Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con la collaborazione fra Animeclick.it e il blog Bibliotecagiapponese.it, curato da Anna Lisa Somma, ventinove anni, studi a Lettere Moderne a Pisa e a Roma, socia dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e appassionata di letterature comparate, japonisme e influenze della letteratura giapponese su quella italiana e francese. Inoltre (sono parole sue) un libro e una tazza di tè sempre a portata di mano. Grazie a lei, in questa rubrica aperiodica, scopriremo piccole perle di cultura e letteratura giapponese, sia antica che contemporanea. Non dimenticate di seguirla anche sulla sua pagina Facebook!
Un nugolo di rughe profonde, e poi due occhi vivaci, e un piccolissimo sorriso sincero che si fa strada: così si presenta Toyo Shibata (1911-2013), poetessa salita alla ribalta in Giappone per aver pubblicato una raccolta di liriche composte in tarda età, capace di vendere oltre un milione di copie.
Versi semplici e impastati di quotidianità, quelli di Toyo Shibata, ma capaci di far breccia nei cuori grazie alla tenerezza e alla positività che emanano.
Di notte, dopo che la badante se ne è andata, davanti la tv, Toyo Shibata inizia a comporre poesie per combattere la depressione. Parola dopo parola, dà vita a un’antologia, "Kujikenaide" (che suona come “Non perdete la speranza”), pubblicata nel 2009, che vende un milione e mezzo di copie. Unico particolare: l’autrice ha novantotto anni.
Il suo primo lavoro dato alle stampe in Italia è stato "Se sei triste guarda il cielo". Questa la lirica che dà il titolo al volumetto:
Quando sono triste guardo il cielo:
nuvole che hanno l’aspetto di una famiglia,
nuvole simili alla cartina del Giappone.
Ci sono anche nuvole che si divertono ad inseguirsi.
Ma dove andranno tutte quante?
Al tramonto, le nuvole tinte di rosso,
di notte, le stelle del firmamento.
Anche tu devi trovare il tempo
di alzare lo sguardo al cielo!
L’autrice, infatti, instancabilmente ottimista pur avendo avuto un’esistenza non priva di dolori e sacrifici, non smette mai di ribadire, senza mai dimenticare l’ironia, la propria passione per la vita, malgrado tutto o, piuttosto, in virtù di tutto.
Momenti felici, lutti, disavventure di ogni giorno, insospettabili gentilezze, riflessioni sulla morte intrise di serena attesa: di ciò vivono le poesie della donna, e basta un nonnulla, la vista del cielo dal letto d’ospedale, un portamonete regalatole dal figlio quand’era bambino, il ricordo d’un amore perduto, per farle germogliare dalla pagina e radicarsi nell’animo nel lettore.
ho imparato a cucire,
da mio marito
ho imparato a essere paziente.
Mio figlio mi ha insegnato
a scrivere poesie.
Mi sono stati
tutti utili.
E adesso,
alla fine della mia vita,
il terremoto mi ha insegnato
la gentilezza delle persone.
Come sono contenta di vivere!
E' ritornata poi nelle librerie del nostro paese con "Rialzati e sorridi" in cui trovano posto anche brevi prose.
Non di rado nelle sue riflessioni in forma poetica emerge tutta la saggezza e l’esperienza accumulate in una lunga vita, che ha conosciuto gioie e dolori:
rammaricandoti per la tua sfortuna!
I raggi del sole e la brezza
sono imparziali,
e si può ugualmente
sognare.
Per quanto abbia sofferto,
sono felice
di aver vissuto la mia vita.
Non perderti d’animo neppure tu!
Ho deciso di concendermi la rilettura del primo libro di Toyo Shibata edito in Italia, "Se sei triste guarda il cielo", in un pomeriggio di pioggia, sorseggiando il tè verde speziato Green chai e gustando un tipico dolcetto giapponese (una sorta di panino) chiamato dorayaki, preparato da me.
Qui di seguito la ricetta!
Dorayaki
* 100 g di farina 00 setacciata
* 2 uova a temperatura ambiente (preferibilmente provenienti da allevamento a terra all’aperto; si riconoscono perché la prima cifra del loro codice comincia con 0 o 1)
* mezzo cucchiaino di lievito
* 50 g di zucchero
* un cucchiaio di miele
* due cucchiai di acqua
Monta le uova e lo zucchero sino a ottenere un composto liscio. Aggiungi poco alla volta la farina e mescola. Unisci poi il miele e il lievito disciolto in due cucchiai d’acqua. Mescola tutto e, quando il composto è ben omogeno, lascia riposare per almeno mezz’ora.
Fai scaldare una padella antiaderente sul fuoco per qualche minuto; poi, con l’aiuto di un mestolo, prendi il composto e versalo nella padella, formando una specie di frittatina dolce. Non mescolare assolutamente. Quando sulla superficie del composto appariranno delle bollicine, gira il pancake.
Attenzione: l’altro lato del dolce deve essere un pochino meno cotto dell’altro e rimanere meno brunito e più morbido. Se il composto sembra troppo denso, aggiungi uno o due cucchiai di acqua.
Dopo aver preparato e fatto raffreddare per bene i pancake, puoi finalmente farcirli. Sul lato meno cotto spalma la quantità di anko (ripieno di fagioli rossi) desiderata e poi richiudi il dorayaki, ponendo sempre il lato meno cotto del pancake verso l’interno.
Buon appetito e buone letture!
Anna Lisa Somma
Bibliotecagiapponese.it
*interessante la ricetta del dorayaki*
Magari per natale lo regalo a qualche parente/amico che ha bisogno di tirarsi su!
Bella ricetta! La salvo e provo a trasformarla in versione vegan
Bellissime le sue poesie...
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