Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[LIVE] Uchu kyodai (Scadenza: 5/4/2015)
[MANGA] Body & Soul (Scadenza: 8/4/2015)
[ANIME] Mushishi Special: Hihamukage (Scadenza: 12/4/2015)
[LIVE] Piece (Scadenza: 19/4/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Kyashan, Sakasama no Patema e Tasogare Otome x Amnesia.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Recensione di AkiraSakura
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Il Dottor Azuma è il più grande esperto di androidi della Terra. Un giorno, nel suo tetro castello, in seguito a un guasto delle apparecchiature, un androide originariamente creato per servire l'uomo prende coscienza di sé, si battezza "Buraiking Boss" e si ribella al suo creatore. Armato della fredda logica e degli androidi costruiti dal Dottor Azuma, Buraiking Boss decreta la fine del genere umano, siccome lo ritiene dannoso per la sopravvivenza dell'ecosistema terrestre. Tetsuya Azuma è il figlio del Dottor Azuma, e decide di diventare un androide al fine di fronteggiare le armate di Buraiking. Il padre, dopo aver inizialmente esitato, compie un pericoloso esperimento, esaudendo la richiesta del figlio: nasce Casshern, l'uomo artificiale; egli verrà aiutato dalla madre, la quale ha fatto trasferire la sua coscienza nel cigno meccanico Swanee, e da Luna, una ragazza umana in possesso di un'arma micidiale costruita dal padre: la "MF Gun".
"Shinzo Ningen Casshern", contrariamente ai suoi contemporanei "fratelli" sentai della Tatsunoko - tali "Tekkaman" e "Polymar" - si contraddistingue per i toni cupi, impegnati e drammatici. Quest'opera di Tatsuo Noshida, vero e proprio pioniere dell'animazione giapponese, nonché fondatore della colossale Tatsunoko Productions, è il capostipite di un brand famosissimo in Giappone, il quale si è protratto sino ai giorni nostri. "Shinzo Ningen Casshern" è un anime molto particolare se contestualizzato nella sua epoca; dando un'occhiata superficiale, si nota che da esso emerge innanzitutto l'ambivalenza nei confronti della scienza tipica dello sci-fi giapponese del dopoguerra: il laboratorio del Dottor Azuma, ad esempio, viene raffigurato come un tetro castello simile a quello del Dottor Frankenstein; lo stesso Buraiking è reminiscente del mostro nato dalla fantasia di Mary Shelley. Un mostro creato dalla ragione, la quale nell'anime viene esaltata in tutta la sua ambivalenza. Le decisioni di Buraiking, infatti, nella loro assoluta coerenza e lucidità, sono atroci e annichilenti per il genere umano: egli fa creare armi sempre più devastanti, intere legioni di robot le quali vengono puntualmente mandate a distruggere popolose città e interi centri abitati. Casshern si muove in un ambiente devastato, reminiscente in tutto e per tutto il Giappone del dopoguerra: case ridotte a cumuli di macerie, grigiore, povertà, ingiustizie; contrariamente ai supereroi classici, Casshern spesso non può fare assolutamente nulla; viene disprezzato dagli uomini che tenta di difendere, i quali, accecati dai loro pregiudizi, odiano indistintamente tutti gli androidi; non riesce a salvare determinate persone, le quali moriranno lasciandolo triste, solo, a piangere in silenzio davanti alla loro tomba. Casshern spesso combatte esclusivamente per la rabbia che porta dentro, per dimenticare momentaneamente la grande sofferenza che lo affligge. La lotta di Casshern non è affatto semplicistica: egli nella sostanza rimane un uomo; e gli uomini falliscono, hanno delle incertezze, si lasciano sopraffare dallo sconforto. Casshern è il Giapponese del dopoguerra, il quale deve venire a patti con la "mostruosa" scienza che ha distrutto il suo Paese per riscattarsi.
Buraiking Boss, oltre ad essere un mostro creato dalla ragione, è anche uno spietato dittatore. Il simbolo delle sue armate è reminiscente della croce uncinata nazista, così come i suoi gerarchi paiono delle caricature di Goebbels, Himmler e Goering. Allo stesso modo di Hitler, Buraiking basa la sua ferrea leadership su un'asserzione "naturalistica": l'uomo va distrutto in quanto razza inferiore, siccome egli, allo stesso modo di un virus, rappresenta un pericolo per la natura.
