso, ma in questo caso mi sento obbligato ad esserlo, ma forse Peter Pan vede in Wendy, Giglio Tigrato, le sirene il rimpiazzo di Trilli, la quale invece si è presa cura di lui, come una madre si prende cura di suo figlio. Quindi subentra la famosa sindrome di Peter Pan, la quale prende appunto il nome dal protagonista e che rappresenta il cuore della vicenda stessa, alla quale mi sento in obbligo di collegare altri disturbi e complessi, come ad esempio quello di Wendy, sempre preso dal nome della protagonista e affine al complesso di Edipo, alla sindrome di Münchhausen per procura, il complesso di Medea, quello di Elettra. Questo soprattutto perché anche una donna cerca al suo tempo le famose "m" legate all'amore, mistero, meraviglia e magia, ma anche maturità, mediazione, moderazione, mansuetudine, meticolosità, e quando non le percepisce più, la sua vita si fa annoiata e tediosa, fino al punto di proiettare le sue frustrazioni, ansie, angosce e paure sui suoi figli e/o sul coniuge, o viceversa l'uomo non sente più il senso del calore materno, della protezione, della fiducia, ma solo questi sentimenti oscuri, e scappa o diventa aggressivo ed estremo così come la donna. In un certo senso, collegherei "Peter Pan" ad "Alice nel Paese delle meraviglie" del contemporaneo e connazionale di Barrie, Lewis Caroll, e tanti altri della produzione letteraria in lingua inglese e/o altre lingue. Ecco alcuni esempi.
Nel suo saggio intitolato "Risposta a Giobbe", contenuto in "Psicologia e religione", Jung si riferisce al puer aeternus come a una delle figure che meglio rappresentano il futuro sviluppo psicologico degli esseri umani:
«L'uomo superiore, completo-teleios, è generato dal 'padre sconosciuto' e dalla Sapienza, ed è lui che, nella figura del puer aeternus, rappresenta la nostra totalità. Era in questo ragazzo che Faust doveva cambiare e trasformarsi, abbandonando la sua unilateralità gonfiata che vedeva il diavolo solo al di fuori di sé. Cristo, con la sua affermazione "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli", prefigura questo cambiamento, perché in loro (i bambini) gli opposti si trovano vicini; ma ciò che qui s'intende è il ragazzo che nasce dalla maturità di un uomo adulto, non il bambino incosciente che vorremmo rimanere.»
"Now or Neverland" è un testo del 1998 scritto dall'analista junghiana Ann Yeoman; esso affronta il puer aeternus in forma di Peter Pan, uno degli esempi più noti del concetto in epoca moderna. Il libro è una versione psicologica dell'archetipo dell'eterno ragazzo, dalle sue radici più antiche all'esperienza contemporanea, tra cui un'interpretazione dettagliata sia dell'opera teatrale che del successivo romanzo "Peter e Wendy" di James Barrie:
«Mitologicamente, Peter Pan è legato al giovane dio che muore e rinasce, così come a Mercurio-Ermes, il dio psicopompo e messaggero degli dei, che si muove liberamente tra i regni divini e umani e, naturalmente, al grande dio-caprone Pan. Nelle prime versioni dell'opera teatrale di Barrie, Peter appare sul palco con due flauti e una capretta al seguito. Tali riferimenti alla sua identità ctonia erano troppo lontani dall'idea infantile che l'autore ne voleva dare, tanto da toglierli nelle successive rappresentazioni e nel romanzo.
Dunque, Peter Pan rappresenta una sorta di interfaccia per un'analisi e sintesi interiori delle nostre speranze, paure, sogni, desideri, incertezze, dubbi, che si tratti di essere un ragazzo, ragazza, uomo, donna, anziano e/o anziana. Dal punto di vista letterario lo collegherei a una massima di Friedrich Schiller: "L'uomo non smette di giocare quando invecchia, invecchia quando smette di giocare".
Un'altra opera alla quale collegherei Peter Pan è sicuramente "Pinocchio", non solo per la presenza dell'elemento/archetipo della Fata Madrina/Turchina, la quale, proprio come Trilli, svolge la funzione di protettrice, ma anche per il concetto di maturazione, crescita interiore, acquisizione di coscienza, consapevolezza, giudizio, quindi il passaggio dal senso di mistero, magia e meraviglia a quello di maturità, moderazione, responsabilità, iniziativa, decisione e via discorrendo. Altri collegamenti sono riscontrabili con le fiabe di "Cenerentola", "La bella addormentata", sempre per via della presenza dell'elemento della Fata Madrina che guida il/la protagonista lungo il suo cammino, ma che molto spesso questa/i deve percorrere per conto proprio o essere eventualmente aiutato/a nel momento del bisogno.
Un ultimo racconto che mi torna in mente è invece "La fabbrica di cioccolato", dove l'autore Roald Dahl illustra in un certo senso le conseguenze negative legate al fatto di essere troppo permissivi con i figli e di non responsabilizzarli su nessun aspetto della loro vita e non farli riflettere sulle conseguenze delle loro scelte, decisioni, pensieri, parole e azioni.
A tal proposito mi vengono in mente delle regole che ho trovato di recente.
Regole d'oro per allevare un delinquente
Dare al bambino fin da piccolo tutto ciò che desidera, così crescerà convinto che il mondo gli sia debitore di tutto il necessario per vivere.
Sorridere divertiti quando ripete le parolacce imparate. Così si convincerà di essere molto spiritoso e aumenterà la dose.
Non dargli nessuna educazione spirituale e religiosa, almeno finché non sia grande e possa quindi scegliere e decidere da sé; con la stessa logica, non si dovrebbe insegnargli l'italiano: da grande preferirà parlare bantù.
Lodarlo in presenza di amici e conoscenti, così si convincerà di essere il più intelligente dei suoi coetanei.
