Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo ad anime del 2013, con Shingeki no kyojin, Valvrave the Liberator 2 e Monogatari Series Second Season.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo ad anime del 2013, con Shingeki no kyojin, Valvrave the Liberator 2 e Monogatari Series Second Season.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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L'attacco dei giganti
9.0/10
L'ho guardata con piacere, nonostante avessi già letto il manga e di solito fatico a seguire i titoli che ho già avuto modo di apprezzare in versione cartacea. Secondo il mio parere L'Attacco dei Giganti rende di più in versione animata: come prima cosa gode di un aspetto grafico più curato, cosa tra l'altro non difficile da ipotizzare visto che il manga non splende per il suo disegno. Non sono il character design mi piace, ma vi sono sequenze d'azione davvero ben realizzate e con un'intelligente uso di computer grafica. Conseguenza di questo è che anche i personaggi risultano molto più riconoscibili, nel manga avevo qualche problema, complice anche il divario temporale tra una uscita e l'altra, a riconoscerne al volo alcuni. Inoltre, data la tipologia del titolo, vedere alcune sequenze animate, con effetti, sangue e colori, le rende ancora più forti e fa crescere ulteriormente l'apprensione e il coinvolgimento motivo dello spettatore. A questo aggiungiamo un ottimo comparto audio, che parte da una splendida sigla iniziale e passa per delle background music ben scelte. Spesso ci si trova attaccati allo schermo, senza accorgersi del passare del tempo, anche quando, come nel mio caso, si sa già come sarebbero andate le cose.
Dal punto di vista tecnico si tratta di una trasposizione molto ben fatta, a livello di realizzazione merita il massimo dei voti.
Molto curata anche la regia, mentre la sceneggiatura non è esente da pecche: per prima cosa, soprattutto all'inizio e nel finale, sono state fatte delle scelte leggermente diverse dal manga. Se le iniziali le trovo azzeccate, mi ha meno convinto a livello di trama la fine di questa prima stagione, pur essendo comunque coinvolgente e d'effetto. Il secondo problema, il principale, è che 25 episodi non sono pochi e il materiale a disposizione non è che fosse così tanto. Ci sono pertanto degli episodi che risultano piuttosto lenti, quasi d'attesa tra uno scontro e l'altro, e queste frenate non sempre riescono ad offrire dialoghi o spunti interessanti, né danno ulteriore spessore ai personaggi. Si tratta a tutti gli effetti di episodi un po' sottotono, anche se ammetto che la serie non ne soffre in modo eccessivo e rimane nel complesso ben ritmata.
Nel complesso ho preferito l'anime al manga. Aspetto e guarderò con piacere la seconda stagione.
Credo sia un'ottima serie da mostrare agli amici "non così appassionati come noi" di anime e manga, molto probabilmente la divoreranno.
Dal punto di vista tecnico si tratta di una trasposizione molto ben fatta, a livello di realizzazione merita il massimo dei voti.
Molto curata anche la regia, mentre la sceneggiatura non è esente da pecche: per prima cosa, soprattutto all'inizio e nel finale, sono state fatte delle scelte leggermente diverse dal manga. Se le iniziali le trovo azzeccate, mi ha meno convinto a livello di trama la fine di questa prima stagione, pur essendo comunque coinvolgente e d'effetto. Il secondo problema, il principale, è che 25 episodi non sono pochi e il materiale a disposizione non è che fosse così tanto. Ci sono pertanto degli episodi che risultano piuttosto lenti, quasi d'attesa tra uno scontro e l'altro, e queste frenate non sempre riescono ad offrire dialoghi o spunti interessanti, né danno ulteriore spessore ai personaggi. Si tratta a tutti gli effetti di episodi un po' sottotono, anche se ammetto che la serie non ne soffre in modo eccessivo e rimane nel complesso ben ritmata.
Nel complesso ho preferito l'anime al manga. Aspetto e guarderò con piacere la seconda stagione.
Credo sia un'ottima serie da mostrare agli amici "non così appassionati come noi" di anime e manga, molto probabilmente la divoreranno.
