Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Strike Witches e KanColle e il manga Saint Seiya - The Lost Canvas - Il mito di Ade.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Strike Witches TV
2.0/10
Quand'è che un anime diviene trash? Solitamente le cause sono variegate e numerose, altre volte invece basta ricorrere a due generi in particolare, lolicon ed ecchi, di cui il primo decisamente è il male dell'animazione giapponese, oltre che una delle cause per le quali molti non appassionati ci guardano con occhi disgustati.
Anno 1944, la Terra è invasa da esseri misteriosi chiamati neuroi che distruggono qualunque cosa si trovi sul loro cammino. L'unico baluardo di salvezza sono le Strike Witches, bambine delle medie/elementari che, a prescindere dall'età che gli si voglia affibbiare, sono dotate di poteri magici e le uniche in grado di utilizzare le strike unit. Cosa sono le strike unit? Sono l'invenzione di un pedofil... ehm, un geniale scienziato, padre di una delle protagoniste, che permette alle bambine dotate di magia di volare indossandole come delle calze corazzate. Esteticamente non sono altro che fusoliere ritagliate e miniaturizzate di vecchi caccia aerei della Seconda Guerra Mondiale, A6M2 Zero per fare un esempio. Fine introduzione.
Se dovessi trovare un lato positivo della serie direi senza pensarci troppo: "originalità". Tuttavia l'opera è tutt'altro che degna di lode per più di un motivo. Cominciamo col dire che le bambine tutte non indossano indumenti che vadano dalla vita in giù, in pratica sono sempre con le pantsu al vento. Nessuno, e sottolineo nessuno, dei personaggi adulti sembra curarsi del fatto che il destino dell'umanità è in mano a delle bambine in mutande con le gambe infilate in dei razzi con eliche. La presenza della magia, presente da quanto si capisce solo nelle bambine, non è mai chiarita in alcun modo, non si sa in base a quale criterio una ragazzina possa possedere poteri magici o meno.
Ogni battaglia aerea contro i neuroi vede sempre attuata la stessa strategia da parte delle Witches, ovvero punzecchiare gli enormi velivoli alieni (?) con armi da fanteria e scudi magici che in realtà hanno sola utilità difensiva. In definitiva, quest'opera è un minestrone di roba che potrebbe risultare gradevole solo a un maniaco del lolicon, perché davvero non c'è nient'altro.
Per tutti i dodici interminabili episodi, completati solo per mettermi il cuore in pace su questa serie da sempre rimandata, ho assistito ai soliti smielati e zuccherosi discorsi sul volersi bene, sul voler proteggere gli altri, "impegniamoci duramente insieme", e quant'altro. Ma la cosa che in assoluto non ho sopportato sono le inquadrature: ogni momento è buono per un'inquadratura sulla zona... avete capito bene quale... delle protagoniste. Che si tratti di un momento "serio" (parolone vista l'opera in questione), di una scena di dialogo o di scene d'intermezzo, avremo sempre inquadrature su quel determinato punto per ogni personaggio femminile. Lo avrei ancora potuto capire per un ecchi non lolicon, ma qui siamo davvero a livelli preoccupanti e, se vi piace, consiglio vivamente una visitina dallo psicanalista.
A livello tecnico non troviamo l'eccellenza, tuttavia l'anime si difende davvero bene. Gli effetti di luce, le animazioni, e ovviamente i disegni, non sono affatto male, anzi sono sorprendentemente gradevoli. Anche il comparto audio non è malaccio, ma le sigle d'apertura e chiusura sono ampiamente dimenticabili.
In conclusione, "Strike Witches" è uno degli anime che volevo completare per una questione di principio, non di certo perché sia una bella opera d'animazione. Tuttora mi chiedo come si possa parlare anche solo di anime guardabile per quanto concerne una serie come questa, dove le bambine vanno in giro in mutande, dove le inquadrature inquadrano zone moralmente sbagliatissime e dove gli "adulti" affidano felicemente loro il destino del mondo. "Strike Witches" è uno dei motivi per i quali gli appassionati d'animazione giapponese passano per dei depravati e, se non siete d'accordo, secondo me dovreste porvi più di una domanda a riguardo.