Evitare l'uso del termine "male": potrebbe sviluppare nel bambino un "complesso di colpa", così da grande, quando sarà giustamente punito per le sue colpe, crederà che la società è contro di lui e che lo perseguita.
Raccogliere tutto ciò che lascia in disordine: scarpe, libri, vestiti. Fare così per ogni cosa, in modo da abituarlo a scaricare sugli altri tutti i propri pesi.
Lasciargli leggere, vedere, pensare tutto ciò che desidera, dargli tazze dorate, senza preoccuparsi di che cosa ci sia dentro da bere.
Litigare spesso in sua presenza, così lo farà anch'egli nella sua futura famiglia.
Dargli tutto il denaro che desidera
Soddisfare sempre ogni suo capriccio, in fatto di cibi, bevande, divertimenti.
Difenderlo sempre, di fronte a maestri, vicini, poliziotti, dicendo che tutti hanno dei pregiudizi contro di lui.
Quando poi da grande il bambino si comporterà male veramente, vi difenderete dicendo: "Con lui non siamo mai riusciti a ottenere nulla".
Il messaggio è quello di aiutare i propri figli a cercare un equilibrio, cercando di non essere né troppo autoritari né troppo permissivi.
Colonna sonora
La colonna sonora è un riflesso della trama: ora è vivace, allegra, spensierata proprio come i protagonisti, ora invece è leggermente malinconica o tesa, piena di tensione, ansia e angoscia che si riflettono nei momenti più spaventosi, movimentati e caotici della vicenda. Quindi, è decisamente variegata, completa ed esaustiva, visto che riesce ad alternare momenti di gioia, ilarità e giocosità a momenti di paura, ansia, angoscia e tristezza.
Giudizio finale
Un'opera complessa, vasta e imponente, che ci impone di guardare dentro di noi e capire qual è il nostro posto nel mondo e che cosa dobbiamo e/o vogliamo diventare insieme al prezzo da pagare in virtù di ciò.
Voto: 10
Introduzione e trama
Un capolavoro eterno e imperituro, scritto nel libro dell'eternità e del fato. Un viaggio dentro di noi e fuori di noi in quella dimensione senza confini e/o limiti che ci porta alla scoperta di noi stessi e del nostro posto nel mondo. Signore e signori, allacciate le cinture di sicurezza e tenetevi pronti a decollare, si parte alla scoperta di un mondo unico e sensazionale, strepitoso, meraviglioso, l'isola che non c'è, altrimenti nota come mondo dei sogni e/o mondo tra i mondi, un crocevia che collega tutti i mondi e/o gli universi possibili. La nostra storia comincia a casa Darling, dove la madre Mary e il padre Agenore sono intenti ad uscire di casa per recarsi a una festa privata. Ma fanno fatica a prepararsi, poiché provano a tenere a bada i figlioli ma senza tanto successo; al che Agenore sbotta male e stabilisce che d'ora in poi Wendy dorma in una camera separata da quella dei suoi fratellini, in modo da impedirle di inculcare loro strane idee in testa su Peter Pan. Questa decisione lascia un certo amaro in bocca nei nostri ragazzi. Ma non tutto è perduto: la notte stessa, una figura strana entra nella loro stanza: è Peter Pan e fa in modo di convincerli a seguirlo, per condurli sull'Isola che non c'è e far scoprire loro tutte le meraviglie che essa nasconde. Ma attenzione, perché dove ci sta la meraviglia ci sta anche il pericolo. Quindi, i nostri tre fratelli devono fare attenzione a chi si trovano di fronte e a fare in modo di comprendere che bisogna sempre mostrare prudenza verso sé stessi e non dare troppa confidenza. Per primo fanno un incontro con i bimbi sperduti, i quali non sembrano molto intenzionati a cooperare, al che Peter Pan li redarguisce e fa capire loro che devono darsi una bella calmata. Poi è la volta della baia delle sirene, le quali salutano Peter, ma maltrattano Wendy. Infine, i nostri due fratelli si uniscono ai bimbi sperduti per fare un gioco con gli indiani. Ma questa volta vengono catturati e Toro in piedi minaccia di farli uccidere, se sua figlia Giglio Tigrato non tornerà al campo per la notte. Ma dove sarà Giglio Tigrato? Peter e Wendy, che nel frattempo hanno visitato quasi tutti i posti più strani dell'isola, scoprono che la ragazza è finita in mano ai pirati di Capitan Uncino; questi minaccia di farla affogare, se non gli dirà l'ubicazione del nascondiglio dei bimbi sperduti. Peter escogita uno stratagemma per liberare la ragazza e si prende gioco delle paure e delle fobie di Uncino e di Spugna. Ma il Capitano non ci casca e riesce quasi a mettere Peter alle strette. Solo la sua scaltrezza e la sua astuzia lo salvano e gli permettono di salvare a sua volta Giglio Tigrato, aiutato come sempre da Trilli. Sembrerebbe andare tutto per il meglio, ma Trilli serba molta gelosia e rancore per il fatto che Peter mostri più attenzioni a lei, Giglio Tigrato, e anche alle sirene (un Don Giovanni), e decide di provare a sbarazzarsi di lei, stringendo un'alleanza con il Capitano. Questi intuisce il rancore della fatina e lo sfrutta a suo vantaggio, fingendo di giurare di non torcere un capello a Peter e facendosi dare l'ubicazione del nascondiglio, per fare uscire i bimbi sperduti e catturarli, per poi eliminare Peter con un ordigno molto speciale. I bambini vengono catturati, portati sulla nave e obbligati ad arruolarsi o a finire in pasto agli squali. Trilli viene catturata a sua volta e capisce il suo errore di giudizio, dettato dalla sua gelosia, e fugge per salvare Peter, il quale apre il pacco e rischia di fare una brutta fine. Per fortuna sopravvive, e ingaggia una dura battaglia contro il Capitano e la sua ciurma. Questa volta però il Capitano fa leva sul suo senso di onore, per fare in modo di imbrogliarlo e metterlo alle strette. Ma Peter dimostra ancora una volta di essere scaltro e furbo, e lo sconfigge umiliandolo e facendolo precipitare nella pancia di Tic Toc. A questo punto il nostro amico requisisce la nave pirata e riconduce a casa i tre fratelli Darling. Nel frattempo, tornano anche i loro genitori, e il padre chiede perdono per il suo atteggiamento brusco; ma i figli gli fanno vedere una cosa e il padre si ravvede, poiché ha una sorta di ricordo di quando era bambino. E finisce qui.
