Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[ANIME] Amon Saga (Scadenza: 10/09/2014)
[MANGA] K-ON! College (Scadenza: 14/09/2014)
[MANGA] Giovanna D'arco (Scadenza: 17/09/2014)
[ANIME] Record of Lodoss War - La saga dei cavalieri (Scadenza: 21/09/2014)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Kamigami no Asobi e Kemono no Souja Erin ed il manga Il canto delle stelle.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Rygar
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Il reverse harem. Generalmente associato alla categoria che produce il maggior numero di anime spazzatura (la stragrande maggioranza di prodotti d'animazione contenenti il genere reverse harem sono di infima qualità), la cui triste fama risulta quasi impossibile da smentire. Nell'immaginario collettivo questa categoria di prodotti è associata a un'utenza femminile dall'aspetto sgradevole, intellettualmente ipodotata e sentimentalmente repressa, che sogna un'orda di aitanti maschietti che cascano ai loro piedi e che replicano all'infinito i più tristi stereotipi dell' "uomo che piace alle donne". Si ha a che fare con infinite copie di bellocci, di bei tenebrosi, di occhialuti intellettualoidi, di 'bamboccini' che dovrebbero ispirare la 'tenerellite', di effeminati androgini dalle acconciature improponibili (non è infrequente che facciano utilizzo di cosmetici), di maschi tsundere, di ricchi viziati e capricciosi, di qualche rarissimo esemplare di "macho muscoloso" e così via. E le protagoniste? Sostanzialmente sono delle insulse sciacquette dall'aspetto "neutrale" (non aspettatevi una qualsivoglia forma di bellezza femminile, poiché ne sono prive al fine di facilitare l' "immedesimazione"!) e dalla caratterizzazione di una planaria. Il tutto è stato realizzato affinché quell'orda di rospette represse possa "riempire la protagonista" e "vivere le sue avventure". Altra nota: nella stragrande maggioranza dei casi il finale degli anime reverse harem è inesistente o assolutamente inconcludente, poiché sarebbe un peccato mortale che la pseudo protagonista s'innamori (o venga scelta) di un "maschietto" in particolare. Questo per non scontentare fantasie perverse del pubblico femminile che "deve essere libero di poter sognare" con quale mascalzone finisca la povera malcapitata.
Questa natura schematica e ripetitiva fino alla nausea deriva in gran parte dall'origine di questi prodotti, ossia delle visual novel di natura eroge chiamati "otome game" (ossia "giochi per signorine"), nelle quali la giocatrice può scegliere di volta in volta con chi flirtare. Sembrerebbe che questo genere sia condannato al baratro del disgusto, poiché molte fanciulle appassionate di anime si sentono giustamente offese e schifate da come sono rappresentate le protagoniste, ossia delle marionette senz'anima e senza spina dorsale costrette alla sottomissione e all'eterna mercé del pagliaccio di turno. Eppure qualcosa è cambiato. Quel gran 'broccolone' di Takaaki Kidani, fondatore della leggendaria "Broccoli" (un'azienda che fa un po' di tutto, dai giochi di carte ai videogame), l'ha vista giusta un'altra volta e ha rischiarato il torbido fondale dei reverse harem con un'opera rivoluzionaria nel suo genere.
Dopo lo splendido "Z/X:Ignition", la Broccoli delizia gli spettatori con "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~", udite udite, un reverse harem dignitoso!
"Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è un'opera della stagione primaverile 2014, composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima visual novel del 2013.
Trama: Yui Kusanagi è una studentessa liceale e pratica l'arte della spada giapponese. È inoltre discendente di un santuario Shinto, luogo sacro ove si narra risiedano le divinità. Un giorno, rovistando tra le carabattole e le cianfrusaglie del santuario, Yui scopre un'antica spada misteriosa, la quale funge da strumento di teletrasporto e la conduce in un mondo parallelo al suo. Questo mondo è una sorta di continente fluttuante utilizzato come "liceo", nel quale il dio Zeus ha richiamato le divinità provenienti dai pantheon più disparati affinché apprendano la cultura umana e riescano a comprenderne i sentimenti. Solo in questo modo potranno rompere i sigilli che inibiscono i loro poteri e, diplomandosi, potranno tornare nelle loro dimensioni. A Yui spetterà il compito di "guidare" le suddette divinità nel loro "percorso scolastico".
Grafica: semplicemente perfetta. Le ambientazioni sono a dir poco splendide per cura e resa estetica. Ottimi giochi di luce. Le animazioni sono fluide, rapide e ben realizzate. Ottimo character design. Iperdettaglio ovunque. Da encomio.