Altra particolarità dell'anime è il fatto che uomini e macchine vengono messi sullo stesso livello. Ad esempio, il freddo e razionale Buraiking nutre un sentimento benevolo nei confronti del suo cigno robotico Swanee; sentimento che rappresenta il suo unico punto debole: Swanee infatti è la madre di Casshern, la quale puntualmente vola via di nascosto per svelare i segreti del nemico al figlio. Ella gode della completa fiducia di Buraiking, il quale non dubita minimamente che l'oggetto del suo affetto sia in realtà una spia. Molto particolare e degno di menzione è altresì un episodio nel quale un uomo si comporta allo stesso modo di una macchina, e una macchina si comporta allo stesso modo di un uomo: la discriminazione razziale subita da Casshern a causa del suo essere androide ha lo stesso valore del freddo delirio razionalizzato di Buraiking. Il tutto si riconduce all'uomo. L'uomo creatore, distruttore, calcolatore, portatore di morte, indifferenza e di ogni tipo di discriminazione e ideologia. E' chiaro il messaggio che vuole trasmettere la serie: "Uomini, voi siete delle macchine, ma non dovete dimenticare quelle cose positive che possono benissimo convivere con la meccanicità". - "Lo sai che c'è uno spirito anche dentro a un motore" - direbbe Jovanotti.
Tecnicamente, a livello di animazioni, "Shinzo Ningen Casshern" si dimostra decisamente superiore rispetto alla media degli anime del suo periodo: le opere Tatsunoko godevano di staff prestigiosi e di budget considerevoli per l'epoca. Alla regia, a fianco di Takao Koyama, abbiamo un giovanissimo Yoshiyuki Tomino, ancora ben lontano dai fasti autoriali di "Gundam" e "Ideon"; è inoltre da notare la presenza di Akiyoshi Sakai ("Baldios") alla sceneggiatura e di Yoshitaka Amano ("Tenshi no Tamago", "Final Fantasy") al character design.
L'opera è costituita esclusivamente da episodi autoconclusivi, nei quali spesso i protagonisti vivono vicende tragiche in cui i combattimenti (spettacolari per l'epoca) tra Casshern e i robot di Buraiking Boss fanno da contorno. Non mancano ingenuità narrative legate al target infantile dell'opera: ad esempio, Buraiking scopre che Casshern è un androide esclusivamente a serie inoltrata, nonostante egli faccia a pezzi i suoi robot a mani nude fin dal primo episodio. I personaggi meglio caratterizzati sono indubbiamente Buraiking e Casshern, mentre tutti gli altri stanno decisamente sullo sfondo e non spiccano particolarmente per fascino e carisma.
Uno dei temi centrali dell'opera è l'importanza della famiglia e della sua coesione: Casshern vuole bene ai suoi genitori, viene aiutato dall'amorevole e dolce madre, deve affidarsi alle conoscenze scientifiche del padre, sopratutto nella puntata finale della serie. La famiglia viene concepita come il nucleo della stessa società, e il suo corretto funzionamento è indispensabile per la corretta crescita dei figli: nel Giappone del dopoguerra, non ancora afflitto dalle problematiche della postmodernità, era necessaria una forte coesione sociale e familiare al fine di superare le numerose difficoltà portate dal conflitto.
In conclusione, com'è invecchiata la pietra miliare della Tatsunoko? A mio avviso, coloro i quali al giorno d'oggi s'apprestino a vedere "Shinzo Ningen Casshern" dovrebbero contestualizzarlo nella sua epoca, tenendo altresì presente che è stato pensato per un target infantile: indubbiamente l'anime in sé non può competere con i capolavori sci-fi a lui successivi che trattano le stesse tematiche in modo molto più approfondito e spettacolare; tuttavia, "Shinzo Ningen Casshern" gode di un mood particolare, tipicamente giapponese nella sostanza, e ancora oggi stupisce per il suo carisma e la sua genuinità.