Grafica
La grafica Disney è sempre meravigliosa e stupenda, ma qui raggiunge uno dei suoi tanti apici, perché gli effetti speciali sono a dir poco meravigliosi e fantastici. I disegni sono spontanei, fluidi, dinamici, ed esprimono tutto il pathos delle scene della vicenda. I colori sono distribuiti in modo reale, ma con quel giusto pizzico di stravaganza che enfatizza e rimarca il senso di meraviglia dell'ambientazione dell'isola che non c'è.
Personaggi, loro funzioni, collegamenti e riferimenti ad altre opere
I personaggi sono un tutt'uno con l'ambientazione e riescono a trasmettere un ventaglio di emozioni e di sentimenti intensi, vibranti, che vengono sublimati nelle scene più movimentate. Essi svolgono ciascuno un ruolo cruciale e fondamentale nella vicenda posta in essere. Abbiamo Wendy, la sorella maggiore che funge un po' da seconda madre per Gianni e Michele, i quali invece possono essere considerati gli eredi principali di Peter Pan, vista la loro inclinazione a combinare baccano. Abbiamo poi Mary, la madre comprensiva, semplice, ma anche fantasiosa e protettiva. Invece Agenore rappresenta il padre leggermente più severo e intransigente, il quale cerca di ripristinare la disciplina e l'ordine in casa, e si aspetta che Wendy impari a responsabilizzarsi e togliersi certe idee dalla testa, per evitare di avere una cattiva influenza sui suoi fratelli. Successivamente entra in scena il grande protagonista Peter Pan, il puer aeternus per eccellenza, discendente di quel puer aeternus pubblicato da Publio Ovidio Nasone. Egli rappresenta il desiderio, il piacere, la gioia di vivere, l'euforia e la frenesia dionisiaca decantata dall'autore latino in antitesi al dio Crono, divinità del tempo, dell'austerità, dell'ordine, della disciplina, della compostezza, dell'avvedutezza, dell'assennatezza, del controllo, della severità, della responsabilità e della razionalità, in sostanza l'uomo maturo, serio, esperto, cosciente e consapevole delle conseguenze dei propri pensieri, scelte, decisioni, parole e azioni, che sa vedere in anticipo gli sviluppi e che quindi impara a dominare ogni aspetto della sua vita, il quale è appunto incarnato da Agenore, che ne rappresenta l'indole buona. Al contrario, Uncino ne rappresenta la degenerazione monolitica, estrema, autoritaria, intimidatoria, dispotica e disumana, falsa, bugiarda, ingannatrice, subdola e meschina, la quale desidera vendetta e prova invidia per Peter Pan, motivo per cui vorrebbe distruggerlo, per cancellare, distruggere e annientare ogni sorta di fantasia, immaginazione, desiderio, sogno, illusione, speranza, e quindi ottenere l'egemonia assoluta ed eterna sui bambini sperduti, e anche su quelli del mondo reale. In un certo senso può essere accostato al Nulla de "La storia infinita" di Michael Ende, il quale inghiotte tutto e ogni cosa, perché Fantasia muore, perché la gente smette di credere, e così in un certo senso l'isola che non c'è scompare dalla coscienza e consapevolezza di tutti quelli che smettono di credere in essa. Trilli rappresenta la chiave d'accesso a quel mondo fantastico, e insieme ai bimbi sperduti rappresenta la personificazione di quelle speranze, illusioni, sogni, desideri che proietta sui figli. Tuttavia, lei rappresenta anche il risentimento di una ragazza e poi anche di una madre e/o moglie quando il suo amore non viene corrisposto, e decide di eliminare la rivale o le rivali o di umiliare l'uomo o il figlio in questione, per farlo pentire e/o punirlo per i suoi desideri deviati, malsani e poco ortodossi, incarnati in questo caso da Wendy, Giglio Tigrato e le sirene. Non vorrei sembrare malizioso, ma in questo caso mi sento obbligato ad esserlo, ma forse Peter Pan vede in Wendy, Giglio Tigrato, le sirene il rimpiazzo di Trilli, la quale invece si è presa cura di lui, come una madre si prende cura di suo figlio. Quindi subentra la famosa sindrome di Peter Pan, la quale prende appunto il nome dal protagonista e che rappresenta il cuore della vicenda stessa, alla quale mi sento in obbligo di collegare altri disturbi e complessi, come ad esempio quello di Wendy, sempre preso dal nome della protagonista e affine al complesso di Edipo, alla sindrome di Münchhausen per procura, il complesso di Medea, quello di Elettra. Questo soprattutto perché anche una donna cerca al suo tempo le famose "m" legate all'amore, mistero, meraviglia e magia, ma anche maturità, mediazione, moderazione, mansuetudine, meticolosità, e quando non le percepisce più, la sua vita si fa annoiata e tediosa, fino al punto di proiettare le sue frustrazioni, ansie, angosce e paure sui suoi figli e/o sul coniuge, o viceversa l'uomo non sente più il senso del calore materno, della protezione, della fiducia, ma solo questi sentimenti oscuri, e scappa o diventa aggressivo ed estremo così come la donna. In un certo senso, collegherei "Peter Pan" ad "Alice nel Paese delle meraviglie" del contemporaneo e connazionale di Barrie, Lewis Caroll, e tanti altri della produzione letteraria in lingua inglese e/o altre lingue. Ecco alcuni esempi.
