Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo ai film Lupin III - First Contact, Tenshi no Tamago e Ninja Scroll.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo ai film Lupin III - First Contact, Tenshi no Tamago e Ninja Scroll.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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GianniGreed
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Lupin Terzo, il noto ladro gentiluomo, ci diverte e stupisce con le sue straordinarie avventure fatte di furti impossibili, inseguimenti spettacolari, sparatorie adrenaliniche da ormai molti anni. Lo abbiamo sempre visto agire insieme ai suoi compari: l'abile pistolero Jigen, la bella Fujiko, il silenzioso Goemon, e sempre al loro inseguimento c'è il tenace ispettore Zenigata.
Ma come e quando questi incredibili personaggi si sono incontrati per la prima volta? E' questa la domanda a cui questo quattordicesimo speciale televisivo di Lupin vuole rispondere.
"Lupin III - Episode 0 - First Contact" è, come intuibile dal titolo, un film che propone di raccontare l'origine della banda di Lupin.Tutto inizia a New York, dove una giornalista, che vuole scrivere un articolo su Lupin e soci, è intenta ad intervistare Jigen, che seppur riluttante, inizia a raccontare tutto… Al centro della vicenda c'è un cilindro fatto di un metallo indistruttibile, al cui interno è celata la formula chimica per creare quello stesso metallo. Lupin vuole rubarlo. Jigen è una delle guardie del corpo del boss mafioso padrone del cilindro, Fujiko è la fidanzata di un altro ladro con lo stesso obiettivo di Lupin, Goemon è alla ricerca della "chiave" per aprire il cilindro, mentre Zenigata è all'inseguimento di Fujiko. Gli obiettivi dei vari personaggi li porteranno tutti a convergere e niente sarà più lo stesso…
I disegni sono davvero ottimi, lo stile di disegno usato per questo film è molto bello da vedere e i personaggi sono al loro meglio.
Le musiche poi, non c'è bisogno di dirlo, curate da Yuji Ohno, sono stupende come sempre, e i due temi, usati all'inizio e alla fine, sono perfetti con le immagini che accompagnano, ma anche il resto della colonna sonora è di altissimo livello.
Il doppiaggio originale giapponese è davvero perfetto, e Kan'ichi Kurita su Lupin fornisce un ottima interpretazione.
Il doppiaggio nostrano non è da meno, l'unico problema evidente è che, anche in questo film, il cognome di Fujiko viene pronunciato all'inglese, cioè "main" anziché Mine come è giusto.
Personalmente penso che questo film di Lupin sia uno dei migliori realizzati, uno dei più belli e appassionanti per un fan di Lupin. La storia è davvero ottima e piena di colpi di scena, e il film scorre veloce senza mai annoiare, grazie alle trovate di Lupin e alle molte scene d'azione, sparatorie e inseguimenti d'auto, come da tradizione per i film del ladro gentiluomo. Vedere come tutti i personaggi si incontrano e scontrano, reagiscono uno alla personalità dell'altro, è davvero piacevole ed esaltante. Il finale poi è davvero un tocco di classe che rende questo film ancora più speciale.
Va detto che ci sono alcune incongruenze con quanto narrato nella prima serie anime, come anche il fatto che secondo me Lupin avrebbe dovuto indossare la giacca verde, ma sono dettagli che non intaccano minimamente un film bello e divertente che soddisferà di certo qualunque fan di Lupin e soci.
Ma come e quando questi incredibili personaggi si sono incontrati per la prima volta? E' questa la domanda a cui questo quattordicesimo speciale televisivo di Lupin vuole rispondere.
