Nel 2016 debuttava in occidente la versione rimasterizzata di un classico dei Jrpg uscito originariamente nel 1993. 23 anni dopo il suo primo debutto su Super Nintendo, mai avvenuto fuori dal Giappone tra l'altro, Square-Enix decide che il mondo è pronto per tornare a scoprire lo sperimentale Romancing SaGa 2 e che l'occidente è sufficientemente maturo per una storia non-lineare e dalle difficoltà forti. La rimasterizzazione di Romancing SaGa 2 da il via alla riscoperta della serie iniziando un filone di Remaster potenziate e migliorate, ricche di comodità, ma che non tradiscono lo straniante e spartano sistema che, in un modo o nell'altro, da sempre caratterizza ogni capitolo di questa tanto classica quanto matta serie di Jrpg.
 

Recensione Romancing SaGa 2 Remake


Per chi non lo sapesse, ogni capitolo di SaGa fa storia a sé e, proprio come in Final Fantasy, a cambiare non sono solo mondi e personaggi ma anche gameplay e sistemi. Dove i Jrpg del tempo puntavano a storie toccanti e ad un crescendo di drammaticità, la serie SaGa si è sempre orientata verso la libertà del giocatore, accompagnando le singolari esperienza con gameplay dalle idee bizzarre. La libertà dei SaGa è diversa da quella intensa nei giochi di ruolo occidentali dove troviamo l'avatar del giocatore immerso in mondi-sandbox da scoprire. La formula dei SaGa trova la sua libertà nel Free-form Scenario, ovvero eventi chiusi - storie nelle storie con inizi e finali, tutti da scoprire, seguire e concludere nei tempi e nei modi preferiti dal giocatore. Evento dopo evento, la concatenazione degli Scenari finiscono per comporre l'originale avventura del singolo. Nel tempo questo concetto è stato esplorato a fondo, arrivando anche ad estremi tanto intriganti quanto contorti (Scarlet Grace caro a volte ti sogno ancora la notte!) ma il seme di questo sistema vede i suoi natali con la storia generazionale di Romancing SaGa 2 e che ora con Revenge of the Seven i giocatori potranno scoprire in una forma restaurata e migliorata per essere godibile non solo ai cultori della pixel-art ma a tutti gli amanti dei giochi di ruolo.

L'epopea generazionale del secondo Romancing SaGa torna nella sua forma migliore di sempre con il remake Revenge of the Seven, imponendosi come il miglior punto di inizio per chi vuole scoprire una serie classica dei giochi di ruolo!


L'impero di Verennes è vasto e prospero, il saggio Re Leon ricopre con grande abilità il suo ruolo ed è amato e rispettato dal suo popolo. Un'antica profezia dice che quando il mondo sarà in pericolo, i Sette Eroi della leggenda torneranno per sgominare il male e riportare la luce, ma nonostante l'incremento di attività demoniache degli eroi non vi è alcuna traccia e così è lo stesso Re con il seguito a lanciarsi in prima linea per aiutare il popolo in difficoltà. Tranquillo nel lasciare il regno nelle mani del principe ereditario Victor, Re Leon si fa accompagnare in missione dalla sua fidata scorta e dal figlio minore Gerard finché un tragico giorno uno dei sette eroi fa effettivamente la sua comparsa, ma in una forma quanto mai inaspettata. L'eroe della leggenda è un demone che guida un esercito di mostri e attacca la capitale dell'impero per annetterla al suo regno, infliggendo gravi danni e mietendo numerose vittime tra cui il valoroso Victor.
 

Recensione Romancing SaGa 2 Remake


Con il cuore pieno di rabbia e sete di giustizia, Re Leon, Gerard e la scorta muovono un contrattacco al castello dell'eroe ma dopo una feroce battaglia è quest'ultimo ad avere la meglio, costringendo il gruppo alla ritirata. Ormai in fin di vita, Leon lancia un Sortilegio che permette di trasmettere capacità e conoscenze ad un successore ed è così che il debole Gerard viene investito dalle esperienze del padre nonché della carica di nuovo Imperatore. Come prima mossa, Gerard riorganizza l'esercito e muove guerra all'Eroe della leggenda e dopo un feroce scontro riesce a vendicare fratello e padre, forte delle esperienze maturate da quest'ultimo in punto di morte.