Anno 1944, la Terra è invasa da esseri misteriosi chiamati neuroi che distruggono qualunque cosa si trovi sul loro cammino. L'unico baluardo di salvezza sono le Strike Witches, bambine delle medie/elementari che, a prescindere dall'età che gli si voglia affibbiare, sono dotate di poteri magici e le uniche in grado di utilizzare le strike unit. Cosa sono le strike unit? Sono l'invenzione di un pedofil... ehm, un geniale scienziato, padre di una delle protagoniste, che permette alle bambine dotate di magia di volare indossandole come delle calze corazzate. Esteticamente non sono altro che fusoliere ritagliate e miniaturizzate di vecchi caccia aerei della Seconda Guerra Mondiale, A6M2 Zero per fare un esempio. Fine introduzione.
Se dovessi trovare un lato positivo della serie direi senza pensarci troppo: "originalità". Tuttavia l'opera è tutt'altro che degna di lode per più di un motivo. Cominciamo col dire che le bambine tutte non indossano indumenti che vadano dalla vita in giù, in pratica sono sempre con le pantsu al vento. Nessuno, e sottolineo nessuno, dei personaggi adulti sembra curarsi del fatto che il destino dell'umanità è in mano a delle bambine in mutande con le gambe infilate in dei razzi con eliche. La presenza della magia, presente da quanto si capisce solo nelle bambine, non è mai chiarita in alcun modo, non si sa in base a quale criterio una ragazzina possa possedere poteri magici o meno.
Ogni battaglia aerea contro i neuroi vede sempre attuata la stessa strategia da parte delle Witches, ovvero punzecchiare gli enormi velivoli alieni (?) con armi da fanteria e scudi magici che in realtà hanno sola utilità difensiva. In definitiva, quest'opera è un minestrone di roba che potrebbe risultare gradevole solo a un maniaco del lolicon, perché davvero non c'è nient'altro.
Per tutti i dodici interminabili episodi, completati solo per mettermi il cuore in pace su questa serie da sempre rimandata, ho assistito ai soliti smielati e zuccherosi discorsi sul volersi bene, sul voler proteggere gli altri, "impegniamoci duramente insieme", e quant'altro. Ma la cosa che in assoluto non ho sopportato sono le inquadrature: ogni momento è buono per un'inquadratura sulla zona... avete capito bene quale... delle protagoniste. Che si tratti di un momento "serio" (parolone vista l'opera in questione), di una scena di dialogo o di scene d'intermezzo, avremo sempre inquadrature su quel determinato punto per ogni personaggio femminile. Lo avrei ancora potuto capire per un ecchi non lolicon, ma qui siamo davvero a livelli preoccupanti e, se vi piace, consiglio vivamente una visitina dallo psicanalista.
A livello tecnico non troviamo l'eccellenza, tuttavia l'anime si difende davvero bene. Gli effetti di luce, le animazioni, e ovviamente i disegni, non sono affatto male, anzi sono sorprendentemente gradevoli. Anche il comparto audio non è malaccio, ma le sigle d'apertura e chiusura sono ampiamente dimenticabili.
In conclusione, "Strike Witches" è uno degli anime che volevo completare per una questione di principio, non di certo perché sia una bella opera d'animazione. Tuttora mi chiedo come si possa parlare anche solo di anime guardabile per quanto concerne una serie come questa, dove le bambine vanno in giro in mutande, dove le inquadrature inquadrano zone moralmente sbagliatissime e dove gli "adulti" affidano felicemente loro il destino del mondo. "Strike Witches" è uno dei motivi per i quali gli appassionati d'animazione giapponese passano per dei depravati e, se non siete d'accordo, secondo me dovreste porvi più di una domanda a riguardo.
Saint Seiya The Lost Canvas è un'opera che divide i fans della serie, alcuni la amano altri la odiano. Indubbiamente è un esperimento che in Italia raramente è stato visto prima; trattandosi di un'opera basata su un manga molto noto, ma disegnata da un'altra persona e con personaggi diversi da quelli che tutti noi conosciamo. Lost Canvas è un prequel che mantiene certi elementi in comune con la serie principale, narrando le vicende dei cavalieri avvenute nel 1700.