"Lupin III - Episode 0 - First Contact" è, come intuibile dal titolo, un film che propone di raccontare l'origine della banda di Lupin.Tutto inizia a New York, dove una giornalista, che vuole scrivere un articolo su Lupin e soci, è intenta ad intervistare Jigen, che seppur riluttante, inizia a raccontare tutto… Al centro della vicenda c'è un cilindro fatto di un metallo indistruttibile, al cui interno è celata la formula chimica per creare quello stesso metallo. Lupin vuole rubarlo. Jigen è una delle guardie del corpo del boss mafioso padrone del cilindro, Fujiko è la fidanzata di un altro ladro con lo stesso obiettivo di Lupin, Goemon è alla ricerca della "chiave" per aprire il cilindro, mentre Zenigata è all'inseguimento di Fujiko. Gli obiettivi dei vari personaggi li porteranno tutti a convergere e niente sarà più lo stesso…
I disegni sono davvero ottimi, lo stile di disegno usato per questo film è molto bello da vedere e i personaggi sono al loro meglio.
Le musiche poi, non c'è bisogno di dirlo, curate da Yuji Ohno, sono stupende come sempre, e i due temi, usati all'inizio e alla fine, sono perfetti con le immagini che accompagnano, ma anche il resto della colonna sonora è di altissimo livello.
Il doppiaggio originale giapponese è davvero perfetto, e Kan'ichi Kurita su Lupin fornisce un ottima interpretazione.
Il doppiaggio nostrano non è da meno, l'unico problema evidente è che, anche in questo film, il cognome di Fujiko viene pronunciato all'inglese, cioè "main" anziché Mine come è giusto.
Personalmente penso che questo film di Lupin sia uno dei migliori realizzati, uno dei più belli e appassionanti per un fan di Lupin. La storia è davvero ottima e piena di colpi di scena, e il film scorre veloce senza mai annoiare, grazie alle trovate di Lupin e alle molte scene d'azione, sparatorie e inseguimenti d'auto, come da tradizione per i film del ladro gentiluomo. Vedere come tutti i personaggi si incontrano e scontrano, reagiscono uno alla personalità dell'altro, è davvero piacevole ed esaltante. Il finale poi è davvero un tocco di classe che rende questo film ancora più speciale.
Va detto che ci sono alcune incongruenze con quanto narrato nella prima serie anime, come anche il fatto che secondo me Lupin avrebbe dovuto indossare la giacca verde, ma sono dettagli che non intaccano minimamente un film bello e divertente che soddisferà di certo qualunque fan di Lupin e soci.
Tenshi no Tamago
9.0/10
Recensione di Evangelion0189
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Credo che un capolavoro come quello di cui parlerò oggi possa tranquillamente essere oggetto di una tesi di laurea o anche di una o più monografie dedicate ad hoc. Sì, perché Tenshi no Tamago, titolo traducibile come "L'uovo dell'angelo", è talmente ricco di significati e denso di spunti di riflessione che se ne potrebbe parlare per ore interminabili. Scritto e diretto nel 1985 da una delle massime autorità nel campo dell'animazione giapponese, e cioè da Mamoru Oshii, autore tra le altre cose della trasposizione cinematografica di Ghost in the Shell e della sceneggiatura alla base di una splendida pellicola quale è Jin-Roh - Uomini e lupi, il film in questione dura a malapena un'ora e dieci minuti, ma pur con la sua breve durata lascia un segno indelebile nella mente dello spettatore. Potremmo considerare Tenshi no Tamago come il 2001: Odissea nello spazio dell'animazione del Sol Levante, in quanto le sue atmosfere, i suoi enigmi, la presenza di pochissimi criptici dialoghi ricordano abbastanza il capolavoro fantascientifico girato da Stanley Kubrick e scritto da Arthur C. Clarke. Eppure, nonostante questo, "L'uovo dell'angelo" ha un'identità tutta sua, una personalità talmente unica e singolare che è piuttosto difficile riassumere la sua trama, motivo per cui ho deciso di raccontarla quasi per intero. Ma non scoraggiatevi: parlarne prima di averlo visto e discuterne dopo averlo fatto sono due mondi a sé stanti.