Sonoro: non ci si può lamentare considerata la natura del prodotto. L'opening è la tipica canzoncina in stile boy band giapponese. L'ending è simpatica. Entrambe le sigle sono cantate dagli stessi doppiatori delle divinità. Ottime OST, gradevoli e orecchiabili. Effetti sonori all'altezza della serie. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: si poteva fare di più ma la resa è accettabile. La caratterizzazione è buona (miracolo! Una protagonista di un reverse harem che pensa con la sua testa e riesce a dire di no! Non sempre, ma è un buon inizio...), sebbene manchi di una certa incisività generale. Questo lo si vede anche nelle divinità, che seppure siano molto simpatiche e facilmente apprezzabili, talvolta scivolano nel banale. Il fattore introspettivo ed evolutivo è chiaramente ben presente in tutti i personaggi. L'interazione è buona ma migliorabile in certi frangenti.
Sceneggiatura: l'opera è prevalentemente comica (sebbene non manchino momenti più seri), per cui la struttura degli episodi è piuttosto semplice. La gestione temporale è chiara, semplice e fruibile, con alcuni flashback e rimandi ai miti del passato. Il ritmo s'attesta a livelli medio/veloci, adatto al contesto. Sono presenti delle belle scene d'azione. Il fanservice maschile è presente in quantità accettabili, quello femminile è inesistente. I dialoghi sono buoni.
Finale: straordinariamente buono per la natura dell'opera. Il finale risulta completo, conclusivo, capace di dare una chiara conclusione, sebbene possa risultare "aperto" a livello sentimentale (le 'ciospe' assatanate sono pericolose), anche se, alla fin fine, lo spettatore intelligente capirà quali sono le carte in tavola.
In sintesi: questo "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è con ogni probabilità il migliore reverse harem sinora concepito. L'anime è tecnicamente ineccepibile, divertente, ben congegnato, con una buona trama e con dei personaggi simpatici e discretamente caratterizzati. L'opera è fruibile da chiunque e non crea imbarazzanti problemi di virilità da parte del pubblico maschile.
Questa natura schematica e ripetitiva fino alla nausea deriva in gran parte dall'origine di questi prodotti, ossia delle visual novel di natura eroge chiamati "otome game" (ossia "giochi per signorine"), nelle quali la giocatrice può scegliere di volta in volta con chi flirtare. Sembrerebbe che questo genere sia condannato al baratro del disgusto, poiché molte fanciulle appassionate di anime si sentono giustamente offese e schifate da come sono rappresentate le protagoniste, ossia delle marionette senz'anima e senza spina dorsale costrette alla sottomissione e all'eterna mercé del pagliaccio di turno. Eppure qualcosa è cambiato. Quel gran 'broccolone' di Takaaki Kidani, fondatore della leggendaria "Broccoli" (un'azienda che fa un po' di tutto, dai giochi di carte ai videogame), l'ha vista giusta un'altra volta e ha rischiarato il torbido fondale dei reverse harem con un'opera rivoluzionaria nel suo genere.
Dopo lo splendido "Z/X:Ignition", la Broccoli delizia gli spettatori con "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~", udite udite, un reverse harem dignitoso!
"Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è un'opera della stagione primaverile 2014, composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima visual novel del 2013.
Trama: Yui Kusanagi è una studentessa liceale e pratica l'arte della spada giapponese. È inoltre discendente di un santuario Shinto, luogo sacro ove si narra risiedano le divinità. Un giorno, rovistando tra le carabattole e le cianfrusaglie del santuario, Yui scopre un'antica spada misteriosa, la quale funge da strumento di teletrasporto e la conduce in un mondo parallelo al suo. Questo mondo è una sorta di continente fluttuante utilizzato come "liceo", nel quale il dio Zeus ha richiamato le divinità provenienti dai pantheon più disparati affinché apprendano la cultura umana e riescano a comprenderne i sentimenti. Solo in questo modo potranno rompere i sigilli che inibiscono i loro poteri e, diplomandosi, potranno tornare nelle loro dimensioni. A Yui spetterà il compito di "guidare" le suddette divinità nel loro "percorso scolastico".
Grafica: semplicemente perfetta. Le ambientazioni sono a dir poco splendide per cura e resa estetica. Ottimi giochi di luce. Le animazioni sono fluide, rapide e ben realizzate. Ottimo character design. Iperdettaglio ovunque. Da encomio.
Sonoro: non ci si può lamentare considerata la natura del prodotto. L'opening è la tipica canzoncina in stile boy band giapponese. L'ending è simpatica. Entrambe le sigle sono cantate dagli stessi doppiatori delle divinità. Ottime OST, gradevoli e orecchiabili. Effetti sonori all'altezza della serie. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: si poteva fare di più ma la resa è accettabile. La caratterizzazione è buona (miracolo! Una protagonista di un reverse harem che pensa con la sua testa e riesce a dire di no! Non sempre, ma è un buon inizio...), sebbene manchi di una certa incisività generale. Questo lo si vede anche nelle divinità, che seppure siano molto simpatiche e facilmente apprezzabili, talvolta scivolano nel banale. Il fattore introspettivo ed evolutivo è chiaramente ben presente in tutti i personaggi. L'interazione è buona ma migliorabile in certi frangenti.
