Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo agli anni '80, con Là sui monti con Annette, Twilight Q e Baldios, il film.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo agli anni '80, con Là sui monti con Annette, Twilight Q e Baldios, il film.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Là sui Monti con Annette
9.0/10
"Sui Monti con Annette" parte come un semplice clone di Heidi. L'ambientazione è nella Svizzera francese invece che tedesca, l'amichetto d'infanzia si chiama Lucien invece che Peter, ma per il resto vediamo scene che ci sono ben familiari: la scuola, la gara con le slitte, la lavorazione del formaggio, eccetera. La prima impressione è quindi quella di un meisaku non brutto ma inutile. Questo per la prima dozzina di puntate. Poi arriva il dramma e "Sui Monti con Annette" si trasforma in uno dei più interessanti e originali meisaku mai realizzati. Interessante e originale non tanto per il dramma in sé, ma per le modalità in cui avviene e per le sue conseguenze psicologiche sui protagonisti.
L'argomento fondamentale di "Sui Monti con Annette" è qualcosa che non è mai stato approfondito prima in nessun meisaku: il senso di colpa. L'incidente che costa una gamba al fratellino di Annette non è dovuto al caso o alla sfortuna, ma è causato colpevolmente da Lucien, che si arrabbia con Dani perché la rancorosa Annette non vuole invitarlo alla sua festa di compleanno. È qui che si capisce come ogni somiglianza con Heidi sia puramente accessoria; certo, in Heidi abbiamo Clara nella parte della paralitica, mentre in Annette abbiamo Dani, ma non è questo che conta. Non è la malattia il tema dominante. Il nucleo fondamentale di Annette è il senso di colpa e la difficoltà dell'espiazione, tutt'altro rispetto al nucleo fondamentale di Heidi che è la gioia di vivere, in grado di trionfare su qualunque avversità. "Sui Monti con Annette" è una serie molto più oscura di Heidi, una serie che scandaglia il lato buio dell'animo umano. Se Heidi è l'archetipo della bambina buona e solare, troppo perfetta per essere vera, Annette è una bambina molto più realistica: rancorosa e vendicativa, a volte decisamente crudele, arriva a degli estremi allo scopo di tenere in piedi l'odio e di non permettere la riconciliazione tra Dani e Lucien. È nella psicologia di Annette e Lucien che sta tutta l'originalità della serie: mentre virtualmente in tutti i meisaku esistenti i bambini protagonisti sono buoni e perfetti e gli unici a essere crudeli sono gli adulti, "Sui Monti con Annette" è un caso più unico che raro in cui tutti gli adulti sono buoni e perfetti (fin troppo), mentre i bambini protagonisti sono pieni di difetti.
Come ho detto, Annette è rancorosa, ma anche Lucien non è esente da colpe: ragazzo normalmente di buon cuore, se si arrabbia non esita a venire alle mani e a prendersela con quelli più deboli di lui (Dani e Klaus, l'ermellino di Dani), comportandosi da bullo. Oltre a questo è vigliacco e invece di prendersi le sue responsabilità nell'incidente di Dani scappa a piangere nel fienile. Occorreranno decine e decine di puntate a Lucien per riscattarsi, e ci riuscirà grazie anche all'aiuto del vecchio Peguin, ex-carcerato che di senso di colpa e desiderio di riscatto ne sa qualcosa. Dall'altra parte in queste decine di puntate Annette dovrà venire a patti con i lati più oscuri del suo carattere e riuscire a trovare la forza di aprirsi al perdono, cosa difficilissima, che avverrà solo dopo tutta una catena di eventi magistralmente delineata. Notevole la scena in cui Annette in lacrime confessa alla vecchia zia di essere "cattiva e malvagia". Sono anche presenti svariati riferimenti alla cristianità (una notte Annette sogna addirittura Gesù Cristo che bussa alla sua porta), come è giusto che sia essendo un meisaku tratto dal libro di Patricia St. John "I tesori tra la neve" del 1950. Patricia St. John, oltre che scrittrice, è una suora missionaria. Esiste anche un film del 1980, "Treasures of the Snow", di Mike Pritchard che racconta la stessa storia, che conto di vedere prima o poi. Purtroppo una breve recensione non può rendere giustizia ai molti temi trattati nell'opera; ne cito solo uno, l'arte come mezzo di espiazione, visto che per sfuggire al senso di colpa Lucien si dedica alla scultura, unica occupazione con cui riesce a dimenticare temporaneamente il senso di colpa che lo tormenta.
È anche degno di nota il tema dell'escalation della rabbia, che nasce perlopiù da incidenti insignificanti, ma che tramite una spirale perversa si amplifica e può alla fine portare a vere e proprie tragedie. Tanto è facile e quasi "naturale" è la strada che porta all'odio, tanto è difficile e irta di difficoltà la strada che porta alla riconciliazione. Il tutto viene descritto in maniera semplice ma non semplicistica, adatta al target primario dell'anime, i bambini, ma anche agli adulti. Per il tema trattato, per la delicatezza con cui è trattato, per la qualità dei disegni, perfettamente adeguati a rendere i sentimenti dei protagonisti e per l'eccezionalità delle voci italiane (in particolare Rossella Acerbo nella parte di Annette, Julian Olivieri Orioles nella parte di Lucien, di cui non dimenticheremo mai la "r" moscia, e infine Rita Baldini nella parte di Dani, la voce più indovinata di tutte), "Sui Monti con Annette" merita una valutazione molto alta, pure in un genere in cui l'alta qualità è la norma.
La sigla di Cristina d'Avena è assolutamente non in linea con le atmosfere dell'anime, comunque è orecchiabile e rimane in mente, mentre l'opening giapponese non mi ha convinto molto (meglio l'ending). Da riscoprire e da vedere.