Valvrave the Liberator
6.0/10
Recensione di Giuseppes93
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Attenzione: la seguente recensione analizza la parte di storia che va dall'episodio 13 all'episodio 24. Potrebbe contenere spoiler
"Valvrave the liberator 2" è un anime del 2013 realizzato dal celebre studio Sunrise, seguito della prima stagione trasmessa nello stesso anno.
In questa seconda stagione continua la guerra tra gli studenti del Module 77, capitanati dai piloti dei Valvrave, contro Dorrsia. Vengono svelati molti aspetti che nella prima stagione erano stati celati: sapremo di più sui Magius, strane creature extraterrestri in qualche modo connesse con i nostri giganti mecha, sui Valvrave stessi, sul passato di L-Elf e le motivazioni che lo hanno spinto a tradire Dorrsia e a schierarsi con Haruto e i suoi.
Questo seguito, quindi , risulta molto più godibile rispetto alla prima stagione, proprio perché vengono spiegati tutti questi "misteri" e la storia risulta maggiormente comprensibile; ciononostante, anche questa serie paga la scellerata tecnica narrativa della prima stagione, raccontata in modo eccessivamente complesso e contorto, nonostante fossero anche stati "sprecati" alcuni episodi in filler, lasciando solo agli ultimi episodi l'arduo compito (a dire il vero, non del tutto svolto) di sviluppare completamente la trama e spiegarne tutti gli aspetti.
Oltre questi difetti, "Valvrave the liberator 2" paga anche gravi cali a livello di sceneggiatura e una moltitudine di personaggi poco caratterizzati, per i quali non c'è stato il miglioramento sperato rispetto alla prima stagione.
Nonostante questi difetti, "Valvrave the liberator 2" risulta essere una serie comunque apprezzabile, ottimamente realizzata sotto il profilo tecnico, caratterizzata da una storia interessante e mai noiosa, un buon e non eccessivo uso della CG (soprattutto nella realizzazione dei mecha), un chara abbastanza gradevole e originale e una colonna sonora di buon livello, con particolare riferimento alle opening ed ending.
Un'occasione sprecata, quindi, per Sunrise, che realizza un anime ben supportato dal punto di vista tecnico ma con gravi e imperdonabili lacune sparse un po' ovunque. Se cercate un capolavoro del genere robotico statene alla larga, altrimenti dategli un'occhiata.
"Valvrave the liberator 2" è un anime del 2013 realizzato dal celebre studio Sunrise, seguito della prima stagione trasmessa nello stesso anno.
In questa seconda stagione continua la guerra tra gli studenti del Module 77, capitanati dai piloti dei Valvrave, contro Dorrsia. Vengono svelati molti aspetti che nella prima stagione erano stati celati: sapremo di più sui Magius, strane creature extraterrestri in qualche modo connesse con i nostri giganti mecha, sui Valvrave stessi, sul passato di L-Elf e le motivazioni che lo hanno spinto a tradire Dorrsia e a schierarsi con Haruto e i suoi.
Questo seguito, quindi , risulta molto più godibile rispetto alla prima stagione, proprio perché vengono spiegati tutti questi "misteri" e la storia risulta maggiormente comprensibile; ciononostante, anche questa serie paga la scellerata tecnica narrativa della prima stagione, raccontata in modo eccessivamente complesso e contorto, nonostante fossero anche stati "sprecati" alcuni episodi in filler, lasciando solo agli ultimi episodi l'arduo compito (a dire il vero, non del tutto svolto) di sviluppare completamente la trama e spiegarne tutti gli aspetti.
Oltre questi difetti, "Valvrave the liberator 2" paga anche gravi cali a livello di sceneggiatura e una moltitudine di personaggi poco caratterizzati, per i quali non c'è stato il miglioramento sperato rispetto alla prima stagione.
Nonostante questi difetti, "Valvrave the liberator 2" risulta essere una serie comunque apprezzabile, ottimamente realizzata sotto il profilo tecnico, caratterizzata da una storia interessante e mai noiosa, un buon e non eccessivo uso della CG (soprattutto nella realizzazione dei mecha), un chara abbastanza gradevole e originale e una colonna sonora di buon livello, con particolare riferimento alle opening ed ending.
