Un uccellino cade dall'alto di un ramo che ospita il suo nido. La caduta è così forte che sembra non farcela. Rosa piange disperata, Elen consola la sua migliore amica con quelle che lei stessa considera delle bugie generose. Dal nulla compare Alex, un bel ragazzo biondo che passando di lì raccoglie l'uccellino e come un eroe tenta di riportarlo nel suo nido arrampicandosi sull'albero, ma... l'uccello sembra essersi ripreso e spicca il volo. Rosa sembra rinata, è sollevata. Nulla più la spaventa. Alex ed Elen sono soddisfatti, benché loro sanno che l'uccello non spiccherà mai il volo e mai lo ha fatto, nemmeno l'istante prima. Eppure, loro due sembrano digerire l'accaduto meglio di quanto abbia potuto fare la sensibile Rosa. Quand'è che la morte ha smesso di fare così male? Quand'è che per Alex ed Elen ha iniziato ad essere accettabile, a diventare una generosa bugia che si finge di non conoscere?
Passano due anni, e il destino fa rincontrare Alex ed Elen. E' l'autunno del 1939, Germania, tante cose stanno cambiando, ma Elen non sembra coglierle tutte, o forse non è pronta a volerlo fare. Intanto però, Rosa deve fare i conti con il suo essere ebrea in un paese nazista; mentre Alex sembra seguire la carriera militare con lo scopo di vendicare i propri genitori. Elen sta nel mezzo fin quando non decide di distrarsi dall'allontanamento della propria amica del cuore e lasciarsi andare all'amore che ha per il suo "Alec". Il tutto sembra proseguire in maniera spedita e superficiale, in un contesto storico che non può permettere alcuna leggerezza. E, infatti, presto la protagonista si sveglia dal suo sogno d'amore grazie all'attività di volantinaggio clandestina di suo fratello Max, altro eroe di questa difficile storia. Max fa circolare messaggi di libertà in quella che è la Germania nazista dell'epoca che soffoca i propri cittadini. Max pone domande su dove finisca la popolazione che viene strappata alle proprie case e destinata ai campi di concentramento. E' in questo momento che la narrazione finalmente esplode: Elen, messa con le spalle contro il muro da Max, sfoga il proprio desiderio di fuggire dai dubbi e dai pensieri, dall'angoscia sul destino di Rosa e di tanti altri come lei, per poter ancora vivere in maniera spensierata e senza turbamenti. Proprio come sembrava condurre la sua vita fino a quel momento, provocando perplessità nel lettore. Invece, la storia prende una piega sempre più drammatica. Non c'è più spazio per le cose belle della vita su cui Elen vuole soffermarsi. Non c'è nulla di più spietato come la verità che emerge in quegli anni che li portano fino al 1945, anni che il lettore affronta attraverso la narrazione parallela di Elen e Alex. Dopo il confronto col fratello, Elen corre tra le braccia del suo amato Alec e si scontra anche con le di lui differenti visioni su questo turbolento periodo storico: un uomo gli ha spezzato l'infanzia mettendo alle strette la sua famiglia, e quell'uomo era ebreo. Dunque, su tutto ciò che gli ricorda quell'uomo riversa la sua rabbia furiosa. Ma la rabbia è davvero così forte da accecarlo dinanzi alla morte? Alex, il dolce Alec di Elen, è davvero così insensibile agli orrori della guerra?
Nel vuoto della propria anima rimbombano le domande senza risposta di chi ha visto troppe vite scorrere davanti agli occhi. Vite che esalano il loro ultimo respiro, spesso per mano propria - di Alex - togliendogli il fiato per un'istante e non lasciandolo più vivere. Nel vortice dei propri pensieri la domanda disperata che il giovane soldato fa a se stesso - tramite il volto della propria felicità, Elen - è "Questo uccellino può volare ancora?". Ma come potremmo pretendere una risposta a tale richiesta di aiuto, a questo pezzo di storia così difficile da assimilare. Impossibile tentare di capire, ancora di più lo è per le vite che da quegli eventi sono stati sommersi. La storia di Alex ed Elen non presenta risposte, e pur proponendo molte domande non si sofferma su di esse. Semplicemente racconta. Racconta in maniera limpida ciò che può essere raccontato di quegli anni da chi li ha vissuti. Descrive da diverse prospettive una storia comune che ha visto molte persone combattere l'una contro l'altra in nome di sentimenti collettivi, seppure, al di là di questo comune sentire, le conseguenze della guerra sono del tutto personali, colpiscono singolarmente le persone. Alex, Elen, Rosa, Max.