L'argomento fondamentale di "Sui Monti con Annette" è qualcosa che non è mai stato approfondito prima in nessun meisaku: il senso di colpa. L'incidente che costa una gamba al fratellino di Annette non è dovuto al caso o alla sfortuna, ma è causato colpevolmente da Lucien, che si arrabbia con Dani perché la rancorosa Annette non vuole invitarlo alla sua festa di compleanno. È qui che si capisce come ogni somiglianza con Heidi sia puramente accessoria; certo, in Heidi abbiamo Clara nella parte della paralitica, mentre in Annette abbiamo Dani, ma non è questo che conta. Non è la malattia il tema dominante. Il nucleo fondamentale di Annette è il senso di colpa e la difficoltà dell'espiazione, tutt'altro rispetto al nucleo fondamentale di Heidi che è la gioia di vivere, in grado di trionfare su qualunque avversità. "Sui Monti con Annette" è una serie molto più oscura di Heidi, una serie che scandaglia il lato buio dell'animo umano. Se Heidi è l'archetipo della bambina buona e solare, troppo perfetta per essere vera, Annette è una bambina molto più realistica: rancorosa e vendicativa, a volte decisamente crudele, arriva a degli estremi allo scopo di tenere in piedi l'odio e di non permettere la riconciliazione tra Dani e Lucien. È nella psicologia di Annette e Lucien che sta tutta l'originalità della serie: mentre virtualmente in tutti i meisaku esistenti i bambini protagonisti sono buoni e perfetti e gli unici a essere crudeli sono gli adulti, "Sui Monti con Annette" è un caso più unico che raro in cui tutti gli adulti sono buoni e perfetti (fin troppo), mentre i bambini protagonisti sono pieni di difetti.
Come ho detto, Annette è rancorosa, ma anche Lucien non è esente da colpe: ragazzo normalmente di buon cuore, se si arrabbia non esita a venire alle mani e a prendersela con quelli più deboli di lui (Dani e Klaus, l'ermellino di Dani), comportandosi da bullo. Oltre a questo è vigliacco e invece di prendersi le sue responsabilità nell'incidente di Dani scappa a piangere nel fienile. Occorreranno decine e decine di puntate a Lucien per riscattarsi, e ci riuscirà grazie anche all'aiuto del vecchio Peguin, ex-carcerato che di senso di colpa e desiderio di riscatto ne sa qualcosa. Dall'altra parte in queste decine di puntate Annette dovrà venire a patti con i lati più oscuri del suo carattere e riuscire a trovare la forza di aprirsi al perdono, cosa difficilissima, che avverrà solo dopo tutta una catena di eventi magistralmente delineata. Notevole la scena in cui Annette in lacrime confessa alla vecchia zia di essere "cattiva e malvagia". Sono anche presenti svariati riferimenti alla cristianità (una notte Annette sogna addirittura Gesù Cristo che bussa alla sua porta), come è giusto che sia essendo un meisaku tratto dal libro di Patricia St. John "I tesori tra la neve" del 1950. Patricia St. John, oltre che scrittrice, è una suora missionaria. Esiste anche un film del 1980, "Treasures of the Snow", di Mike Pritchard che racconta la stessa storia, che conto di vedere prima o poi. Purtroppo una breve recensione non può rendere giustizia ai molti temi trattati nell'opera; ne cito solo uno, l'arte come mezzo di espiazione, visto che per sfuggire al senso di colpa Lucien si dedica alla scultura, unica occupazione con cui riesce a dimenticare temporaneamente il senso di colpa che lo tormenta.
È anche degno di nota il tema dell'escalation della rabbia, che nasce perlopiù da incidenti insignificanti, ma che tramite una spirale perversa si amplifica e può alla fine portare a vere e proprie tragedie. Tanto è facile e quasi "naturale" è la strada che porta all'odio, tanto è difficile e irta di difficoltà la strada che porta alla riconciliazione. Il tutto viene descritto in maniera semplice ma non semplicistica, adatta al target primario dell'anime, i bambini, ma anche agli adulti. Per il tema trattato, per la delicatezza con cui è trattato, per la qualità dei disegni, perfettamente adeguati a rendere i sentimenti dei protagonisti e per l'eccezionalità delle voci italiane (in particolare Rossella Acerbo nella parte di Annette, Julian Olivieri Orioles nella parte di Lucien, di cui non dimenticheremo mai la "r" moscia, e infine Rita Baldini nella parte di Dani, la voce più indovinata di tutte), "Sui Monti con Annette" merita una valutazione molto alta, pure in un genere in cui l'alta qualità è la norma.
La sigla di Cristina d'Avena è assolutamente non in linea con le atmosfere dell'anime, comunque è orecchiabile e rimane in mente, mentre l'opening giapponese non mi ha convinto molto (meglio l'ending). Da riscoprire e da vedere.
Twilight Q
7.0/10
"Twilight Q" è un titolo che si compone di due soli OAV, "Time Knot: Reflection" e "Mystery Article File 538", il primo affidato all'abile regia di Tomomi Mochizuki - conosciuto per "House of Five Leaves" -, mentre il secondo è stato ideato, sceneggiato e diretto da un, allora giovane, Mamoru Oshii. A quanto sembra, tuttavia, il progetto originale prevedeva di coinvolgere un numero maggiore di autori, tra i più noti in Giappone, per far sì che ognuno contribuisse con un suo corto d'animazione. Tale ambizioso proposito era perentoriamente destinato a fallire e a interrompersi già agli albori, a cagione dello scarso successo. I due superstiti sono opere molto distanti fra loro, poco hanno da spartire sia in merito alla qualità, sia per lo stile che li caratterizza, sia per i contenuti.
Non ho intenzione di spendere più parole del dovuto per quanto riguarda "Time Knot: Reflection", si tratta di un episodio a parer mio particolarmente scialbo e deludente, sopratutto se considerato in confronto al secondo. "Il nodo del tempo" si presenta come una storia adolescenziale in stile anni '80, condita con un'ingente dose di fantastico e di onirico. Si assiste a balzi nel tempo, paradossi e altri elementi che in sé considerati potrebbero essere interessanti, ma vengono sviluppati un po' troppo precipitosamente, chiudendo il tutto in modo un po' vago, apparendo quindi evidentemente dimenticabile.