Nel suo saggio intitolato "Risposta a Giobbe", contenuto in "Psicologia e religione", Jung si riferisce al puer aeternus come a una delle figure che meglio rappresentano il futuro sviluppo psicologico degli esseri umani:
«L'uomo superiore, completo-teleios, è generato dal 'padre sconosciuto' e dalla Sapienza, ed è lui che, nella figura del puer aeternus, rappresenta la nostra totalità. Era in questo ragazzo che Faust doveva cambiare e trasformarsi, abbandonando la sua unilateralità gonfiata che vedeva il diavolo solo al di fuori di sé. Cristo, con la sua affermazione "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli", prefigura questo cambiamento, perché in loro (i bambini) gli opposti si trovano vicini; ma ciò che qui s'intende è il ragazzo che nasce dalla maturità di un uomo adulto, non il bambino incosciente che vorremmo rimanere.»
"Now or Neverland" è un testo del 1998 scritto dall'analista junghiana Ann Yeoman; esso affronta il puer aeternus in forma di Peter Pan, uno degli esempi più noti del concetto in epoca moderna. Il libro è una versione psicologica dell'archetipo dell'eterno ragazzo, dalle sue radici più antiche all'esperienza contemporanea, tra cui un'interpretazione dettagliata sia dell'opera teatrale che del successivo romanzo "Peter e Wendy" di James Barrie:
«Mitologicamente, Peter Pan è legato al giovane dio che muore e rinasce, così come a Mercurio-Ermes, il dio psicopompo e messaggero degli dei, che si muove liberamente tra i regni divini e umani e, naturalmente, al grande dio-caprone Pan. Nelle prime versioni dell'opera teatrale di Barrie, Peter appare sul palco con due flauti e una capretta al seguito. Tali riferimenti alla sua identità ctonia erano troppo lontani dall'idea infantile che l'autore ne voleva dare, tanto da toglierli nelle successive rappresentazioni e nel romanzo.
Dunque, Peter Pan rappresenta una sorta di interfaccia per un'analisi e sintesi interiori delle nostre speranze, paure, sogni, desideri, incertezze, dubbi, che si tratti di essere un ragazzo, ragazza, uomo, donna, anziano e/o anziana. Dal punto di vista letterario lo collegherei a una massima di Friedrich Schiller: "L'uomo non smette di giocare quando invecchia, invecchia quando smette di giocare".
Un'altra opera alla quale collegherei Peter Pan è sicuramente "Pinocchio", non solo per la presenza dell'elemento/archetipo della Fata Madrina/Turchina, la quale, proprio come Trilli, svolge la funzione di protettrice, ma anche per il concetto di maturazione, crescita interiore, acquisizione di coscienza, consapevolezza, giudizio, quindi il passaggio dal senso di mistero, magia e meraviglia a quello di maturità, moderazione, responsabilità, iniziativa, decisione e via discorrendo. Altri collegamenti sono riscontrabili con le fiabe di "Cenerentola", "La bella addormentata", sempre per via della presenza dell'elemento della Fata Madrina che guida il/la protagonista lungo il suo cammino, ma che molto spesso questa/i deve percorrere per conto proprio o essere eventualmente aiutato/a nel momento del bisogno.
Un ultimo racconto che mi torna in mente è invece "La fabbrica di cioccolato", dove l'autore Roald Dahl illustra in un certo senso le conseguenze negative legate al fatto di essere troppo permissivi con i figli e di non responsabilizzarli su nessun aspetto della loro vita e non farli riflettere sulle conseguenze delle loro scelte, decisioni, pensieri, parole e azioni.
A tal proposito mi vengono in mente delle regole che ho trovato di recente.
Regole d'oro per allevare un delinquente
Dare al bambino fin da piccolo tutto ciò che desidera, così crescerà convinto che il mondo gli sia debitore di tutto il necessario per vivere.
Sorridere divertiti quando ripete le parolacce imparate. Così si convincerà di essere molto spiritoso e aumenterà la dose.
Non dargli nessuna educazione spirituale e religiosa, almeno finché non sia grande e possa quindi scegliere e decidere da sé; con la stessa logica, non si dovrebbe insegnargli l'italiano: da grande preferirà parlare bantù.
Lodarlo in presenza di amici e conoscenti, così si convincerà di essere il più intelligente dei suoi coetanei.
Evitare l'uso del termine "male": potrebbe sviluppare nel bambino un "complesso di colpa", così da grande, quando sarà giustamente punito per le sue colpe, crederà che la società è contro di lui e che lo perseguita.
Raccogliere tutto ciò che lascia in disordine: scarpe, libri, vestiti. Fare così per ogni cosa, in modo da abituarlo a scaricare sugli altri tutti i propri pesi.
Lasciargli leggere, vedere, pensare tutto ciò che desidera, dargli tazze dorate, senza preoccuparsi di che cosa ci sia dentro da bere.
Litigare spesso in sua presenza, così lo farà anch'egli nella sua futura famiglia.
Dargli tutto il denaro che desidera
Soddisfare sempre ogni suo capriccio, in fatto di cibi, bevande, divertimenti.
Difenderlo sempre, di fronte a maestri, vicini, poliziotti, dicendo che tutti hanno dei pregiudizi contro di lui.
Quando poi da grande il bambino si comporterà male veramente, vi difenderete dicendo: "Con lui non siamo mai riusciti a ottenere nulla".
Il messaggio è quello di aiutare i propri figli a cercare un equilibrio, cercando di non essere né troppo autoritari né troppo permissivi.
Colonna sonora
La colonna sonora è un riflesso della trama: ora è vivace, allegra, spensierata proprio come i protagonisti, ora invece è leggermente malinconica o tesa, piena di tensione, ansia e angoscia che si riflettono nei momenti più spaventosi, movimentati e caotici della vicenda. Quindi, è decisamente variegata, completa ed esaustiva, visto che riesce ad alternare momenti di gioia, ilarità e giocosità a momenti di paura, ansia, angoscia e tristezza.