Sceneggiatura: l'opera è prevalentemente comica (sebbene non manchino momenti più seri), per cui la struttura degli episodi è piuttosto semplice. La gestione temporale è chiara, semplice e fruibile, con alcuni flashback e rimandi ai miti del passato. Il ritmo s'attesta a livelli medio/veloci, adatto al contesto. Sono presenti delle belle scene d'azione. Il fanservice maschile è presente in quantità accettabili, quello femminile è inesistente. I dialoghi sono buoni.
Finale: straordinariamente buono per la natura dell'opera. Il finale risulta completo, conclusivo, capace di dare una chiara conclusione, sebbene possa risultare "aperto" a livello sentimentale (le 'ciospe' assatanate sono pericolose), anche se, alla fin fine, lo spettatore intelligente capirà quali sono le carte in tavola.
In sintesi: questo "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è con ogni probabilità il migliore reverse harem sinora concepito. L'anime è tecnicamente ineccepibile, divertente, ben congegnato, con una buona trama e con dei personaggi simpatici e discretamente caratterizzati. L'opera è fruibile da chiunque e non crea imbarazzanti problemi di virilità da parte del pubblico maschile.
Il canto delle stelle
9.0/10
Il canto delle stelle, nuova fatica di Natsuki Takaya, è stata una bella scoperta. Avevo apprezzato moltissimo il lavoro dell'autrice con Fruits Basket e temevo che questo nuovo manga non sarebbe stato all'altezza dell'opera precedente. Mi sbagliavo di grosso.
La storia di per sé sembra abbastanza banale: arriva un nuovo studente in una nuova scuola e una delle ragazze si accorge di averlo già incontrato, quando dal nulla si è unito alla sua festa di compleanno, senza che nessuno sapesse chi fosse... la nostra protagonista si sente attratta dal ragazzo, che sembra nascondere un passato triste. Da questa premessa, inizia lo sviluppo di una storia di grande introspezione. Ognuno dei protagonisti ha i suoi piccoli o grandi problemi e i suoi dolori che si porta dentro. Ognuno cerca di sopravvivere, di andare avanti, ognuno vuole un po' di serenità. L'amore narrato da Natsuki Takaya non è facile, non è sempre divertente e a volte fa soffrire, ma questo lo rende più vero, più reale. Slegato dal tema soprannaturale del precedente manga, la voce delle stelle risulta comunque altrettanto intenso e meditativo. Natsuki Takaya non perde il suo smalto e ci regala un'altra gran bella storia con personaggi dalla psicologia complessa e tormentata.
Lo stile di disegno è rimasto abbastanza simile a quello di Fruits Basket, semplice e aggraziato, senza troppi fronzoli ma in perfetta sintonia con la storia trattata. L'edizione italiana è come al solito mediocre, ma si lascia leggere.
Consiglio questo manga a chi ha voglia di una storia romantica un po' impegnativa e con una punta di tristezza. Voto 9, perché sono davvero molto contenta di averlo comprato e non vedo l'ora di proseguire la lettura.
La storia di per sé sembra abbastanza banale: arriva un nuovo studente in una nuova scuola e una delle ragazze si accorge di averlo già incontrato, quando dal nulla si è unito alla sua festa di compleanno, senza che nessuno sapesse chi fosse... la nostra protagonista si sente attratta dal ragazzo, che sembra nascondere un passato triste. Da questa premessa, inizia lo sviluppo di una storia di grande introspezione. Ognuno dei protagonisti ha i suoi piccoli o grandi problemi e i suoi dolori che si porta dentro. Ognuno cerca di sopravvivere, di andare avanti, ognuno vuole un po' di serenità. L'amore narrato da Natsuki Takaya non è facile, non è sempre divertente e a volte fa soffrire, ma questo lo rende più vero, più reale. Slegato dal tema soprannaturale del precedente manga, la voce delle stelle risulta comunque altrettanto intenso e meditativo. Natsuki Takaya non perde il suo smalto e ci regala un'altra gran bella storia con personaggi dalla psicologia complessa e tormentata.
Lo stile di disegno è rimasto abbastanza simile a quello di Fruits Basket, semplice e aggraziato, senza troppi fronzoli ma in perfetta sintonia con la storia trattata. L'edizione italiana è come al solito mediocre, ma si lascia leggere.
Consiglio questo manga a chi ha voglia di una storia romantica un po' impegnativa e con una punta di tristezza. Voto 9, perché sono davvero molto contenta di averlo comprato e non vedo l'ora di proseguire la lettura.
Kemono no souja Erin
10.0/10
Ci sono storie che ti catturano per l'intensità dell'azione. Altre lo fanno grazie al carisma di un personaggio chiave. Altre ancora perché trattano di un tema particolarmente scottante, magari saltato alla ribalta nei tempi recenti.