Un'occasione sprecata, quindi, per Sunrise, che realizza un anime ben supportato dal punto di vista tecnico ma con gravi e imperdonabili lacune sparse un po' ovunque. Se cercate un capolavoro del genere robotico statene alla larga, altrimenti dategli un'occhiata.
Recensione di Locke Cole
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Una parola risulta efficacemente calzante nel sussumere sotto di sé tutta l'abissale vuotezza della quarta trasposizione animata dei lavori letterari di Nisio Isin, e questa è "vanagloria".
Sopra alle rovine di un'animazione a tal punto dimentica della propria destinazione in seno all'arte da doversi limitare, al massimo delle proprie capacità, ad imitare (giacchè non è in grado di produrre) lo sperimentalismo in un'effimera ombra, un altro capitolo dei "Monogatari" s'incarna per celebrare ancora una volta la propria insanabile sciocchezza.
Trascorse nell'inutilità la seconda e la terza serie, l'una volta ad esplorare le morbosità della perversione e l'altra a ribadire eventi già noti, riprende il complesso dei "Monogatari" con questa "second season", la quale ha perlomeno la decenza di proseguire la vicenda dell'anormale quotidianità di Araragi Koyomi e delle innumerevoli sue spasimanti.
L'opera è divisa in cinque archi, attraversati da cronologie spezzate e nei quali, al solito, non succede poi molto.
Il primo verte sulla prosperosa e (così dicono) brillante studentessa Hanekawa e la sua perenne incapacità di stare al mondo. Seppur sia consolante che all'unico personaggio che non soffre di psicopatie nell'intera serie si conceda tanta scena, è anche vero che di un simile arco non c'era alcun bisogno, non aggiungendo sostanzialmente niente alla già ribadita vicenda della ragazza, la quale viene logorroicamente ribadita, declinata nuovamente e conclusa (sperabilmente in via definitiva).
Unica soddisfazione è l'assenza del motore erotico della situazione, il (in questo arco, formale) protagonista dei "Monogatari", l'ex-vampiro Araragi, la cui mancanza attenua la generale ninfomania delle pulzelle in scena, senza tuttavia per questo far calare l'abuso dell'improbabile e inopportuna fotografia che domina l'opera.
Il secondo arco non merita nessuna considerazione, non avendo senso né utilità alcuna. L'unica sua funzione è d'introdurre blandamente il quarto, dove le vicende di Hachikuji giungono al termine.
In quest'ultimo il ritmo fra tensioni ed excursus distensivi saranno ben dosate, per quanto l'esasperazione della scenografia nella sua vanità di pseudo-sperimentalismo rovini irrimediabilmente le atmosfere, come pure fa l'esaltazione del patetismo nei toni, il quale verrà lasciato sfogarsi sino alla stucchevolezza, certo inopportunamente stridente con quel senso di distaccata freddezza che, almeno questo, la serie riesce sempre a trasmettere.
Infine il terzo e il quinto arco chiudono, in maniera sorprendentemente piacevole, la "second season": attraverso una narrazione d'inganni si dipanano specularmente le vicende di due personaggi tratti dalle spaventose tenebre di "Nisemonogatari", Sengoku e Kaiki, che, punti d'osservazione dei rispettivi archi, offrono alla storia un'accattivante prospettiva, retta da un lato da un accorto intreccio di falsità a strutturare la vicenda e dall'altro dal grande carisma del protagonista dell'arco finale. E' questo quanto più desta rabbia dei "Monogatari", la loro reale capacità di produrre qualcosa di buono, potenzialità che viene alla prima possibilità dissipata in intenti meno meritevoli.
E' inutile spendere ulteriori parole sul perché la Shaft sia biasimevole nel suo operare e su quanto sia pernicioso il male che l'animazione da essa patisce. Se i "Monogatari" si divertono a costruire storie di menzogne e illusioni è perché essi stessi non sono che l'ombra di un'arte che l'animazione di oggi non è in grado di essere, nient'altro che l'elogio di una protervia che persiste nella sua inerzia, mutuando le stesse istanze ad nauseam, il tutto celato dalla loro leggerezza, che a stento nasconde questa povertà d'ingegno.