Di per sé, il disegno ricorda un po' i tratti tipici dei manga destinati ad un pubblico femminile e può risultare certamente più gradevole del tratto di Kurumada. I fans più intransigenti però potrebbero trovarlo non appropriato all'argomento prettamente shonen dell'opera.
In generale, conviene considerare quest'opera una sorta di "universo parallelo". In tal modo la si può trovare molto gradevole. I dialoghi sono lontani dalla complessità ed eloquenza a cui ci ha abituato la serie animata, ma bisogna ricordare che quella è stata una scelta degli adattatori italiani e che in originale i dialoghi non erano così complessi. Viene certo da chiedersi perchè il manga non è stato adattato allo stesso modo, come invece si è fatto per l'Episode G.
I personaggi visivamente ricordano molto i protagonisti della serie principale, tuttavia se ne discostano presto caratterialmente. Nota di merito secondo me va a Sasha, ovvero Atena, personaggio molto più attivo di Saori, che non si limita a farsi catturare e a farsi salvare dai cavalieri di turno. Anche i cavalieri d'oro, pur se quasi uguali a quelli della serie principale, hanno caratteri e storie diverse.
In definitiva questo manga non è certo un'opera straordinaria, ma può risultare molto gradevole a chi ha amato la serie principale. Tuttavia, va considerato un universo parallelo e non bisogna essere fans eccessivamente pignoli.
Consiglio quindi Lost Canvas ai quei fans che non si scandalizzano se trovano qualche incongruenza fra le due storie. Inoltre penso che possa essere un buon modo per avvicinarsi all'universo di Saint Seiya per tutti coloro che non hanno mai visto o letto nulla a riguardo e ora vogliono avvicinarsi ai Cavalieri, soprattutto se non attirati dallo stile di Kurumada.
Se invece si è fans molto attenti ai dettagli oppure non si apprezza lo stile del disegno, Lost Canvas deluderà ed è meglio non prenderlo neanche in considerazione.
Voto finale 8 perchè a me il manga piace e lo leggo con piacere.
Di per sé, il disegno ricorda un po' i tratti tipici dei manga destinati ad un pubblico femminile e può risultare certamente più gradevole del tratto di Kurumada. I fans più intransigenti però potrebbero trovarlo non appropriato all'argomento prettamente shonen dell'opera.
In generale, conviene considerare quest'opera una sorta di "universo parallelo". In tal modo la si può trovare molto gradevole. I dialoghi sono lontani dalla complessità ed eloquenza a cui ci ha abituato la serie animata, ma bisogna ricordare che quella è stata una scelta degli adattatori italiani e che in originale i dialoghi non erano così complessi. Viene certo da chiedersi perchè il manga non è stato adattato allo stesso modo, come invece si è fatto per l'Episode G.
I personaggi visivamente ricordano molto i protagonisti della serie principale, tuttavia se ne discostano presto caratterialmente. Nota di merito secondo me va a Sasha, ovvero Atena, personaggio molto più attivo di Saori, che non si limita a farsi catturare e a farsi salvare dai cavalieri di turno. Anche i cavalieri d'oro, pur se quasi uguali a quelli della serie principale, hanno caratteri e storie diverse.
In definitiva questo manga non è certo un'opera straordinaria, ma può risultare molto gradevole a chi ha amato la serie principale. Tuttavia, va considerato un universo parallelo e non bisogna essere fans eccessivamente pignoli.
Consiglio quindi Lost Canvas ai quei fans che non si scandalizzano se trovano qualche incongruenza fra le due storie. Inoltre penso che possa essere un buon modo per avvicinarsi all'universo di Saint Seiya per tutti coloro che non hanno mai visto o letto nulla a riguardo e ora vogliono avvicinarsi ai Cavalieri, soprattutto se non attirati dallo stile di Kurumada.