Due mani pallide appartenenti alla stessa persona si muovono l'una verso l'altra; dopodiché si tramutano nella mano dalla carnagione più scura di qualcun'altro (una singolare introduzione a coloro che saranno i due e unici protagonisti). All'interno di un uovo, forse gigantesco, si muove il feto di un uccello. Una colossale nave sferica ricoperta da inquietanti statue giunge dal cielo sotto gli occhi di un soldato con in spalla un enorme fucile dall'aspetto organico. All'interno di un castello non meglio specificato un'eterea bambina dai lunghi capelli bianchi si sveglia: accanto a lei, poggiato sul letto, giace un uovo bianco. Si conclude così il prologo di Tenshi no Tamago. Seguiamo quindi gli spostamenti della bambina, chiedendoci se sia lei l'angelo o la creatura contenuta nell'uovo che porta sempre con sé. Lungo il suo cammino riempirà un'ampolla con dell'acqua, vagherà nelle strade di una città fantasma piena di edifici in stile rococò, si imbatterà in carri armati viventi fino a incontrare il soldato del prologo, le cui mani sono inspiegabilmente fasciate (che abbia delle stigmate? Non ci è dato saperlo). Entrambi parlano pochissimo e si chiedono a vicenda le loro rispettive identità, ma la domanda rimane senza risposta, così come il quesito inerente il contenuto dell'uovo. I due cominciano a camminare l'uno vicino all'altra, assistendo alla caccia ai pesci giganti da parte di mesti e grigi pescatori armati di canne e lance; ma i pesci non esistono e gli uomini inseguono delle mere chimere d'ombra. Intanto il soldato e la bambina giungono in una sorta di museo di storia naturale, colmo di scheletri di animali enormi e di una serie infinita di ampolle d'acqua, ormai quasi pietrificate. Qui il soldato menziona il passo biblico del Diluvio Universale, seppur con connotati più oscuri e drammatici, e si chiede se lui, il fantomatico angelo, la bambina e l'uovo non facciano tutti parte di un sogno. Scioccante lo scheletro alato col teschio umano rinvenuto poco dopo dai due. Nella notte, una volta addormentatasi la bambina, il soldato frantuma l'uovo in mille pezzi (cancellando per sempre la possibilità di scoprire cosa ci fosse al suo interno...). Una volta svegliatasi, lo shock per la bambina è così grande che fugge via senza meta; nel frattempo tutta la città gotica è sommersa dalle acque. Proprio quando sta per raggiungere il soldato, la piccola precipita in un baratro d'acqua, diventando estemporaneamente adulta e annegando. Dopodiché la ritroviamo nella gigantesca nave sferica che, stavolta, emerge dal mare sotto lo sguardo sempre vigile, ma estremamente malinconico, del soldato: la bambina e il suo uovo (ma non era stato distrutto?) sono ora una statua di pietra. Tutt'intorno, sulla terra, sono apparse diverse uova simili a quella vista all'inizio del film. L'inquadratura si allontana sempre più dal soldato, finché non vediamo a grande distanza un mondo immerso quasi interamente nell'oscurità.
