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Poco tempo fa ho scoperto che Hello Kitty proprio nel 2014 avrebbe compiuto 40 anni, esattamente come la sottoscritta! Eravamo perciò cresciute insieme, anche se lei è invecchiata decisamente meglio... Quindi perchè non farvi conoscere un po' meglio questa ambasciatrice della cultura pop e kawaii giapponese?

Nata il 1 Novembre 1974, amata da una lunga lista di celebrità come Lady Gaga, Avril Lavigne (che le ha dedicato un singolo nel suo ultimo album) e Lisa Loeb (che le ha dedicato un intero album intitolato "Hello Lisa") è di proprietà del marchio Sanrio, una società che crea prodotti incentrati sulla cultura pop.
 
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Alla ricerca di nuovi e simpatici personaggi nel tentativo di aumentare le vendite, la Sanrio commissionò un sondaggio e scoprì che cani, gatti e orsi erano decisamente i più popolari fra le persone.
Ma avendo già un orso chiamato Koro-chan e avendo già firmato un accordo per i diritti di utilizzo dell'immagine di Snoopy di Charles M. Schulz dal 1969, si pensò che fosse giunta l'ora di concentrarsi sulla creazione di un gatto.
La designer Yuko Shimizu sfornò quindi la mitica gattina che fece la sua prima apparizione su un portamonete in vinile, seduta fra una bottiglia di latte e una ciotola di pesci rossi.

Anche se, a onor del vero, pare che Hello Kitty non sia un gatto, ma una ragazza!
Risale infatti ad agosto scorso la tempesta mediatica scoppiata quando Christine Yano, autrice di “Pink Globalization: Hello Kitty’s Trek Across the Pacific,” ha riportato la dichiarazione della Sanrio in cui si affermava con sicurezza che: "Hello Kitty non è un gatto, ma una ragazza. Non è mai stata rappresentata a quattro zampe. Cammina e si siede come una persona con due gambe. Lei ha però dal 2004 un gatto che si chiama Charmmy Kitty". Ovviamente dopo quest'affermazione si è scatenato l'inferno e la Sanrio ha fatto retromarcia dichiarando che Hello Kitty è "la personificazione di un gatto."
 
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In effetti, Hello Kitty può forse essere visto come una continuazione della tradizione degli choju-giga, cioè le caricature di animali raffigurate da pittori come Toba Sojo (1053-1140), in cui animali come rane e volpi sono antropomorfizzati.
Tradizione che è continuata negli anni successivi, coinvolgendo perfino importanti artisti di xilografie del periodo Edo, come Utagawa Kuniyoshi (1797-1861) che nelle sue opere ritraeva animali che potrebbero essere definiti carini anche secondo gli standard odierni.

Ma questo amore per le cose kawaii ebbe il suo risvolto commerciale solo nell'era Taisho quando l'illustratore Yumeji Takehisa (1884-1934) aprì nel 1914 il primo negozio di articoli vari, comprendenti cartoleria, bambole, accessori per kimono, specificamente indirizzato ad una clientela femminile, che iniziando a frequentare la scuola per ricevere un'adeguata istruzione, iniziava anche ad avere uno status sociale crescente.
 
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Altri seguirono l'esempio di Takehisa, come gli illustratori Junichi Nakahara (1913-1988) e Rune Naito (1932-2007) e, complice il boom economico e di nascite dopo la seconda guerra mondiale, si assistette ad un boom anche nella popolarità di tali beni effimeri che raggiunse il suo apice con la crisi del petrolio degli anni '70.
Keiko Nakamura, curatore del Takehisa Yumeji Museum of Art Museum & Yayoi of Art di Tokyo, spiega che: "Fino ad allora, l'industria manifatturiera era concentrata sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, ma a causa del clima economico di quegli anni e dell'embargo petrolifero arabo, dovette rivolgere la sua attenzione al mercato interno".

Nel corso degli anni poi l'età dei fan di Hello Kitty è cambiata: Kazuo Tohmatsu, responsabile delle relazioni pubbliche in Giappone per la Sanrio, afferma che mentre i primi fan degli anni '70 erano o bambini della scuola primaria o giovani ragazze adolescenti, verso la fine degli anni '80, Hello Kitty conquistò anche i bambini delle scuole materne.
Ma fu solo intorno al 1996 che il tutto venne sdoganato prima fra gli studenti del liceo e poi anche fra gli adulti: iniziarono a essere prodotti articoli come ciondoli per cellulari, portachiavi e molto altro, indirizzati specificatamente ad un pubblico più maturo.
Il successo fu tale che si diffusero a macchia d'olio, tanto che perfino i salarymen tenevano e tengono tutt'ora in mano senza nessun problema i loro telefoni cellulari da cui penzolano accessori targati Hello Kitty.
 