Il volume unico ideato da Keiko Ichiguchi sin dal titolo, 1945, lascia presagire una storia tutt'altro che serena. Sulla copertina grigia, proprio come il clima che si respira all'interno delle vignette della sensei, si stagliano al centro i volti di Elen e Alex, i protagonisti di questa vicenda, affiancati dai personaggi secondari. Non ci sono sguardi quieti, ma solo tormento, sia dall'una che dall'altra parte perché, da qualsiasi parte si provenga, la guerra non risparmia nessuno. Qualsiasi siano le proprie motivazioni, le proprie scelte e azioni, chiunque abbia vissuto negli anni attorno al 1945 non poteva uscirne indenne così come vi era entrato. Il terrore, la censura, il sospetto, la morte, tutto ciò che era giusto poi non lo è più stato, e le persone che sono sopravvissute sono diventate ombre di ciò che erano un tempo. Ombre, sia che la guerra l'abbiano vinta o che ne siano stati vinti. Ombre che tanto spesso si animano quando vengono ritratte con gli occhi spalancati ad esprimere l'orrore, la paura e la violenza che li circonda. La Ichiguchi cura abbastanza bene lo scenario paesaggistico e per i propri personaggi concede loro figure mature e un'aria splendida e seria allo stesso tempo, molto in stile con i manga del 1997, data di pubblicazione in Giappone.
La graphic novel è edita dalla Kappalab e gode di un formato medio-grande, con pagine spesse e un retro copertina ben curato nelle informazioni, proprio come fosse un romanzo, tant'è che viene proposto a 13.00€ nella sua riedizione dell'ottobre 2014, undici anni dopo la prima pubblicazione italiana. Del resto, le vicende di Alex ed Elen sono confezionate per un pubblico maturo, che sappia affrontare questo tipo di lettura con la consapevolezza di immergersi in sentimenti cupi e conflittuali, ma narrati con un insolita chiarezza. Non sfugge l'omaggio alla memoria del gruppo clandestino antinazista della Rosa Bianca che vede protagonisti alcuni giovani studenti tedeschi, di cui si scorge la connessione con la persona a cui è dedicata l'opera.
Passano due anni, e il destino fa rincontrare Alex ed Elen. E' l'autunno del 1939, Germania, tante cose stanno cambiando, ma Elen non sembra coglierle tutte, o forse non è pronta a volerlo fare. Intanto però, Rosa deve fare i conti con il suo essere ebrea in un paese nazista; mentre Alex sembra seguire la carriera militare con lo scopo di vendicare i propri genitori. Elen sta nel mezzo fin quando non decide di distrarsi dall'allontanamento della propria amica del cuore e lasciarsi andare all'amore che ha per il suo "Alec". Il tutto sembra proseguire in maniera spedita e superficiale, in un contesto storico che non può permettere alcuna leggerezza. E, infatti, presto la protagonista si sveglia dal suo sogno d'amore grazie all'attività di volantinaggio clandestina di suo fratello Max, altro eroe di questa difficile storia. Max fa circolare messaggi di libertà in quella che è la Germania nazista dell'epoca che soffoca i propri cittadini. Max pone domande su dove finisca la popolazione che viene strappata alle proprie case e destinata ai campi di concentramento. E' in questo momento che la narrazione finalmente esplode: Elen, messa con le spalle contro il muro da Max, sfoga il proprio desiderio di fuggire dai dubbi e dai pensieri, dall'angoscia sul destino di Rosa e di tanti altri come lei, per poter ancora vivere in maniera spensierata e senza turbamenti. Proprio come sembrava condurre la sua vita fino a quel momento, provocando perplessità nel lettore. Invece, la storia prende una piega sempre più drammatica. Non c'è più spazio per le cose belle della vita su cui Elen vuole soffermarsi. Non c'è nulla di più spietato come la verità che emerge in quegli anni che li portano fino al 1945, anni che il lettore affronta attraverso la narrazione parallela di Elen e Alex. Dopo il confronto col fratello, Elen corre tra le braccia del suo amato Alec e si scontra anche con le di lui differenti visioni su questo turbolento periodo storico: un uomo gli ha spezzato l'infanzia mettendo alle strette la sua famiglia, e quell'uomo era ebreo. Dunque, su tutto ciò che gli ricorda quell'uomo riversa la sua rabbia furiosa. Ma la rabbia è davvero così forte da accecarlo dinanzi alla morte? Alex, il dolce Alec di Elen, è davvero così insensibile agli orrori della guerra?