A rendere Tenshi no Tamago tanto speciale sono le atmosfere evocative e inquietanti, l'ermetismo del suo svolgersi, la serie di dubbi che sorgono nella mente di chi guarda: è tutto reale? E se sì, cosa è successo? C'è una guerra in corso? Cos'è quello scheletro alato dal volto umano? Cosa c'è dentro l'uovo? Chi sono veramente il soldato e la bambina? Domande che però non trovano risposta. Naturalmente sulla rete imperversano migliaia di teorie, ma ho deciso di non leggerle per scrivere la presente recensione, donde risultarne influenzato. A mio avviso, il bello di un'opera come "L'uovo dell'angelo" è che si presta benissimo a una pletora di interpretazioni diverse e affascinanti ciascuna a modo suo, e personalmente ho apprezzato il film proprio per questo: per la sua straordinaria capacità di avvincere lo spettatore, inducendolo a pensare senza troppi giri di parole e trascinandolo in un mondo cupo e misterioso. A condire il tutto è una delle colonne sonore più belle mai udite in un prodotto d'animazione: il compositore Yoshihiro Kanno ci delizia con composizioni per pianoforte ma anche e soprattutto orchestrali e corali che si ispirano agli stili compositivi di grandi autori del Novecento come Erik Satie (la vena malinconica ed espressionista del pianoforte), Maurice Ravel e György Ligeti (i cori eterei e angoscianti) e infine Dmitrij Shostakovič (gli archi "stridenti"). In ultimo, ma non per questo meno importanti, il raffinato e curato character design di Yoshitaka Amano e le eccellenti animazioni dello Studio DEEN ci spingono ad ammirare più di una volta la ricercatezza visiva del film. Insomma, per la profondità dei contenuti nascosti e per la peculiarità della sua arte, Tenshi no Tamago è una perla di assoluta bellezza nel vasto mare dell'animazione internazionale.
Credo che un capolavoro come quello di cui parlerò oggi possa tranquillamente essere oggetto di una tesi di laurea o anche di una o più monografie dedicate ad hoc. Sì, perché Tenshi no Tamago, titolo traducibile come "L'uovo dell'angelo", è talmente ricco di significati e denso di spunti di riflessione che se ne potrebbe parlare per ore interminabili. Scritto e diretto nel 1985 da una delle massime autorità nel campo dell'animazione giapponese, e cioè da Mamoru Oshii, autore tra le altre cose della trasposizione cinematografica di Ghost in the Shell e della sceneggiatura alla base di una splendida pellicola quale è Jin-Roh - Uomini e lupi, il film in questione dura a malapena un'ora e dieci minuti, ma pur con la sua breve durata lascia un segno indelebile nella mente dello spettatore. Potremmo considerare Tenshi no Tamago come il 2001: Odissea nello spazio dell'animazione del Sol Levante, in quanto le sue atmosfere, i suoi enigmi, la presenza di pochissimi criptici dialoghi ricordano abbastanza il capolavoro fantascientifico girato da Stanley Kubrick e scritto da Arthur C. Clarke. Eppure, nonostante questo, "L'uovo dell'angelo" ha un'identità tutta sua, una personalità talmente unica e singolare che è piuttosto difficile riassumere la sua trama, motivo per cui ho deciso di raccontarla quasi per intero. Ma non scoraggiatevi: parlarne prima di averlo visto e discuterne dopo averlo fatto sono due mondi a sé stanti.
Due mani pallide appartenenti alla stessa persona si muovono l'una verso l'altra; dopodiché si tramutano nella mano dalla carnagione più scura di qualcun'altro (una singolare introduzione a coloro che saranno i due e unici protagonisti). All'interno di un uovo, forse gigantesco, si muove il feto di un uccello. Una colossale nave sferica ricoperta da inquietanti statue giunge dal cielo sotto gli occhi di un soldato con in spalla un enorme fucile dall'aspetto organico. All'interno di un castello non meglio specificato un'eterea bambina dai lunghi capelli bianchi si sveglia: accanto a lei, poggiato sul letto, giace un uovo bianco. Si conclude così il prologo di Tenshi no Tamago. Seguiamo quindi gli spostamenti della bambina, chiedendoci se sia lei l'angelo o la creatura contenuta nell'uovo che porta sempre con sé. Lungo il suo cammino riempirà un'ampolla con dell'acqua, vagherà nelle strade di una città fantasma piena di edifici in stile rococò, si imbatterà in carri armati viventi fino a incontrare il soldato del prologo, le cui mani sono inspiegabilmente fasciate (che abbia delle stigmate? Non