Il secondo, al contrario, è un Oshii a briglie sciolte, ancora nel suo periodo onirico-visionario; quest'OAV non a caso risale a soli due anni dopo il celebre "Tenshi no tamago" e tre lo separano da "Beautiful dreamer", attiguità temporale fortemente indicativa, di certo non una mera coincidenza. Il carattere onirico di "File 538" è in compiuta sinergia con la problematica già sviluppata in "Urusei Yatsura", destinata poi a divenire un cavallo di battaglia del regista: l'inafferrabile e sottile distinzione tra sogno e realtà. Nel caso di specie l'esposizione è decisamente lucida e azzimata, studiata molto bene nei dettagli. Si potrebbe definire quasi una parabola, in cui l'autore gioca con la logica circolare per costruire un classico esempio di meta-narrazione in cui prende corpo una storia dentro la storia, che a sua volta richiama un'altra storia (a sé uguale), procedendo in tal modo all'infinito, in una spirale vertiginosa, senza che sia possibile arguire il bandolo della matassa. Questo stratagemma è utilizzato al meglio per proporre il rompicapo del discernere fra realtà e illusione, fra reale e fittizio, poiché la realtà stessa si rivela un labirinto senza via d'uscita. Per quanto la si indaghi a fondo, siccome non è possibile estraniarsene, non si è in grado di dare una risposta a tale fatidico enigma, anzi, più si spinge l'indagine alle sue estreme conseguenze più sorgono dubbi e incertezze, si arriva a dubitare persino della propria esistenza e della realtà stessa. La storia crea i suoi personaggi ma, al contempo, sono i personaggi stessi che creano la storia. Ci si può chiedere se la vita non sia altro che una storia immaginata da qualcuno (da se stessi?), ovvero l'effimero sogno di una dea capricciosa o, ancora, che la medesima sia solo una creazione della nostra percezione, una manifestazione puramente contingente e destinata a mutare di continuo. Che lo stesso desiderio di conoscenza dell'uomo si riveli per lui una dannazione? Uno spesso manto di relativismo rende l'opera molto interessante e poliedrica, sublimandosi in una costruzione complicata, dai toni elevati, che tuttavia risolve i dubbi dello spettatore nelle ultime scene, sebbene rimangano comunque margini per la rielaborazione personale.
Il ritmo è estremamente lento, l'animazione quasi statica, costellata di scene fisse, di primi piani su volti e dettagli, accompagnati da inquadrature frontali, immote, della stanza dove si svolge la maggior parte degli eventi. Il tutto è narrato tramite lunghissimi monologhi, alternati a momenti di pausa e di scorci urbani. La regia è ottima così come il disegno, in particolare è da apprezzare il modo sperimentale in cui sono resi i fondali. Nota di merito il riuscito tentativo di conciliare un tono malinconico con un pizzico di amara ironia, sebbene la serietà del tutto soverchi tali aspetti, smorzandoli.
Il voto è sette, poiché si rende necessaria la media tra una sufficienza del primo e un voto più che discreto per il secondo.
Non ho intenzione di spendere più parole del dovuto per quanto riguarda "Time Knot: Reflection", si tratta di un episodio a parer mio particolarmente scialbo e deludente, sopratutto se considerato in confronto al secondo. "Il nodo del tempo" si presenta come una storia adolescenziale in stile anni '80, condita con un'ingente dose di fantastico e di onirico. Si assiste a balzi nel tempo, paradossi e altri elementi che in sé considerati potrebbero essere interessanti, ma vengono sviluppati un po' troppo precipitosamente, chiudendo il tutto in modo un po' vago, apparendo quindi evidentemente dimenticabile.
Il secondo, al contrario, è un Oshii a briglie sciolte, ancora nel suo periodo onirico-visionario; quest'OAV non a caso risale a soli due anni dopo il celebre "Tenshi no tamago" e tre lo separano da "Beautiful dreamer", attiguità temporale fortemente indicativa, di certo non una mera coincidenza. Il carattere onirico di "File 538" è in compiuta sinergia con la problematica già sviluppata in "Urusei Yatsura", destinata poi a divenire un cavallo di battaglia del regista: l'inafferrabile e sottile distinzione tra sogno e realtà. Nel caso di specie l'esposizione è decisamente lucida e azzimata, studiata molto bene nei dettagli. Si potrebbe definire quasi una parabola, in cui l'autore gioca con la logica circolare per costruire un classico esempio di meta-narrazione in cui prende corpo una storia dentro la storia, che a sua volta richiama un'altra storia (a sé uguale), procedendo in tal modo all'infinito, in una spirale vertiginosa, senza che sia possibile arguire il bandolo della matassa. Questo stratagemma è utilizzato al meglio per proporre il rompicapo del discernere fra realtà e illusione, fra reale e fittizio, poiché la realtà stessa si rivela un labirinto senza via d'uscita. Per quanto la si indaghi a fondo, siccome non è possibile estraniarsene, non si è in grado di dare una risposta a tale fatidico enigma, anzi, più si spinge l'indagine alle sue estreme conseguenze più sorgono dubbi e incertezze, si arriva a dubitare persino della propria esistenza e della realtà stessa. La storia crea i suoi personaggi ma, al contempo, sono i personaggi stessi che creano la storia. Ci si può chiedere se la vita non sia altro che una storia immaginata da qualcuno (da se stessi?), ovvero l'effimero sogno di una dea capricciosa o, ancora, che la medesima sia solo una creazione della nostra percezione, una manifestazione puramente contingente e destinata a mutare di continuo. Che lo stesso desiderio di conoscenza dell'uomo si riveli per lui una dannazione? Uno spesso manto di relativismo rende l'opera molto interessante e poliedrica, sublimandosi in una costruzione complicata, dai toni elevati, che tuttavia risolve i dubbi dello spettatore nelle ultime scene, sebbene rimangano comunque margini per la rielaborazione personale.