Giudizio finale
Un'opera complessa, vasta e imponente, che ci impone di guardare dentro di noi e capire qual è il nostro posto nel mondo e che cosa dobbiamo e/o vogliamo diventare insieme al prezzo da pagare in virtù di ciò.
Voto: 10
Siamo nell'era della Silver Age e la Walt Disney sforna il suo quattordicesimo classico, "Le avventure di Peter Pan", basandosi appunto sulla famosa opera di J.M. Barrie: "Peter e Wendy" o "Peter Pan, il bambino che non voleva crescere". Il progetto era stato pensato inizialmente nel 1938, ma a causa della Seconda Guerra Mondiale venne accantonato e ripreso più in là nel 1953, e si tratterà così poi dell'ultimo film Disney a cui hanno lavorato i "Nine Old Men" e anche l'ultimo ad essere distribuito dalla RKO Radio Pictures prima che Walt Disney fondasse la propria compagnia di distribuzione Buena Vista Distribution.
La trama, presa ovviamente dal libro di Barrie, narra della famiglia Darling e di come Wendy e i suoi fratellini John e Michael, da noi chiamati Gianni e Michele, sono sempre stati affascinati dalle fiabe e i racconti su Peter Pan, e sono convinti che egli sia davvero reale. Ma il loro padre non ne può più di queste "falsità" e vorrebbe che Wendy cominciasse a crescere seriamente. Quella stessa notte, tuttavia, mente i genitori son via per una festa, i tre fratelli ricevono l'inaspettata visita di Peter Pan in persona, tornato per riprendersi la sua ombra, lasciata in una delle sue precedenti visite alla loro abitazione, poiché era rimasto affascinato da come i Darling credevano in lui. Peter, assieme alla fatina Trilli, non tollerando che Wendy e suoi fratelli dovranno diventare grandi, insegna loro a volare grazie alla polvere di fata e ai pensieri felici, e li porta all'isola che non c'è, dove non dovranno mai crescere, poiché lì il tempo non esiste, e vivranno molte avventure tra bambini sperduti, indiani, sirene, scontri con Capitan Uncino e la sua ciurma di pirati.
Ovviamente, rispetto al libro di Barrie i personaggi hanno subito qualche modifica, in modo da rendere un po' più leggeri i toni. Ad esempio, Peter Pan qui non si comporta da bambino egoista e a tratti maschilista, atteggiamenti che lo facevano sembrare una sorta di antieroe in tutti i sensi, ma più come una figura eroica, pronto ad aiutare chi ha bisogno, ma comunque con un atteggiamento più infantile e innocente. Capitan Uncino, da pirata raffinato, dal sangue freddo e dal timore dello scorrere del tempo, si trasforma in un divertente villan vittima della sfortuna e di situazioni comiche causate dal nostromo Spugna, reso ancor più comico del suo capitano, o dal famelico coccodrillo che gli divorò la mano. Questa poi era anche una novità, poiché era la prima volta che il villan mostrava dei lati comici, a differenza dei precedenti, che erano sinistri individui dallo sguardo arcigno. Tuttavia, anche se comico il personaggio di Uncino non rinuncia a mostrare la sua indole spietata e minacciosa, e a mantenere alcune caratteristiche del personaggio originale, come il forte rancore verso Peter Pan, la sua grande paura per il coccodrillo, che è sempre il simbolo di avere i giorni contati, e la sua galanteria verso Trilli e Wendy, anche se questa è più mostrata come mossa manipolativa. Trilli mantiene la sua forte gelosia verso Wendy, ma, rispetto al libro, dove era persino più meschina, anche questa è resa un po' più leggera, e nonostante abbiano mantenuto il tentato omicidio di Wendy da parte di Trilli, non è però a livelli drammatici, così come altre scene simili sono state cambiate o modificate, come il tentato avvelenamento di Peter da parte di Uncino o altre scene, che portavano la morte di certi personaggi, sono state rese più buffe e non macabre. Anche i bambini sperduti son stati modificati, anche se però sembra che abbiano lo stesso carattere, e vi è poca varietà tra di loro, quando nel romanzo ogni bambino sperduto aveva una propria personalità. Wendy e i suoi fratellini sono forse gli unici che mantengono i loro ruoli originali, infatti ci mostra come Wendy sia davvero materna sia con Peter che con i fratelli, di come ella all'inizio non vorrebbe crescere, ma che alla fine è comunque una cosa inevitabile, tuttavia non rinuncerà mai a sognare né a credere a Peter Pan, indipendentemente dall'età che si avrà. Le note più dolenti sono la scarsa presenza delle sirene, che durano circa soltanto un quarto d'ora, o anche meno, per poi non comparire più, mostrandosi uno spiacevole spreco, e la gestione dei nativi in maniera troppo stereotipata e in certi sensi anche errata, caratteristica che ha causato una serie di polemiche e controversie. Alcuni esempi possono essere che nel film vengono visti dai bambini sperduti come selvaggi da cacciare, anche se per loro era più come gioco che facevano con loro da tempo, o l'errata spiegazione del significato di "pellerossa". Anche se ai tempi del libro di Barrie queste rappresentazioni eccessive erano comuni, quando uscì il film le cose erano un po' cambiate, e rappresentazioni simili sono troppo offensive e non necessarie.
Nonostante queste "macchie" siamo di fronte a una storia senza tempo, anche se alleggerita rispetto al libro originale di Barrie, e forse i più puristi potrebbero non essere d'accordo, un'opera che è in grado in un modo o nell'altro di farci sognare e ritrovare la fanciullezza dentro di noi, anche se non siamo più giovanissimi, e vivere avventure assieme a personaggi indimenticabili e con un proprio significato.
