My dress-up darling – Bisque Doll
Sto cercando di ricordarmi quando i protagonisti dei manga (e particolarmente le eroine)hanno smesso di farsi i fatti loro per rivolgere i loro sguardi verso di noi.
Quando è stato il momento esatto in cui il parere del pubblico è diventato condizionante al punto di dover essere rappresentato visivamente sulle copertine.
Ho dovuto ammettere, non senza rammarico, che non lo so: forse il manga in cui è cominciata questa involuzione non è abbastanza famoso, oppure non è disponibile in italiano. Probabilmente Così Fan Tutte (1982/1987),sit com erotica con protagonista disinibita e punto di vista quasi esclusivamente maschile, c'entra in qualche modo...ma siamo ancora all'alba del modo di produrre ecchi come siamo abituati oggi, Così Fan Tutte conteneva ingenuità e imperfezioni che lo rendono simpatico e prezioso nonostante le tematiche spesso fastidiose.
Bisque Doll,non esplicitamente erotico, è stato fatto apposta perché possa piacere a tutti, maschi e femmine, in linea di massima qualunque sia il il paese in cui viene pubblicato.
Proprio il suo essere "per tutti "impedisce che diventi erotico, perché i protagonisti impersonano il lettore qualunque e, pur parlando di opere erotiche, non devono prenderne parte attiva ma al più sognarlo.
Bisque Doll mi piace.
E adoro Kitagawa.
È proprio questo che mi disturba.....il fatto che molti manga nascano secondo una formula standard, per cui tu provi e pensi determinate cose, anzi arrivi a cercare quelle opere atte a farti pensare le stesse cose, finché il fatto non ti sembra del tutto naturale.
Che Marin Kitagawa sia un' otaku, perciò l'unica persona in grado di capire le passioni di Gojo Wakana (ritenute dagli altri infantili e da effeminato)fa scoppiare la scintilla dell'amicizia.
Un'amicizia oscurata dall'amore ambiguo di Kitagawa per Shizuku, eroina di un franchising erotico dotata di un collare e di un reggiseno di quattro misure più corto.Gojo si accorge subito dell'incongruenza ed è il primo a domandarsi perché a una ragazza possa piacere un personaggio simile.
Tuttavia, Gojo è l'ultimo "discendente" di una sfilza di characters maschili (da Ataru Moroboshi a Godai,da Otomen al senpai di Nagatoro) notoriamente "sfigati" ed esclusi, che si considerano fortunati se una ragazza rivolge loro la parola.
Kitagawa è stata fatta apposta per Wakana.
E lo si è messo in una posizione per cui non può restare indifferente.
È ovvio che Bisque Doll abbia una sceneggiatura di riferimento, qualunque storia deve avere una base di partenza... che questo manga debba ricordarci continuamente che è opera di finzione, è già meno normale!
Finché non esisteva Internet si poteva ancora "navigare a vista" nella stesura delle sceneggiature, addirittura episodio per episodio ,con risultati che presentavano incongruenze ma anche lampi di genio.
Il mangaka aveva ancora margini di manovra.
Ho l'impressione che oggi le digressioni siano sempre meno possibili a causa della presenza del pubblico quasi "in tempo reale".
Marin Kitagawa non contesta i videogiochi erotici perché "troppo maschilisti" ,anzi vorrebbe assomigliare a Shizuku ,sorta di Gothic Lolita dentro una scuola immaginaria dove tutto si fa tranne studiare.
Il fatto che più della metà del merchandising anime sia composto da videogiochi ,tra i quali i più venduti sono quelli modello "schiava/padrone" ,implica la scelta del soggetto di Bisque Doll.
La studentessa più carina e più popolare della scuola non ama sperimentare ricette, non gioca a tennis ,non è appassionata di cinema, tanto meno la si vede iscriversi al club di lettura.
L'idea di partenza che Bisque Doll possa/debba piacere anche alle ragazze diventa sempre più debole e vaga.
Una storia (anche quella di un manga)non è fatta solo di azione ,occorre una parte narrativa/riflessiva ,tempi considerati morti dal mercato in cui il personaggio volta le spalle al lettore e ,a volte, non parla neppure.
Questo indipendentemente dal target.
Questi passaggi non sono monetizzabili ,ma sono ciò che avvicina i manga alla letteratura. Il fatto che se ne veda più raramente non significa che gli autori non siano più capaci ,ma che sia il mercato a decidere su una questione "artistica" è qualcosa che dovrebbe preoccuparci.
