Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con la collaborazione fra Animeclick.it e il blog Bibliotecagiapponese.it, curato da Anna Lisa Somma, ventinove anni, studi a Lettere Moderne a Pisa e a Roma, socia dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e appassionata di letterature comparate, japonisme e influenze della letteratura giapponese su quella italiana e francese. Inoltre (sono parole sue) un libro e una tazza di tè sempre a portata di mano. Grazie a lei, in questa rubrica aperiodica, scopriremo piccole perle di cultura e letteratura giapponese, sia antica che contemporanea. Non dimenticate di seguirla anche sulla sua pagina Facebook!
Temibili, implacabili e a tratti inquietanti: così erano visti i kamikaze nel corso della seconda guerra mondiale. Il loro appellativo – che letteralmente significa «vento divino» – proviene da una famosa pagina della storia nipponica: nel 1274 e nel 1281 le truppe mongole tentarono di invadere l’arcipelago ma, a quanto si racconta, furono respinte da due tifoni, considerate dai giapponesi manifestazioni di un benevolo soffio soprannaturale.
Brevi e intense, le esistenze dei kamikaze si concludevano come una raffica impetuosa, nella stessa atmosfera malinconica di una brezza di petali di ciliegio che volteggia nell’aria di primavera; e, in modo del tutto simile ai sakura, gli uomini erano spesso destinati a morire prematuramente, nel pieno rigoglio delle forze. Queste suggestive somiglianze furono apprezzate anche dalle gerarchie militari, che spinsero a più riprese sull’identificazione tra i fiori e le vite di coloro che decidevano di immolarsi per il bene del paese.
Non a caso, uno degli aerei utilizzati per le missioni era lo Yokosuka MXY7, detto anche Ōka (bocciolo di ciiliegio), decorato sulla parte anteriore dalla fusoliera col disegno stilizzato del sakura, mentre fra le quattro unità del gruppo d’attacco suicida Shinpū Tokubetsu Kōgeki Tai – che prendevano il nome da alcuni elementi citati in una composizione di Motōri Norinaga (“Se mi si chiede cos'è l'anima della razza giapponese della bella isola/, rispondo che è come fiori di ciliegio selvaggio, che profumano sotto il sol levante.“)–, figurava anche la Yamazakura (sakura di montagna).
Ricorda infatti Nagatsuka Ryuji, nella sua autobiografia Ero un kamikaze:
Celebre, infine, è la cosiddetta Canzone dei fiori di uno stesso ciliegio, riportata sempre da Nagatsuka Ryuji, divenuta una sorta di inno dei combattenti pronti a sacrificarsi senza rimpianto (si può ascoltare qui):
sbocciamo nel cortile dello stesso corpo di aviazione.
Così come sbocciamo alla stessa data,
dovremmo cadere nello stesso giorno.
Siamo destinati a sfiorire con coraggio e insieme
per difendere il nostro paese.
Sebbene le vite dei soldati non siano state sufficienti per conquistare la vittoria e siano appassite oramai da decenni, la loro fragranza aleggia ancora oggi, fra leggenda e storia. E noi non possiamo esserne che affascinati e turbati.
Per approfondire:
Emiko Ohnuki-Tierney, La vera storia dei kamikaze giapponesi. La militarizzazione dell’estetica nell’Impero del Sol Levante (trad. di Carmen Covito e Elena Dal Pra), Mondadori, 2004
Nagatsuka Ryuji, Ero un kamikaze. I cavalieri del vento divino, Pigreco, 2013
Anna Lisa Somma
Bibliotecagiapponese.it
Che belle parole. Un articolo bellissimo. Proprio qualche settimana discutevo di questa tematica dei Kamikaze con un professore.
Mi piace questa collaborazione con Bibliotecagiapponese. Complimenti
Ma l'Oka tecnicamente non è un aereo ma una bomba pilotata in quanto manca di motore ed era stata progettata per essere sganciata dai bombardieri e guidata da un pilota, che poteva solamente planare e avere un'accelerazione finale accendendo un razzo in coda.
Bell'articolo, perfettamente intonato a questo periodo dell'hanami: avete visto le foto pubblicate da Repubblica oggi?
Utsukushiku kabuku hana no you ni Chiriyuku hiizuru hatamoto ni
SAKURA, SAKURA Maichiru hana ni kokoro ubaware Yume misaserare
SAKURA, SAKURA Jimen ni ochita hana ni kizukazu tada fuminijiru...
Per i vassalli del Sol Levante che cadono dal cielo come splendidi fiori
SAKURA, SAKURA Il nostro cuore viene rapito e rimane incantato da questi fiori danzanti
SAKURA, SAKURA Che poi calpestiamo, una volta caduti a terra, senza farci caso...
Grazie mille per le informazioni ^^
Felice però che questa collaborazione vi piaccia tanto
Sui Kamikaze ho letto un libro di Leonardo Vittorio Arena intitolato "Kamikaze - L'epopea dei guerrieri suicidi", dove tra l'altro viene detto che i giapponesi preferivano denominare questo tipo di strategia "Shinpuu" utilizzando la lettura on dei kanji, ritenendola più solenne rispetto alla kun, cioè "Kamikaze", che invece era utilizzata dai nippo-americani che militavano nelle forze armate statunitensi.
Alla fine tanti poveri ragazzi, alcuni persino minorenni, vennero spinti ad immolarsi per una causa ormai del tutto persa, e la maggior parte di loro vennero abbatuti prima di riuscire a colpire il bersaglio, rendendo così ancor più inutile la loro orribile fine! :'(
Non erano tutti dei pazzi malati di nazionalismo, molti lo fecero a malincuore, spinti dal perverso clima psicologico che veniva creato ad arte per costringerli a compiere quella scelta, in una società dove venire disonorati era considerato peggio della morte stessa! No, non è giusto condannarli o deriderli, come spesso si tende superficialmente fare in occidente! I veri colpevoli furono i capi militari che reggevano il governo giapponese in quell'epoca.
Magari l hanno inziata loro la guerra ,
Chi è morto per proteggere il proprio paese , per non parlare di cose tipo liberta e democrazia , stava dall altra parte
(anche se oggi detta cosi puo sembrare un po retro')
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