"Shinzo Ningen Casshern", contrariamente ai suoi contemporanei "fratelli" sentai della Tatsunoko - tali "Tekkaman" e "Polymar" - si contraddistingue per i toni cupi, impegnati e drammatici. Quest'opera di Tatsuo Noshida, vero e proprio pioniere dell'animazione giapponese, nonché fondatore della colossale Tatsunoko Productions, è il capostipite di un brand famosissimo in Giappone, il quale si è protratto sino ai giorni nostri. "Shinzo Ningen Casshern" è un anime molto particolare se contestualizzato nella sua epoca; dando un'occhiata superficiale, si nota che da esso emerge innanzitutto l'ambivalenza nei confronti della scienza tipica dello sci-fi giapponese del dopoguerra: il laboratorio del Dottor Azuma, ad esempio, viene raffigurato come un tetro castello simile a quello del Dottor Frankenstein; lo stesso Buraiking è reminiscente del mostro nato dalla fantasia di Mary Shelley. Un mostro creato dalla ragione, la quale nell'anime viene esaltata in tutta la sua ambivalenza. Le decisioni di Buraiking, infatti, nella loro assoluta coerenza e lucidità, sono atroci e annichilenti per il genere umano: egli fa creare armi sempre più devastanti, intere legioni di robot le quali vengono puntualmente mandate a distruggere popolose città e interi centri abitati. Casshern si muove in un ambiente devastato, reminiscente in tutto e per tutto il Giappone del dopoguerra: case ridotte a cumuli di macerie, grigiore, povertà, ingiustizie; contrariamente ai supereroi classici, Casshern spesso non può fare assolutamente nulla; viene disprezzato dagli uomini che tenta di difendere, i quali, accecati dai loro pregiudizi, odiano indistintamente tutti gli androidi; non riesce a salvare determinate persone, le quali moriranno lasciandolo triste, solo, a piangere in silenzio davanti alla loro tomba. Casshern spesso combatte esclusivamente per la rabbia che porta dentro, per dimenticare momentaneamente la grande sofferenza che lo affligge. La lotta di Casshern non è affatto semplicistica: egli nella sostanza rimane un uomo; e gli uomini falliscono, hanno delle incertezze, si lasciano sopraffare dallo sconforto. Casshern è il Giapponese del dopoguerra, il quale deve venire a patti con la "mostruosa" scienza che ha distrutto il suo Paese per riscattarsi.
Buraiking Boss, oltre ad essere un mostro creato dalla ragione, è anche uno spietato dittatore. Il simbolo delle sue armate è reminiscente della croce uncinata nazista, così come i suoi gerarchi paiono delle caricature di Goebbels, Himmler e Goering. Allo stesso modo di Hitler, Buraiking basa la sua ferrea leadership su un'asserzione "naturalistica": l'uomo va distrutto in quanto razza inferiore, siccome egli, allo stesso modo di un virus, rappresenta un pericolo per la natura.
Altra particolarità dell'anime è il fatto che uomini e macchine vengono messi sullo stesso livello. Ad esempio, il freddo e razionale Buraiking nutre un sentimento benevolo nei confronti del suo cigno robotico Swanee; sentimento che rappresenta il suo unico punto debole: Swanee infatti è la madre di Casshern, la quale puntualmente vola via di nascosto per svelare i segreti del nemico al figlio. Ella gode della completa fiducia di Buraiking, il quale non dubita minimamente che l'oggetto del suo affetto sia in realtà una spia. Molto particolare e degno di menzione è altresì un episodio nel quale un uomo si comporta allo stesso modo di una macchina, e una macchina si comporta allo stesso modo di un uomo: la discriminazione razziale subita da Casshern a causa del suo essere androide ha lo stesso valore del freddo delirio razionalizzato di Buraiking. Il tutto si riconduce all'uomo. L'uomo creatore, distruttore, calcolatore, portatore di morte, indifferenza e di ogni tipo di discriminazione e ideologia. E' chiaro il messaggio che vuole trasmettere la serie: "Uomini, voi siete delle macchine, ma non dovete dimenticare quelle cose positive che possono benissimo convivere con la meccanicità". - "Lo sai che c'è uno spirito anche dentro a un motore" - direbbe Jovanotti.
Tecnicamente, a livello di animazioni, "Shinzo Ningen Casshern" si dimostra decisamente superiore rispetto alla media degli anime del suo periodo: le opere Tatsunoko godevano di staff prestigiosi e di budget considerevoli per l'epoca. Alla regia, a fianco di Takao Koyama, abbiamo un giovanissimo Yoshiyuki Tomino, ancora ben lontano dai fasti autoriali di "Gundam" e "Ideon"; è inoltre da notare la presenza di Akiyoshi Sakai ("Baldios") alla sceneggiatura e di Yoshitaka Amano ("Tenshi no Tamago", "Final Fantasy") al character design.
L'opera è costituita esclusivamente da episodi autoconclusivi, nei quali spesso i protagonisti vivono vicende tragiche in cui i combattimenti (spettacolari per l'epoca) tra Casshern e i robot di Buraiking Boss fanno da contorno. Non mancano ingenuità narrative legate al target infantile dell'opera: ad esempio, Buraiking scopre che Casshern è un androide esclusivamente a serie inoltrata, nonostante egli faccia a pezzi i suoi robot a mani nude fin dal primo episodio. I personaggi meglio caratterizzati sono indubbiamente Buraiking e Casshern, mentre tutti gli altri stanno decisamente sullo sfondo e non spiccano particolarmente per fascino e carisma.