Uno degli eroi è andato, ma altri sei potenti demoni si aggirano per il mondo, assetati di sangue e potere per motivi sconosciuti, così come sconosciute sono le cause della loro trasformazione e del loro ritorno. L'Imperatore amministra la crescita del regno, lo espande muovendosi per stringere nuove alleanze o conquistare territori e così, evento dopo evento, scrive la propria storia... in un tempo ben più grande della vita di una sola persona. Dopo alcuni eventi, gli anni passano e l'Imperatore passa il testimone al successivo, conferendo corona, statistiche e abilità a colui che erediterà il ruolo e la missione di difendere il continente dalle sinistre mire degli Eroi leggendari.
 

Recensione Romancing SaGa 2 Remake


Ad ogni nuova generazione quindi il giocatore è chiamato a scegliere il personaggio-classe di base che farà da imperatore e così come cambia il protagonista anche gli altri personaggi-classe mutano leggermente di aspetto e modificano parzialmente i loro parametri, quasi come se fossero i discendenti di chi c'era prima. La storia generazionale è estremamente evocativa e la struttura del Free-form scenario si presta in modo ottimo perché gli eventi sono di fatto più o meno slegati tra loro e il cambio di Imperatore arriva quando si porta a termine uno o più di questi... ma la natura old school viene fuori nel salto netto tra una generazione e l'altra. Non è chiaro quando ci sarà il cambio di testimone e questo viene imposto al termine di un evento quindi se si avanza in parallelo su più quest è brutto vedere che il nostro party muta dopo la successione mentre gli NPC restano gli stessi.

Il passaggio da Re Leon a Re Gerard è drammatico, accompagnato da un'effettiva presentazione in cui il padre lascia al figlio il pesante fardello di guidare il popolo e risolvere il problema dei sette eroi, i passaggi successivi invece sono routine senza pathos, mera meccanica che fa perdere il senso di continuità generazionale che rende il concept così intrigante. Tale aspetto viene accentuato in negativo dal fatto che il mondo stesso non sembra tenere conto del tempo che passa se non rimuovendo i personaggi con cui si è interagito per la quest che porta all'annessione del nuovo territorio all'Impero. Le trame delle regioni e città sono quasi sempre slegate tra loro, alcune sono parzialmente vincolate tra loro perché per raggiungere certi luoghi è necessario sbloccarne prima altri così come per attivare un evento è possibile che prima si debbano aver soddisfatto altre precondizioni, ma di base si è totalmente liberi di avanzare come si preferisce e la difficoltà resta sempre ben calibrata rispetto alla generazione corrente.
 

Recensione Romancing SaGa 2 Remake


Detto questo, è innegabile che l'annessione di nuovi territori all'Impero dia un forte senso di progressione, inoltre conferisce diversi bonus e vantaggi come maggiori introiti monetari o l'ottenimento di nuove classi giocabili. Menzione d'onore per l'aggiunta degli altari che, se trovati, permettono di vedere delle presentazioni che mostrano i Sette Eroi nelle loro gesta epiche. Un bellissimo escamotage per incentivare l'esplorazione, insieme a tesori e mascotte da trovare, e donare maggiore profondità e spessore agli antagonisti.

A proposito della difficoltà, i SaGa originali non sono affatto semplici, anzi, comprendere a fondo il gameplay e arrivare persino ad abusare di certe combinazioni sono aspetti normali nella serie ma che fortunatamente in questo Remake sono stati appianati grazie all'introduzione della difficoltà Normale. I giocatori più esigenti possono avere un assaggio dell'esperienza originale con la difficoltà Classica mentre chi è interessato solo alla storia può tranquillamente giocare in Facile. A Normale il gioco è godibile anche a chi non coglie al volo le sottigliezze del sistema, lasciando il tempo di capirne le meccaniche. Sulla base di un semplice sistema a turni, Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven offre il tipico sistema di Glimmering, ovvero l'ottenimento di nuove abilità in modo casuale, e le formazioni, disposizioni del gruppo che donano boost ai singoli in base alla posizione.
 

Romancing SaGa 2 Revenge of the Seven recensione


Ogni personaggio scende in campo con un massimo di due armi equipaggiate, ognuna con relative abilità speciali legate al tipo che il personaggio ha imparato, più eventuali magie di cui è a conoscenza e due oggetti, in genere di cura. Al termine di ogni scontro il gruppo recupera tutta la vita, ma non i punti abilità, necessari per l'esecuzione delle mosse più potenti, né i Life Points, un valore che decresce di uno ogni volta che i punti vita vengono ridotti a 0. 0 Punti vita portano il personaggio alla morte che nel caso del protagonista si traduce nel passare il testimone al nuovo Imperatore.