Nel vuoto della propria anima rimbombano le domande senza risposta di chi ha visto troppe vite scorrere davanti agli occhi. Vite che esalano il loro ultimo respiro, spesso per mano propria - di Alex - togliendogli il fiato per un'istante e non lasciandolo più vivere. Nel vortice dei propri pensieri la domanda disperata che il giovane soldato fa a se stesso - tramite il volto della propria felicità, Elen - è "Questo uccellino può volare ancora?". Ma come potremmo pretendere una risposta a tale richiesta di aiuto, a questo pezzo di storia così difficile da assimilare. Impossibile tentare di capire, ancora di più lo è per le vite che da quegli eventi sono stati sommersi. La storia di Alex ed Elen non presenta risposte, e pur proponendo molte domande non si sofferma su di esse. Semplicemente racconta. Racconta in maniera limpida ciò che può essere raccontato di quegli anni da chi li ha vissuti. Descrive da diverse prospettive una storia comune che ha visto molte persone combattere l'una contro l'altra in nome di sentimenti collettivi, seppure, al di là di questo comune sentire, le conseguenze della guerra sono del tutto personali, colpiscono singolarmente le persone. Alex, Elen, Rosa, Max.
Il volume unico ideato da Keiko Ichiguchi sin dal titolo, 1945, lascia presagire una storia tutt'altro che serena. Sulla copertina grigia, proprio come il clima che si respira all'interno delle vignette della sensei, si stagliano al centro i volti di Elen e Alex, i protagonisti di questa vicenda, affiancati dai personaggi secondari. Non ci sono sguardi quieti, ma solo tormento, sia dall'una che dall'altra parte perché, da qualsiasi parte si provenga, la guerra non risparmia nessuno. Qualsiasi siano le proprie motivazioni, le proprie scelte e azioni, chiunque abbia vissuto negli anni attorno al 1945 non poteva uscirne indenne così come vi era entrato. Il terrore, la censura, il sospetto, la morte, tutto ciò che era giusto poi non lo è più stato, e le persone che sono sopravvissute sono diventate ombre di ciò che erano un tempo. Ombre, sia che la guerra l'abbiano vinta o che ne siano stati vinti. Ombre che tanto spesso si animano quando vengono ritratte con gli occhi spalancati ad esprimere l'orrore, la paura e la violenza che li circonda. La Ichiguchi cura abbastanza bene lo scenario paesaggistico e per i propri personaggi concede loro figure mature e un'aria splendida e seria allo stesso tempo, molto in stile con i manga del 1997, data di pubblicazione in Giappone.
La graphic novel è edita dalla Kappalab e gode di un formato medio-grande, con pagine spesse e un retro copertina ben curato nelle informazioni, proprio come fosse un romanzo, tant'è che viene proposto a 13.00€ nella sua riedizione dell'ottobre 2014, undici anni dopo la prima pubblicazione italiana. Del resto, le vicende di Alex ed Elen sono confezionate per un pubblico maturo, che sappia affrontare questo tipo di lettura con la consapevolezza di immergersi in sentimenti cupi e conflittuali, ma narrati con un insolita chiarezza. Non sfugge l'omaggio alla memoria del gruppo clandestino antinazista della Rosa Bianca che vede protagonisti alcuni giovani studenti tedeschi, di cui si scorge la connessione con la persona a cui è dedicata l'opera.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
1945 | € 10.50 | Kappa Edizioni |
1945 | € 13.00 | Kappalab |
1945 - Nuova Edizioni | € 13.00 | Kappalab |
Comunque è un manga triste ma molto bello (e non solo perché la straziante scena iniziale dell'uccellino è stupenda ), che consiglio a tutti.
Non impazzisco per il formato medio-grande, in realtà preferisco il formato con cui è stato pubblicato Inno alle ragazze, ma la Ikiguchi mi piace molto, infatti ho letto quasi tutti i suoi manga giunti da noi!
Complimenti per la recensione!
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