Il ritmo è estremamente lento, l'animazione quasi statica, costellata di scene fisse, di primi piani su volti e dettagli, accompagnati da inquadrature frontali, immote, della stanza dove si svolge la maggior parte degli eventi. Il tutto è narrato tramite lunghissimi monologhi, alternati a momenti di pausa e di scorci urbani. La regia è ottima così come il disegno, in particolare è da apprezzare il modo sperimentale in cui sono resi i fondali. Nota di merito il riuscito tentativo di conciliare un tono malinconico con un pizzico di amara ironia, sebbene la serietà del tutto soverchi tali aspetti, smorzandoli.
Il voto è sette, poiché si rende necessaria la media tra una sufficienza del primo e un voto più che discreto per il secondo.
Baldios - Il film
3.0/10
La leggenda dice che il motivo per cui esiste un film di "Baldios" è perché la serie animata fu un fiasco totale e fu cancellato dai palinsesti con cinque puntate di anticipo. Quei pochi però che lo avevano visto lo avevano amato così tanto da fare del canale televisivo il destinatario di tutte le loro lettere minatorie. Così, per salvaguardare le vite dei dirigenti, accorse la Toei Animation nel 1981 promettendo che avrebbe fatto un film su "Baldios" regalando agli stalk... ehm, ai fan della serie il finale che tanto attendevano.
Non si sa se le cose siano andate veramente così, ma il punto è che un film peggiore non si poteva fare. Certo mi si chiederà come si poteva fare un film brutto semplicemente riassumendo gli stupendi 34 episodi dell'anime, con l'aggiunta per di più di un finale già scritto ma mai trasmesso. Non si sa, ma di sicuro questo film è sotto quasi tutti gli aspetti vomitevole.
La storia di "Baldios", si sa, s'incentra sulla tentata invasione della Terra da parte degli alieni di S1, il cui pianeta è reso invivibile dalle radiazioni. Marin, che si opponeva ai militari pronti all'invasione, di fronte all'omicidio del padre scappa e si unisce, non senza difficoltà iniziali, ai terrestri, conscio dell'ingiustizia di una guerra cosi crudele. Dall'altra parte il comandante Aphrodia cerca disperatamente la sua vendetta contro Marin, perché lui ha ucciso nella fuga il fratello Milan e l'imperatore di S1, Gattler, sfrutta questa sua rabbia per renderla letteralmente il suo burattino.
Tutto quello che ha reso grandiosa la serie televisiva qui viene reso melenso e sciatto. Per esempio, se la serie tv era un dramma corale dove con minuziosa cura dei particolari veniva descritto tutto l'orrore della guerra, il film butta tutto alle ortiche, incentrandosi solo sulle battaglie e le vittorie del Baldios, e tanti saluti al messaggio pacifista. La cosa però più tragica e intellettualmente urtante è che il film va appresso per tutto il tempo a un unico elemento della storia dell'anime, che nel contesto generale della serie era geniale, mentre nel film viene completamente rovinato. Mi riferisco al velato sentimento che Aphrodia sente alla fine di provare per il protagonista, Marin. All'incirca a metà della serie, Aphrodia comincia a tentennare riguardo ai suoi propositi di vendetta, in quanto ha l'occasione di conoscere il suo arcinemico e capisce di iniziare a provare qualcosa per lui. Benissimo il film non è che ci marcia su questo aspetto, proprio non riesce a interessarsi ad altro, con il risultato che i due, da elementi di una tragedia, diventano gli Step e Babi della fantascienza. "Baldios il film" diventa una sorta di terrificante "Twilight" in salsa robottona con punte di particolare ridicolaggine riservate ad Aphrodia, i cui sentimenti, da che erano velati nell'anime, diventano nel film tanto palesi quanto insopportabili, per non parlare di Marin che si mostra improvvisamente quanto incomprensibilmente innamoratissimo della sua nemica. Manca giusto un licantropo a fare da terzo incomodo e la storia quella è.
Il comparto tecnico è talmente brutto che è una presa in giro. Per carità, non è che l'anime fosse una pietra miliare di qualità. Il punto però è che tra le scene prese dalla serie e quelle di raccordo create appositamente per il film il character design è completamente diverso. Quindi in una scena Marin è in un modo, cinque secondo dopo ha un'altra faccia, e poi ritorna com'era. Disturbante.
Altra nota dolente è il doppiaggio italiano che a me non è piaciuto, senza poi considerare certe perle dell'immarcescibile adattamento italiano. Voglio dire, Aphrodia chiama Gattler "Conducator": sta mica facendo una citazione di Ceaucescu? E poi perché nominarlo così, quando nell'anime lo chiamava Altezza?
Il finale però devo dire che merita. Ha il giusto spazio nel film, in cui tutta la storia della serie va avanti velocissima perdendosi in più punti, è molto intenso e, come da tradizione, tristissimo. L'attesa di tutti i fan della serie è ben ripagata, quindi l'unico consiglio che posso darvi, se volete veramente godervi questo bellissimo anime, è di procurarvi la serie, vedervi quella, andare avanti veloce con il film fino all'ultimo quarto d'ora. Non osate però farvi un'idea di "Baldios" solo attraverso il film! Sarebbe come mangiare la pizza, ma quella di Pizza Hut: sempre pizza è, ma rispetto all'originale fa schifo.
Lontanissimi dalla sufficienza, mi spiace.
Non si sa se le cose siano andate veramente così, ma il punto è che un film peggiore non si poteva fare. Certo mi si chiederà come si poteva fare un film brutto semplicemente riassumendo gli stupendi 34 episodi dell'anime, con l'aggiunta per di più di un finale già scritto ma mai trasmesso. Non si sa, ma di sicuro questo film è sotto quasi tutti gli aspetti vomitevole.
La storia di "Baldios", si sa, s'incentra sulla tentata invasione della Terra da parte degli alieni di S1, il cui pianeta è reso invivibile dalle radiazioni. Marin, che si opponeva ai militari pronti all'invasione, di fronte all'omicidio del padre scappa e si unisce, non senza difficoltà iniziali, ai terrestri, conscio dell'ingiustizia di una guerra cosi crudele. Dall'altra parte il comandante Aphrodia cerca disperatamente la sua vendetta contro Marin, perché lui ha ucciso nella fuga il fratello Milan e l'imperatore di S1, Gattler, sfrutta questa sua rabbia per renderla letteralmente il suo burattino.