ci è dato saperlo). Entrambi parlano pochissimo e si chiedono a vicenda le loro rispettive identità, ma la domanda rimane senza risposta, così come il quesito inerente il contenuto dell'uovo. I due cominciano a camminare l'uno vicino all'altra, assistendo alla caccia ai pesci giganti da parte di mesti e grigi pescatori armati di canne e lance; ma i pesci non esistono e gli uomini inseguono delle mere chimere d'ombra. Intanto il soldato e la bambina giungono in una sorta di museo di storia naturale, colmo di scheletri di animali enormi e di una serie infinita di ampolle d'acqua, ormai quasi pietrificate. Qui il soldato menziona il passo biblico del Diluvio Universale, seppur con connotati più oscuri e drammatici, e si chiede se lui, il fantomatico angelo, la bambina e l'uovo non facciano tutti parte di un sogno. Scioccante lo scheletro alato col teschio umano rinvenuto poco dopo dai due. Nella notte, una volta addormentatasi la bambina, il soldato frantuma l'uovo in mille pezzi (cancellando per sempre la possibilità di scoprire cosa ci fosse al suo interno...). Una volta svegliatasi, lo shock per la bambina è così grande che fugge via senza meta; nel frattempo tutta la città gotica è sommersa dalle acque. Proprio quando sta per raggiungere il soldato, la piccola precipita in un baratro d'acqua, diventando estemporaneamente adulta e annegando. Dopodiché la ritroviamo nella gigantesca nave sferica che, stavolta, emerge dal mare sotto lo sguardo sempre vigile, ma estremamente malinconico, del soldato: la bambina e il suo uovo (ma non era stato distrutto?) sono ora una statua di pietra. Tutt'intorno, sulla terra, sono apparse diverse uova simili a quella vista all'inizio del film. L'inquadratura si allontana sempre più dal soldato, finché non vediamo a grande distanza un mondo immerso quasi interamente nell'oscurità.
A rendere Tenshi no Tamago tanto speciale sono le atmosfere evocative e inquietanti, l'ermetismo del suo svolgersi, la serie di dubbi che sorgono nella mente di chi guarda: è tutto reale? E se sì, cosa è successo? C'è una guerra in corso? Cos'è quello scheletro alato dal volto umano? Cosa c'è dentro l'uovo? Chi sono veramente il soldato e la bambina? Domande che però non trovano risposta. Naturalmente sulla rete imperversano migliaia di teorie, ma ho deciso di non leggerle per scrivere la presente recensione, donde risultarne influenzato. A mio avviso, il bello di un'opera come "L'uovo dell'angelo" è che si presta benissimo a una pletora di interpretazioni diverse e affascinanti ciascuna a modo suo, e personalmente ho apprezzato il film proprio per questo: per la sua straordinaria capacità di avvincere lo spettatore, inducendolo a pensare senza troppi giri di parole e trascinandolo in un mondo cupo e misterioso. A condire il tutto è una delle colonne sonore più belle mai udite in un prodotto d'animazione: il compositore Yoshihiro Kanno ci delizia con composizioni per pianoforte ma anche e soprattutto orchestrali e corali che si ispirano agli stili compositivi di grandi autori del Novecento come Erik Satie (la vena malinconica ed espressionista del pianoforte), Maurice Ravel e György Ligeti (i cori eterei e angoscianti) e infine Dmitrij Shostakovič (gli archi "stridenti"). In ultimo, ma non per questo meno importanti, il raffinato e curato character design di Yoshitaka Amano e le eccellenti animazioni dello Studio DEEN ci spingono ad ammirare più di una volta la ricercatezza visiva del film. Insomma, per la profondità dei contenuti nascosti e per la peculiarità della sua arte, Tenshi no Tamago è una perla di assoluta bellezza nel vasto mare dell'animazione internazionale.
Ninja Scroll
9.0/10
Recensione di AkiraSakura
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Questo film segna definitivamente la maturità del regista Yoshiaki Kawajiri, già autore di "Wicked city", "Cyber city Oedo 808" e "Demon city Shinjuku". In questi anime, nonostante la notevole perizia registica, la maniacale cura dei dettagli e il character design perfetto, erano presenti dei dialoghi carenti e una generale mancanza di contenuti. In "Ninja Scroll", invece, non è così e, oltre al formidabile apparato tecnico e registico, sarà presente un'ottima trama, di stampo storico-fantastico (i demoni sono onnipresenti nelle opere del regista!) e dei personaggi caratterizzati benissimo.