Se invece si è fans molto attenti ai dettagli oppure non si apprezza lo stile del disegno, Lost Canvas deluderà ed è meglio non prenderlo neanche in considerazione.
Voto finale 8 perchè a me il manga piace e lo leggo con piacere.
Kantai Collection
7.0/10
Il sinergico connubio fra anime e mezzi militari, ovvero l'incontrarsi degli interessi di otaku dell'animazione giapponese e di quelli dei mezzi militari (magari d'epoca), che già aveva dato ottimi risultati con Girls und Panzer, anche per la qualità intrinseca del prodotto, segna ora un nuovo capitolo con l'adattamento animato di Kantai Collection. Questa volta però si cavalca l'onda, in quanto il brand è già strapopolare (principalmente in Giappone) di suo per via del browser game (e poi manga, light novel e doujinshi) che ha lanciato il brand.
La premessa del gioco è semplice nonché classica: in un mondo del tutto assimilabile al nostro, l'umanità è stata scacciata dai mari a causa della comparsa delle forze dei misteriosi Abissali e relegata sulla terraferma. Un certo giovane ammiraglio (il giocatore) è inviato a un distretto navale per comandare una flotta di "Kan-musume" (che potremmo anche chiamare "Muse della Flotta"), ragazze che hanno ereditato "l'anima" di grandi navi da guerra del passato e che, con speciali equipaggiamenti, ne possono sprigionare le qualità e contrastare così il nemico abissale.
Nell'anime, invece, si seguono le vicende di Fubuki, kan-musume novizia e fresca di approdo al distretto navale per preciso volere dell'ammiraglio (di cui qui si intravede a malapena la figura), la quale dovrà farsi valere ed essere d'aiuto alle sue molte senpai nella lotta contro gli Abissali.
Quasi obbligatorio, come intuibile, il confronto con il precedente di Girls und Panzer. Tuttavia in questo caso avevamo una storia completamente originale che si è sviluppata con i suoi tempi, mentre per Kantai Collection siamo comunque di fronte a un adattamento, operazione più difficile di quanto si possa immaginare visto l'altissimo numero di personaggi, ciascuno praticamente con un suo nugolo di ammiratori. Ben meditata, quindi, la scelta degli autori di posizionarsi centralmente con un personaggio neutro come Fubuki (uno dei personaggi di base con cui si inizia anche il gioco) e di distribuire la storia con un 70% di slice of life e un 30% di azione, per stessa voce dei produttori. Nondimeno, oltre a portare avanti la vicenda di Fubuki, non si rinuncia a fare degli episodi incentrati sui personaggi più popolari, tra l'altro ispirati a dei suggerimenti pescati tra l'ampissimo fandom.
Ecco quindi Fubuki avere a che fare con la scatenata Kongou e con le sue tre sorelle navi da guerra; spronare l'indaffaratissima Yamato per farla uscire in mare; impegnarsi per guadagnarsi la fiducia dell'adorata senpai "portaerei" Akagi e il rispetto della di lei rigida sorella Kaga; oppure ottemperare alle rigidissime direttive della temibile nave segretaria Nagato, che può essere messa in difficoltà solo dalla pazzerella assistente Mutsu.
La storia infine si sviluppa in una sorta di campagna generale contro gli Abissali, che culminerà in una grande battaglia navale. Ma non mancheranno episodi totalmente umoristici come il sesto, dove sono totali protagoniste le "loli" del sesto gruppo incrociatori nella loro missione del curry.
La serie è realizzata dallo studio diomedea, team ultimamente molto attivo in varie produzioni, che qui realizza un buon lavoro dal punto di vista dei disegni e delle animazioni. Alla tecnica classica si unisce anche un po' di computer grafica non certo all'avanguardia, ma che almeno pare inserirsi bene se il campo d'inquadratura non è molto stretto.
Molto carine le musiche composte per l'occasione, tra le quali registriamo un paio di temi in ottimo stile militaresco e un paio di sigle piuttosto efficaci che introducono e congedano dall'episodio con la giusta carica. Buona prova di tutte le doppiatrici presenti, molte meno del numero dei personaggi però, visto che, come nel gioco, ciascuna dà voce a più personaggi in genere appartenenti alla stessa classe di navi.