Tutto quello che ha reso grandiosa la serie televisiva qui viene reso melenso e sciatto. Per esempio, se la serie tv era un dramma corale dove con minuziosa cura dei particolari veniva descritto tutto l'orrore della guerra, il film butta tutto alle ortiche, incentrandosi solo sulle battaglie e le vittorie del Baldios, e tanti saluti al messaggio pacifista. La cosa però più tragica e intellettualmente urtante è che il film va appresso per tutto il tempo a un unico elemento della storia dell'anime, che nel contesto generale della serie era geniale, mentre nel film viene completamente rovinato. Mi riferisco al velato sentimento che Aphrodia sente alla fine di provare per il protagonista, Marin. All'incirca a metà della serie, Aphrodia comincia a tentennare riguardo ai suoi propositi di vendetta, in quanto ha l'occasione di conoscere il suo arcinemico e capisce di iniziare a provare qualcosa per lui. Benissimo il film non è che ci marcia su questo aspetto, proprio non riesce a interessarsi ad altro, con il risultato che i due, da elementi di una tragedia, diventano gli Step e Babi della fantascienza. "Baldios il film" diventa una sorta di terrificante "Twilight" in salsa robottona con punte di particolare ridicolaggine riservate ad Aphrodia, i cui sentimenti, da che erano velati nell'anime, diventano nel film tanto palesi quanto insopportabili, per non parlare di Marin che si mostra improvvisamente quanto incomprensibilmente innamoratissimo della sua nemica. Manca giusto un licantropo a fare da terzo incomodo e la storia quella è.
Il comparto tecnico è talmente brutto che è una presa in giro. Per carità, non è che l'anime fosse una pietra miliare di qualità. Il punto però è che tra le scene prese dalla serie e quelle di raccordo create appositamente per il film il character design è completamente diverso. Quindi in una scena Marin è in un modo, cinque secondo dopo ha un'altra faccia, e poi ritorna com'era. Disturbante.
Altra nota dolente è il doppiaggio italiano che a me non è piaciuto, senza poi considerare certe perle dell'immarcescibile adattamento italiano. Voglio dire, Aphrodia chiama Gattler "Conducator": sta mica facendo una citazione di Ceaucescu? E poi perché nominarlo così, quando nell'anime lo chiamava Altezza?
Il finale però devo dire che merita. Ha il giusto spazio nel film, in cui tutta la storia della serie va avanti velocissima perdendosi in più punti, è molto intenso e, come da tradizione, tristissimo. L'attesa di tutti i fan della serie è ben ripagata, quindi l'unico consiglio che posso darvi, se volete veramente godervi questo bellissimo anime, è di procurarvi la serie, vedervi quella, andare avanti veloce con il film fino all'ultimo quarto d'ora. Non osate però farvi un'idea di "Baldios" solo attraverso il film! Sarebbe come mangiare la pizza, ma quella di Pizza Hut: sempre pizza è, ma rispetto all'originale fa schifo.
Lontanissimi dalla sufficienza, mi spiace.
Chiariamoci, non ho nulla verso i vecchi titoli ma se questo sito vuole fungere da servizio per chi cerca un buon anime da godersi la sera credo che debba rispondere a questo tipo di utenza (che è, forse, anche la maggioranza) fornendo notizie su novità che potrebbero interessarle o che invece vadano sconsigliate più che su serie di tanti anni fa da ripescare chissà dove e che comunque potrebbero aver già visto.
Mi beccherò diversi pollici versi per questo post, ma non facciamolo diventare l'inizio di una discussione del tipo: quali ritenete migliori, i nuovi o i vecchi anime? Non è questo il punto. Non è una questione di qualità ma è una questione di utilità. E non sono nemmeno dell'idea che questa rubrica non possa contenere titoli datati; dico solo che sto cominciando ad avvertire una certa sproporzione.
E ora via con la crocifissione in sala mensa
10/5/2013 - Anni 2011, 2008, 1985
06/5/2013 - Anni 2009, 1999, 2000
03/5/2013 - Anni 2008, 1989, 1986
29/4/2013 - Anni 2001, 2010, 2005
26/4/2013 - Anni 2011, 2006, 2010
22/4/2013 - Anni 2010, 2002, 2002
19/4/2013 - Anni 2010, 2010, 2000
15/4/2013 - Anni 2009, 2007, 2012
12/4/2013 - Anni 1992, 2009, 1988
08/4/2013 - Anni 2011, 2008, 2009
05/4/2013 - Anni 2008, 2010, 1972
01/4/2013 - Anni 2011, 2006, 2011
7 recensioni di titoli pre-2000 negli ultimi 12 appuntamenti (36 recensioni)...
per cui...
ma non vi pare che ultimamente ci si stia focalizzando un pò troppo su titoli ultradatati (...)?
direi proprio di no...
se questo sito vuole fungere da servizio per chi cerca un buon anime da godersi la sera credo che debba rispondere a questo tipo di utenza (che è, forse, anche la maggioranza) fornendo notizie su novità che potrebbero interessarle o che invece vadano sconsigliate più che su serie di tanti anni fa da ripescare chissà dove e che comunque potrebbero aver già visto
In primo luogo chi cerca un buon anime da godersi la sera puo' fare di peggio che ripiegare su un titolo vintage, quindi un servizio viene reso. In secondo luogo c'e' gia' uno spazio dedicato alla modernita', ovvero le news. In terzo luogo la rubrica dei manga/anime (s)consigliati e' figlia dell'utenza di AnimeClick: le recensioni vengono pescate da quelle postate dagli utenti: AnimeClick non puo' farci niente se questi si focalizzano sui titoli vintage. In quarto luogo Slanzard ha dimostrato che le recensioni pubblicate nella rubrica per gli anime pre-duemila sono una minoranza, quindi la tua e' una falsa percezione.