La trama, presa ovviamente dal libro di Barrie, narra della famiglia Darling e di come Wendy e i suoi fratellini John e Michael, da noi chiamati Gianni e Michele, sono sempre stati affascinati dalle fiabe e i racconti su Peter Pan, e sono convinti che egli sia davvero reale. Ma il loro padre non ne può più di queste "falsità" e vorrebbe che Wendy cominciasse a crescere seriamente. Quella stessa notte, tuttavia, mente i genitori son via per una festa, i tre fratelli ricevono l'inaspettata visita di Peter Pan in persona, tornato per riprendersi la sua ombra, lasciata in una delle sue precedenti visite alla loro abitazione, poiché era rimasto affascinato da come i Darling credevano in lui. Peter, assieme alla fatina Trilli, non tollerando che Wendy e suoi fratelli dovranno diventare grandi, insegna loro a volare grazie alla polvere di fata e ai pensieri felici, e li porta all'isola che non c'è, dove non dovranno mai crescere, poiché lì il tempo non esiste, e vivranno molte avventure tra bambini sperduti, indiani, sirene, scontri con Capitan Uncino e la sua ciurma di pirati.
Ovviamente, rispetto al libro di Barrie i personaggi hanno subito qualche modifica, in modo da rendere un po' più leggeri i toni. Ad esempio, Peter Pan qui non si comporta da bambino egoista e a tratti maschilista, atteggiamenti che lo facevano sembrare una sorta di antieroe in tutti i sensi, ma più come una figura eroica, pronto ad aiutare chi ha bisogno, ma comunque con un atteggiamento più infantile e innocente. Capitan Uncino, da pirata raffinato, dal sangue freddo e dal timore dello scorrere del tempo, si trasforma in un divertente villan vittima della sfortuna e di situazioni comiche causate dal nostromo Spugna, reso ancor più comico del suo capitano, o dal famelico coccodrillo che gli divorò la mano. Questa poi era anche una novità, poiché era la prima volta che il villan mostrava dei lati comici, a differenza dei precedenti, che erano sinistri individui dallo sguardo arcigno. Tuttavia, anche se comico il personaggio di Uncino non rinuncia a mostrare la sua indole spietata e minacciosa, e a mantenere alcune caratteristiche del personaggio originale, come il forte rancore verso Peter Pan, la sua grande paura per il coccodrillo, che è sempre il simbolo di avere i giorni contati, e la sua galanteria verso Trilli e Wendy, anche se questa è più mostrata come mossa manipolativa. Trilli mantiene la sua forte gelosia verso Wendy, ma, rispetto al libro, dove era persino più meschina, anche questa è resa un po' più leggera, e nonostante abbiano mantenuto il tentato omicidio di Wendy da parte di Trilli, non è però a livelli drammatici, così come altre scene simili sono state cambiate o modificate, come il tentato avvelenamento di Peter da parte di Uncino o altre scene, che portavano la morte di certi personaggi, sono state rese più buffe e non macabre. Anche i bambini sperduti son stati modificati, anche se però sembra che abbiano lo stesso carattere, e vi è poca varietà tra di loro, quando nel romanzo ogni bambino sperduto aveva una propria personalità. Wendy e i suoi fratellini sono forse gli unici che mantengono i loro ruoli originali, infatti ci mostra come Wendy sia davvero materna sia con Peter che con i fratelli, di come ella all'inizio non vorrebbe crescere, ma che alla fine è comunque una cosa inevitabile, tuttavia non rinuncerà mai a sognare né a credere a Peter Pan, indipendentemente dall'età che si avrà. Le note più dolenti sono la scarsa presenza delle sirene, che durano circa soltanto un quarto d'ora, o anche meno, per poi non comparire più, mostrandosi uno spiacevole spreco, e la gestione dei nativi in maniera troppo stereotipata e in certi sensi anche errata, caratteristica che ha causato una serie di polemiche e controversie. Alcuni esempi possono essere che nel film vengono visti dai bambini sperduti come selvaggi da cacciare, anche se per loro era più come gioco che facevano con loro da tempo, o l'errata spiegazione del significato di "pellerossa". Anche se ai tempi del libro di Barrie queste rappresentazioni eccessive erano comuni, quando uscì il film le cose erano un po' cambiate, e rappresentazioni simili sono troppo offensive e non necessarie.
Nonostante queste "macchie" siamo di fronte a una storia senza tempo, anche se alleggerita rispetto al libro originale di Barrie, e forse i più puristi potrebbero non essere d'accordo, un'opera che è in grado in un modo o nell'altro di farci sognare e ritrovare la fanciullezza dentro di noi, anche se non siamo più giovanissimi, e vivere avventure assieme a personaggi indimenticabili e con un proprio significato.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"Tutto questo è accaduto prima e tutto accadrà di nuovo".
Con queste parole, prende il via il quattordicesimo classico Disney, storia molto amata da Walt Disney in persona, grande successo al botteghino e film d'animazione tuttora molto amato.
Nel quartiere di Bloomsbury della Londra edoardiana, più precisamente nella casa dove vivono i coniugi Darling e i loro tre figli, Peter Pan è una sorta di eroe. La madre lo vede come una sorta di spirito della giovinezza e i giovani Gianni e Michele, elettrizzati dalle storie che la sorella maggiore Wendy racconta su di lui, passano le giornate a mimarne le gesta. Solo Agenore, il severo ma giudizioso padre di famiglia, è stanco di queste sceneggiate quotidiane e una sera di particolare agitazione tra i ragazzi perde le staffe e si arrabbia con Wendy, dicendole che è ora di crescere e che dal giorno successivo avrebbe dormito in una stanza per conto suo e non più coi fratelli. Quella sera i coniugi escono e a far visita ai bambini sarà Peter Pan in carne ed ossa che, accompagnato dalla maliziosa fatina Trilli innamorata di lui, e sconvolto dal fatto che Wendy sia costretta a diventare grande, decide di ricoprirli con la polvere di fata e portarli con lui, in volo, sull'Isola che non C'è, un luogo oltremodo misterioso, dove il tempo per loro non sarebbe mai cambiato.