Uno dei temi centrali dell'opera è l'importanza della famiglia e della sua coesione: Casshern vuole bene ai suoi genitori, viene aiutato dall'amorevole e dolce madre, deve affidarsi alle conoscenze scientifiche del padre, sopratutto nella puntata finale della serie. La famiglia viene concepita come il nucleo della stessa società, e il suo corretto funzionamento è indispensabile per la corretta crescita dei figli: nel Giappone del dopoguerra, non ancora afflitto dalle problematiche della postmodernità, era necessaria una forte coesione sociale e familiare al fine di superare le numerose difficoltà portate dal conflitto.
In conclusione, com'è invecchiata la pietra miliare della Tatsunoko? A mio avviso, coloro i quali al giorno d'oggi s'apprestino a vedere "Shinzo Ningen Casshern" dovrebbero contestualizzarlo nella sua epoca, tenendo altresì presente che è stato pensato per un target infantile: indubbiamente l'anime in sé non può competere con i capolavori sci-fi a lui successivi che trattano le stesse tematiche in modo molto più approfondito e spettacolare; tuttavia, "Shinzo Ningen Casshern" gode di un mood particolare, tipicamente giapponese nella sostanza, e ancora oggi stupisce per il suo carisma e la sua genuinità.
Patema Inverted
7.0/10
Rygar
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Che cosa accadrebbe se un giorno la prospettiva del mondo mutasse… di 180°? Che cosa accadrebbe se il grigiore di una vita opprimente fosse diametralmente rovesciato dalla scoperta di persone che vivono letteralmente "agli antipodi"? Che cosa succederebbe se delle persone che non riescono a guardarsi chiaramente negli occhi si ritrovassero a dover interagire? Questo film, Patema Inverted parla proprio di questo, ossia della scoperta di persone che subiscono una forza di gravità diametralmente opposta e che dovranno fare i conti con una serie di realtà apparentemente inconciliabili.
"Patema Inverted" è un film della stagione autunnale 2013 della durata di 99 minuti. L'opera trae origine da una serie di ONA della stagione invernale 2012.
Trama: Patema è una misteriosa principessa di un regno sotterraneo in cui la gravità è esattamente l'opposta rispetto alla gravità della superficie. Nonostante i divieti, la ragazza vuole esplorare il mondo della superficie, spinta dalla curiosità e da alcuni oggetti precedentemente posseduti da antichi esploratori.
Sulla superficie, il regno di Aiga ha imposto un regime dittatoriale. Vietato guardare in cielo, vietato sconfinare, vietato pensare con la propria testa, vietato ricercare una vita che non sia già impostata dall'esterno. Il tutto perché in passato furono condotti degli esperimenti sulla ricerca dell'energia gravitazionale, la quale scatenò delle catastrofi distruggendo parte del mondo, costruendo una misteriosa "calotta celeste" disabitata e costringendo le vittime dell'esperimento a vivere nel sottosuolo, poiché incapaci di sopravvivere alla gravità superficiale. I sopravvissuti della superficie presero il potere e definirono come "peccatori" gl'"invertiti", ossia coloro che possono solo sopravvivere nel sottosuolo. La storia entra nel vivo quando Patema incontra Eiji, un ragazzo della superficie contrario al sistema dittatoriale. Il loro incontro scatenerà una serie di eventi incredibili e imprevedibili.
Grafica: il giudizio sul comparto grafico è positivo. Le ambientazioni sono incredibilmente variegate e realizzate piuttosto bene, sebbene qualche dettaglio in più non sarebbe guastato (ad esempio, nella vegetazione), il "l'effetto vertigine" è ben reso durante le "scene di vuoto" in cui si percepisce la mancanza di un appoggio stabile. Buone le animazioni, ben realizzate e fluide. Character design carino. Mecha design abbastanza atipico, ma non per questo non piacevole.
Sonoro: ottimo. Non è presente l'opening, in compenso l'ending è bellissimo. OST delicati e molto suggestivi, ottime canzoni. Splendidi effetti sonori che enfatizzano il senso di vuoto di alcuni scenari. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: alcuni di loro potevano essere migliori. Se i protagonisti sono senz'alcun dubbio ben caratterizzati, con una loro spiccata identità, lo stesso non si può affermare degli antagonisti cui appaiono piuttosto banali, scialbi e stereotipati. Ciononostante, sono ben presenti i fattori evolutivi e psicologici e l'interazione è buona.
Sceneggiatura: l'opera non è d'immediata comprensione e merita l'attenzione dello spettatore. La gestione temporale è sostanzialmente lineare, sebbene possa apparire contorta in più punti. Qualche piccolo flashback è presente ma ciò che manca sono degli approfondimenti a livello di spiegazioni (ad esempio su come si è costituita la "città nel cielo", come faccia a funzionare nonostante sia disabitata, ecc.). Il ritmo s'attesta su livelli medi. Non mancano le scene d'azione, realizzate molto bene e col giusto grado di pathos. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: L'opera si conclude magnificamente con un finale poetico, post apocalittico, completo, emozionante ed esaustivo.