Di Là sui Monti con Annette avrò visto sì e no una mezza dozzina di puntate in ordine assolutamente casuale in qualche replica, ma l'ho trovato talmente noioso dal farmi desistere di ripetere l'esperienza in altre occasioni.
L'altro titolo non mi ha mai ispirato e mai lo farà.
bei tempi quando c'erano questi cartoni in tv.
anime davvero bello (parlo di là sui monti con annette)
gli altri invece non gli ho visti ma vedrò :3
Interessante anche la seconda recensione, mentre la terza opera non mi interessa...
Complimenti ai recensori!! ^^
O_______o
Colgo l'occasione per rivederlo
Gli anime nuovi usufruiscono però anche altrove delle luci dei riflettori...
Tra le news abbiamo cercato di focalizzare l'attenzione sui titoli più discussi della stagione attuale come Aku no Hana e i Giganti mentre con le recensioni belle corpose da vetrina si premiano quelle serie degli ultimi anni che meritano a nostro avviso la visione
A mio avviso è giusto ricordare e far presenti le opere del passato non soltanti per far contenti i "girellari" ma perchè degli appassionati che si dicono tali nn possono prescindere dai meisaku, dai mecha e da tutto ciò che è la storia degli anime
Specie chi questa storia non l'ha vissura ma ne ha sentito solo parlare
Pensa che io invece la penso completamente all'opposto, ossia che nella rubrica ci siano quasi sempre titoli recentissimi, a scapito di altri più vecchiotti che appaiono raramente e anzi vengono sempre tacciati come "vintage" o "d'annata". In realtà, non sono poi così tanti gli utenti che recensiscono serie pre-2000, ahimé, e quindi nella rubrica finiscono spessissimo le ultime opere, per il semplice fatto che son quelle con un maggior numero di recensioni e quindi con più probabilità di essere opzionate.
@Selezionatori: Qualche volta, magari, mettete a confronto anime e remake di generazioni diverse. Di solito da quei confronti nascono bei discorsi.
Insomma, praticamente non avrei disdegnato un finale in cui un'alluvione o roba simile faceva piazza pulita, salvando però:
- Quel povero padre di Annette, che nonostante tutto sa sempre come comportarsi e sopporta pazientemente gli isterismi della figlia;
- la sorella di Lucien, che è stata tanto furba da trasferirsi altrove per non venire contagiata anche lei dalla sfiga cronica della madre e del fratello;
- il maestro, che deve sopportare quella classe di psicopatici TUTTI i giorni!
Ma soprattutto salverei le vere vittime innocenti della situazione, ovvero:
- lo sfortunato Klaus, che ha subìto le conseguenze della lagnosità della trombettina che ha per padrone e le conseguenze del caratteraccio dell'ultrasfigato;
- il fedele e buon Pepèl, il cagnone di casa Barniel: a parte che si vede che è una creatura dolcissima, ma poi merita la massima considerazione solo perché deve sopportare un nome così stupido.
Fatta questa premessa fondamentale credo sia chiaro che si tratta solo di una perplessità che voglio condividere col gruppo nella speranza che possa spingere ad una riflessione (indipendentemente da ciò che ne scaturirà, anche nulla). Passo a rispondere.
Slanzard, la mia perplessità riguarda l'assenza di titoli nuovi sui quali all'utenza piacerebbe avere un opinione. Messi così i tuoi dati sembrerebbero darti ragione ma se li analizziamo nel dettaglio restano le perplessità. Innanzitutto: cosa intendiamo per titoli nuovi?
Se diciamo titoli che hanno meno di 10 anni allora il 35% di quelli presentati (ho fatto i conti) sono titoli molto vecchi
La cosa peggiora moltissimo se ci limitiamo agli ultimi 3 anni: i titoli datati diventano ben l'84%.
Infine se poi vogliamo fare un discorso del tipo "Ultime novità", troviamo un solo anime del 2012 in tutta questa lista. Un pò poco.
E' chiaro che i numeri poi possono interpretarsi in modi diversi, però.....
Michè, io non ce l'ho con gli anni 70, 80 e 90. Come hai letto dalla risposta a Slanzard, il mio è un discorso generale che magari mi è venuto da fare oggi col trittico anni 80. Ma ciò vale per un anime 1974 che con uno 2001. Quanto al fatto che la maggior parte dell'utenza faccia recensioni su titolo vintage è abbastanza logico in quanto avendo più anni il numero di persone che GIA' li conosce è più alto. E spiegare a qualcuno com'è un anime che sia è già visto è un servizio molto meno importante dei consigli che si potrebbero dare su titoli che la maggioranza non ha ancora visto. L'esistenza delle news, a mio avviso, non costituiscono una scusante, perchè sono annunci e non valutazioni. Quanto al volume di lavori che arrivano noto che le recensioni scelte appartengono in genere sempre agli stessi recensori (tra cui ci sono anch'io sia ben chiaro questo). Invece vedo che utenti che producono moltissimo come falcus (di cui non condivido, forse, mezza recensione ma scrive tanto e a mio avviso bene) non hanno uno spazio proporzionale al volume prodotto (potrei sbagliarmi su questo non le ho contate ma mi pare di averlo visto poco).
Ironic non discuto quello che dici. E' solo una questione di proporzioni, la mia non di qualità. E' ovvio che le nuove generazioni possono anche essere interessati a titoli vecchi ma almeno diamo una panoramica completa sennò è inutile. O si segue una politica precisa oppure non ha senso: ignorare titoli come Orange Road, Maison Ikkoku, ranma 1/2, Touch (e ti dico solo i primi che mi vengono in mente) dà una visione sbilanciata del passato. Tu dirai: ma ormai non arrivano più recensioni! A parte che credo ce ne siano abbastanza anche se datate, se la politica (che condivido solo in parte) deve essere dare spazio a tutte le età degli anime questa visione non può essere storpiata dal fatto che arrivano solo recensioni su alcuni generi.
Kotaro, alla tua osservazione ho risposto prima: non parlo solo di titoli pre 2000 e se ho fatto capire questo faccio ammenda. Solo una cosa: a un certo punto dici: "In realtà, non sono poi così tanti gli utenti che recensiscono serie pre-2000"....... ma qualcuno prima non aveva detto il contrario?