Non mi sento di classificare "Kemono no souja Erin" come nessuna di queste. Non è una storia d'avventura, di combattimenti epici o che affronta una problematica scioccante. È invece una storia, una meravigliosa storia di crescita personale, ambientata in contorno stupendo, fiabesco, tanto semplice quanto profondo e sincero, degnamente raffigurato con uno stile grafico soffice, fatto di tinte color pastello e contorni leggermente abbozzati, che si intonano perfettamente con il racconto.
Essa ci narrerà di come Erin, vivace e intelligente bambina che vive in un piccolo villaggio di allevatori, arriverà, tra le mille difficoltà della vita, a divenire donna. La seguiremo in un lungo viaggio attraverso scenari bucolici e città trafficate, fino all'età adulta, passando per l'infanzia e l'adolescenza.
Difficile non rimanere colpiti dalla sua personalità, che è incredibilmente ben indagata, così come quella dei numerosi personaggi secondari, ciascuno dei quali avrà a suo modo qualcosa da insegnare... e anche talvolta da imparare da Erin, vero modello esemplare di condotta di vita. Nel mentre della narrazione saranno tante le sfide che la nostra eroina dovrà affrontare, così come sono molti i temi importanti che troveranno spazio per essere affrontati (ma mai in maniera invasiva: essi si inseriranno invece in maniera del tutto naturale). Volendo citarne alcuni: la morte dei propri cari, l'importanza dell'istruzione, il rispetto di tutte le forme di vita, l'idiozia della guerra... e a questi se ne potrebbero aggiungere altri ancora, ma penso di aver reso l'idea.
In virtù di tutto questo, "Kemono no souja Erin" si qualifica indiscutibilmente come un anime assolutamente perfetto per dei bambini, che in esso troveranno non solo un bell'intrattenimento, anche condito ogni tanto da delle allegre canzoni, ma anche un'occasione di riflessione e di crescita, poiché, come ho già detto poco sopra, Erin si può davvero considerare come uno splendido modello comportamentale: i suoi punti di forza non sono soltanto il coraggio e la forza di volontà, ma anche l'ottimismo e soprattutto una famelica curiosità e voglia di apprendere, di darsi da fare.
Allo stesso tempo, sono convinto che anche chi non è più bambino possa apprezzarlo, come ho fatto io: invero, penso che sia sufficiente un po' di spirito romantico, un animo gentile, per potersene innamorare.
Dopo questa presentazione, penso che non serva aggiungere altro per giustificare il voto assegnato: il massimo.
Non mi sento di classificare "Kemono no souja Erin" come nessuna di queste. Non è una storia d'avventura, di combattimenti epici o che affronta una problematica scioccante. È invece una storia, una meravigliosa storia di crescita personale, ambientata in contorno stupendo, fiabesco, tanto semplice quanto profondo e sincero, degnamente raffigurato con uno stile grafico soffice, fatto di tinte color pastello e contorni leggermente abbozzati, che si intonano perfettamente con il racconto.
Essa ci narrerà di come Erin, vivace e intelligente bambina che vive in un piccolo villaggio di allevatori, arriverà, tra le mille difficoltà della vita, a divenire donna. La seguiremo in un lungo viaggio attraverso scenari bucolici e città trafficate, fino all'età adulta, passando per l'infanzia e l'adolescenza.
Difficile non rimanere colpiti dalla sua personalità, che è incredibilmente ben indagata, così come quella dei numerosi personaggi secondari, ciascuno dei quali avrà a suo modo qualcosa da insegnare... e anche talvolta da imparare da Erin, vero modello esemplare di condotta di vita. Nel mentre della narrazione saranno tante le sfide che la nostra eroina dovrà affrontare, così come sono molti i temi importanti che troveranno spazio per essere affrontati (ma mai in maniera invasiva: essi si inseriranno invece in maniera del tutto naturale). Volendo citarne alcuni: la morte dei propri cari, l'importanza dell'istruzione, il rispetto di tutte le forme di vita, l'idiozia della guerra... e a questi se ne potrebbero aggiungere altri ancora, ma penso di aver reso l'idea.
In virtù di tutto questo, "Kemono no souja Erin" si qualifica indiscutibilmente come un anime assolutamente perfetto per dei bambini, che in esso troveranno non solo un bell'intrattenimento, anche condito ogni tanto da delle allegre canzoni, ma anche un'occasione di riflessione e di crescita, poiché, come ho già detto poco sopra, Erin si può davvero considerare come uno splendido modello comportamentale: i suoi punti di forza non sono soltanto il coraggio e la forza di volontà, ma anche l'ottimismo e soprattutto una famelica curiosità e voglia di apprendere, di darsi da fare.