In sintesi: "Patema inverted" è un film molto bello, nonostante alcuni difetti che ne precludono la valutazione complessiva. Questo film sa regalare splendide emozioni e riflessioni. Data la sua natura, l'opera è meritevole d'essere vista da un'ampia fetta di pubblico.
"Patema Inverted" è un film della stagione autunnale 2013 della durata di 99 minuti. L'opera trae origine da una serie di ONA della stagione invernale 2012.
Trama: Patema è una misteriosa principessa di un regno sotterraneo in cui la gravità è esattamente l'opposta rispetto alla gravità della superficie. Nonostante i divieti, la ragazza vuole esplorare il mondo della superficie, spinta dalla curiosità e da alcuni oggetti precedentemente posseduti da antichi esploratori.
Sulla superficie, il regno di Aiga ha imposto un regime dittatoriale. Vietato guardare in cielo, vietato sconfinare, vietato pensare con la propria testa, vietato ricercare una vita che non sia già impostata dall'esterno. Il tutto perché in passato furono condotti degli esperimenti sulla ricerca dell'energia gravitazionale, la quale scatenò delle catastrofi distruggendo parte del mondo, costruendo una misteriosa "calotta celeste" disabitata e costringendo le vittime dell'esperimento a vivere nel sottosuolo, poiché incapaci di sopravvivere alla gravità superficiale. I sopravvissuti della superficie presero il potere e definirono come "peccatori" gl'"invertiti", ossia coloro che possono solo sopravvivere nel sottosuolo. La storia entra nel vivo quando Patema incontra Eiji, un ragazzo della superficie contrario al sistema dittatoriale. Il loro incontro scatenerà una serie di eventi incredibili e imprevedibili.
Grafica: il giudizio sul comparto grafico è positivo. Le ambientazioni sono incredibilmente variegate e realizzate piuttosto bene, sebbene qualche dettaglio in più non sarebbe guastato (ad esempio, nella vegetazione), il "l'effetto vertigine" è ben reso durante le "scene di vuoto" in cui si percepisce la mancanza di un appoggio stabile. Buone le animazioni, ben realizzate e fluide. Character design carino. Mecha design abbastanza atipico, ma non per questo non piacevole.
Sonoro: ottimo. Non è presente l'opening, in compenso l'ending è bellissimo. OST delicati e molto suggestivi, ottime canzoni. Splendidi effetti sonori che enfatizzano il senso di vuoto di alcuni scenari. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: alcuni di loro potevano essere migliori. Se i protagonisti sono senz'alcun dubbio ben caratterizzati, con una loro spiccata identità, lo stesso non si può affermare degli antagonisti cui appaiono piuttosto banali, scialbi e stereotipati. Ciononostante, sono ben presenti i fattori evolutivi e psicologici e l'interazione è buona.
Sceneggiatura: l'opera non è d'immediata comprensione e merita l'attenzione dello spettatore. La gestione temporale è sostanzialmente lineare, sebbene possa apparire contorta in più punti. Qualche piccolo flashback è presente ma ciò che manca sono degli approfondimenti a livello di spiegazioni (ad esempio su come si è costituita la "città nel cielo", come faccia a funzionare nonostante sia disabitata, ecc.). Il ritmo s'attesta su livelli medi. Non mancano le scene d'azione, realizzate molto bene e col giusto grado di pathos. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: L'opera si conclude magnificamente con un finale poetico, post apocalittico, completo, emozionante ed esaustivo.
In sintesi: "Patema inverted" è un film molto bello, nonostante alcuni difetti che ne precludono la valutazione complessiva. Questo film sa regalare splendide emozioni e riflessioni. Data la sua natura, l'opera è meritevole d'essere vista da un'ampia fetta di pubblico.
Dusk Maiden of Amnesia
8.0/10
"Tasogare Otome x Amnesia" è stato per me una continua sorpresa: mi avvicinai a questo titolo aspettandomi un horror, qualcosa di spaventosamente intrigante, ma il primo impatto mi portò subito lontano da questa tipologia d'opera; il primo impatto, ad esser sinceri, mi portò a pensare di essermi imbattuto in un'opera sciocchina e di poco conto. Fortunatamente, in seguito, ho avuto modo di potermi ricredere, ma dubbi di vario tipo mi hanno accompagnato durante tutto l'arco narrativo, e ora tenterò di spiegarvene le ragioni.