Nella propria radicale e genuina vuotezza, la serie dei "Monotagatari" continua ad ostentare la sua vanagloriosa arroganza, nel raffazzonato tentativo di rammendare la tela del suo caleidoscopico sembiante stesa sopra al cuore della propria nullità.
Sopra alle rovine di un'animazione a tal punto dimentica della propria destinazione in seno all'arte da doversi limitare, al massimo delle proprie capacità, ad imitare (giacchè non è in grado di produrre) lo sperimentalismo in un'effimera ombra, un altro capitolo dei "Monogatari" s'incarna per celebrare ancora una volta la propria insanabile sciocchezza.
Trascorse nell'inutilità la seconda e la terza serie, l'una volta ad esplorare le morbosità della perversione e l'altra a ribadire eventi già noti, riprende il complesso dei "Monogatari" con questa "second season", la quale ha perlomeno la decenza di proseguire la vicenda dell'anormale quotidianità di Araragi Koyomi e delle innumerevoli sue spasimanti.
L'opera è divisa in cinque archi, attraversati da cronologie spezzate e nei quali, al solito, non succede poi molto.
Il primo verte sulla prosperosa e (così dicono) brillante studentessa Hanekawa e la sua perenne incapacità di stare al mondo. Seppur sia consolante che all'unico personaggio che non soffre di psicopatie nell'intera serie si conceda tanta scena, è anche vero che di un simile arco non c'era alcun bisogno, non aggiungendo sostanzialmente niente alla già ribadita vicenda della ragazza, la quale viene logorroicamente ribadita, declinata nuovamente e conclusa (sperabilmente in via definitiva).
Unica soddisfazione è l'assenza del motore erotico della situazione, il (in questo arco, formale) protagonista dei "Monogatari", l'ex-vampiro Araragi, la cui mancanza attenua la generale ninfomania delle pulzelle in scena, senza tuttavia per questo far calare l'abuso dell'improbabile e inopportuna fotografia che domina l'opera.
Il secondo arco non merita nessuna considerazione, non avendo senso né utilità alcuna. L'unica sua funzione è d'introdurre blandamente il quarto, dove le vicende di Hachikuji giungono al termine.
In quest'ultimo il ritmo fra tensioni ed excursus distensivi saranno ben dosate, per quanto l'esasperazione della scenografia nella sua vanità di pseudo-sperimentalismo rovini irrimediabilmente le atmosfere, come pure fa l'esaltazione del patetismo nei toni, il quale verrà lasciato sfogarsi sino alla stucchevolezza, certo inopportunamente stridente con quel senso di distaccata freddezza che, almeno questo, la serie riesce sempre a trasmettere.
Infine il terzo e il quinto arco chiudono, in maniera sorprendentemente piacevole, la "second season": attraverso una narrazione d'inganni si dipanano specularmente le vicende di due personaggi tratti dalle spaventose tenebre di "Nisemonogatari", Sengoku e Kaiki, che, punti d'osservazione dei rispettivi archi, offrono alla storia un'accattivante prospettiva, retta da un lato da un accorto intreccio di falsità a strutturare la vicenda e dall'altro dal grande carisma del protagonista dell'arco finale. E' questo quanto più desta rabbia dei "Monogatari", la loro reale capacità di produrre qualcosa di buono, potenzialità che viene alla prima possibilità dissipata in intenti meno meritevoli.
E' inutile spendere ulteriori parole sul perché la Shaft sia biasimevole nel suo operare e su quanto sia pernicioso il male che l'animazione da essa patisce. Se i "Monogatari" si divertono a costruire storie di menzogne e illusioni è perché essi stessi non sono che l'ombra di un'arte che l'animazione di oggi non è in grado di essere, nient'altro che l'elogio di una protervia che persiste nella sua inerzia, mutuando le stesse istanze ad nauseam, il tutto celato dalla loro leggerezza, che a stento nasconde questa povertà d'ingegno.
Nella propria radicale e genuina vuotezza, la serie dei "Monotagatari" continua ad ostentare la sua vanagloriosa arroganza, nel raffazzonato tentativo di rammendare la tela del suo caleidoscopico sembiante stesa sopra al cuore della propria nullità.