Allo stesso tempo, sono convinto che anche chi non è più bambino possa apprezzarlo, come ho fatto io: invero, penso che sia sufficiente un po' di spirito romantico, un animo gentile, per potersene innamorare.
Dopo questa presentazione, penso che non serva aggiungere altro per giustificare il voto assegnato: il massimo.
Detto ciò per me il migliore otome è Hakuouki dove ci sono bonazzi da sbav che mantengono l'aspetto maschile e la trama è interessante perché riprende la fine dello shogunato.
Mi fa felice in particolare che delle mie recensioni sia stata scelta quella di Kemono no Souja Erin, un titolo piuttosto sconosciuto che non avrei mai visto se non l'avessi trovato per caso girando proprio per le schede di AnimeClick!
Su Kamigami mi trovo, in linea generale, d'accordo con Rygar, è un buon reverse, divertente, leggero e che ha il pregio di avere una protagonista con almeno un neurone funzionante!
Su altre cose non mi trovo proprio d'accordissimo: intanto, mi pare che la videogiocatrice media di otome game sia stata descritta in un modo un po' troppo cattivo, capisco che si parli dell'opinione comune, però la vedo una descrizione un po' esagerata e potenzialmente offensiva.
Gli otome game poi non sono necessariamente eroge, molti sono castissimi, vedasi Starry sky o Tokimeki memoria girl's side (giusto i primi due che mi vengono in mente) che sono lontanissimi da qualsiasi forma di erotismo.
Inoltre Broccoli non aveva bisogno di raschiare proprio niente dato che ha già trovato una miniera d'oro con UtaPri! Senza contare che non definirei per nulla rivoluzionario kamigami, cosa avrebbe rivoluzionato? Il fatto che la protagonista abbia un neurone funzionante non lo si può considerare rivoluzione, a questo punto era più rivoluzionario Meine liebe che, correggetemi se sbaglio, non aveva neanche una protagonista femminile!
La riuscita dei reverse inoltre (così come gli otome game), è fortemente influenzata dalla componente doppiaggio, il fandom spesso e volentieri sceglie e ama i giochi (e in seguito i conseguenti adattamenti animati) in base alla presenza dei seiyuu, vedasi il Tori (Kosuke Toriumi) che è un veterano del genere, non per nulla in Giappone si tengono gli Otomate party, ossia festival in cui si riuniscono molti doppiatori provenienti dai più svariati anime/videogiochi otome. Insomma, il successo degli otome è dato da una serie di fattori, non solo la presenza dei bellocci in sé!
Per il resto concordo, anime ben fatto, divertente e fruibile anche dai maschi (che non hanno voglia di prendersi sul serio) ma non mi azzarderei a dire "con ogni probabilità il migliore reverse harem sinora concepito", a meno di non averne visti 99/100, o almeno i più famosi tipo Angelique, UtaPri, Hakuoki o La corda d'oro!
Riguardo il canto delle stelle, condivido buona parte del pensiero del recensore, solo che, se anche io al settimo volume avevo le stesse idee da lei espresse, giungendo ai numeri finali ho drasticamente moderato il giudizio. Non mi sono piaciute per niente alcune scelte dell'autrice, che ho trovato forzate e incoerenti con quello che i personaggi erano stati fino a quel momento. Il manga è comunque bello, ma per me, non è bello la metà di Furuba! ^^
Tra quelli proposti mi sembra interessante "Kemono no souja Erin". Spero di poterlo recuperare, visto il macello attuale.
Poi, invito tutti a recensire gli anime e manga richiesti sopra se li avete visto o letti Grazie!
Ciao,
Tacchan
Ebbene sì, anch'io ho visto questo Ludere Deorum (tranquillo Spike, non mi darò alla pazza gioia tuffandomi a pesce nel genere reverse harem. ), stimolato dai primi commenti positivi, decisi di dargli un'occhiatina, e che dire: mi sorprese in positivo e non suscitò vergogna nel vederlo.
Giustamente Arashi sottolinea il fatto che non tutti gli otome game sono eroge. Verissimo. Per questo sono stato leggermente sibillino e ho scritto "delle visual novel di natura eroge chiamati "otome game", sottolineando prima la natura video ludica, poi la natura erotica, e infine il target di utenza. È altresì vero che esistono molte altre visual novel non eroge adatte anche ad un pubblico maschile (ad esempio Chaos;Head, Clannad, ecc.)
All'epoca della scrittura della recensione, per ottenere alcune informazioni, mi spulciai la definizione di "otome game" che diede la wiki:
http://en.wikipedia.org/wiki/Otome_game
Ovviamente non sono un cultore del genere, ma questo è l'unico che ho realmente apprezzato (pensavo davvero che il genere fosse defintivamente condannato dalle varie Arcane Famiglie, Amanti Diaboliki, Amnesie e orrori vari). E l'ho apprezzato perché sa far ridere e non è affatto privo di contenuti. Una trama solida ce l'ha, così come un background serio e ben congegnato. Per ora lo reputo il migliore, ma se mi dici che La corda d'oro è meglio, potrei anche darci un'occhiatina.