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Da qui c'è voluto poco a conquistare anche l'Occidente: Aki Matsuyama, responsabile dell'ufficio milanese della Sanrio, dice che nei paesi europei (dove Hello Kitty è sbarcata più di 30 anni fa) e nel Nord America si concentra il maggior numero di amanti della gattina.

Maria Fleischman, che gestisce un blog chiamato hellokittyjunkie.com, seguito negli Stati Uniti, nelle Filippine, a Singapore, in Canada e nel Regno Unito afferma che l'amore per HK è direttamente correlato anche ad una ammirazione più ampia che ingloba tutta la cultura giapponese.
Simone Legno, co-fondatore e direttore creativo del marchio Tokidoki, va oltre: "La cultura Kawaii sta diventando sempre più parte integrante della vita delle persone. Penso che sia perché è estremamente espressiva, ma anche perché porta una sensazione di positività. Sembra che il kawaii riesca a toccare il nostro lato più romantico e a parlare al bambino che è dentro di noi. Hello Kitty è una perfetta combinazione di tenerezza semplice e adorabile, con un design universale. Indipendentemente da questo poi, dietro di lei c'è una società estremamente intelligente, appassionata e innovativa che lavora per mantenere Kitty-chan connessa con il presente, mentre si guarda al futuro. Sanrio ha capito che il concetto di kawaii può essere accettato e amato non solo in Giappone, ma in tutto il mondo".
 
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Più di 50.000 articoli a marchio Sanrio sono venduti in oltre 70 paesi in tutto il mondo, (oltre 15.000 punti vendita solo negli Stati Uniti), tuttavia, Hello Kitty è senza dubbio il loro personaggio più famoso. Alcuni hanno ipotizzato che il segreto del suo successo stia tutto nell'essere senza bocca (ci avevate mai fatto caso?).
Non avendo alcuna espressione facciale, tutti possono sentire una certa affinità con lei, indipendentemente dal loro stato d'animo.
Altri ritengono invece che sia dovuto al fatto che di lei si sa molto poco: pesa quanto tre mele, vive con i suoi genitori, George e Mary, e sua sorella Mime in un sobborgo di Londra, è del segno dello scorpione e ha un fidanzato di nome Dear Daniel, comparso nel 1999 e descritto come alla moda, sensibile e bravo a ballare; in questo modo si alimenterebbe la curiosità sul suo conto.
 
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Sicuramente il fatto che non si sia fossilizzata solo su una serie di prodotti ma abbia diversificato le sue attività ha contribuito a rinnovare l'interesse su di lei tanto che la domanda sta superando la produzione manifatturiera in alcuni mercati, costringendo Sanrio Europa a focalizzare la propria attenzione nel corso degli ultimi sei anni sulla concessione delle licenze a società terze.
Insieme al boom nella moda con collaborazioni del calibro di Takashi Murakami per Louis Vuitton, Hello Kitty ha lavorato con artisti del calibro di Stussy, Swarovski, cosmetici MAC, Tokidoki, compagnie aeree e le scarpe da ginnastica Vans, per citarne solo alcuni.
Le celebrazioni per i 40 anni hanno prodotto molti eventi, come ad esempio una raccolta di firme per la catena di trucco Sephora e collaborazioni con marchi come Mikimoto e la Major League Baseball.
 
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Ma non solo: Keio Plaza Hotel ha presentato al pubblico le sue nuovissime camere a tema Hello Kitty nei suoi hotel a Tokyo nei quartieri di Shinjuku e Tama. Sono disponibili due diversi temi: "Kitty Town" che raffigura un parco divertimenti e “Princess Kitty” in cui essere trattati come principesse. Sono disponibili una varietà di pacchetti per gli ospiti interessati, i quali riceveranno anche una delle originali mascotte Hello Kitty dell'hotel. Il prezzo di una notte per due persone a Shinjuku parte da 25.500 yen (circa 182 euro) a persona.
 
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Io non so se ci sarò per raccontare i secondi quarant'anni di Hello Kitty, ma qualcosa mi dice che lei ci sarà e festeggerà alla grande anche stavolta!

Fonte consultata:
japantimes.co