Globalmente, Kantai Collection mi è sembrata una buona produzione, abbastanza leggera e disimpegnata, non certamente ambiziosa, e in cui più che la storia contava dar vita ai molti personaggi (neanche tutti alla fine) della flottiglia di KanColle che son diventati cari ai fan. In questo modo realizza il suo fanservice, ma colleziona anche qualche tempo morto e situazioni poco indirizzate a chi non ama le recenti produzioni "leggere" e/o addirittura non conosce il brand.
Però è un buon anime che, se è nelle corde dello spettatore, sa far divertire.
La premessa del gioco è semplice nonché classica: in un mondo del tutto assimilabile al nostro, l'umanità è stata scacciata dai mari a causa della comparsa delle forze dei misteriosi Abissali e relegata sulla terraferma. Un certo giovane ammiraglio (il giocatore) è inviato a un distretto navale per comandare una flotta di "Kan-musume" (che potremmo anche chiamare "Muse della Flotta"), ragazze che hanno ereditato "l'anima" di grandi navi da guerra del passato e che, con speciali equipaggiamenti, ne possono sprigionare le qualità e contrastare così il nemico abissale.
Nell'anime, invece, si seguono le vicende di Fubuki, kan-musume novizia e fresca di approdo al distretto navale per preciso volere dell'ammiraglio (di cui qui si intravede a malapena la figura), la quale dovrà farsi valere ed essere d'aiuto alle sue molte senpai nella lotta contro gli Abissali.
Quasi obbligatorio, come intuibile, il confronto con il precedente di Girls und Panzer. Tuttavia in questo caso avevamo una storia completamente originale che si è sviluppata con i suoi tempi, mentre per Kantai Collection siamo comunque di fronte a un adattamento, operazione più difficile di quanto si possa immaginare visto l'altissimo numero di personaggi, ciascuno praticamente con un suo nugolo di ammiratori. Ben meditata, quindi, la scelta degli autori di posizionarsi centralmente con un personaggio neutro come Fubuki (uno dei personaggi di base con cui si inizia anche il gioco) e di distribuire la storia con un 70% di slice of life e un 30% di azione, per stessa voce dei produttori. Nondimeno, oltre a portare avanti la vicenda di Fubuki, non si rinuncia a fare degli episodi incentrati sui personaggi più popolari, tra l'altro ispirati a dei suggerimenti pescati tra l'ampissimo fandom.
Ecco quindi Fubuki avere a che fare con la scatenata Kongou e con le sue tre sorelle navi da guerra; spronare l'indaffaratissima Yamato per farla uscire in mare; impegnarsi per guadagnarsi la fiducia dell'adorata senpai "portaerei" Akagi e il rispetto della di lei rigida sorella Kaga; oppure ottemperare alle rigidissime direttive della temibile nave segretaria Nagato, che può essere messa in difficoltà solo dalla pazzerella assistente Mutsu.
La storia infine si sviluppa in una sorta di campagna generale contro gli Abissali, che culminerà in una grande battaglia navale. Ma non mancheranno episodi totalmente umoristici come il sesto, dove sono totali protagoniste le "loli" del sesto gruppo incrociatori nella loro missione del curry.
La serie è realizzata dallo studio diomedea, team ultimamente molto attivo in varie produzioni, che qui realizza un buon lavoro dal punto di vista dei disegni e delle animazioni. Alla tecnica classica si unisce anche un po' di computer grafica non certo all'avanguardia, ma che almeno pare inserirsi bene se il campo d'inquadratura non è molto stretto.
Molto carine le musiche composte per l'occasione, tra le quali registriamo un paio di temi in ottimo stile militaresco e un paio di sigle piuttosto efficaci che introducono e congedano dall'episodio con la giusta carica. Buona prova di tutte le doppiatrici presenti, molte meno del numero dei personaggi però, visto che, come nel gioco, ciascuna dà voce a più personaggi in genere appartenenti alla stessa classe di navi.