Per Shingeki no Kyojin non sono d'accordo per il voto 9, semplicemente perchè la serie è senza finale. E' vero che è migliore del manga, è più coinvolgente, anche se è lenta uguale, ma la mancanza di finale pesa troppo sulla valutazione.
Per Valvrave 2, boh, sono ancora qua a chiedermi cosa ho visto. Quel finale...
Mah.
D'altronde se ha dato 5 anche a Bakemonogatari, Madoka Magica e Ano Hana era impossibile che avesse i miei stessi gusti.
Per cui, rimane una ottima trasposizione del manga, onestamente non saprei come sarebbe potuta essere, in un formato di 25 episodi, migliore. Non è perfetta, come ho scritto, ma è un'ottima serie Tv e a tutti gli amici che l'ho consigliata, gente che di solito gli anime non li segue, è piaciuta davvero molto.
Ciao,
Andrea
Di Valvrave, visto quanto (poco) ho apprezzato la prima serie, ho preferito non guardare questa seconda. Magari prima o poi lo recupererò tanto per vedere come le cose vengono spiegate, ma per ora non ne ho nessuna voglia.
Su Monogatari, beh, a parere mio è stato uno dei tre migliori anime del 2013, insieme a Aku no Hana e Uchouten Kazoku, quindi non sono d'accordo sul voto.
Nonostante ciò penso di condividere la tesi di fondo di Locke Cole (almeno quella che mi è sembrata essere la tesi di fondo), ossia che la serie Monogatari sia essenzialmente solo estetica, forma senza sostanza che nasconde dietro giochi di luce e ombra solo il vuoto. Però il mio giudizio di ciò è tutt'altro che negativo: se Monogatari non è nient'altro che un castello di illusioni e ombre che attrae con i suoi colori sgargianti, allora io ne sono stato totalmente sedotto.
Per conto mio considero NisiOisiN un genio capace di creare opere che si situano tra l'assurdo, il geniale e lo stereotipato più banale.
Mi è piaciuta davvero tantissimo e se non ha ottenuto valutazione piena dal sottoscritto è proprio per l'assenza di un finale, tuttavia se si deve giudicare una serie incompleta, l'assenza del fnale a mio avviso non può pregiudicare l'opera più di tanto si sa che un o finale lo troveremo nella seconda serie... se una seconda serie non dovesse mai esserci allora il discorso potrebbe cambiare, non avrebbe senso averla seguita... ma questo vale anche per tante altre serie inframezzate e rimaste in forse, come Btoom, Giant Killing, Deadman Wonderland etc etc etc etc.
la menzogna è molto più interessante della verità, no?
monogatari esprime un percorso di una storia per nulla banale, che si intreccia con la vita e le leggende del giappone facendo l'occhiolino alla cultura otaku. ogni personaggio ha la sua storia per nulla banale, per nulla maniacale siano essi uomini anomlalie o youkai che dir si voglia... un fine intreccio di vite ed esperienze che si collegano nella vita del protagonista. non hai nemmeno preso in considerazione la bellezza dello sfondo architettonico, di un paesaggio urbano ed underground che fa da sfondo a leggende metropolitane unite alla vita quotediana dei personaggi: un character desgn, che oserei dire, cittadino... recensione sicuramente forbita e piena di belle parole e scrtta bene ma vuota e superficiale...
@AkiraSakura: perchè un voto così basso?
Discutibile? Certo che si. Flop? Non credo.
My2c
Per Valvrave, e continuo a dirlo dalla prima stagione, faccio la mosca nera e lo giudico poco compreso: ha i suoi problemi, ma ha dei punti forti invidiabili. Mi spiace vedere che non siano afferrati, o percepiti, o ancora considerati.
Shingeki l'ho finito giusto ieri (compresi i 6 special ridicoli) e mi manca solo il recap 13.5, l'OAV e l'OAD da vedere...
Devo seriamente ricredermi su questa serie che ho sempre criticato perché il primo numero del manga mi lasciava dei dubbi sulla trama... L'anime anche se moooolto allungato (e si nota da Dio! ) è molto coinvolgente ed ha un'ottima grafica e animazioni!!