Non penso d'essere stato esagerato od offensivo, se noti ho tutelato le "vere donne" che si sentono disgustate dall'atroce rappresentazione delle protagoniste e dei vari pupazzetti maschili, mentre ho condannato il target d'utenza ipotetico. Se noti spesso esprimo la stessa condanna anche nei confronti degli otaku maschili.
Fatta questa premessa, è bene introdurre un personaggio:
Questo broccolone è nientemeno che Takaaki Kidani, il boss nonché fondatore della Software House Broccoli, da cui deriva appunto Ludere Deorum. Se producesse uno yaoi o un altro genere a me non troppo simpatico, probabilmente glielo guarderei per la stima. X°D
Il suddetto broccolone lo reputo rivoluzionario per come ha saputo concepire la serie. Tanto di cappello all'ambientazione, agli incipit e al background che hanno gettato le basi della trama.
Di Uta Princess non so nulla, ho visto uno screen degli occhi della protagonista e mi è venuto un colpo. Angelique è il capostipite, non so se lo guarderò.
Sul discorso fan e doppiaggio non dico nulla, io parlo da spettatore estraneo ai vari dietro le quinte. Guardo un'opera e la giudico in base a ciò che mi ha suscitato.
Hakodate, nella concezione ideale che ho io di reverse, vorrei vedere una fanciulla molto affascinante, matura, carismatica, intelligente ecc. e sono queste le doti che suscitano interesse, e sarebbe naturale che abbia un discreto numero di corteggiatori.
Chiudo complimentandomi con gli altri due recensori, ringraziandoli per i loro consigli, ne imparo sempre una.
Secondo: scrivi che altre VN sono adatte "anche" a un pubblico maschile e poi citi Chaos:Head e Clannad. Beh queste fin dall'inizio non sono affatto destinate a un pubblico femminile. Il fatto che parlino di sentimenti non significa che siano per fanciulle.
Il mio discorso sul fandom era appunto per fare capire che chi si interessa agli otome game non lo fa semplicemente perché da brava sfigata cerca disperatamente le avventure che non potrà mai avere nella vita reale, ci sono una serie di fattori che coincidono, tra i quali non è affatto da sottovalutare il semplice "fattore uditivo".
Continuo a non trovare niente di rivoluzionario nella serie, una volta sono cantanti, una volta dei, una volta fratelli, una volta vampiri, una volta guerrieri, una volta ragazzi yandere... e tutti seguono precisi stereotipi. kamigami ha il pregio di essere divertente e di non prendersi sul serio, ma rivoluzione mi pare davvero eccessivo (anche solo per il fatto che si svolga comunque in una scuola)!
Non dico che La corda d'oro è meglio, dico che per reputare una cosa "tra le migliori mai concepite", bisogna avere una conoscenza dell'argomento mooooolto vasta!
PS Uta no PRINCE sama, non princess!
Vederlo, non vederlo? non è proprio un problema, ma certamente il dubbio mi era rimasto fino ad ora.
Bene, dopo questa recensione credo che, almeno dargli una possibilità, non farà male di certo.
Lo suggerisco a tutti di vedere Kemono no souja Erin di questa qualità se ne trovano pochi in giro.
All'inizio sembra per bambini ma poi man mano che va avanti la serie ci sono tematiche adulte che fanno riflettere.
Ehi Eversor, guardalo pure senza problemi, però sta attento alle trasformazioni degli dei in stile maghette. XD
Grazie per gli appunti, Araldo ne faccio tesoro. Vorrei sottolineare come abbia scelto intenzionalmente quei titoli, proprio perché maggiormente propensi per un pubblico maschile (però c'è da dire che opere come Clannad e Chaos;Head hanno una nutrita schiera di ammiratrici) e privi di contenuti sporcellosi. Tra l'altro Chaos;Head è intrigante perché non ha "flag di conquista", bensì i "delirii" che il giocatore deve seguire. Bisogna scegliere quale delirio mentale assecondare. *^*
Non conosco Hakuoki, ma non mi sembrano molto paragonabili, se Ludere punta più sulla comicità e Hakuoki più sulla drammaticità, direi che sono entrambi validi nei loro genere. Ovviamente parlo per ipotesi.
Sarà anche scolastico ma la scuola di Ludere non è certo ordinaria, così come l'ambientazione dedicata. L'ho scritto nella recensione che mi sarei aspettato più spessore e incisività (fattori penalizzanti del voto finale), ciò non toglie che rispetto a tutto ciò che ho visto in precedenza ha una qualità tecnica superiore, una cura nel dettaglio non indifferente e ha uno sviluppo degli episodi affatto scontato. Parlando di questo genere e di molti suoi trascorsi, la vedo come una bella rivoluzione.