Ad ogni modo, data la mia età, credo che sia pacifico che le mie osservazioni non sono il frutto di un conflitto generazionale. Va dato spazio a tutte le età degli anime; solo non sono sicurissimo che questo sia il posto adatto. In fondo se esistono le news si potrebbe anche creare uno spazio settimanale del tipo "com'eravamo".
Un saluto a tutti, con questo si fa un pò di chiacchiere la stima verso staff e amici resta immutata
Complimenti anche a Onizuka e Hallymay (le recensioni di quest'ultima mi fanno sempre morire, è mitica )
In ogni caso, la gestione della rubrica è molto semplice, elementare anzi.
Arriva una recensione, il moderatore incaricato la legge, se rispetta il regolamento l'approva e se la ritiene sufficientemente ben scritta l'inserisce in un elenco di recensioni selezionate. Io apro quell'elenco, scelgo 3 recensioni e creo un nuovo appuntamento della rubrica, che viene pubblicato alla data selezionata. Fine, è tutto qui.
Se un titolo non compare mai in rubrica è perchè negli ultimi tempi non sono arrivate recensioni ritenute dai moderatori sufficientemente meritevoli da apparire in rubrica, se invece un titolo compare spesso è perchè sono arrivate tante recensioni meritevoli della stessa opera.
Perchè lo scopo della rubrica è premiare le recensioni ben fatte, invogliare gli utenti a recensire e a farlo bene in modo da venire in futuro anche loro presentati in questa rubrica. Il dare indicazioni all'utenza su che titoli seguire o ignorare è solo uno scopo secondario di questa rubrica.
Che le serie moderne tirino più delle vecchie e siano recensite di più, in realtà, è abbastanza assodato, vuoi anche perché ne fanno di più, sono più corte (e quindi si guardano più in fretta, si può recensire più in fretta e si possono recensire più serie), si trovano e se ne parla ovunque sulla rete, a differenza di altre serie di cui non si parla più perché "han già fatto il loro tempo" o non vengono mai replicate in tv.
Tanto per fare un esempio, piglia il recente Sword Art Online, ha 52 recensioni. Nell'arco di poche settimane, ha ottenuto un numero di recensioni che, per restare sul genere fantasy, La grande avventura di Dai (9 recensioni) e Slayers (15) possono solo sognarsi, anche se questi sono presenti nel nostro database da molto più tempo e hanno già diversi anni (e quindi una fanbase più consolidata) sulle spalle.
Di contro, insieme alla tendenza a seguire serie passo passo insieme alla trasmissione giapponese, c'è anche quella di recensirle quando sono ancora in corso e/o se ne sono visti pochi episodi. Questo, spesso, porta a recensioni striminzite, scritte male o poco attendibili, e quindi non utilizzabili per la rubrica (spesso e volentieri nemmeno per la semplice pubblicazione nella scheda). I moderatori che si occupano delle recensioni potranno benissimo confermarti questa cosa.
Detto questo, una bella recensione su Orange Road o Adachi in questa rubrica non dispiacerebbe nemmeno a me
In più, e questa non è una critica ma un dato di fatto, noto una certa tendenza generale nei commenti di diversi (non uno) membri dello staff per il ritorno all'antico. E, forse mi sbaglio, ciò sta avendo una certa influenza. Ripeto, ciò non è un male se fossi io lì probabilmente sarei contento di vedere più spazio dedicato agli harem (orange road è stato il mio anime iniziatico, quindi m'è rimasta una certa simpatia) e susciterei le proteste di chi li detesta. Io i vecchi non li detesto (e ci mancherebbe sono un classe 74), penso solo che forse meriterebbero una collocazione diversa rispetto ad uno strumento che non dovrebbe essere un mero premio verso chi scrive ma una rubrica con un occhio maggiore all'attualità.
Poi accetto tutto il resto, che le recensioni che arrivano sono solo queste (mettetevi d'accordo però!) che la qualità è quella che è, ecc ecc. In quel caso amen a chi piace la rubrica se la legge a chi non piace non se la legge. Però spero sempre (e solo questo) che le osservazioni fatte vengano analizzate e magari pure cestinate perchè sciocche o inattuabili, ma che mai costituiscano solo un fastidio. Da un confronto migliora sempre almeno una delle 2 parti; il più delle volte migliorano entrambe.
P.s. Sono d'accordo con te, kotaro, sulle recensioni fatte con poki episodi visti. Le considero davvero inutili e fuorvianti.
E' una piccola perla da 8 e 12!
Anette è da 6-7, così sembra un capolavoro, che non è! (Alla faccia della manica larga! Non è che le girelle meritano 9 a prescindere, eh!)
A livello di racconto siamo su un altro pianeta rispetto alle serie di oggi. C'è una classicità, una semplicità nella narrazione da catturare ogni fascia d'età! D'accordo con Micheles...
Per Baldios non credo proprio che quel voto lo rappresenti. Ma non posso dire altro perchè sono secoli che non lo vedo. E comunque l'inizio della recensione quando dice: "La leggenda dice...." ma quale leggenda? E' tutto vero. Andò proprio così...
Per quanto riguarda le annate degli anime recensiti, io penso che si debba insistere su queste vecchissime serie... Sarò anche di parte, ma è anche vero che le serie moderne, le più nuove, NON hanno bisogno di ulteriore pubblicità, ne hanno fin troppa... Orange road è addirittura tornato in auge grazie alla ristampa del manga! Invece le vecchie serie sono ormai state quasi del tutto abbandonate dalla TV (almeno in chiaro), quando invece meriterebbero maggiore attenzione, dopotutto l'ultima generazione non le conosce, e sarebbe il caso di farle conoscere: sia perché possano apprezzare con i loro occhi quei capolavori che spesso non erano solo trasformazioni, mostriciattoli, trottole, carte magiche e combattimenti vari, ma raccontavano storie belle, intense, sofferte, senza magici poteri e/o effetti speciali, ma non per questo meno appassionanti, sia perché possano rendersi conto del motivo per cui noi fortunati (sì, mi spiace per voi altri, ma io mi ritengo fortunatissima ad essere cresciuta con quella televisione, quei cartoni e non con quelli attuali ) bambini degli anni '80 siamo tanto legati ad esse.