I dungeon generalmente non sono lunghissimi, ma i nemici non sono pochi e dopo un po' ritornano; il map design è ben studiato per risultare sufficientemente vario e divertente da esplorare senza scadere in snervanti labirinti. La gestione dei punti abilità è un aspetto cruciale che si rivelerà essere la chiave per la sopravvivenza: nei primi dungeon delle prime generazioni è possibile arrivare al boss di turno anche senza affidarsi troppo alle abilità, ma avanzando nel gioco i nemici si fanno più aggressivi perciò eliminarli nel minor tempo possibile non è più un capriccio per risparmiare tempo, ma una effettiva necessità per evitare di essere sopraffatti. Segnaliamo inoltre che in SaGa non ci sono livelli, ma solo incrementi di statistiche singole che vengono passate in modo più o meno diretto in ogni generazione: combattendo i personaggi aumenteranno la loro vita massima o i punti abilità così come la maestria con i tipi di armi e magie, ma il tutto in modo indipendente e slegato dal concetto di level up.
 

Recensione Romancing SaGa 2 Remake


Quella di Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven è senza dubbio un'impostazione molto vecchio stile e di fatto non sono molte le modifiche del battle system apportate nel Remake, ma l'aggiunta del menù che segna i punti deboli una volta scoperti è una vera manna per chi non può permettersi lunghe sessioni ogni giorno, dimenticandosi le peculiarità dei singoli nemici. L'introduzione dell'attacco combinato è un'altro elemento valido che semplifica le battaglie, ma soprattutto ne rompe la monotonia: colpendo i nemici nei punti deboli si carica una barra che, una volta piena, può essere usata per lanciare un potente attacco combinato. La barra viene trasportata di scontro in scontro, aprendo strategie e approcci per le battaglie più ardue. Discorso simile per le alterazioni elementali, ovvero potenziamenti e bonus legati al personaggio e alle magie/abilità di un dato elemento che si attivano quando si utilizzano ripetutamente mosse dello stesso elemento. Amici e nemici beneficeranno dei bonus elementali costringendo il giocatore a ragionare su come gestire questi potenziali effetti extra.

Lato tecnico Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven non brilla particolarmente e lo stesso si può dire anche per la colonna sonora. Le tracce, per quanto generalmente orecchiabili, risultano poco incisive nel complesso e lontane dall'iconicità dei titoli che spopolavano negli anni '90 però la possibilità di poter passare in ogni momento alla versione classica dona quel piccolo ed apprezzabile tocco di varietà in più. Detto questo, l'ottimo design compensa il comparto visuale con idee efficaci e una grande varietà di personaggi e location esplorabili: girare per le strade della città è un'esperienza resa ancora più piacevole da tesori e oggetti da scovare così come perdersi per i dungeon è un ottimo modo per scovare materiali rari mentre ci si gode il panorama.

GIUDIZIO FINALE

Romancing SaGa 2 era un titolo avveniristico nel 1993 e il Remake riesce ad imporsi senza difficoltà anche nel 2024 grazie alle sue buone idee che rimangono tali anche oggi. Il nuovo bilanciamento della difficoltà è ottimo, capace di stimolare il giocatore senza portarlo all'esasperazione e lasciando sempre uno spiraglio in caso di difficoltà eccessiva (o troppo bassa) grazie alla possibilità di cambiare livello in ogni momento. A fronte di un lavoro di restauro così ben fatto viene da chiedersi perché non sia stato implementato anche il comodissimo New Game+ da usare in qualsiasi momento presente nel porting del 2016, così come ci si spiega poco perché non siano stati aggiunti degli intermezzi per gestire in modo meno asettico il passaggio di corona e la gestione degli eventi completati, magari con una qualche versione modificata dei NPC a rappresentare i loro discendenti come accade con i membri del gruppo del protagonista...
Come sempre, SaGa si conferma una serie non per tutti e anche il Remake mantiene quelle rigidità che spesso affliggono i capitoli della serie, ma i veterani del genere sapranno passare oltre certi dettagli godendosi così un'esperienza diversa dal solito, intrigante per l'atipica narrazione e stimolante per il suo profondo gameplay. Per quanto ogni capitolo faccia storia a sé in tutti i sensi, Romancing SaGa 2: Revenge of the Seven è ad oggi il miglior entry point della serie perché unisce le peculiarità della serie in una forma rifinita e pulita come ci si aspetta da un titolo moderno, il tutto in modo decisamente meno sperimentale del recente SaGa Emerald Beyond.


Gioco testato su PlayStation 5.