Globalmente, Kantai Collection mi è sembrata una buona produzione, abbastanza leggera e disimpegnata, non certamente ambiziosa, e in cui più che la storia contava dar vita ai molti personaggi (neanche tutti alla fine) della flottiglia di KanColle che son diventati cari ai fan. In questo modo realizza il suo fanservice, ma colleziona anche qualche tempo morto e situazioni poco indirizzate a chi non ama le recenti produzioni "leggere" e/o addirittura non conosce il brand.
Però è un buon anime che, se è nelle corde dello spettatore, sa far divertire.
Kancolle con quella tipa che spamma "POI" a tutto spiano, mi ha fatto salire l'impulso di sfondare lo schermo a colpi di mazza chiodata (e pensare che i desu di Suiseiseki li ho sempre retti). Per il resto mi ha annoiato a morte.
Godibile va a gusti (per me proprio no, salvo forse forse l'episodio del curry, il resto è stata una continua martellata nei coglioni), originale onestamente... no.
E bisognerebbe anche piantarla di usare slice of life per indicare episodi non di azione.
Slice of life è Yokohama Kaidashi Kikou, è Aria, gli episodi non di azione di Kancolle sono semplicemente episodi il cui scopo è approfondire qualche aspetto dei personaggi.
Un anime che ho consigliato a un po' di persone giusto per trollarle e vedere le loro reazioni.
Priceless.
Esagerato, se basta una cosa del genere per etichettare di depravazione siamo messi molto molto male.
Come intuibile dalla recensione, lo si guarda per puro fanservice, militare e non, e più che altro come tributo allo sconfinato numero di ragazze-cliché che vi compaiono. Delle quali, a parte due/tre, non ricorderete nulla alla fine della visione.
Concordo con Swordman: se volete vedere un anime di questo genere, meglio fiondarsi su "Girls und Panzer".
Beh guarda sarò anche stato esagerato ma quando ho mostrato una manciata di immagini dell'anime in questione a delle persone (di età varia ma comunque adulte) appassionate e non...beh abbiamo concordato sul fatto che non è normale che in un anime, quale che sia, delle bambine di 10 anni circa vadano in giro in mutande. Io da appassionato di ogni genere di anime/manga non ho pregiudizi ma in Strike Witches si esagera.
Rece neutra ma un po' corta quella di Minako, non mi dice molto purtroppo. De ICDZ ho amato la prima vecchia serie dell'anime, in futuro vedrò forse di recuperarne la visione.
Detesto fare polemica, ma se devo essere sincero, non mi piace la tua rece, Rieper. Per come la vedo io, Strike Witches è un anime dalla trama banale, ma "coraggioso" ed estremamente di nicchia, certamente un gioiello per gli amanti del genere, e uno schifo per molti altri. Non mi stupisce che per la massa risulti moralmente sbagliato, mi dispiace però che verso anime del genere, si cerchi puntualmente con insistenza il confronto con la realtà, quando anime del genere esistono proprio per offrire qualcosa di alternativo, di non reale, una sorta di fuga dalla realtà. Secondo me è sbagliato parlare di pedofilia quando si recensiscono questo tipo di anime, perché non c'entra, non si possono definire seriamente "bambine" dei disegni, come se fossero persone reali. Magari il pensiero di depravazione sussiste, non lo nego, ma finché rimane confinato ai disegni, non lo trovo così scandaloso, disegni come questo sono ancora ben lontani dalla realtà, per fortuna, e fintanto che i disegni non sono persone reali, non penso siano atti criminali farci fantasie sopra, la cosa importante è limitare certi pensieri ai personaggi degli anime, evitando ad ogni costo di trasferire questa mentalità alla realtà. Per quanto possa essere sbagliato il pensiero, finché viene applicato a oggetti (e non a persone vere) non è affatto preoccupante, al massimo è strano e poco condivisibile, questo sì.