In ogni caso non capisco perché porsi tutti questi problemi: in questa rubrica sono recensite 3 opere alla volta, basta inserire ogni volta 3 opere di 3 decenni diversi e saremo tutti soddisfatti, no?
Riportare qui recensioni di manga/anime recentissimi e che conosciamo più o meno tutti, farebbe si che questa rubrica perderebbe, secondo me ovviamente, gran parte della sua utilità
Baldios, ad esempio, è ottimo da vedere la sera. Compreso il film.
@hallymay: sono rare le volte in cui sono d'accordo con te e mi dispiace ç_ç
1. Divento un gran chiacchierone se la cosa mi interessa
2. Seguo anime sin da quando ero bambino; da un certo momento in poi ho notato che non c'è stato più un grande ricambio nei titoli che trasmettevano (tra l'altro orange road è un anime degli degli anni 80 non un titolo nuovo. Se ti infastidisce che pubblichino nuovamente un titolo visto ormai in tutte le salse sei addirittura più estremista di me che non ho mai chiesto la sua definitiva cancellazione). Da amatore mi stufai di vedere proposte sempre le stesse bellissime ma ormai straconosciutissime storie; finchè arriviamo a internet e ai fansubber che hanno rilanciato il settore. E ora che finalmente si può parlare di tanta roba che rappresenta qualcosa di diverso rispetto ai soliti titoli non mi va di perdermi in nostalgie, che tali non sono in quanto moltissimi di questi titoli venivano trasmessi (se non lo sono ancora da qualche parte) fino a ieri. Questo solo per spiegare il mio pensiero che è mio e mio soltanto. Non pretendo di essere il portavoce di nessuno, sia ben chiaro.
3. Faccio un parallelo musicale: c'è chi ama ancora, che ne so, Claudio Villa o i classici della musica napoletana. Cosa rispettabilissima, per carità, ma in genere i commenti che queste persone fanno sono gli stessi: eh la musica di oggi non è più bella come quella di una volta bla bla bla. Però non credo che, nonostante l'indubbia importanza di quel tipo di musica non credo che essa trovi molto spazio su rolling stones o su altre riviste omologhe. E la domanda che pongo è proprio questa: "a cosa va paragonato animeclick, a rolling stones o a nostalgia?". La risposta è a nessuno dei due, si vuole creare un sito onnicomprensivo. e va benissimo così dico solo che questa rubrica dovrebbe essere un (s)consiglio alla visione/lettura e in quanto tale dovrebbe attribuire più peso all'attualità e meno alla rivisitazione. Se poi si decidesse di creare uno spazio settimanale agli anime storici (quindi + spazio) io non avrei nulla da ridire anzi lo saluterei con entusiasmo.
Mi hanno spiegato perchè le cose vanno così, io continuo ad avere dei dubbi ma me li tengo per me; ma la pianto qui, sto rubando troppo spazio al commento delle tre recensioni che sono ben fatte e sarebbe meglio discutere di quelle
P.s. Ryoasuka: lo so e io sono una di quelle persone
Si dovrebbe parlare di animazione, serie tv-film o quello che è senza specificare e fermarsi sulla data di produzione.
Il paragone sulla musica napoletana non calza per me. Perchè non si fa un paragone con la musica anni 60-70?
Perchè non si fa un paragone coi film del passato? Quel cinema, e quella musica, sono eterni, e stanno sempre su ogni rivista, su ogni film che li cita, sulla bocca di tutti. QUando si parla di vecchia animazione invece da una parte la maggior parte (ma non tutti), iniziano a dire o che bei tempi, sbagliando già l'approccio, altri stroncano in partenza perchè datato.
Analizzare una serie per la sua qualità ormai è cosa rara. Internet e siti vari poi hanno una loro colpa anche loro, per aver diffuso un certo linguaggio e una distorsione sulle vecchie serie jap.
Serie vecchie = serie datate che è diverso da serie brutte. Dico solo che è paradossale che ci sia una sola serie del 2012 fra quelle citate da Slanzard. Non ci mettete dentro quello che non ci ho messo che anche senza sembro un eretico........
Sul paragone della musica scusa se te lo dico ma mi scendi un pò in basso, sti discorsi li facevo a 15 anni, a 30 anni che ho oggi non guardo certo di che anno è una canzone, io ascolto a 360, basta che mi piaccia! La musica è eterna!
Non posso accettare il fine "educativo" di cui mi parli; bisogna dar la giusta vetrina a tutto e lasciare che sia l'utente a scegliere. Ed io notavo che c'era un certo sbilanciamento verso serie più datate, che diventa notevole se si considera che il 2012 è quasi assente (il 2013 è appena iniziato e passi).
Condivido le critiche ai moderni ma proprio per questo sta rubrica diventa fondamentale per segnalare e far evitare gli anime-spazzatura; e in genere sono gli ultimi, alle origini gli anime erano più innocui rispetto ad oggi. E va segnalato se qualcosa si avvicina alle glorie del passato. Quanto al paragone con la musica, io stesso ultimamente mi sto appassionando ai sex pistol che cantavano quando ero in fasce. Era solo un esempio di come alcuni (non io) tendano a snobbare le nuove tendenze.
Infine: non ho mai detto che qui non devono più comparire anime datati, solo vedevo una tendenza che portava ad uno sbilanciamento di cui secondo me non c'è bisogno. Anzi ho proposto di fare una rubrica settimanale per le vecchie glorie (anche se immagino non verrà mai fatto) il che vorrebbe dire PIU' SPAZIO. Solo non qui.
Un saluto a tutti, se vi va di continuare la discussione vi aspetto sul mio blog, qui diamo fastidio
Là su i monti con Annette invece era una serie molto bella ed intensa. Peccato che certe serie non le trasmettano più in televisione.
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