Biblioteca giapponese Manifesto

Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con la collaborazione fra Animeclick.it e il blog Bibliotecagiapponese.it, curato da Anna Lisa Somma, ventinove anni, studi a Lettere Moderne a Pisa e a Roma, socia dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e appassionata di letterature comparate, japonisme e influenze della letteratura giapponese su quella italiana e francese. Inoltre (sono parole sue) un libro e una tazza di tè sempre a portata di mano. Grazie a lei, in questa rubrica aperiodica, scopriremo piccole perle di cultura e letteratura giapponese, sia antica che contemporanea. Non dimenticate di seguirla anche sulla sua pagina Facebook!

 
Il Giappone in cucina di Graziana Canova Tura
 


L’amore per una nazione a volte si rivela dai particolari: la capacità di rievocare i profumi di una stagione, il ricordo di un sapore lontano, la cura con cui si scelgono le bacchette che guideranno il nostro pasto…

Il Giappone in cucina (nuova edizione riveduta e aggiornata, Ponte alle grazie, 2009, pp. 397) di Graziana Canova Tura racchiude tutto questo, e molto altro ancora. E’, in primo luogo, una dichiarazione d’amore per un paese che ha accolto l’autrice per anni, ripagandola in abbondanza quando lei, con incondizionata fiducia, ha iniziato a cibarsi dei suoi piatti e, attraverso di loro, della storia e della sensibilità di un popolo.


Proprio per questa ragione il volume, sebbene contenga circa duecento accurate preparazioni che spaziano dagli aperitivi ai dolci, non poche delle quali adatte anche a vegetariani e vegani, spesso accompagnate da curiosità e suggerimenti, va ben oltre il semplice ricettario: si presenta, piuttosto, come un‘insolita enciclopedia della cultura gastronomica del Sol Levante, che non sa e non vuole fermarsi dinanzi ai pregiudizi e ai timori occidentali.


Oltre alle basi indispensabili della cucina giapponese (ingredienti, taglio delle verdure e del pesce, scelta dell’attrezzatura e dei coltelli), vengono fornite interessanti riflessioni su un argomento tanto inconsueto (e forse sottovalutato in Italia) quanto interessante: l’estetica della tavola.
La frugalità e l’eleganza dei pasti nipponici, che a noi paiono così immediate, sono infatti frutto di una ricerca attenta a combinare nel modo migliore forme, colori e suggestioni, che Graziana Canova Tura illustra in modo sintetico ma efficace.

Nel complesso, il suo approccio alla cucina è volutamente tradizionalista: dà quindi grande rilievo ai piatti canonici, riservando alcuni spazi a quelli fusion diffusi negli ultimi tempi e condendo il tutto con uno stile vivace, da cui traspaiono passione e competenza.
Aneddoti, consigli, spunti stimolanti per l’appetito e la ‘fame’ costante di Giappone: ognuno, di certo, troverà in queste pagine ciò che sta cercando.

 
Il Menù di Yocci di Noda Yoshiko

 

Io credo profondamente nei colpi di fulmine. Soprattutto in fatto di libri.

Con Il Menù di Yocci - alias Noda Yoshiko, (ed. Corraini, 2011, pp. 44) è stato amore a prima vista: per via della sua genuina semplicità, del testo in italiano e in giapponese, dell’atmosfera giocosa che si respira in ogni pagina.
Il volume è, sin dal titolo, ciò che promette: un menù comprendente alcune delle più celebri pietanze della tradizione giapponese, accompagnate da una breve e chiara spiegazione e, non di rado, dalla ricetta per sperimentarle a casa propria, condita da curiosità sulla cultura del Sol Levante (lo sapevate, per esempio, che i kitsune udon si chiamano così in onore della volpe, ghiotta del tofu fritto che è utilizzato in questo piatto?).

Non lasciatevi ingannare dall’aria kawaii e un po’ infantile dei disegni: l’autrice (sì, proprio quella figurina riccia e sorridente che appare nel libro alle prese con pentole e ingredienti dall’aspetto bizzarro) è infatti laureata in pittura presso l’Università di Belle Arti di Osaka e all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
 

Il suo tratto rapido e stilizzato, le campiture di colore realizzate a pastello, i simpatici strafalcioni in italiano non fanno che rendere più originale e, soprattutto, autentico questo libretto, che va coraggiosamente controcorrente in un’editoria gastronomica spesso solleticata dalla tentazione di fare della reflex (e del relativo Photoshop), piuttosto che delle vivande, il suo cavallo di battaglia.