Per Gianni e Michele, che avevano sempre sognato l'Isola e i combattimenti contro indiani e pirati, tutto appare come un gran divertimento, mentre Wendy, continuamente tartassata dalle sirene e da Trilli, gelose del suo rapporto d'amicizia con Peter, inizia presto a domandarsi se quel posto sia veramente fantastico come credeva. I veri guai per i ragazzi iniziano però quando devono scontrarsi con la nemesi di Peter Pan, il malvagio Capitan Uncino. L'uomo nutre un odio viscerale per il ragazzo, colpevole di avergli tagliato una mano durante un combattimento e di averla gettata a un coccodrillo che lo segue in modo ossessivo, sperando di poterlo mangiare interamente, e dal quale il pirata è a dir poco terrorizzato.
Il punto di svolta nella storia, però, si ha durante una discussione tra Peter e Wendy. Lei vorrebbe tornare a casa con i fratelli e con i Bambini Sperduti, giovani fanciulli che indossano pigiama a forma di animali, che hanno perso ogni ricordo di cosa fosse una mamma e che si trovano lì perché non volevano crescere, come Peter, e ai quali Wendy faceva amorevolmente da mamma. Peter si rifiuta di crescere, per questo non vuole lasciare l'Isola che non C'è, mentre Wendy inizia pian piano a prendere coscienza di quali siano i suoi compiti, doveri e responsabilità, e capisce che il suo posto è a casa.
Dopo aver sventato l'ultimo piano di Capitan Uncino, Peter si rassegna, accetta il punto di vista di Wendy e, aiutato da Trilli, solleva in volo il veliero di Uncino e riporta a casa i tre ragazzi (i Bambini Sperduti, invece, che non sono ancora pronti per crescere, tornano nel luogo fatato con Peter e Trilli). I coniugi, che tornano poco dopo, si spaventano nel vedere Wendy addormentata accanto alla finestra spalancata e, quando la ragazza prova a raccontarle la meravigliosa avventura da lei vissuta, si dimostrano scettici e preoccupati, ma anche loro, alzando il gli occhi al cielo, vedono nelle nuvole la sagoma del veliero e, come per magia, ricordano di averlo visto anche loro, da bambini, facendo quindi intendere una loro tappa all'Isola che non C'è, che appare sinonimo di purezza, innocenza e giovinezza. Più semplicemente, l'infanzia che tutti noi abbiamo vissuto.
Se penso ora a "Peter Pan", tante cose mi vengono in mente.
Innanzitutto, tra tutti lungometraggi Disney visti finora, è quello che mi è sembrato più cupo, in quanto non mancano vari tentativi di omicidio vero e proprio. Le sirene tentano di far affogare Wendy, Capitan Uncino si prepara a condannare a morte Giglio Tigrato qualora la ragazza non voglia indicargli l'ubicazione del nascondigli di Peter, Trilli tenta di convincere i Bambini Sperduti a uccidere Wendy con l'inganno, Uncino tenta di condannare a morte Peter facendogli recapitare un pacco regalo contenente una bomba esplosiva e uccide, sparandogli, un pirata della sua ciurma che cantando lo infastidisce.
I personaggi sono molto delicati e presentano un quadro psicologico alquanto complesso, a differenza dei classici precedenti. Parole e temi come mamma, eternità, infanzia, crescita, solitudine, immobilità... assumono una nuova importanza, uno spessore che non può essere trascurato, sebben avvolto da un mondo fiabesco e a tratti onirico.
Chi sia Peter e da dove venga, quale destino attenda i Bambini Sperduti, perché si trovano lì e da quanto tempo, non ci è dato saperlo.
Bella, comunque, la relazione tra i fratelli Darling. Wendy, sognatrice e carica di positività, si occupa molto dei fratelli, i quali ricambiano profondamente questo affetto e la rispettano molto. Simpatici e teneri i tratti che li caratterizzano, con Gianni che si atteggia ad aristocratico indossando il tipico cappello dell'epoca e portando con sé un ombrello a mo' di passeggio, e Michele che, nonostante sia il più piccolo del gruppo, partecipa con entusiasmo ad ogni missione e abbraccia con curiosità il mondo che si muove attorno a lui.
Azzeccata anche la figura di Capitan Uncino. Uomo di fascino e senz'altro esperto uomo di mare, che unisce a una certa classe un'evidente dose di cattiveria. Purtroppo per lui la fortuna non è dalla sua parte e spesso finisce per farsi male anche solo a causa delle attenzioni che il nostromo Spugna gli presta.
Ben accolto dalla critica, all'infuori dei grandi fan dell'opera teatrale "Peter e Wendy" di J. M. Barrie al quale la storia disneyana è ispirata, che non vedono di buon occhio le modifiche apportate alla storia originale, "Peter Pan" resta uno dei titoli più noti e amati tra i classici Disney.
Io personalmente l'ho molto apprezzato, assieme all'indimenticabile colonna sonora, soprattutto per il messaggio contenuto nella scena finale.
Sono molto legata al tema dell'infanzia e della crescita, e credo che questo film sia in grado di rappresentare questi delicati concetti con maestria, regalandoci un finale davvero toccante e non banale, ricco di morale!
Consigliatissimo!
"Tutto questo è accaduto prima e tutto accadrà di nuovo".
Con queste parole, prende il via il quattordicesimo classico Disney, storia molto amata da Walt Disney in persona, grande successo al botteghino e film d'animazione tuttora molto amato.