Kibagami Jubei è un ninja errante dal passato tormentato che per caso si imbatte in Kagero, bellissima ninja reduce dal massacro dei suoi compagni da parte di un demone di pietra, e nel vecchio e meschino Dakuan, agente segreto del governo. Quest'ultimo ingaggia, per mezzo di un ricatto, Kibagami, al fine di usare la sua forza per contrastare un colpo di stato a danno dello shogun dei Tokugawa, programmato da dei misteriosi e carismatici demoni.
La trama è molto semplice, ma funziona alla grande: molti saranno i colpi di scena, gli intrighi e i tradimenti, tutti elementi che scorreranno veloci attraverso una sceneggiatura e un montaggio magistrali.
I personaggi principali sono ben caratterizzati, e finalmente il protagonista, nei combattimenti e nelle faccende di cuore, mostra un po' di vulnerabilità, cosa che non si era mai vista nei film precedenti di Kawajiri. Inoltre le scene di sesso, spesso inserite dal regista a caso e senza un contesto, come ad esempio in "Wicked City", in "Ninja Scroll" sono praticamente assenti: l'amore che nasce tra i protagonisti viene comunicato attraverso gli sguardi, le parole, le azioni.
Le inquadrature studiatissime, la scelta delle ombre, i primi piani, le atmosfere cupe e affascinanti, i richiami alla cultura e alla storia del Giappone rendono questo film un caposaldo del suo genere, che può ricordare una versione fantastica e "darkeggiante" dei film firmati da Kurosawa sui samurai. I contenuti questa volta ci sono: il potere, la rinuncia, la via del bushido, l'amore e la morte, la solitudine dell'eterno guerriero, che vaga senza meta alla ricerca di vendetta. Splendido.
Kibagami Jubei è un ninja errante dal passato tormentato che per caso si imbatte in Kagero, bellissima ninja reduce dal massacro dei suoi compagni da parte di un demone di pietra, e nel vecchio e meschino Dakuan, agente segreto del governo. Quest'ultimo ingaggia, per mezzo di un ricatto, Kibagami, al fine di usare la sua forza per contrastare un colpo di stato a danno dello shogun dei Tokugawa, programmato da dei misteriosi e carismatici demoni.
La trama è molto semplice, ma funziona alla grande: molti saranno i colpi di scena, gli intrighi e i tradimenti, tutti elementi che scorreranno veloci attraverso una sceneggiatura e un montaggio magistrali.
I personaggi principali sono ben caratterizzati, e finalmente il protagonista, nei combattimenti e nelle faccende di cuore, mostra un po' di vulnerabilità, cosa che non si era mai vista nei film precedenti di Kawajiri. Inoltre le scene di sesso, spesso inserite dal regista a caso e senza un contesto, come ad esempio in "Wicked City", in "Ninja Scroll" sono praticamente assenti: l'amore che nasce tra i protagonisti viene comunicato attraverso gli sguardi, le parole, le azioni.
Le inquadrature studiatissime, la scelta delle ombre, i primi piani, le atmosfere cupe e affascinanti, i richiami alla cultura e alla storia del Giappone rendono questo film un caposaldo del suo genere, che può ricordare una versione fantastica e "darkeggiante" dei film firmati da Kurosawa sui samurai. I contenuti questa volta ci sono: il potere, la rinuncia, la via del bushido, l'amore e la morte, la solitudine dell'eterno guerriero, che vaga senza meta alla ricerca di vendetta. Splendido.
Complimenti a Evangelion0189 per la recensione, soprattutto mi ha colpito ed ho trovato appropriata la definizione di Tenshi no Tamago come "il 2001: Odissea nello spazio dell'animazione del Sol Levante".