Si merita tutti quei pollici e quel voto ^^ E aspettiamo una seconda serie una volta completato il manga
Valvrave 2 è stata una cocente delusione!
Tanto la prima serie aveva dei buonissimi spunti ed era coinvolgente (un possibile Code Geass 2), la seconda serie nel finale ha svaccato tutto rendendola piatta, insulsa e vanificando il tutto...
E finalmente Monogatari SS si merita il voto che ha pigliato qua!! 5 !!
Con più andiamo avanti con più Monogatari si svacca sempre di più e si allontana dalle mie aspettative iniziali al termine della visione della prima serie animata Bakemonogatari.
In questa serie non succede praticamente niente, è luuunga, i recap di ogni arco servono solo per guadagnare episodi e per evitare di inserire un altro capitolo della relativa novel...
Una delusione continua insomma...
PS: immagino che la Dynit e co stiano puntando all'Attacco dei Giganti versione anime che immagino venderebbe un sacco anche da noi...
Minimo è da 8
Però, da qui a dire che la serie Shaft è la tomba dell'animazione giapponese ne passa. Soprattutto se lo stesso recensore, con acrobatici artifici retorici, riesce a trovar gradevole un anime come "Kill la Kill", accusato della medesima vacuità e di un identico approccio otaku-friendly.
Bella la tua recensione su Shingeki no Kyojin, però essendo un opera in corso, cioè incompleta, è anche legata a un discorso di minima astensione verso il voto. Sappi che non voglio permettermi di giudicare il tuo giudizio personale su questa serie, ma soltanto mi sembra strano che una persona con il tuo bagaglio culturale su anime e manga non decida di astenersi mettendo un prudente 8. Detto questo rinnovo i complimenti per la serie più interessante del 2013.
ciao.
l'uso articolato della parola e dei dialoghi nasconde volutamente aspetti del carattere dei personaggi, marcando, in maniera trendy si, ma sapiente, gli equivoci, le incomprensioni e l'empatia tra questi. come in nessun altro anime i personaggi sono loro stessi. e si fraintendono e si sbagliano come mai in un anime è sucesso... non è certo solo un ozioso esercizio di stile ma un vero gioiello di character design.
con questo non voglio dire che sia un opera psicologica... non lo è, ma sono storie, fantastice (Monogatari, appunto) di personaggi molto ben studiati che si intrecciano sapientemente ad un filone principale che è ancora ben lontano dall' essere concluso
In realtà io sono molto 'appassionato' nei voti e ti assicuro che non sono dei più acculturtato in materia della redazione. Insomma, nonostante l'età, rimango più appassionato che critico, e spero la cosa rimanga così onestamente
La mia scala, da 3 a 10, è semplicemente la scala di quanto mi sia piaciuto vederlo. Non sull'efettivo valore della serie, che non credo di essere in grado di valutare. Posso solo dire quanto mi è piaciuta e spiegarne il motivo
Una serie che adoro, poco mi importa se ha evidenti limiti tecnici, se a me è piaciuta un sacco per me è da 10. Solo par farti capire il mio parametro nel dare i voti. Il 10 non è la perfezione, ma semplicemente qualcosa che mi è piaciuto moltissimo (vero anche che in genere una serie fatta troppo male non arriva a tanto a piacermi così tanto, ma per farti un altro esempio, per me 2 Come Noi è stato un 10, e di certo tecnicamente di limiti ne ha)
Questi 25 episodi me li sono bevuti e, quindi, ritengo che il 9 sia meritato.
Ciao e grazie delle tue considerazioni,
Tacchan
I giganti meritano senz'altro una valutazione positiva, magari non positiva com ha dato Tacchan, però almeno un bell'8 se lo meritano tutto. Un'opera imponente, maestosa, capace di attirare orde di appassionati, per una volta a ragion veduta.
Su Valvrave il mio giudizio è in controtendenza: la ritengo un'ottima serie (e l'analizzo considerando entrambe le serie, al netto dei difetti), un robotico che sa fare il robotico, offrendo azione e combattimenti spettacolari, uno splendido comparto tecnico, tanta strategia, tragedia e diversi colpi di scena, a mio avviso il finale dell'opera è più che degno, con grande senso di sacrificio ed eroismo.