Nel quartiere di Bloomsbury della Londra edoardiana, più precisamente nella casa dove vivono i coniugi Darling e i loro tre figli, Peter Pan è una sorta di eroe. La madre lo vede come una sorta di spirito della giovinezza e i giovani Gianni e Michele, elettrizzati dalle storie che la sorella maggiore Wendy racconta su di lui, passano le giornate a mimarne le gesta. Solo Agenore, il severo ma giudizioso padre di famiglia, è stanco di queste sceneggiate quotidiane e una sera di particolare agitazione tra i ragazzi perde le staffe e si arrabbia con Wendy, dicendole che è ora di crescere e che dal giorno successivo avrebbe dormito in una stanza per conto suo e non più coi fratelli. Quella sera i coniugi escono e a far visita ai bambini sarà Peter Pan in carne ed ossa che, accompagnato dalla maliziosa fatina Trilli innamorata di lui, e sconvolto dal fatto che Wendy sia costretta a diventare grande, decide di ricoprirli con la polvere di fata e portarli con lui, in volo, sull'Isola che non C'è, un luogo oltremodo misterioso, dove il tempo per loro non sarebbe mai cambiato.
Per Gianni e Michele, che avevano sempre sognato l'Isola e i combattimenti contro indiani e pirati, tutto appare come un gran divertimento, mentre Wendy, continuamente tartassata dalle sirene e da Trilli, gelose del suo rapporto d'amicizia con Peter, inizia presto a domandarsi se quel posto sia veramente fantastico come credeva. I veri guai per i ragazzi iniziano però quando devono scontrarsi con la nemesi di Peter Pan, il malvagio Capitan Uncino. L'uomo nutre un odio viscerale per il ragazzo, colpevole di avergli tagliato una mano durante un combattimento e di averla gettata a un coccodrillo che lo segue in modo ossessivo, sperando di poterlo mangiare interamente, e dal quale il pirata è a dir poco terrorizzato.
Il punto di svolta nella storia, però, si ha durante una discussione tra Peter e Wendy. Lei vorrebbe tornare a casa con i fratelli e con i Bambini Sperduti, giovani fanciulli che indossano pigiama a forma di animali, che hanno perso ogni ricordo di cosa fosse una mamma e che si trovano lì perché non volevano crescere, come Peter, e ai quali Wendy faceva amorevolmente da mamma. Peter si rifiuta di crescere, per questo non vuole lasciare l'Isola che non C'è, mentre Wendy inizia pian piano a prendere coscienza di quali siano i suoi compiti, doveri e responsabilità, e capisce che il suo posto è a casa.
Dopo aver sventato l'ultimo piano di Capitan Uncino, Peter si rassegna, accetta il punto di vista di Wendy e, aiutato da Trilli, solleva in volo il veliero di Uncino e riporta a casa i tre ragazzi (i Bambini Sperduti, invece, che non sono ancora pronti per crescere, tornano nel luogo fatato con Peter e Trilli). I coniugi, che tornano poco dopo, si spaventano nel vedere Wendy addormentata accanto alla finestra spalancata e, quando la ragazza prova a raccontarle la meravigliosa avventura da lei vissuta, si dimostrano scettici e preoccupati, ma anche loro, alzando il gli occhi al cielo, vedono nelle nuvole la sagoma del veliero e, come per magia, ricordano di averlo visto anche loro, da bambini, facendo quindi intendere una loro tappa all'Isola che non C'è, che appare sinonimo di purezza, innocenza e giovinezza. Più semplicemente, l'infanzia che tutti noi abbiamo vissuto.
Se penso ora a "Peter Pan", tante cose mi vengono in mente.
Innanzitutto, tra tutti lungometraggi Disney visti finora, è quello che mi è sembrato più cupo, in quanto non mancano vari tentativi di omicidio vero e proprio. Le sirene tentano di far affogare Wendy, Capitan Uncino si prepara a condannare a morte Giglio Tigrato qualora la ragazza non voglia indicargli l'ubicazione del nascondigli di Peter, Trilli tenta di convincere i Bambini Sperduti a uccidere Wendy con l'inganno, Uncino tenta di condannare a morte Peter facendogli recapitare un pacco regalo contenente una bomba esplosiva e uccide, sparandogli, un pirata della sua ciurma che cantando lo infastidisce.
I personaggi sono molto delicati e presentano un quadro psicologico alquanto complesso, a differenza dei classici precedenti. Parole e temi come mamma, eternità, infanzia, crescita, solitudine, immobilità... assumono una nuova importanza, uno spessore che non può essere trascurato, sebben avvolto da un mondo fiabesco e a tratti onirico.
Chi sia Peter e da dove venga, quale destino attenda i Bambini Sperduti, perché si trovano lì e da quanto tempo, non ci è dato saperlo.
Bella, comunque, la relazione tra i fratelli Darling. Wendy, sognatrice e carica di positività, si occupa molto dei fratelli, i quali ricambiano profondamente questo affetto e la rispettano molto. Simpatici e teneri i tratti che li caratterizzano, con Gianni che si atteggia ad aristocratico indossando il tipico cappello dell'epoca e portando con sé un ombrello a mo' di passeggio, e Michele che, nonostante sia il più piccolo del gruppo, partecipa con entusiasmo ad ogni missione e abbraccia con curiosità il mondo che si muove attorno a lui.
Azzeccata anche la figura di Capitan Uncino. Uomo di fascino e senz'altro esperto uomo di mare, che unisce a una certa classe un'evidente dose di cattiveria. Purtroppo per lui la fortuna non è dalla sua parte e spesso finisce per farsi male anche solo a causa delle attenzioni che il nostromo Spugna gli presta.
Ben accolto dalla critica, all'infuori dei grandi fan dell'opera teatrale "Peter e Wendy" di J. M. Barrie al quale la storia disneyana è ispirata, che non vedono di buon occhio le modifiche apportate alla storia originale, "Peter Pan" resta uno dei titoli più noti e amati tra i classici Disney.
Io personalmente l'ho molto apprezzato, assieme all'indimenticabile colonna sonora, soprattutto per il messaggio contenuto nella scena finale.
Sono molto legata al tema dell'infanzia e della crescita, e credo che questo film sia in grado di rappresentare questi delicati concetti con maestria, regalandoci un finale davvero toccante e non banale, ricco di morale!
Consigliatissimo!