Gli altri due non li conosco, ma Ninja Scroll mi incuriosisce.
Personalmente lo special di Lupin non mi ha entusiasmato molto: secondo me ne hanno realizzati di migliori.
Tenshi no Tamago l'ho in lista da tempo, e prima o poi lo guarderò con attenzione e interesse.
Un capolavoro dai connotati metafisici e concettuali non comuni in questo vasto campo.
Anche la recensione del mitico Ninja Scroll mi sembra ben strutturata
Mi manca solo "Tenshi no tamago", lo vedrò solo per curiosità perché non è il mio genere.
Concordo con Eva, tuttavia l'interpretazione del film che prediligo e' quella della perdita della fede, infatti poco prima di girare il film Oshii aveva abbandonato il cristianesimo.
Il First Contact di Lupin non ricordo se l'ho visto o meno a dire il vero...
Ninja Scroll invece mi interessa da un po' ma non ho mai avuto occasione di vederlo...
Complimenti ai tre ^^
Vi ringrazio per aver pubblicato la mia recensione di "Tenshi no Tamago", un film atipico che richiede tutta la concentrazione possibile da parte dello spettatore. Mi ha lasciato un ricordo indelebile.
Complimenti a tutti!
Il chara design è suggestivo, angosciante, strano e quindi fa molta atmosfera. La regia è ottima e la messa in scena è angosciante. Una delle opere più strane che abbia mai visto, io gli ho dato un bell'8.
Un regista come Mamoru Oshii, va difeso e visto, perché è uno dei pochi registi che in questo panorama cinematografico odierno, fa cose molto interessanti, non a caso è il miglior regista d'animazione vivente.
Riguardo il film di Lupin…carina l'idea di voler esplorare il passato del protagonista, mi è piaciuto, una discreta pellicola.
"la bambina e il suo uovo (ma non era stato distrutto?)"
Inutile chiederselo, non si deve guardare al film in modo fattuale, quella scena, come tutte le altre del resto, è chiaramente simbolica.
Non è per tutti, è sperimentale, quasi muto, alieno, ma appartiene a quelle opere di nicchia, quando erano davvero poche a quei tempi e di nicchia! Non come oggi dove l'animazione è tutta di nicchia, e i pochi sono diventati tanti stravolgendo tutta l'animazione.
Guardate questo film, capirete la differenza di quegli anni (fatta di registi) e di questi (fatta di otaku).
Tenshi no tamago ce l'ho in wishlist da una vita, è ora che lo recuperi.
Dopo la lettura della rispettiva rece, da fan di Lupin III mi interesserebbe anche First contact.
Complimenti agli autori!
"Ninja Scroll" è uno di quegli anime che non so quante volte ho rivisto. Torbido, emozionante, intenso... assolutamente consigliato!
Why he's cool, you know, he uses his walther
Yeah, the machine cries, bang bang
Yeah he is Lupin The Third, nice man, yeah he smiles
But he gets angry, sometimes
But, he's a groovy guy
Yeah, Lupin The Third
Go, go man
You're got to, feel it!
Yeah Lupin, yeah Lupin
You're Great!
Tenshi no tamago prima o poi lo dovrò vedere.
Mi dispiace che tu te la sia presa, ma non vedo perchè se dico quello che penso debba allora essere preso, solo perchè è un'opinione negativa, per un troll. Il tuo "riassunto" (che poi, il compito di "incuriosire" è proprio del trailer non di una recensione, una recensione serve per analizzare, a parer mio), faccio notare, occupa la maggior parte della recensione, la cui unica parte "buona" a mio parere è quella conclusiva. Dico solo che si è esagerato in quel senso.
Forse non sono io che devo scendere dal piedistallo, se reagisci in così malo modo ad una critica normale come la mia non so come reagiresti a degli insulti.
Arrivederci.
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