I miei complimenti ai 3 recensori.
Ho capito perfettamente le tue ragioni sui voti, però se è possibile bisogna cercare di scrivere le recensioni senza lasciarsi troppo trasportare dal discorso sentimentale. Lo dico per il solo fatto che una recensione per essere veramente utile per la community ( come alcune delle tue ) deve essere esente dal discorso I love this series. Però ci tengo a dire che anch'io sono purtroppo come te ç_ç La cosa veramente difficile è scrivere senza lasciarsi trasportare da questo discorso.
Comunque i complimenti verso di te rimangono invariati dal momento che come recensore te la cavi
P.S.= Mi piacerebbe farmi un viaggio in Giappone con utenti preparati come te
Non per questo ci vedo grande profondità psicologica (i personaggi sono troppo artificiosi nelle loro contraddizioni per essere credibili), messaggi o speculazione filosofica. Ma non è un male, è un prodotto di intrattenimento, un ottimo prodotto di intrattenimento.
Iperbati, parole in disuso, "vuotezza" (tra l'altro usata due volte, metti vacuità se proprio vuoi tirartela e fare 'na variatio), parole in latino dove non ce n'è il bisogno (ad nauseam? fino alla nausea no eh?); non vado oltre perchè mi sale la colite diarreica.
Sussumendo il tutto veramente stucchevole. Pensavo che AC fosse un covo di falsi intellettualoidi, ma qui si tocca l'apice.
Ah, monogatari non l'ho mai visto, quindi prima che crediate di avermi offeso l'anime preferito, fatevi due conti.
Nel manga Eren si trasforma per una scelta razionale dopo che Armin l'ha fatto ragionare. Poi poco dopo Annie in forma titano da un pugno in faccia ad Eren e lo stende,poi viene catturata.
Nell'anime Eren si trasforma urlando come un pazzo dopo che Annie l'ha sotterrato in un cumulo di macerie, si trasforma in un SUPER TITANO VULCANICO,spacca la faccia ad Annie e lei viene catturata.
@MrLemon: La mia recensione (o chiamala come preferisci, per me è solo una breve riflessione) è scritta in un italiano pianissimo, a dir poco ordinario, e, come mostrano i buoni Grandebonzo, Sarren e Rygar, facilmente comprensibile, quindi non è poi tanto goffa. Se poi parole come "vuotezza" ti suonano oscure la colpa è soltanto tua, esistono molti ed eccellenti dizionari della lingua italiana che possono rimediare a ciò.
Mi chiedo perchè ogniqualvolta si usi un briciolo di retorica (per altro è discutibile che vi abbia fatto ricorso così estesamente, se non nell'ultimissimo capoverso) in questo sito si debba gridare all'alto tradimento, imparate a non prendere tutto con la più grave serietà, un po' d'irriverenza non ha mai ucciso nessuno (dittature permettendo). Se non possiamo neanche divertirci che cosa ci stiamo a fare qua?
Anche se ho visto pochio spezzoni penso che si meriti sicuramente un voto alto, la realizzazione grafica e le musiche sono estremamente coinvolgenti (sulla storia non posso dire niente al momento). Sulla valutazione anch'io condivido il metro di Tacchan: se una serie mi ha emozionato si prende un voto alto anche se ha qualche pecca dal punto di vista tecnico.
In questa sede spiace vedere ancora una volta la presenza di alcuni utenti che criticano aspramente e spesso con parole offensive il lavoro dei recensori, vaneggiando qua e là come va fatta una recensione. Il buffo è che se poi vai a controllare ti accorgi che per questi utenti critici "recensioni fatte = 0" '
Non essere d'accordo è un diritto, rispettare l'opinione degli altri è un dovere. Fare critica è costruttivo, non incaponirsi nelle critiche quando non ce lo si può permettere è saggezza
Se la forma dello scritto potrebbe essere oggetto di critiche (più o meno condivisibili) le opinioni personali andrebbero sempre rispettate, anche quando non si può condividerle affatto.