L'horror dovrebbe essere una delle caratteristiche principali di quest'opera, ma così non è, si troveranno ben poche situazioni degne di essere definite tali, anche se talune sono in grado di portarci un discreto contraccolpo emotivo. Quale genere allora caratterizza al meglio "Tasogare Otome x Amnesia"? Difficilissimo dirlo! Si procede un po' a fasi alterne, ma è indubbio che a farla da padrone saranno anche diverse situazioni burlesche, una buona dose di ecchi, tanto fanservice e, per concludere in bellezza, tanto sentimentalismo. La fase romantica di quest'anime esplode prevalentemente nelle fasi finali, ma si rivela insospettabilmente molto profonda e toccante.
Graditissima sorpresa che innalza moltissimo il valore complessivo di quest'opera.
Come in "AnoHana" anche in questo caso avremo a che fare con una presenza sovrannaturale femminile, una presenza "amabile" i cui rimorsi la tengono ancora legata al mondo terreno. Qui finiscono quasi tutte le similitudini, dato che in "Tasogare Otome x Amnesia" gli sviluppi sono completamente dissimili, così come le atmosfere (talvolta più macabre, spesso più giocose e sensuali): si respira un clima completamente diverso, ma nient' affatto peggiore, anzi!
La caratterizzazione dei personaggi non è nulla di speciale, salvo Yuuko, la ragazza fantasma che è il perno di tutto e quindi, per forza di cose, almeno lei deve dimostrarsi intrigante e affascinante quanto basta per tenere in piedi la baracca. E per fortuna ci riesce benissimo!
Discorso diverso va fatto per la realizzazione tecnica, che si assesta su livelli prossimi all'eccellenza, soprattutto per gli splendidi fondali e i giochi di luci e colori, per non parlare dell'ispiratissima regia capace di valorizzare incredibilmente bene anche le situazioni apparentemente più semplici, salvo poi prendersi un po' troppa libertà in un paio di circostanze, facendo scivolare il tutto in uno stato di inutile e sgradevolissimo caos. Evidentemente non tutte le ciambelle riescono col buco!
Degna di nota anche la soundtrack ricca di pezzi di un certo calibro, comprese le sigle di chiusura e apertura, quest'ultima particolarmente riuscita anche a livello grafico e testuale, dato che la traduzione del brano si scopre contenere importanti collegamenti alla storia.
La parola Amnesia è un altro "dettaglio" importante di quest'opera, e lo scopriremo strada facendo.
Tirando le somme posso dire di essere rimasto soddisfattissimo di quest'anime, ma a chi lo andrei a consigliare? Non di certo a chi è in cerca di scene horror cariche di tensione, ma a chi ama il sovrannaturale, l'ecchi e il sentimentalismo. Sono tre ingredienti presenti in maniera massiccia e sarebbe dunque preferibile riuscire ad apprezzarli tutti onde godersi al meglio la storia.
In ogni caso si tratta di un'opera che migliora moltissimo strada facendo e fiorisce proprio nelle fasi finali; vale la pena dunque non lasciarsi demoralizzare da un inizio eventualmente deludente e poter quindi giudicare l'opera nel suo insieme.
L'horror dovrebbe essere una delle caratteristiche principali di quest'opera, ma così non è, si troveranno ben poche situazioni degne di essere definite tali, anche se talune sono in grado di portarci un discreto contraccolpo emotivo. Quale genere allora caratterizza al meglio "Tasogare Otome x Amnesia"? Difficilissimo dirlo! Si procede un po' a fasi alterne, ma è indubbio che a farla da padrone saranno anche diverse situazioni burlesche, una buona dose di ecchi, tanto fanservice e, per concludere in bellezza, tanto sentimentalismo. La fase romantica di quest'anime esplode prevalentemente nelle fasi finali, ma si rivela insospettabilmente molto profonda e toccante.
Graditissima sorpresa che innalza moltissimo il valore complessivo di quest'opera.
Come in "AnoHana" anche in questo caso avremo a che fare con una presenza sovrannaturale femminile, una presenza "amabile" i cui rimorsi la tengono ancora legata al mondo terreno. Qui finiscono quasi tutte le similitudini, dato che in "Tasogare Otome x Amnesia" gli sviluppi sono completamente dissimili, così come le atmosfere (talvolta più macabre, spesso più giocose e sensuali): si respira un clima completamente diverso, ma nient' affatto peggiore, anzi!
La caratterizzazione dei personaggi non è nulla di speciale, salvo Yuuko, la ragazza fantasma che è il perno di tutto e quindi, per forza di cose, almeno lei deve dimostrarsi intrigante e affascinante quanto basta per tenere in piedi la baracca. E per fortuna ci riesce benissimo!