Quando è stato il momento esatto in cui il parere del pubblico è diventato condizionante al punto di dover essere rappresentato visivamente sulle copertine.
Ho dovuto ammettere, non senza rammarico, che non lo so: forse il manga in cui è cominciata questa involuzione non è abbastanza famoso, oppure non è disponibile in italiano. Probabilmente Così Fan Tutte (1982/1987),sit com erotica con protagonista disinibita e punto di vista quasi esclusivamente maschile, c'entra in qualche modo...ma siamo ancora all'alba del modo di produrre ecchi come siamo abituati oggi, Così Fan Tutte conteneva ingenuità e imperfezioni che lo rendono simpatico e prezioso nonostante le tematiche spesso fastidiose.
Bisque Doll,non esplicitamente erotico, è stato fatto apposta perché possa piacere a tutti, maschi e femmine, in linea di massima qualunque sia il il paese in cui viene pubblicato.
Proprio il suo essere "per tutti "impedisce che diventi erotico, perché i protagonisti impersonano il lettore qualunque e, pur parlando di opere erotiche, non devono prenderne parte attiva ma al più sognarlo.
Bisque Doll mi piace.
E adoro Kitagawa.
È proprio questo che mi disturba.....il fatto che molti manga nascano secondo una formula standard, per cui tu provi e pensi determinate cose, anzi arrivi a cercare quelle opere atte a farti pensare le stesse cose, finché il fatto non ti sembra del tutto naturale.
Che Marin Kitagawa sia un' otaku, perciò l'unica persona in grado di capire le passioni di Gojo Wakana (ritenute dagli altri infantili e da effeminato)fa scoppiare la scintilla dell'amicizia.
Un'amicizia oscurata dall'amore ambiguo di Kitagawa per Shizuku, eroina di un franchising erotico dotata di un collare e di un reggiseno di quattro misure più corto.Gojo si accorge subito dell'incongruenza ed è il primo a domandarsi perché a una ragazza possa piacere un personaggio simile.
Tuttavia, Gojo è l'ultimo "discendente" di una sfilza di characters maschili (da Ataru Moroboshi a Godai,da Otomen al senpai di Nagatoro) notoriamente "sfigati" ed esclusi, che si considerano fortunati se una ragazza rivolge loro la parola.
Kitagawa è stata fatta apposta per Wakana.
E lo si è messo in una posizione per cui non può restare indifferente.
È ovvio che Bisque Doll abbia una sceneggiatura di riferimento, qualunque storia deve avere una base di partenza... che questo manga debba ricordarci continuamente che è opera di finzione, è già meno normale!
Finché non esisteva Internet si poteva ancora "navigare a vista" nella stesura delle sceneggiature, addirittura episodio per episodio ,con risultati che presentavano incongruenze ma anche lampi di genio.
Il mangaka aveva ancora margini di manovra.
Ho l'impressione che oggi le digressioni siano sempre meno possibili a causa della presenza del pubblico quasi "in tempo reale".
Marin Kitagawa non contesta i videogiochi erotici perché "troppo maschilisti" ,anzi vorrebbe assomigliare a Shizuku ,sorta di Gothic Lolita dentro una scuola immaginaria dove tutto si fa tranne studiare.
Il fatto che più della metà del merchandising anime sia composto da videogiochi ,tra i quali i più venduti sono quelli modello "schiava/padrone" ,implica la scelta del soggetto di Bisque Doll.
La studentessa più carina e più popolare della scuola non ama sperimentare ricette, non gioca a tennis ,non è appassionata di cinema, tanto meno la si vede iscriversi al club di lettura.
L'idea di partenza che Bisque Doll possa/debba piacere anche alle ragazze diventa sempre più debole e vaga.
Una storia (anche quella di un manga)non è fatta solo di azione ,occorre una parte narrativa/riflessiva ,tempi considerati morti dal mercato in cui il personaggio volta le spalle al lettore e ,a volte, non parla neppure.
Questo indipendentemente dal target.
Questi passaggi non sono monetizzabili ,ma sono ciò che avvicina i manga alla letteratura. Il fatto che se ne veda più raramente non significa che gli autori non siano più capaci ,ma che sia il mercato a decidere su una questione "artistica" è qualcosa che dovrebbe preoccuparci.