Continuando, io non ho mai gridato all'altro tradimento e credimi, mi sto divertendo. D'altronde su questo sito vengono negate le offese (viva la libertà d'espressione), ma stuzzicarsi e pungolarsi con un'inutile retorica che tiene al freno bocche altrimenti pronte a sbranare l'altro, ciò è assolutamente permesso. Ed a qualcuno questo perverso giochino.
@npepataecozz, grazie per avermi tirato in causa e per cercare il confronto in modo diretto, persino citando il mio nome nel commento. Recensioni in vecchi account ne ho fatte, quelle che mi piacerebbe fare verrebbero bloccate, e ora faccio il recensore di videogiochi. Grazie per giungere a conclusioni assolutamente non affrettate, ma espresse invece con giudizio ed assoluta coerenza. Maledizione! Il mio sarcasm detector è esploso! *****! Scusate ma finchè non lo avrò riparato non potrò replicare ad eventuali ed ulteriori risposte. Scusate ancora,ma non penso di aver tempo per leggere altri commenti.
Riassumo il mio pensiero:
1. Educazione innanzitutto. Così come tu dici che non ti piace il linguaggio forbito nelle recensioni io ti dico che non mi piacciono esternazioni poco educate. Posto che non voglio fare l'avvocato di nessuno, proprio perchè dici che bisogna parlare più semplice non sarebbe stata più semplice una critica del tipo "ragazzi recensite in modo più chiaro" senza tutto il resto?
2. Recensite prima di citicare i recensori. Dici che fai recensioni di videogiochi; forse non te ne sarai accorto ma questo è un altro sito, si parla di altri argomenti, c'è altra gente, c'è un altro linguaggio. Ma se tu pensi che sia lo stesso dicci pure se hai trovato qualche gigante buggato, dicci se ti ha soddisfatto il sistema dei comandi di valrave e quante ore di gioco può garantire Monogatari. Eh, il sarcasmo......
non bisogna poi stupirsi se le repliche sono così dure, e i toni si alzano...
Ciò detto, dubito che alcuno si offenda perchè vede criticata la sua opera tanto amata, se lo facesse avrebbe smesso di discutere di anime con chicchessia da lungo tempo. Ribadisco, non prendete troppo sul serio tutto ciò che leggete, scriviamo solo per divertirci, non per dichiarare crociate.
comunque come hai finalemente ribadito che son punti di vista... per esempio io non sono daccordo con quello che dici. ma appunto ce lo si dice restando nel proprio seminato senza pretendere che altri la debbano pensare come noi.
.
quanto a locke ha ben precisato che è una sua opinione personale quello che ha scritto e per tanto rispettabile... per questo se ne può discutere in tutta calma senza che nessuno debba per forza cambiare opinione... scrivere in maniera politicaly correct, può sembrare un termine brutto, ma non è affatto una violazione del diritto di dire quello che si pensa, solo un invito a scrivere ben sapendo che altri la pensano diversamente. ed è invece una cosa che spesso e volentieri viene dimenticata.
e in tutta franchezza e credo che molti la pensino come me dire che qualcosa che ci piace fa schifo è eccome offensivo... il fatto che non ve ne rendiate conto non è una scusante e per altro è scritto pure nel regolamento del forum... non vuole essere un limite, ma una cortesia nei confronti di quanti invece sono appasionati a una serie ecc...
faccio un esempio se io dovessi fare una recensione su, per esempio, mawaru penguin drum, e scrivessi a me fa schifo, ma sai quanta gente si sentirebbe offesa e mi risponderebbe con tono arrabbiaito?? se invece scrivessi: a me mawaru penguin drum non è piaciuto. gia sarebbe diverso... e i toni sarebbero molto piu leggeri e avrei frotte di persone che invece di incazzarsi direbbero semplicemente come invece a loro è piaciuto.
Monogatari invece devo vederlo, ma devo recuperare prima le serie precedenti
Infine ti invito a recensire anche tu qualcosa così capirai quant'è difficile fare tutte le cose che dici rispettando la tua opinione senza farti condizionare dal fatto che gli altri non saranno d'accordo con te.
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