Non voglio elogiare Strike Witches o altri anime che appartengono al genere lolicon, a me però questo anime è parso simpatico, divertente, e ricco di scene spassose, e il tutto con un livello di animazione direi più che buono. Purtroppo, a parte la comicità, è un po' povero di contenuti e mediocre come storia, ma francamente ho visto molto di peggio. In ogni caso preferisco un anime così esplicito, rispetto ad altri anime amati dalla massa, che però contengono lolicon anch'essi, ma in maniera più subdola, e in molti casi i recensori sorvolano o perdonano i lati lolicon presenti su suddetti anime popolari molto amati.
Ammetto che il genere è "pericoloso", noto però eccessivo accanimento, eccessivo disgusto o addirittura paranoia quando si tratta di anime di quel genere. Seguendo questa linea di pensiero, sarebbero quindi scandalosi tutti gli anime in cui ci sono personaggi che feriscono, uccidono, o esercitano poteri speciali su altri personaggi: è tutto quanto finto, sono disegni, sono carta, è tutto moralmente sbagliato, come la società insegna/comanda, e pensarlo ci sta tutto per carità, ma fintanto che rimane finzione, non ci vedo qualcosa di così terribile, suvvia.
Al di là di tutto ciò, io ho apprezzato Strike Witches anche per forti riferimenti all'Italia, tra cui un intero personaggio principale dedicato e soprattutto l'ambientazione della seconda serie dell'anime, che si svolge quasi interamente in un'ipotetica Italia alternativa, e personalmente apprezzo molto quando i giapponesi "infilano" l'Italia negli anime che fanno.
Non me ne volere, Rieper, ho voluto correre il rischio di esprimere il mio giudizio, per quanto poco condivisibile probabilmente sarà. Tendenzialmente non replicherò ad eventuali risposte a questo commento, penso solo tristemente che questo mondo sia dominato dalle apparenze, e che i dettami della società su cosa è giusto, cosa è sbagliato, cosa è morale e cosa non lo è, non siano necessariamente da prendere come oro colato. Io sono per il buon senso, ma sono anche per la libertà di pensiero, e a mio parere si è liberi di pensare a cose ritenute sbagliate per la massa, l'importante è mantenere buon senso quando si tratta della realtà e tenersi certi pensieri per sé, pensando sempre alle conseguenze prima di fare qualsiasi cosa, finché si fa così, non c'è alcun bisogno di psicanalisti. Gli anime non sono atti criminali, viva la fantasia!
Però vedi, io non amo questo genere di anime alla Strike Witches perché mi sbattono in faccia quelle che sono le manie di alcuni individui che alla domanda "perché queste ragazzine non vestono dalla vita in giù?" mi rispondono "perché no?" come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Di anime ne ho visti davvero parecchi e sinceramente questa comicità che tu hai trovato (buon per te) io non l'ho intravista da nessuna parte, ammesso e non concesso che l'episodio in cui devono imparare a "cavalcare la scopa" dovesse risultare divertente...e non dico altro.
Parlare di accanimento, disgusto o addirittura paranoia è secondo me esagerato. Puoi parlare comodamente di "particolare fastidio" nel vedere anche solo le locandine di un anime del genere, questo si. Tu dici "rimane finzione" ed è qualcosa che ripeto spesso io alle persone e a me stesso, tuttavia quella finzione ha a suo modo preso vita, a prescindere che sia su carta o nella realtà. Ciò che voglio dire è che tu, autore, mi stai sbattendo in faccia un branco di ragazzine con atteggiamenti omosessuali (quasi tutte loro) per di più con inquadrature che mi fanno davvero irritare.
A causa di anime come questo Strike Witches io mi sono visto etichettato, in molte situazioni, come un depravato e/o un maniaco, quando poi gli anime che solitamente seguo sono slice of life o shonen completamente privi o con minima parte di ecchi, o che (diamine) non sia parte essenziale dell'opera. Mi spiace di star passando per il moralista di turno (mai cosa più errata potrebbe essere pensata) ma qui se non si supera per lo meno si tocca quella che è una linea di decenza minima.
Dopo questo "poema" io non giudico chi visiona Strike Witches come un depravato ma giudico Strike Witches un anime pessimo e con pochezza di contenuti (dei quali il 90% è fanservice con base lolicon). Non te ne voglio Disillusion, credimi, anzi rispetto e condivido le tue argomentazioni.