Discorso diverso va fatto per la realizzazione tecnica, che si assesta su livelli prossimi all'eccellenza, soprattutto per gli splendidi fondali e i giochi di luci e colori, per non parlare dell'ispiratissima regia capace di valorizzare incredibilmente bene anche le situazioni apparentemente più semplici, salvo poi prendersi un po' troppa libertà in un paio di circostanze, facendo scivolare il tutto in uno stato di inutile e sgradevolissimo caos. Evidentemente non tutte le ciambelle riescono col buco!
Degna di nota anche la soundtrack ricca di pezzi di un certo calibro, comprese le sigle di chiusura e apertura, quest'ultima particolarmente riuscita anche a livello grafico e testuale, dato che la traduzione del brano si scopre contenere importanti collegamenti alla storia.
La parola Amnesia è un altro "dettaglio" importante di quest'opera, e lo scopriremo strada facendo.
Tirando le somme posso dire di essere rimasto soddisfattissimo di quest'anime, ma a chi lo andrei a consigliare? Non di certo a chi è in cerca di scene horror cariche di tensione, ma a chi ama il sovrannaturale, l'ecchi e il sentimentalismo. Sono tre ingredienti presenti in maniera massiccia e sarebbe dunque preferibile riuscire ad apprezzarli tutti onde godersi al meglio la storia.
In ogni caso si tratta di un'opera che migliora moltissimo strada facendo e fiorisce proprio nelle fasi finali; vale la pena dunque non lasciarsi demoralizzare da un inizio eventualmente deludente e poter quindi giudicare l'opera nel suo insieme.
Oggi, a distanza di tanto tempo da quella prima visione di Tasogare Otome X Amnesia, riconfermerei completamente quanto scrissi a suo tempo e credo rivedrei gradevolmente l'opera da capo... se solo avessi più tempo libero... non riesco neanche ad iniziare le opere attuali T_T
Patema inverted è la prima volta che lo sento nominare e non sembra male... può darsi decida di dargli una chance in futuro.
Kyashan lo ricordo con piacere nei miei pomeriggi di quando ero un fanciullo.
Non vidi mai la storia dall'inizio sino alla fine - come spesso mi accadeva con gli anime trasmesi in tv - tuttavia ne conservo un buon ricordo.
Faccio i complimenti a Rygar perchè ha fatto un bel lavoro.
Riguardo Patema Inverted sono proprio curioso di vederlo.
Penso che come serietv ne avrebbe giovato.
Il racconto di King, Camion, e film a seguito Brivido, somigliano fortemente a ben 2 puntate della serie, in particolar modo l'ultima. Sono sicuro che il grande scrittore lo abbia visto e si sia ispirato....
Per il resto direi che sono preparato. Kyashan è una gran bella serie, sono contento di averla potuta vedere in TV. Dusk Maiden X Amnesia secondo me si è persa per strada ed è caduta vittima di situazioni un po' banalotte e sentimentalismi risparmiabili, soprattutto negli episodi finali, e dire che tecnicamente sarebbe ineccepibile...
Complimenti agli altri due recensori.
Per il resto Sakasama no Patema era un film che attendevo da una vita, ma visto dopo Upside Down ha tutto un altro gusto nonostante siano film diversi...
Molto carino ma l'ho rivalutato rispetto ai 4 OAV precedenti, comunque un film da ricordare per il suo concept ^^
Tasogare Otome X Amnesia mi è piaciuto abbastanza nonostante partissi molto critico e con un po' di pregiudizi...
Alla fine a parte qualche inconsistenza mi è piaciuto e lo consiglio, ma quanto è bella la Opening?!?!
Ogni tanto in macchina me la ascolto ancora!!
Un piccolissimo appunto però, dici che è una pietra miliare ecc.ecc., io dico però mondiale non solo giapponese. Molti pensano che oggi si siano fatti film e serie molto più articolati e dalle trame più complesse, ma i più grandi film del genere fanta credo siano degli anni 60/70. Blade Runner poi non è certo di oggi. Oggi abbiamo l'illusione, forse affascinati (io no) dall'estetica della cg, che tutto sia più complesso e migliore di quello di un tempo. Per me non è così. Kyashan, in questo caso, è ancora oggi avanti a molte altre serie, e lo sarà per sempre. Quando si raggiunge l'apice, è difficile per gli altri eguagliare, figurarsi superare (considerando anche che stiamo parlando di una serie televisiva con tutte le limitazioni del caso).
Il tema della ricostruzione era onnipresente negli anime degli anni settanta per ragioni ideologiche, e c'è pure in Casshern, uno dei tanti newtype che devono pagare il prezzo degli errori commessi dalla generazione precedente.