Conoscenza moooooooolto vasta? Sono d'accordo, anche se a volte credo basti guardare i commenti, gli screen e i voti di certe recensioni per stare alla larga da certi prodotti, selezionare il genere "reverse harem" in lista e guardare la media dei voti. A volte basta questo per farsi un'idea discreta in materia e capire quanto sia mediamente infima la qualità di quasi tutti i prodotti di quel genere. u.u
Sul discorso
Permettimi un ulteriore approfondimento: io per "target" non intendo il giocatore o l'acquirente in sé, ma il destinatario sui generis. Mi spiego meglio: quante volte si è letto/sentito (in questo stesso sito) "questa serie è nata unicamente per soddisfare gli otaku falegnami", oppure "è il nulla col fanservice", oppure "questa è roba per maniaci" ecc.
Sappiamo tutti che manga e videogiochi sono creati per vendere. Questo è l'obiettivo primario, al di là della qualità dell'opera e dell'effettivo intrattenimento che sa offrire.
L'offerta solitamente si basa sulla domanda. E finché ci saranno prodotti che offrono protagonisti insulsi, il cui aspetto è l'assoluta neutralità (né alti né bassi, né forti né deboli, non si capisce se hanno i capelli lunghi o corti o meno), e proprio questi protagonisti sono attorniati da esseri umani più attraenti di loro (e costoro sono inspiegabilmente attratti da questo tipo di protagonisti), è lì che pongo la radice di tutti i problemi. Ossia da quel pubblico composto da otaku di ogni genere e specie che deve compensare i fallimenti relazionali della loro vita reale con questi surrogati d'affetto.
Ecco perché troviamo spesso i più beceri stereotipi (tsundere, yandere, kuudere, dandere ecc.) travestiti in tutte le salse e riadattati in base all'orientamento sessuale di questi soggetti. Ed ecco perché ho scritto quella premessa.
La serie pecca di una prolissità eccessiva.
Secondo me un difetto sempre più diffuso ormai è invece l'eccessiva frettolosità di molte serie, che mio avviso sono "troppo corte" rispetto a quello che avrebbero da dire, nel senso che secondo me avrebbero solo giovato di una maggiore quantità di episodi in cui distribuire la propria trama e approfondirla.
Sono d'accordo con te che probabilmente si sarebbe potuto condensare di più la storia senza pregiudicarne i contenuti, però francamente i tempi che la regia ha scelto di darsi secondo me sono stati coerenti con l'opera nel suo complesso, e non sono stati per me fonte di noia.
"anche se a volte credo basti guardare i commenti, gli screen e i voti di certe recensioni per stare alla larga da certi prodotti, selezionare il genere "reverse harem" in lista e guardare la media dei voti. A volte basta questo per farsi un'idea discreta in materia e capire quanto sia mediamente infima la qualità di quasi tutti i prodotti di quel genere. u.u"
Assolutissimamente in disaccordo su questo! Non esiste che per esprimere un giudizio estremo sulla qualità di qualcosa io possa farmi bastare la mia poca esperienza sull'argomento e per il resto basarmi sui giudizi altrui! Se non avessi la conoscenza moooooolto vasta di cui parlavo prima, non oserei esprimere un giudizio estremo come "migliore mai concepito", non è che se ho visto 4 mecha, leggo le recensioni altrui e in base ai loro giudizi oso dire che tale titolo (che mi è piaciuto) è uno dei migliori mai creati solo perché altri hanno valutazioni meno positive (magari è un caso che nessuno finora le abbia scritte)! Pensi che il God di turno (per dire, uno che ne sa) darebbe credito alle mie parole? Credo che un mio commento del genere non avrebbe nessuna autorevolezza e allo stesso modo io non prenderei assolutamente per buono un giudizio nato da simili basi scritto da altre persone. Poi ognuno scrive quel che vuole e basa i propri giudizi su quelli altrui se proprio vuol esprimere un'opinione globale pur non avendone la conoscenza necessaria, e il lettore può pure fidarsi, io personalmente, non lo prenderei sul serio, mai!
Detto questo, carini, ma non avrei mai dato 10 a Kemono no souja Erin, massimo un 8.
Ti mando un messaggio privato con le info di come lo ho guardato io
http://www.animeclick.it/SchedaUtente.php?load=post&utente=16&post=596979
Inizio subito con Hakodate: a me interessa tutto, una buona storia non può reggersi solamente su una protagonista realizzata benissimo e su un nugolo di pupazzi di plastica. Tutti i protagonisti devono essere interessanti, devono avere delle storie da raccontare, una loro logica, delle reazioni umane credibili ecc. Ossia devono piacere completamente allo spettatore. Hai ragione quando pretendi uomini virili e non statue di ceralacca, non posso essere più d'accordo. Il problema è che la virilità e il "saperci fare" siano prerogative di nicchia, ridotte a produzioni che non destano troppo interesse, e questo è grave.