E così, dall’immancabile sushi fino ad arrivare al meno noto chikuzen-ni, passando per il tamagoyaki, i mochi, lo zenzaie e altro ancora, ci ritroviamo proiettati in un album che assomiglia a una fiaba, in cui - mettendo da parte ogni ricerca dell‘umami o del kokumi, il misterioso gusto-non-gusto, il cibo può essere allo stesso tempo punto di partenza e meta di un viaggio sensoriale e culturale.

Sfogliata anche l’ultima pagina, gli occhi sono sazi, ma la curiosità – anziché appagarsi – è diventata, come la fame, più acuta: effetti collaterali di una lettura davvero saporita.

 
Cucina giapponese di casa di Kurihara Harumi



Ingredienti:

- Kurihara Harumi, un’ottima cuoca e food writer giapponese;

- una buona dose di entusiasmo;

- una nutrita raccolta di gustose ricette casalinghe pressoché sconosciute in Europa;

- un ricco apparato di bellissime foto;

- una casa editrice di classe, ossia la Guido Tommasi Editore.

Procedimento:

Ponete la cuoca-foodwriter dinanzi al suo ricettario privato; non dimenticate di lasciarle accanto carta e penna.

Aspettate che gli occhi le si illumino e che l’ispirazione prenda il sopravvento.

Consegnate tutto a un buon grafico, capace di dare a ogni pagina una nota di originalità e di colore.
Et voilà, Cucina giapponese di casa è pronto!

Mi sono concessa questo piccolo divertissement per parlarvi di un volume che apprezzo molto, Cucina giapponese di casa di Kurihara Harumi (Guido Tommasi Editore, pp. 192). Si tratta di un’opera molto diversa da quelle che siamo abituati a scorgere negli scaffali delle librerie: niente sushi a profusione, niente banalità, niente ricette alchemiche che prevedono difficilmente reperibili o costosi.

Nell’introduzione, l’autrice delinea in modo rapido e limpido i principi fondanti della cucina del Sol Levante e della sua personale visione dell’universo culinario: prodotti di stagione e di qualità, piatti leggeri e vari, attenzione costante agli accostamenti gastronomici ed estetici.
Seguono una veloce panoramica sugli ingredienti da tenere in dispensa e un’ampia rassegna di ricette ‘rubate’ alle casalinghe nipponiche, facili da realizzare e adatte alla vita di tutti i giorni; penso, per esempio, al riso saltato con polpa di granchio, agli onigiri al pollo, al maiale allo zenzero…
Neppure i vegetariani rimarranno a bocca asciutta: le patate con salsa alla soia dolce si accompagnano all’insalata di tofu con condimento al sesamo e ad altre numerose preparazioni animally correct.

Ogni ricetta è introdotta da alcune righe di presentazione, in cui l’autrice prodiga consigli, alternandoli con note sulla cucina giapponese; subito dopo troviamo l’indicazione delle dosi esatte degli ingredienti e la descrizione del procedimento spiegato passo passo con estrema chiarezza. Conclude il tutto una breve appendice dedicata agli indirizzi utili, italiani e inglesi, per reperire cibi, salse e accessori giapponesi.

L’entusiasmo di Harumi e il suo costante desiderio di aiutare anche il lettore-cuoco più sprovveduto sono percepibili in ogni pagina e si riflettono persino nelle immagini che la ritraggono; scopriamo così una donna dal volto dolce, che sorride in quel modo discreto e un po’ timido tipico dei giapponesi: altro che le espressioni accigliate o pretenziose di certi chef!

Insomma, il ricettario (anche se è riduttivo chiamarlo in questa maniera) presenta un unico inconveniente: al momento di chiudere il libro avrete sicuramente l’acquolina in bocca, ma, in compenso, vi ritroverete con lo sguardo sazio di piccole meraviglie e, di certo, un po’ più innamorati della sorprendente cucina giapponese.

Anna Lisa Somma
Bibliotecagiapponese.it