Quanto ai Gatchaman, purtroppo ricordo bene solo la prima stagione, irrimediabilmente deturpata dalle forbici censorie dei produttori USA che la distribuirono, oltre che nel loro paese, anche nel nostro e nel resto d'Europa. Purtroppo non si limitarono a rinominare i personaggi e a tagliare scene in cui veniva mostrata la morte di qualcuno, come fecero con Uchuu Senkan Yamato quando la trasmisero negli USA, e poi anche da noi, con il titolo di Starblazers. In Battle of the Planets vennero totalmente riscritti i dialoghi, ambientate le storie in luoghi lontani dalla Terra, inseriti personaggi e animazioni pessime che non esistevano nella serie originale. Insomma un disastro che rende molto difficile giudicare la qualità di questo sfortunato anime. Le serie successive purtroppo non me le ricordo gran che bene, e questo è un indice del fatto che non mi avevano particolarmente impressionato.
@Goonie: Le tematiche di Kyashan sono senz'altro state fonte di ispirazione anche per serie successive. Ho citato Zambot 3 non a caso perché in effetti anche qui si ritrova il tema della macchina, Gaizok nel caso in questione, creata da esseri umani che tenta di sterminare l'umanità ergendosi a giudice implacabile, un po' come fa Briking in Kyashan. Morte e devastazioni sono comuni in entrambe le serie, a differenza di Mazinga Z e suoi successori nagaiani in cui le città attaccate ritornavano intatte magicamente nell'episodio successivo, qui la storia invece insiste sulla distruzione progressiva e continua degli insediamenti umani, con tutto il corollario di precarietà e terrore che questo comporta, similarmente a quello che avviene anche i Kyashan. E poi la famiglia Jin, i protagonisti di Zambot, sono immediatamente fatti oggetto della diffidenza e dell'ostilità da parte della popolazione umana, poiché i loro lontani antenati erano emigrati in Giappone secoli prima da un lontano pianeta in fuga proprio da Gaizok che lo aveva distrutto. Benché del tutto indistinguibili dal resto della popolazione giapponese i Jin vengono perseguitati proprio per la loro origine aliena, e addirittura accusati di essere il vero motivo dell'attacco di Gaizok, similmente a quanto accade a Kyashan quando viene rivelata dagli androidi agli esseri umani la natura meccanica del protagonista. Forse in tutto questo si cela una velata critica del razzismo strisciante che ancora oggi purtroppo si può trovare in certi settori della società giapponese verso le persone della medesima nazionalità, ma con antenati provenienti da altri paesi asiatici (i particolare coreani), che migrarono, spesso forzatamente, in Giappone nella prima metà del secolo scorso. Sono sicuro che Kyashan abbia comunque dato spunti anche ad altre serie, per questo la ritengo una pietra miliare del genere. Certo aveva pure i suoi limiti, dovuti anche al carattere innovativo della storia e anche dalla relativa "gioventù" dell'animazione nipponica nel 1973, ciò detto però concordo con il fatto che le intuizioni geniali delle migliori opere fantascientifiche cinematografiche e animate degli anni '60 e '70 conferiscono ancora oggi un valore ben lungi dall'essere messo in discussione, pur in presenza degli evidenti miglioramenti e dell'evoluzione tecnologica al servizio dei cineasti di oggi, i quali comunque hanno chi più, chi meno, un certo debito rispetto a quei capolavori del passato.
@AkiraSakura: Non dico che nei decenni successivi non si sia fatto di meglio rispetto a produzioni come Kyashan, senz'altro gli esempi che citi ne sono la dimostrazione, però quel che intendevo dire è che è proprio con questa produzione della Tatsunoko che cominciano a svilupparsi seriamente quelle tematiche che saranno poi ben sviluppate anche da altri in seguito, perciò lo definisco una pietra miliare. Il tema poi delle colpe dei padri che ricadono comunque anche sui figli è senz'altro vero che appare in altre serie oltre a Kyashan, addirittura anche prima se pensi ad alcuni episodi de "L'uomo Tigre". E' senz'altro un fatto che la sensibilità degli autori della Tatsunoko verso tematiche di salvaguardia dell'ambiente dalle devastazioni provocate dalle attività umane, abbia avuto un'importanza fondamentale in quelle produzioni dei primi anni '70, perché riflettevano la realtà di un paese come il Giappone che purtroppo stava sacrificando moltissimo sull'altare dello sviluppo industriale in termini di salubrità dell'ambiente e di salute delle persone stesse. E quest'inquietudine, mista anche ai timori di uno sviluppo tecnologico incontrollato che hanno ispirato non solo gli artisti della casa del cavalluccio marino, ma anche altre grandissime personalità come Osamu Tezuka e Hayao Miyazaki.
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