Rispondo poi ad Arashi. È così, tu sai benissimo come io non intenda insultare nessuno. E sai anche che a volte una "terapia d'urto" serve. Se questa mia recensione non avesse avuto un incipit forte, denunciando l'infimo livello qualitativo medio, probabilmente questa recensione non avrebbe attirato l'attenzione dello staff. E se l'ho fatto è perché ritengo che anche questo sia un servizio rivolto all'utenza.
Sei poi libera di dissentire totalmente da quell'affermazione, però io penso che l'utenza abbia di questa comunità abbia almeno un minimo di attendibilità. Un esempio su tutti? L'anime di Pupa e la recensione di Ais Quin. Di Pupa vidi un episodio e ciò mi bastò per bollarlo come serie infima. La recensione di Ais Quin di Pupa confermò ampiamente il mio disgusto. E non solo lei. Basta guardare i commenti e le altre recensioni per rendersi conto della natura del prodotto. Perché non dovrebbe valere per altre serie? So che può apparire superficiale, ma spesso l'intuito ci prende. Io poi sto anche attento, il mio giudizio non è estremo perché ho scritto prima "con ogni probabilità", e visto che questa serie si basa principalmente sulla commedia, penso che come commedia reverse sia una delle migliori nel suo genere.
Che senso avrebbe guardarseli tutti per rendersi conto che non valeva la pena guardarli?
A volte basta un po' di buon senso per capire se un'opera fa per noi o meno.
Tu parli di mecha? Benvenuta in un universo sconfinato, composto da: genere robotico (e qui pullulano una sfilza di sottogeneri, dal super robot come protagonista della serie pilotati individualmente o da squadre, a robot senzienti in stile Transformers, a robot come macchine belliche, ecc.), genere mecha non robotico (es: la Corazzata Yamato o la Blue Noah), genere fantascientifico (es: Sidonia, Macross), mondi alternativi (dalla proto fantascienza del Mistero della Pietra Azzurra al passato reinventato di Dai Shogun o Nobunaga The Fool, fino al presente/futuro alternativo di Buddy Complex ecc.). Esiste anche un genere mecha "virtuale" come Baldr Force EXE Resolution. Mecha è anche un semplice esoscheletro di potenziamento come in Infinite Stratos. Si potrebbero definire "mecha" anche i cyborg o le protesi che sostituiscono arti mutilati (ES: Ghost in the Shell o Alita)? Possiamo definire "mecha" anche le nanomacchine iniettate in un organismo (ES: Project Arms)? Il cyberpunk è anche un po' mecha? Chissà... Per cui più che avere una conoscenza sconfinata, suggerisco di avere le idee chiare su che cosa si vorrebbe vedere.
Se God non da credito alle tue parole sono affari suoi (God, non ce l'ho con te eh?). Se tu, da spettatrice, sei stata attenta e hai valutato correttamente un'opera, perché il tuo giudizio non dovrebbe avere altrettanto valore? Non esistono persone il cui giudizio è superiore a quello di un altro, cominciamo a sfatare questo mito. Tutti hanno pari dignità, purché tutti abbiano lo scopo di esprimere dei giudizi attendibili. Prima di scrivere una recensione t'informi sulla wikipedia, cerchi i retroscena ecc.? Benissimo, sono informazioni aggiuntive utili ma non è detto che chi guarda una serie da puro e attento spettatore ed esprima un suo giudizio senza suddetti retroscena sia una capra.
Io prendo sul serio chiunque scriva con onestà, per rendere un servizio all'utenza e non s'atteggi a professorotto di turno. Che sia uno che si è visto gli ultimi 40 anni d'animazione o un neofita, pensa te.
Io non posso scrivere che è un anime porno, sarei un bugiardo e la mia recensione sarebbe inattendibile.
Questa te la potevi risparmiare. Come ho già scritto, ne vidi un certo numero (anche non sapendo a quale genere appartenessero), ne ho recensito solo alcuni (Amnesia l'ho visto ma non l'ho recensito, così come altri titoli come Host club) e ho notato che ben pochi titoli si salvano. E questo non lo dico io, lo avete scritto voi.
Dissenti da quanto ho scritto? Ne prendo atto.
PS Host club non è tratto da un otome game quindi il discorso è già diverso. E avendolo visto, come ben sai, l'harem di cui si può parlare in Host club è decisamente diverso da quello che trovi in un reverse tratto da un otome, in quanto più harem nella quantità di ragazzi che non nella loro interazione con la protagonista.
Che poi ce ne siano di meritevoli è già stato ampiamente trattato. Se e quando avrò il tempo di guardare questi titoli, allora nulla mi vieterà di cambiare giudizio, ma al momento confermo parola per parola quanto ho scritto in questa recensione.
Direi che la questione può dirsi conclusa.
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