Vero, Roma è ricostruita molto fedelmente, però porco cane su alcune cose potevano metterci un po' più di impegno, tipo inserire la Romagna nel loro fantomatico Ducato di Romagna.
ad ogni modo invece di dare dei depravati a chi guarda strike witches... a sto punto mi meraviglia come mai non ci sia la stessa reazione per kancolle, perchè non andate a pescare??? potrebbe essere un hobby migliore... bha...
Non essere così drastico senza argomentare, come se l'animazione giapponese potesse essere sintetizzata in Strike Witches (ho i brividi al sol pensiero). Che poi almeno in Kantai Collection non ci sono bimbette in mutande che si strusciano su manici di scopa, l'unica pecca davvero di rilievo sulle "ragazze nave" è l'estrema presenza di stereotipi caratteriali. Per il resto è un minestrone di moe ed artiglieria navale, del tutto innocuo.
Perché?
Strike Witches temo sia uno di quei titoli che o lo si ama o lo si odia. A me è piaciuto, non troppo devo dire, prendendolo alla leggera e con un occhio buttato a osservare le strategiche inquadrature messe in campo dal regista.
Lost Canvas lo sto rileggendo proprio in questo periodo. Bella opera nel complesso, ne guadagna con un bel disegno di insieme (e diamogli anche giù al Kurumada ) e per il carisma dei cavalieri d'oro che, poveracci, fanno sempre tutti la solita brutta fine.
KanColle infine è un tipo di produzione che per gusti personali quasi sempre mi piace. Purtroppo è un marchio che si fonda tutto sul gioco originale che noi in occidente non abbiamo (tipo idolm@ster insomma...)
Ma qui parliamo di cosa ? di mutandine ?
Usare il termine "depravato" che è molto duro, per una cosa del genere lo ritengo sbagliato se non fin troppo "facile".
Si può disprezzare il prodotto, persino chi lo crea e chi ne usufruisce, ma per fare valutazioni più profondo su eventuali comportamente immorali, perversi, di dissoluzione morale forse è il caso di andare ben oltre l'analisi di un cartone animato dai toni comunque innocenti.
Così come trovo sbagliato riversare verso un'opera il fastidio dell'essere additato da perfetti ignoranti come un "depravato", sostituendo alla colpa della superficialità di costoro l'esistenza di una banalissimo cartone animato.
Il termine "depravato" è affiancato a quello di "pervertito, corrotto moralmente", è un termine magari pesante ma definisce alla perfezione ciò che mi ha fatto provare quest'opera in presenza di determinate inquadrature, azioni e scelte stilistiche (che oramai credo siano cristalline). Per me chi guarda o inquadra i glutei e la parte frontale della stessa altezza di una bambina è un pervertito, punto.
Quindi parliamo di mutandine, ciò basta? Beh secondo me dipende, in Giappone girano i feticismi più folli del pianeta ma in Italia così come in Europa e nel resto del mondo non credo siamo da meno. Premesso che è un'opera di fantasia, un cartone animato, perché dovrei vedere le mutandine di una bambina? C'è una "storia" fammi seguire quella invece di sganciarmi un fanservice di così bassa lega.
Per me un'opera (un film, telefilm, anime, libro, canzone o dipinto) esprime i pensieri e le fantasie dell'autore, sennò da dove arriverebbero? Con questo non dico che l'autore di Strike Witches vada a sbirciare sotto le gonne delle scolarette delle elementari...però in questa specifica opera non abbiamo neanche un contesto comico/demenziale pronto a delinearci una spiegazione, idem per le inquadrature. E' una caratteristica che mi ha decisamente infastidito, come se un tizio mettesse la sua testa davanti alla TV quando cerco di seguire un programma.
Per concludere, sulla questione riversare colpe e fastidi su di un'opera eccetera eccetera, era un plus, una semplice nota a margine vissuta da me anche da altri. Pertanto è qualcosa che puoi prendere come mio semplice pensiero personale.
Aspetto comunque con ansia la seconda stagione/film di Kantai Collection
Complimenti al trio!
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